Scarica L'equivoco della famiglia di Chiara Saraceno e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! L’EQUIVOCO DELLA FAMIGLIA Capitolo 1 “Famiglie. Sostantivo plurale” Esistono diverse modalità per definire una famiglia, sia per motivi morali e amministrativi sia perché esistono miti che la riguardano. La famiglia può essere vista come un rifugio oppure come un luogo in cui domina l’egoismo e l’oppressione, è anche il luogo sociale e simbolico in cui le differenze di sesso e di generazione vengono assunte come fondanti. Il nucleo famigliare è stato a lungo, ed in larga parte tutt’ora, l’istituzione base dell’eteronormatività; considerando pericolosa, per la sopravvivenza della famiglia, la teoria che argomenta la non naturalità dei ruoli di genere e la possibilità che persone dello stesso sesso possano formare una famiglia. Inoltre l’introduzione della dimensione amorosa ha indebolito la concezione di eteronormatività, come unica regola di formazione e di riconoscimento della coppia. Cinque diversi mutamenti hanno interessato e modificato i modi di fare famiglia in Occidente: rapporti e l’identità di genere, rapporti tra le generazioni, famiglia nei paesi Occidentali, eteronormatività e eterosessualità, centralità della famiglia. In Italia si continua a considerare la famiglia come il modello prevalente che riesca a far fronte alle domande di sostegno economico e di cura. Bisognerebbe, inoltre, instaurare dei rapporti di responsabilità duraturi tra le nuove e vecchie generazioni e valorizzare il nucleo famigliare composto solamente dai coniugi che non hanno la possibilità e la capacità generatrice. Oggigiorno la famiglia non è più vista secondo una visione tradizionale, un aspetto che è variato è quello dell’amore considerato il fondamento del rapporto di coppia coniugale e della dimensione generativa. Nella seconda metà del 1800 negli stati Europei e negli USA il matrimonio era visto come una “unità fusionale” in cui ognuno si dona a favore dell’unità (visione considerata asimmetrica), inoltre ciò che differenzia il dono dallo scambio mercantile è la libertà, la valutazione e reciprocità. Anche la chiesa Cattolica ha una concezione della coppia basata sul donare sé stessi all’altro. Secondo il sociologo Giddens una relazione per essere considerata pura deve essere fondata su una democrazia dei sentimenti, sulla libertà e sulla fiducia, inoltre egli ritiene che le persone omosessuali siano stati i pionieri nella scoperta del nuovo mondo di relazioni. Ogni famiglia costruisce e vive entro confini, che non coincidono mai completamente per tutti i componenti di una stessa famiglia; le norme giuridiche che definiscono una famiglia possono variare da un paese all’altro, questa variabilità rende chiara la differenza dei confini e delle restrizioni imposte. Nel 2016 in Italia c’è stato un importante cambiamento culturale sul significato di matrimonio, fu introdotta infatti una normativa che affermava che i conviventi hanno pari diritti di persone sposate. Negli ultimi anni le innovazioni giuridiche hanno portato al riconoscimento delle coppie omosessuali, infatti il matrimonio, secondo l’autrice, dovrebbe essere un’opportunità sia per le coppie etero e gay e non solo l’unica forma di relazione affettiva riconosciuta. Inoltre queste coppie richiedono una forma di genitorialità attraverso la riproduzione assistita, una madre surrogata e l’adozione. È stato poi riscontrato che i bambini di coppie omosessuali non mostrano nessuna difficoltà sul piano psicologico e sullo sviluppo della personalità, ma possono trovarne in un contesto ostile alle relazioni omosessuali. Capitolo 2 “nuove madri, nuovi padri” In Italia vi è un basso tasso di fecondità, poiché si contrappone all'occupazione lavorativa che spesso viene negata/ostacolata alla prossimità di una gravidanza. Di conseguenza le donne sono portate ad avere figli in età più matura o, addirittura, vederli