Scarica indicazioni nazionali e linee guida scuola secondaria di II grado e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! INDICAZIONI NAZIONALI - LINEE GUIDA PER Il SECONDO ORDINE DI ISTRUZIONE Secondo Ciclo - Scuola secondaria di secondo grado DL 226/2005 Norme generali e livelli essenziali delle prestazioni relativi al secondo ciclo DEFINISCE IL PECUP - Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione Finalità del secondo ciclo: a) la crescita educativa, culturale e professionale dei giovani, per trasformare la molteplicità dei saperi in un sapere unitario dotato di senso; allo stesso modo, per trasformare le prestazioni professionali in competenze - termine con il quale si indica l’impiego consapevole e creativo di conoscenze organicamente strutturate e di abilità riferibili a uno specifico campo professionale. L’istruzione di configura come l’incontro fra un patrimonio di conoscenze e di abilità e l’autonoma elaborazione che ogni giovane è chiamato a dare per la propria realizzazione e per il progresso materiale e spirituale della società. b) lo sviluppo dell’autonoma capacità di giudizi che si concretizza in metodo di studio, spirito di esplorazione e di indagine, capacità intuitiva, procedimenti argomentativi e dimostrativi, elaborazione di progetti e risoluzione di problemi, che, nella loro complessità, rifuggono da riduzionismi. c) l’esercizio della responsabilità personale e sociale pone lo studente nella condizione di decidere consapevolmente le proprie azioni in rapporto a sé e al mondo civile Ne viene fuori il profilo di uno studente autonomo costruttore di sé stesso in tutti i campi della esperienza umana, sociale e professionale. L’acquisizione di queste altresì la condizione per la sua educazione permanente perché assicurano gli strumenti intellettuali, morali, estetico- espressivi, relazionali, affettivi, operativi indispensabili per l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Il PECUP pone l’accento su tre aree di sviluppo: l’identità (intesa nelle tre sotto aree della conoscenza di sé, della relazione con gli altri, dell’orientamento) gli strumenti culturali convivenza civile DM 139/2007 Regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione SANCISCE L’EQUIVALENZA FORMATIVA DI TUTTI I PERCORSI - (dalle Raccomandazioni UE 2006) Competenze (articolate in abilità e competenze e riferiti ai 4 assi culturali dei linguaggi, matematico, scientifico tecnologico, storico sociale) che tutti i giovani devono possedere a 16 anni indipendentemente dall’istituto frequentato - nel rispetto dell’identità dell’offerta formativa e degli obiettivi che caratterizzano i curricoli Raccomandazioni europee del 22 maggio 2018 Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro. Abilità quali la capacità di risoluzione di problemi, il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività, il pensiero computazionale, l’autoregolamentazione sono più importanti che mai nella nostra società in rapida 1 evoluzione. Sono gli strumenti che consentono di sfruttare in tempo reale ciò che si è appreso, al fine di sviluppare nuove idee, nuove teorie, nuovi prodotti e nuove conoscenze. La presente raccomandazione dovrebbe coprire un ampio spettro di contesti educativi, formativi e di apprendimento, formali, non formali e informali, in una prospettiva di apprendimento permanente. Essa dovrebbe cercare di stabilire una concezione condivisa delle competenze che possa prestare sostegno alle transizioni e alla cooperazione tra i diversi contesti di apprendimento. Competenze chiave - come combinazione di conoscenze abilità ed atteggiamenti: o la conoscenza si compone di fatti e cifre, concetti, idee e teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per comprendere un certo settore o argomento; o per abilità si intende sapere ed essere capaci di eseguire processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di ottenere risultati; o gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni. sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, l’occupabilità, l’inclusione sociale, uno stile di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una gestione della vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva. Il quadro di riferimento delinea otto tipi di competenze chiave: — competenza alfabetica funzionale, — competenza multilinguistica, — competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria, — competenza digitale, — competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare, — competenza in materia di cittadinanza, — competenza imprenditoriale, — competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali. Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare La capacità di riflettere su sé stessi, di lavorare con gli altri in maniera costruttiva, di mantenersi resilienti e di gestire il proprio apprendimento e la propria carriera. Comprende la capacità di far fronte all’incertezza e alla complessità, di imparare a imparare, di favorire il proprio benessere fisico ed emotivo, di mantenere la salute fisica e mentale, nonché di essere in grado di condurre una vita attenta alla salute e orientata al futuro, di empatizzare e di gestire il conflitto in un contesto favorevole e inclusivo. Per lo sviluppo di questa competenza è necessaria la comprensione dei codici comunicativi e di comportamento, la capacità di riflettere criticamente e di prendere decisioni, la conoscenza delle proprie strategie di apprendimento preferite e dei diversi modi di sviluppare le competenze , la capacità di fissare obiettivi e di automotivarsi, di sviluppare resilienza. Competenza in materia di cittadinanza La competenza in materia di cittadinanza si riferisce alla capacità di agire da cittadini responsabili e di partecipare pienamente alla vita civica e sociale, in base alla comprensione delle strutture e dei concetti sociali, economici, giuridici e politici oltre che dell’evoluzione a livello globale e della sostenibilità. La competenza in materia di cittadinanza si fonda sulla conoscenza dei concetti e dei fenomeni di base riguardanti gli individui, i gruppi, le organizzazioni lavorative, la società, l’economia e la cultura. É indispensabile la capacità di impegnarsi efficacemente con gli altri per conseguire un interesse comune o pubblico. Ciò presuppone la capacità di pensiero critico e abilità integrate di risoluzione dei problemi nonché la capacità di sviluppare argomenti e di partecipare in modo costruttivo alle attività della comunità, oltre che al processo decisionale. Competenza imprenditoriale La competenza imprenditoriale si riferisce alla capacità di agire sulla base di idee e opportunità e di trasformarle in valori per gli altri. Si fonda sulla creatività, sul pensiero critico e sulla risoluzione di problemi, sull’immaginazione, sul pensiero strategico sull’iniziativa e sulla perseveranza, nonché sulla capacità di lavorare in modalità collaborativa al fine di programmare e gestire progetti che hanno un valore culturale, sociale o finanziario. La competenza imprenditoriale presuppone la consapevolezza che esistono opportunità e contesti diversi e la comprensione di come tali opportunità si presentano. Le persone dovrebbero conoscere e capire gli approcci di programmazione e gestione dei progetti, in relazione sia ai processi sia alle risorse. Dovrebbero inoltre conoscere i principi etici e le sfide dello sviluppo sostenibile. È essenziale la capacità di comunicare e negoziare efficacemente con gli altri e di saper gestire l’incertezza, l’ambiguità e il rischio in quanto fattori rientranti nell’assunzione di decisioni informate. Un atteggiamento imprenditoriale è caratterizzato da spirito d’iniziativa e autoconsapevolezza, proattività, lungimiranza, coraggio e perseveranza nel raggiungimento degli obiettivi. Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali 2 privilegiando la dimensione formativa e operativa piuttosto che quella informativa, accolga gli studenti fin dal loro ingresso nella scuola secondaria e li accompagni lungo l’intero percorso di studi, motivandoli verso le professioni tecniche, con un’approfondita conoscenza del settore di riferimento e delle sue prospettive evolutive. - valorizzare le diverse identità, differenze culturali, stili di apprendimento e abilità dello studente. Tutte le diverse identità e competenze degli studenti sono un valore e una risorsa da far emergere per la loro crescita educativa globale. In tale prospettiva, le problematiche interculturali assumono, negli istituti professionali, una rilevanza particolare, in quanto sono molto numerosi gli studenti stranieri che li frequentano. Nel rispetto dell’autonomia organizzativa e didattica di ciascuna istituzione scolastica, è auspicabile che l’impegno degli istituti si concentri prevalentemente su principi che sviluppino gli aspetti educativi più intimamente connessi con la dimensione della progettualità personale, in funzione di una facilitazione delle scelte degli studenti. Per svolgere questo delicato compito e raccogliere questa sfida, la scuola non può agire da sola, ma ha bisogno di fare riferimento ad una rete di relazioni con il territorio che coinvolge gli enti locali, le imprese, l’associazionismo, il volontariato, le organizzazioni sociali e professionali. Istituti tecnici DPR 88/2010 e Linee Guida Inquadramento nell’ambito dei documenti europei Si inquadra nell’ambito della Raccomandazione del Consiglio d’Europa 18 dicembre 2006 sulle “Competenze chiave per l’apprendimento permanente” e della Raccomandazione 23 aprile 2008 sulla costituzione del “Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente” (EQF). Il rinnovamento degli istituti tecnici va inquadrato, quindi, all’interno della cooperazione europea per la costituzione di un sistema condiviso di istruzione e formazione tecnico-professionale (Vocational Education and Training - VET) e, più in generale, in coerenza con gli