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IV libro dell'eneide, Appunti di Letteratura latina

traduzione fatta a lezione del IV libro dell'eneide.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 20/01/2021

tea.tc
tea.tc 🇮🇹

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5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica IV libro dell'eneide e più Appunti in PDF di Letteratura latina solo su Docsity! IV LIBRO DELL’ENEIDE. Ma1 la regina saggia, ferita, già da tempo, da un grave affanno2 amoroso, nutre una ferita nelle vene ed è consumata da un fuoco occulto3. Grande le torna continuamente nell’animo la virtù dell’uomo, grande la gloria della stirpe le stanno conficcati (infissi) nel petto il volto e le parole; non concede un tranquillo riposo alle membra. 5 L’Aurora del giorno dopo illuminava le terre con lo splendore del sole (luce febea)4 e aveva scacciato dal cielo l’umida ombra, quando fuori di sé 5così si rivolge alla sorella unanima6: << Anna, sorella mia, quali visioni mi spaventano e mi angosciano! 1 At: si traduce con ma, oppure dal canto suo, i riflettori ora su puntano a Cartagine e si contrappone alla fine del libro III che ha visto come protagonista Enea. 2 Cura: Si ha la rappresentazione del turbamento amoroso della regina di Cartagine e per rappresentare questo turbamento Virgilio attinge al lessico della poesia amorosa. La poesia amorosa rinvia al termine cura. Servio spiega cos’è la cura che è un amore insopportabile è un tormento, un affanno ‘’ che non si può sopportare’’. Si utilizza anche un altro strumento per commentare l’Eneide che è il lessico di Robert Pichon il quale compone un ‘’lessicom verborum amatoriorum’’ è un lessico delle parole d’amore. Pichon ha redatto un lessico di termini utilizzati nella poesia amorosa latina e per ogni termine ha dato la definizione ed ha rimandato ai passi di Catullo, Properzio, Tibullo, Ovidio in cui quel termine compare. Pichon a proposito del termine cura che è un termine tecnico della poesia d’amore per indicare l’amore come tormento, esperienza che travolge, un’esperienza forte, anche Pichon dà un definizione analoga a quella di Servio ‘’spesso sono definite cure i dolori misti agli amori’’ quindi se nel testo si parla di amore e si trova il termine cura vuol dire che è un amore che porta con sé l’affanno il tormento. 3 Fuoco occulto/caeco: Servio dice su questo verso ‘’cieco no perché non vede, ma perché non è visto. Perché Didone vuole se è possibile occultare il suo amore e per questo viene definito cieco ‘’. Didone non vuole che questa passione sia manifesta, cerca di soffocarla, perché Didone arriva sulla scena virgiliana il suo statuto di donna univira. 4 Lo splendore del sole: Lo splendore del sole è con la lampada di Febo, che è Febo Apollo, la divinità con cui viene identificato il sole. 5 Fuori di sé: Didone in preda al sentimento è malata d’amore e quindi fuori di sé. 6Unanima: il riferimento a questo termine è data dai commentatori antichi tra cui Tiberio Claudio Donato che spiega perché usa questo aggettivo per Anna la sorella di Didone. Questo aggettivo vuole dire che le sorelle erano due corpi in una sola anima. L’aggettivo unanimam aggiunge un ulteriore annotazione alla relazione di sorellanza che di per sé è connotata da un legame, oltre che di affetto anche di complicità e solidarietà, tra due sorelle, anche nella cultura romana si istituiva un rapporto oltre che affettivo anche di confidenza, determinato dal legame di parentela; due sorelle che vivono insieme che condividono la stessa domus, vivono le stesse esperienze e sono anche dello stesso sesso e questo comporta, nella cultura romana come nella nostra, tra le due sorelle un rapporto di particolare confidenza. Al rapporto delle sorelle Virgilio aggiunge un ulteriore annotazione connotando la sorella di Didone come unanima, con questo Virgilio