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L'analisi di bilancio, strumento per migliorare le performance aziendali, Tesi di laurea di Analisi Di Bilancio E Principi Contabili

Tesi di laurea in "Economia Aziendale"

Tipologia: Tesi di laurea

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Scarica L'analisi di bilancio, strumento per migliorare le performance aziendali e più Tesi di laurea in PDF di Analisi Di Bilancio E Principi Contabili solo su Docsity! 1 UNIVERSITA’ CARLO CATTANEO – LIUC SCUOLA DI ECONOMIA AZIENDALE CLASSE L 18 Corso di Laurea in Amministrazione e Finanza L’ANALISI DI BILANCIO, STRUMENTO PER MIGLIORARE LE PERFORMANCE AZIENDALI Relatore: Alessandro Cortesi Paper di Laurea di: Tafuro Ilario Matricola n° 16291 Anno Accademico 2014 - 2015 2 AUTORIZZAZIONE ALLA CONSULTAZIONE DEL PAPER DI LAUREA E TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Il sottoscritto Tafuro Ilario - Matricola n°16291 Nato a San Pietro Vernotico il 13 -11 - 1992 Autore del Paper di Laurea dal titolo “L’analisi di bilancio, strumento per migliorare le performance aziendali” [] Autorizza [] Non Autorizza La consultazione del paper stesso, fatto divieto di produrre, in tutto o in parte, quando in essa contenuto. Dichiara inoltre di [] Autorizzare [] Non Autorizzare Per quanto necessità l’università Carlo Cattaneo – LIUC ai sensi della legge n. 196/2003 al trattamento, comunicazione e diffusione e pubblicazione in Italia e all’estero dei propri dati personali per le finalità ed entro i limiti illustrati dalla legge [] Dichiaro di aver preso atto che, ai sensi della legge 19 aprile 1925, n. 475 tutt’ora in vigore, per gli elaborati presentati agli esami per il conseguimento della laurea si configura il reato di plagio e che, qualora gli elaborati fossero opera, anche parziale di altri e quindi si manifestasse il plagio, il reato è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno Data Firma SPAZIO RISERVATO ALLA SEGRETERIA STUDENTI Laureato/a il____________________________ Con la votazione di ______________________ Progressivo verbale n°____________________ 5 CAPITOLO 1: Il Bilancio d’impresa 1.1 Il bilancio d’esercizio Il bilancio d’esercizio, secondo l’attuale disciplina, si presenta come il documento principale per la rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale. Esso mira a rappresentare in maniera veritiera e corretta il quadro generale di una società in un dato istante. Nel corso del tempo tale strumento ha assunto un numero sempre più rilevante di scopi: da strumento di “rendimento di conto” ha assunto progressivamente un ruolo determinante per la determinazione della correttezza dei saldi dei conti. Successivamente, con l’evoluzione dei mercati, questo ha mutato profondamente la propria finalità, assurgendo a ruolo di strumento di comunicazione e di informazione verso tutti i portatori di interessi dell’impresa. Oggi la redazione del bilancio d’esercizio risponde a due principali finalità ovvero quello di fornire informazione agli stakeholders circa l’andamento complessivo dell’impresa (consentendo ai soggetti interessati di esprimere un apprezzamento in merito ai risultati economico-finanziari conseguiti dall’impresa) e di rispondere agli obblighi contabili e fiscali previsti dalla legge. I parametri fondamentali del bilancio sono: - Il contenuto, ovvero l’insieme delle voci che compongono lo stato patrimoniale e la il conto economico; - La struttura, ovvero la modalità di rappresentazione dei dati del sistema di contabilità all’interno dei documenti; - La forma, che esprime la rappresentazione concreta di una data struttura. 6 Grafico 1: I parametri fondamentali di bilancio. La forma di bilancio prescritta dal legislatore contente una rappresentazione delle voci in forma scalare, per il conto economico, e a sezioni contrapposte, per lo stato patrimoniale. Nel rispetto del principio di trasparenza i bilanci devono essere depositati presso la Camera di Commercio competente per il territorio il quale li rende pubblici mettendoli a disposizione a chiunque ne faccia richiesta. 