Scarica L'età contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all'imperialismo (Banti) e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Riassunto manuale Banti – dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo 1. Nuovi modi di commerciare, consumare, produrre Periodo: fine Seicento- inizio Settecento Nascita di una prima forma di globalizzazione: il commercio a lunga percorrenza traccia percorsi stabili e causa l’espansione economica dell’Occidente dei tre secoli successivi. Da terre nuove arrivano anche prodotti nuovi; nasce una nuova società dei consumi e un’opinione pubblica. Globalizzazione= il termine indica la crescente interdipendenza economica che lega diverse parti del mondo attraverso scambi commerciali, accordi finanziari, movimenti di persone, interazioni politiche e culturali. è un processo che affonda le sue radici nella tarda Età moderna. Opinione pubblica=indica l’insieme degli orientamenti e delle convinzioni condivise dalla maggior parte degli individui in uno spazio e in un tempo dato. A partire dal XVIII secolo nascono spazi sociali distinti dalla corte assolutista, in cui si fanno strada atteggiamenti critici che si esprimono attraverso i giornali, i libri, il teatro, le discussioni ecc. 1.2. Circuiti commerciali transoceanici Tra Cinquecento e Seicento i circuiti globali sono: in direzione est, verso le Indie Orientali; in direzione ovest, verso l’Africa e poi le Americhe. Tra fine Seicento e fine Settecento: o Sul circuito delle Indie orientali aumenta l’importanza di cotone, tè e caffè. o Sul circuito triangolare verso l’America: aumenta la richiesta di beni prodotti in Europa da parte delle popolazioni delle colonie; diminuisce l’esportazione di minerali preziosi, aumenta quella di caffè, zucchero, tabacco, cotone; cresce il commercio di schiavi, sfruttati, venduti e considerati alla stregua di bestie (l’opinione dominante considera i neri degli esseri inferiori). Europa Commercio triangolare America Africa Le potenze egemoni di questo periodo sono Francia e Gran Bretagna: si insediano stabilmente in America del Nord e in India, ma tra le due la Gran Bretagna è di gran lunga la più forte. 1.3. Effetti del commercio transoceanico Dall’Europa partono navi carichi di merci/perle/armi/tessuti per l’acquisto degli schiavi in Africa; le navi ripartono poi per il Brasile, i Caraibi e la Virginia; lì si acquistano i beni prodotti dalle piantagioni per poi tornare ai porti europei Inizialmente, a trarre vantaggi dal commercio transoceanico sono le fasce più ricche della popolazione e gli operatori economici dei porti, ma in Gran Bretagna l’incremento delle attività manifatturiere che lavorano per l’esportazione si traduce in un aumento dei redditi e nella crescita della domanda interna. Questa domanda riguarda: o il settore agricolo : i redditi crescono, gruppi semimarginali ora vogliono sfamarsi meglio; si produce di più e si produce meglio (rivoluzione agricola), sia grazie a un’organizzazione più razionale dello sfruttamento delle terre e della gestione delle aziende, sia grazie alle enclosures (=isolamento proprietà terriere). Se prima, nelle aree in cui si trovano proprietà disperse in piccoli segmenti, posseduti da diversi proprietari, le terre dovevano essere coltivate sulla base di un comune accordo, nel corso del XVIII secolo i latifondisti più grossi riescono a formare unità agricole compatte grazie all’autorizzazione del Parlamento (Enclosure act) a sbarrare legalmente le terre loro assegnate, senza più vincoli collettivi. o le terre vengono affidate ad affittuari; o gli affittuari/proprietari introducono sistemi di rotazione pluriennale, che comportano la divisione di campi in più aree e l’utilizzo dei foraggi in rotazione, che aumentano la produttività dei terreni e possono essere usati come mangimi. *Nel tardo Settecento e poi nell’Ottocento i metodi sperimentati in Gran Bretagna e Paesi Bassi si diffondono in altre zone agricole (Francia, Germania, Italia settentrionale). Dal Seicento si sono diffuse tre coltivazioni importanti perché hanno rendimenti significativi, offrono un alto apporto nutritivo e sono presenti sul mercato a prezzi bassi: o riso; o mais (che in certe regioni diventa quasi l’unico alimento provocando numerosi casi di pellagra); o patata, in particolare nell’Europa del Nord. 1.4. La transizione demografica La popolazione europea aumenta molto rapidamente, in particolare nella seconda metà del Settecento; diminuisce la mortalità, soprattutto infantile; per più di un secolo si crea un differenziale fra mortalità in netta diminuzione e natalità a livelli elevati che causa un boom demografico. Questo processo è sicuramente influenzato da una migliore disponibilità di beni alimentari, un miglioramento del tenore di vita e delle condizioni igieniche (in questo periodo la peste scompare), e dai primi successi della pratica medica. aumento potere d’acquisto consumatori aumento produttività a costi minori beni alimentari a prezzi più bassi (metà XVIII secolo), maggior quota residua di reddito resistenza all’oppressione) e riguarda sia i diritti dei cittadini in quanto individui, sia il soggetto politico cui si attribuiscono poteri politici fondamentali, la nazione. La Legge è l’espressione della volontà generale ed è uguale per tutti; tutti i cittadini sono ammissibili a tutte le cariche pubbliche; ciascuno deve poter esprimere liberamente la propria opinione. Il re non ratifica la Dichiarazione. o 5 ottobre 1789, una folla di donne e membri della guardia nazionale si recano a Versailles per chiedere pane e armi; il re viene convinto ad approvare i decreti del 4 agosto e la Dichiarazione dei diritti. Il giorno dopo il re si trasferisce con la sua famiglia a Parigi. o 19 ottobre 1789, anche l’Assemblea nazionale sposta la sua sede a Parigi. o novembre 1789, confisca dei beni ecclesiastici. Le norme approvate dall’assemblea e la prima Costituzione (1789- settembre 1791): - gennaio 1790, le vecchie unità amministrative sono cancellate e sono sostituite da dipartimenti suddivisi in distretti e cantoni. sx del presidente: radicali Assemblea costituente cordiglieri, sinistra estrema (Marat, Danton, Hébert) secessionisti, foglianti, destra moderata giacobini, democratici radicali club e associazioni nati fra 1789 e 1791 dx del presidente: moderati - febbraio 1790, abolizione degli ordini religiosi; - novembre-agosto 1790, riorganizzazione amministrazione giudiziaria; elezione di un giudice di pace per ogni cantone e di un tribunale civile e penale per ogni distretto. si istituisce una corte di cassazione e viene stabilito che nei processi penali i giudici vengano coadiuvati da una giuria composta da dodici cittadini; per le esecuzioni capitali viene scelta una modalità uguale per tutti, la ghigliottina. nel mese di giugno vengono aboliti i titoli nobiliari. nel mese di luglio viene approvata la Costituzione civile del clero, che trasforma i parroci e i vescovi in funzionari statali (ciò crea una spaccatura fra Papa, rivoluzione e popolazione, che protegge i preti refrattari). viene autorizzata la libertà privata di tutti i culti religiosi. - aprile 1791, la legge stabilisce che il patrimonio di un genitore sia diviso equamente fra figli e figlie. Si aboliscono le corporazioni; - 14 giugno 1791, l’Assemblea proibisce le associazioni di lavoratori o imprenditori, scioperi e forme di contrattazione collettiva per la determinazione dei salari; - 21 giugno 1791, il re viene riconosciuto e fermato a Varennes travestito da cocchiere mentre tentava di fuggire in Austria con la famiglia; - 3 settembre 1791, approvazione di una Costituzione scritta; il testo prevede l’instaurazione di una monarchia costituzionale e divide i poteri in questo modo: o re: potere esecutivo, comando esercito, politica estera (salvo ratifica assemblea legislativa); gode di un diritto di veto sospensivo nei confronti delle leggi approvate dall’Assemblea, tranne quelle finanziarie; o ministri: responsabili nei confronti del re; o Assemblea legislativa monocamerale: potere legislativo, eletta a suffragio censitario indiretto (=cioè sia gli elettori di primo grado sia quelli di secondo grado sono selezionati attraverso requisiti di censo). - 13 settembre 1791, il re approva la costituzione. Dall’Assemblea legislativa alla Repubblica (settembre 1791, ultimi mesi 1792): - settembre 1791, elezioni per l’Assemblea legislativa, elettori benestanti schierati in: o un gruppo di centro privo di un preciso orientamento; o destra (foglianti); o sinistra (cordiglieri, giacobini e girondini, rappresentanti del dipartimento della Gironda). - 1792, vengono introdotti l’anagrafe, il matrimonio civile, il divorzio. - 20 aprile 1792, il re firma la dichiarazione di guerra contro l’Austria, appoggiata soprattutto dai girondini, che vi vedono un’occasione per riunificare la nazione. Una parte dei giacobini, guidata da Maximilien de Robespierre, è invece restia ad accettare una politica di guerra. La Prussia si schiera al fianco dell’Austria. - primi di luglio 1792, tornano a Parigi diversi battaglioni della Guardia Nazionale; tra di essi vi è un battaglione di federati marsigliesi, che giungono in città cantando La Marsigliese, che diventa inno nazionale il 14 luglio. Temi importanti per gli sviluppi politici e culturali del XIX secolo: la libertà è un valore politico legato alla sopravvivenza del nucleo familiare; il sangue del nemico è moralmente impuro ed è sacrificale; il sangue della patria rigenera; i traditori sono figli degeneri; morire per la patria è eroico, martirio. - 25 luglio 1792, il duca di Brunswick, comandante delle forze prussiane, minaccia ritorsioni se la vita della famiglia reale verrà messa in pericolo. Quest’iniziativa dà credito all’idea che ci sia un legame diretto fra il re, considerato un traditore, e i nemici della Francia; - 29 luglio 1792, Robespierre, sfruttando le proteste contro il re, propone di abbattere la monarchia, sostituire l’Assemblea legislativa con una Convenzione eletta a suffragio universale maschile, epurare le cariche da traditori e venduti; - 10 agosto 1792, i sanculotti attaccano il Palazzo delle Tuileries; girondini e giacobini annunciano la formazione di una Convenzione, sospendono il re dalle sue funzioni e lo imprigionano. - primi di settembre 1792, la paura di un’invasione prussiana scatena atti di violenza contro detenuti accusati di tradimento. Viene eletta la Convenzione, in cui prevalgono giacobini e girondini. - 21 settembre 1792, prima assemblea della Convenzione, il giorno dopo la vittoria di Valmy (che diventa subito il simbolo della forza dei cittadini impegnati a difendere la rivoluzione); viene proclamata l’abolizione della monarchia e la costituzione della Repubblica. I leader rivoluzionari proseguono le ostilità e danno avvio a una politica di annessione dei territori man mano occupati. - 11 dicembre 1792, il re viene posto sotto processo e condannato a morte. - 23 gennaio 1793, il re viene ghigliottinato. I girondini, contrari all’esecuzione del