Scarica L'olocausto (riassunto) e più Sintesi del corso in PDF di Storia Del Cinema solo su Docsity! L’Olocausto Wolfgang Benz 1 – Una coalizione di lavoro Nel primo capitolo si inizia a parlare della tragedia che ha segnato il Novecento in Europa: L’Olocausto. Alcuni libri di storia utilizzano la conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942 come la data di inizio dell’Olocausto, ma questo per Benz non è corretto. In realtà la persecuzione e lo stermino delle comunità ebraiche iniziò ben prima del 1942 ed essi consistevano nel raggiungimento dell’obiettivo, condiviso dagli alti funzionari dei Reich, ossia di ripulire legalmente lo spazio vitale tedesco dagli ebrei. Alla conferenza del 20 gennaio 1942 erano rappresentati i seguenti ministeri: • Interno • Giustizia • Territori Occupati a Est • Cancelleria del Reich • Segreteria del Partito Nazionalsocialista • Esteri • Direzione del Piano Quadriennale • Governatore Generale di Krakovia • Ufficiali delle SS Erano in tutto 13 funzionari, più Adolf Eichmann, Reinhard Heydrich e una stenografa sconosciuta, in totale 16.Il Ministero dei Trasporti e Ferrovie Nazionali non era presente, perché godeva già di ottimi rapporti. Tale conferenza durò due ore circa, durante le quali si parlò della “questione ebraica” da inviare a soluzione definitiva. Soluzione che, come affermato da Heydrich, sarebbe spettata solo a Himmler, il Reichsführer delle SS. Si trattò, in quell’occasione, di un incontro ai limiti del paradosso: tutti i presenti mostravano allegria e coinvolgimento nei confronti delle parole pronunciate da Heydrich circa la “questione ebraica” che, per inciso, avrebbe riguardato in termini numerici 11 milioni di anime. L'idea di una soluzione finale che presupponesse l'eliminazione dell'intera razza, dunque, era già presente nelle menti di molti di quei “funzionari”, tanti dei quali si figuravano già, anche i mezzi attraverso i quali la tragedia sarebbe avvenuta (chiaramente non vennero mai usati termini bruti e diretti, ma è chiaro che tutti sapessero all'epoca, qual era il significato di parole come deportazione, evacuazione, trattamento speciale). Lo scopo finale, pensava Heydrich, era uno: ripulire in maniera legale lo spazio vitale tedesco, dagli ebrei. Inizialmente si era pensato a un’emigrazione forzata a spese dei deportati, soluzione che venne rigettata dal Reichsführer delle SS per le possibilità che potevano offrire queste regioni. Nel frattempo, però, i rappresentanti del Ministero degli Esteri iniziarono a fare pressione ai territori dipendenti dalla Germania perché cominciassero anch’essi a perseguitare gli ebrei. Nel 1941, a Belgrado, a seguito dell’invio di un funzionario in loco per visionare la situazione della questione ebraica, vennero uccisi mille ebrei e zingari nelle vicinanze della città con la falsa accusa di una loro rappresaglia. Questo atto barbarico venne eseguito in due fasi: la prima consistette nello scavare le fosse che poi avrebbero “ospitato” i cadaveri e la seconda fase riguardava l’uccisione vera e propria dei perseguitati, la quale, secondi fonti attendibili dei generali, avvenne molto rapidamente (100 persone in 40 minuti). Il problema che fu anche oggetto di discussione alla Conferenza fu quello di stabilire delle linee comuni per la risoluzione del problema. Dato che la fucilazione degli ebrei, si rivelò faticosa e lunga, poco prima della Conferenza, vennero adottati nuovi metodi, uno di questi consisteva nel far salire, anche contro la loro volontà, gli ebrei sui camion, all’interno dei quali erano convogliati i tubi di scappamento, intossicando e intrappolando così gli ebrei al loro interno, aumentando il numero di morti in un solo colpo. Nonostante i nuovi metodi, il numero di ebrei era ancora alto, quindi si decise di adottare la soluzione delle camere a gas, soluzione che venne adottata nei più importanti campi di concentramento. Un importante tema sollevato durante la Conferenza di Wannsee riguardava quella dei matrimoni misti, questione