come uno “ostacolo” per il proprio futuro. Si è persa la connessione che essere madre vuol dire essere anche donna, quindi svolgere anche delle attività al di fuori dei figli (secondo lo psicoanalista, Recalcati). La donna non deve essere solamente la mamma migliore, occorre che anche il figlio lo sia, sviluppando tutte le competenze per competere con gli altri. Una madre viene etichettata come inadeguata solo perché ha una bassa istruzione, non è in grado di fornire ai figli stimoli cognitivi. Le madri con diversi livelli di istruzione sono soggette a diversi limiti che portano alla nascita di tensione tra di loro, per esempio, le madri con un alto livello di istruzione hanno le migliori chances sul mercato del lavoro; invece le madri a bassa istruzione vengono incoraggiate a partecipare al mercato di lavoro per contribuire economicamente nei figli, sono costrette a delegare i figli ai servizi per la prima infanzia. Dai dati dell’ISTAT, in Italia, ci sono 4 milioni e mezzo di donne che vivono con figli dagli 0 agli 11 anni, sono coloro che fanno più fatica a stare nel mercato del lavoro a causa del carico di lavoro non retribuito e di responsabilità di cura della famiglia. Questo spiega perché l’Italia è tra gli ultimi posti nel rapporto globale sulla disparità di genere per l’accesso al lavoro remunerato e alla maternità. Per festeggiare le mamme, occorrerebbe ampliare la loro libertà, specie quelle più svantaggiate. Il ruolo famigliare di padre è debole perché è sempre stato legittimato come ruolo sociale più forte di quello materno. Alle madri era affidato il compito di accudimento e ai padri quello dell'autorità. Entrambi i ruoli sono stati sottoposti a tensioni, perciò le madri che sono anche lavoratrici rischiano di essere considerate poco materne e i padri accudenti poco autorevoli. La paternità è colei che ha conosciuto più cambiamenti fino ad oggi. Anche la maternità è vista come una scelta libera, questo grazie all'esistenza di contracettivi femminili e da leggi, come quelle dell'aborto. La donna oltre a potersi rifiutare di avere un figlio, può anche dichiarare che il marito non è il padre. L'uomo che ha dei dubbi sulla sua paternità può acquistare un kit per il test di paternità. | bambini cui la madre è occupata non ricevono meno cure materne, ma guadagno quelle paterne, al contrario i figli di madri casalinghe sono quelli che fruiscono di minor tempo e di cura paterne. | padri continuano a dare maggiore importanza al lavoro remunerato, riducendo il tempo libero e favorendo i figli, invece le madri riducono entrambi gli aspetti. La cura dei figli è ritenuta una prioritaria responsabilità materna e che l'assenza paterna o materna per lavoro non è considerata un danno per il benessere psicologico di un bambino piccolo. Le ricerche segnalano che i padri presenti nella cura dei figli sono quelli più presenti anche in caso di separazione, perché hanno sviluppato sia un attaccamento sia relazioni pratiche. Il ruolo di padri accudenti è da incoraggiare. Per questo sono state rafforzate la durata e l'indennità del congedo genitoriale, riservando almeno una quota di 2 mesi ai padri, in cui nessuno dei due genitori può prendere più di 6/10 mesi, è pagata solo per i primi 6 mesi solo se fruiti all'interno del 3° anno di vita del bimbo. L'autrice evidenzia che sarebbe opportuno coinvolgere di più i padri nella cura dei figli fin dalla nascita ma quest'idea, specialmente nel nostro paese incontra ancora molte resistenze. Non stupisce che spesso siano le madri e non i padri a prendere il congedo genitoriale e non stupisce che una madre lavoratrice su cinque lasci il lavoro entro i primi due anni di vita del figlio. È presente una proposta di legge nella quale viene affermato il volere far sì che siano presenti dai 2 ai 15 giorni di paternità obbligatoria, proposta al quanto poco realistica. Perciò per far sì che i padri siano più presenti nella cura dei figli