re, si trovano in una posizione ambigua presso l’opinione pubblica. I due gruppi della Convenzione (i girondini per recuperare credibilità politica, i giacobini per sfruttare l’insoddisfazione popolare) fanno approvare una serie di misure per far fronte a una situazione che si fa molto difficile, anche a causa della nascita di una lega antifrancese: - marzo 1793, la Convenzione approva l’istituzione di un Tribunale rivoluzionario; - febbraio-marzo 1793, la Convenzione dichiara guerra alla Gran Bretagna, alle Province Unite e alla Spagna, che ricevono il supporto di altre potenze europee. Viene imposta la leva obbligatoria. - 10 marzo 1793, rivolta in Vandea e in Bretagna contro la leva obbligatoria. - 16 marzo 1793, l’eroe di Valmy, Dumouriez, girondino, viene sconfitto a Neerwinden, diserta e passa al nemico. I giacobini sfruttano l’occasione per rovesciare la responsabilità della disfatta sul governo girondino. A Parigi i sanculotti giudicano insufficiente la politica economica del governo, in particolare per quanto riguarda la gestione dell’inflazione, causata dall’eccessiva emissione di carta moneta. - maggio 1793, la Convenzione approva un calmiere dei prezzi di cereali e farina e decreta un prestito forzoso a carico dei più ricchi. il 31 maggio una folla di sanculotti assalta la Convenzione e ottiene l’espulsione dei deputati girondini. Il governo e la Convenzione passano sotto il controllo dei giacobini guidati da Robespierre. Governo giacobino: - 24 giugno 1793, viene approvata una nuova Costituzione democratica, che non entra in vigore. nel corso dell’estate la Convenzione trasferisce il potere esecutivo al Comitato di salute pubblica. Di fatto i giacobini costruiscono una dittatura radicale (ritengono di essere i 3.1. Dopo il Terrore: il Direttorio o Chiusura dei club giacobini; o i capi giacobini vengono arrestati e massacrati nelle province; o interruzione dell’azione di scristianizzazione; o soppressione delle misure economiche introdotte nei due anni precedenti; l’eliminazione del calmiere dei prezzi dà impulso all’inflazione, una parte della popolazione si impoverisce molto rapidamente. o 22 agosto 1795, viene approvata una nuova Costituzione, strutturata su una rigida divisione dei poteri: Sistema elettorale censitario, elezioni a doppio grado* *Gli elettori devono scegliere 2/3 dei deputati tra gli ex membri della Convenzione. Questo quadro costituzionale non è accolto positivamente: la norma dei 2/3 viene considerata oligarchica; le classi popolari non sono rappresentate e sono state impoverite dall’abbandono della politica economica di contenimento dell’inflazione e di controllo dei redditi; la destra filomonarchica è insoddisfatta dalla riconferma dell’assetto repubblicano; la segmentazione istituzionale rende il sistema inefficiente. o Aprile-maggio 1795, i sanculotti promuovono due tentativi insurrezionali a Parigi, repressi. o Giugno-luglio 1795, un corpo di spedizione finanziato da emigrati filomonarchici sbarca sulle coste della Vandea per ravvivare l’insurrezione; o Ottobre 1795, a Parigi scoppia un’altra rivolta popolare animata da capi filomonarchici. Il Direttorio si affida a Napoleone Bonaparte (1769-1821) che disperde la folla a cannonate il 5 ottobre. o Maggio 1796, congiura degli Eguali coordinata da Babeuf, con l’obiettivo di instaurare una sorta di società comunista; Babeuf viene processato e giustiziato. o Aprile 1797, alle elezioni vince la destra monarchica. Il Direttorio, guidato da Paul Barras, con il sostegno delle truppe di Augereau, che occupano Parigi il 4 settembre, rende nulle le elezioni e reintroduce misure contro nobili emigrati e preti refrattari, censurando la stampa filomonarchica. Consiglio dei Cinquecento (scrive le leggi) Direttorio (5 membri, potere esecutivo) Consiglio degli anziani (approva le leggi) Parlamento bicamerale o Aprile 1798, alle elezioni vince la sinistra radicale e neogiacobina; il mese successivo il Direttorio annulla l’elezione dei deputati di opposizione minacciando di nuovo l’intervento militare. ! Non c’è spazio per una dialettica parlamentare e elettorale, cresce l’importanza dell’esercito nella lotta per la politica interna. 3.2. L’esercito francese e la guerra Fra 1793 e 1799 il reclutamento forzato è il criterio essenziale di formazione dell’esercito, affiancato da un’intensa propaganda affinché le reclute capiscano di star combattendo per la libertà della propria patria e quindi per il loro più intimo interesse. In realtà, le truppe rivoluzionarie soffrono del problema delle retribuzioni e degli approvvigionamenti, il saccheggio è considerato legittimo, si diffondono malcontento e scoraggiamento. Nondimeno, un numero molto alto di soldati è costituito da volontari che si sentono parte di un nuovo corpo politico. Tra il 1794 e il 1799 l’esercito riesce a respingere gli attacchi delle coalizioni nemiche e ad annettere nuovi territori (espansionismo repubblicano e nazional-patriottico): o nelle terre annesse direttamente alla Repubblica (ex Paesi Bassi austriaci, Olanda, Svizzera, Penisola italiana) vengono introdotti gli ordinamenti francesi; o nelle terre non annesse si istituiscono delle repubbliche (“sorelle”) sottoposte a un rigido controllo politico e militare. I generali francesi acquisiscono un peso politico sempre più determinante e stabiliscono con i propri eserciti rapporti di fedeltà molto stretti. 3.3. Triennio repubblicano in Italia 1796, il Direttorio decide colpire l’Austria dal fronte tedesco e da quello italiano: o sul fronte renano l’azione fallisce; o sul fronte italiano, tra la primavera del 1796 e l’aprile del 1797, Bonaparte occupa il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, spingendosi a 250 km da Vienna (Leoben). Il 17 ottobre 1797 viene firmato il trattato di Campoformio, che riconosce l’occupazione francese della parte settentrionale della Penisola italiana in cambio della cessione della gran parte dell’ex Repubblica di Venezia all’Austria. L’egemonia militare francese viene poi estesa a tutta la penisola, divisa tra repubbliche sorelle e il Ducato di Parma e di Piacenza, formalmente ancora autonomo. Il Pontefice Pio VI viene costretto ad abbandonare Roma. o Ecclesiastici e classi popolari rurali accolgono i francesi con ostilità; o Borghesia e classi popolari urbane sostengono l’abolizione di privilegi sociali e giuridici precedentemente in vigore e iniziano a godere di una libertà di stampa e di opinione fino ad allora inedite. Le amministrazioni e i governi delle repubbliche varano misure modernizzanti (abolizione dei fedecommessi e delle primogeniture, dei lasciti ai patrimoni ecclesiastici, maschi e femmine vengono equiparati nelle successioni intestate, maggiore età a 21 anni, matrimonio civile ecc.), ma non godono di vita politica propria in quanto controllati dalle autorità militari e civili francesi, che possono rivedere o scrivere le Costituzioni di questi nuovi Stati. Tutti i territori occupati sono sottoposti a regimi fiscali molto rigidi, a requisizioni, all’obbligo di foraggiare i reparti dell’esercito, ad estorsioni e violenze quotidiane. In particolare, il sequestro sistematico di opere d’arte è un modo per esibire la ricchezza dei bottini di guerra della Repubblica; nascono in questo periodo la biblioteca e il museo aperti al pubblico. 3.4. La spedizione in Egitto Inizio 1798, nemico della Francia è la Gran Bretagna, dotata di una marina troppo forte per tentare uno sbarco in Inghilterra. Il Direttorio decide di attaccare l’Egitto per assicurarsi un’area strategica per il controllo del Mediterraneo e delle rotte per l’India e affida la spedizione a Bonaparte: - 21 luglio 1798, le truppe turche vengono sconfitte nella battaglia delle Piramidi; l’Egitto viene sottoposto a un’occupazione molto dura; - 1 agosto 1798, la flotta britannica, guidata da Horatio Nelson, distrugge quella francese ancorata ad Abukir; l’esercito francese si trova isolato in Egitto, alcuni reparti vengono colpiti dalla peste; - luglio 1799, viene rinvenuta la Stele di Rosetta, che permette la prima decifrazione della scrittura geroglifica. L’Egitto e l’Oriente vengono studiati da vicino da archeologi e linguisti; in Occidente si diffonde un’immagine etnocentrica, condiscendente ed esotica dell’Oriente, considerato con superbo distacco. 3.5. 1799, controffensiva austro-russa e colpo di Stato di Bonaparte Fine 1798, la Seconda coalizione antifrancese (Russia, Austria, Gran Bretagna) ha avviato una controffensiva. Nel marzo 1799 gli eserciti austriaco e russo attaccano i francesi nella Pianura padana aiutati da diverse insurrezioni scoppiate in varie parti della penisola, animate dal desiderio di difendere identità tradizionali/valori della chiesa cattolica/privilegi locali dalle riforme delle repubbliche democratiche. Le istituzioni e le armate repubblicane vengono sconfitte tutte entro il dicembre 1799. Aprile 1799, in Francia il Direttorio è indebolito; il leader del Direttorio Emmanuel-Joseph Sieyès si fa sostenitore della necessità di un colpo di Stato militare che annulli la Costituzione del 1795; decide di puntare su Bonaparte, che rientra in Francia in ottobre e ottiene il comando delle forze armate di Parigi. 9-10 dicembre 1799, Bonaparte scioglie il Parlamento, crea un triumvirato provvisorio incaricato di preparare una nuova Costituzione e si presenta all’opinione pubblica come salvatore della patria in grado di ripristinare la legalità in Francia. Dichiara di voler creare un governo autenticamente rappresentativo ed espressione della totalità dei francesi. 25 dicembre 1799, entra in vigore una nuova Costituzione, Napoleone diventa primo console, figura a cui è attribuito tutto il potere esecutivo. Viene organizzato un plebiscito di approvazione (pilotato e irregolare). 