che non si era mai affrontata. Dopo qualche discussione si arrivò a una soluzione, ovvero quella di non escludere dalle leggi di Norimberga gli ebrei tutelati dal matrimonio misto. Per fare questo, però, Heydrich dovette elaborare una definizione precisa di “tedesco” e di “ebreo”. Venne deciso che le persone di sangue misto di primo grado sarebbero state considerate come ebree, ad eccezione di casi di meriti particolari, i quali le avrebbero equiparate ai tedeschi, a patto che gli ebrei di sangue misto di primo grado si sottoponessero a sterilizzazione volontaria; mentre quelle di sangue misto di secondo grado venivano considerate come tedesche, solo se non fossero risultate ripugnanti dal punto di vista estetico. Durante la Conferenza tutti i funzionari erano stati messi al corrente della situazione della questione ebraica e le tecniche che sarebbero state adottate in futuro per completare l’operazione, ma, nel 1947, trenta copie del verbale della Conferenza furono ritrovate e, dato che i funzionari allora presenti, erano ancora reperibili, vennero convocati al Processo di Norimberga. L’indagine fu affidata a Robert Kempner, un ebreo sopravvissuto, il quale interrogò Neumann (segretario di Stato) e Klopfer (segreteria del partito) che negarono di essere stati a conoscenza dei piani che hanno portato allo sterminio di un’intera comunità. 3 – Emarginazione e discriminazione degli ebrei in Germania dal 1933 al 1939. Vediamo le leggi che i nazionalsocialisti emanarono e attuarono per far sì che si riuscisse a raggiungere l’obiettivo di “pulizia” dello spazio tedesco. Tra queste, le quali segnano importanti tappe storiche, troviamo: • Legge contro il sovraffollamento delle scuole e delle università tedesche (aprile 1933) Limita la quota di ammissione degli ebrei nelle scuole e nelle università, che poi si trasformerà nell’espulsione totale di essi dagli istituti; • Legge sui redattori (ottobre 1933) Gli ebrei furono allontanati dalle professioni giornalistiche; • (maggio 1935) Gli ebrei vennero esclusi dal servizio militare; • Legge sui cittadini del Reich (Leggi di Norimberga settembre 1935) Gli ebrei diventano cittadini di seconda classe; • Legge sulla salvaguardia del sangue e dell’onore tedeschi (Leggi di Norimberga 1935) Vietava i matrimoni misti tra ebrei e non ebrei; • Legge sui cittadini del Reich (Leggi di Norimberga 1935) Legge che aiutò i nazionalsocialisti a porre delle limitazioni sempre più stringenti alla comunità ebraica tedesca. Gli anni successivi furono importanti nel quadro storico e giuridico, in quanto ci si stava avvicinando sempre di più alla totale “eliminazione” del problema ebraico: • Marzo 1936 – stop agli aiuti alle famiglie ebraiche; • Ottobre 1936 – divieto agli insegnanti ebrei di impartire lezioni private ai non ebrei; • Aprile 1937 – gli ebrei non poterono più ricevere il titolo di “dottore” all’università; • Settembre 1937 – i medici ebrei persero la licenza di esercitare nelle casse mutue; • Aprile 1938 – vennero costretti gli ebrei a dichiarare il loro patrimonio; • Maggio 1938 – gli ebrei vennero esclusi da ogni assegnazione di incarichi o appalti pubblici; • Luglio 1938 – gli ebrei persero l’autorizzazione dell’esercizio della professione, venne introdotta una carta di identità speciale per loro; • Agosto 1938 – venne emanata l’ordinanza che prevedeva l’aggiunta obbligatoria del nome “Sara” o “Israel”; • Ottobre 1938 – venne stampata la lettera J sui passaporti degli ebrei; • Novembre 1938 – divieto ai bambini ebrei di entrare nelle scuole tedesche. A queste leggi si aggiungono anche delle umiliazioni, attuate sul piano locale, quali ad esempio: • Divieti di accesso agli stabilimenti balneari; • Cartelli discriminatori fuor dai negozi (“gli ebrei sono indesiderati qui”); • Panchine con scritto “panchina solo per ariani” e così via. Queste restrizioni e le molteplici umiliazioni sociali degli ebrei resero loro la vita impossibile e ancora più dura. Nel 1938 la situazione peggiorò ulteriormente: nel