Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Il piano educativo individualizzato su base ICF, Sintesi del corso di Pedagogia

Riassunto del libro Il piano educativo individualizzato su base ICF Strumenti e prospettive per la scuola di Angelo Lascioli Luciano Pasqualotto Carocci Faber

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 14/12/2021

egle-lavinia
egle-lavinia 🇮🇹

4.2

(22)

2 documenti

1 / 35

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Il piano educativo individualizzato su base ICF e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! INTRODUZIONE Si necessita di adottare dei modelli interpretativi di inclusione che superano la visione tradizionale di orientamento “centrato sul singolo” a favore di una visione “orientata sulla comunità”. L'orientamento sul singolo tende a attivare operazioni di classificazione delle difficoltà e a richiedere interventi speciali da assegnare a risorse professionali aggiuntive, con rischiosi meccanismi di delega o addirittura di microesclusioni e microespulsioni. L'orientamento di comunità invece legge la difficoltà del singolo nel contesto di appartenenza, ne valorizza la dimensione del profilo di funzionamento e investe sulle risorse ordinarie sviluppando capacità di modifica e di utilizzo flessibile degli elementi di contesto (curricolo, spazi, tempo, materiali) nella direzione di processi di presa in carico diffusi e condivisi. Il modello di inclusione non riguarda solo l'insegnante, bensì riguarda tutto il sistema scuola che è chiamato a promuovere lo sviluppo di culture, politiche e pratiche di inclusione. Le logiche dell'inclusione non nascono per rispondere ai bisogni di una sola categoria di studenti, ma sono finalizzate a rafforzare la capacità del sistema educativo di raggiungere tutti gli studenti. 1. LA DISABILITA’: UN CONCETTO IN EVOLUZIONE Disabilità: il concetto non è ancora definito in modo univoco poichè complesso. Esiste un'immagine che soggettivamente e collettivamente abbiamo della persona con disabilità ovvero di un bambino o di una persona malata che soffre, questo ci porta ad avere vari pregiudizi che finiscono per ostacolare il lavoro e la relazione educativa, per questo è fondamentale in primis educare il proprio sguardo verso la disabilità per evitare di contaminare la relazione educativa. Si tratta di riuscire a sviluppare una postura interiore che è adeguata al ruolo di cura e di relazione educativa. L'idea che la disabilità rappresentasse un difetto di natura ha impedito lo sviluppo di una riflessione culturale e scientifica della definizione riducendola a una definizione di “scarto” della società per questo vennero emarginati. Ci fu un cambiamento di atteggiamento e pensiero a partire dalla seconda metà del 700, con l'attribuzione dell'etichetta di sauvage, varie anomalie trovarono una forma di riconoscimento socio culturale e iniziarono a rendersi visibili alla scienza e anche dal punto di vista educativo. Questo grazie al dibattito filosofico sullo stato di natura di quei tempi, in questo clima culturale vi fu iLlprimo esperimento scientifico di educazione speciale documentato da Itard che decise di provare ad educare un ragazzo selvaggio, Victor, trovato nella foresta dell'aveyron in Francia a fine 700. La sperimentazione rappresentò da un lato la possibilità di trasformare lo stato naturale allo stato civile attraverso l'educazione, dall'altro rappresentò l'embrionale sviluppo di una considerazione scientifica dei “diversi”. L'esperimento può essere considerato anche l’inizio dello sviluppo di un nuovo atteggiamento del mondo scientifico nei confronti della disabilità. Nonostante questo le persone con disabilità per tutto l‘800 erano oggetto di beneficenza e carità, allontanati e esclusi dalla società attraverso l'istituzionalizzazione e segregazione. Nel 900 inizia a instaurarsi una vera e propria concezione educativa della disabilità sotto il fenomeno di esplosione scolastica resa possibile nel secondo dopoguerra dagli ideali democratici e dalla prosperità economica. MODELLO MEDICO-INDIVIDUALE DELLA DISABILITA”: Nello sviluppo di una concettualizzazione scientifica della disabilità, medici e pedagogisti, con la loro azione contribuirono all’affermarsi di una prospettiva di cura, anche in senso educativo delle disabilità. Con il modello medico-individuale della disabilità si intende descrivere una particolare prospettiva attraverso cui guardare al significato di disabilità in cui risultano centrali | problemi di salute (malattie, menomazioni). Questo modello ha generato un modo di considerare la disabilità come un problema di salute che riguarda il singolo. Disabilità=malattia, disabile= malato da curare. La concezione medica della disabilità si fonda su un modello di individualizzazione basato sul deficit, in quanto i disabili risultano essere difettosi. La ricaduta di questa impostazione nell'azione educativa è considerare l'intervento educativo speciale volto a normalizzare la persona con disabilità, correggendo i difetti e insegnare a comportarsi come gli altri. Inoltre così come la medicina anche l'educazione speciale deve avvenire in strutture apposite , che si differenziano tra loro a seconda del tipo di disabilità da trattare, da queste basi si sviluppa la concezione segregativa dell'educazione speciale, sulla base della quale si sono sviluppate le scuole speciali. Il modello medico individuale della disabilità e la concezione segregativa interpreta l'intervento educativo con l'obiettivo di neutralizzare o contenere gli effetti negativi del IL MODELLO BIOPSICOSOCIALE E' stato adottato dall'OMS con la pubblicazione nel 2001 dell'ICF. In base all'ICF il significato di disabilità riceve una nuova concettualizzazione, il cui focus non sono nè le variabili biologiche, nè le variabili sociali, bensì l'interazione tra condizione di salute (bio) fattori personali (psico) e fattori ‘ambientali (sociali). In base all'ICF la disabilità definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, i fattori personali e ambientali. Questa prospettiva evita semplificazioni