4. Napoleone 4.3 Le guerre Austria - aprile-agosto 1805, nasce una Terza coalizione antifrancese, formata da Austria, Russia e Gran Bretagna; - 20 ottobre 1805, le truppe austriache sono sconfitte a Ulm; - 13 novembre 1805, i francesi entrano a Vienna; - 2 dicembre 1805, gli austriaci vengono sconfitti ad Austerlitz; - 26 dicembre 1805, firma del trattato di pace di Pressburg; la gran parte degli Stati tedeschi si dichiara alleata della Francia; il Sacro romano impero viene sciolto e viene costituita la Confederazione del Reno, organismo da cui è esclusa l’Austria e che è posto sotto la protezione dell’Impero francese. - aprile 1809, l’Austria invade la Baviera (alleata della Francia); scoppia una rivolta in Tirolo. - maggio 1809, Napoleone sconfigge l’arciduca Carlo d’Austria e prende Vienna (13 maggio). - 5-6 luglio 1809, gli austriaci sono definitivamente sconfitti a Wagram. - 14 ottobre 1809, pace di Schönbrunn. L’Austria deve cedere parte dei suoi territori alla Baviera, al Granducato di Varsavia e alla Russia. Napoleone ripudia la moglie Giuseppina e sposa Maria Luisa d’Austria (1791-1847), da cui ha un figlio l’anno seguente. Prussia - settembre 1806, Federico Guglielmo III dichiara guerra a Napoleone; - 14 ottobre 1806, l’esercito prussiano è sconfitto a Jena e ad Auerstedt; - 27 ottobre 1806, i francesi sono a Berlino. Russia - 8 febbraio 1807, i russi sono sconfitti a Eylau; - 14 giugno 1807, sconfitta russa a Friedland; - 7-9 luglio 1807, accordo di Tilsit. La Prussia perde territori a ovest (che confluiscono nel Regno di Vestfalia) e a est (che costituiscono il Granducato di Varsavia), gode di una sovranità limitata e viene occupata dalle truppe francesi. Lo zar Alessandro I ottiene un impegno formale a sostenerlo in un’eventuale guerra contro l’Impero ottomano. Portogallo e Spagna - Napoleone punta al Portogallo, punto di appoggio fondamentale per la Gran Bretagna; - marzo 1808, in Spagna scoppia una rivolta popolare contro la politica filofrancese del re Carlo IV di Borbone; - maggio 1808, Napoleone affida il trono di Spagna a suo fratello Giuseppe Bonaparte; nel paese iniziano azioni di guerrilla contro l’esercito francese, che durano per tutti i sei anni della guerra. Gran Bretagna - tra il 1809-1810 l’Europa – a eccezione di penisola iberica, Russia e Impero ottomano – è sotto il controllo francese. Dal 1806 Napoleone ha avviato il Blocco continentale come ritorsione per il boicottaggio commerciale messo in atto dalla Gran Bretagna; l’efficacia del blocco è, però, limitata (non tutti gli Stati applicano le misure restrittive in modo rigoroso e le merci circolano di contrabbando). Il potere imperiale viene gestito in maniera familiar-clientelare. Napoleone istituisce nuove corti e reintroduce i titoli nobiliari sotto la forma di titoli imperiali; i nobili imperiali sono appartenenti agli apparati dello Stato e all’esercito. Francia 4.4 L’Europa e l’Impero L’esperienza napoleonica si fa sentire in due direzioni: - in molte aree del continente le istituzioni francesi diventano un modello; - l’occupazione suscita reazioni difensive e la diffusione di sentimenti nazional-patriottici. l’idea politica di nazione diventa un modello discorsivo o organizzativo che anima la resistenza contro l’imperialismo francese. Gran Bretagna l’identità britannica inizia a essere definita per opposizione alla presunta identità della nazione nemica (i francesi vengono definiti papisti, poveri, sfaticati, privi di libertà): - 1798, stereotipi anticattolici, antifrancesi e antirlandesi vengono alimentati dalla rivolta scoppiata in Irlanda, che dal 1782 gode di una parziale autonomia; i poteri del Parlamento locale vengono ampliati e dal 1793 il voto per il Parlamento irlandese viene esteso anche ai cattolici. Gli indipendentisti non sono soddisfatti e la rivolta viene appoggiata dal Direttorio francese. La repressione britannica è molto violenta; l’Irlanda viene annessa alla Gran Bretagna, che dal 1801 assume il nome di Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda. Il Parlamento irlandese viene abolito e i rappresentanti cattolici sono esclusi dal Parlamento britannico. Piemonte, Liguria, Toscana, Parma, ex Stato pontificio Italia Regno d’Italia (dal 1805) Regno di Napoli Sardegna e Sicilia (Savoia/Borbone) Principato autonomo di Lucca - 1803-4, la minaccia dell’invasione napoleonica causa l’organizzazione di corpi militari volontari, fatto che consolida il patriottismo britannico. Spagna La rivolta spagnola è animata da tre componenti politiche principali: - una tradizionalista, decisa a difendere la casa reale spagnola e le tradizioni religiose; - una nazionalista e xenofoba; - una che desidera trasformare la lotta antifrancese in un’occasione per dare alla Spagna una Costituzione. 1810, la Giunta centrale di Cadice convoca i rappresentanti delle varie giunte insurrezionali locali (Cortes) con l’obiettivo di preparare una nuova Costituzione; 1812, i liberales riescono a far approvare la Costituzione di Cadice, fondata sui valori della nazione e della religione cattolica. Prussia In Prussia la struttura costituzionale definitasi tra Seicento e Settecento ha avvicinato monarca e nobiltà, ma ha marginalizzato gli altri gruppi sociali. I governi di Karl von Stein e Karl August von Hardenberg tentano di porre rimedio a questa situazione. - 9 ottobre 1807, l’Atto di emancipazione abolisce la servitù della gleba e rende commerciabili le proprietà terriere su cui siano ancora in vigore istituzioni feudali; - agosto 1810, abolizione di tutte le esenzioni fiscali riconosciute ai proprietari terrieri. Italia - Nei territori annessi, nel Regno d’Italia e nel Regno di Napoli vengono introdotti gli assetti normativi e istituzionali francesi. Entra in vigore il Codice civile, si formano eserciti autonomi, vengono limitati i privilegi cetuali. Una legge del 2 agosto 1806 abolisce le giurisdizioni feudali e le prerogative fiscali connesse nel Regno di Napoli. - Nella Sicilia borbonica viene introdotto un sistema parlamentare modellato su quello inglese; vengono abolite le giurisdizioni feudali. Giovani intellettuali, imprenditori, commercianti, finanzieri, proprietari terrieri ed esponenti dell’antico regime vengono cooptati negli organi di governo, tra gli ufficiali dell’esercito o negli apparati burocratici dello Stato/approfittano della vendita di beni ecclesiastici per dotarsi di importanti patrimoni terrieri. Un più forte disagio sociale nasce a causa del duro regime fiscale e dell’introduzione dei sistemi di coscrizione obbligatoria. Si consolidano sentimenti nazionali antifrancesi e dall’inizio del XIX secolo si costituiscono associazioni segrete con intenti filounitari e antibonapartisti. 4.5. La campagna di Russia e il crollo del sistema napoleonico - inizio 1812, Napoleone decide di attaccare la Russia; - 24 giugno 1812, la spedizione ha inizio; l’esercito russo si ritira costantemente, evitando lo scontro frontale e distruggendo raccolti e viveri. L’avanzata diventa lunga, lenta e difficoltosa; Si costruiscono allora barriere immateriali per segnare la propria differenza dalle altre classi sociali. Ciascuno mette in atto strategie di distinzione tanto più evidenti quanto più vicina sembra essere la posizione sociale di coloro da cui ci si vuole distinguere (per esempio un proprietario terriero e un industriale). 6. Passioni e sentimenti 1. Matrimoni combinati, passioni d’amore Nell’Ottocento il sistema dei matrimoni combinati (alleanze economiche e sociali con altre famiglie) esiste ancora; tuttavia, in questi anni l’amore romantico, cioè l’idea che una relazione e il matrimonio che ne consegue debbano basarsi sull’incontro di anime appassionate, inizia ad essere considerato il necessario fondamento di un futuro felice. Questo “sogno”, che oppone i giovani e i vecchi, si fonda anche sulla rigorosa castità sessuale delle donne: il moralismo borghese concepisce il nuovo matrimonio affettivo come una relazione diseguale fondata sul riconoscimento della superiorità morale e intellettuale dell’uomo sulla donna. Il modello antifemminista fondato sul Codice civile francese si diffonde rapidamente; le donne non hanno vera parità di diritti, né civili, né politici. Famiglie agiate: Perché le donne perseguono l’ideale del matrimonio rispettabile, di una vita dedicata all’educazione dei figli e alla gestione della casa? - Sistemi diversificati di educazione : la socializzazione di ragazzi e ragazze è pensata affinché le separazioni di genere siano introiettate sin dai primi anni di età; i ragazzi studiano per imparare una professione, le ragazze per prepararsi alla vita matrimoniale; - Abiti e acconciature : a partire dall’Ottocento enfatizzano la differenza dei sessi; gli uomini portano i capelli corti, si vestono con abiti pratici, austeri, scuri; le donne adottano acconciature complesse, indossano abiti decorativi e colorati, ingombranti e poco pratici; - Diversità degli impegni : è ben delineata; comincia a manifestarsi uno speciale interesse per le donne di classe alta per diversi beni di consumo (mobili, abiti, tessuti ecc.). Il salotto diventa il cuore della socialità domestica e il posto deputato a cementare l’armonia delle famiglie (è in questo periodo che la celebrazione del Natale diventa una delle proiezioni fondamentali del sogno della famiglia felice). Le signore studiano le lingue, imparano a suonare uno strumento, ricamano, disegnano, sovrintendono ai lavori di casa (dirigendo delle domestiche) e si dedicano all’istruzione dei figli. Il marito e i figli maschi sono del tutto esentati da qualunque tipo di attività casalinga. L’uomo nella casa deve trovare ristoro dalle fatiche del lavoro. Famiglie contadine e operaie: le donne sono spinte fuori di casa alla ricerca di un lavoro; hanno una vita difficile, sempre lontane da casa, costrette a portare i figli con sé o ad abbandonarli a istituzioni assistenziali. A parità di mansioni, il lavoro femminile è retribuito meno di quello maschile; una volta tornate a casa, distrutte, le donne devono occuparsi anche delle faccende domestiche. La “vita da signore” diventa il sogno di operaie e contadine che desiderano scappare da sfruttamento e degradazione. società di individui, tutti uguali di fronte alla legge, senza alcun privilegio specifico Ottocento Buone moglie e buone madri devono difendere la propria rispettabilità, diffidando dell’erotismo e della sessualità, che le ragazze imparano a considerare come qualcosa di riprovevole. L’incontro sessuale, in un’ordinata vita familiare, ha la sola finalità di fare della donna una madre; si crea una contraddizione violenta tra ideale di amore romantico da praticare e passione erotica da estirpare. L’adulterio viene ora vissuto con senso di colpa e la giurisprudenza conferma la doppia morale in vigore sin dal tardo Medioevo, animata dal desiderio maschile di avere il pieno controllo sul potere riproduttivo femminile. Il rituale del duello riprende vigore, anche a causa della diffusione di valori bellicisti, che sottolineano l’importanza del coraggio militare, dell’audacia, del controllo delle proprie emozioni e della spavalderia. L’essere maschio coincide con l’essere capace di andare a combattere. La salvaguardia dei diversi ruoli dei due sessi è legata anche dall’onore, valore di origini aristocratico-feudali, che impone che gli uomini diano prova di saper difendere la purezza della propria linea di discendenza (il duello regola questioni d’onore). 2. Il senso della morte Disponibilità alla morte=mito del mondo etico dell’Ottocento europeo. Mito della morte eroica, del sacrificio, del martirio per la patria (ideali della Rivoluzione francese, delle guerre napoleoniche e dei vari nazionalismi). La valorizzazione della morte eroica, cui si guarda con rispetto e, quasi, desiderio, si incrocia con l’acuirsi dell’affettività delle relazioni familiari. La morte di un familiare comincia a essere vissuta con un dolore sconosciuto alle generazioni precedenti. La cultura ottocentesca apprezza storie e immagini che esaltano la sofferenza, la devastazione e il dolore. Molte rappresentazioni sono pervase da aggressività e sadismo; nell’immaginario erotico le donne sono prede passive di brutali desideri maschili, oppure vengono mostrate ammalate e impazzite per amore di un uomo che non le corrisponde. Le disuguaglianze di genere (se non pure l’aggressività misogina) vengono estetizzate e nobilitate in immagini che riaffermano il dominio maschile con il quale si inaugura la società europea contemporanea. 