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Guide e consigli
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L'arte romana prima della repubblica: l'arte del ritratto e le tecniche costruttive, Sintesi del corso di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Un'analisi dell'arte romana antecedente alla Repubblica, con particolare attenzione alla Cista Ficoroni, alla pittura celebrativa, all'arte del ritratto, alle tecniche costruttive e all'architettura del paesaggio. Vengono descritte le tracce romane nel paesaggio europeo e le tecniche costruttive dell'opus caementicium e dei parametri murari, con l'uso dell'arco e della volta. utile per comprendere l'evoluzione dell'arte romana e le sue influenze.

Tipologia: Sintesi del corso

2022/2023

In vendita dal 12/04/2023

ionessunocentomila
ionessunocentomila 🇮🇹

2 documenti

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Scarica L'arte romana prima della repubblica: l'arte del ritratto e le tecniche costruttive e più Sintesi del corso in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! L’ARTE ROMANA PRIMA DELLA REPUBBLICA ROMANI, GRECI, ITALICI Il concetto di “arte romana” è molto difficile da definire sia nel tempo che nello spazio. Intendiamo per “arte romana” tutto quanto è stato prodotto sotto il dominio di Roma. In alcune regioni la cultura romana si innestava su una millenaria storia locale. Altrettanto problematica è la distinzione tra “arte aulica” (o “ufficiale”) e “arte popolare” (o “plebea”). Questi termini sono stati coniati per spiegare la compresenza di opere attente ai modelli greci e all’imperativo naturalistico italico. Solo un’ampia definizione come quella di “arte plurale”, tuttavia, può però descrivere davvero la molteplicità di voci e di stili dell’arte romana. LA CISTA FICORONI Si tratta di un recipiente bronzeo dal corpo cilindrico. I contenitori che chiamiamo ciste, destinate alla toeletta femminile, erano una produzione tipica della zona di Palestrina. Anche se la forma riconduce agli etruschi, la decorazione raffigura un episodio della saga degli Argonauti. Sotto lo sguardo benevolo di Atena, Polluce lega a un albero il re Àmico, che aveva osato sfidarlo nella lotta. Dal cielo scende una nike a incoronare il vincitore. Sulla sinistra, un’anfora rovesciata simboleggia l’acqua che Àmico aveva negato agli Argonauti. La presa della cista allude alla dimensione spensierata del simposio, con il dio del vino, Dioniso, sostenuto da due satiri. L’iscrizione presente ci rivela che la cista è stata fatta da Novio Plauzio, un maestro magnogreco, che realizzò il vaso a Roma e lo portò a Palestrina. LA PITTURA CELEBRATIVA Con l’inizio delle campagne di conquista, all’arte è affidato anche il compito di celebrare la potenza di Roma e le imprese dei suoi eserciti. L’ARTE DEL RITRATTO L’esigenza di celebrare la grandezza dello stato e il ruolo dell’individuo sulla scena pubblica è un tratto caratteristico dell’arte romana. I patrizi romani conservavano le immagini degli antenati defunti. In occasione dei successivi funerali di un membro della casata, queste immagini erano portate in corteo lungo le vie della città. Il possesso delle immagini degli antenati era uno strumento di prestigio. A questa stessa usanza si deve l’introduzione del busto. Il volto di un anziano da Osimo presenta capelli radi, occhi infossati e rughe fittissime. l’uomo sembra armato di uno spirito tenace. Le rughe esasperate riflettono le venerande abitudini contadine dell’aristocratico. Il volto di Pompeo presenta un ovale pieno, le rughe profonde sulla fronte alludono alla dimensione intellettuale; i lineamenti non tradiscono alcuna alterazione, ma dominano equilibrio e armonia. LE TECNICHE COSTRUTTIVE E L’ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO TRACCE ROMANE NEL PAESAGGIO I Romani hanno lasciato una traccia indelebile sul paesaggio europeo: nuove strade e nuovi ponti rendevano raggiungibili anche le zone più remote. La radicale riorganizzazione del territorio si adattava di volta in volta alle caratteristiche naturali dei luoghi. I concetti fondamentali dell’arte di costruire dei Romani sono la solidità e la funzionalità. Il linguaggio e la tecnologia dell’architettura romana attingono ampiamente sia ai modelli greco-ellenistici sia alle esperienze maturate in seno alle culture italiche. Secondo l’architetto romano Vitruvio, le costruzioni devono rispondere ai principi di robustezza, utilità e bellezza. L’OPUS CAEMENTICIUM E I PARAMETRI MURARI Alla base dell’architettura romana si ha una sorta di impasto di malta e pietrame, che va sotto il nome di “opera cementizia”. La malta è a sua volta costituita da un legante, la calce, mescolato a sabbia o pozzolana. La malta fabbricata con pozzolana fa presa e indurisce anche in acqua. L’opera cementizia non è solitamente a vista, ma il conglomerato viene gettato tra due paramenti murari. Questi sono eretti in pietra o, più spesso, in laterizi, cioè mattoni cotti nella fornace. A seconda del materiale e della disposizione degli elementi ì, i parametri murari hanno un diverso nome. Se il paramento è interamente costruito in laterizi si chiamerà “opera laterizia”. Sulla base del disegno, possiamo distinguere: ● opera incerta ● opera reticolata ● opera listata ● opera spiccata ● opera mista (quando il paramento alterna due trame diverse) Anche i paramenti non erano destinati a essere visti. Sopra si applicava uno strato d’intonaco o si applicavano lastre di marmo. L’USO DELL’ARCO E DELLA VOLTA L’invenzione dell’opera cementizia è la premessa fondamentale per la diffusa applicazione di due strutture curve quali l’arco e la volta. L’arco è composto da blocchi di pietra o mattoni, posizionati grazie all’uso di una struttura in legno detta “cèntina”. Il concio posto nel punto più alto è il concio di chiave. Il piano orizzontale da cui incomincia l’arco è il piano di imposta. L’arco più comune è quello a tutto sesto, cioè semicircolare; l’arco più lungo si dice “ a sesto ribassato”, in caso contrario è sesto acuto. Dal principio dell’arco deriva la volta. Il peso della struttura è trasmesso alle solide murature che sostengono la volta, cioè le imposte. Il tipo di volta più semplice è quello a botte. Dall’incrocio longitudinale di due volte a botte si ottiene la volta a crociera. Divisa in quattro spicchi, indirizza le spinte della struttura verso gli angoli. Per costruire archi e volte sono necessarie poderose macchine da cantiere, gru per sollevare e posizionare pesanti blocchi, e armature provvisorie per sostenere le strutture in via di realizzazione. IL TOGATO BARBERINI La foggia dell’abito, che arriva fino alle caviglie e avvolge il corpo con pieghe abbondanti, suggerisce una datazione agli ultimi anni del I secolo a.C. La testa originale è stata sostituita con un altro ritratto romano. Il ritratto che il togato regge nella mano destra è realizzato secondo lo stile della metà circa del I secolo a.C, mentre quello nella mano sinistra risponde al gusto della generazione successiva: padre e nonno.