impegni assunti dal nostro Paese a seguito del Consiglio di Lisbona del 2000, nell’ambito del “nuovo slancio” dato alle quattro priorità del quadro strategico per il settore dell'istruzione e della formazione fino al 2020 (formazione permanente e mobilità, qualità ed efficienza, equità e cittadinanza attiva, innovazione, creatività e imprenditorialità). Nell’EQF l’attenzione è rivolta ai risultati di apprendimento (outcome-based approach), piuttosto che alla durata degli studi (numero di anni), alle modalità o alle situazioni di apprendimento (formale, informale, non-formale) o alle modalità di insegnamento (input-based approach). Al centro è posta, quindi, la persona che apprende, indipendentemente dal tipo di percorso seguito per apprendere. INDIRIZZI Nel quadro sopra delineato, il rilancio dell’istruzione tecnica si fonda sulla consapevolezza del ruolo decisivo della scuola e della cultura nella nostra società non solo per lo sviluppo della persona, ma anche per il progresso economico e sociale; richiede perciò il superamento di concezioni culturali fondate su un rapporto sequenziale tra teoria/pratica e sul primato dei saperi teorici. Agli istituti tecnici è affidato il compito di far acquisire agli studenti non solo le competenze necessarie al mondo del lavoro e delle professioni, ma anche le capacità di comprensione e applicazione delle innovazioni che lo sviluppo della scienza e della tecnica continuamente produce. Per diventare vere “scuole dell’innovazione”, gli istituti tecnici sono chiamati ad operare scelte orientate permanentemente al cambiamento e, allo stesso tempo, a favorire attitudini all’auto-apprendimento, al lavoro di gruppo e alla formazione continua. In sintesi, occorre valorizzare il metodo scientifico e il sapere tecnologico, che abituano al rigore, all’onestà intellettuale, alla libertà di pensiero, alla creatività, alla collaborazione, in quanto valori fondamentali per la costruzione di una società aperta e democratica. É molto importante che i docenti scelgano metodologie didattiche coerenti con l’impostazione culturale dell’istruzione tecnica che siano capaci di realizzare il coinvolgimento e la motivazione all’apprendimento degli studenti. Sono necessari, quindi, l’utilizzo di metodi induttivi, di metodologie partecipative, una intensa e diffusa didattica di laboratorio con l’utilizzo, in particolare, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di attività progettuali e di alternanza scuola-lavoro per sviluppare il rapporto col territorio e le sue risorse formative in ambito aziendale e sociale. Bisogna considerare gli istituti tecnici come “scuole dell’innovazione” significa intendere questi istituti come un laboratorio di costruzione del futuro, capaci di trasmettere ai giovani la curiosità, il fascino dell’immaginazione e il gusto della ricerca, del costruire insieme dei prodotti, di proiettare nel futuro il proprio impegno professionale per una piena realizzazione sul piano culturale, umano e sociale IL PROFILO EDUCATIVO PROFESSIONALE E CULTURALE DELLO STUDENTE AL TERMINE DEL QUINQUENNIO Il secondo ciclo di istruzione e formazione ha come riferimento unitario il profilo educativo, culturale e professionale definito dal decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226. 5 I percorsi degli istituti tecnici sono connotati da una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’Unione europea, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento, l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico, correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo del Paese. Tale base ha l’obiettivo di far acquisire agli studenti sia conoscenze teoriche e applicative spendibili in vari contesti di vita, di studio e di lavoro sia abilità cognitive idonee per risolvere problemi, sapersi gestire autonomamente in ambiti caratterizzati da innovazioni continue, assumere progressivamente anche responsabilità per la valutazione e il miglioramento dei risultati ottenuti. I percorsi dei nuovi istituti tecnici danno, inoltre, ampio spazio alle metodologie finalizzate a sviluppare le competenze degli allievi attraverso la didattica di laboratorio e le esperienze in contesti applicativi, l’analisi e la soluzione di problemi ispirati a situazioni reali, il lavoro per progetti; prevedono, altresì, un collegamento organico con il mondo del lavoro e delle professioni, attraverso stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro. Il rilancio dell’istruzione tecnica punta a predisporre un quadro coerente e trasparente dell’offerta formativa per rispondere efficacemente alla molteplicità degli interessi e delle aspirazioni dei giovani e alle esigenze del territorio, del mondo produttivo e delle professioni. Gli strumenti per intrecciare la progettazione didattica della scuola con i piani di sviluppo locali e le esigenze formative degli studenti sono quelli offerti dall’autonomia didattica e organizzativa (DPR 275/1999) e dalla