3. Donne controcorrente - Mary Wollstonecraft (1759-1797), entra a far parte del giro di intellettuali della libreria di Joseph Johnson. Nel 1792 pubblica la Rivendicazione dei diritti della donna, in cui sostiene che la subordinazione della donna non ha nulla di naturale, bensì è il frutto di sistemi di sono signore altolocate, che accettano la subordinazione in cambio di agi, protezione e calore affettivo sono costrette a lavorare in condizioni degradanti dal punto di vista fisico, affettivo e sanitario Le donne nell’Ottocento castità, rispettabilità, doppia morale educazione diversificati, che rendono le donne preda di modelli educativi che ne sviliscono la razionalità. - Vi sono donne che riescono a impegnarsi in attività professionali (come l’infermiera); - Altre riescono a diventare scrittrici, spesso in forma anonima, oppure indossano vestiti di taglio maschile per protesta. 7. Globalizzazione e dominio coloniale 1. Caratteri generali Nell’Ottocento il processo di colonizzazione permanente di territori lontani dall’Europa prosegue. L’integrazione commerciale mondiale è favorita da straordinari sviluppi tecnici (le distanze sono coperte grazie alle ferrovie, a velieri di ultima generazione, tra cui le prime navi a vapore, migliorano le tecniche per la produzione di tessuti e per le macchine utensili) e dall’attività degli esploratori che offrono informazioni preziose su rotte di traffico, materie prime e merci, reti mercantili; Migliorano le tecniche di produzione di armi: ciò si traduce nella superiorità bellica dell’Occidente e le altre civiltà del globo. I principali modi del dominio coloniale sono tre: o dominio economico-commerciale indiretto; o dominio coloniale diretto (assoggettamento popolazione autoctona/creazione colonie bianche); o azioni militari e diplomatiche. Le risposte che vengono dalle società oggetto di aggressione coloniale sono due: tentativi di modernizzazione da parte delle élite locali (modello occidentale); irrigidimento dei tratti identitari delle società locali, talvolta resistenza armata; In entrambi i casi le confessioni religiose dominanti nel paese diventano l’orizzonte etico cui rivolgersi per nobilitare la resistenza agli estranei occidentali. Prendono vita forme di sacralizzazione del politico; a volte autorità politica e autorità religiosa si fondono nelle stesse figure e nelle stesse istituzioni (come in Giappone), mentre in altri casi capi politici e capi religiosi cercano di cooperare, facendo coincidere i rispettivi valori e interessi (come nei paesi islamici). 2. L’Impero ottomano nella prima metà del XIX secolo Colonizzati: - modernizzazione; - irrigidimento identità locali (resistenza armata); - in entrambi i casi dialogo con le confessioni religiose dominanti Colonizzatori: - superiorità tecnologica e bellica; - dominio economico indiretto o azioni/occupazioni dirette - Vengono istituiti nuovi tribunali (nizami, “conformi all’ordine nuovo”), che si occupano di tutti i contenziosi che non siano di espressa competenza delle autorità religiose. I giudici sono sia religiosi islamici, sia laici nominati dal governo - Il diritto di famiglia resta di competenza dei tribunali religiosi musulmani o legati alle varie millet (istituzioni religiose riconosciute dall’Impero); nel caso dei primi, si segue la Sharia. I rapporti tra uomini e donne sono regolati dal concetto di onore maschile e dal controllo del comportamento sessuale delle donne della famiglia; lo spazio pubblico è riservato agli uomini, quello domestico alle donne. La struttura familiare ottomana mantiene un’impronta patriarcale; il matrimonio è un contratto con finalità eminentemente riproduttive; le donne possono uscire dagli spazi loro riservati secondo regole ben precise. Segregazione spaziale, pratica del velo, concubinato e poliginia sono tutte manifestazioni della subordinazione femminile; il commercio di schiave prospera per tutto il XIX secolo e interessa soprattutto gli ambienti di élite (l’harem, “luogo proibito, sacro, inviolabile”, è lo spazio del palazzo di un sultano o di un ricco signore nel quale sono rinchiuse le schiave e le concubine, e ha un preciso profilo istituzionale); - 1868, istituzione del liceo imperale di Galatasaray, cui possono accedere sia musulmani sia non musulmani; fallisce il tentativo di costituire un’università, ma vengono fondate diverse Sciismo: la guida spirituale della comunità islamica deve essere riservata ai discendenti di Maometto. La massima autorità religiosa sciita è l’imam; secondo le prescrizioni di Maometto gli imam sono solo dodici; l’ultimo non è morto, ma soltanto scomparso e tornerà per portare pace, giustizia e unità. Vicari dell’imam sono i mullah, che interpretano la Sharia, e gli ayatollah. Fondamentale il culto dei martiri (il massacro di Kerbala, nel quale morì il figlio di Ali, cugino e genere di Maometto, è uno dei miti fondativi dello sciismo) MUSULMANI Sunnismo: ogni credente può accedere alla guida politica e spirituale dell’Islam. La guida religiosa della comunità sunnita è affidata agli ulema (che non sono autorizzati a dare interpretazioni della Sharia) e agli imam. La Sharia deve essere quanto più possibile fedele al Corano e alla sunna; maggiore conservatorismo dottrinario rispetto allo sciismo. scuole superiori (le minoranze etniche e confessionali dispongono di proprie scuole, secondo il principio di relativa tolleranza delle pratiche religiose non musulmane). - tra il 1838 e il 1841 l’Impero entra nel sistema liberista di scambi europeo. Lo sviluppo delle attività economiche porta alla formazione di numerose banche, tra cui quella centrale è la Banca imperiale ottomana, con capitale franco-inglese. - la costruzione della rete ferroviaria, di strade e il rinnovamento e ampliamento dei porti vengono gestite da società europee; - nelle aree più periferiche la situazione resta grave: o Balcani: continua il processo di disgregazione dell’impero; nel 1857 i principati di Valacchia e Moldavia votano a favore dell’unificazione in unico Principato di Romania, riconosciuto dal governo ottomano nel 1861. In Bosnia-Erzegovina e nel Montenegro scoppiano agitazioni e rivolte, che nel 1858 portano al riconoscimento di una larga autonomia al Principato del Montenegro; o Creta: la comunità greca tenta di riunirsi allo Stato indipendente greco; nel 1866 una rivolta viene duramente repressa, ma nel 1868 l’Impero riconosce ai greci di Creta maggiore autonomia; o Libano: gli scontri confessionali tra cristiano-maroniti e drusi si intensificano nel 1860; la Francia interviene a favore dei primi, riesce a sedare il conflitto e trasforma il Libano in un protettorato francese. o Potenze europee: desiderano impadronirsi delle aree di crisi, dove operano diplomatici, militari, rappresentati e operatori economici dei maggiori Stati europei: Impero austro-ungarico e Russia sono interessati ai Balcani; Il Regno Unito cerca di preservare il suo dominio marittimo sul Mediterraneo; La Francia cerca di istituire basi di espansione sulle coste mediterranee (Algeria e Libano). Persia In Persia il potere dello shah non è particolarmente solido e non riesce a controllare potentati locali e tribali; l’autorità dei mullah sciiti è invece notevole. - Metà del XIX secolo, lo shah Nasir al-Din cerca di modernizzare lo Stato e l’esercito e limitare i poteri e le funzioni dei mullah, senza successo. La pressione militare ed economica europee sono troppo forti. Si rafforza la resistenza alle riforme e una larga parte della popolazione comincia a considerare le élite tribali e religiose come le vere custodi L’espansione politico-militare dell’Europa è affiancata da quella economica; globalizzazione e dominio europeo si intrecciano e si rafforzano reciprocamente. dell’identità locale di fronte all’invadenza europea e alla debolezza dello shah. Le strutture istituzionali e culturali tradizionali non vengono dunque scalfite in modo significativo. Afghanistan - Sin dalla seconda metà del Settecento il Regno Unito ha conquistato gran parte dell’India, espandendosi verso i confini con l’Afghanistan. Il timore della minaccia russa spinge il governatore generale dell’India britannica, George Eden, ad attaccare militarmente il Paese, controllato da un sovrano che regna su federazioni tribali con il sostegno delle élite religiose musulmane sciite. I britannici sconfiggono le truppe afghane ai primi del 1839, ma non riescono a piegare la resistenza dei gruppi ribelli e delle autorità religiose, impresa estremamente difficile anche per i russi avanzati verso il Nord. 3. L’India britannica In India il potere britannico si è consolidato attraverso le operazioni commerciali e militari compiute dalla East India Company (EIC), che negli anni Settanta del XVIII secolo si è assicurata il controllo della parte mediana della costa orientale indiana e del Bengala. Nel 1784 l’India Act stabilisce che le questioni politiche e militari siano affidate a un comitato dipendente dal governo, rappresentato dal governatore generale dell’India. Il sistema fiscale introdotto dai britannici si fonda soprattutto sulla tassazione dei redditi provenienti dalla coltivazione delle terre; nel caso di insolvenza fiscale, la terra deve essere messa all’asta per risarcire il fisco; accade che numerose proprietà terriere si concentrino nelle mani di una nuova borghesia terriera, composta da coloro i quali, avendo lavorato per la East India Company, sono riusciti ad accumulare le risorse necessarie per comprare le terre espropriate. Questi nuovi proprietari introducono colture specializzate (soprattutto cotone); dai primi dell’Ottocento l’industria tessile indiana va in crisi a causa dell’adozione di filatoi telai meccanici. Coltivatori e proprietari si rivolgono allora a indaco, tabacco, tè, juta e papavero. Il Regno Unito prosegue la sua espansione militare, della burocrazia e dell’esercito. In India arrivano funzionari, ufficiali e soldati britannici con le loro famiglie. Gli indiani sono esclusi dai ruoli di responsabilità e la fusione tra famiglie britanniche residenti in India con i locali viene scoraggiata. L’amministrazione britannica vieta il sati, i sacrifici umani alla dea Kalì, la schiavitù, la poligamia e stabilisce il principio dell’eguaglianza di ciascuno di fronte alla legge. I tentativi di civilizzazione non tengono conto delle usanze e delle convinzioni di musulmani e indù (i due principali gruppi confessionali del paese): o 1857, Indian mutiny, le truppe indiane arruolate nell’esercito dell’EIC (sepoys) si ribellano ai superiori quando si sparge la voce che le cartucce per i nuovi fucili in dotazione vengano oliate con grasso suino e bovino, un insulto per entrambe le confessioni religiose. La rivolta ottiene il sostegno dei principi indiani, ma questi non riescono ad accordarsi con i sepoys