1.2 I documenti fondamentali di bilancio Nel nostro Paese la normativa che disciplina la redazione del bilancio d’esercizio è contenuta negli articoli del Codice Civile che prescrivono che il bilancio d’esercizio sia composto da _ - Stato patrimoniale (art. 2424 c.c.) - Conto economico (art. 2425 c.c.) - Nota integrativa (art. 2427 c.c.) 7 Grafico 2: I documenti fondamentali di bilancio L’art. 2423 del codice civile statuisce che i documenti di bilancio debbano consentire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione finanziaria, economica e patrimoniale della società. L’informazione di bilancio deve quindi essere sempre attendibile e intelligibile, ovvero ispirata dalla corretta applicazione di principi di ragioneria ed atta a fornire un quadro sintetico, chiaro e comprensibile per i destinatari dell’informazione, e nel momento in cui le informazioni richieste dalla legge, non risultino sufficienti al fine di fornire una rappresentazione che risulti veritiera e corretta, il codice civile (art.2423 c.c) ci impone di fornire tutte le informazioni mancanti necessarie allo scopo. Gli schemi di bilancio si sviluppano in differenti livelli articolazione (macro-classi, classi di valori e singole voci). Connessa alla rigidità di tale struttura è l’obbligo di indicazione, per ogni voce, del corrispondente valore risultante dall’esercizio precedente: tale obbligo risponde al principio di comparabilità delle informazioni di bilancio nel tempo consentendo di mettere in evidenza le connessioni che congiungono nel tempo il divenire del sistema di valori d’azienda. Lo Stato patrimoniale, dal quale è possibile ricavare il valore economico di una impresa, rappresenta il documento che consente la rappresentazione della dotazione patrimoniale e 10 sussistenti tra fonti di finanziamento ed investimenti effettuati nonché “le variazioni intervenute nella situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa”. Tale strumento di informazione assume particolare importanza poiché presenta notevole contenuto che, pur traendo origine dal Conto Economico e dallo stato Patrimoniale, non può essere sostituito dagli altri prospetti di bilancio. 2. La relazione sulla gestione: come prescritto dal legislatore, i documenti di bilancio, devono essere corredati da una relazione redatta dagli amministratori, contenente un analisi veritiera ed esauriente della situazione societaria, del risultato della gestione e del suo andamento, nel complesso e nei vari settori in cui essa opera nonché dei rischi ed incertezze a cui la stessa è esposta. Tale documento, che correda i dati contabili e completa il pacchetto informativo di bilancio, consente di illustrare il contesto ambientale in cui l’impresa opera nonché i piani attuali e futuri d’impresa. L’informazione in essa contenuta deve rispettare il principio dell’utilità ovvero nella stessa dovranno trovare inserimento tutte quelle informazioni significative e rilevanti per coloro che devono assumere decisioni economiche nei rapporti intrattenuti con l’impresa. 1.3 I principi di redazione del bilancio L’art. 2423 del Codice Civile impone che il bilancio d’esercizio risponda ai postulati che ne disciplinano la sua redazione. Il primo comma dell’articolo statuisce che l’obbligo di redazione dei documenti fondamentali di bilancio spetta agli amministratori della società. Il secondo comma impone che il bilancio sia redatto in conformità del principio della chiarezza (ovvero deve essere comprensibile per un utente esterni) e debba rappresentare in modo veritiero (senza privilegiare, per forma o contenuto, qualche particolare centro di 11 interessi) e corretto (in modo neutrale) la situazione finanziaria, economica e patrimoniale della società. Tale disposizione, detta anche “clausola generale di bilancio” definisce la principali coordinate dal quale far dipendere tutte le altre regole di redazione dei documenti contabili. Nel terzo comma il legislatore impone il postulato della completezza amministrativa imponendo che, se le informazioni richieste dalle disposizioni di legge non siano sufficienti alla rappresentazione veritiera e corretta, gli amministratori forniscano tutte le altre informazioni complementari necessarie allo scopo derogando alle stesse norme di legge qualora non sia raggiunto lo scopo principale di bilancio (quarto comma). L’articolo del Codice Civile dedicato ai postulati, l’articolo 2423, afferma che “la valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta secondo prudenza e nella prospettiva di continuazione dell’attività aziendale nonché tenendo conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo e del passivo considerato”. Tale disposizione richiama uno dei principi più vecchi che hanno nel tempo guidato gli amministratori nella redazione del bilancio ovvero quello della prudenza amministrativa che impone la non iscrizione in bilancio degli utili solo sperati, e non effettivamente conseguiti, mentre i costi soltanto temuti ne devono trovare collocazione. Il principi della prudenza è stato da sempre considerato quale regola di “buon senso” nel procedimento di elaborazione dei bilanci e sottintende lo scopo di conservazione del capitale. Tale principio è strettamente correlato con quello della competenza, da sempre principio fondamentale di redazione dei bilanci, secondo il quale è necessario tener conto solo dei proventi ed oneri di competenza dell’esercizio, indipendentemente dalla loro manifestazione monetaria. Il legislatore, infine, stabilisce che sono da contabilizzarsi solo gli utili effettivamente realizzati mentre le perdite, anche se solo temute, devono trovare collocazione in bilancio purché di competenza. Ulteriori principi di redazione di redazione del bilancio riguardano la utilità, la prevalenza della sostanza sulla forma, la periodicità, la comparabilità, l’omogeneità, la significatività e la 12 rilevanza dei fatti economici nonché il principio del costo come criteri base di valutazione delle poste di bilancio. 