occorre lavorare sul congedo genitoriale, incentivandone la fruizione da parte dei padri meglio ancora se in assenza della madre in questo modo non avrebbero un ruolo secondario nel rapporto di cura. | padri, inoltre, oltre che ad essere frenati dalla cultura nell’ottenere il congedo genitoriale sono anche influenzati da una possibile diminuzione dello stipendio. [adozioni]Per evitare che le adozioni internazionali diano luogo ad abusi l’Italia ha aderito alla convenzione internazionale dell’Aja (1993) sulla tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, inoltre ha reso obbligatorio il ricorso alla mediazione di enti autorizzati. Molti paesi in cui si trovano i bambini candidati all'adozione internazionale hanno incominciato a denunciare una sorta di imperialismo adottivo da parte dei paesi più ricchi, inoltre spesso l'adozione si configura come una scrematura dei bambini più appetibili e con meno problemi (disabilità). I bambini spesso diventano la posta di negoziazioni ed interessi che non sempre hanno il loro benessere come priorità. La questione se esista un diritto assoluto ad avere figli, anche in presenza di difficoltà di tipo fisiologico, rimane aperta. L'Italia è tra i paesi più restrittivi per quanto riguarda le tecniche di riproduzione assistita, per questo motivo chi ne ha i mezzi aggira queste restrizioni recandosi in altri paesi ove possibile. Ricordiamo innanzi tutto che “i figli non sono un diritto” ciò però non deve implicare che chi non è fertile o coppie omosessuali non debbano averne, se esclusivamente coloro che ne hanno le possibilità possono avere figli dovremmo condannare ogni forma di riproduzione assistita e vietare in questo modo anche l'adozione. Capitolo 3 “Dalla parte dei figl In Italia, i figli di coppie dello stesso sesso continuano a rimanere orfani di un genitore, e quello non biologico viene riconosciuto come estraneo. Questi bambini, purtroppo, continuano ad avere due genitori non legalmente riconosciuti dalla legge. La soluzione a questo problema è “l'affido rinforzato” ovvero, i genitori non biologici, pur non essendo riconosciuti legalmente, devono assumere le responsabilità dei genitori effettivi, anche se possono venire esclusi in qualsiasi momento da questo rapporto per decisione del tribunale, ad esempio se succede qualcosa all’interno della coppia. Per concludere, i figli di genitori omosessuali non hanno gli stessi diritti dei figli di una coppia affidataria di sesso diverso. Una situazione analoga si verifica quando si ricorre ad una gestazione surrogata. Ai bambini di coppie omosessuali viene negato il diritto ad avere due genitori legalmente riconosciuti. Alcuni parlamentari, addirittura, avrebbero voluto rendere orfani i bambini nati da una madre surrogata, punendo i genitori, nonostante siano ricorsi a pratiche legali. Vi è ancora una forte discriminazione tra figli, sulla base del modo in cui sono venuti al emarginare una persona, diventa il diritto al rispetto e all’integrità personale. Occorre però anche un cambiamento nell’opinione pubblica e nella società. Purtroppo con l’avvenire di questi fatti molti ragazzi hanno paura di confidarsi e fidarsi. Infatti l'adolescenza è un periodo della vita, fragilissimo, in cui prevale molto il giudizio dei propri pari, ma anche dei genitori ed insegnanti. A seguito del matri-patricidio di Pontelangorino, avvenuto a gennaio 2017, scatta il pensiero delle cause, come l’incapacità dei genitori di oggi, di educare e comprendere i propri figli o alla società contemporanea. In questa società abbiamo un’idea di famiglia, che è regolata dall’amore e dalla solidarietà e dunque facciamo fatica ad accettare il non amore per i genitori e per i figli, l’odio e la malvagità, il rancore per la loro autorità e l’insofferenza, per una dipendenza da cui non si è in grado di svincolarsi. Oggi, gli adolescenti vivono in un mondo di incertezze, con regole anche contradditorie