sugli obiettivi politici da perseguire. La ribellione viene repressa. dall’etica giapponese, godono di redditi elevati e capita che samurai o daimyo siano indebitati con loro. imperatore/shogun samurai daimyo commercianti/contadini - 1853, quattro navi di guerra statunitensi si presentano a Edo (Tokyo) per chiedere allo shogun l’apertura commerciale dei porti giapponesi; lo shogun si rende conto dell’inferiorità militare del Giappone e firma un trattato con il quale apre due porti giapponesi e autorizza l’istituzione di un consolato statunitense entro il territorio dell’Impero (31 marzo 1854); successivamente altri accordi (estesi anche a Gran Bretagna, Russia e Francia) riconoscono agli stranieri il diritto di risiedere e muoversi liberamente nel paese. - 1867, ribellione contro lo shogun, che viene dichiarato decaduto. A Edo si insedia un nuovo governo formato da funzionario della corte imperiale e da rappresentanti dei daimyo e dei samurai che si sono ribellati allo shogun. - 1868, l’imperatore Mutsuhito (1867-1912, Meiji Tenno, “imperatore illuminato”) firma la Carta del Giuramento dell’imperatore Mutsuhito, in cui si afferma di voler procedere alla modernizzazione del paese e di istituire assemblee decisionali rappresentative. - I membri del nuovo governo hanno come obiettivi la più rapida modernizzazione del paese e la formazione di una società disciplinata e pronta a riconoscersi parte di una comunità nazionale organica, così da poter resistere con successo alla minaccia della colonizzazione diretta o indiretta. Riforme: o eguaglianza di tutti di fronte alla legge; o abolizione dei feudi; o apertura delle cariche statali ai samurai; o istituzione di un nuovo sistema fiscale basato sulla tassazione individuale delle proprietà terriere. o obbligo istruzione elementare; o formazione esercito nazionale basato sul criterio della coscrizione obbligatoria. o invenzione di una religione di stato, scintoismo, da cui deriva l’idea che l’Imperatore sia un diretto discendente della dea del Sole Amaterasu; viene considerato una divinità terrena, padre di tutti i giapponesi, ed è capo della Chiesa scintoista. La nuova centralità politica della religione è regolata dal ministero della Religione; o creazione di un sistema di finanziamento delle imprese industriali (soprattutto siderurgiche, meccaniche e navali). 7. Altri scenari In alcune zone del pianeta le colonie di insediamento bianco spazzano via civiltà e popolazioni autoctone: Australia e Nuova Zelanda: l’Australia diventa zona di emigrazione e colonia di insediamento per i civili britannici e irlandesi (nel 1851 vengono scoperti giacimenti d’oro), che si dedicano all’agricoltura e all’allevamento. La terra viene sottratta alle popolazioni aborigene, aggredite e confinate nelle aree meno ospitali dell’isola. In Nuova Zelanda la popolazione maori oppone una resistenza maggiore, ma non riesce a fermare la progressione dell’insediamento coloniale. Canada: la Gran Bretagna controlla il Québec e l’Ontario dal 1763. Nel corso dell’Ottocento i coloni britannici si muovono verso ovest, scacciando le popolazioni pellerossa. I territori coloniali vengono riuniti nella Confederazione del Canada nel 1867. Sudafrica: nel 1795 gli inglesi sottraggono l’area alla Compagnia olandese delle Indie orientali. I coloni boeri (contadini olandesi) non riconosco la Gran Bretagna come loro madrepatria e tra il 1835 e il 1840 decidono di spostarsi a nord e fondare lo Stato Libero di Orange e la Repubblica Sudafricana del Transvaal. Sia le colonie britanniche sia le repubbliche boere usano come manodopera le popolazioni africane dell’area. L’espansione dei coloni occidentali viene bloccata a nord-est dagli zulu e dagli xhosa. Vengono scoperti giacimenti di diamanti e d’oro, fatto che alimenta le tensioni tra i boeri del Transvaal e il governo britannico. Africa: l’Africa interessa alle potenze europee per le attività commerciali che vi si possono realizzare; nelle aree costiere le compagnie commerciali europee acquistano merci essenziali per i consumatori e per le industrie europee, ma fino agli anni 70 dell’Ottocento l’Africa non è terra di colonizzazione indiretta, né di insediamenti coloniali permanenti. 8. Popolazione e produzione *Nella metà dell’Ottocento si impone la corrente artistica del realismo. I pittori iniziano a rivolgersi a soggetti nuovi e attuali (i lavoratori nei campi, il ceto medio, le donne contemporanee, le ferrovie, le industrie, le città moderne). Periodo: fine Ottocento-Inizio Novecento. A partire dal XIX secolo si rendono disponibili delle fonti statistiche, raccolte in maniera sempre più sistematica. I dati mostrano che l’andamento demografico europeo è in costante crescita per tutto il periodo che va dalla metà dell’Ottocento fino al primo decennio del Novecento. Questo perché si muore di meno e si vive più a lungo: migliorano alimentazione, igiene, conoscenze mediche, nelle città vengono realizzati grandi lavori di risanamento urbano per fronteggiare le epidemie di colera. Gli interventi nelle città sono essenzialmente cinque: - creazione e cura di grandi parchi; - risanamento dei quartieri più poveri; - costruzione di sistemi fognari moderni; - costruzione di sistemi idrici capaci di portare l’acqua in ogni casa; - depurazione delle acque potabili; In ambito medico si costruiscono nuovi ospedali, vengono identificati microrganismi responsabili di alcune gravi malattie infettive, si iniziano a sterilizzare e disinfettare gli strumenti chirurgici e le ferite, il progresso dell’industria chimica mette a disposizione farmaci nuovi e più efficaci. In molte aree d’Europa la crescita della popolazione si rivela superiore alla domanda di forza lavoro; per questo molte persone decidono di partire: - flussi migratori a breve e media percorrenza : riguardano coloro che dalle aree rurali decidono di trasferirsi nelle città vicine (urbanizzazione). Alcuni centri urbani si avviano a diventare megalopoli; - flussi migratori a lunga percorrenza : tra il 1800 e il 1924 abbandonando l’Europa 50 milioni di persone, la maggior parte dirette nelle Americhe. I flussi più imponenti iniziano alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento, quando la carestia del 1846-47 spinge molti europei a partire. All’inizio del Novecento gli Stati Uniti hanno una popolazione doppia o più che doppia rispetto a molti paesi europei. A livello mondiale: - gli incrementi demografici più imponenti si registrano nel continente americano, soprattutto a causa dell’emigrazione europea; - lo stesso vale per l’Oceania; - gli incrementi demografici che si registrano in Europa, Asia e Africa sono endogeni; - in Europa la crescita avviene in un’area già densamente popolata; - in Asia la densità di popolazione è molto alta, ma si verificano anche i primi consistenti flussi migratori in uscita, soprattutto dalla Cina verso gli Stati Uniti e l’Oceania. 1. La seconda rivoluzione industriale All’inizio del Novecento le società euro-americane hanno tratti sempre più accentuatamente urbanizzati e industrializzati. Le trasformazioni in corso nelle industrie tra metà Ottocento e inizio Novecento danno origine alla seconda rivoluzione industriale, che si distingue dalla prima per quattro motivi fondamentali: - per la messa a punto delle nuove procedure diventa essenziale il contributo di inventori e scienziati di professione; - il Regno Unito cessa di essere l’unica e assoluta avanguardia del mondo industrializzato . Emergono come grandi potenze industriali l’Impero tedesco e gli Stati Uniti; - le innovazioni riguardano settori produttivi nuovi (produzioni di acciaio, materi chimiche, energia elettrica ecc.); - questi nuovi settori richiedono impianti e macchinari grandi e molto costosi e ciò impone dei cambiamenti nelle modalità di finanziamento, gestione e organizzazione delle linee produttive. I settori più significativi per la seconda rivoluzione industriale sono: o il grande incremento di importazioni di cereali americani e russi aumenta l’offerta sui mercati europei, determinando un’ulteriore diminuzione globale dei prezzi. I proprietari terrieri e gli affittuari europei si trovano in difficoltà; i cereali da loro prodotti hanno un costo di produzione assai più alto di quelli americani e russi e per diversi anni ciò fa sì che il loro profitto venga azzerato. La crisi agraria sollecita tre tipi di risposte: - richiesta di dazi protettivi ; proteste dalle tonalità nazionaliste, segue una sequenza di adozioni a raffica di tariffe doganali protettive; - contrazione delle aree coltivate , destinate all’allevamento di bestiame; - adozione di tipi più efficienti di rotazione delle culture, di nuovi macchinari agricoli e di fertilizzanti che aumentino la produttività. Queste manovre di adattamento hanno l’effetto di abbassare i costi di produzione, aumentando la produttività e risparmiando sulla forza lavoro in un momento in cui la popolazione sta aumentando, fatto che dà un ulteriore impulso all’emigrazione. 9. Studiare, lavorare, comprare, amare 1. Sistemi educativi e strutture sociali: le scuole elementari Nelle campagne d’Europa occidentale molti braccianti si ritrovano a essere disoccupati; nelle campagne d’Europa orientale l’abolizione della servitù della gleba prevede forme di acquisto o di riscatto di appezzamenti terrieri, ma per molti ex servi i regolamenti sono troppo gravosi. Molte famiglie contadine sono costrette a offrirsi come manodopera bracciantile sul mercato del lavoro in un momento in cui l’offerta tende a essere superiore alla domanda. La richiesta di operai (differenziati tra quelli assegnati a mansioni semplici e quelli assegnati a compiti più complessi e meglio retribuiti) resta elevata. La formazione di gruppi di operai qualificati è possibile grazie alla formazione di un sistema educativo in grado di alfabetizzare e istruire professionalmente gli scolari. Negli Stati Uniti e in Europa vengono potenziati i sistemi di istruzione pubblica che prevedono l’obbligatorietà della frequenza ai primi anni di scuola elementare. Tra fine Ottocento e inizio Novecento un numero sempre maggiore di ragazzi e ragazze impara a leggere e scrivere; si innalza l’età fino alla quale è obbligatorio andare alla scuola elementare e l’età minima prima della quale non è possibile essere assunti in una fabbrica, in un’azienda contadina o in una bottega. Le scuole elementari vengono concepite come istituti di formazione morale e di disciplinamento (in particolare delle classi povere) e ci si rende conto che individui più istruiti sono lavoratori più efficienti. Ovunque le scuole elementari sono regolate e finanziate dagli Stati, che si fanno carico della primaria formazione dei cittadini. 