1.4 I criteri di valutazione Redigere il bilancio d’esercizio comporta il compimento di numerose stime da parte degli amministratori, soprattutto per quanto riguarda particolari voci patrimoniali (come gli immobili, o le giacenze di magazzino). Per una corretta determinazione del risultato economico d’esercizio, questo, rappresenta un argomento sensibile ed importante. Infatti, sopravvalutare arbitrariamente attività e passività, porterebbe un’enfatizzazione eccessiva dell’utile d’esercizio e dall’altro lato una minimizzazione delle perdite. Viceversa una sottovalutazione delle attività e una sopravvalutazione delle passività, portano una depressione dell’utile, dando luogo alla formazione delle cosiddette “riserve occulte”, cioè utili conseguiti dalla società che tuttavia non risultano iscritte a bilancio in quanto generate per via del gioco delle valutazioni1. Al fine di evitare e ridimensionare l’effetto distorsivo causato da questi giochi, vengono fissati dal legislatore i principi generali che devono essere osservati nelle valutazioni: quello della prudenza e quello della continuità. Per altro verso determina in maniera dettagliata i criteri ai quali gli amministratori devono attenersi nel momento in cui si vanno a valutare i diversi cespiti (art.2426 c.c.). Tali criteri, oggi come ieri, sono costantemente ispirati al “principio di prudenza”: il criterio di base accolto è infatti quello del “costo storico”. Tali criteri tuttavia sono attualmente disciplinati in modo più analitico, e circoscrivono ulteriormente la discrezionalità tecnica di ogni singolo amministratore. 1 A. M. Fellegara, “Le valutazioni di bilancio nella logica civilistica”, Giuffrè Milano, 1995. 15 La riclassificazione del conto economico secondo il criterio del costo del venduto è la seguente: + Costi operativi sostenuti nell’esercizio + Rimanenze iniziali di materie prime e di merci + Rimanenze iniziali di prodotti finiti e di semilavorati - Rimanenze finali di materie prime e di merci - - Rimanenze finali di prodotti finiti e di semilavorati = Costo del prodotto venduto Grafico 2: Conto economico a ricavi e costi del venduto Ma poiché il costo del prodotto venduto può essere definito come la somma dei costi sostenuti per la produzione e vendita dei prodotti, dai costi delle materie prima ereditate dall’esercizio precedente ed impiegate nella produzione meno il costo delle materie prime acquistate nel periodo e non impiegate, la riclassificazione del conto economico a costo del venduto può essere intesa anche nel seguente modo: + Costi operativi sostenuti nell’esercizio + Rimanenze iniziali di materie prime e di merci - Rimanenze finali di materie prime e di merci = Costo della produzione + Rimanenze iniziali di prodotti finiti e di semilavorati - Rimanenze finali di prodotti finiti e di semilavorati = Costo del prodotto venduto Grafico 3: Riclassificazione del conto economico a costo del venduto 16 La configurazione del Conto economico secondo tale modalità di riclassificazione è la seguente4: Grafico 4: Riclassificazione del conto economico a costo del venduto 2. A valore della produzione e costi della produzione. Tale modalità di riclassificazione consente l’individuazione del valore dell’ammontare di produzione al netto della produzione non venduta nell’esercizio precedente. Tale metodo di riclassificazione può essere così schematizzato: 4 M. Fazzini, “Analisi di bilancio, metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali”, IPSOA, 2013. 17 Grafico 5: Riclassificazione del conto economico a valore della produzione e costi della produzione. Tale modalità di riclassificazione, come imposto dall’art. 2425 del Codice Civile, consente l’evidenziazione e l’analisi di alcune grandezze di fondamentale importanza per l’impresa quali il MOL (Margine Operativo Lordo), dato dalla differenza tra il Valore Aggiunto ed il Costo del lavoro, ed il Valore Aggiunto, determinato come differenza tra il valore della produzione ed i costi della produzione relativi al consumo di beni e servizi5. 