rispettando la complessità del fenomeno. Questo approccio offre una chiave di lettura dell'esperienza concreta della disabilità utili all'insegnante e all'alunno, per capire cause e condizioni attraverso una lettura integrata e sistemica. VARIABILI BIO- SALUTE: Il funzionamento e la disabilità di una persona sono concepiti come un'interazione dinamica tra le condizioni di salute e i fattori contestuali. Questa interazione può essere letta come come processo e risultato. La prevenzione della disabilità non è solo prevenire le condizioni di malattia (logica del risultato), ma riguarda soprattutto la prevenzione dei fattori che hanno consentito che da una determinata condizione di salute si generasse una determinata disabilità (logica del processo). L'evoluzione di scienza e tecnologia, da un lato ha ridotto l'impatto delle condizioni di salute sulle disabilità, dall'altro ha contribuito alla comparsa di nuove forme di disabilità dovute al miglioramento delle cure. Sono aumentate le possibilità di salvare la vita delle persone, anche se permanendo deficit. Con il protrarsi della vita si ha a che fare con un aumento della popolazione anziana con disabilità, vera sfida per il futuro. VARIABILI PSICO-PERSONALI: Per fattori personali nell'ICF si intende il background personale della vita e dell'esistenza dell'individuo e rappresentano quelle caratteristiche che non fanno parte della condizione di salute o degli stati di salute. Questi fattori comprendono il sesso, età, forma fisica, stile di vita, abitudini, educazione ricevuta ecc... Per gli insegnanti e per la costruzione del PEI su base ICF è necessario individuare quali sono le Variabili di tipo psicologico che possono modificare, migliorandolo o peggiorandolo, il funzionamento di un alunno con disabilità. lanes e Cramerotti individuano le seguenti: - Stili attributivi, atteggiamenti su di sè come persona che apprende e locus of control: modalità attraverso cui l'alunno organizza sul piano emotivo e cognitivo, le informazioni in suo possesso quando si tratta di interpretare le cause di un evento. Le scienze psicologiche hanno scoperto che ciascun individuo attribuisce la responsabilità di ciò che accade a cause che possono essere esterne o interne. Può succedere che un alunno attribuisca solo ed esclusivamente agli altri (locus of control esterno) le responsabilità dei suoi successi insuccessi. AI contrario alunno che imputa solo a sè stesso responsabilità dei successi e insuccessi (locus of control interno). Senso di autoefficacia e autostima: Sviluppare un sentimento di autoefficacia significa pensare a sè stessi come a persone che ce la possono fare, che sono capaci e competenti, connessa al sentimento di autostima. L'area del successo è solo una delle aree da cui deriva l'autostima, c'è anche l'area relazione, familiare, emozionale ecc...Avere una buona autostima non è mai l'effetto di una sola area. Emotività: Racchiude un potenziale di intelligenza, le emozioni sono un campo d'azione educativa di straordinaria potenzialità che però è trascurato e sottovalutato. L'autoconsapevolezza di queste emozioni consente di monitorare le proprie reazioni verso ciò che accade nella relazione con gli altri. Esse, possono rappresentare una risorsa o ostacolo per gli apprendimenti scolastici. Le emozioni che possono interagire negli apprendimenti sono: rabbia, paura, ansia, eccitazione, depressione, talvolta difficili da individuare. Da quì può derivare un altro problema nell'incapacità di autoregolazione che rappresenta un ostacolo in più nel lavoro educativo. Motivazione: | processi motivazionali fanno riferimento a risorse che non riguardano solo il quoziente intellettivo, in alcuni casi si sviluppano in modo indipendente. La motivazione può essere una grande risorsa per ogni alunno, al di là delle capacità intellettive che richiede attenzione educativa poichè non si sviluppa in modo spontaneo. Può succedere che gli alunni hanno già un buon livello di motivazione più spesso sono gli insegnanti che innescano processi motivazionali negli alunni. Cl sono altre aree di sviluppo personale che contribuiscono al funzionamento degli alunni con disabilità che sono quella affettiva, sessuale e identitaria che corrispondono a diritti delle persone disabili. E' necessario da un punto di vista educativo comprendere che queste dimensioni dello sviluppo personale e sociale degli alunni con disabilità non possono essere sottovalutate o ignorate dagli insegnanti. Le dimensioni dello sviluppo affettivo e sessuale assumono un ruolo fondamentale nel percorso che porta alla costruzione del senso d'identità personale. Lavorare per la promozione di percorsi identitari che rispondono a bisogni di crescita e sviluppo degli alunni con disabilità oggi è necessario. E' indispensabile che il PEI si apra al progetto di vita dell'alunno nella prospettiva di una dimensione di adultità. E' compito della scuola monitorare che gli obiettivi educativi nel PEI siano orientati verso l'autonomia e alle capacità di autodeterminazione che consentono l'accesso all'età adulta. Gli insegnanti devono pensare adulti i propri alunni. Pensare a se stessi come adulti non dipende solo dalle proprie capacità ma anche dall'azione di chi ci circonda, con il loro intervento possono favorire o ostacolare. VARIABILI SOCIALI-AMBIENTALI: | fattori ambientali costituiscono gli atteggiamenti, l'ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza, essi interagiscono con tutte le componenti del funzionamento e della disabilità. Alla base dei fattori ambientali c'è la funzione facilitante o ostacolante che il mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti può avere sulle persone. Le resistenze dell'educazione sono le difficoltà che ostacolano l'educando al raggiungimento di determinati obiettivi funzionali al suo sviluppo. Larocca individua due differenti tipi di handicap: connaturato e indotto. Connaturato: forme e modi con cui le difficoltà del deficit interferiscono sui processi di sviluppo umano. Indotto: anche in assenza di deficit, forme e modi con cui anche