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L'immanenza assoluta dell'opera di Alberto Burri, Dispense di Storia dell'arte contemporanea

L'opera di Alberto Burri, artista che ha rivoluzionato il concetto di quadro e di pittura. Burri ha introdotto materiali inediti e ha liberato il quadro da ogni forma di rappresentazione, rivendicando la sua assoluta immanenza. il rapporto tra materia e forma nell'opera di Burri e la sua rottura con la concezione albertiana del quadro come finestra aperta sul mondo.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 20/12/2022

AuroraTuccio
AuroraTuccio 🇮🇹

29 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica L'immanenza assoluta dell'opera di Alberto Burri e più Dispense in PDF di Storia dell'arte contemporanea solo su Docsity! ALBERTO BURRI L’immanenza assoluta dell’opera In Burri la materia non è mai inerte, ma è una forza pulsionale che esige organizzazione. Egli non sopprime affatto la dimensione della forma ma la pone come obiettivo essenziale del quadro. Con l’aggiunta che l’esigenza della forma diventa sempre più presente se si considera l’incandescenza delle materie con le quali egli si confronta. In questo il suo movimento non è diverso da quello inaugurato da Pollock o Fontana. Anche Burri è costretto a confrontarsi con la vertigine che comporta abbandonare la colonna d’Ercole del quadro come finestra sul mondo. Non c’è nulla a sostenerlo, a riconoscerlo, a garantirne l’iscrizione nel sistema consolidato dell’arte. Burri, Pollock e Fontana interrompono una storia secolare assumendosi l’angoscia estrema che il loro atto fatalmente comporta. Cosa ha significato portare nel campo dell’arte le muffe, i catrami, i sacchi di juta, le plastiche...? Non si tratta ovviamente solo di un ampliamento quantitativo dei mezzi e dei materiali a disposizione del pittore. Si tratta innanzitutto di rivendicare il rapporto della pittura con il reale, di includere il reale nella pittura, di traumatizzare lo spazio teoreticamente bidimensionale del quadro con qualcosa che sgomita, palpita, pulsa, batte, che non si può contenere in quello spazio, come si evidenzia in modo clamoroso con il ciclo dei Gobbi con i quali, Burri viola la prospettiva geometrica che sostiene la pittura rappresentativa immettendo uno spessore materico. Non è più il fruitore ad apprendere l’opera, ma è quest’ultima che, scompaginando il limite definito della cornice, sembra quasi scaraventarsi all’esterno catapultandosi, proprio per il tramite delle protuberanze che abitano e increspano la sua superficie, verso il fruitore. Una torsione topologica ribalta l’interno verso l’esterno. Lo spazio subisce la contaminazione di un reale che si dà nelle forme di un rilievo, una pulsione, una sporgenza, un accesso. La protuberanza trascina con sé uno stato di tensione sulla tela, che accende la sensazione di un peso reale che non dovrebbe poter abitare l’illusione di uno spazio neutro del quadro. L’atto di rottura compiuto da Burri nei confronti della concezione albertiana del quadro come “finestra aperta sul mondo” è senza ritorno. Quando presenta i suoi primi Sacchi, l’informale materico non è ancora nato e il gesto di Fontana non si è ancora compiuto. Burri porta per primo nelle gallerie dell’arte qualcosa di mai visto prima: non solo una materia inedita, povera, umilissima, ma un nuovo concetto di “quadro” che rompe con tutta la memoria consolidata della storia dell’arte occidentale. Se Picasso con Les demoiselles d’Avignon inventa una nuova modalità di rappresentazione, Burri, e con lui Pollock e Fontana, sono ancora più radicali; essi liberano il quadro da ogni forma di rappresentazione rivendicando la sua assoluta immanenza: un’opera non significa nulla se non sé stessa. Il quadro non rappresenta una finestra sulla realtà del mondo ma un nuovo mondo. Cosa significano un Sacco o una Combustione? Per Burri non c’è alcun dubbio che il significato di un’opera consiste nell’immanenza della sua presenza. Non va ricercato altrove se non nella sua forma. La sua presenza è tale da invocare un’alterità irriducibile a sé stessa. Burri installa la materia con i suoi spessori proprio al centro della pittura. È l’opera stessa che istituisce una nuova realtà. È questo il fondamento del rigoroso “anti-mimetismo” che ispira tutto il suo lavoro.