marzo 1938, dopo l’annessione dell’Austria (Anschluss), il governo polacco decise di sospendere, per più di cinque anni, la validità dei passaporti di tutti i cittadini polacchi residenti all’estero e che in questo periodo non avevano mantenuto rapporti con la Polonia. La Polonia decise di prendere questa precauzione per evitare che migliaia di cittadini ebrei, residenti in Austria, facessero ritorno nella madrepatria polacca per scampare al regime nazionalsocialista a cui Austria e Germania erano ormai sottoposte da anni. La legge polacca era entrata in vigore il 31 marzo 1938, ma solo il 15 ottobre 1938, dopo il patto di Monaco, il governo polacco dispose la revisione dei passaporti polacchi residenti all’estero. Solo dal 31 ottobre 1938, però, tutti i passaporti sarebbero stati validi dopo aver ottenuto un visto speciale, legge che non permetteva più ai tedeschi di espellere gli ebrei polacchi a Oriente, dato che la Polonia non li avrebbe riconosciuti come suoi cittadini. Germania e Polonia non riuscirono ad arrivare a un punto di incontro; perciò, la Germania decise di passare il caso direttamente alla Gestapo, la quale, in quattro giorni, evacuò moltissimi ebrei e li deportò al confine polacco. Le famiglie deportate si trovarono costrette a vagare nella terra di confine, in quanto la Polonia aveva chiuso le frontiere a tutti i cittadini residenti all’estero e tra quelle famiglie c’era la famiglia Herschel. Uno dei figli Herschel, il quale viveva a Parigi, riuscì a scampare alla deportazione, ma, quando il 3 novembre 1938, la sorella lo avvisò dell’accaduto, il 7 novembre 1938 egli attentò alla vita del segretario dell’ambasciata tedesca (Von Rath) a Parigi con la rivoltella per protestare contro la brutale espulsione forzata degli ebrei polacchi dalla Germania. L’occasione di dare risalto alla congiura ebraica del giudaismo mondiale contro il Reich fu servita ai tedeschi su un piatto d’argento. Quando la notizia della morte del funzionario tedesco giunse agli alti funzionari del Reich tedesco, tutte le sinagoghe vennero bruciate, i negozi degli ebrei distrutti e migliaia di ebrei arrestati e deportati nei campi di concentramento; questo portò poi a quella che venne chiamata “Notte dei cristalli”, durante la quale vennero messi in atto atti vandalici a danno dei commercianti ebrei. Alcuni fatti importanti: • Aprile 1938 – obbligo di denuncia dei patrimoni al di sopra di 5000 marchi: • Giugno 1938 – obbligo di contrassegno per tutte le aziende ebraiche da arianizzare; • 14 ottobre 1938 – Göring afferma che era arrivato il momento di espellere tutti gli ebrei (e quindi di risolvere la questione ebraica) con tutti i mezzi e i metodi a disposizione; • 12 novembre 1938 – il governo tedesco mise a punto la politica nazionalsocialista nei confronti degli ebrei tedeschi: Goebbels rimpolpò di argomenti propagandistici la “volontà popolare”, la quale consisteva in quattro step: espropriazione, ghettizzazione, deportazione e sterminio egli ebrei tedeschi che non erano riusciti a scampare dal regime. In realtà l’espropriazione era una decisione che era stata presa ancora il 12 novembre da Hitler. I ministri avanzarono delle proposte sull’espulsione e isolamento degli ebrei dalla società tedesca, del tipo: - divieto di attraversare i boschi tedeschi; - abbattimento di tutte le sinagoghe e sostituzione di esse con giardini pubblici; - imposizione di un simbolo o un vestito di riconoscimento. Molte di queste proposte vennero poi attuate in seguito. 