il contesto di vita, come qualità delle relazioni tra educando e ambiente, può incidere negativamente sullo sviluppo umano generando condizioni di disabilità. Una variabile sociale di tipo ambientale può risultare decisiva per migliorare il funzionamento di un alunno con disabilità. Le difficoltà dell'alunno non sono dovute solo dalle sue specifiche incapacità ma che esse dipendono anche dai fattori ambientali, la ricerca ha dimostrato che che isolare un problema da un contesto non favorisce una reale comprensione e non ne facilita la soluzione. Le scoperte di Bronfenbrenner sull’ Approccio ecologico e gli scritti di Lewin sulla teoria del campo dimostrano che l'interazione individuo-ambiente influenza il funzionamento umano. L’approccio ecologico, afferma che non è possibile comprendere a pieno un problema del comportamento umano se non sono chiare le variabili ambientali da cui si genera e a cui risponde quel determinato comportamento. Secondo il documento L'integrazione dei disabili in Europa, esistono diverse forme e modalità per rispondere al diritto all'istruzione degli studenti con disabilità. Ciò che caratterizza il [MGAEoranist zione italiano è l'approccio [Mmiamezionale, tipico di un sistema scolastico unificato, in base al quale quasi tutti gli studenti con o senza disabilità, accedono alle scuole ordinarie. Con la legge 517/1977 si ebbe la definitiva conversione del sistema scolastico italiano verso il modello unidirezionale. Questo modello raggiunge la sua piena maturità grazie alla legge 104 del 1992. | nuclei essenziali della Walitalianalalimtegrazione sono riassumibili in 3 elementi: 1. certificazione di handicap 2. insegnante specializzato per il sostegno degli alunni disabili 3. PEI Prima di queste riforme c'era una concezione segregativa di educazione speciale, si fondava sull'idea che per rispondere ai bisogni educativi e d'istruzione bisognasse allestire ambienti dedicati per rispondere in modo speciale alle loro condizioni di disabilità. Da qui nacquero le scuole speciali all'interno operavano figure esperte di bisogni speciali tipici. Quindi nacquero scuole per sordi, ciechi ecc... In questa concezione di educazione speciale l'enfasi era posto sulla condizione di salute a scapito dei fattori personali e ambientali (bisogno di socializzazione). Per la nuova legge sull’integrazione si dovette premere sul dato che l'azione educativa speciale non risponde solo ai problemi di salute. Grazie ai movimenti culturali e politici degli anni 60 e alle famiglie di persone disabili, spinsero a superare la concezione segregativa, evidenziando le responsabilità sociali, condizioni di emarginazione vissute dalle persone con disabilità e gli effetti negativi del loro isolamento. Nella EGneezione integrativa si fa strada la convinzione che le disabilità non derivino solo da aspetti di salute ma anche da processi di discriminazione sociale. L'enfasi di questa concezione è sulle responsabilità della scuola e della società di eliminare le barriere che non permettono a coloro che vivono una condizione di disabilità il pieno godimento dei propri diritti d'istruzione e di cittadinanza. Alla scuola e alla società spetta il compito di allestire un sistema di integrazione che superi ogni discriminazione basata sulla disabilità , adottando un criterio di discriminazione positiva, che si qualifica come diritto all'ugaglianza e alla diversità. [integrazione è un processo attivo che mira a garantire agli alunni con disabilità un percorso scolastico di reale ed effettiva partecipazione e apprendimento. Il successo dell'azione educativa e didattica richiede la costruzione di alleanze sia interistituzionali che intraistituzionali come sancito nella legge 104 e 226. Le classificazioni dell'OMS e il loro influsso sulla normativa scolastica in materia di integrazione Le classificazioni internazionali dell'OMS si suddividono in 2 raggruppamenti: 1. La classificazione ICD (intemational statistical classification of diseases and related health problems), il suo scopo è fornire una descrizione del processo della eziologia (scienza studia cause di un fenomeno) delle malattie attraverso un linguaggio comune che consente agli operatori sanitari di condividere informazioni sanitarie in tutto il mond. 2. Le classificazioni ICIDH e ICF il cui scopo è fornire una valutazione dell'impatto delle condizioni di salute sul funzionamento globale delle persone. Di questo gruppo fanno parte queste classificazioni: - ICIDH classificazione internazionale delle menomazioni delle disabilità e degli handicap 1980 - ICF 2001 Dal 2001 il riferimento non è più ICIDH ma ICF. Non si è trattato di un cambiamento che ha riguardato solo il linguaggio, ma anche il modo di concepire la disabilità in relazione agli stati di salute. L'ICF non è più una classificazione delle conseguenze delle malattie, come era l’ICIDH 1980, ma è una classificazione delle componenti della salute. L’influenza dell’ICIDH sulla normativa per l'integrazione scolastica L'influenza dell'ICIDH è evidente sulla legge 104/1992. Oltre alla distinzione tra menomazione, disabilità, handicap, rimane invariata anche la logica di fondo della legge 104 ovvero il processo di causazione di tipo unilineare che caratterizza il percorso in base al quale da una menomazione si genera una condizione di disabilità e da essa una condizione di handicap. Questo modo di concepire disabilità e handicap ha fortemente influenzato il funzionamento del modello dell'integrazione scolastica. Es: idea diffusa che le difficoltà scolastiche degli studenti con disabilità dipendono dalle loro caratteristiche individuali piuttosto che da limiti presenti nei contesti. La concezione integrativa finisce per ignorare quelle diversità che vorrebbero invece proteggere per la rigidità del sistema e delle sue spinte assimilazioniste. L’introduzione della logica ICF nella normativa dell’integrazione L'ICF rappresenta un fattore di grande novità e trasformazione poichè rivoluziona il modo di concepire la disabilità. Gli elementi fondamentali dell’ICF sono: 1. è modello descrittivo del funzionamento umano non solo della disabilità, l'ICF sposta il focus dalle disabilità degli alunni all'osservazione dei loro modi di funzionare nel contesto scolastico, i loro comportamenti adattivi e interazioni con il contesto. 