flessibilità relativa all’organizzazione delle aree di indirizzo così come fornita dal presente DPR. Le metodologie sono finalizzate a valorizzare il metodo scientifico e il pensiero operativo; analizzare e risolvere problemi; educare al lavoro cooperativo per progetti; orientare a gestire processi in contesti organizzati. Le metodologie educano, inoltre, all’uso di modelli di simulazione e di linguaggi specifici, strumenti essenziali per far acquisire agli studenti i risultati di apprendimento attesi a conclusione del quinquennio. Tali metodologie richiedono un sistematico ricorso alla didattica di laboratorio, in modo rispondente agli obiettivi, ai contenuti dell’apprendimento e alle esigenze degli studenti, per consentire loro di cogliere concretamente l’interdipendenza tra scienza, tecnologia e dimensione operativa della conoscenza . Gli stage, i tirocini e l’alternanza scuola/lavoro sono strumenti didattici fondamentali per far conseguire agli studenti i risultati di apprendimento attesi e attivare un proficuo collegamento con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato ed il privato sociale. MOTIVAZIONE Si pone, quindi, il problema di garantire il diritto dello studente ad un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale della sua persona. Una corretta azione educativa richiede un progetto formativo che accompagni lo studente con continuità nell’acquisizione graduale dei risultati di apprendimento attesi in termini di conoscenze, abilità e competenze. Essa si propone anche di prevenire le difficoltà e le situazioni di criticità riscontrate in modo particolare nei passaggi tra i diversi ordini di scuola. La continuità diviene, quindi, un obiettivo prioritario per educare lo studente a riorganizzare i saperi, le competenze e le esperienze acquisite. Continuità del processo educativo significa pertanto considerare il percorso formativo secondo una logica di sviluppo coerente, che da una parte valorizzi quello che lo studente sa e sa fare e, dall’altra, riconosca la specificità degli interventi e del profilo educativo culturale e professionale al termine di ogni ciclo scolastico. I giovani oggi incontrano infatti maggiori difficoltà a disegnare il proprio futuro professionale e a definire le strategie per realizzarlo. Diventa essenziale pertanto sviluppare una cultura dell’orientamento che, privilegiando la dimensione formativa e operativa piuttosto che quella informativa, accolga gli studenti fin dal loro ingresso nella scuola secondaria e li accompagni lungo l’intero percorso di studi, motivandoli verso le professioni tecniche, con un’approfondita conoscenza del settore di riferimento e delle sue prospettive evolutive, affinché ogni giovane si senta protagonista del proprio processo di formazione.É auspicabile infine che l’impegno della scuola si concentri prevalentemente su principi che sviluppino gli aspetti educativi più intimamente connessi con la dimensione della progettualità personale, in funzione di una facilitazione oggettiva delle scelte degli studenti. Si tratta di valorizzare le potenzialità di ciascun allievo, soddisfare le aspettative di crescita e di miglioramento, individuare percorsi rispondenti ai bisogni degli studenti. In altre parole, promuovere un orientamento che sostenga l’esplorazione delle possibilità di sviluppo personale e professionale, che valorizzi la dimensione orientativa delle discipline che favorisca il collegamento e l’interazione della scuola con il territorio e il mondo produttivo, soprattutto attraverso gli stage e l’alternanza, che proponga agli studenti attività coinvolgenti, utilizzando diffusamente metodologie attive e contesti applicativi. VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE Una competenza si manifesta quando uno studente è in grado di affrontare un compito o realizzare un prodotto a lui assegnato, mettendo in gioco le sue risorse personali e quelle, se disponibili, esterne utili o necessarie. Il compito deve poter sollecitare la valorizzazione delle conoscenze, delle abilità apprese e delle altre caratteristiche personali in maniera non ripetitiva e banale. Si può fare una valutazione delle della 6 qualità delle conoscenze e delle abilità che risultano componenti essenziali delle competenze. Occorre però ricordare che le conoscenze e le abilità, per poter essere valorizzate nello sviluppo di una competenza, devono manifestare tre caratteristiche: significatività, stabilità e fruibilità. Forme d’acquisizione solamente ripetitive, non sufficientemente dominate, rimangono rigide e non facilmente collegabili a situazioni diverse da quelle nelle quali sono state acquisite. I compiti devono esigere la messa in moto non solo delle conoscenze e delle abilità possedute, ma anche una loro valorizzazione in contesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi da quelli ormai già resi famigliari dalla pratica didattica. Il docente valuta in riferimento a tre ambiti d’osservazione: Il primo ambito riguarda i compiti che devono essere svolti dallo studente e/o i prodotti che questi deve realizzare; il secondo ambito implica una osservazione sistematica del comportamento dello studente mentre svolge il compito; il terzo ambito evoca una qualche forma di narrazione di sé da parte dello studente, sia come descrizione del come e perché ha svolto il compito assegnato in quella maniera, sia come valutazione del risultato ottenuto. La raccolta sistematica delle informazioni e la loro lettura e interpretazione permettono di inferire se lo studente abbia raggiunto un certo livello di competenza in un ambito di attività specifico. Occorre anche aggiungere che non è possibile decidere se uno studente possieda o meno una competenza sulla base di una sola prestazione; si deve poter disporre di una famiglia o insieme di sue manifestazioni o prestazioni particolari. Un accenno, infine, alle componenti critiche di natura affettiva e motivazionale. Un atteggiamento negativo verso un insegnamento o un insegnante, la fragilità della capacità di concentrazione, l’incapacità o debolezza nel superare le frustrazioni di fronte alle difficoltà o agli insuccessi, la scarsa tenuta e perseveranza nello svolgere un compito un po’ impegnativo, pregiudicano sia l’acquisizione, sia la manifestazione di competenze. LABORATORIO E OPERARE PER PROGETTI Il laboratorio è concepito, nei nuovi ordinamenti dell’istruzione professionale, non solo come il luogo nel quale gli studenti mettono in pratica quanto hanno appreso a livello teorico attraverso la sperimentazione di protocolli standardizzati, tipici delle discipline scientifiche, ma soprattutto come una metodologia didattica che coinvolge tutte le discipline, in quanto facilita la personalizzazione del processo di insegnamento/apprendimento e consente agli studenti di acquisire il “sapere” attraverso il “fare”, dando forza all’idea che la scuola è il posto in cui si “impara ad imparare” per tutta la vita. Il lavoro in laboratorio e le attività ad esso connesse sono particolarmente importanti perché consentono di attivare processi didattici in cui gli allievi diventano protagonisti. i. L’impianto generale dei nuovi ordinamenti richiede che l’attività laboratoriale venga integrata nelle discipline sulla base di progetti didattici multidisciplinari orientati all’acquisizione di competenze. I nuovi ordinamenti degli istituti professionali possono offrire, quindi, occasioni per valorizzare i diversi stili cognitivi, in una rinnovata relazione tra discipline teoriche ed attività di laboratorio che aiuti lo studente, attraverso un processo induttivo, a connettere il sapere acquisito in contesti applicativi al sapere astratto basato su concetti generali e riproducibile nella più ampia generalità dei contesti. I docenti, attraverso il laboratorio, hanno la possibilità di guidare l’azione didattica per “situazioni-problema” e di utilizzare strumenti per orientare e negoziare il progetto formativo individuale con gli studenti, che consente loro di acquisire consapevolezza dei propri punti di forza e debolezza. Il processo sistematico di acquisizione e di trasferimento di conoscenze/abilità/competenze che caratterizza l’apprendimento dello studente può esprimersi, in modo individuale o collegiale, in un’attività osservabile che si configuri come un risultato valutabile. Oltre all’utilizzo delle diverse strumentazioni, delle potenzialità offerte dall’informatica e della telematica, si può far ricorso alle simulazioni, alla creazione di oggetti complessi che richiedono l’apporto sia di più studenti, sia di diverse discipline. In questo caso, l’attività di laboratorio si intreccia con l’attività di progetto e diventa un’occasione particolarmente significativa per aiutare lo studente a misurarsi con la realtà. Tirocini, stage ed esperienze condotte con la metodologia dell’“impresa formativa simulata” sono strumenti molto importanti per far acquisire allo studente competenze utili per l’orientamento e per l’occupabilità. In generale, la pedagogia del progetto è una pratica educativa che coinvolge gli studenti nel lavorare intorno a un compito condiviso che abbia una sua rilevanza, non solo all’interno dell’attività scolastica, bensì anche fuori di essa. E’ nel contesto di tali attività che essi saranno stimolati a mettere in moto, ad acquisire significativamente, a coordinare efficacemente conoscenze e abilità, ad arricchire e irrobustire le loro disposizioni interne stabili (valori, atteggiamenti, interessi, ecc.). Il grande vantaggio di questo approccio sta nel favorire l’interiorizzazione del senso di quello che si apprende. Il progetto, è un fattore di motivazione, in quanto ciò che viene imparato in questo contesto prende immediatamente, agli occhi degli studenti, la figura di strumenti per comprendere la realtà e agire su di essa. Per questa ragione, la pedagogia del progetto è utile all’acquisizione di competenze complesse, perché dà 7