5 M. Fazzini, “Analisi di bilancio, metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali”, IPSOA, 2013. 20  La gestione accessoria: Tale aree abbraccia l’insieme di attività che generano proventi ed oneri non ricollegabili o riconducibili ad attività ed operazioni inerenti la gestione caratteristica13. E’ possibili individuare due differenti categorie di attività accessorie: Investimenti “cassaforte” ovvero investimenti finalizzati ad impiegare un surplus di risorse finanziarie che non siano state assorbite dalla gestione operativa; Partecipazioni strategiche in altre società che prevedono l’integrazione in bilancio di “pezzi” della gestione operativa della società ed imprese controllate. Nella gestione accessorie rientrano, infine, “anche oneri e proventi su attività e passività operative che abbiano carattere eccezionale e siano di entità rilevante”.  La gestione fiscale: Tale area afferisce all’insieme dei costi che l’impresa deve sostenere per far fronte alle imposte sui redditi dell’esercizio nonché le attività e passività che sorgono nei confronti dell’Erario a seguito dello sfasamento temporale tra imputazione in bilancio dell’imposta di competenza e versamento. In allegato si espongono i documenti di bilancio, Conto Economico (allegato 2) e Stato Patrimoniale (allegato 3), riclassificati alla luce di quanto precedentemente esposto14. 13 Queste possono riguardare, ad esempio, attività come l’acquisizione di mobili ed immobili non destinati all’attività operativa, l’acquisizione di partecipazioni strategiche, 14 R. Silvi, “Riclassificazione ed indici di bilancio”, McGraw Hill, 2008. 21 CAPITOLO 3: Gli indici di bilancio 3.1 Gli indici di bilancio Gli indici di bilancio si configurano come lo strumento principale per analizzare e valutare situazioni e fenomeni d’azienda complessi. Essi sono strumenti ottenuti mediante il rapporto tra determinate voci di stato patrimoniale e conto economico, e ci consentono di comprendere a pieno fenomeni che risulterebbero complessi, quali: redditività, solidità e liquidità d’impresa. Scegliendo con attenzione, è possibile andare ad analizzare ciascuno dei fenomeni prima citati, comprenderne a pieno le relazioni che si instaurano e il legami che li caratterizzano, consentendoci di esprimere giudizi fondati sulla complessa gestione aziendale Gli indici possono essere raggruppati in alcune categorie: - Produttività ed efficienza; - Redditività - Leva - Sviluppo - Liquidità Gli indici di produttività ed efficienza, sono quelli che ci mostrano se l’impresa possiede o meno la capacità di generare ricavi, attraverso un contenimento delle attività operative. Essi sono normalmente calcolati come rapporto tra grandezze di flusso, come la produzione ed i ricavi, e grandezze di stock e maggiore è il valore che presenterà l’indice, migliore sarà la produttività conseguita dall’impresa. Il primo indice di efficienza è dato dalla “rotazione delle attività operative”, determinato come il rapporto tra i ricavi annui a le attività operative nette (determinate come media tra quelle dell’anno e quelle dell’anno precedente). 22 Tale indice, ci consente di misurare quanto vengono sfruttate le attività operative. Esso dipende dalle scelte adottate dall’impresa, se essa decide di integrare o esternalizzare determinate fasi del processo produttivo, e dall’intensità del capitale che caratterizza il settore di appartenenza dell’impresa. Inoltre tale indice è strettamente dipendente dal grado di sfruttamento della capacità produttiva, commerciale, e dal grado di ammortamento delle immobilizzazioni. Tuttavia non sempre un elevato valore dell’indice ci dà la garanzia che esso rappresenti un elevato livello di efficienza: spesso questo, può essere anche segnale di un eccessivo sfruttamento della capacità oppure elevati gradi di ammortamenti, circostanze che determinano un elevato fabbisogno per nuovi investimenti. Ulteriori indicatori di efficienza sono dati dall’indice di “rotazione del capitale circolante netto” che è determinato come rapporto tra i ricavi ed il capitale circolante operativo netto. Esso definisce la capacità dell’impresa di contenere lo stock medio di rimanenze e di crediti commerciali, “l’indice di rotazione delle scorte” il quale, generato dal rapporto tra i costi variabili di produzione e vendita e le rimanenze, presuppone che la valutazione delle rimanenze sia effettuata valorizzando le stesse al costo variabile anziché a costo pieno, e l’indice del “periodo medio di incasso dei crediti commerciali” calcolato come rapporto tra i crediti verso i clienti ed i ricavi medi giornalieri. L’analisi della liquidità ci consente di analizzare se l’azienda possegga o meno, la capacità di essere “solvibile” nel tempo: con l'espressione grado di liquidità “si intende l'attitudine di un bene ad essere trasformato in moneta nel breve termine senza costituire una perdita di valore rispetto al valore di bilancio”. In poche parole, ogni attività aziendale, è in grado di produrre ricchezza, tuttavia con tempi e opportunità differenti. Gli indici di liquidità spesso sono segnalatori della capacità dell’impresa di rendere liquidi e prontamente disponibili le proprie attività nonché rilevatori della capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni di breve periodo. 