2. E' un modello universale che non si rivolge ad una categoria di persone ma rinvia ad una più ampia concezione di bisogno educativo speciale secondo una prospettiva biopsicosociale. 3.L'ICF sposta il focus sulle disabilità dalle condizioni di salute all'interazione individuo ambiente significativo per il processo d'integrazione. 4. Riequilibra il ruolo assegnato ai fattori contestuali rispetto alle condizioni di salute riconoscendo il medesimo valore nel determinare la condizione di disabilità. 5. Guarda alla persona e al suo funzionamento in stretta relazione al contesto in cui vive , valorizzando gli aspetti culturali e ambientali. La ricaduta di questi elementi di novità dell'ICF sulla legislazione è stata notevole, gli aspetti più significativi: 1. Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità (2009, primo riferimento importante per la normativa sull'integrazione dopo promulgazione ICF). 2. La classificazione ICF è richiamata anche nella Direttiva ministeriale sui BES del 2012 dal titolo Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica. E' rilevante anche l'apporto sul piano culturale del modello ICF dell'OMS, che considera la persona nella sua totalità in una prospettiva bio-psico-sociale. 3. Legge 107/2015 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti, sulla Buona scuola vi è un riferimento all’ICF. Osserva Dovigo che a differenza dell'integrazione il principio di inclusione non fissa dei parametri rispetto a un particolare tipo di presunta disabilità ma riguarda una filosofia dell'accettazione ovvero la capacità di fornire una cornice dentro cui gli alunni a prescindere da abilità genere linguaggio, etnia, possono essere ugualmente valorizzati trattati con rispetto e forniti di uguali opportunità a scuola. Il senso profondo della differenza tra integrazione e inclusione emerge dal rapporto dell'agenzia europea per i bisogni educativi speciali intitolato 5 messaggi chiave per l'educazione inclusiva 2014, si chiarisce che il raggio d'azione della scuola inclusiva non solo crea la condizione affinchè gli alunni con esigenze particolari non si sentano esclusi , ma si realizza pienamente nella costruzione di un contesto educativo di qualità. AI suo interno tutti gli alunni possono apprendere al meglio. La concezione inclusiva dell'educazione speciale - Rapporto Warnock - MIUR 2012 dal titolo Strumenti d'intervento per alunni con bes e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica. La concezione inclusiva dell'educazione si comprende meglio se riferita non solo agli alunni con disabilità ma a tutti i BES. Questi non vengono più interpretati come problema in capo al singolo ma come problema del contesto educativo. La ricerca pedagogico speciale ha infatti come obiettivo quello di promuovere una scuola delle differenze. Il documento per comprendere l'evoluzione concettuale del significato di BES è il Rapporto Warnock 1978, nel quale il termine BES compare per la prima volta per indicare un nuovo processo di classificazione degli alunni con difficoltà di apprendimento, sostituendo l'espressione handiccaped students con quella meno stigmatizzante di students with special educational needs. Secondo quanto riportato dal rapporto la nuova terminologia intendeva sottolineare non la condizione clinica dell'alunno bensì la necessità di supporti aggiuntivi da parte delle strutture in cui egli era presente. Questo cambiamento concettuale è stato poi adottato dall'UNESCO nell'International standard classification of education. In italia il significato di educazione speciale è tutt'ora influenzato da una visione medico individuale dei BES che si trova sia nella concezione segregativa che nella concezione integrativa dell'educazione speciale. | motivi sono culturali, storici (dovuti dalle scuole speciali). Questa impostazione di pensiero ha potuto essere messa in discussione solo grazie ai cambiamenti sociali e politici che consentirono alle persone con disabilità di uscire dalle scuole speciali. Da qui la maturazione della consapevolezza che i bisogni delle persone con disabilità non sono solo speciali, ma sono normali, ovvero uguali a quelli che caratterizzano la vita di coloro che non hanno disabilità: avere amici, studiare lavorare essere indipendenti amare. Nella scuola di tutti si è palesato il dato che gli alunni con d. non hanno solo dei bisogni speciali ma hanno perlopiù bisogni che hanno altri alunni cosidetti normali. Anche gli alunni che non hanno disabilità possono avere bisogni educativi speciali. Questa consapevolezza è presente anche nella normativa in materia di BES, il riferimento fondamentale è la direttiva del MIUR 2012 dal titolo Strumenti d'intervento per alunni con bes e organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica. Emerge che in ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per varie ragioni: svantaggio socio culturale, disturbi dell'apprendimento, non conoscenza della cultura e della lingua. Oggi quindi abbiamo un nuovo modo di interpretare i BES, come qualcosa che può succedere ad ogni alunno per vari motivi che possono incidere sul suo funzionamento scolastico. In questo nuovo modo di interpretare i BES diventa fondamentale l'utilizzo dell'ICF in quanto strumento per eccellenza attraverso cui analizzare e interpretare un problema di funzionamento. Per comprendere cosa significa analizzare i BES tramite ICF lanes fa riferimento al modello biopsicosociale: ci sono BES che si generano per condizioni fisiche, dalle attività personali (disturbi apprendimento) , partecipazione sociali, fattori contestuali ambientali (barriere architettoniche, pregiudizi, famiglie iperprotettive) fattori contestuali personali (bassa autostima). Dal concetto di BES emerge una concezione inclusiva dell'educazione speciale, in questi punti: - alunni con BES pone un problema di non