voleva sottolineare che nel corpo delle due sorelle c’è una sola anima. Didone si trova in un momento di crisi perché sente di essere sconvolta da questa passione, ma non può provarlo perché vuole essere fedele a suo marito Sicheo per rimanere una donna univira. Quando Didone confessa questo turbamento alla sorella e come se lo confessasse a se stessa, perché è una sorella complice solidale e quindi è in grado di comprendere perfettamente lo stato d’animo della sorella, ma essendo un’altra persona consentirà ad Anna di capire lo stato d’animo della sorella e di capire cosa vorrebbe fare Didone, ma non ha il coraggio di ammettere di voler fare neanche a se stessa. Anna da esterna, può spingere Didone a fare quello che vuole fare. Quello che Didone sta per dire ad Anna, cioè che prova un sentimento per Enea è una confessione che non potrebbe fare pubblicamente, non può farla ad altri perché è una confessione che provoca una certa vergogna, allora ci dice Donato commentando l’ottavo verso del IV libro ‘’ quando il poeta introduce la sorella come un’anima dimostra che Didone stava per confessare alla sorella qualcosa che non doveva essere resa pubblica infatti sarebbe stata cosa disdicevole confessare pubblicamente l’amore per l’ospite.’’ Didone riteneva che non fosse una vera confessione perché nei corpi delle sorelle c’è un’unica anima, quindi è come se lo dicesse a se Quale ospite straordinario è giunto nel nostro palazzo, 10 quale mostrandosi in volto! Con quanta forza di cuore e di armi! Credo in verità, non è un’illusione7, che sia di stirpe divina8. Il timore accusa gli animi del genere ignobili. Da quali destini è stato colpito! Quali guerre condotte a termine cantava! Se non risiedesse9 in me fisso e immobile nell’animo 15 il proposito di non volermi legare con vincolo coniugale a nessuno, dopo che il primo amore con la morte mi tradì e mi illuse se non avessi in odio il talamo e le fiaccole nuziali10, forse avrei potuto soccombere a quest’unica colpa11. Anna, te lo confesserò, dopo la morte dell’infelice sposo 20 Sicheo, e dopo la casa insanguinata dalla strage fraterna, solo costui ha piegato i miei sensi e ha spinto l’animo vacillante. Riconosco i segni dell’antica fiamma. Ma io preferirei piuttosto che prima la terra a me si spalanchi profonda preferirei che il padre onnipotente mi scagli con il fulmine 25 alle ombre pallide dell’Erebo e alla notte profonda, prima che io ti violi, o pudore, o sciolga i tuoi vincoli. quello che per primo mi congiunse a sé, ha rapito i miei amori; gli abbia con sé e li conservi nel sepolcro>>. Dopo aver parlato così riempì il seno con le lacrime sgorgate copiosamente. 30 Anna risponde: << O tu che sei più cara della luce del sole, e tu ti consumerai da sola e afflitta per l’intera giovinezza, e non conoscerai i dolci figli né i doni di Venere? Credi che questo importi alle ceneri o ai Mani sepolti? E sia nessun pretendente alle nozze in passato ha piegato te affranta, 35 non in Libia né prima a Tiro; Iarva è stato respinto e gli altri condottieri che l’Africa terra ricca di molti trionfi nutre: ti opporrai anche ad un amore gradito? Non ti viene in mente nei campi di chi sei stanziata? Da qui ti circondano le città dei Getuli stirpe invincibile in guerra, 40 e i numidi che cavalcano senza briglie, e l’inospitale Sirti; ti circondano dall’altra parte una regione deserta per la siccità e i Barcei che infuriano da ogni dove. Che cosa dovrei dire le guerre che sorgono da Tiro e delle minacce del fratello? Io penso davvero che, con gli dèi favorevoli con Giunone propizia, 45 le navi iliache hanno tenuto questa rotta spinte dal vento. O sorella, quanto grande vedrai questa città e quali regni vedrai sorgere grazie a un tale matrimonio! Con l’unione delle armi Teucri quanto grandi imprese ti solleverà la gloria cartaginese! stessa. Servio dice ‘’ poiché Didone stava per dire qualcosa di cui si doveva vergognare non sarebbe stato sufficiente scegliere solo una sorella se questa non fosse stata unanima’’ i commentatori ci dicono che introdurre la sorella unanimam è dovuta alla confessione che poteva essere fatto solo a chi le era vicina. 