25 Tale indice definisce il ritorno degli azionisti sull’investimento del patrimonio netto dell’impresa. La partecipazione degli azionisti al risultato d’esercizio avviene tramite distribuzione dei dividendi oppure l’incremento del patrimonio a seguito di accantonamento a riserve di utili non distribuiti. Maggiore sarà il ROE di un’azienda, maggiore sarà l’appetibilità della stessa. Ulteriori indici sono dati da: Margine di contribuzione sulle vendite = 𝑀𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 Tale indice esprime l’ammontare dei ricavi che residua come margine per la copertura dei costi fissi dopo che abbiano travato una adeguata copertura quelli diretti di produzione e di vendita; Costo medio dei debiti = 𝑂𝑛𝑒𝑟𝑖 𝑓𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖𝑎𝑟𝑖 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑖 𝐷𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑑𝑖𝑡𝑒𝑠𝑜𝑟𝑒𝑟𝑖𝑎 Esprime il tasso di interesse effettivo medio pagato sui debiti di finanziamento. Infine, gli indici di sviluppo, definiscono la dinamica delle principali poste di bilancio e possono essere così espressi: Tasso di sviluppo delle attività operative nette = 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑜𝑡 − 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 1 𝐴𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑜𝑝𝑒𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑜𝑡 − 1 26 Tasso di sviluppo dei ricavi = 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 1 𝑅𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 1 Tasso di sviluppo del patrimonio netto = 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 1 𝑃𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑡 − 1 Indice di leverage o leva finanziaria = Viene utilizzato per misurare il grado di indebitamento dell’azienda. Più elevato è il rapporto di indebitamento, più viene considerata rischiosa un’azienda. 27 CAPITOLO 4: Il caso “PosteMobile S.p.a.” La società “PosteMobile” è una società di telefonia mobile gestita dal gruppo Poste Italiane. Si affaccia sul mercato per la prima volta nel 2007, e attualmente conta un parco clienti di circa tre milioni e mezzo. E’ riuscita ad imporsi in un mercato molto scomodo come quello della telefonia mobile, grazie ad importanti innovazioni. Ad esempio garantisce la possibilità di integrare e intersecare servizi prettamente di telefonia, quali SMS, voce e dati, con servizi finanziari, dispositivi e informativi, garantiti dall’affiliazione con strumenti di pagamento correlati alla società Poste Italiane. Nel mio percorso di tesi ho deciso di analizzarne i bilanci, al fine di comprenderne la situazione economica e patrimoniale. Per quanto riguarda i documenti di bilancio si veda l’allegato 4. In seguito si è svolta una riclassificazione dello stato patrimoniale, secondo il “criterio finanziario” e una riclassificazione del conto economico “a valore aggiunto”. Peri risultati di tale studio si vedano gli allegati 5. e 6. Infine, si è svolta un’analisi, calcolando gli indici necessari ad evidenziare un quadro chiaro della situazione attuale della società. Allegato 7. Dagli indici di bilancio, possiamo osservare che, la redditività della società è scesa da un anno all’altro, sia per quanto riguarda il R.O.I., che per quanto riguarda il R.O.E. In effetti, tutti gli indici di redditività volgono al peggio, molto probabilmente per effetto della crisi economica che ha colpito in maniera generale i mercati. L’unico miglioramento che si può osservare dal 2012 al 2013 è il tasso di indebitamento, che tuttavia porta una diminuzione dell’effetto leva finanziario. In particolare, possiamo osservare che il R.O.E. è sceso, dal 2012 al 2013 di ben sei punti percentuali, con la conseguente diminuzione della redditività, per i possessori dell’azienda. 