discriminazione, bisogna evitare qualsiasi forma di etichettamento degli alunni, allo scopo di evitare qualsiasi forma di esclusione. - presenza di condizioni di BES significa saper intervenire sui contesti di apprendimento apportando in essi le modifiche necessarie affinchè ogni studente possa sperimentare un buon funzionamento negli apprendimenti - Concepire in forme flessibili la didattica, secondo i principi della differenziazione dell’individualizzazione e della personalizzazione con l'obiettivo di garantire a tutti gli alunni le condizioni per poter sperimentare il proprio successo scolastico. Secondo Pavone concepire l'educazione speciale secondo le logiche inclusive bisogna transitare dall'idea di una scuola che incarna un sistema duale unificato (no interazione allievo in difficoltà tra programma didattico classe) all'idea di una scuola a sistema unico. Questo comporta a una rivisitazione del significato di didattica speciale in una direzione inclusiva. Bisogna iniziare a pensare alla didattica speciale non solo come ricerca orientata all'individuazione delle strategie da mettere in campo per soddisfare le esigenze di particolari allievi, ma anche orientata all'ambiente, al clima, alle strategie collaborative, all'impegno funzionale delle tecnologie. Ripensare l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità in termini inclusivi alla luce della legge 66/2017 Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità Negli articoli emerge che l'inclusione riguarda tutti gli alunni senza alcuna distinzione, ma ne orienta l'applicazione solo ed esclusivamente nella direzione di rispondere ai bisogni educativi speciali degli studenti con disabilità. Questa interpretazione del concetto di inclusione è un ulteriore esempio di come l'esperienza dell'integrazione rappresenta un ostacolo nella direzione della piena acquisizione del suo significato, con la conseguenza che nel sistema scolastico italiano si sta sviluppando un modello ibrido di inclusione. La logica attraverso cui perseguire il valore dell'accessibilità nel contesto dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità è suggerita nell.art2 della convenzione dell'ONU, quando si descrive il significato di accomodamento ragionevole e di progettazione universale. Accomodamento ragionevole: modifiche necessarie per assicurare a persone con disabilità il godimento e l'esercizio su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e libertà fondamentali. Progettazione universale: di prodotti, ambienti, servizi utilizzabili da tutte le persone senza bisogno di adattamenti o di progettazioni specializzate. Si tratta di mettere a disposizione delle persone con disabilità forme accessibili per il pubblico. Grazie all'ICF è possibile indagare in modo rigoroso i problemi di comportamento, definiti oggetto di valutazione formale, chiarendo se riguardano le relazioni, il modo di affrontare il lavoro scolastico, la comunicazione con gli altri. Il ruolo del contesto ICF ascrive tra i fattori contestuali quelli personali e ambientali.\| fattori personali comprendo l'età, genere, fattori economici, educazione ricevuta motivazione. Rappresentano il background dell'individuo e possono avere una grande influenza sul funzionamento o sulla condizione di disabilità. L'OMS ha individuato 5 categorie di fattori ambientali codificati nell'ICF con lettera E. - prodotti e tecnologia - ambiente naturale e cambiamenti effettuati dall'uomo - relazioni e sostegno sociale - atteggiamenti - servizi sistemi e politiche | fattori ambientali di ciascuno punto possono essere valutati come facilitatori o barriere rispetto alle singole attività del soggetto in esame. Le Capacità sono rappresentabili come potenziale, le azioni che un soggetto potrebbe svolgere in un ambiente neutro ovvero che non aiuta e non ostacola. Quanto egli riesce a fare concretamente nei contesti di vita quotidiana dipende dalle sue capacità e dai fattori contestuali che hanno il potere di deprimere l'espressione di una certa capacità (barriere) oppure di enfatizzarla attraverso uno o più facilitatori. Anche nelle disabilità complesse, la condizione di gravità non è mai stabile e definitiva perchè essa dipende dal tipo di interazione tra la persona e il contesto in cui vive: un ambiente inclusivo privo di barriere fisiche e mentali dotato degli ausili necessari, è in grado di migliorare le performance di un soggetto oltre i limiti imposti alle capacità dalle menomazioni del corpo. Il modello di disabilità proposto dall'OMS non è solo multidimensionale ma anche multidisciplinare. Nell'ICF i fattori personali vengono accostati ai fattori ambientali perchè possono costituire una facilitazione o una barriera nello svolgimento di una specifica attività. es: bambino timido. Tuttavia, l'autostima, la motivazione, il carattere, non possono essere utilizzati per interpretare ogni comportamento problematico. Le potenzialità applicative dell’ICF Essere disabile non dipende unicamente da limitazioni soggettive ma dall'interazione tra le condizioni personali e l'ambiente in cui si vive. Per questo è verosimile che ciascuno di noi sperimenti nel corso della propria vita una condizione di disabilità. | fattori ambientali sono in grado di marcare questa differenza, di rendere meno limitante l'azione della componente biologica, oppure di enfatizzarla. Questa possibilità l'OMS la definisce funzionamento. Il contrario della disabilità non è la perfetta salute o guarigione, ma la possibilità di fare come gli altri e con gli altri (attività e partecipazione). 