7 Non è un’illusione: è una parentetica. 8 Credo in verità che sia di stirpe divina: Didone sta recuperando le categorie eroiche, sta presentando l’ospite come un eroe. 9 Se non risiedesse in me: Didone affida ad un periodo ipotetico quello che lei in realtà vorrebbe fare lo colloca in una dimensione di irrealtà e questa contraddizione che viene colta dalla sorella. 10 Fiaccole nuziali: a Roma durante la cerimonia nuziale la sposa veniva accompagnata in processione da casa sua a casa dello sposo dalle fiaccole. 11 Colpa: Didone definisce l’amore che prova per Enea come colpa. Sentimento che tornerà a essere definito al momento dell’unione tra i due nella grotta al verso 172. Ma Enea dal canto suo rimase ammutolito a quella vista fuori di sé. I capelli rimasero ritti in tesa per l’orrore e la voce si serrò in gola. 280 Arde di andarsene e abbandonare con la fuga le amabili terre, attonito23 da un tale monito e comando degli dèi. Ahimè che fare? Con quali parole avere il coraggio ora di affrontare la regina in preda alla follia amorosa? Come inizierà il discorso? Divide il suo animo in cui si susseguono velocemente i pensieri da un lato e dall’altro, 285 lo trascina in partiti diversi e lo volge ad ogni scelta. A lui che era dubbioso questa sembrò la scelta migliore: chiama Mnsteo e Sergesto e il forte Seresto: in silenzio armino la flotta radunino i compagni sul lido, preparino le attrezzature e tengano nascosto quali siano i motivi 290 per queste nuove azioni; nel frattempo lui, poiché la soave Didone non sa nulla e non immagina che si infrangano amori tanto grandi, lui tenterà una via e tenterà di capire quali siano i momenti più adatti per parlare e di capire quale sia il modo più propizio per queste imprese. Tutti felici obbediscono rapidamente al comando ed eseguono gli ordini. 295 La regina dal canto suo percepì prima – chi potrebbe ingannare una donna che ama?- per prima colse le trame in corso le che temeva tutto anche ciò che era sicuro. Fu la Fama impietosa in persona che riportò queste notizie a lei che in preda alla follia amorosa che si armava la flotta e si preparava il viaggio. Didone infuria priva di controllo in fiamme24 si aggira come una baccante25 300 per tutta la città, come una Tiade26 eccitata all’inizio dei riti sacri, quando le orge27 biennali la eccitano al grido di Bacco28 e il Citerone29 notturno la invita con le grida. E infine per prima con queste parole affronta Enea: <<Perfido30 hai perfino sperato di poter nascondere un 305 così grande misfatto e speravi di poter lasciare la mia terra in silenzio? Né ti trattiene il nostro amore né la destra31 che ci siamo scambiati un tempo, né Didone moritura con fine crudele? Addirittura, ti affretti ad apprestare una flotta durante la stagione invernale 23 Attonito: smarrito. Attonitus: aggettivo che deriva dal verbo tono che significa tuono ed è una prerogativa di Giove. Servio spiega commentando il verso 282 ‘’ attonitus è riferito a colui che sta vicino alla divinità inviata da Giove, da colui il quale sono scagliati i fulmini che rendono attoniti, smarriti folgorati. Attonitus, infatti è colui vicino al quale cade un fulmine. 24 Fiamme: una metafora per indicare la passione. 25 Baccanti: i culti dionisiaci sono misterici, cioè sono dei culti riservati agli adepti, cioè che sono stati ammessi a questi culti. Questi culti sono orgiastici, si svolgono di notte e coloro che partecipano al culto danno vita alle orge danzano e quindi c’è un’area di disordine. 26 Tiade: un modo per indicare le baccanti, deriva da una radice greca tio, significa un movimento folle, un delirio, vengono definite tiade le donne in preda al delirio. 