30 Bibliografia M. Fazzini, “Analisi di bilancio, metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali”, IPSOA, 2013. R. Silvi, “Riclassificazione ed indici di bilancio”, McGraw Hill, 2008. M. Tieghi, S. Gigli, “Gli strumenti per le analisi del bilancio di esercizio”, Il Mulino, 2009. A. Bugari, V. Comito, “Come leggere i bilanci aziendali”, Editori Riuniti, Roma, 1986. A. Cotto, L. Fornero, G. Odetto, “Guida Al Bilancio D'esercizio”, Hoepli Editore, Milano, 2007. A. M. Fellegara, “Le valutazioni di bilancio nella logica civilistica”, Giuffrè Milano, 1995. A. Tommasetti, M. Bisogno, “Contabilità e bilancio d’impresa”, FrancoAngeli, Milano, 2010. B. Giorgio, “Contabilità e bilancio d'esercizio”, Etas Libri, Milano, 2007. F. Corno, G. Lombardi Stocchetti , “La composizione del bilancio d'esercizio”, Guerini Scientifica, Milano, 2011. G. Balestri , “Il bilancio d'esercizio”, Hoepli Editore, 2009. G. Galassi, “Il bilancio d’esercizio d’impresa”, Giuffrè Editore, Milano, 2000. 31 P. Andrei, S Azzali, “Il bilancio d’esercizio d’impresa”, Giuffrè Editore, Milano, 2000 S. Maye, M. Guglielmini, “Che cosa è e come si legge un bilancio di esercizio”, ISEDI, Torino, 1988. 32 APPENDICE Allegato1. Articolo 2426 c.c Nelle valutazioni devono essere osservati i seguenti criteri: 1) le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o di produzione. Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori. Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può comprendere anche altri costi, per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o presso terzi; 2) il costo delle immobilizzazioni, materiali e immateriali, la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione con la loro residua possibilità di utilizzazione. Eventuali modifiche dei criteri di ammortamento e dei coefficienti applicati devono essere motivate nella nota integrativa; 3) l'immobilizzazione che, alla data della chiusura dell'esercizio, risulti durevolmente di valore inferiore a quello determinato secondo i numeri 1) e 2) deve essere iscritta a tale minore valore; questo non può essere mantenuto nei successivi bilanci se sono venuti meno i motivi della rettifica effettuata. Per le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate che risultino iscritte per un valore superiore a quello derivante dall'applicazione del criterio di valutazione previsto dal successivo numero 4) o, se non vi sia obbligo di redigere il bilancio consolidato, al valore corrispondente alla frazione di patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio dell'impresa partecipata, la differenza dovrà essere motivata nella nota integrativa; 4) le immobilizzazioni consistenti in partecipazioni in imprese controllate o collegate possono essere valutate, con riferimento ad una o più tra dette imprese, anziché secondo il criterio indicato al numero 1), per un importo pari alla corrispondente frazione del patrimonio netto risultante dall'ultimo bilancio delle 35 infine riprodotto l'ultimo comma del vecchio testo, che consentiva rettifiche di valore e accantonamenti solo in applicazione di norme tributarie. Allegato 2. CONTO ECONOMICO RISCLASSIFICATO A. RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI B. COSTI VARIABILI DI PRODUZIONE E VENDITA + acquisti di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci + acquisto di servizi + costi per godimento di beni di terzi + costi del personale e)salari e stipendi f) oneri sociali g) Trattamento di fine rapporto h) Trattamento di quiescenza e simili + Costi commerciali variabili - Variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci - - Variazione delle rimanenze di prodotti in corso su di lavorazione, semilavorati e finiti - Variazione dei lavori in corso su ordinazione - Costi variabili capitalizzati nell’esercizio C. A-B = MARGINE DICONTRIBUZIONE D. COSTI GENERALI (COSTI FISSI DI STRUTTURA E DI SVILUPPO) Per tipo di risorsa acquisita Per destinazione + Acquisti di servizi + costi per godimento beni di terzi + Costi del personale (diverso dalla manodopera diretta) e) Salari e stipendi f) Oneri sociali g) Trattamento di fine rapporto h) Trattamento di quiescenza e simili - Costi generali capitalizzati nell’esercizio + Costi amministrativi e generali + spese di ricerca e sviluppo + Spese di marketing + Spese di formazione del personale - Costi generali capitalizzati nell’esercizio E. RICAVI E COSTI NON RICORRENTI + Altri ricavi e proventi - Oneri diversi di gestione F = C – D – E = MARGINE OPERATIVO LORDO 36 G. AMMORTAMENTI ACCANTONAMENTI E SVALUTAZIONI + Ammortamenti delle immobilizzazioni materiali + Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali + Altre svalutazioni delle immobilizzazioni + Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante operativo + Accantonamenti per rischi + Altri accantonamenti H = F – G = RISULTATO OPERATIVO I. ONERI E PROVENTI FINANZIARI - Interessi passivi + Interessi attivi J. UTILI/PERDITE IN CONTO CAPITALE SU ATTIVITA’ FINANZIARIE K. DIFFERENZE DI CAMBIO L = I + J + K = RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA M = H + L = RISULTATO (LORDO) PRIMA DELLE IMPOSTE N. IMPOSTE SUI REDDITI O = M – N = RISULTATO (NETTO) DELL’ESERCIZIO 37 Allegato 3. STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO ATTIVITA' PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO Crediti verso clienti (al netto di fondi rettificativi) + Rimanenze di materie prime, semilavorati e prodotti finiti = ATTIVITÀ CORRENTI OPERATIVE (A) Immobilizzazioni materiali lorde - Fondo ammortamento imm. materiali = IMMOBILZZAZIONI MATERIALI NETTE (B) Immobilizzazioni immateriali lorde - Somme ammortamenti effettuati = IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI NETTE (C) = ATTIVITÀ OPERATIVE TOTALI (D=A+B+C) Debiti verso fornitori + Debiti verso dipendenti a breve = PASSIVITÀ CORRENTI OPERATIVE + Fondo TFR = PASSIVITÀ OPERATIVE TOTALI (I) RISERVE STRATEGICHE DI LIQUIDITÀ (E) + ATTIVITÀ DI TESORERIA (F) = ATTIVITÀ FINANZIARIE TOTALI (G=E+F) Debiti strutturali a medio lungo termine +Debiti strutturali a breve termine +Debiti di tesoreria = PASSIVITÀ FINANZIARIE TOTALI (J Capitale sociale +Riserve +Risultato netto di esercizio = PATRIMONIO NETTO (K=H-I-J) 40 STATO PATRIMONIALE STANDARD Non Cons. - IFRS Non Cons. - IFRS 31/12/2013 31/12/2012 12 Mesi 12 Mesi EUR EUR Tipologia di Bilancio Dettagliato Dettagliato ATTIVO A. CREDITI VERSO SOCI 0 0 Parte già richiamata 0 0 B. TOTALE IMMOBILIZZAZIONI sep.ind. Di quelle conc. In loc. Finanz. 101012000 93478000 B.I. TOTALE IMMOB. IMMATERIALI 58046000 55318000 B.I.1. Costi impianto e ampl. 0 0 B.I.2. Costi ricerca e pubb. 0 0 B.I.3. Diritti brevetto ind. 40977000 38154000 B.I.4. Concessioni, licenze 2694000 1341000 B.I.5. Avviamento 0 0 B.I.6. Imm. in corso 14375000 15823000 B.I.7. Altre immobiliz. Immateriali 0 0 Fondo amm.to Immob. Immateriali 73093000 18097000 B.II. TOTALE IMMOB. MATERIALI 42897000 38093000 B.II.1. Terreni e fabbricati 0 0 B.II.2. Impianti 4446000 8658000 B.II.3. Attrez. industriali 0 1842000 B.II.4. Altri beni 30226000 21353000 B.II.5. Imm. in corso/acconti 8225000 6240000 Fondo amm.to Immob. Materiali 140376000 126907000 B.III. TOTALE IMMOB. FINANZIARIE 69000 67000 B.III.1. TOT Partecipazioni 61000 59000 B.III.1.a. Imprese controllate 0 0 B.III.1.b. Imprese collegate 61000 59000 B.III.1.c. Imprese controllanti 0 0 B.III.1.d. Altre imprese 0 0 B.III.2. TOT CREDITI Imm. Fin. 8000 8000 B.III.2.a. Cred. vs Controllate entro 0 0 B.III.2.a. Cred. vs Controllate oltre 0 0 B.III.2.b. Cred. vs Collegate entro 0 0 B.III.2.b. Cred. vs Collegate oltre 0 0 B.III.2.c. Cred. vs Controllanti entro 0 0 B.III.2.c. Cred. vs Controllanti oltre 0 0 41 B.III.2.d. Cred. vs Altri entro 0 0 B.III.2.d. Cred. vs Altri oltre 8000 8000 B.III.>>> CREDITI FIN. A BREVE 0 0 B.III.>>> CREDITI FIN. A OLTRE 8000 8000 B.III.3. Altri titoli 0 0 B.III.4. Azioni proprie 0 0 Azioni proprie DI CUI: Val nominale 0 0 C. ATTIVO CIRCOLANTE 200099000 222299000 C.I. TOTALE RIMANENZE 3867000 3180000 C.I.1. Materie prime 0 0 C.I.2. Prodotti semilav./in corso 0 0 C.I.3. Lavori in corso 0 0 C.I.4. Prodotti finiti 3415000 2961000 C.I.5. Acconti 452000 219000 C.II. TOTALE CREDITI 175178000 186756000 C.II.1. Cred. vs Clienti entro 59785000 59792000 C.II.1. Cred. vs Clienti oltre 0 0 C.II.2. Cred. vs Controllate entro 35291000 64293000 C.II.2. Cred. vs Controllate oltre 0 0 C.II.3. Cred. vs Collegate entro 37922000 52466000 C.II.3. Cred. vs Collegate oltre 0 0 C.II.4. Cred. vs Controllanti entro 30161000 0 C.II.4. Cred. vs Controllanti oltre 0 0 C.II.4.bis Cred. tributari entro 1309000 6048000 C.II.4.bis Cred. tributari oltre 0 0 C.II.4.ter Cred. per imposte anticipate entro 0 0 C.II.4.ter Cred. per imposte anticipate oltre 3747000 2836000 C.II.5. Cred. vs Altri entro 6963000 1321000 C.II.5. Cred. vs Altri oltre 0 0 C.II.>>> CREDITI A BREVE 171431000 183920000 C.II.>>> CREDITI A OLTRE 3747000 2836000 C.III. TOTALE ATTIVITA' FINANZIARIE 0 0 C.III.1. Partec.ni in Controllate 0 0 C.III.2. Partec.ni in Collegate 0 0 C.III.3. Partec.ni in Controllanti 0 0 C.III.4. Altre Partec.ni 0 0 C.III.5. Azioni proprie 0 0 C.III.5. Azioni proprie DI CUI: Val nominale 0 0 C.III.6. Altri titoli 0 0 C.IV. TOT. DISPON. LIQUIDE 21054000 32363000 C.IV.1. Depositi bancari 21054000 32363000 C.IV.2. Assegni 0 0 C.IV.3. Denaro in cassa 0 0 42 D. RATEI E RISCONTI 1119000 1123000 Disaggio su prestiti TOTALE ATTIVO 302230000 316900000 PASSIVO PATRIMONIO NETTO A. TOTALE PATRIMONIO NETTO 95414000 79100000 A.I. Capitale sociale 32561000 32561000 A.II. Riserva da sovrapprezzo 0 0 A.III. Riserva di rivalutazione 0 0 A.IV. Riserva legale 2006000 1102000 A.V. Riserva statutaria 0 0 A.VI. Riserva azioni proprie 0 0 A.VII. Altre riserve 13518000 13213000 A.VIII. Utile/perdita a nuovo 31574000 14136000 A.IX. Utile/perdita di esercizio 15755000 18088000 B. TOTALE FONDI RISCHI 1865000 3662000 B.1. Fondo di Quiescenza 0 0 B.2. Fondo Imposte anche differite 1865000 3662000 B.3. Altri Fondi 0 0 C. TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO 2298000 2863000 DEBITI D. TOTALE DEBITI 180655000 210036000 D.1. Obblig.ni entro 0 0 D.1. Obblig.ni oltre 0 0 D.2. Obblig.ni convert. entro 0 0 D.2. Obblig.ni convert. oltre. 