Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Introduzione ai media digitali riassunto - Adam Arvidsson e Alessandro Delfanti, Sintesi del corso di Sociologia Dei Media

RIASSUNTO DEL LIBRO INTRODUZIONE AI MEDIA DIGITALI. Riassunto COMPLETO e molto utile per l'esame di sociologia dei media alla IULM.

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

In vendita dal 12/06/2018

margherita_c1
margherita_c1 🇮🇹

4.5

(17)

10 documenti

1 / 6

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Introduzione ai media digitali riassunto - Adam Arvidsson e Alessandro Delfanti e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Dei Media solo su Docsity! INTRODUZIONE AI MEDIA DIGITALI CAPITOLO 1 Media digitali = insieme di mezzi di comunicazione basati su tecnologie digitali con caratteristiche comuni che li differenziano dai mezzi di comunicazione che li hanno preceduti Mediatizzazione = fenomeno per cui i media digitali fanno parte della vita quotidiana delle persone, assumendo così tanta importanza da influenzare processi lavorativi, politici e organizzativi all’interno di una società. La loro presenza è così pervasiva che diventano quasi invisibili ma indispensabili. Si preferisce il termine “media digitali” rispetto a “nuovi media” perché: • Non sono nuovi, ma evoluzioni di quelli già esistenti • Tutti i media sono nuovi quando sono introdotti • C’è un processo di rimediazione che fa sì che quelli “vecchi” non vengano sostituiti, ma affiancati e/o integrati da quelli nuovi Caratteristiche dei MD: • Digitali: trasportano un’informazione rappresentata da una sequenza numerica (codice binario). L’analogico si può trasformare in digitale e viceversa. Le tecnologie digitali sono composte da hardware e software. • Convergenti: diversi tipi di contenuti convergono in un unico supporto (sono macchine universali). • Ipertestuali: il testo ha una struttura più complessa, non è lineare e rimanda a altri testi e contenuti (link). • Distribuiti: non sono centralizzati, ma hanno una struttura orizzontale; sono accessibili alla massa grazie ai microprocessori a basso costo • Interattivi: gli utenti hanno la possibilità di interagire direttamente con i contenuti, modificandoli o producendoli • Sociali: molti sfruttano dinamiche sociali (con social media) • Mobili: si può ricevere, produrre, ricercare contenuti da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. • Effimeri: messaggi, foto scambiate per telefono, o in chat sono percepiti come effimeri Internet • Ha una struttura a rete distribuita, quindi le informazioni che lo compongono sono posizionate su migliaia di computer chiamati server • È una rete ridondante, quindi le informazioni vengono smontate in pacchetti che possono separarsi e viaggiare separatamente • È un sistema aperto: chiunque può accederci • Si basa sul principio della neutralità della rete: la velocità di un download di un sito rispetto ad un altro dipende dalla fonte da cui lo si scarica e non dalle decisioni del provider che si paga per accedere alla rete Le reti e i media sono composti da diversi livelli: • Fisico: risorse naturali (cavi, satelliti, computer, server) • Logico: software, standard e protocolli • Dei contenuti: informazioni in linguaggio umano + livello giuridico, che li lega tra loro Visioni sulla tecnologia: • Determinismo tecnologico: le caratteristiche dei media determinano il modo in cui gli individui interagiscono tra di loro (il medium è il messaggio, McLuhan) (tecnologie abilitanti) • Costruzione sociale: il gruppo sociale determina la struttura e il successo di un media • Coproduzione: società e tecnologie si influenzano a vicenda CAPITOLO 2 “Società dell’informazione” = forma di società caratterizzata dall’importanza della produzione e gestione di informazione, sapere e conoscenza. (detta anche società postindustriale, del postfordismo, società in rete, capitalismo cognitivo.. in comune vi è la consapevolezza di una discontinuità storica con forme di organizzazione sociale e produttiva precedenti) In questa società anche l’economia è basata sull’informazione (informazionale): non sono più tanto importanti le risorse materiali, ma invece soprattutto la produzione immateriale e le risorse intangibili (brand, flessibilità, innovazione). → capitalismo informazionale (sono i beni informazionali a determinare il successo economico) L’economia è anche globalizzata, cioè le grandi istituzioni economiche sono in grado di operare su scala globale, grazie ai media digitali. In questo modo nasce anche una cultura di consumo globale (omologazione). L’economia è infine in rete (cioè fatta a rete), quindi basata sul decentramento e l’autonomia delle unità produttive. “Spazio dei flussi” = spazio della società dell’informazione, fisico e mediatico, caratterizzato dalla circolazione di denaro, persone, conoscenze.. . è uno spazio aperto. La spaccatura sociale nella SDI è data da chi ne ha accesso e chi no (divario digitale). CAPITOLO 3 Le relazioni sociali sono sempre state influenzate dalle tecnologie della comunicazione. I media digitali hanno avuto una velocità di penetrazione senza precedenti: diversi migliaia di utenti in pochi anni e rapido succedersi di nuove piattaforme di comunicazione. C’è integrazione tra vita online e offline. Non c’è un confine netto, anzi, non esiste confine. Non si può parlare di mondo virtuale o cyberspazio. Siamo “always on”, continuamente online, e la distinzione tra pubblico e privato è sempre più affievolita. Media sociali = piattaforme di comunicazione online basate sulla gestione e formazione di reti sociali, che permettono di mantenere le amicizie o i legami preesistenti e di interagire con una rete estesa di contatti. Il primo social è stato SixDegrees. Sono gatekeeper, perché rinchiudono l’utente al loro interno integrando sistemi di messaging con la ricerca di contenuti in rete. La maggior