27 Orge: si riferisce ai riti dionisiaci che avvenivano ogni due anni. 28 Grido di Bacco: il dio viene invocato con le grida delle baccanti. 29 Citerone: monte dedicato a Bacco. 30 Perfido: Non ha in latino la stessa accezione italiana, in latino rinvia alla fides, alla parola data alla garanzia, il perfidus è colui che ha tradito il patto. È usato come un termine tecnico nel lessico erotico, cioè colui che viene meno al patto d’amore, il perfidus per eccezione è Teseo che abbandona Arianna. Commento di Servio: perfide è una parola usata dalle donne perché sono loro che accusano l’amato di violazione del patto. 31 Destra data: legittimità della loro relazione. La destra è la mano che viene stretta per sugellare un patto. Didone fa riferimento alla cerimonia che sugella il matrimonio nella Roma arcaica, cioè l’unione della mano destra, gli sposi durante la cerimonia nuziale uniscono la mano destra. Fa riferimento al loro legame come un legittimo matrimonio. e a prendere la via del mare grosso fra gli aquiloni 310 spietati? Ma come se tu non cercassi terre straniere e dimore sconosciute, ma l’antica Troia stesse ancora in piedi, la stessa Troia sarebbe ricercata da te con le navi sul mare in tempesta? Fuggi me? Io ti prego per queste lacrime, per la tua destra - poiché nient’altro ho lasciato ormai a me innamorata infelice-, 315 per le nostre nozze, per quelli imenei appena iniziati, se io ho preso di te qualche merito, o se a te qualcosa di mio ti fu dolce32, abbi pietà della casa che crolla e svestiti di questo tuo proposito, se c’è ancora qualche spazio per le suppliche. A causa tua le genti di Libia e i sovrani dei Numidi 320 mi odiano i Tiri mi sono ostili; il pudore è morto, la fama di un tempo per la quale soltanto io salivo le stelle. A chi mi lasci morente, ospite? (Poiché solo questo nome rispetto a quello di sposo mi resta) Che cosa aspetto? Forse il fratello Pigmalione distrugga 325 le mie mura, o che il getulo Iarva mi conduca prigioniera? Almeno se una prole prima a me fosse stata concepita da te prima della tua fuga, se giocasse per me nella reggia un piccolo Enea che almeno riproducesse te nel volto, io certamente non mi sentirei del tutto ingannata e abbandonata>>. 330 Così aveva detto. Lui teneva gli occhi immobili agli ordini di Giove, e soffocava con sforzo nel cuore la pena. Alla fine, risponde con poche parole:<< io o regina non negherò mai che tu sia stata meritevole nei miei confronti nei moltissimi meriti che tu puoi enumerare parlandone nel ricordarmi Elissa33 335 finché io stesso avrò memoria di me e finché lo spirito reggerà queste arti. In mia difesa dirò poche cose. Né io ho sperato di nascondere questa fuga con l’inganno, non immaginarlo, né io ho mai innalzato le fiaccole nuziali o sono mai venuto in questi patti. Se i fati consentissero che io vivessi la mia vita 340 secondo i miei auspici e che io appianassi le mie pene di mia volontà, io per prima cosa avrei cura della città di Troia e di quello che di dolce resta delle mie reliquie, rimarrebbero in piedi gli alti palazzi di Priamo e io avrei reso ai vinti con la mia mano Pergamo risorta. Ma ora Apollo Grineo34 e le sorti di Licia35 345 mi ordinarono di raggiungere la grande Italia; questo è l’amore per me, questa è la patria. Se le rocche di Cartagine e la vista della città libica catturano te che sei fenicia, quale avversione è mai questa che i Teucri giungano in terra ausonia?36 Anche per noi è lecito cercare domini stranieri. 350 L’immagine sconvolta del padre Anchise mi ammonisce e atterrisce la notte, ogni volta che la notte copre le terre umide, 32 Dolce: accezione erotica, perché si fa riferimento alla sfera erotica. Servio dice ‘’ perché gli amanti definiscono i propri amori dolci ‘’ utilizzando questo termine, quindi fa riferimento a quello che è successo intimamente con Enea. 33 Elissa: nome originale di Didone nel mito. Servio dice che Elissa viene ribattezzata Didone perché quest’ultimo vuol dire virago donna forte. 