4 – L’emigrazione tedesca dal 1933 al 1941. Perché gli ebrei non si sono sottratti alle persecuzioni quando sarebbero stati in tempo di farlo? Questo è un quesito che ci domandiamo in tanti, ma le ragioni sono semplici: 1. Alcuni ebrei tedeschi si sentivano moralmente e culturalmente legati alla Germania; 2. I nazionalsocialisti avevano ormai ridotto gli ebrei a una condizione di povertà ed è proprio per questo motivo che, anche se fossero emigrati in altri Paesi, nessuno Stato avrebbe accolto emigrati poveri. Agli ebrei fu confiscato tutto: dai gioielli, ai mobili di casa, i quali finivano in un deposito comune. Gli operai ebrei furono licenziati e fu vietato ai liberi professionisti di esercitare la propria professione. Dato il crescente impoverimento degli ebrei, i nazionalsocialisti sfruttarono la situazione a loro favore, obbligando gli ebrei idonei al lavoro, al lavoro forzato. Il 30 aprile venne emanata la Legge sui fitti a inquilini ebrei ed è proprio da questo momento che iniziò il trasferimento di intere famiglie, appartenenti alla comunità ebraica, in edifici ebraici. Le intenzioni dei nazionalsocialisti erano quelle di raggruppare gli ebrei in pochi edifici, in modo tale da riuscire a controllarli senza problemi e per poi, più tardi, facilitarne la deportazione. L’inizio della guerra (1° settembre 1939) comportò per gli ebrei il divieto di uscire di casa dopo le 21 in estate e dopo le 20 in inverno, ma non solo: • vietato il possesso di apparecchi radio; • dicembre 1938 – divieto di circolare in auto e di possedere autovetture • settembre 1939 – furono assegnati loro negozi speciali dove fare acquisti; • luglio 1940 – permesso di fare la spesa solo dalle 16 alle 17; • 19 luglio 1940 – divieto di possedere di possedere il telefono, in quanto considerati nemici del Reich; • Divieto di avere animali domestici; • Divieto di utilizzare le biblioteche circolanti; • 1° settembre 1941 – ordinanza che impone (a partire dal 15 settembre) ai giovani dai 16 anni in su di portare cucita sul vestito una stella gialla di riconoscimento • 1° luglio 1943 – gli ebrei vennero assoggettati alla giurisdizione della polizia = per loro non esistevano più le normali istanze giudiziarie. In quel momento la Germania era “judenfrei”, ovvero “liberata dagli ebrei”. 6 – I ghetti nei territori orientali occupati. L’inizio della soluzione finale della questione ebraica. La Seconda Guerra Mondiale iniziò con l’invasione della Polonia da parte dei tedeschi il 1°settembre 1939, l’esercito ebbe la meglio sui polacchi, riuscendo ad avanzare verso Varsavia. Oltre a bombardamenti e città rase al suolo, la popolazione polacca dovette subire anche violenze antisemite dei polacchi e dei tedeschi nei confronti degli ebrei. L’autore cita anche la testimonianza di una ragazza ebrea di Lodz (città polacca invasa dai tedeschi l’8 settembre 1939 e diventata parte del Reich alla fine del 1939, nel 1940 cambiò nome, diventando Litzmannstadt), la quale racconta la brutalità delle violenze a cui gli ebrei furono sottoposti: dal tirare la barba fino a che non usciva il sangue, a strattonarli per poi gettarli brutalmente sul pavimento, a un ragazzo fecero lavare il pavimento del comune e poi asciugarlo con il cappotto, fino a che non si fosse bagnato abbastanza da non essere più indossabile. La data fondamentale è il 21 settembre 1939, momento in cui Heydrich diede disposizioni sui metodi da adottare per la soluzione della questione ebraica, quali: • Concentrazione nelle grandi città di tutti gli ebrei sparsi nel paese; • Ogni comunità ebraica doveva avere un Consiglio degli Anziani, costituito dai rabbini rimasti e dalle figure più importanti. Esso avrà la responsabilità di attuare tutte le disposizioni; • I Consiglieri ebraici dovevano provvedere a una registrazione provvisoria degli ebrei residenti nei rispettivi settori, la quale doveva essere suddivisa per sesso e per professione ed essere inviata ai capi tedeschi; • Venne inoltre comunicato che, per problemi di sicurezza, agli ebrei sarebbero stata aggiunte delle limitazioni, per esempio degli orari in cui uscire dal ghetto, arresti arbitrari. Nel novembre 1939 tutte le sinagoghe vennero bruciate e gli ebrei furono costretti a indossare un contrassegno di identificazione (prima una fascia gialla, poi una stella ebraica cucita sul petto). Date queste disposizioni, in Europa si iniziò la loro attuazione, partendo dall’istituzione di ghetti, luoghi per sfruttare e umiliare gli ebrei. I ghetti avrebbero dovuto svolgere la funzione