e questo ha comportato il “disagio giovanile” causato anche dalla famiglia stessa, imputato dall’incertezza sul futuro. In una famiglia può influire molto la violenza e l’aggressività sui figli, dunque è molto importante che nel contesto in cui cresce il ragazzo, ci siano gli stimoli adeguati. Capitolo 7 “Il «Welfare» imperfetto” Vengono esposte le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni applicabili a questioni sociali particolarmente ricorrenti nella quotidianità italiana, quali: la rarità della fecondità, la popolazione anziana, la povertà minorile, comparandoli anche con la situazione di altri Stati europei come la Germania. La questione della fecondità è assai complessa e particolarmente semplificata e banalizzata. Si banalizza affermando che le coppe giovani non desiderano più procreare o che non se ne prendono la responsabilità. La difficoltà, secondo Chiara Saraceno sta nella precarietà o la mancanza di un’occupazione e di possibilità di conciliarla con la presenza dei figli. Se si pensa poi ai servizi per l'infanzia, ad esempio, ci si accorge di quando essi siano distribuiti in modo assolutamente disomogeneo o siano insufficienti. Se inoltre non c’è un rinnovo del contratto dopo la maternità ciò non dà nessuna tranquillità alle donne intenzionate ad avere figli. È un grande errore quello che si sta facendo nel colpevolizzare solo le famiglie per la diminuzione delle nascite quando al governo si mettono in atto delle politiche che rendono difficile alle giovani coppie che lo desiderano, decidere di avere un figlio. La Saraceno sostiene l’importanza di ampliare il dibattito sulla sessualità nelle scuole cercando di insegnare a vivere con rispetto e tranquillità questo tema apparentemente scontato ma complicato allo stesso tempo. Anche per quanto riguarda il mondo degli anziani, in Italia è risaputo che il tasso di anzianità è maggiore rispetto alle nascite, ma nonostante ciò i servizi a disposizione delle persone ultraottantenni con problemi sia fisici che mentali, sono insufficienti o piuttosto non sono adeguatamente organizzati o accessibili a tutti. Un’altra questione ricorrente è la povertà minorile. Ci sono famiglie numerose con un solo componente occupato, a volte con un reddito basso o non sufficiente al numero di persone di cui è composto il nucleo familiare. Occorrerebbe aumentare il numero di adulti occupati in famiglia oppure facilitare il ruolo delle donne nel mondo del lavoro. Lo stato potrebbe introdurre un reddito minimo per i poveri, determinare una soglia di reddito familiare, oltre ai bonus bebè e agli assegni per il terzo nascituro che sono in parte già in vigore. La povertà economica è poi accompagnata da altri svantaggi: il 4% dei bambini non consuma almeno un pasto proteico al giorno, non può fare sport, andare dal dentista o dall’oculista, crescono in un contesto di privazioni e dunque la qualità delle esperienze e lo sviluppo cognitivo diminuisce, tutto ciò grava sul futuro sia salutare che sociale del bambino. I sostegni sono molto difficili da ottenere in quanto per chi ha un reddito da lavoro, per quanto misero, è impossibile ricevere dei supporti finanziari. Chiara Saraceno definisce il Welfare State come “un assemblaggio casuale di trasferimenti di reddito, inefficiente e talvolta produttore di iniquità”. Nei Paesi circostanti per alcuni fattori il sistema è più avanzato anche se si hanno comunque delle grasse falle. In Germania, ad esempio, c’è il diritto al posto al nido per favorire l'occupazione delle mamme, la domanda però continua ad aumentare fortemente ed è presente una lunga lista d’attesa. Per questa ragione le madri in attesa del posto al nido per il figlio perdono il posto di lavoro e tutto ciò è paradossalmente assurdo, in quanto rende inutile questo diritto. In seguito è stato attuato un ricorso nel quale si dichiarava che nel momento in cui si evidenzia un diritto, esso dev'essere eseguibile.