34 Grineo: bosco che si trova nei pressi di Clazomene, in Asia minore, in cui era collocato un tempio con l’oracolo di Apollo. 35 Licia: oracolo di Apollo che si trova a Patara in Asia minore. 36 Ausonia: si riferisce alla penisola italica, originariamente indicava la parte della Campania. ogni volta che gli astri di fuoco sorgono; mi ammonisce il giovane Ascanio e il torto che arreco all’amata persona, che io defraudo del regno di Esperia37 e delle terre destinate dal fato. 355 Ora anche il messo degli dèi inviato da Giove in persona - lo giuro sul capo38 di entrambi-, ha recato ingiunzioni attraverso i venti veloci; io in persona ho visto il do nella manifesta luce mentre entrava attraverso le mura, e ho ascoltato con queste orecchie la sua voce. Smetti di infiammare con le tue lamentele me e te: 360 io seguo l’Italia no di mia volontà>>. Didone osserva da tempo lui che parlava rivolgendo lo sguardo altrove volgendo qui e lì gli occhi, e lo scruta interamente con sguardi silenziosi e così infiammata in questo modo risponde: << Non ti è madre una dea né fondatore della tua stirpe Dardano 365 o perfido ma il Caucaso irto di dure rocce ti ha generato e le tigri ircane 39ti hanno offerto le mammelle. Ma perché io mi nascondo la realtà o a quali mali maggiori mi preservo? Forse hai emesso un gemito al mio pianto forse ha piegato lo sguardo? Forse vinto ha versato delle lacrime o ha provato compassione per l’amante? 370 Quali cose dovrei anteporre a cosa? Ormai, ormai, né la suprema Giunone né il padre Saturnio40 guardano a questi eventi con giustizia. La fede non è più garantita. Io pazza ho accolto li gettato sul lido, spoglio e l’ho collocato nel regno; ho recuperato la flotta danneggiata e i compagni dalla morte. 375 Ahimè io in preda alle fiamme! Ora l’augure Apollo, ora le sorti di Licia, ora anche il messaggero degli dèi inviato da Giove in persona riporta i tremendi comandi attraverso i venti. evidentemente lui è l’impegno per gli dèi; e l’affanno turba gli dèi tranquilli. Non ti trattengo, né ti replico 380 alle tue parole. Va’ segui pure l’Italia con i venti cerca di raggiungere regni fra le onde. Io spero ammesso che i numi pietosi abbiano qualche potere, io spero che tu fra gli scogli sconterai il supplizio, sempre che tu invocherai spesso Didone. Io anche se assente ti inseguirò con foschi fuochi41, e quando la fredda morte avrà separato gli arti nell’anima, 385 io come ombra sarò presente in tutti i luoghi. Tu malvagio pagherai la pena. Io verrò a saperlo e questa fama mi giungerà tra i Mani profondi>>. Dopo aver detto queste parole interrompe il discorso a metà e affranta fugge i venti e si rivolge e si strappa lo sguardo da lui lasciando lui che aveva molte esitazioni per la paura che si apprestava 390 a dire molte parole a Didone. Le ancelle la soccorrono e la riportano svenuta nel talamo di marmo e adagiano sui cuscini. Dal canto suo il pio Enea, per quanto desideri lenire il dolore di Didone consolandola, allontanare gli affanni amorosi con le parole, Enea che emette molti gemiti scosso nell’animo dal grande amore, 395 tuttavia segue gli ordini degli dèi e passa in rassegna la flotta. […] 396 E già la prima Aurora lasciando il giaciglio color del croco 584 di Titone42, spargeva le terre di nuovo chiarore. 585 Non appena, la regina vide dalla rocca la prima luce albeggiare 37 Esperia: per i greci indica un luogo posto ad Occidente includendo la Spagna. Qui si riferisce all’Italia. 38 Capo: è la parte più nobile perché distingue un individuo da un altro. 39 Tigri Ircane: tigri che provengono dall’antica Persia. 40 Il padre Saturnio: si riferisce a Giove. 41 Foschi fuochi: metafora per indicare la furia vendicatrice di Didone.