di punto di transito e smistamento per il grande trasferimento di popolazioni, operazione che, al momento dell’invasione della Polonia, non aveva ancora contorni definiti (l’obiettivo finale era la germanizzazione totale dei territori). Si deve precisare che a Varsavia, prima dell’invasione tedesca, viveva la più grande comunità ebraica, dopo New York. Essi vivevano nei quartieri del nord, parlavano lo yiddish, la maggior parte di essi praticava la professione di artigiano, operaio e insegnante, mentre solo una piccola percentuale lavorava come libero professionista. La condizione economica degli ebrei non era delle migliori, vivevano in una condizione di povertà. Nel settembre 1939 i tedeschi avevano messo a capo del Consiglio il capo della comunità Adam Czerniakow. Egli divenne il responsabile di un numero sempre maggiore di ebrei evacuati dalle vicinanze di Varsavia e, per riuscire a gestirli e offrire loro tutto il necessario per vivere, fu costretto ad eseguire le regole delle SS contro gli ebrei. In una pagina di diario, Czerniakow aveva annotato la consegna di 40’000 zloty alle SS, ovvero la consegna di una tassa imposta dai tedeschi che doveva essere riposta entro il limite di tempo prestabilito per evitare la fucilazione degli ebrei. A metà novembre 1940 il ghetto fu chiuso “al pubblico” con un muro e filo spinato. Il ghetto di Varsavia ospitava oltre 400’000 ebrei, i quali erano costretti a vivere in condizioni di disagio, condividendo uno spazio vitale ristretto e troppo piccolo per il numero di abitanti. La popolazione ebraica del ghetto non vedeva Czerniakow come una figura di rilievo, anzi, egli, nonostante venisse spesso arrestato, picchiato e umiliato, era odiato dagli ebrei del ghetto. Alcuni lo consideravano uno strumento al cospetto dei tedeschi, altri lo accusavano di aver accettato l’incarico solo per ego personale ed altri invece di aver accettato l’incarico per sete di potere. Adam Czerniakow, in realtà, era una persona per bene, dolce e sensibile, si era diplomato in ingegneria a Varsavia, per poi dedicarsi allo studio di scienze commerciali. Si era trasferito a Dresda per imparare il tedesco e approfondire la cultura germanica. Questo percorso lo portò a ricoprire varie cariche sia come insegnante, sia nel Consiglio Comunale di Varsavia. Nel luglio 1942 iniziò la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio. Per fare questo, il Consiglio fu costretto a stilare una lista, come ordinato dalle SS. Il membro più anziano degli ebrei fu costretto ad ubbidire ad altri ordini da parte dei funzionari delle SS, tanto che si suicidò (23 luglio 1942) per scampare ad altri atti contro gli assassini. Nel giugno 1944 Himmler ordinò lo sgombero del ghetto, dando nuovamente il via alle deportazioni (prima verso Chelmno e poi verso Auschwitz). La storia di Chaim Rumkowski (deportato nell’agosto 1944 ad Auschwitz) • Era il presidente del ghetto di Lodz, aperto nel febbraio del 1940; • Era un piccolo industriale fallito che si era stabilito a Lodz nel 1917; quella vincente e che sarà la strategia utilizzata anche da Hitler nella propaganda nazista durante il Terzo Reich. 8 – Massacri in oriente. Gruppi operativi e altri squadroni della morte nei territori occupati nel 1941 – 1942. Fin dal giugno del 1941 (campagna di Russia) era stato istituito un apparato di sterminio formato che aveva il compito di occuparsi della deportazione degli ebrei dalla Germania e dai territori annessi al Terzo Reich. Essi erano unità dipendenti direttamente da Himmler ed erano incaricate di prendere provvedimenti, sotto la loro responsabilità, nei confronti della popolazione civile; quindi, essi dovevano combattere con ogni forza i nemici ideologici, cioè: gli ebrei, i comunisti dell’Unione Sovietica e gli oppositori politici. Dopo la Campagna di Russia erano presenti quattro gruppi operativi, i quali partirono alla ribalta come “squadroni della morte”, nome probabilmente dovuto ai duri massacri e alle violenze che impartivano. Parte dell’agire