parte è gestita e sviluppata da aziende private che guadagnano a partire dalle informazioni che gestiscono, vendendole a terzi come agenzie di marketing o sfruttandole sul sito per fornire pubblicità personalizzata. Individualismo in rete: forma di relazione sociale che risulta dalla diffusione dei media sociali. Gli individui sui social media mettono in atto strategie di costruzione della propria identità. In ogni rete scelgono di mostrare e sviluppare tratti diversi della propria identità (self-branding), sulla base del fatto che i contenuti immessi sui media sono: • Persistenti → tendono a restare nel tempo • Replicabili → possono essere modificati o combinati con altro, in un altro ambiente e contesto • Scalabili → possono diffondersi molto rapidamente • Ricercabili → facili da trovare Sulla base del self-branding, l’individuo si costruisce quindi una reputazione. C’è chi riesce ad influenzare particolarmente il proprio pubblico: l’influencer. Gli influencer sono in grado di mobilitare un gran numero di persone grazie alle dimensioni della rete con cui sono in contatto e alle loro capacità comunicative e sociali. Pubblici in rete (connessi), collettivismo in rete = insieme di persone tenute insieme da legami deboli dati dalla condivisione di interessi o comportamenti. L’interazione tra queste persone viene chiamata da • Movimenti senza scendere in piazza (anonymous) C’è una nuova cultura civica data dalle nuove forme di partecipazione online: non solo danno la possibilità di produrre qualcosa insieme ma anche forniscono un’educazione civica in quanto abituano i membri alla condivisione, solidarietà e impegno per una causa comune. Tuttavia questi progetti partecipativi sono dotati di alti livelli di omofilia, quindi tendono ad esasperare i conflitti e a ridurre l’interazione con persone diverse, facendo venire meno il confronto e la diversità CAPITOLO 6 Economia del web: • Sfruttamento della “coda lunga” (es. Amazon) • “Content provider” che fanno pagare l’accesso ai contenuti online un po’ superati (da Youtube, file sharing..) → con internet mobile intravedono una rivincita, con le app (es. app dei giornali) • Videogiochi: vendita dei giochi stessi ma anche dei computer e console • Motori di ricerca, social media: sono gratis perché raccolgono le informazioni degli utenti e poi le vendono per fornire pubblicità personalizzata (profilazione). Si utilizza il sistema click through → gli inserzionisti pagano sulla base di quanti visitatori di un sito cliccano sulla pubblicità e quindi accedono effettivamente ai suoi contenuti • Sharing economy : imprese basate su app web o mobile che mettono in contatto domanda e offerta e trattengono un profitto su tutte le transazioni economiche (uber) • Crowdfunding: “finanziamento della folla” → sistema di raccolta fondi per progetti no profit o per imprese startup basato su piattaforme online Nell’economia dell’informazione la centralità delle merci materiali è sostituita dalle risorse intangibili. Perché? Perché si producono tanti beni materiali e quindi i margini di profitto tendono a contrarsi. Al contrario, le maggiori fonti di valore diventano attività che richiedono competenze di elaborazione dell’informazione meno diffuse. Principali risorse intangibili: • Innovazione: capacità di creare continuamente novità • Flessibilità: capacità di rispondere rapidamente alla domanda di mercato in modo che il numero pressoché esatto di merci necessarie si trovi al posto giusto nel momento giusto • Brand: non solo il marchio di un prodotto, ma anche la capacità di generare la percezione pubblica di una differenza di qualità fra un prodotto e l’altro. Dagli anni ’70-‘80 la creazione dell’identità di marca si avvale sempre più dei consumatori, spostando la centralità dal livello estetico dell’immagine del brand al livello sociale, cioè alle relazioni che la marca è in grado di intrattenere con i consumatori I beni dell’economia dell’informazione sono beni ibridi, perché sono composti da un livello materiale, che deve essere comunque di buona qualità e attirare con le sue caratteristiche il consumatore, e da un livello informazionale (risorse intangibili). Lavoratori nella società dell’informazione: • Squadre o team per portare a termine un compito • Enfasi sulle capacità sociali dei lavoratori • Classe creativa: nuove forme di lavoro della conoscenza (professionisti urbani) legate ai media digitali • Studenti, attivisti e artisti • Lavoratori freelance che perdono l’accesso ai diritti dei lavoratori • Crowdsourcing: esternalizzazione di un processo produttivo a una folla, cioè una massa di utenti che non lavorano all’interno dell’azienda ma che svolgono ognuno un piccolo compito (microlavoro) • Non c’è più distinzione tra tempo di lavoro e tempo libero (always on) Capitalismo delle piattaforme = capacità del capitale contemporaneo di utilizzare le piattaforme web al fine di organizzare processi produttivi basati su forme di cooperazione sociale e ricavarne un profitto Capitalismo comunicativo = le capacità affettive e comunicative rappresentano gli elementi principali della produzione capitalista (es. Youtube) Capitalismo cognitivo = le tecnologie informatiche sviluppate dal capitalismo digitale sono costruite per sfruttare i processi cognitivi e cooperativi degli individui connessi in rete Disuguaglianze nella distribuzione delle risorse (divario digitale) dato da: • Sottosviluppo che si riflette anche nell’accesso ai media digitali, in tutto il mondo, all’interno di aree omogenee, e in particolari regioni dello stesso paese • Ostacoli di natura politica • Incapacità di usarle, determinata dalla generazione, dalla classe sociale o dal genere Il divario secondo alcuni autori è convergente, e quindi va in direzione di una maggiore uguaglianza (chips are chips). Secondo altri autori è divergente, e quindi va verso una maggiore disuguaglianza.