2. Le scuole superiori I nuovi sistemi di istruzione superiore prevedono quasi ovunque una duplicità di curricula: - scuole superiori selettive, che danno accesso all’università; - scuole superiori professionalizzanti; Nei paesi di lingua inglese vi sono scuole private e molto prestigiose, con curricula fondati sullo studio delle materie umanistiche e con una struttura a college, cui si affiancano altre scuole, private o pubbliche, meno costose e meno selettive. In Europa continentale le scuole superiori sono prevalentemente pubbliche, distinte fra più qualificate e d’élite, basate principalmente sullo studio di materie umanistiche, e tecnico-professionalizzanti, che danno accesso soltanto ad alcune facoltà universitarie. Le aziende e le burocrazie degli Stati, dei ministeri, delle province e dei ministeri si ampliano e hanno bisogno di operai e impiegati qualificati, con alle spalle percorsi educativi post-elementari. Attraverso i curricula offerti dalle scuole tecniche meno selettive prendono forma i ceti medi (i colletti bianchi, impiegati, tecnici, funzionari, commessi), una classe sociale meglio pagata delle classi operaie (i colletti blu) e orgogliosa della propria posizione. Alcune professioni impiegatizie sono aperte anche alle donne, che a parità di mansione vengono sempre pagate meno degli uomini. 3. L’insegnamento universitario Da metà Ottocento in avanti si procede a riorganizzare il sistema universitario, che deve rispondere alle esigenze di mercato (formazione di insegnanti, ingegneri, chimici, medici, magistrati, avvocati, notai): - Stati Uniti: vengono fondate università sia statali sia private, alle quali si accede pagando rette piuttosto basse e che perciò sono aperte a studenti provenienti da ceti medi e classi popolari (bianchi); esiste anche una rete di università private particolarmente prestigiose, finanziate attraverso donazioni concesse da imprenditori e associazioni, molto selettive; quello statunitense è il sistema universitario più efficiente e più aperto. La società statunitense, nel complesso, è quella con tassi di maggiore mobilità ascendente, grazie alla minore selettività, allo sfruttamento delle terre conquistate a occidente e alla maggiore fluidità della società americana, che non ha mai posseduto una nobiltà; da qui il mito della terra delle opportunità. - Regno Unito: le università più prestigiose sono Oxford e Cambridge, che dal 1854 cessano di essere controllate dalla Chiesa anglicana e vengono aperte agli studenti di tutte le confessioni religiose; nascono altre università, che offrono corsi tecnici assenti a Oxbridge, e che dal 1889 iniziano a essere finanziate regolarmente con fondi pubblici; le università britanniche sono quelle che mantengono il massimo livello di selettività sociale; - Europa: università e scuole superiori sono al tempo stesso centri di insegnamento e di ricerca finanziati dallo Stato; dipendono da regolamenti statali che normalmente garantiscono un’ampia libertà di insegnamento. Le istituzioni private o confessionali sono molto limitate. Molti di coloro che escono dall’università entrano a far parte di una nuova borghesia delle professioni con livelli di reddito medio-alti, consapevole di sé e della propria formazione. Nella seconda metà del XIX secolo anche le donne cominciano a coltivare l’ambizione di poter accedere agli studi superiori. Dagli anni Sessanta-Settanta dell’Ottocento quasi tutti i sistemi universitari si aprono alle studentesse (sebbene con delle eccezioni, come Oxford. Cambridge, Princeton e Yale). Il numero di studentesse fino al 1914, piuttosto limitato, è maggiore in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove i gruppi protestanti che da tempo hanno aperto alle donne alcune pratiche religiose promuovono l’apertura del sistema educativo alle ragazze, sostenuti da parte dell’opinione pubblica che spera di poter far ottenere alle proprie figlie un lavoro più redditizio. Le donne non hanno comunque vita facile e sono quelle che si laureano ed esercitano una professione (spesso non vengono ammesse); nessuna è imprenditrice. Gli imprenditori e i banchieri, in ascesa, sono tutti uomini. 4. Redditi e consumi operai e braccianti Società occidentali fine ottocento ceto medio élite professionisti I redditi dei ceti medi e delle élite sono buoni e anche i salari degli operai e dei contadini si mantengono a un buon livello. La diminuzione dei prezzi e l’aumento delle retribuzioni fa sì che tutte le classi sociali, in misura diversa, possano destinare una quota di reddito aggiuntivo all’acquisto di beni superflui o di consumo durevole. Inizia a delinearsi un mercato di massa, che attira subito l’attenzione di alcuni imprenditori. Nella seconda metà dell’Ottocento nascono i grandi magazzini, spazi commerciali ampi che mettono a disposizione degli acquirenti una grande varietà di merci: - i grandi magazzini riducono i prezzi, puntando sull’idea che vendere un grande volume di merce con margini di profitto minori alla fine dia risultati economici migliori; - i prezzi rimangono fissi; - i clienti guardano le merci, in questo modo partecipando a un vero e proprio spettacolo; diventano essenziali le vetrine; Sistema elementare: obbligatorietà frequenza dei primi anni di scuola; la formazione primaria dei cittadini è finanziata dagli Stati Sistemi educativi (metà 800-inizio 900) Scuole superiori: scuole superiori selettive e professionalizzanti; le prime danno pieno accesso all’università, dalle seconde prendono forma i ceti medi Università: riorganizzazione in base alle esigenze di mercato; nascono università private, più prestigiose, e pubbliche; si forma una nuova borghesia delle professioni 1867, 1885, 1895, Il Capitale: il sistema capitalistico contiene in sé limiti e contraddizioni che lo spingono verso la sua stessa fine: o la società tende a rimodellarsi e a polarizzarsi nel contrasto di interessi che contrappone il proletariato e la borghesia, nelle mani della quale si concentrano risorse e mezzi di produzione (lotta di classe); o crisi periodiche di sovrapproduzione : sono dovute al sovrainvestimento di capitali in settori che finiscono per offrire più merci di quante il mercato possa assorbirne, poiché i proletari poveri non possono comprare i beni che il sistema produttivo è tecnicamente in grado di produrre; Compito di tutti coloro che aspirano alla costruzione di una società più giusta e libera è creare organizzazioni politiche capaci di accelerare l’evoluzione della lotta di classe, il cui esito sarà la rivoluzione che porterà alla crisi conclusiva del capitalismo industriale e al suo superamento attraverso la formazione di una società comunista. Marx ed Engels vogliono un movimento internazionalista, poiché i proletari sono tali in tutto il mondo e devono unirsi contro i capitalisti e i potenti, a qualunque Stato-nazione essi appartengano; 1864, Londra, viene fondata la prima grande organizzazione del movimento operaio e delle organizzazioni socialiste, l’Associazione internazionale dei lavoratori, nota come Prima internazionale. Nell’Associazione prevalgono due correnti maggioritarie: o Marxisti: ritengono che lo sviluppo del movimento debba passare attraverso la formazione di organizzazioni politiche strutturate, finalizzate a preparare le condizioni per lo scoppio della rivoluzione. La fondazione di una società nuova passerà attraverso una fase transitoria, la dittatura del proletariato, durante la quale verranno riorganizzati tanto il sistema produttivo quanto l’intera struttura sociale. o Anarchici: guidati da Michail Bakunin (1814-1876), sostengono che la rivoluzione deve scoppiare e svilupparsi spontaneamente, senza che ci sia un partito a guidarla. Necessaria premessa alla formazione di una società di individui liberi e uguali è l’abolizione di ogni tipo di autorità statale; per questo, gli anarchici sono contrari alla costituzione di strutture partitiche organizzate. 1872, V Congresso dell’Associazione internazionale dei lavoratori, il movimento si scinde: una risoluzione approvata dalla maggioranza dei delegati afferma che il proletariato, per condurre la sua battaglia, deve agire costituendosi in partito politico. Il movimento anarchico continua a riscuotere molto successo soprattutto nelle aree rurali e a scarsa industrializzazione; negli anni successivi, si impone la linea che ritiene che la massima e più importante azione dimostrativa che può portare alla rivoluzione sia l’attentato terroristico. Gli attentati non sollevano le masse contadine e, col tempo, indeboliscono fortemente la propaganda anarchica, che all’inizio del XX secolo ha ormai un’influenza politica ridotta. 1876, l’Associazione, indebolita dalla scissione, si scioglie. Tuttavia, la risoluzione del 1872 porta alla nascita dei primi partiti socialisti europei: o 1875, nasce il primo partito socialista della storia europea, il Partito socialista dei lavoratori di Germania, poi Partito socialdemocratico tedesco (Spd); o 1880, Partito operaio francese, poi Sfio (Section française de l’International ouvrière); o 1889, Partito socialdemocratico austriaco; o 1892, Partito dei lavoratori italiani, poi Partito socialista italiano; o 1898, primo congresso del Partito operaio socialdemocratico russo. Si tratta dei primi partiti politici moderni e costituiscono il modello più influente di organizzazione politica per tutte le formazioni nate nel XX secolo. Caratteristiche principali: sono associazioni federali : raccolgono le adesioni di associazioni operaie o contadine locali e si propongono di agire in loro nome sul piano nazionale. Le associazioni federate pagano una quota associativa che costituisce la fonte primaria di finanziamento di questi partiti; sono associazioni formali : possiedono uno statuto, che delinea obiettivi e principi ai quali deve ispirarsi la vita del partito, descrive le cariche organizzative previste, stabilisce il rapporto tra organizzazione centrale e articolazioni periferiche; i militanti devono condividere le finalità enunciate nel programma e rispettare la linea del partito. Periodicamente, vengono convocati dei congressi a cui possono partecipare i rappresentanti delle associazioni locali collegate al partito: si eleggono nuovi dirigenti, si discute la linea politica e si apportano eventuali modifiche allo statuto; sono dotati di organi di stampa : in Italia nascono la rivista Critica sociale (1891) e l’Avanti! (1896, quotidiano del Partito socialista italiano); si circondano di associazioni collaterali : vengono costituiti circoli ricreativi, associazioni giovanili, femminili, ginniche ecc.; essenziale il collegamento con le organizzazioni sindacali; lo sciopero inizia ad avere obiettivi di natura politica. L’apparato associativo che gravita intorno ai partiti socialisti assicura l’esistenza sul territorio di nuclei permanenti di militanti; hanno canti, musiche, simboli, rituali propri : il Sole nascente, le spighe di grano, le rose rosse, l’operaio che spezza le catene che opprimono il proletariato (virilismo antibellicista e liberatorio), preannunciano la futura società socialista, prospera e radiosa. Uno dei rituali periodici più importanti del movimento socialista è il 1° maggio, istituito nel 1889 per ricordare quanto accaduto a Chicago il 1° maggio 1886: durante uno sciopero di operai una bomba lanciata tra la folla uccide anche alcuni poliziotti; alcuni dimostranti sono arrestati e quattro di loro vengono impiccati; si presentano come organismi internazionali . 