dei gruppi operativi era quello di, con l’aiuto delle milizie locali, scatenare l’antisemitismo, in modo tale da avere un risultato migliore assicurato. Il massacro di più grandi dimensioni avvenne a Babi Yar, fuori Kiev: gli ebrei, su ordine del giorno prima da parte delle SS, si recarono in 30’000 ai treni; essi erano convinti si trattasse di un semplice trasferimento, ma non avevano idea di cosa stesse per accadere. Una volta arrivati a destinazione, gli ebrei vennero divisi in gruppi e fu confiscato loro ogni bene (valigia, cappotto, scarpe, vestiti, oggetti di valore), fino a quando non restavano completamente nudi. Gli ebrei, una volta nudi, venivano condotti all’ingresso di una forra, dove erano attesi dalle forze dell’ordine ucraine, le quali spingevano gli ebrei all’interno. Una volta dentro, venivano fucilati e i loro cadaveri venivano accatastati sopra a quelli degli altri ebrei morti fucilati. Il massacro durò due giorni con un totale di 33’771 ebrei uccisi. Nei giorni successivi i cadaveri furono ricoperti completamente di terra e quella forra di fucilazione diventò ufficialmente una fossa comune. I massacri di Babi Yar continuarono fino al 1943 e gli ebrei rinchiusi nei campi di concentramento furono obbligati di riesumare i cadaveri, i quali poi vennero bruciati su un rogo per eliminare le tracce dei massacri. I massacri degli ebrei non avvennero solo nei territori orientali occupati, ma anche in zone come la Jugoslavia, la Serbia (la Serbia dopo un anno di occupazione tedesca era già “libera di ebrei”, però si saltò la fase di ghettizzazione), dove lo adottò lo stesso metodo. 9 – La deportazione degli ebrei dalla Germania. Nell’autunno del 1941, assieme all’inizio della deportazione degli ebrei dalla Germania, ci si stava pian piano avvicinando alla fine del regime nazionalsocialista. I tedeschi avevano provveduto a tutto: dal dare precise istruzioni agli ebrei in merito al loro trasferimento, all’assegnazione di un numero di chiamata, alla requisizione di beni fino all’imporre agli ebrei il pagamento delle bollette. La requisizione fu poi legalizzata ufficialmente con l’11 a ordinanza attuativa della legge sui cittadini del Reich (Leggi di Norimberga 1935). Con le ordinanze attuate dai tedeschi, ogni diritto della comunità ebraica venne man mano eliminato, andando anche a toccare la questione della cittadinanza, la quale veniva ufficialmente considerata persa (per gli ebrei), se si fossero trasferiti all’estero. Questa clausola permetteva ai tedeschi di appropriarsi “legalmente” dei beni degli ebrei ed inoltre, con le legge di ottobre e novembre 1941, i tedeschi stabilirono una soglia massima di denaro consentito e impedirono loro di trasferire il patrimonio prima della deportazione. Nell’autunno del 1941 fu proibito agli ebrei l’emigrazione, fattore che era stato altamente incoraggiato tra il 1938-1939. Come ultimo atto di attuazione dell’undicesima ordinanza sulla legge sui cittadini, i tedeschi stabilirono l’“estero” nei casi di deportazione anche come quelle zone in territori sotto l’amministrazione dei tedeschi oppure occupati dalle truppe dell’esercito tedesco. La soluzione alla questione ebraica fu svolta da due organi principali: le SS e la Gestapo. Le SS si occupavano dei massacri (ebrei polacchi, ucraini e russi), mentre la Gestapo aveva il compito di occuparsi delle deportazioni in Occidente. 10 – Theresienstadt Tutte le deportazioni degli ebrei che partivano da Monaco avevano come destinazione Theresienstadt. È una città della Boemia del nord, la quale divenne campo di concentramento e serviva come stazione di transito e punto di smistamento dei deportati. La prima deportazione nel campo risale al gennaio 1942 e nel luglio 1942 la popolazione fu completamente evacuata dalla zona per lasciare spazio ai deportati ebrei. Nel giugno del 1942 i deportati credevano di essere trasferiti in un campo di privilegiati, ma in realtà erano solo l’inganno e la malvagità dei nazionalsocialisti, i quali avevano fatto firmare