5. IL PROFILO DI FUNZIONAMENTO Con la legge 66/2017 l'ICF entra formalmente e in modo obbligatorio nelle procedure relative alla frequenza degli alunni con disabilità. La legge 66/2017 prescrive le Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Questa legge corregge la parte che riguarda la certificazione della disabilità, si introduce un profilo di funzionamento secondo i criteri del modello biopsicosociale, dell’ICF adottato dall'OMS, allo scopo di formulare un progetto individuale per la predisposizione del PEI. La valutazione del profilo di funzionamento viene redatta da tutti gli attori, non solo l'ASL, unità di valutazione multidisciplinare composta da figure sanitarie e sociali, ma anche genitori e scuola attraverso un proprio rappresentante. La valutazione del funzionamento su base ICF permette un monitoraggio in itinere e una valutazione degli obiettivi educativi del PEI alla conclusione di ogni anno scolastico. comma 2, il PEI individua strumenti, strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione della socializzazione comunicazione interazione autonomie. Queste aree sostituiscono quelle tradizionali della diagnosi funzionale/profilo dinamico funzionale: cognitiva, affettivo-relazionale, linguistica sensoriale, neuropsicologica. La profilazione ICF di un alunno avviene necessariamente a seguito di una valutazione delle diverse componenti del funzionamento secondo il modello biopsicosociale dell'ICF. Il questionario ICF scuola La sperimentazione dell'ICF a scuola è stata incoraggiata dal MIUR tra il 2007 e 2009 con il progetto | CARE: imparare comunicare agire in una rete educativa e successivamente nel 2011 con il progetto ICF: Dal modello ICF dell'OMS alla progettazione per l'inclusione. Tutti gli strumenti di valutazione su base ICF sono di tipo qualitativo e possono essere utilizzati per guidare un'osservazione sistemica, per intervistare il soggetto, i familiari e altre figure significative. Le differenze tra uno strumento e un altro riguardano 3 aspetti: 1. le componenti dell'ICF vengono considerate: strutture e funzioni del corpo sono di pertinenza sanitaria, attività e partecipazione e fattori ambientali di interesse più educativo. Per una corretta comprensione del funzionamento di un alunno, nessun aspetto deve essere trascurato. 2. il numero degli item: avere uno strumento con tanti codici dell’ICF rende più articolata la valutazione ma più impegnativo l'utilizzo 3. le modalità di esprimere le valutazioni sui singoli item: una delle difficoltà dell'ICF è l'impiego di qualificatori forniti dall'OMS e non è raro trovare codifiche semplificate che rischiano di compromettere la validità del modello Questionario ICF: Raccoglie una selezione di item di attività e partecipazione ritenuti necessari per valutare i bambini, ragazzi, adolescenti fino all'assolvimento dell'obbligo formativo. Il questionario si compone di 56 item relativi a 9 aree di attività e partecipazione; pertanto ci sono domande che riguardano anche la vita degli alunni al di fuori della scuola. La difficoltà di osservare perfettamente le performance in tutte le aree di vita spinge gli insegnanti verso una conoscenza più completa del soggetto in prospettiva di un progetto di vita. Quando non è possibile attribuire un qualificatore a seguito di osservazione diretta si possono cercare informazioni presso familiari dell'alunno o altri operatori del territorio. Per ogni dominio di attività e partecipazione sono stati individuati i fattori ambientali FA più ricorrenti. L’attribuzione dei qualificatori Il questionario ICF richiede la valutazione distinta delle performance PF, delle capacità CAP, e dei fattori ambientali FA. - propedeuticità al PEI, il PDF dovrebbe permettere di cogliere i bisogni in modo tale da poter definire gli obiettivi educativi più significativi per l'alunno e la sua famiglia - l'orientamento dell'evidence base education che riguarda la necessità di compiere scelte educative appropriate ed efficaci e di poterne valutare gli esiti a distanza di tempo, è necessario un approccio coerente del progetto, dalla valutazione dei bisogni alla definizione degli obiettivi educativi - essere uno strumento ricorrente di lavoro per gli insegnanti -_ Il fatto che sintetizza diversi punti dell'ICF: quelli della scuola, dei sanitari dell'unità di valutazione dell'ASL, della famiglia. L'elaborazione elettronica del PDF produce 3 indicatori che riassumono il livello complessivo di funzionamento, il livello di inclusione dell'alunno e la rete di sostegno sociale attiva nei suoi confronti. La generazione automatica del profilo di funzionamento Con il questionario ICF scuola gli insegnanti raccolgono una serie di osservazioni dell'alunno che generano automaticamente un profilo di funzionamento attraverso un'applicazione informatica. L'elaborazione dei dati osservativi mette in evidenza le attività in cui le PF del soggetto sono carenti attraverso i colori utilizzati nel triage ospedaliero. L'elaborazione automatica delle osservazioni fa risaltare anche le attività in cui la PF è adeguata ma grazie al forte supporto sul piano assistenziale a fronte di un CAP assente o molto ridotta. L'intervento sui FA si disegna in 3 direzioni fondamentali: 1. rimozione delle barriere presenti, che ostacolano l'espressione delle CAP dell'alunno 2. rimodulazione e potenziamento dei facilitatori già presenti 3. introduzione mirata e creativa di nuovi facilitatori A differenza del questionario ICF-scuola nel profilo è possibile inserire anche una valutazione delle funzioni e strutture del corpo che risultano compromesse, che possono essere ricavate dalla documentazione sanitaria dell'alunno, dal colloquio con i genitori. Indicatori di inclusione e di funzionamento: un approccio evidence based nel contesto scolastico L'educazione basata sull'evidenza EBE indica la necessità di orientare le scelte operative sulla base di elementi che non abbiano come unico riferimento le valutazioni degli insegnanti o educatore. Lo sforzo è di superare l'autoreferenzialità che da sempre caratterizza l'ambito pedagogico. Nel campo della pedagogia speciale risulta urgente definire modalità concrete in grado di produrre inclusione reale al di là delle enunciazioni di principio e della buona volontà degli operatori. Dall'elaborazione dei dati osservativi ci è possibile estrarre 3 indicatori generali sulla situazione dell'alunno: 1. il livello complessivo di funzionamento 2. l'indice di inclusione 3. indice di sostegno sociale Rappresentano un punto di partenza all'inizio della scuola e un punto di arrivo complessivo alla sua conclusione. Dai valori registrati emerge un'evidenza l'extra scuola è parte determinante del funzionamento generale. 