1889, Parigi, viene fondata l’Internazionale socialista, la Seconda Internazionale, una federazione tra i partiti nazionali di orientamento marxista. Anche in questo caso si creano delle correnti diversificate: Riformisti/revisionisti: Eduard Bernstein, un dirigente socialista democratico, fa osservare che la previsione marxiana non si è avverata (I presupposti del socialismo e i compiti della socialdemocrazia, 1899) e che le condizioni retributive degli operai sono significativamente migliorate. Il Partito socialdemocratico deve dunque puntare a ottenere delle riforme che migliorino ulteriormente le condizioni di vita della classe operaia e per farlo deve collaborare con le altre forze democratiche non socialiste. Radicali: sostengono una linea radicale che vuole creare immediatamente le condizioni per una rivoluzione sociale e politica; Sostenitori del “programma minimo”: la rivoluzione resta l’obiettivo massimo del movimento socialista, ma è necessario ottenere subito delle riforme più circoscritte collaborando con altre forze politiche. Un caso a parte è costituito dal Partito operaio socialdemocratico russo: 1903, Bruxelles, al congresso del partito si delineano due proposte: o quella menscevica: vuole che il partito si sviluppi secondo linee più moderate; o quella bolscevica: sostenuta da Vladimir Il’ič Ul’janov, Lenin, afferma che l’arretratezza della Russia potrebbe essere l’occasione per innescare una rivoluzione immediata. Per far questo è necessario costituire un partito capace di fare da avanguardia della rivoluzione, di educare le masse operaie e contadine e di condurle verso la società nuova passando subito attraverso il trauma rivoluzionario. Nel 1912 i bolscevichi si separano dai menscevichi e danno vita al Partito operaio socialdemocratico bolscevico. Ci sono, infine, gli anarco-sindacalisti, che ritengono che motore della rivoluzione debbano essere azioni violente dal carattere comunitario e collettivo. Strumento fondamentale per le masse operaio è lo sciopero generale, in grado di bloccare il funzionamento dell’apparato produttivo capitalistico e di causarne, di conseguenza, il crollo. Peculiarità britanniche e statunitensi Gran Bretagna Gli operai si sono avvicinati agli esponenti liberali. Nel 1884 nasce la Fabian Society, la quale promuove una visione gradualistica dell’avvento del socialismo e ritiene che le trasformazioni che porteranno a una società socialista debbano avvenire all’interno di una cornica parlamentare e costituzionale. La Fabian Society non si trasforma in un movimento politico, ma esercita una notevole influenza sull’opinione pubblica. L’esperienza sindacale è particolarmente significativa: 1868, le diverse associazioni sindacali si coordinano attraverso il Trades Union Congress. 1871, i sindacati vengono riconosciuti legalmente dal governo liberale. 1893, fondazione di un partito socialista autonomo, l’Indipendent Labour Party, che non riesce a imporsi. Negli anni Novanta dell’Ottocento il partito liberale entra in crisi; gli scioperi vengono repressi dagli imprenditori, che si avvalgono dei crumiri (lavoratori disposti a sostituire gli scioperanti); il Partito conservatore non accoglie le richieste dei sindacati. Nel 1900 viene indetta una conferenza nazionale per la completa riorganizzazione dell’azione politica dei lavoratori, la Labour Representation Committee, di orientamento moderato e che ha il compito di scegliere i candidati da presentare alle elezioni politiche. Nel 1903 il Partito liberale firma un accordo con l’Lrc, con cui si impegna a sostenere i candidati designati dal Comitato, che a sua volta promette di farlo coi candidati liberali e di sostenere un eventuale governo liberale. Nel 1906 i liberali e i deputati dell’Lrc trionfano; il gruppo parlamentare che si riunisce alla Camera dei Comuni decide di chiamarsi Labour Party e di dotarsi di un programma moderatamente riformista. Il partito laburista è saldamente collegato alle Trade Unions e stabilmente inserito nel sistema rappresentativo-parlamentare. Stati Uniti La principale organizzazione sindacale americana, l’American Federation of Labour (Afl, 1886) ha un orientamento apolitico e non punta ad obiettivi di carattere rivoluzionario; è attivissimo della scala razziale sta la razza ebraica, infida, aggressiva e avida. Ipotizza che gli individui razzialmente meno perfetti potrebbero essere soppressi attraverso un’eutanasia razziale; o Houston Stewart Chamberlain (1855-1927) sostiene la superiorità, all’interno della razza bianca, della razza germanica, la più vicina agli antichi popoli ariani e la più minacciata dalla razza ebraica. L’elaborazione razzista (priva di qualsiasi valore scientifico) serve dare un nuovo slancio all’identificazione delle comunità nazionali: una nazione/razza viene ora definita in rapporto alle differenze che la separano dalle altre, considerate inferiori e, per questo, potenzialmente pericolose. Razzismo negli Stati Uniti Negli ultimi decenni del 1800 molti Stati varano una politica segregazionista nei confronti dei neri, attraverso una serie di leggi che li escludono dalla vita pubblica. Vengono istituite scuole separate e spazi distinti sui trasporti pubblici; bar, negozi, alberghi e ristoranti vengono riservati ai bianchi (secondo il principio “separati ma uguali”); ci si aspetta che i neri mostrino deferenza e rispetto. - 1881, Booker T. Washington, figlio di una schiava nera e di un piantatore bianco, contribuisce a fondare il Tuskegee Institute, una scuola tecnica riservata a studenti neri; - 1909, William E.B. Du Bois (1868-1963) promuove la nascita della National Association for the Advancement of Colored People e sostiene che l’obiettivo della parità razziale deve essere raggiunto attraverso la collaborazione fra gli afroamericani più dotati e le élite bianche progressiste; Nello stesso periodo l’espansione bianca nei territori dell’Ovest viene completata; si svolgono le più dure e definitive guerre indiane, che portano alla decimazione dei pellerossa e alla distruzione del loro ambiente di vita (deforestazione, distruzione di mandrie di bisonti, risorse fondamentali per le tribù pellerossa); gli indiani superstiti vengono chiusi in aree ghetto (le riserve). Le massicce ondate migratorie portano negli Stati Uniti portoghesi, spagnoli, slavi, italiani, russi, che spesso formano dei quartieri che ricostruiscono le comunità di origine. I wasp (white anglosaxon protestant) li trattano con disprezzo; nelle fabbriche lavorano nelle mansioni più spiacevoli, al fianco dei neri; sono esclusi dal voto. Nascono i primi ghetti urbani. Razzismo in Europa Le teorie e le pratiche razziste si concentrano sugli ebrei. - Russia: sin dai primi dell’Ottocento le comunità ebraiche sono sottoposte a un regime di durissima discriminazione: sono povere, subordinate a leggi svantaggiose ed esposte agli attacchi del clero ortodosso; nel tardo Ottocento la presenza di un buon numero di ebrei tra i militanti antizaristi fa sì che il governo tolleri l’odio antiebraico diffuso tra la popolazione. Moltissime famiglie ebree abbandonano la Russia per emigrare negli Stati Uniti, dove non esistono discriminazioni antiebraiche. - Europa occidentale: tra fine Settecento e Ottocento tutte le comunità ebraiche attraversano processi di emancipazione, con l’abolizione degli statuti differenziati in vigore in epoca moderna. I ghetti vengono aboliti, alle famiglie ebraiche vengono riconosciuti una piena mobilità geografica e residenziale e pari opportunità e diritti. Nel corso dell’Ottocento e del primo Novecento molti ebrei conquistano posizioni di spicco nel mondo degli affari, delle professioni, della politica, della cultura. Le comunità ebraiche sopravvivono come gruppi religiosi, dotati di propri riti e di proprie modalità di organizzazione interna; il loro inserimento non è accolto ugualmente in tutta Europa e spesso rinfocola l’ostilità antiebraica esistente in Europa sin dal Medioevo: o pubblicazioni e giornali recuperano i miti del cristianesimo medievale, accusando gli ebrei di discendere da una popolazione deicida/di pratiche rituali omicide; o i sostenitori del discorso nazionalista guardano con avversione alla pratica dei matrimoni intracomunitari, che garantiscono l’appartenenza alla comunità ebraica (che in realtà è la norma di tutte le società europee dell’epoca); diverse comunità, inoltre, hanno sviluppato nei secoli contatti di collaborazione economica, amicizia e parentela, fatto che viene sfruttato per accusare gli ebrei di essere un gruppo internazionalizzato e, per questo, straniero (una nazione dentro la nazione). Il razzismo scientifico fonda l’antisemitismo, ovvero l’odio per gli ebrei non in quanto membri di un gruppo religioso ma in quanto appartenenti a una presunta razza particolare e diversa. Diversi partiti ricorrono esplicitamente ad argomentazioni antisemite. o Caso Dreyfus: 22 dicembre 1894, il Consiglio di guerra francese condanna un capitano d’artiglieria ebreo, Alfred Dreyfus (1859-1935) alla deportazione nell’Isola del Diavolo, con l’accusa di aver passato dei documenti riservati all’esercito tedesco. L’inchiesta viene condotta in modo sommario e le accuse sono mal fondate, cosicché la stampa liberale, radicale e socialista comincia a protestare; nel 1898 Émile Zola pubblica la lettera aperta “J’accuse”, in cui chiede la riapertura del processo. Si formano organizzazioni di innocentisti e colpevolisti; questi ultimi ricorrono ad argomentazioni antisemite per illustrare la colpevolezza di Dreyfus, che diventa il simbolo dell’ebreo avido di denaro e sempre pronto a vendere la patria che lo ospita. Inizia a circolare anche il mito dell’esistenza di un complotto internazionale ebraico volto a creare una crisi economico-sociale, da cui dovrebbe emergere una sorta di ordine universale dominato dagli ebrei (1897-98, Protocolli dei saggi anziani di Sion, scritto da antisemiti francesi). Nel 1899 Dreyfus viene graziato; nel 1902 viene aperta una nuova inchiesta, che nel 1906 porta alla sua piena assoluzione. Theodor Herzl , giornalista viennese, segue il caso Dreyfus, da cui rimane talmente impressionato da sostenere che l’assimilazione degli ebrei nelle società europee è fallita e che l’unica via di salvezza per gli ebrei consiste nel creare uno Stato-nazione ebraico autonomo, proposta discussa e accettata nel 1897, durante il I Congresso sionista a Basilea. 