agli ebrei dei finti contratti di acquisto/affitto di residenze nella cittadina. Il tasso di mortalità nel campo di Theresienstadt è altissimo a causa delle pessime condizioni igieniche e della sottonutrizione, tanto che, soprattutto i deportati più anziani, non resistettero a lungo. I deportati al campo di Theresienstadt erano ebrei tedeschi, i quali si sentirono profondamente traditi dai tedeschi, in quanto essi sentivano di appartenere alla società tedesca, avevano la cittadinanza tedesca, ma, nonostante questo, dovettero subire umiliazioni, maltrattamenti, esclusione dalla società, privazione dei loro beni e infine deportazione e sterminio. I nazionalsocialisti, oltre alla deportazione e allo sterminio, chiusero anche tutte le istituzioni ebraiche: • Associazione religiosa ebraica a Berlino – 10 giugno 1943; • Associazione nazionali ebrei in Germania – i cinque collaboratori furono deportati; • Comunità ebraica di Berlino – 29 gennaio 1943. Tutte queste associazioni ebraiche passarono sotto l’amministrazione della Gestapo o di altri organi istituzionali del nazionalsocialismo oppure vennero convertite in istituzioni che elogiavano la “razza” ariana. Theresienstadt fu l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato. 11 – L’altro genocidio: la persecuzione dei sinti e dei rom. Nella tragedia che ha segnato il Novecento e che prende il nome di “Olocausto” rientrano anche gli zingari. Essi sono stati discriminati da una politica razzista con una violenza e una brutalità quasi pari a quella adottata dai nazionalsocialisti nei confronti degli ebrei. Affitti altissimi, razzie della polizia, continui sgomberi dei loro campi furono solo l’inizio della persecuzione, la quale sfociò poi nella ghettizzazione e allo sterminio. • Arrestato nel 1946 dai britannici, testimoniò al processo di Norimberga sulle atrocità dell’olocausto; • Condannato a morte dai giudici di Krakovia il 2 aprile 1947. Höß, nel 1941, dichiarò che, assieme ad Eichmann, discussero delle soluzioni per porre fine alla questione ebraica che tanto tormentava i nazionalsocialisti. Entrambi pensavano che gli ebrei rappresentassero un pericolo per la Germania e per il suo popolo ed Eichmann aggiunse che l’obiettivo era quello di eliminarli durante la guerra per evitare che poi la situazione cambiasse a favore degli ebrei e a sfavore dei tedeschi. Essi optarono quindi per lo sterminio degli ebrei con il gas, ma quale gas? Questa era la vera domanda ed è proprio per trovare una risposta valida a questo quesito che furono fatti degli esperimenti di sterminio su alcuni esseri umani. Dopo il primo esperimento, Höß fece dei cambiamenti nel campo: • Sostituì il forno crematorio con la camera a gas; • Rinforzò le pareti dell’obitorio; • Furono aggiunte delle prese d’aria, attraverso le quali sarebbe poi passato il gas; • Fu installato un sistema di ventilazione All’interno del campo furono costruite due bunker, i quali contenevano al loro interno due camere a gas e nella primavera del 1942 iniziarono le prime deportazioni ad Auschwitz. I primi deportati furono quelli della Slesia del nord e poi si continuò con i deportati di tutta Europa. Vicino alle camere a gas c’erano le baracche, dove i deportati si spogliavano e in un altro complesso si raccoglieva tutto ciò che i deportati avevano portato con loro. Alla fine dell’ottobre 1944 i campi di sterminio Auschwitz-Birkenau vennero completamente distrutti per eliminare ogni tipo di traccia e non lasciare nulla all’Armata Rossa. Operazione Reinhardt → tre campi di concentramento: Belzec, Sobibor, Treblinka → elevatissimo numero di morti → 19 ottobre 1943 operazione Reinhardt conclusa → inizio dello smantellamento dei campi e distruzione di ogni prova. La questione ebraica era stata risolta, però, ancora oggi, nonostante siano state rinvenuti documenti e testimonianze, non si sa ancora tutta la verità su questa tragedia di dimensioni mondiali e purtroppo, ancora oggi, i negazionisti negano lo sterminio di un’intera comunità ebraica.