Scarica Il mercato dell'arte - Alessia Zorloni e più Sbobinature in PDF di Mercato Finanziario solo su Docsity! 1 Il mercato dell’arte Come funziona il mercato dell'arte? Come il mercato di borsa, anche il mercato dell'arte si distingue in mercato primario e secondario. Il primario è quello in cui gli scambi avvengono tra produttore e primo acquirente; il secondario è quello che ha per oggetto le vendite successive alla prima. Il mercato dell'arte è un mercato trasparente? No, il sistema dell'arte è caratterizzato da asimmetria informativa tra gli addetti ai lavori e il più ampio pubblico, La presenza di conflitti di interesse tra i soggetti che svolgono diversi ruoli può dar luogo a operazioni mosse da insider trading. Pubblico e privato Che differenza c'è tra il mercato pubblico e quello privato? Il mercato dell'arte viene classificato in pubblico e privato, e in primario e secondario. Per mercato pubblico s'intende quello delle aste, in quanto vendite aperte a un numero indifferenziato di potenziali acquirenti. Si definisce invece mercato privato quello costituito dalla compravendita di oggetti d'arte che avviene tra due soggetti privati o tramite l'intermediazione di un terzo, Sono vendite caratterizzate dalla riservatezza, elemento essenziale in questo tipo d’intermediazioni Primario e secondario Cos'è il mercato primario? Il mercato primario e quello in cui le opere vengono proposte sul mercato per la prima volta e in cui lo scambio avviene direttamente tra l'artista e il primo acquirente o tramite il gallerista, Si caratterizza per essere il segmento di mercato in cui si realizzano le più importanti innovazioni in termini di ricerca artistica ed è pertanto di natura marketing-intensive, data la necessità, da parte dei galleristi, di elevati investimenti in comunicazione Cos'è il mercato secondario? Il mercato secondario si occupa degli scambi di opere già presenti sul mercato. I player principali sono le case d'asta, i dealer e le gallerie che trattano opere di artisti già storicizzati. A differenza del primario, gli operatori del mercato secondario godono di un vantaggio informativo poiché dispongono di informazioni sia sugli artisti che sulle loro quotazioni, Settori di supporto Quali sono i principali settori di supporto del sistema dell'arte? A supporto dell'attività di artisti, galleristi e case d'aste operano tutte quelle imprese che offrono servizi di consulenza finanziaria, fiscale o legale e che si occupano del trasporto, del restauro, dell'assicurazione, del marketing e della comunicazione delle opere. Editoria Che ruolo ricopre l'editoria nel sistema dell'arte? L'editoria è uno dei settori più importanti a supporto delle arti visive e comprende tutte quelle testate che offrono informazione sul mercato dell'arte. Tra le riviste più consolidate, è possibile menzionare Flash Art, ArtForum, Frieze, ArtReview e l'italiana Arte, edita da Cairo Editore. Sono inoltre, utili le molteplici fonti informative online, tra cui le più autore. voli sono Artribune, ArtsLife, Exibart e Collezione da Tiffany. Vi sono poi formule editoriali, come il supplemento del Sole 24 Ore, Plus24 e Il Giornale dell'Arte, edito da Umberto Allemandi che prestano un'attenzione costante all'andamento del mercato dell'arte e alle sue problematiche. Di concezione più giornalistica e rivolte ad un pubblico più largo, si collocano invece ARTnews, Artsy e ArtNet. Premi Quali sono i premi più importanti nel mondo dell'arte? Tra i premi più famosi a livello internazionale bisogna citare l'Hugo Boss Prize che viene assegnato annualmente a un artista (o gruppo di artisti) che lavora con qualsiasi medium e in qualsiasi parte del mondo. Il riconoscimento, amministrato dal museo Guggenheim di New York e sponsorizzato dalla società di abbigliamento Hugo Boss, consiste in un premio di $ 100.000 e una mostra al Guggenheim. Anche il Turner Prize è annuale e viene conferito ad un artista visivo britannico sotto i 50 anni. Il premio prende il nome dal pittore JMW Turner, è organizzato dalla Tate Gallery e la sua fondazione risale al 1984. Il MaxMara Art for Women, promosso da Max Mara su base biennale e istituito in collaborazione con la Whitechapel, è aperto a tutte le forme di arte e si propone di favorire e promuovere artiste emergenti che lavorano nel Regno Unito. In Italia troviamo il Leone d'Oro e il Leone d'Argento assegnati in occasione della Biennale d'arte di Venezia. Sono inoltre da menzionare a livello internazionale il Future Generation Art Prize, The Bucksbaum Award e il Prix Marcel Duchamp. Fiere Quali sono le fiere da seguire? Le fiere rappresentano il risvolto più commerciale del mercato dell'arte e costituiscono un'occasione fondamentale per creare nuove relazioni e, per le gallerie, per ampliare il proprio bacino di clientela. Il pubblico ha il vantaggio di poter vedere l'offerta di molteplici gallerie allo stesso tempo, potendo confrontare i prezzi e restare aggiornato sulle tendenze. Le fiere più importanti sono Art Basel, con le sue tre manifestazioni (Basilea, Hong Kong, Miami Beach), Frieze, anch'essa con tre manifestazioni a livello internazionale (Londra, New York, Los Angeles), Fiac a Parigi, Arco a Madrid e l'Armory Show di New York. In Italia, le più note sono Miart, Artissima, Arte Fiera e ArtVerona. Quale può essere il costo per affittare uno stand in fiera? Circa € 160 al metro quadro è il costo di partenza per uno stand in fiera. Gallerie Mercato primario e secondario Qual è la distinzione tra gallerie che operano sul mercato primario e quelle che operano sul mercato secondario? Il mercato primario e quello secondario sono due settori ben distinti con regole e modelli di business completamente diversi. 1. Le gallerie che operano sul mercato primario sono quelle che non solo collaborano con gli artisti viventi, organizzando mostre ed eventi d'arte sul mercato internazionale e sostenendo finanziariamente ogni iniziativa legata alla promozione artistica, ma operano come dei moderni mecenati sostenendo direttamente la progettazione e i costi di realizzazione per conto dell'artista. Le gallerie che lavorano nel mercato primario svolgono un'attività di ricerca, di promozione, di finanziamento diretto a beneficio degli artisti immettendo assieme ad essi nel circuito internazionale dell'arte le nuove opere realizzate. 2. Le gallerie che operano sul mercato secondario sono quelle gallerie che acquistano le opere dai collezioniste non direttamente promuovono la vendita di opere d'arte moderna o del passato. Queste gallerie non lavorano direttamente con gli artisti e il loro core business è rappresentato dall'attività commerciale. Le gallerie che lavorano nel mercato secondario 2 operano sotto il profilo commerciale comprando e rivendendo opere che precedentemente sono state valorizzate dal lavoro svolto dal settore primario. Quali sono le gallerie d'arte contemporanea più potenti a livello internazionale? Le gallerie più potenti a livello internazionale sono quelle che nel tempo sono divenute vere e proprie "multinazionali" dell'arte, con sedi in diversi continenti e rapporti con clienti e collezionisti in tutto il mondo, tra cui: Gagosian, David Zwirner, White Cube, Hauser & Wirth, Pace Gallery, Galerie Perrotin, Galerie Thaddaeus Ropac, Levy Gorvy, Victoria Miro e Lisson Gallery. Le gallerie italiane di arte contemporanea più accreditate nel contesto internazionale sono Galleria Continua e Galleria Massimo de Carlo. Contratti e modalità Quali possono essere gli accordi di collaborazione tra artista e gallerista? 1. Quando la collaborazione tra artista e gallerista è occasionale, l'artista lascia le opere alla galleria in conto vendita. La galleria riceve le opere tramite un consignment agreement, ovvero un documento di consegna dove vengono elencati tutti i lavori lasciati dall'artista. La galleria si impegna a vendere le opere o a restituirle entro un termine stabilito dall'artista, il quale mantiene la proprietà delle opere fino alla vendita. 2. Una seconda modalità prevede che il gallerista proponga all'artista un contratto di esclusiva, con l'obbligo da parte dell'artista di riservare tutta la sua produzione alla galleria, ricevendo in cambio un reddito mensile. 3. Infine il gallerista può decidere di proporre un contratto di compravendita, ove il gallerista si impegna ad acquistare tutta la produzione dell'artista, ottenendo la proprietà esclusiva delle opere. Quali sono le principali modalità con cui una galleria valorizza le opere degli artisti che rappresenta? Le gallerie organizzano mostre presso le proprie sedi, redigono cataloghi e prendono parte a fiere per esporre le opere degli artisti che rappresentano. Esistono inoltre gallerie che supportano mostre istituzionali, in musei o in occasione di biennali, concedendo prestiti di opere o sostegno economico. Non è da dimenticare il lavoro svolto dall'ufficio stampa della galleria, finalizzato a valorizzare il lavoro degli artisti sulle testate giornalistiche più rilevanti e sui social media. Perché alcune gallerie hanno le liste d'attesa per la vendita delle opere? Nel mondo dell'arte gli artisti più richiesti hanno lunghe liste d'attesa e le loro opere vengono cedute principalmente ai musei e ai clienti più importanti della galleria, con il risultato di lasciare insoddisfatti molti collezionisti. Se, ad esempio, le opere disponibili sono 20 e i collezionisti interessati sono 100, l'eccesso della domanda incoraggerà alcuni dei collezionisti "seri", che hanno avuto il privilegio di acquistare le opere, a metterle all'asta poco dopo. Questo spiega il fenomeno del flipping e della vendita in asta dilavante produzione. Acquistando direttamente dall'artista risparmio le commissioni del gallerista? Il rapporto di un artista con il mercato deve essere controllato e coerente. I prezzi richiesti dall'autore e dalle gallerie devono coincidere. Ci sono artisti che vendono alla metà del prezzo dei loro mercanti, ma queste operazioni possono essere controproducenti per entrambi, Anche la produzione deve essere controllata: se l'artista immette troppe opere sul mercato lo saturerà presto generando un deprezzamento dei suoi lavori. Resale agreement Che cos'è il resale agreement? Nel mondo dell'arte vige la regola implicita di offrire l'opera alla stessa galleria dove è stata acquistata, come prima opzione, qualora la si volesse vendere. Gli accordi di rivendita (resale agreement) sono spesso indicati nei contratti di acquisto. In questo caso il collezionista si impegna ad offrire alla galleria la possibilità di acquistare l'opera prima che questa va messa all’Asta. Galleria vs. asta È meglio comprare in asta o in galleria? Quale è la differenza tra l'acquisto in galleria e l'acquisto all'asta? Dipende da quello che si sta cercando. La galleria di riferimento dell'artista propone opere "fresche", di recente produzione, mentre in asta si trovano lavori già pubblicati. In galleria la trattativa è privata ed è orientata al ribasso, l'acquisto è basato sul rapporto fiduciario che si stabilisce con il gallerista. Per chi ha già una buona esperienza del mercato, comprare in asta può risultare conveniente, non a caso i primi a partecipare alle aste sono proprio i mercanti che acquistano per i loro clienti oppure con lo scopo di immagazzinare opere destinate a ritornare sul mercato a cifre più elevate. L’asta è pubblica ed è orientata al rialzo, la vendita è più impersonale e rapida, poiché pone in concorrenza gli acquirenti. È adatta a caratteri più decisi e più sicuri della loro conoscenza. Aste Case d’asta Quali sono le case d'asta più importanti a livello internazionale? Le case d'asta più importanti a livello internazionale sono Christie's e Sotheby's, fondate a Londra nel XVIII Secolo, detentrici di un vero e proprio duopolio del mercato secondario dell'arte in Occidente. Sono seguite da Phillips e Bonhams, ma non sono da dimenticare China Guardian Auctions e Poly Auction, due importanti case d'asta cinesi, che negli ultimi anni stanno crescendo d'importanza. Quali sono le case d'asta italiane che fatturano di più? Le case d'asta che fatturano di più in Italia, a seconda dell'anno e dell'andamento, sono Pandolfini, Il Ponte, Cambi, Meeting Art e Wannenes. Prezzi Qual è la struttura dei prezzi in una vendita all'asta? Un'asta è caratterizzata da alcuni valori che il potenziale acquirente deve conoscere per potersi orientare durante lo svolgimento della stessa. 