12. L’Occidente alla conquista del mondo 12.1. Colonialismo e imperialismo Tra il 1870 e il 1914 tutto il mondo non occidentale finisce sotto il controllo dell’una o dell’altra potenza. Parti intere del globo sono sotto il controllo economico di imprenditori e finanzieri euro- americani. Oceania, Africa e Asia vengono conquistate politicamente e militarmente. Entra in uso il termine imperialismo, che sottolinea le trasformazioni qualitative dell’espansione di fine secolo (imperialismo=indirizzo politico mediante il quale una potenza mira ad esercitare egemonia politica ed economica su altre nazioni) e le ambizioni dei dirigenti politici dell’epoca. - interessi economici: controllo di materie prime, ricerca di mercati dove collocare i prodotti della madrepatria, aree di investimento verso cui dirigere capitali o che presentano specifici vantaggi ambientali. Diversi economisti ritengono che l’eccesso di risorse accumulate, che non riescono a trovare impieghi in un’economia già al punto massimo di espansione, spinge verso la ricerca di nuovi mercati per l’investimento dei capitali eccedenti; cifra essenziale dell’imperialismo è l’accordo triangolare tra banche, grandi imprese e governi dei paesi che le ospitano. Lenin sostiene che la ricerca di nuovi mercati o di nuovi ambiti di investimento è caratterizzata dalla piena saturazione dei mercati interni e dalla subordinazione economica (anche indiretta) dei paesi meno sviluppati; un esempio di dominio economico informale è l’America Latina, che attira capitali britannici e statunitensi; negli ultimi decenni dell’Ottocento e all’inizio del Novecento le grandi aziende nordamericane chiedono l’intervento diretto del governo degli Stati Uniti nel risolvere eventuali contenziosi con gli Stati che ospitano le piantagioni e che, per questo, cominciano ad essere pesantemente influenzati dagli interessi delle grandi industrie e dalle conseguenti pressioni del governo degli Stati Uniti. - conquista politica e militare: possono dipendere da valutazioni strategiche o dalla volontà dei vari governi nazionali di dimostrare la propria forza, autorità ed efficienza, in modo da consolidare il proprio prestigio e rafforzare la coesione nazionale; esempio di dominazione diretta è l’Egitto, che, per portare avanti il processo di modernizzazione avviato nella prima metà del XIX secolo, si indebita con banche europee. All’inizio degli anni Settanta l’Egitto è costretto a dichiararsi incapace di restituire i prestiti; nel 1875 viene creato un organismo di gestione del debito pubblico egiziano, affidato a delegati dei governi francese e inglese. Ulema, intellettuali, giornalisti e ufficiali protestano e nel 1881 scoppia una rivolta, sedata dall’esercito inglese; il governo liberale trasforma l’Egitto in un suo protettorato. Nel 1882 la flotta britannica bombarda il porto di Alessandria d’Egitto, mentre un corpo di spedizione sconfigge l’esercito del ribelle Arabi Pascià; il governo egiziano viene sottoposto al dominio britannico: o Il Regno Unito vuole proteggere le banche e i privati che hanno investito in titoli del debito pubblico egiziano; l’amministrazione britannica si impegna nel risanamento del debito; o il Canale di Suez consente un collegamento più immediato con l’India. - motivazioni politico-simboliche: l’opera di colonizzazione viene compiuta a vantaggio degli assoggettati, inferiori agli occidentali, i quali hanno l’onere etico di conquistarli; intere popolazioni sono sottoposte a oppressioni fisiche e normative. Ne sono un esempio Congo belga e Algeria: o Congo : tra il 1884 e il 1885 i delegati delle potenze europee riconoscono al re Leopoldo II il diritto di inglobare i territori che riesce a occupare entro quello che viene chiamato lo Stato Libero del Congo, la cui sovranità viene attribuita al - 1906, una conferenza internazionale riunita ad Algeciras, in Spagna, risolve temporaneamente la crisi riconoscendo a Francia e Spagna il diritto di intervenire direttamente negli affari interni marocchini; - 1911, seconda crisi marocchina. Una serie di disordini scoppiati in Marocco offre l’occasione alla Francia per intervenire militarmente. La Germania reagisce inviando una cannoniera davanti al porto di Agadier e avanzando la richiesta di compensi territoriali per quella che è considerata una violazione degli accordi di Algeciras. La crisi si risolve riconoscendo un compenso alla Germania, mentre l’esercito francese può completare l’occupazione del Marocco. 12.3. Forme di resistenza antioccidentale Quasi ovunque nei territori coloniali si manifestano forme di resistenza e di ribellione al dominio occidentale. In tutti i casi la resistenza è animata dalla riscoperta delle radici religiose dei popoli colonizzati e dal tentativo di definire un’autonoma identità nazionale delle popolazioni assoggettate alla colonizzazione occidentale. Gli intellettuali che hanno studiato in Europa o in scuole europee impiegano le elaborazioni ideologiche del nazionalismo europeo per dar forza ai movimenti di resistenza antioccidentale. Resistenza islamica nei domini britannici - Sudan, 1881, Muhammad Ahmad si autoproclama Mahdi (il Guidato) e si appella ai musulmani del Sudan affinché si ribellino all’Egitto e agli inglesi. L’invito al jihad ha successo e tra il 1884 e il 1885 Muhammad Ahmad conquista Karthum. Il Sudan mahdista resiste ai tentativi di riconquista fino al 1898, anni in cui i britannici distruggono l’esercito sudanese nella battaglia di Omdurman. - Somalia, 1898, scoppia una rivolta politico-religiosa guidata da Mohammed Abdullah Hassan, che organizza, in nome del jihad, una guerriglia che dura dal 1899 al 1920, anno in cui la rivolta viene definitivamente stroncata dagli inglesi. - Egitto, la resistenza si sviluppa in due direzioni che trovano un reciproco contatto: o modernismo islamico: corrente di pensiero che vuole porre le fondamenta di una rinascita dell’islam (strettamente legato al patriottismo e alla lealtà nei confronti del proprio popolo) e delle popolazioni musulmane, anticoloniale e modernizzante; o nazionalismo egiziano: intellettuali che studiano in Europa si appropriano del linguaggio nazionalista europeo e lo applicano al contesto locale, fondando nel 1907 il Partito nazionale. Persia Dal 1907 la zona settentrionale della Persia spetta alla Russia, quella meridionale alla Gran Bretagna. Mujtahid sciiti, mercanti, ufficiali e intellettuali sono insoddisfatti della gestione dello shah e dello sfruttamento delle risorse da parte di russi e britannici. I mujtahid proclamano la necessità di una generale rinascita islamica come presupposto per la liberazione della Persia, mentre gli intellettuali propongono un sistema costituzionale che limiti i poteri dello shah. - 1906, il movimento di protesta impone allo shah una Costituzione che prevede un Parlamento, proclama l’islam religione di Stato e la Sharia base della futura legislazione; lo shah ne blocca l’attuazione poco tempo dopo. - 1911, l’intervento militare russo restaura il regime dello shah. La vicenda produce la piena politicizzazione dei mujtahid sciiti, che si propongono come guide della resistenza persiana sia contro lo shah sia contro gli occidentali. India L’India è governata da un viceré britannico; vi sono aree sotto la diretta amministrazione inglese, altre frammentate in degli staterelli posti sotto l’autorità di principi o di maharaja. Dal 1876 l’India diventa un Impero, di cui la regina Vittoria è imperatrice. Una serie di norme istituiscono assemblee locali, che nelle intenzioni del governo britannico dovrebbero consentire alle élite indiane di trovare forme di collaborazione con le autorità inglesi. - 1885, in una di queste assemblee viene formato il Congresso nazionale indiano, un’organizzazione politica formata da indiani istruiti e un’ottima conoscenza delle istituzioni britanniche. Il Congresso mantiene una posizione moderata fino all’inizio del XX secolo, quando emergono i primi gruppi indipendentisti, guidati da Lal Gandhar Tilak, considerato il fondatore del nazionalismo indù. - 1907, le due componenti del Congresso (moderata collaborazionista, nazionalista di Tilak) si separano, mentre il governo britannico condanna i nazionalisti al carcere o al confino. - Cominciano a muoversi anche le élite musulmane: o gli ulema e alcuni intellettuali vogliono conservare le tradizioni e le pratiche dell’islam; o si diffonde una corrente di rinnovamento dell’islam, aperta alle innovazioni intellettuali, scientifiche e tecnologiche che vengono dall’Occidente. - 1906, viene fondata la Lega musulmana; la doppia rinascita religiosa indù e islamica riaccende tensioni e rivalità. Cina - 1883-85, la Cina cerca di bloccare l’occupazione militare francese dell’Annam (Vietnam); vince la Francia, che si impadronisce dell’Indocina. - Il governo cinese si rivolge alle potenze europee più interessate al suo territorio per ottenere dei prestiti che gli consentano di pagare l’indennità dovuta al Giappone. Nel 1897, in cambio dei prestiti, la Cina concede nuove basi alla Germania, alla Russia e al Regno Unito. - La penetrazione occidentale suscita tra la popolazione cinese malumori e risentimenti. Una forma di resistenza politico-religiosa è quella dei boxer, che nel corso del 1900 compiono una serie di aggressioni che culminano con l’uccisione dell’ambasciatore tedesco a Pechino. Le potenze europee intervengono e stroncano la rivolta, imponendo al governo cinese un’altra pesantissima indennità. - Inizio ‘900, l’imperatrice Cixi dà avvio a una serie di riforme del sistema scolastico e dell’esercito; tra 1906 e 1909 vengono introdotte localmente delle assemblee rappresentative. L’autorità imperiale è largamente screditata dalle sconfitte subite; Sun Yat-sen organizza una Lega repubblicana, fondata sui Tre principi del popolo: identità nazionale, rappresentanza democratica, benessere materiale del popolo cinese. - 1911, scoppia una ribellione antimperiale che porta alla breve costituzione della Repubblica cinese. La rivolta viene contrastata da una parte dell’esercito imperiale guidato da Yuan Shikai, che stabilisce un accordo con Sun Yat-sen, depone l’Imperatore e assume l’incarico della neonata Repubblica, concedendo una Costituzione. Sun Yat-sen cerca di organizzare una ribellione contro Yuan Shikai (1913): il tentativo fallisce, Sun Yat-sen viene condannato all’esilio e Yuan Shikai si impone come capo di una dittatura militare, che va in frantumi poco tempo dopo. La Cina è allora attraversata da una fase di disgregazione politica, mentre le potenze europee sono troppo impegnate sul fronte della guerra scoppiata nel 1914. 12.4. Colonialismo e letteratura Le imprese coloniali vengono trasfigurate in Occidente nel romanzo coloniale, che ne rimuove le violenze e ne nobilita le ragioni. Il percorso dei “pionieri” è lineare, non prevede alternative, ma solo ostacoli. Da una parte stanno i bianchi, dall’altra leoni, caldo, liane, elefanti, mosche e indigeni, inconoscibili e pericolosi. Gli africani sono degli animali; la missione è penetrare, prendere, andar via. Alla fine del viaggio l’Europeo Prigioniero giustifica retrospettivamente l’intera vicenda, che diventa una crociata liberatrice. Raccontare l’innocenza della propria comunità è fondamentale per riconfermare quanto lettori e lettrici pensano già di sapere. Ci sono intellettuali e partiti socialisti che si sforzano di fare propaganda antimperialista; altri libri trasmettono immagini più inquietanti; ma le denunce non bastano. L’idea di impero mette radici profonde nella cultura occidentale.