6. COSTRUIRE IL PEI SU BASE ICF Il PEI secondo la legge 66/2017 Specifica che il PEI è elaborato e approvato dai docenti contitolari (scuola dell'infanzia e primaria) o dal consiglio di classe (scuola secondaria) con la partecipazione dei genitori o dei soggetti che ne esercitano la responsabilità. E' prevista anche la partecipazione di figure professionali specifiche interne ed esterne all'istituzione scolastica (logopedisti) che interagiscono con l'alunno. L'articolo prescrive che il PEI tenga conto della certificazione di disabilità e del profilo di funzionamento. L'indicazione che il PEI, sensibile al modello ICF individua strumenti strategie e modalità per realizzare un ambiente di apprendimento per far crescere l'alunno nelle dimensioni della relazione, socializzazione, comunicazione, interazione, orientamento e autonomie. Gli altri articoli dispongono che il PEI sia redatto all'inizio di ogni anno scolastico, aggiornato in presenza di nuove condizioni di funzionamento, soggetto a verifiche periodiche nel corso dell'anno scolastico al fine di accertare il raggiungimento degli obiettivi e apportare eventuali modifiche e integrazioni. Funzioni del PEI e criteri di qualità - strumento di conoscenza dell'alunno, delle sue potenzialità e dei suoi bisogni, del suo contesto di vita - traccia concreta di un percorso educativo e didattico a uso di tutti gli insegnanti - documento formale che impegna tutti gli attori: insegnanti, famiglia, servizi pubblici, specialisti privati - documento che garantisce la continuità negli avvicendamenti degli insegnanti e nei passaggi di scuola - strumento che sostiene l'inclusione dell'alunno - strumento che permette di monitorare l'evoluzione nel tempo e la verifica degli obiettivi in esso prefissati Criteri di qualità: un PEI ben fatto deve contenere una descrizione dettagliata della situazione dello studente con disabilità, con descrizione dei suoi bisogni e dei suoi punti di forza. Per essere il più possibile completa è necessario coinvolgere nella stesura i colleghi, i familiari gli specialisti. Nel PEI si dovrebbero indicare le modalità organizzative, le strategie, le risorse e gli strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi e favorire l'inclusione. E' importante che siano previste verifiche periodiche, in modo da modificare la pianificazione se necessario (flessibilità del PEI). Il piano educativo individualizzato PEI su base ICF 1. La prima parte del PEI è dedicata alla conoscenza dell'alunno e del contesto che lo circonda. Sono raccolte informazioni relative al curriculum scolastico, alle caratteristiche di personalità, ai suoi interessi, alle problematiche di salute. Riguardo al contesto oltre la famiglia, si prende in considerazione la scuola, la classe in cui è inserito, la presenza degli operatori di supporto educativo/assistenziale. E' opportuno raccogliere informazioni anche sul contesto sociale di appartenenza. 2. Gli obiettivi educativi: La seconda parte del documento riguarda la definizione degli obiettivi educativi. Bisogna cogliere quegli elementi di criticità che evidenziano i bisogni educativi dell'alunno. Gli obiettivi vanno indirizzati prioritariamente agli aspetti critici se vogliamo contribuire a migliorare il funzionamento dell'alunno contrastando gli effetti negativi delle menomazioni sulla qualità complessiva della sua vita. Si tratta di definire due o tre obiettivi, ovvero i miglioramenti che si prefigge di raggiungere attraverso le attività scolastiche e la collaborazione dei genitori e di altri eventuali operatori esterni. Va indicata una scadenza, cioè il tempo entro cui ci si impegna a raggiungerlo. Es: se scriviamo per l'alunno: “migliora le relazioni con i compagni di classe”, si può scrivere collabora attivamente nei lavori di gruppo, accetta l’aiuto dei compagni. Bisogna predisporre una raccolta di dati quantitativi o qualitativi da confrontare con il dato atteso indicato nel PEI. Richiamando il modello del funzionamento proposto dell'ICF i miglioramenti sul piano educativo possono avvenire per l'apprendimento o sviluppo di capacità e o attraverso l'incremento delle performance che si ottiene intervenendo sui fattori ambientali e Queste situazioni danno una responsabilità alla scuola, il cui compito istituzionale è intervenire per rendere quanto più accessibili e adattati gli ambienti di apprendimento al fine di garantire il diritto allo studio di promuovere il successo formativo. Quindi è importante distinguere le capacità dalle performance e i fattori contestuali che la influenzano. Una volta guadagna questa distinzione è possibile per l'insegnante operare ulteriori approfondimenti. Lavorare a scuola sulle capacità Il modello del funzionamento che l'ICF mette in discussione è la credenza che quando una capacità è assente o deficitaria non si possa fare nulla. Ragionando in questo modo si finisce per negare la funzione abilitativa che può avere l'intervento educativo e didattico. Abilitare (Scaffolding) (rendere abile, rendere capace) è un termine importante per l'educazione, significa creare le condizioni per lo sviluppo di una determinata capacità, quando vi sono i potenziali nelle funzioni e nelle strutture del corpo. Ci sono alunni che non hanno sviluppato determinate abilità semplicemente perchè nessuno gliele ha fatte apprendere o pur provandoci non ha individuato le strategie efficaci. Per sviluppare capacità nelle dimensioni della vita quotidiana (partecipazione sociale, vita domestica, autonomia della cura di sè) è necessario e opportuno il coinvolgimento della famiglia e di altre figure professionali. Nessuna condizione di disabilità è così complessa da sollevare la scuola dall'assumere un ruolo attivo nello sviluppo e nella promozione di nuove capacità nei propri alunni. Criticità: La ricerca educativa e didattica oggi ha reso accessibile per i docenti che lavoro con le disabilità un'ampia possibilità di sperimentare metodologie e strumenti di intervento innovativi. Il