1. prezzo d'incanto, o base d'asta, che consiste nell'importo da cui iniziano le offerte. Deciso dalla casa d'asta, il prezzo d'incanto è solitamente inferiore al prezzo di stima minima. 2. Forbice di stima (minima e massima) che rappresenta il più delle volte un punto di partenza del valore di mercato dell'opera stessa. 3. prezzo di riserva, che rimane confidenziale tra il venditore e la casa d'aste e che rappresenta la cifra sotto la quale l'opera non può essere venduta. 4. prezzo di aggiudicazione è l'importo che corrisponde al prezzo d'acquisto. 5 trattamenti chimici. Ciò che conta è comprare con l'aiuto di esperti accreditati e soprattutto acquistare solo pezzi certificati. Scultura contemporanea Che caratteristiche ha la scultura contemporanea? Come si è sviluppato il mercato della scultura contemporanea? Cercare di definire cosa sia oggi la scultura rappresenta un invito all'immaginazione. Ci sono artisti che utilizzano tecniche scultoree tradizionali, altri che si avvalgono delle tecnologie multimediali, (si pensi alle sculture luminose di Bruce Nauman, Jenny Holzer o Julian Opie) fino ad arrivare alla realizzazione di progetti che svelano luoghi ed evidenziano il rapporto tra arte e architettura. Come avviene, ad esempio, nei lavori dell'artista francese Daniel Buren, che fin dagli anni '60 realizza le sue opere attraverso il dialogo con grandi spazi pubblici, applicando a vari supporti e materiali strisce colorate alternate ad altre bianche. La diffusione del collezionismo di scultura è iniziata negli anni '70 e '80 grazie ad aziende e banche che l'hanno usata per comunicare al largo pubblico un'immagine innovativa di sé. La prima è stata Chase Manhattan con gli alberi di Jean Dubuffet nel 1969. Poi i centri commerciali e le città hanno capito che era un modo per creare luoghi di aggregazione fino ad arrivare ai parchi promossi da privati: si pensi al parco-sculture creato dell'artista Tony Cragg in Germania o a quelli creati da collezionisti come Giuliano Gori vicino a Pistoia, Raymond Nasher a Dallas, o Bernardo Paz in Brasile. Infine, non mancano le società di real estate e gli architetti, che utilizzano sempre più spesso la scultura per rendere attraenti ed esclusive presidenze di lusso. Quali sono le differenze tra un pezzo unico e un multiplo? Prima di acquistare una scultura è bene controllare la quantità di esemplari esistenti e il numero di prove d'artista che sono state realizzate: non di rado vengono utilizzate per aumentare le edizioni. Di norma, dopo 8 esemplari (più eventuali 4 prove d'artista) la scultura viene definita un multiplo, e assume un valore inferiore. Ci possono essere anche copie postume, realizzate dopo la morte dell'artista e autorizzate dai titolari dei diritti d'autore; queste sono molto meno care rispetto a quelle realizzate quando l'artista era in vita e il loro costo dipende dal numero di riproduzioni. Fotografia Cosa determina il valore di una fotografia? Chi sceglie di acquistare delle fotografie deve seguire alcune regole. 1. scegliere fotografi già affermati: Innanzitutto, deve considerare chi è il fotografo. Se l'artista è sconosciuto, come per tutti gli emergenti, sarà una scommessa. Per questo motivo se non si accetta la possibilità che il proprio acquisto possa non fruttare rivendendolo in futuro è meglio indirizzarsi su fotografi già affermati che siano già passati in asta, che abbiano vinto premi e che siano riconosciuti dalla critica. 2. approfondire lavoro: Una volta individuato l'autore giusto bisogna approfondire la storia del suo lavoro, scoprendo quando la fotografia che si desidera acquistare è stata scattata, quanto tempo dopo è stata stampata e in quante copie e considerare se è stata firmata dall'autore. 3. provenienza: Infine, come per un dipinto, anche la provenienza conta. Le quotazioni più alte riguardano la fotografia contemporanea, in particolare gli artisti che la adoperano come medium. Negli ultimi vent'anni la classifica dei fotografi più ricercati a livello mondiale si è capovolta. I prezzi delle opere antiche e moderne sono stati superati da quelli degli artisti contemporanei come Andreas Gursky, Richard Prince, Cindy Sherman, Jeff Wall e Jeff Koons, che hanno aggiudicazioni altissime anche sopra il milione di dollari. Che mercato ha la fotografia contemporanea? Nonostante la fotografia costituisca una percentuale ridotta dei ricavi di vendita nel settore delle cosiddette fine arts, negli ultimi anni si è rivelata un mercato estremamente dinamico e in costante crescita, in grado di generare una forte domanda da parte di collezionisti e investitori. Sono sorti musei dedicati esclusivamente alla fotografia (il Fotomuseum Winterthur in Svizzera, la Maison Europèenne de la Photographie di Parigi o il Fotografiska a Stoccolma) e collezioni private (Walther Collection, Pier 24 Photography, DSL Collection e la Colección Isabel y Agustin Coppel), alcune delle quali aperte al pubblico. Un ruolo fondamentale in questo mercato è svolto dai festival (Les Rencontres d'Arles) e dalle principali fiere del settore, dalla più longeva Paris Photo, passando per Photo España, Photo London e MIA Photo Fair. Videoarte Chi sono i video artisti più scambiati in asta? Sono pochissimi i video artisti che passano con successo e regolarità all'asta. Uno di questi è Bill Viola. Il suo record è Eternal Return battuto da Phillips nel 2006 per € 489.159. Nel caso di Viola, oltre al video in formato DVD, è parte dell'opera anche la tecnologia necessaria per usufruirne che comprende due monitor al plasma e due casse acustiche. In questo caso il confine con la scultura diventa labile. Altro esempio del ristretto mercato della video arte è Nam June Paik, anche se, come Bill Viola, le sue opere hanno un marcato carattere scultoreo. Stesso discorso vale per William Kentridge la cui installazione, intitolata Preparing the flute (in edizione da tre), è stata battuta nel 2011 da Sotheby's per €348.400. Altri video artisti famosi sono Tony Oursler, Pipilotti Rist, Candice Breitz, Francesco Vezzoli, Fabrizio Plessi e Hito Steyerl. Perché il mercato della video arte è poco sviluppato? Perché al contrario di un dipinto o di una statua, un film o un video sono teoricamente replicabili all'infinito e legati a un supporto deperibile che necessita di uno strumento tecnologico specifico per essere riprodotto. Chi nei primi anni '90 ha acquistato video arte in formato di cassette VHS non ha avuto solo il problema di conservare la cassetta, ma anche quello di mantenere funzionante il proprio video registratore con relativo schermo a tubo catodico. Nel momento del passaggio ai DVD digitali quel collezionista sì e probabilmente trovato nella spiacevole posizione di non poter copiare legalmente la propria opera sul nuovo supporto perché l'acquisto di un VHS, per quanto costoso, non implicava l'acquisizione di alcun diritto sull'opera. Il riversamento di un film su un altro supporto come un DVD o una chiavetta significa di fatto produrre una copia digitale e ciò è legalmente possibile solo a fronte di una concessione del titolare del diritto di replica ovvero l'artista o gli eredi. Ci sono delle collezioni che si focalizzano sulla video arte? Si, ce ne sono varie. In Italia operano due realtà molto interessanti, la Seven Gravity Collection e In between Art Film. La prima è una collezione condivisa di video arte alimentata da sette appassionati, tra cui Diego Bergamaschi. La seconda è una casa di produzione che fa capo alla collezionista Beatrice Bulgari. All'estero tra le collezioni dedicate alla video arte troviamo la Han Nefkens Foundation di Barcellona, fondata dal collezionista Han Nefkens e la Julia Stoschek Collection a Düsseldorf. Il valore di un’opera d’arte Cosa si intende per opera d'arte? Le opere d'arte sono oggetti unici, creati con intento decorativo sotto il diretto controllo dell'artista. L'opera d'arte è al contempo un bene durevole perché svolge la propria funzione 6 costantemente e la sua vita si prolunga per molti anni; un bene di lusso in quanto il suo possesso comunica prestigio sociale e appartenenza ad una élite; ma anche un oggetto simbolico, che dona utilità al possessore in virtù del fatto che può essere collezionato ed esposto e che aumenta il suo valore in misura inversamente proporzionale alla disponibilità sul mercato. Da un punto di vista giuridico un'opera d'arte è un bene mobile non soggetto a misure di pubblicità legale. Le opere d'arte in quanto beni mobili, sono liberamente disponibili da chi ne abbia un legittimo titolo. La proprietà può essere trasferita a titolo oneroso o gratuito, per atto tra vivi o con testamento. Come si valuta un'opera d'arte? I meccanismi che concorrono alla formazione del valore di un'opera sono molteplici e variabili. Le valutazioni derivano da esigenze diverse che influiscono sul prezzo finale. È fondamentale dichiarare fin dall'inizio le ragioni per cui si chiede una stima. I fini possono essere assicurativi e tributari in occasioni di donazioni, di successione o per divisioni dei patrimoni in caso di divorzi. Si può richiedere una valutazione anche prima di un acquisto o di una vendita o per porre a garanzia un'opera: non esiste una stima valida per tutte le circostanze. Il valore cambia a seconda del contesto e dello scopo. La valutazione a fini fiscali, per esempio, ha un prezzo diverso da quella a fini assicurativi. Quali sono le variabili che contribuiscono a definire il valore di un'opera d'arte? La formazione del prezzo risulta dalla convergenza di una serie di fattori correlati: l'artista, la sua fama internazionale e il suo ruolo nella storia dell'arte, la certezza dell'autenticità dell'opera e la sua presenza su pubblicazioni e cataloghi generali insieme alla provenienza da collezioni importanti. Inoltre, il curriculum espositivo, il periodo di esecuzione, la rarefazione della produzione dell'artista, le dimensioni e il formato dell'opera, la tecnica, lo stato di conservazione e la piacevolezza del soggetto sono tutti fattori importanti nella determinazione del valore di un'opera. Una creazione esposta in diversi musei internazionali può vantare il riconoscimento istituzionale della critica, così come una provenienza eccellente da una collezione pubblica o privata può far crescere notevolmente le quotazioni. La data di creazione di un'opera influisce sul valore della stessa? Sì, generalmente le opere più ricercate sono anche quelle più rare. Una superficie specchiante di Michelangelo Pistoletto, tra i protagonisti dell'Arte povera, risalente agli anni '60 e realizzata con la tecnica della velina può superare tranquillamente € 3.000.000, mentre un'opera più recente, creata con la tecnica serigrafica, può essere accessibile anche a € 200-300.000. Ci sono delle tecniche più costose? Se si considera la tecnica di uno stesso artista, per esempio, un olio su tela avrà una valutazione maggiore di un'opera su carta. Nel caso del video, che rappresenta un mercato di nicchia, la tecnica, che si basa su supporti tecnologici che si modificano nel tempo, ha una grande influenza sul valore così come il numero delle edizioni. Per la fotografia, la tiratura, il formato, il vintage (cioè la stampa coeva allo scatto) o la riproduzione successiva ne influenzano il valore. Hanno un'importanza straordinaria il periodo di esecuzione e la qualità dell'opera all'interno della produzione dell'artista. È bene quindi conoscere il curriculum dell'autore e le fasi della sua produzione perché la valutazione può variare molto. Il mercato solitamente attribuisce il prezzo massimo nella storia produttiva di un artista alle opere che rappresentano una svolta nel processo creativo e stilistico che poi diventano una sorta di brand. Si pensi ai tagli di Lucio Fontana, alle combustioni su plastica di Alberto Burri, ai volti iconici di Andy Warhol o alle farmacie di Damien Hirst. Coefficiente d’artista Che cos'è il coefficiente dell'artista? Il coefficiente di un artista è determinato dalla galleria in accordo con l'artista sulla base della sua presenza e consistenza sul mercato, considerando il curriculum, le esposizioni personali e collettive, i premi e i riconoscimenti ottenuti, le acquisizioni museali, le recensioni su riviste, le pubblicazioni, la presenza delle opere in gallerie nazionali o ancora meglio internazionali e i passaggi in asta con le relative aggiudicazioni. Pur trattandosi di un meccanismo puramente indicativo è importante conoscere il coefficiente di un artista per capire se i suoi prezzi sono in linea con quelli di mercato. Se un artista è giovane e poco affermato, il suo coefficiente andrà da 0,5 a 2,5 e quindi per un quadro di 100 x 100 cm si potrà spendere da € 1.000 a € 5.000. La formula per il calcolo del prezzo di vendita è: base quadro + altezza quadro x coefficiente (1-10) x 10. Quotazioni Le mostre hanno un impatto sulle quotazioni? Sì, le scelte espositive e di acquisto dei musei determinano i valori economici della produzione di un artista in una logica complessa dove il significato culturale deve trovare una conferma nel sistema dell'arte. Se fino a qualche decennio fa i protagonisti del mercato nella produzione del valore di un'opera erano il gallerista e il critico, oggi il sistema si è ampliato e hanno acquisito un peso determinante il museo, il collezionista, le case d'aste e i media, in grado di creare un capitale di visibilità all'artista e alla sua opera I prezzi delle opere dipendono anche dai collezionisti? Si, indirettamente i collezionisti, da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo a Steven Cohen, da François Pinault a Miccia Prada, da Carlos Slim alle famiglie reali del Qatar e di Abu Dhabi, con i loro musei, condizionano i prezzi in quanto agiscono come giudici del gusto, creando una corte di adepti. Non sono semplici compratori, ma al pari dei celebri galleristi, sono in grado di influenzare e di imporre i trend, legittimando taluni artisti piuttosto che altri. Ad anticipare la tendenza in Italia è stato Giuseppe Panza di Biumo che acquisto, a suo tempo, da Leo Castelli a New York, e portò in Italia, opere della Minimal Art. Art advisory Cos'è l'art advisory? L'art advisory è il servizio che supporta il collezionista nell'acquisizione, cessione, trasmissione e gestione delle opere d'arte. Spesso si tratta di un servizio accessorio alla consulenza per le gestioni patrimoniali. Quali sono le attività di un art advisor? L'attività principale di un art advisor è quella di fornire consulenza sull'acquisto e la vendita di opere d'arte. L'art advisor possiede una conoscenza analitica del mercato di cui cerca di prevedere l'andamento e le tendenze. Il suo lavoro si concentra inoltre sugli aspetti commerciali e legali come le valutazioni economiche delle opere e la gestione e valorizazione di una collezione. Può essere considerato un analista di mercato, un consigliere tecnico e strategico. Qual è il percorso professionale per diventare un art advisor? Dopo un solido percorso di studio, le competenze professionali possono essere acquisite in diversi contesti, per esempio collaborando con una casa d'aste, una galleria, un archivio o una società di servizi per l'arte. La rete di conoscenze che deve costruirsi un art advisor non riguarda solo i potenziali clienti, ma anche gli artisti, gli intermediari e i fornitori. Avere buoni fornitori, infatti, è garanzia di un lavoro eccellente, al contrario, scegliere un cattivo trasportatore o un allestitore improvvisato 7 può causare la distruzione di un'opera mandando in fumo anni di attività. Allo stesso modo conoscere quali sono gli operatori doganali a cui rivolgersi per un trasporto internazionale può dimezzare i tempi di consegna di un'opera. È inoltre importante collaborare con curatori e studiosi così da poter costruire un team di lavoro nel caso di commissioni lavorative articolate. Formazione, esperienza e rete di relazioni devono essere alimentate da un continuo aggiornamento sugli artisti e sul loro mercato. Come si inizia l'attività di art advisor? Iniziare l'attività di art advisor comporta una serie di azioni di natura amministrativa, finanziaria e burocratica non diverse da quelle necessarie per avviare altre attività. Questo lavoro può essere sviluppato singolarmente con la semplice apertura di una partita IVA individuale oppure può richiedere un'organizzazione societaria o un gruppo di professionisti associati. Il regime fiscale sarà diverso a seconda che il soggetto fornisca unicamente consulenza oppure si occupi anche della compravendita delle opere. In questo caso sarà necessario iscriversi alla Camera di Commercio e seguire la regolamentazione inerente all'alienazione delle opere affiancati da un fiscalista. Quali comportamenti deve seguire un art advisor per consigliare al meglio il suo cliente? Per evitare un acquisto incauto un art advisor dovrebbe seguire una serie di principi. 1. In primo luogo, deve diffidare delle opere senza certificato di autenticità, senza una provenienza certa, con uno stato conservativo precario e senza licenza di esportazione. 2. Successivamente è necessario che verifichi che il prezzo di vendita sia in linea con le richieste sul mercato primario e secondario e, nel caso in cui non lo fosse, deve aprire una trattativa con il venditore per raggiungere l'importo corretto. 3. Infine deve sconsigliare l'acquisto di autori instabili sul mercato che registrano rialzi o discese improvvise alle aste. Questo fenomeno potrebbe essere il risultato di pericolose operazioni speculative da parte di mercanti e collezionisti. Per consigliare al meglio il suo cliente, l'art advisor dovrebbe orientarsi verso opere possibilmente uniche o a tiratura limitata, di qualità, con una storia documentata e un'autenticità comprovata. Inoltre, è importante che consideri gli avvenimenti che solitamente generano un innalzamento delle quotazioni di un artista come la pubblicazione del catalogo ragionato, una recente retrospettiva, il supporto da parte di un critico influente o di una nota galleria o la vincita di un premio internazionale. Nel caso selezioni artisti emergenti, deve valutare con attenzione il loro percorso espositivo, la poetica e i prezzi, rendendo consapevole il suo cliente del maggior rischio. Se invece si orienta verso autori con un mercato secondario consolidato deve privilegiare i maestri che negli ultimi 10/20 anni hanno avuto un percorso lineare senza brusche impennate. Come si configura il rapporto tra un collezionista e il suo art advisor? Quando il collezionista non agisce in prima persona ma si serve di un art advisor per realizzare i suoi acquisti o vendite, il rapporto tra le due parti si configura come un mandato. Il mandato è il contratto con cui dialogare con l'art advisor che ne definisce l'incarico, i poteri e i limiti. Il mandato può essere con o senza rappresentanza. Nel mandato con rappresentanza all’Advisor viene conferito il potere di agire in nome oltre che per conto del collezionista. In questo caso l’Advisor non si espone al rischio insito nella transazione, in quanto non acquista l'opera in prima persona. L’Advisor deve rendere al venditore il profitto realizzato, qualora non diversamente concordato, ricevendo solo una commissione per il servizio reso. Se invece il mandato è conferito senza rappresentanza l’Advisor agisce per conto proprio, assumendosi il rischio della transazione con l'obiettivo di realizzare un profitto sulla rivendita dell'opera. Dopo aver concluso l'acquisto di un'opera cosa può fare un art advisor per valorizzarla? Dopo aver concluso un acquisto, l'art advisor può supportare il cliente nella valorizzazione dell'opera, studiandola, pubblicandola su riviste e facendola inserire in mostre così da consolidare la storia e l'autenticità del bene e di conseguenza il suo valore. Ambiti È possibile richiedere alla banca una consulenza per la vendita di un'opera d'arte? L'art advisory bancario è un servizio accessorio alla gestione del patrimonio finanziario del cliente ed è accessibile solamente a chi affida alla banca i propri asset economici. Sono quindi esclusi i non clienti. Il primo contatto avviene solitamente tramite il Private Banker che fa da tramite con gli art advisor della banca, figure indipendenti che offrono soluzioni personalizzate di gestione dei patrimoni artistici. Ci si confronta con l'art advisor quando si è di fronte ad un cliente già sensibile al mondo dell'arte e al collezionismo che richiede servizi più specifici con l'obiettivo di valorizzare le opere di sua proprietà, ma non solo: i clienti possono essere gli eredi di una collezione della quale non ne conoscono il valore e ricercano un canale di compravendita, oppure semplicemente alla ricerca di diversificazione dei loro investimenti. L'offerta di questo servizio è coerente con la filosofia di protezione del patrimonio globale del cliente, da quello finanziario, societario, immobiliare ed artistico. Quale può essere il valore aggiunto, per una banca, di strutturare un servizio di art advisory interno? Il valore aggiunto dell'art advisory risiede nel rapporto privilegiato fra il consulente e il cliente, in quanto non si tratta più solo di puro investimento, ma di entrare in contatto con il gusto, le passioni e gli interessi del cliente. Questo tipo di servizio, per certi versi così personale, può certamente favorire e migliorare il rapporto di fiducia ed al contempo consolidare la relazione. Investimenti in arte Passion investment Cosa sono i passion investments? Si definiscono passion investments quegli investimenti che, pur mirando ad ottenere una plusvalenza, sono rappresentativi della passione che l'investitore nutre verso un particolare oggetto (es. auto, orologi, arte, vini, oggetti di design) e che al contempo può però considerarsi un vero e proprio asset finanziario Quali sono le caratteristiche e i vantaggi di investire in passion investments? Le principali caratteristiche dei passion investments sono quelle di essere beni tangibili, spesso slegati dai trend di mercato e dotati di una forte componente emotiva. Sono altresì asset illiquidi, che non vengono trattati sul mercato regolamentato. Proprio per questo, è necessario dedicare loro un orizzonte temporale di investimento a lungo termine. Si tratta di beni che godono di una fiscalità più conveniente rispetto agli investimenti finanziari. Al momento, infatti, non vengono tassati i capital gain e non sono soggetti a IVA, se non nel caso di un trasferimento tra operatori di mercato. Inoltre, dal punto di visto successorio, godono di particolari privilegi. Che si tratti di dipinti, disegni, orologi, vini o oggetti di design, questi asset sono una parte importante del patrimonio personale. Il loro peso aumenta al 10 Prestito garantito A quale tasso d'interesse avviene il prestito garantito? Il tasso viene stabilito dalla banca erogatrice ed è in linea con i tassi praticati al momento per le operazioni di finanziamento garantite da pegno/garanzie. In caso di mancata restituzione del prestito come si procede? In caso estremo la banca attiva la garanzia e l'opera d'arte viene messa all'asta per la vendita. Qual è la documentazione richiesta dalla banca per ottenere un prestito garantito? Un documento che dimostri che l'opera sia stata lecitamente acquisita dall'attuale proprietario (es. l'atto di acquisto o la dichiarazione di successione). Artisti e settori profittevoli Chi sono gli artisti attualmente più forti in asta? Gli autori in cima ai desideri nelle classifiche delle aste sono pochi e ricorrenti in un mercato sempre più concentrato. Il mercato di fascia alta è un mercato dominato da pochi artisti superstar in grado di monopolizzare l'attenzione dei collezionisti più facoltosi. Tra questi ci sono Andy Warhol, Cy Twombly, Francis Bacon, Jeff Koons, Christopher Wool, George Condo, Peter Doig, Jean-Michel Basquiat, Willem De Kooning e Gerhard Richter. Bisogna ricordare che molti artisti, pur essendo molto ricercati, sono scambiati solo in galleria e non all'asta. Quali sono le fiere e i festival dove fare nuove scoperte in questo settore? Il Loop di Barcellona è la fiera d'arte di riferimento del settore soprattutto per gli artisti emergenti. A questa si aggiunge il Festival Fuso di Lisbona, Ars Electronica di Linz e Art Basel Unlimited, dove film, video e istallazioni occupano una parte sostanziale del programma. Orologi Cosa deve valutare un collezionista di orologi prima dell'acquisto? L'aspetto più importante del collezionismo di orologi è la valutazione delle condizioni dell'orologio che si sta acquistando. La stessa identica referenza può avere un valore anche quattro volte inferiore a seconda dello stato di conservazione. Per gli orologi vintage un fattore fondamentale è rappresentato dalla coevità di tutte le componenti, che siano cioè dello stesso anno di nascita dell'orologio, mentre per gli orologi moderni una variabile decisiva è la presenza del corredo originale, ovvero della scatola, garanzia e set di accessori. Vale anche la regola per cui più passa il tempo dal primo acquisto dell'orologio e più aumenta il valore connesso al possesso di scatola e garanzia originali. Questo perché generalmente con il tempo aumenta la probabilità che un orologio si trovi senza il suo corredo originario. Nella maggior parte dei casi, gli orologi vintage è quasi impossibile trovarli accompagnati dal loro corredo originario. Quali sono i fattori che attribuiscono valore a un orologio da collezione? Il marchio a cui appartiene l'orologio è il presupposto principale in grado di attribuire valore all'oggetto. I brand più importanti sui quali si può pensare di investire in maniera redditizia sono pochi. Lo stato di conservazione del pezzo è certamente un fattore in grado di attribuire notevole valore a un oggetto, insieme alla rarità. Solitamente gli orologi più rari corrispondono a delle varianti che sono state prodotte su alcune referenze per brevi periodi. Esistono poi dei modelli o particolari referenze che sono state particolarmente apprezzate dal mercato e pertanto sono poco reperibili. Quanto più un orologio è disponibile sul mercato tanto più il suo valore sarà affievolito, al contrario più un modello è richiesto, tanto più il suo valore aumenterà. Infine, anche le mode giocano un ruolo importante. Se si possiede un orologio in ottime condizioni, raro con scatola e garanzia, bisogna comunque ricordare che se il pezzo non piace in questo periodo storico, l'investimento è destinato a perdere di valore o a non avere un ritorno soddisfacente. Borse Quali sono i passion investments più profittevoli? La classifica stilata da Knight Frank sui passion asset più profittevoli in termini di investimenti vede ai primi posti le borse di Hermès e i vini di lusso, seguiti dalle auto da collezione. Secondo il Knight Frank luxury investment index, elaborato nell'ultimo decennio, la valutazione delle celebri borse è aumentata del 108%, superando il rendimento dell'oro. Negli ultimi tre anni i modelli più noti hanno regolarmente battuto i record di prezzo alle aste. Tra questi spicca una Hermès Himalaya Niloticus Crocodile Retourné Kelly 25, aggiudicata per $ 437.330. Vino Il vino può essere un investimento? Il vino pregiato e raro è uno dei passion asset più performante negli ultimi cinque anni, ottenendo buoni risultati anche in tempi di incertezza economica. Mentre i rendimenti annuali del 10-15% sono tipici, alcune bottiglie godono di profitti maggiori. Per esempio, i vini del Domaine de la Romanée-Conti, probabilmente la cantina più prestigiosa al mondo, mostrano una crescita del 150-200% in un periodo di cinque anni. Grazie a questo impressionante track record, diversi consulenti finanziari sostengono l'investimento nel vino pregiato come un modo per diversificare i portafogli dei clienti e avere una correlazione molto bassa con il mercato azionario. Che cos'è il Liv-ex Fine Wine 100? L'indice Liv-ex Fine Wine 100 è il principale benchmark del settore, realizzato da Liv-ex (The London International Vintners Exchange) un marketplace per il commercio del vino. L'indice rappresenta l'andamento dei prezzi di 100 tra i vini pregiati e più ricercati sul mercato secondario, tra cui Barolo 2014 Bartolo Mascarello, Barolo Villero 2013 Brovia, Sperss 2013 Gaja, Barolo Riserva Monfortino 2010 Giacomo Conterno, Masseto 2014 e 2015, Ornellaia 2013 e 2015, Sassicaia 2014, 2015 e 2016, Solaia 2015 e Tignanello 2015 e 2016. Quali sono i fattori che rendono il vino pregiato un asset class? In primo luogo, un'offerta estremamente limitata, proprio come gli accessori vintage dell'alta moda o gli orologi di fascia alta. Inoltre, la domanda è in costante aumento, soprattutto nei nuovi mercati come l'Asia, l'Africa e l'America Latina, dove le élite stanno sviluppando un gusto per il vino pregiato. Tre portafogli Come investire in arte con tre portafogli diversi? 1. Da € 10.000 a € 50.000. Se ci si vuole divertire e allo stesso tempo non buttare via i propri soldi è possibile cercare qualche oggetto di design degli anni '60 o '70. Con un budget di € 10.000 si possono trovare pezzi interessanti. Per una scelta più rischiosa si può scommettere sulle fotografie di artisti contemporanei. In questo caso il budget può arrivare a € 20.000. Con i restanti € 20.000 il consiglio è quello di acquistare uno o due orologi di forma, ossia con un design tipico. Se non si segue la moda degli esemplari con casse grandi e vistose, ma ci si concentra su modelli ricercati degli anni '80 e '90 è possibile acquistare un Vacheron Constantin o un Cartier con somme comprese tra € 5.000 e € 15.000. 2. Da € 50.000 a € 250.000. Con un budget di questo tipo l'investimento comincia essere più impegnativo; pertanto, è indispensabile rivolgersi a venditori qualificati e ascoltare le 11 opinioni di esperti. È possibile orientarsi su un Old Master, solo se ben conservato e di grande qualità, sul quale spendere anche € 100.000-150.000. Anche gli artisti del secondo dopoguerra italiano, appartenenti al movimento dell'arte cinetica o della pittura analitica, possono essere ottimi acquisti. Il resto può essere investito su talenti emergenti contemporanei, senza dimenticare che coincidono con una scelta fortemente speculativa. 3. Da € 250.000 a € 1.000.000. Con cifre come queste diventa indispensabile essere accompagnati da un esperto. Il consiglio è di orientarsi tra una sola opera di grande appeal e qualità della prima parte del Novecento europeo oppure un quadro Post War eseguito tra il 1945 e il 1970. L'alternativa è scegliere tra i talenti internazionali emergenti e diversificare con orologi da polso, opere su carta e fotografie. Collezionismo Quali sono le origini storiche del collezionismo privato? Il collezionismo ha origini millenarie. Numerosi esempi di collezioni di opere d'arte risalgono all'Antica Roma, tanto che il termine "mecenatismo" trova le proprie origini nel nome di Gaio Cilnio Mecenate, consigliere dell'imperatore Ottaviano Augusto, che contribuì a magnificare l'immagine di Roma sostenendo le arti e la cultura. Nel Medioevo, seguire le orme di Mecenate fu compito di banchieri, papi e cardinali, fino ad arrivare ai giorni nostri dove numerose personalità di spicco e aziende hanno dato vita a prestigiose collezioni d'arte, che sempre più spesso vengono condivise con il grande pubblico. Cos'è il mecenatismo? Per mecenatismo s'intende il sostegno dato da un'organizzazione o da un individuo all'attività di terzi, sotto forma di un dono (in denaro, in natura o in competenza) per sostenere un'opera d'interesse generale. Il mecenate opera a tutti gli effetti come uno sponsor: gli esempi più noti sono la stessa sponsorizzazione degli artisti, la commissione di nuove opere, l'istituzione di premi e concorsi d'arte e la creazione di collezioni private aperte al pubblico. Qual è la definizione di collezionista? Il collezionista d'arte è un privato che svolge un'attività di raccolta di opere per soddisfare motivi diversi: passione, prestigio personale, investimento economico, interesse culturale, godimento estetico e altre logiche più profonde che attengono alla sfera psicologica. Quali sono i comparti artistici maggiormente apprezzati dai collezionisti? L'arte contemporanea (dal 1970 in poi) e quella Post War sono le grandi protagoniste delle collezioni private. In cima alla lista degli oggetti preferiti si trovano i dipinti, seguiti dalle sculture, dalle fotografie e infine da installazioni e video arte. Quali sono le principali categorie di collezionisti? Seguendo l'approccio di Evan Beard, responsabile del servizio di art advisory di U.S. Trust, è possibile segmentare i collezionisti odierni in quattro categorie. 1. I Connoisseurs sono guidati dall'aspetto emozionale del collezionismo e dalla passione per l'arte e vantano una notevole competenza in materia. Questi intenditori tendono ad acquistare opere da mantenere in collezione, con scarsa propensione alla vendita e passano molto tempo a studiare e approfondire i propri campi di interesse, cercando sempre il meglio. 2. Gli Aesthete sono accomunati dalla passione per il bello. Benché tendano a preferire dipinti e opere d'arte contemporanea, nutrono un interesse superiore alla media per beni da collezione più tradizionali, come oggetti di design, orologi, vini e auto d'epoca. 3. I Trophy hunter tendono a concentrarsi su artisti noti e consolidati, i cosiddetti trofei da mostrare. Dotati di grandi disponibilità economiche, i cacciatori di trofei sono spesso spinti dal desiderio di ostentare il proprio status sociale. 4. Gli Enterprising collector acquistano opere d'arte per passione, per affermare il proprio status symbol e per diversificare i propri investimenti. Nella sua massima espressione, questo segmento di mercato è costituito da collezionisti filantropi che si pongono come opinion leader nei confronti di critici, galleristi e curatori e che decidono, essi stessi, di aprire un museo. Quali sono gli approcci al collezionismo? Molti collezionisti perseguono un progetto preciso nella costruzione della propria raccolta. A volte scelgono un periodo, uno o più artisti e si concentrano su questi. Altri, invece, proseguono una tradizione di famiglia mantenendo il filone di ricerca originario per poi staccarsene aprendosi alla contemporaneità, come nel caso di Lidia Berlingieri o Laura Mattioli. Altri ancora collezionano in un'ottica museale, con l'esigenza di un preciso approfondimento culturale. Ci sono poi collezionisti (in particolare arabi, russi e cinesi) che investendo in arte cercano una legittimazione culturale e tycoon come Eli Broad o François Pinault, che conciliano l'investimento finanziario con una missione culturale Qual è il rapporto tra collezionismo e strategie d'investimento? L'aspetto finanziario è vissuto da ogni collezionista in modo diverso e gli acquisti in arte possono essere classificati in tre categorie. 1. I Blue Chips sono opere di artisti storicizzati, i cui lavori hanno circolato ampiamente nel mercato secondario. Le aspettative di crescita in questo segmento di mercato sono graduali ma continue nel tempo, la volatilità è bassa e la liquidabilità e l'investimento sono alti. 2. Gli acquisti ad alto potenziale corrispondono ad opere di artisti scomparsi o viventi, non troppo noti, che hanno prodotto lavori di qualità, originali, ricercati e che presumibilmente nel tempo conosceranno una crescita di valore. 3. Le scommesse che sono opere di autori giovani, poco conosciuti o sconosciuti, con prezzi bassi, la cui scelta, in ottica d'investimento, può risultare molto complessa. Chi sono i collezionisti più famosi al mondo? Tra i collezionisti più noti è possibile menzionare Bernard Arnault, capo del Gruppo LVMH, e François Pinault, proprietario del Gruppo Kering. Tra i più facoltosi collezionisti troviamo altri noti imprenditori o eredi di patrimoni derivanti da grandi colossi multinazionali, come Lee Kun-Hee (Samsung), Alice Walton (Walmart) e Susanne latten (BMW, Altana). Da dove provengono i collezionisti? L'Europa risulta l'area con il maggior numero di collezionisti di arte contemporanea, seguita da USA e Asia. Una percentuale residua riguarda collezionisti provenienti dall'America Latina, Medio Oriente, Africa e Australia. L’Italia è un paese di collezionisti? Si, storicamente sono molti i personaggi italiani dell'imprenditoria, del mondo finanziario e delle professioni che coltivano la passione per l'arte. Chi sono gli imprenditori italiani più facoltosi con la passione per l'arte? Tra gli imprenditori italiani più facoltosi con la passione per l'arte troviamo Giovanni Ferrero, Leonardo del Vecchio, Ernesto Bertarelli, Miuccia Prada, le famiglie Trussardi, Antinori e Missoni. 12 Collezione Come si valorizza una collezione? Innanzitutto, è molto importante raccogliere e ordinare tutta la documentazione di accompagnamento delle opere. Tanti collezionisti iniziano a riordinare fatture, pubblicazioni, provenienze e autentiche molto tardi, quando la raccolta e già composta da numerosi pezzi. Si tratta di un lavoro assai più complesso da svolgere a posteriori, dato che la possibilità di perdere i documenti e le autentiche è piuttosto elevata e spesso si tratta di carte di cui è difficile ottenere il duplicato. Una buona documentazione dovrebbe includere una scheda dettagliata per ogni opera con informazioni sintetiche e note riguardanti le caratteristiche del lavoro, con relative misure, anno di esecuzione, tecnica e altri segni riconoscibili quali firme, dati relativi all'acquisto, provenienza, prezzo pagato ed eventuale codice dell'archivio generale dell'artista. Vanno inoltre evidenziate le pubblicazioni e la storia espositiva dell'opera. Allegati alla scheda devono essere conservati i documenti cartacei relativi, quali la fattura di acquisto, l'autentica su foto, eventuali expertise, fotocopie delle pagine di cataloghi e libri in cui l'opera risulta pubblicata, le bolle di trasporto e le note di assicurazione relative alle mostre in cui l'opera è stata inclusa. Quali altre azioni permettono la valorizzano di una collezione? La modalità più frequente per valorizzare le proprie opere è costituita dal prestito per esposizioni temporanee. In questo caso il principale ostacolo è la comunicazione perché i curatori di tali eventi non possono sapere dove un particolare pezzo si trovi senza averne ricevuto preventivamente informazione. Sarà quindi opportuno mettere al corrente i curatori interessati a quel genere di arte, nonché i relativi archivi, della presenza nella propria collezione di una particolare opera, specificando la disponibilità al prestito. Ci sono anche piattaforme dedicate, come Vastari, che mettono in contatto i collezionisti con i curatori e con le istituzioni museali. Quali sono le modalità più utilizzate per condividere una collezione? La modalità più semplice per condividere una collezione è instaurare una collaborazione con musei e istituzioni culturali al fine di collocare le proprie opere d'arte in spazi espositivi preesistenti, attraverso prestiti o comodati. Alcuni collezionisti scelgono di donare i propri beni ai musei, spesso secondo accordi che definiscono i doveri specifici in capo al museo beneficiario. Altri collezionisti scelgono invece di aprire al pubblico le porte della propria casa o della sede dove mantengono la propria collezione (spesso su appuntamento) o, quando le possibilità economiche lo consentono, di aprire un vero e proprio museo privato. Quali sono le motivazioni che spingono molti collezionisti a creare un museo privato? Le motivazioni che spingono i collezionisti a fondare musei privati sono la passione per il collezionismo combinata alla volontà di condividerla con il grande pubblico e il desiderio di mantenere integra la propria collezione. Un altro fattore determinante è legato alla difficolta di trovare accordi soddisfacenti con le istituzioni pubbliche. È noto il caso del grande collezionista italiano Giuseppe Panza di Biumo, i cui più importanti nuclei di opere sono visibili all'estero in musei quali il MOCA di Los Angeles o il Guggenheim di New York. In precedenza, il collezionista aveva tentato, fallendo, di destinare le sue opere a grandi istituzioni come il Castello di Rivoli di Torino, 'Arsenale di Venezia e Palazzo Reale di Milano. Infine, l'eccessiva tendenza delle istituzioni pubbliche a lasciare in deposito una parte della propria collezione è un ulteriore fattore. Sappiamo che solo una piccola parte delle collezioni dei più importanti musei sono visibili al pubblico: la Tate espone circa il 20% della sua collezione, il Louvre l'8%, la National Gallery il 5% e il Guggenheim solo il 3%. Questo è un problema piuttosto sentito dai collezionisti privati che, sempre più raramente, decidono di donare le loro opere a un museo pubblico senza richiedere, come conditio sine qua non alla donazione, l'esposizione permanente dell’intera collezione donata. È un trend recente quello di aprire le collezioni private al pubblico? Si. Il settore dei musei privati ha conosciuto nel Ventesimo Secolo una forte crescita in tutto il mondo. Gli Stati Uniti e l'Europa risultano avere la più longeva tradizione nel settore, essendo sede di numerose istituzioni sorte sin dagli inizi del Novecento. La Phillips Collection a Washington, per esempio, è stata fondata nel 1921 e costituisce il primo museo di arte moderna degli Stati Uniti. Nel 1974 Philippa de Menil e Heiner Friedrich hanno fondato la Dia Art Foundation, mentre la Menil Collection ha aperto nel 1987. Guardando all'Europa, il Louisiana Museum of Modern Art, vicino a Copenaghen, è stato avviato da Knud W. Jensen nel 1958 e la Fondation Maeght a Saint-Paul de Vence ha inaugurato nel 1964. Negli ultimi decenni però il fenomeno è cresciuto esponenzialmente. Musei privati Qual è la distribuzione geografica dei musei privati nel mondo? Secondo alcuni studi, l'Europa risulta l'area in cui si concentra il maggior numero di musei privati, seguita dall'Asia e dal Nord America. Gestione Come può essere gestito un museo privato? I musei fondati da collezionisti privati possono distinguersi in base al soggetto che ha la proprietà della collezione e al soggetto che la gestisce. Dal punto di vista giuridico un museo privato può essere parte integrante di un ente, come il progetto Gallerie d'Italia realizzato dal gruppo Intesa Sanpaolo; essere un'organizzazione non profit come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino; essere una società per azioni come Palazzo Grassi a Venezia o una società a responsabilità limitata come la Collezione Maramotti a Reggio Emilia; infine essere un'associazione come Palazzo Monti a Brescia o una collaborazione pubblico-privato come la Fondazione Morra Greco di Napoli. Quali sono i costi per la gestione di un museo privato? Si stima che la gestione di un museo abbia un costo annuale di circa $ 450 al metro quadro e poiché la superficie media di un museo privato è di circa 3.500 mq, il costo annuale per la gestione può richiedere circa $ 1.500.000. Brand identity Quali sono i modelli che caratterizzano la brand identity di un museo privato? I modelli che caratterizzano la brand identity di un museo privato sono riconducibili a quattro categorie. 1. Il modello iconico è proprio delle istituzioni in cui la struttura architettonica riveste un ruolo fondamentale per l'immagine del museo (es. Fondation Louis Vuitton a Parigi, The Broad a Los Angeles o Crystal Bridges Museum a Bentonville). 2. Il modello imprenditoriale corrisponde a quei musei che coniugano le attività culturali a quelle commerciali, come il Museum of Old and New Art di Hobart, in Australia, dotato di un ristorante, un negozio di gioielli, un cinema d'essai, un teatro e una sala concerti. 3. Il modello educativo è adottato da quelle strutture che puntano sulla formazione, non solo di artisti e curatori ma anche 15 avanti un progetto unico, il BMW Art Car Project, commissionando ad alcuni tra i più noti artisti contemporanei l'interpretazione delle proprie auto. Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Frank Stella e altri esponenti della pop art e, in anni più recenti, Jeff Koons e John Baldessari, hanno preso parte a questo progetto. Questo programma artistico rappresenta un eccellente esempio dell'utilizzo dell'arte nel branding dei prodotti, tecnica sempre più comune tra le aziende del lusso. Una seconda modalità per supportare gli artisti è istituire premi d'arte, cui spesso segue l'acquisizione dell'opera vincitrice a beneficio della collezione aziendale. Sono numerose le imprese che operano in questo senso, elargendo premi, come nel caso di Pictet, HSBC, Carmignac e Novo banco. Che rapporto c'è tra le imprese del lusso e l'arte? Molte aziende del lusso hanno avviato collaborazioni artistiche per la creazione di prodotti in edizione limitata. In questo caso la collaborazione tra arte e impresa può essere interpretata come una forma di co-branding tra l'azienda e un artista, un'opera o un'istituzione, nella quale prevale l'esigenza di affermare il senso di esclusività e rarità dei prodotti. Diritto e fiscalità Quali obblighi dichiarativi ha un collezionista? Il possesso di opere d'arte deve essere dichiarato solo nel caso in cui esse siano detenute all'estero. Se per esempio il collezionista ha concesso in prestito un'opera a un museo estero o detiene delle opere in un caveau all'estero, ha l'obbligo di indicarne la proprietà nella sua dichiarazione dei redditi, più precisamente nel quadro RW del Modello Unico, tra gli investimenti patrimoniali e finanziari detenuti all'estero da persone fisiche residenti in Italia. Il quadro RW rappresenta un'occasione di voluntary disclosure per quelle opere detenute all'estero che non sono state ancora dichiarate. Chi le possiede in Italia non ha la necessità di inserirle nella dichiarazione dei redditi. Eredità e passaggi generazionali Nel passaggio generazionale, il valore delle opere d'arte ereditate, viene conteggiato per il computo della franchigia? Dipende da dove si trovano le opere nel momento in cui si apre la successione. 1. Gli oggetti d'arte custoditi in casa si considerano compresi nell'attivo ereditario insieme a gioielli e mobili per un importo pari al 10% del valore globale netto imponibile dell'asse ereditario. In pratica il coniuge o il figlio che ha ereditato un appartamento da € 1.000.000 con una collezione all'interno pagherà, indipendentemente dal valore delle opere, una tassa del 4% su € 1.100.000 (risultante da € 1.000.000, valore dell'immobile, più il 10% di € 1.000.000). 2. Diversa è la situazione per chi eredita opere collocate in un caveau bancario, in un deposito o presso altre istituzioni o musei. In questa situazione il 4% (o il 6% o l’8% a seconda del grado di parentela dell'erede) viene applicato sul valore effettivo delle opere d'arte. Se il valore della collezione è importante, in sede di successione, risulta più vantaggioso, dal punto di vista fiscale, conservarla in casa. È importante pianificare il passaggio generazionale delle collezioni d'arte? La trasmissione di una raccolta d'arte può costituire una forma di lascito ereditario, ma può anche diventare un peso indesiderato per gli eredi dal momento che la proprietà di questi beni comporta un impegno ingente e costante in termini di oneri fiscali e spese di conservazione, assicurazione e trasporto. Una preventiva pianificazione successoria permette al collezionista di esplicitare al meglio le proprie volontà, consentire una più equa ed armoniosa divisione o attribuzione dei cespiti e alleggerire l'imposizione fiscale. È frequente la pianificazione del passaggio generazionale delle collezioni d'arte? No, il tema del passaggio generazionale delle collezioni familiari è delicato. Non riguarda solo il trasferimento di un patrimonio artistico raccolto durante una vita intera, ma coinvolge anche emozioni e valori. Si tratta di un tema critico non soltanto dal punto di vista personale, ma anche dal punto di vista delle conoscenze richieste in ambito legale e fiscale ed è legato alla comprensione di chi, tra gli eredi, nutra una reale passione per la collezione. In caso esista un successore interessato alla collezione, è poi necessario approfondire se e come egli sia effettivamente in grado di continuarla nel tempo. Queste problematiche inducono spesso il collezionista a procrastinare la decisione o addirittura a non intraprendere il percorso volto alla pianificazione del passaggio generazionale della collezione. Come posso tramandare la mia collezione? Esistono due principali modalità: 1. la prima è la gestione privata, casistica in cui i collezionisti o gli eredi mantengono la proprietà dei beni e possono quindi disporne liberamente; 2. la seconda è la gestione tramite l'istituzione di un'entità legale separata, spesso nella forma giuridica della fondazione, nonostante esistano altre strutture, tra cui le associazioni, i trust, le società benefit o le società a responsabilità limitata. Vi è tassazione sul capital gain derivante dalla vendita di opere d'arte e dei beni da collezione? No, se si tratta di un collezionista che non svolge un'attività commerciale. Se invece l'acquirente esercita un'attività di compravendita che possa essere qualificata come attività d'impresa da parte dell'Agenzia delle Entrate allora sì. Tuttavia, tale tematica genera una situazione di forte incertezza, sia per la mancanza nel nostro ordinamento fiscale di una norma che regoli in modo esplicito la sorte del guadagno realizzato dal collezionista tramite la vendita di opere d'arte sia per la difficile individuazione della linea di confine che separa la figura del cosiddetto speculatore occasionale da quella del collezionista. La qualificazione in un senso o nell'altro è fondamentale ai fini dell'individuazione del regime fiscale di riferimento, essendo il capital gain derivante dalla vendita di opere d'arte e beni da collezione soggetto a tassazione nel caso dello speculatore occasionale e privo di alcuna rilevanza fiscale in capo al collezionista. Qual è la differenza tra la figura del cosiddetto speculatore occasionale e quella del collezionista? Lo speculatore occasionale è colui che esercita in forma non abituale un'attività commerciale di intermediazione nella circolazione di opere d'arte e beni da collezione sotto forma di acquisto e vendita, ove l'atto di acquisto è funzionale alla successiva rivendita del bene. Al contrario, il collezionista si limita ad acquistare le opere d'arte per una motivazione prevalentemente emotiva, rispetto alla quale la vendita rappresenta solamente un atto di dismissione patrimoniale. La linea di confine tra le due figure è però sottile e, in assenza di criteri oggettivi, ogni volta si deve andare alla ricerca di indici di un'attività commerciale, seppur non abituale, di cessione di opere d'arte o, al contrario, di elementi sintomatici di una dismissione patrimoniale. La frequenza degli scambi, il prezzo e l'attività di valorizzazione delle opere sono indici distintivi dell'attività commerciale così come la sussistenza di locali aperti al pubblico, l'utilizzo di dipendenti e l'eventuale adozione di insegne, denominazione e marchio che restano elementi tipici di un'attività d'impresa. Gli elementi da cui poter desumere 16 l'assenza di intenti speculativi, tipici del collezionista, sono identificabili laddove: i beni sono acquistati per entrare a far parte di una collezione privata e sono conservati ed esposti nell'abitazione del collezionista o, comunque, in luoghi non aperti al pubblico; dalla vendita delle opere il collezionista consegue sia plusvalenze che minusvalenze; gli acquisti e le vendite sono quasi sempre effettuati attraverso l'utilizzo di intermediari, quali gallerie e case d'asta, che applicano commissioni sui prezzi; solitamente non vengono svolte attività per promuovere e sviluppare il valore delle opere d'arte acquistate; le vendite hanno per oggetto beni ereditati; il numero di acquisti è superiore al numero di vendite e le opere cedute si riferiscono generalmente ad acquisti effettuati diversi anni prima. In un simile contesto, nel quale la tassazione o meno dei capital gain derivanti dalla compravendita di opere d'arte è di fatto rimessa al sindacato dell'Agenzia delle Entrate e, in un secondo momento ai giudici, si auspica un intervento del legislatore volto a stabilire criteri oggettivi che permettano di distinguere la figura dello speculatore occasionale da quella del collezionista. Che cos'è la notifica di un'opera d'arte? Il Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede un elenco di cose considerate come beni culturali e in quanto tali meritevoli di tutela da parte dello Stato. Tra queste, troviamo i beni appartenenti a privati che siano dichiarati di interesse culturale. La dichiarazione di interesse avviene per mezzo della cosiddetta "notifica", ossia una comunicazione effettuata dal Ministero mediante cui, si notifica al privato che una determinata cosa di sua proprietà è dichiarata particolarmente o eccezionalmente importante per il patrimonio culturale italiano. Quali opere possono essere suscettibili di dichiarazione di interesse? Le opere di autore defunto da oltre 70 anni che presentano un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante. Cosa succede se un'opera d'arte viene notificata? A seguito della procedura di dichiarazione dell'interesse culturale, il diritto di proprietà sull'opera notificata subisce una serie di limitazioni. Per esempio, il bene non può più lasciare definitivamente l'Italia e il proprietario deve richiedere un'autorizzazione per lo spostamento del bene anche all'interno dei confini italiani, ad esempio qualora l'opera debba essere trasferita temporaneamente presso un museo per una mostra, oppure presso un restauratore. Inoltre, in caso di vendita, il proprietario deve comunicarlo al Ministero, che ha sessanta giorni di tempo per esercitare il diritto di prelazione, ossia per acquistare il bene al prezzo stabilito nella trattativa tra le parti. La notifica condiziona fortemente i prezzi delle opere d'arte. Una stessa opera di Canaletto o di Umberto Boccioni proposta a Londra può costare anche cinque volte in più rispetto al medesimo lavoro sul mercato italiano nel quale potrebbe venire bloccata la libera circolazione e il bacino di utenza risulterebbe assai ridotto. La notifica è la norma che ha maggiormente penalizzato il mercato italiano in quanto vincola al territorio nazionale quelle opere di interesse storico o artistico. Per questo motivo, spesso i collezionisti trasferiscono e mantengano al di fuori del territorio italiano le opere la cui età si avvicini alla soglia temporale al fine di evitare il rischio di incorrere nella notifica. Diritto d’autore Quali opere sono tutelate dal diritto d'autore? Tutte le opere di qualsiasi natura sono coperte dal diritto d'autore, a condizione che abbiano un carattere creativo e originale. Il diritto d'autore non riguarda solo opere letterarie e artistiche, ma anche altri generi di opere creative, che appartengono alle scienze, alla musica, all'architettura, al teatro e alla cinematografia. Qual è la durata dei diritti d'autore? Per determinare la durata dei diritti d'autore per chi ha realizzato un'opera letteraria, musicale o artistica è necessaria una precisazione tra due tipi di diritti acquisiti: 1. diritti patrimoniali: sono quei diritti che comportano dei diretti vantaggi economici per l'autore (o per chi li possiede, se l'autore li ha ceduti ad altri) e consistono nel diritto di pubblicazione, diritto di riproduzione, diritto di esecuzione, rappresentazione o recitazione in pubblico, diritto di noleggio e di prestito. Sono validi per tutta la vita dell'autore e per 70 anni dopo la sua morte; 2. diritti morali: sono i diritti esclusivi che la legge riconosce all'autore nel momento della creazione (il cosiddetto diritto di paternità) e sono acquisiti in modo automatico senza alcuna procedura. I diritti morali non hanno scadenza. Non decade mai il diritto dell'autore ad essere riconosciuto come padre dell'opera. Le fotografie sono protette dal diritto d'autore? La legge italiana opera una distinzione tra le fotografie che presentano valore artistico e connotati di creatività e le fotografie semplici che sono atti meramente riproduttivi della realtà. Queste ultime godono di una tutela più limitata. Se la foto è da considerarsi artistica la tutela si estende a settant'anni dopo la morte del fotografo come per tutte le opere dell'ingegno tutelate dal diritto d'autore. Anche l'autore di una fotografia semplice gode di alcuni diritti di esclusiva per vent'anni dalla sua realizzazione. In particolare, il diritto esclusivo di riproduzione e diffusione della fotografia. A differenza delle fotografie d'autore, le fotografie semplici sono protette soltanto se riportano il nome del fotografo e l'anno di produzione della fotografia. In mancanza di tali indicazioni, il loro uso è libero. Un collezionista può utilizzare l'immagine di un'opera della sua collezione per fare un catalogo? No, a meno che non abbia il consenso scritto dall'artista. Infatti, anche se il collezionista ha acquistato l'opera, i diritti di utilizzazione economica (o diritti patrimoniali) dell'immagine restano in capo all'artista e ai suoi discendenti per i settant'anni dopo la sua morte, dopodiché cadono nel libero dominio. Nell'atto di compravendita di un'opera il collezionista può valutare l'opportunità di acquisire i diritti dell'opera per tutta la durata legale o per una porzione minore e decidere se mettere a reddito l'opera o concederla a terzi con licenze dietro il pagamento di un corrispettivo. Opere su commissione Che cos'è un'opera su commissione? Per opera su commissione si intende la realizzazione da parte dell'artista di un lavoro con indicazioni specifiche circa dimensioni, materiali e colori da parte della committenza. Chi è il committente? Per committente si intende colui che nell'ambito di un contratto di appalto, di prestazione d'opera o creazione di opera dell'ingegno commissiona il compimento di un lavoro assumendo l'obbligo del corrispettivo. La commissione di un'opera all'artista può avvenire da parte del singolo collezionista o grazie a progetti che vedono coinvolti musei, fondazioni, associazioni o aziende private. Anche la residenza d'artista può configurarsi come una committenza. L'artista viene ospitato dal committente che mette a disposizione studio, abitazione, spesso vitto, alloggio e costo dei materiali per un determinato periodo di tempo al termine del quale il committente realizza una mostra del giovane artista e 17 può, se previsto dal contratto, divenire proprietario di una o più opere. A chi spettano i diritti patrimoniali nelle opere su commissione? Al committente. In presenza di un contratto di committenza l'artista con la creazione diviene titolare dei soli diritti morali e non dei diritti patrimoniali sull'opera, la quale sorge già in proprietà del committente. Se oggetto della committenza è un lavoro che si presta ad avere più pezzi, come una scultura o una fotografia, il contratto dovrà stabilire quanti saranno di proprietà del committente e quanti dell'artista. Un altro caso in cui il diritto patrimoniale spetta a un soggetto diverso dall'autore è quello delle opere create in virtù di un rapporto di lavoro subordinato. La legge sul diritto d'autore stabilisce che il datore di lavoro è titolare del diritto esclusivo di utilizzazione economica dell'opera dell'ingegno creata dal lavoratore dipendente nell'esecuzione delle sue mansioni o su istruzioni impartite dallo stesso datore di lavoro. Questi principi si applicano a tutte le opere dell'ingegno di carattere creativo tutelate dal diritto d'autore, dalla campagna pubblicitaria all'opera d'arte figurativa fino ai progetti di architettura. Di conseguenza, in fase di negoziazione e di commissione, occorre prestare attenzione alle conseguenze sulla titolarità dei diritti d'autore che derivano dal rapporto di commissione, soprattutto se l'autore intende riservarsi alcune forme di sfruttamento dell'opera. CASO Qualora un'azienda acquistasse il lavoro di un artista da collocare in un negozio, avrebbe poi la facoltà di utilizzare l'immagine dell'opera all'interno dei suoi stores? No. Anche qualora un'azienda acquistasse un'opera da collocare nel proprio negozio non avrebbe però il diritto di riprodurla. La proprietà dell'opera da parte della società non implica il diritto di utilizzazione economica mediante riproduzione. Pertanto, se la società volesse utilizzare una fotografia dell'opera all'interno dei suoi stores, dovrebbe farsi autorizzare da artista stesso. CASO Qualora un'azienda commissionasse ad un artista la realizzazione di un'opera da collocare in un negozio, avrebbe poi la facoltà di utilizzare l'immagine dell'opera all'interno dei suoi stores? Se l'opera è stata commissionata i diritti patrimoniali spettano al committente. Pertanto, qualsiasi riproduzione dell'immagine, sia essa fotografica o di altra natura, e qualsiasi pubblicazione dell'opera da parte del committente potrà essere fatta senza il consenso dell'autore. Le immagini più note della storia dell'arte, come monumenti o opere d'arte, possono essere riprodotte a fini commerciali? Per farlo è necessaria l'autorizzazione da parte dall'ente che ha in consegna il bene dietro pagamento di un canone, altrimenti l'uso delle immagini risulta illecito. È possibile utilizzare le immagini che ritraggono il David di Michelangelo a fini commerciali? Per utilizzare le immagini che ritraggono il David di Michelangelo a fini commerciali, si dovrà chiedere l'autorizzazione alla Galleria dell'Accademia, dietro pagamento dei diritti di riproduzione. Cosa accadrebbe qualora una società dovesse utilizzare le immagini del David di Michelangelo (o altre immagini emblematiche della storia dell'arte) a fini commerciali senza esserne autorizzata? Verrebbe ordinato il ritiro immediato dal commercio e la distruzione di tutto il materiale pubblicitario che ritrae l'immagine dell'opera. Cosa sono i diritti morali dell'artista? I diritti morali sono i diritti esclusivi che la legge riconosce in favore dell'autore a tutela della sua persona, cioè il diritto di decidere se e quando esporre l'opera, di rivendicarne la paternità e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione o altra modifica e ad ogni atto a danno della stessa. Qualora un museo decida di esporre un'opera commissionata in passato ad un artista, in un nuovo spazio, completamente ristrutturato e differente rispetto a quello originario per il quale l'opera era stata pensata, potrebbero sorgere problemi riguardanti la violazione del diritto morale dell'autore dell'opera? Si. La collocazione dell'opera in un luogo diverso rispetto a quello originario per il quale l'opera era stata pensata (ad esempio in posizione periferica e marginale o esposta alle vibrazioni del traffico e allo smog che ne possono provocare il progressivo degrado) può contribuire nel suo complesso a svilire le caratteristiche ed il valore dell'opera e quindi a modificarne significativamente la percezione e il giudizio da parte del pubblico, ledendo l'onore e la reputazione dell'autore. In questo caso l’artista potrebbe lamentare la violazione del diritto morale all'integrità dell'opera, chiedendo il ripristino dell'opera nella sua condizione originale, oltre che il risarcimento del danno. Un'artista vivente può rinnegare una propria opera (ora di proprietà di un collezionista), motivando che, a seguito di un restauro non autorizzato, l'opera non possa più essere a lui riconducibile? Sì, può accadere che l'artista assuma un ruolo attivo nella protezione dei propri diritti morali disconoscendo l'opera. È consigliabile, pertanto, che il collezionista coinvolga sempre l'artista chiedendogli l'autorizzazione a restaurare un lavoro. indicando un restauratore di fiducia. In caso contra- rio l'artista potrebbe denunciare che a causa di un restauro male eseguito, l'opera non possa più essere considerata come "sua", con evidenti implicazioni sul piano economico. Prestito di un’opera Come si fa a prestare un'opera ad un museo? È necessario come prima cosa individuare il museo con il quale si intende collaborare. Poi si procederà con la stipula di un contratto di comodato. Il comodato è quel contratto con il quale una parte (il comodante) consegna all'altro (comodatario) un bene mobile o immobile perché questi se ne possa servire per un tempo o per un uso determinato con l'obbligo poi di restituirlo. Il comodato è essenzialmente gratuito ma può essere anche a titolo oneroso dietro pagamento di un canone. Il comodato è un istituto che torna utile per i prestiti a musei e istituzioni ed è anche il contratto col quale l'artista consegna gratuitamente ad una galleria d'arte alcune sue opere affinché questa se ne serva per un tempo e per un uso determinato (come l'allestimento di una mostra). Il prestito di un'opera è un contratto a pagamento? No, il contratto di prestito di opera d'arte è un contratto a titolo gratuito nella quasi totalità dei casi, stipulato fra l'organizzatore della mostra e il proprietario (e prestatore) dell'opera d'arte. Nulla esclude che possa essere previsto un corrispettivo a favore del prestatore, anche se l'ipotesi non è frequente. Che cos'è il condition report? È il documento che registra lo stato di conservazione di un'opera redatto in occasione di prestiti, movimentazioni, imballaggi, interventi di restauro o variazioni delle condizioni espositive. 20 Se un collezionista compra un'opera da un privato, l'acquisto deve essere assoggettato a IVA? Nelle compravendite tra due collezionisti privati manca il presupposto per 'assoggettamento a IVA dell'operazione, in quanto il cedente non rientra tra i soggetti che esercitano attività di impresa. L'operazione pertanto è esclusa dal campo di applicazione dell'IVA. Che documenti deve farsi rilasciare il collezionista che acquista un'opera da un privato? Ai fini della documentazione dell'operazione di vendita il privato può rilasciare una dichiarazione di cessione valida anche come ricevuta di pagamento, riportante, oltre ai dati identificativi del venditore, gli estremi dell'opera venduta con il prezzo pattuito e la seguente dicitura "cessione di bene effettuata da privato non soggetta a IVA per mancanza dei presupposti soggettivi di cui agli artt. 1 e 4 del DPR 633/1972" Se il collezionista acquista un quadro direttamente dall'artista quale aliquota IVA si applica? Per le cessioni degli oggetti d'arte effettuate dagli autori o dai loro eredi, l’IVA si applica con l'aliquota del 10%. Se la vendita è effettuata dalla galleria o da soggetti diversi dall'artista si applica 'aliquota ordinaria del 22%. Un collezionista può acquistare un'opera cedendone un'altra in pagamento? Si, l'operazione attuata consiste sostanzialmente in una permuta. Questo contratto ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose o di altri diritti, da un contraente all'altro. In pratica si tratta di due compravendite in una, dove un bene paga in tutto o in parte l'acquisto di un altro. Tali operazioni risultano abbastanza frequenti nel settore dell'arte e dei beni da collezione dove non è raro che un privato scambi un'opera d'arte o un orologio precedentemente acquistato con un altro di maggior valore. Se l'operazione viene effettuata tra una galleria e un privato la fattura verrà emessa solo dalla galleria per la propria cessione, mentre il privato emetterà una semplice dichiarazione di vendita. La base imponibile su cui applicare l'imposta è data dal valore di mercato dei quadri permutati. Per quanto riguarda i pagamenti verrà effettuata una compensazione finanziaria senza nessun esborso tra le parti se lo scambio viene effettuato tra opere di pari valore. In caso diverso il pagamento avverrà limitatamente all'eventuale conguaglio dovuto da una delle parti. Arte online Digitalizzazione, NFT, Crypto Art e nuove frontiere dell’arte. Esiste un mercato dell'arte online? Qual è la sua dimensione? Sì, il mercato dell'arte si sta progressivamente consolidando anche on-line. Secondo l'Art Market Report 2021, il valore complessivo delle transazioni d'arte sul web nel 2020 ha raggiunto circa $ 12.4 miliardi, spostando l'attenzione su tematiche come la digitalizzazione e la certificazione delle opere con tecnologia blockchain. Chi vende sul web? Possiamo dividere gli operatori sul web in tre categorie: le aste online organizzate dalle case d'aste tradizionali, i marketplace e le gallerie fisiche che hanno o si stanno dotando di un loro sito dove è possibile acquistare. Oltre a queste realtà il collezionista oggi ha anche la possibilità di comprare direttamente dall'artista facendo ricorso ai social media. Chi sono i principali operatori del mercato delle aste online? I principali operatori sono le piattaforme online come LiveAuctioneers che si occupano solo di aste online, anche proponendo in diretta streaming le aste tradizionali. LiveAuctioneers, fondato nel 2002, è stato tra i primi a innovare questo settore. Le stesse case d’asta promuovono le proprie vendite sul web con l'obiettivo di eliminare i confini geografici e fisici del mercato, consentendo ai collezionisti da ogni parte del mondo di acquistare in paesi lontani o seguire le aste anche senza partecipazione fisica. Sono inoltre di crescente successo le aste "online only" per le quali non si prevede lo svolgimento in sala delle vendite. Cosa sono i marketplace? I marketplace dell'arte sono piattaforme online che offrono opere d'arte di diverse tipologie e prezzi. Il loro scopo è quello di vendere direttamente o mettere in contatto il collezionista con gallerie, artisti o altri collezionisti. Artsy è la più famosa piattaforma sul web e attualmente detiene il maggior numero di utenti. Lanciata nel 2009 è diventata un punto di riferimento nel mondo digitale dell'arte e ha raccolto attorno a sé gallerie e fiere. Consente sia acquisti diretti che la partecipazione ad aste. Conviene comprare arte su Internet? Solitamente le opere che vengono offerte in rete hanno prezzi più bassi, ma i rischi di truffa sono più alti. Opera d’arte digitale Cos'è un'opera d'arte digitale? Si parla di arte digitale per indicare tutte quelle opere nate tramite la tecnologia digitale e destinate a essere fruite esclusivamente grazie a supporti digitali. Cosa si intende per opera d'arte digitalizzata? La digitalizzazione consiste nella trasformazione di un'immagine o, più in generale, di un'opera d'arte, in formato digitale. Dal punto di vista giuridico, il problema che si pone è quello di individuare il soggetto a cui spetta il diritto sull'opera d'arte che si intende sottoporre a tale processo. È possibile la digitalizzazione delle opere protette dal diritto d'autore? Ogniqualvolta si voglia trasformare un'opera in proprio possesso (ad esempio una fotografia) dal suo formato originario a quello digitale, si dovrà chiedere l'autorizzazione al suo autore o al soggetto che detiene i diritti d'autore. Come viene regolata la digitalizzazione dei beni culturali? La riproduzione dei beni culturali di appartenenza pubblica deve essere autorizzata dall'ente che ha in consegna il bene dietro pagamento di un canone. Poiché la digitalizzazione può considerarsi una forma di riproduzione, se si vuole utilizzare a fini commerciali l'immagine del Tondo Doni di Michelangelo, che si trova presso gli Uffizi di Firenze, si dovrà chiedere l'autorizzazione a questa istituzione. NFT Cosa sono gli NFT? Gli NFT (Non-Fungible Token) possono essere pensati come certificati di proprietà digitale che garantiscono l'autenticità, l'unicità e la non riproducibilità dell'opera al quale sono collegati. L'opera può assumere la forma di un oggetto fisico (il classico quadro) o essere una GIF, un file JPEG o Mp3 o una skin per videogiochi. Cosa acquista chi compra un NFT? Chi acquista un NFT sostanzialmente diventa titolare di uno smart contract incorporato nella blockchain che attribuisce unicità a un token, assicurandone la provenienza. Questo certificato include alcune informazioni sull'opera collegata, come il nome e la descrizione dell'opera, la firma dell'artista, ecc. Di 21 fatto gli NTF sono uno strumento che introduce il concetto di unicità nel digitale. Cos'è la blockchain? La blockchain, letteralmente catena di blocchi, è un database condiviso e immutabile. Il suo contenuto, una volta scritto, non è più modificabile né eliminabile grazie all'uso della tecnologia crittografica. Di quali diritti diventa titolare un collezionista di NFT? Con l'acquisto di un NFT si trasmette solo la proprietà del bene a cui il certificato è riferito. I diritti di utilizzazione economica, se non espressamente trasferiti, restano in capo all'autore che può inibirne qualsiasi sfruttamento non autorizzato. Chi disciplina gli scambi delle opere corredate da NFT? Le regole che sottostanno alla compravendita di opere d'arte digitali sono imposte dal gestore della piattaforma in cui avvengono le transazioni. In pratica esistono una pluralità di approcci e standard specifici di ciascuna piattaforma. Crypto arte Cos'è la Crypto arte? È arte digitale certificata da NFT e venduta tramite blockchain. La particolarità della Crypto arte è che le opere vengono pagate in criptovalute, così da poter essere inserite all'interno della blockchain che autentica la provenienza dell'opera permettendo di risalire all'autore e al proprietario del lavoro. Sia un'opera nativa digitale che un'opera d'arte digitalizzata possono essere oggetto di tokenizzazione, cioè essere inserite in un NFT, diventando così Crypto arte. Cosa è un Crypto artista? È semplicemente un artista che padroneggia e utilizza il digitale come medium espressivo. Ad esempio, può dipingere su un Ipad o scolpire in 3D. Come si stabilisce la qualità di un'opera di Crypto arte? Come si è sempre fatto per l'arte tradizionale dal Rinascimento ad oggi. La qualità di un'opera viene riconosciuta da un sistema formato da istituzioni, gallerie, collezionisti e critici. Anche nel mondo digitale il ruolo dell'artista rimane lo stesso. In che modo si fruisce la Crypto arte? Il collezionista acquista dei file che si possono fruire in diversi modi come attraverso le digital canvas, le smart TV o sul proprio device o ancora mediante gli infinite objects. Le opere sono tendenzialmente immateriali e possono essere statiche o in movimento (es. GIF e loop a tempo limitato). Dove si acquista un'opera di Crypto arte e come avvengono le transazioni? Ci sono alcuni siti e marketplace in cui è possibile acquistare arte digi- tale come Nifty Gateway, Superare, Rarible, MakersPlace, KnowOrigin, Foundation e OpenSea, che si propone come il più grande marketplace di NFT. Su altre piattaforme più selezionate, come Snark.art, insieme alle nuove proposte è possibile acquistare la Crypto arte di artisti che da tempo sono in vendita anche nel mondo reale come Kendell Geers e joana Vasconcelos. Queste piattaforme sono sia curatoriali, dove uno staff di esperti seleziona gli artisti da inserire in catalogo, che aperte e dunque accessibili a tutti. Anche le case d'aste come Christie's e Sotheby's si stanno interessando a questo segmento di mercato. Le opere si pagano in criptovalute (es. Ether e Bitcoin), ma ci sono portali che consentono anche transazioni con carta di credito. Qual è il prezzo medio di un'opera di Crypto arte? Il prezzo medio per un artista ancora poco conosciuto è di $ 1.500-2.000. Chi intende iniziare una collezione di Crypto arte dovrebbe rivolgere la propria attenzione verso i pionieri del movimento e dunque verso gli artisti che hanno iniziato nel 2018/2019, controllando la copertura mediatica che gli stessi hanno avuto negli ultimi anni. Quali sono le opere di Crypto arte più costose mai vendute? L'opera di Crypto arte più costosa, al momento della scrittura di questo libro, è The First 5000 Days di Beeple, battuta all'asta da Christie's nel 2021 per $ 69.3 milioni; seguono CryptoPunk #3100 e CryptoPunk#7804 vendute rispettivamente a $ 7.58 e $ 7.57 milioni. Chiudono la classifica altre due opere di Beeple, Crossroad e Ocean Front, che sono state vendute per $ 6.6 e $ 6 milioni. Chi sono i Crypto artisti più conosciuti e apprezzati a livello internazionale? I Crypto artisti al momento più apprezzati a livello internazionale sono il gruppo italiano Hackatao, Beeple, Pak, Larva Labs, Xcopy, Poi, Trevor Jones Art, Mad Dog Jones, Grimes, Pochissimo, Micah Johnson, José Delbo e BossLogic. Per quanto riguarda il panorama italiano si segnalano DotPigeon, Mattia Cuttini e Fabiano Speziari. Chi sono i principali collezionisti di Crypto arte? Si tratta soprattutto di giovani appassionati che si stanno avvicinando per la prima volta al mondo del collezionismo, ma che hanno una certa familiarità con il linguaggio digitale. Si pensi al record d'asta battuto da Christie's The Last 5000 Days di Beeple: l'opera partiva da un prezzo di riserva di $ 100 ed ha raggiunto la cifra di 69 milioni dopo una sfida tra 33 offerenti, provenienti da 11 paesi, di cui il 91% erano nuovi clienti della casa d'aste (tra i potenziali compratori il 58% apparteneva alla categoria dei millennials mentre il 33% erano della generazione X). Per quanto riguarda la nazionalità gli europei, soprattutto gli italiani, si stanno interessando a questo genere d'arte. Quali sono le sfide che si trova ad affrontare la Crypto arte? La Crypto arte ha ancora bisogno di sviluppare un sistema di validazione composto da musei, mostre, curatori, case d'asta e fiere per essere davvero dirompente. Il sistema che crea riconoscimento, prestigio e quindi valore non esiste ancora, il che è sia un'opportunità che una sfida per collezionisti e artisti. Che applicazioni può avere la blockchain nel mondo dell'arte? L'uso della tecnologia blockchain, applicata al settore dell'arte, permette il miglioramento di alcuni aspetti legati soprattutto al mercato e alla circolazione delle opere d'arte, dall'autenticità dell'opera alla tracciabilità e trasparenza delle transazioni, fino alle royalties per gli artisti nel mercato secondario così come l'applicazione degli NFT al settore dell'arte digitale consente di garantire l'unicità di un'opera, favorendone il collezionismo. Qual è l'impatto delle nuove tecnologie nel mercato dell'arte? Le tecnologie come la blockchain, l'intelligenza artificiale, le reti neurali, gli smart contract, la realtà virtuale e la realtà aumentata stanno rivoluzionando il mercato dell'arte, creando opere d'arte e modelli di business completamente nuovi. Queste innovazioni stanno determinando radicali cambiamenti nella fruizione di musei e collezioni private, nella digitalizzazione e archiviazione delle opere e del patrimonio artistico, nella diagnostica e nelle analisi scientifiche a supporto del restauro, nella compravendita di opere online via marketplace, siti e-commerce di gallerie o aste online. Poiché la maggior parte di queste trasformazioni è sconosciuta al mercato, stanno emergendo questioni legali completamente nuove in materia di paternità e autenticità dell'opera, regolamentazione degli scambi, vendite transfrontaliere, tracciabilità e privacy delle transazioni e uso di contratti intelligenti.