0 0 D.3. Soci per Finanziamenti entro 0 0 D.3. Soci per Finanziamenti oltre 0 0 D.4. Banche entro 0 0 D.4. Banche oltre 0 0 D.5. Altri finanziatori entro 5023000 1037000 D.5. Altri finanziatori oltre 1273000 2171000 D.6. Acconti entro 0 0 D.6. Acconti oltre 0 0 D.7. Fornitori entro 122663000 176740000 D.7. Fornitori oltre 0 0 D.8. Titoli di credito entro 0 0 D.8. Titoli di credito oltre 0 0 D.9. Imprese Controllate entro 0 0 45 A.5. Altri ricavi 2529000 3223000 C.15. Tot. proventi da partecip. 0 0 da imprese controllate/collegate C.16.a. Da Crediti 0 0 di cui da Contr/coll C.16.b. Da titoli iscr. imm. 0 0 C.16.c. Da titoli iscr. att.circol. 0 0 RISULTATO DELLA GESTIONE PATRIMONIALE 2529000 3223000 RISULTATO OPERATIVO € 13.111.000 € 17.743.000 C.16.d. Proventi fin. Diversi 705000 170000 C.17. TOT Oneri finanziari -123000 -307000 C.17.bis Utili e perdite su cambi -1000 -2000 D.18.a. Rivalut. di partec. 0 0 D.18.b. Rivalut. di altre imm. fin. 0 0 D.18.c. Rivalut. di titoli 0 0 D.19.a. Svalut. di partec. 0 0 D.19.b. Svalut. di altre imm. fin. 0 0 D.19.c. Svalut. di titoli 0 0 RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA 581000 -139000 RISULTATO DI COMPETENZA € 13.692.000 € 17.604.000 E.20. Proventi Straordinari 12267000 10111000 E.21. Oneri Straordinari -353000 0 RISULTATO GESTIONE STRAORDINARIA 11914000 10111000 RISULTATO ANTE IMPOSTE € 25.606.000 € 27.715.000 22.a Imposte correnti -12742000 -9652000 22.b Imposte differite e anticipate 2891000 25000 22. Totale Imposte sul reddito correnti, differite e anticipate -9851000 -9627000 UTILE/PERDITA € 15.755.000 € 18.088.000 46 Allegato 6. La riclassificazione dello Stato Patrimoniale col “Criterio della Liquidità/Esigibilità” ATTIVO 2013 2012 C.IV.1. Depositi bancari 21054000 32363000 C.IV.2. Assegni 0 0 C.IV.3. Denaro in cassa 0 0 TOT DISP LIQUIDE 21054000 32363000 C.II.1. Cred. vs Clienti entro 59785000 59792000 C.II.2. Cred. vs Controllate entro 35291000 64293000 C.II.3. Cred. vs Collegate entro 37922000 52466000 C.II.4. Cred. vs Controllanti entro 30161000 0 C.II.4.bis Cred. tributari entro 1309000 6048000 C.II.4.ter Cred. per imposte anticipate entro 0 0 C.II.5. Cred. vs Altri entro 6963000 1321000 C.III. TOTALE ATTIVITA' FINANZIARIE 0 0 C.I.5. Acconti 452000 219000 B.III.2.a. Cred. vs Controllate entro 0 0 B.III.2.b. Cred. vs Collegate entro 0 0 B.III.2.c. Cred. vs Controllanti entro 0 0 B.III.2.d. Cred. vs Altri entro 0 0 Parte già richiamata 0 0 D. RATEI E RISCONTI 1119000 1123000 TOTALE LIQUIDITA' DIFFERITE 173002000 185262000 C.I.1. Materie prime 0 0 C.I.2. Prodotti semilav./in corso 0 0 C.I.3. Lavori in corso 0 0 C.I.4. Prodotti finiti 3415000 2961000 TOTALE DISPONIBILITA' RIMANENZE 3415000 2961000 TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE € 197.471.000 € 220.586.000 IMMOBILIZZAZIONE IMMATERIALI 58046000 55318000 B.I.1. Costi impianto e ampl. 0 0 B.I.2. Costi ricerca e pubb. 0 0 47 B.I.3. Diritti brevetto ind. 40977000 38154000 B.I.4. Concessioni, licenze 2694000 1341000 B.I.5. Avviamento 0 0 B.I.6. Imm. in corso 14375000 15823000 B.I.7. Altre immobiliz. Immateriali 0 0 IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 42897000 38093000 B.II.1. Terreni e fabbricati 0 0 B.II.2. Impianti 4446000 8658000 B.II.3. Attrez. industriali 0 1842000 B.II.4. Altri beni 30226000 21353000 B.II.5. Imm. in corso/acconti 8225000 6240000 IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE 3816000 2903000 A. CREDITI VERSO SOCI 0 0 B.III.1.a. Imprese controllate 0 0 B.III.1.b. Imprese collegate 61000 59000 B.III.1.c. Imprese controllanti 0 0 B.III.1.d. Altre imprese 0 0 B.III.2.a. Cred. vs Controllate oltre 0 0 B.III.2.b. Cred. vs Collegate oltre 0 0 B.III.2.c. Cred. vs Controllanti oltre 0 0 B.III.2.d. Cred. vs Altri oltre 8000 8000 B.III.3. Altri titoli 0 0 B.III.4. Azioni proprie 0 0 C.II.1. Cred. vs Clienti oltre 0 0 C.II.2. Cred. vs Controllate oltre 0 0 C.II.3. Cred. vs Collegate oltre 0 0 C.II.4. Cred. vs Controllanti oltre 0 0 C.II.4.bis Cred. tributari oltre 0 0 C.II.4.ter Cred. per imposte anticipate oltre 3747000 2836000 C.II.5. Cred. vs Altri oltre 0 0 TOTALE IMMOBILIZZAZIONI € 104.759.000 € 96.314.000 TOTALE ATTIVO € 302.230.000 € 316.900.000 PASSIVITA' CORRENTI D.1. Obblig.ni entro 0 0