problema non consiste nella carenza di mezzi ma nell'atteggiamento di autolimitazione degli insegnanti e della scuola, nonchè nell'azione di delega che spesso ne consegue. Nell'ICF abilitare non è sinonimo di supportare. Il percorso che porta verso l'acquisizione di una capacità richiede un accompagnamento, che si può concretizzare in un'azione di scaffolding prolungata nel tempo. Per capire come operare sulle capacità potenziali, bisogna fare riferimento a Vygotskij, in quanto il guadagno di una nuova capacità è possibile attraverso un processo: il passaggio dalla fase della zona di sviluppo attuale stadio in cui si trova il bambino prima di avere acquisito la nuova capacità, e che descrive le capacità che sono già in suo possesso, alla fase della zona di sviluppo prossimale, in cui il bambino pur non avendo completato il processo di apprendimento riesce comunque a fare esperienza della nuova capacità grazie al supporto che riceve dall'insegnante. E' come quando si sta insegnando a contare e si conta con lui per aiutarlo a non saltare i numeri. La zona di sviluppo prossimale rappresenta un'area di apprendimento di una nuova capacità, su cui si sta operando con un'azione di rinforzo delle capacità già in possesso del bambino affinchè risultino funzionali allo sviluppo di quella determinata capacità. Il sostegno dell'insegnante deve gradualmente ridursi, fino a scomparire, quanto più l'alunno diventa capace. A quel punto la capacità appresa entra a fare parte della sonza di sviluppo attuale che risulta potenziata dalla nuova acquisizione. Può succedere che l'alunno non diventi capace nonostante l'azione di scaffolding dell'insegnante. In questi casi le strategie d'azione da intraprendere sono due: 1. trasformazione l'azione di scaffolding in qualcosa di permanente, offrendo all'alunno il supporto di cui ha bisogno per poter utilizzare la nuova capacità. In questo caso l'insegnante si orienta a sostenere le performance. 2. verificare la possibilità di mettere in atto un'azione abilitante più mirata, volta a stimolare le funzioni implicate nello sviluppo di quella determinata capacità. Mettere in atto un'azione abilitante o riabilitante a scuola rinvia, a queste due importanti strategie d'azione: 1. individuare e offrire all'alunno i supporti necessari allo sviluppo delle sue capacità, attraverso scaffolding mirate a promuoverle così da aumentare la zona di sviluppo attuale 2. impostare un lavoro educativo-didattico mirato a rinforzare o promuovere lo sviluppo delle competenze funzionali implicate nell'apprendimento delle capacità che l'alunno con d. non riesce ad apprendere. Lavorare a scuola sulle performance Favorire le performance dell'alunno con disabilità è un'azione che richiede un'attenta valutazione delle componenti del suo funzionamento, ovvero un lavoro interpretativo delle cause-condizioni che intervengono sulle sue difficoltà. L'alunno con disabilità ha il diritto di apprendere e di fruire dei contenuti e degli ambienti di apprendimento secondo modalità a lui accessibili e adattate. Le istituzioni educative devono offrire a ciascuno le pari opportunità sancite dalla costituzione. La scuola e gli insegnanti hanno precise responsabilità rispetto ai processi di sviluppo degli alunni con disabilità. Precise indicazioni sono presenti nella Convenzione delle nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità. In questo caso non si tratta di intervenire sulle capacità in ottica abilitativa ma di promuovere tutti i cambiamenti necessari riguardanti i contesti scolastici frequentati dagli alunni con disabilità con l'obiettivo di renderli a loro accessibili e di favorire la partecipazione, evitando di far loro sperimentare difficoltà direttamente derivanti dalle loro menomazioni e rispetto alle quali, in assenza di specifici interventi, si creerebbero condizioni di svantaggio , di disuguaglianza e possibile esclusione. Una riflessione sulla progettazione educativa e didattica e sulle responsabilità degli insegnanti: - innanzitutto bisogna far comprendere agli insegnanti, che la loro azione didattica e progettuale non si può limitare agli interventi sui contenuti degli apprendimenti ma riguarda anche i contesti. Gli apprendimento sono sempre mediati dal contesto e non dipendono dalla sola azione dell'insegnante. Per l'insegnante di sostegno è necessario che sappia mettere in atto un'azione educativo-didattica personalizzata quando si tratta di far acquisire/sviluppare all'alunno con disabilità determinate capacità, che sappia al contempo operare sull'ambiente con l'obiettivo di migliorare le performance del bambino. L'insegnante di sostegno deve sapersi proiettare al di là di una relazione duale tra lui e il suo alunno per sperimentare percorsi innovativi, organizzazione degli spazi ecc... Il beneficio di questo intervento non riguarda solo gli alunni con disabilità, ma appare essere l'unica risposta possibile e sostenibile dal sistema scuola rispetto l'aumento di alunni che presentano condizioni di bisogno educativo speciale nelle classi. - il secondo scenario rimanda allo sviluppo di nuove competenze da parte del docente di tipo osservativo prima che progettuale, mirate a rilevare i problemi che gli alunni sperimentano nel contesto scolastico. Questo per individuare le difficoltà presenti e le modalità attraverso cui superarle per promuovere gli apprendimenti degli alunni con o senza disabilità. Per tutto questo non basta l'impegno di un insegnante, i cambiamenti sono possibili attraverso un'azione di sistema in grado di coinvolgere tutto il personale della scuola a partire dalla dirigenza. In questa azione di abilitazione dei contesti va compresa anche l'azione sui fattori personali degli alunni con disabilità, motivazione e autostima, elementi che condizionano le performance scolastiche. Per questo può risultare utile all'insegnante adottare un modello interpretativo globale dell'alunno, collegando fra loro tutte le informazioni che possono essere raccolte attraverso il profilo di funzionamento.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved