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LA COMUNICAZIONE VERBALE, CAPITOLO 3, Sintesi del corso di Linguistica

La Comunicazione Verbale, CAPITOLO 3 di E. Rigotti e S. Cigada riassunti per l'esame di Linguistica Generale di Maria Cristina Gatti, Università Cattolica - Milano

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 14/12/2019

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chiara-27 🇮🇹

4.4

(119)

64 documenti

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Scarica LA COMUNICAZIONE VERBALE, CAPITOLO 3 e più Sintesi del corso in PDF di Linguistica solo su Docsity! CAPITOLO 3: PROBLEMI DI EPISTEMOLOGIA E DI METODO Per epistemologia si intende il discorso scientifico il cui ogg sono le scienze che studiano un ogg, i metodi e il linguaggio e i rapporti con le altre scienze. Il discorso scientifico Il discorso scientifico deve essere rigoroso. Per esserlo, deve essere razionale, quindi esplicitare e controllare le sue giustificazioni (un discorso che non è fondato può anche essere vero ma non è scientifico). Hjelmslev disse che una teoria scientifica deve avere tre requisiti: coerenza, quindi assenza di contraddizioni interne, completezza, ovvero deve spiegare tutti i dati sull’ogg o almeno quelli di partenza, e semplicità, quindi si preferisce la teoria che chiede di postulare meno rispetto a una con lo stesso potere esplicativo ma più ipotesi. Oltre che razionale, il discorso scientifico deve essere caratterizzato da rilevanza, ovvero avere portata significativa per la conoscenza sistematica di un certo ambito della realtà. Non può dirsi scientifica la conoscenza su fatti ed entità particolari, ma la conoscenza del particolare diventa scientificamente rilevante quando apre a conoscenze più generale, che significa che ipotesi deve cogliere aspetti essenziali dell’oggetto e mettere a fuoco la funzione dell’ogg rispetto a un contesto più vasto. La rilevanza scientifica è diversa dalla rilevanza sociale di una scienza, che concerne ricerche mosse da un interesse non puramente scientifico e coincide con utilità nelle applicazioni per la promozione economico- sociale [come curare una sindrome o come favorire il linguaggio tra popoli]. L’oggetto Nella caratterizzazione di una scienza è importante la definizione del suo oggetto, ovvero l’ambito della realtà che quella scienza affronta. Si distinguono due tipi di oggetto:  Oggetto reale : qualsiasi cosa che muove l’interesse conoscitivo e che viene problematizzato e interrogato. È un fatto che si manifesta attraverso un insieme di dati. Il dato si manifesta allo scienziato come problema. Per la linguistica è la comunicazione verbale umana. L’evento comunicativo verbale è caratterizzato dal fatto che un suono significa, ovvero è portatore di un senso e il fatto di significare suscita curiosità a cui segue lo sforzo esplicativo della linguistica [‘il gatto sta giocando con il gomitolo’: il primo dato è un insieme di suoni che rimandano a un senso, secondo dato significativo è che il testo è formulato in una determinata lingua e solo chi la comprende riesce a ricostruire il senso tramite la semiosi, terzo dato è quello che rimanda a una situazione e vi fanno riferimento strutture come soggetto e predicato/nome e verbo che rappresentano determinate funzioni semantiche].  Oggetto formale : punto di vista particolare di ogni scienza o disciplina. Ogni disciplina può dire cose diverse sullo stesso ogg a seconda delle diverse domande e aspetti che assumono come rilevanti, perché ogni disciplina privilegia un certo suo aspetto. Quindi l’ogg formale è l’insieme di risposte che l’ogg reale dà a un insieme particolare di domande tipiche di una disciplina specifica [quando una scienza pretende di essere l’unica scienza complessiva, entra in una condizione di riduzionismo, dannoso per la scienza della comunicazione che ha un ogg estremamente complesso; una scienza non riesce da sola ad afferrare la totalità dell’ogg che studia] [‘purtroppo non ha nevicato: restiamo a casa’: ci sono dimensioni fonetiche, sintattiche, semantiche, pragmatiche, quindi linguistiche, ma anche psicologiche, logiche (coerenza), tecnologiche (se frase è stata detta al telefono o via mail), economiche (se sono operatori turistici): ciò rende la linguistica interdisciplinare]. I dati sono indizi Il dato è ciò che risulta dall’esperienza. La modalità tipica secondo cui l’esperienza ci interpella è la sua assurdità. Nel caso della comunicazione verbale si ha un dato che è l’insieme delle interazioni comunicative verbali e l’insieme dei testi verbali che in esse vengono scambiati, in cui gli eventi fisici attivano eventi mentali che non hanno con l’evento nessuna relazione evidente, e che a loro volta influenzano comportamenti individuali e sociali. La necessità di spiegare il dato sorge dal fatto che la realtà non è indifferente allo studioso, il cui desiderio di conoscere nasce dal fatto che nella realtà lo scienziato intuisce una razionalità. La razionalità assume i dati come indizi [‘iceberg’ il dato immediato è la parte che fuoriesce dall’acqua, e questo dato può essere considerato come il tutto, ma è ridotto, perché ci sono dati ulteriori come tutto ciò che rimane invisibile sotto l’acqua]. Il dato viene valutato meglio quando è assunto come indizio a partire da cui si ricostruisce l’intero fatto. Il collegamento razionale tra dato è fatto è fornito dalla teoria che spiega tutti i dati i cui disponiamo, la parte visibile e quella nascosta. Dati, ipotesi, esperimenti e teoria La scienza ricostruisce i collegamenti razionali tra dati e fatti, elaborando modelli, rappresentazioni del fatto che lo descrivono e lo spiegano. Il modello interpreta l’ogg reale nei suoi tratti sia manifesti che nascosti, secondo le categorie proprie della disciplina. Il modello deve rispettare il dato, quindi tenere conto di tutti i dati disponibili che devono diventare conseguenza logica del modello (il dato controlla la validità del modello e della teoria: se qualcosa contraddice l’ipotesi, va riformulata). Nella comunicazione verbale, l’insieme di dati è costituito da messaggi in cui lo strumento espressivo linguistico è prevalente. La domanda che la linguistica si pone è come gli eventi comunicativi verbali sono possibili, ovvero come eventi fisici possano veicolare sensi, evidenziando nel messaggio quali sono le condizioni grazie alle quali è un messaggio che comporta un cambiamento: c’è un rapporto tra senso di un messaggio e l’ogg che lo veicola e la comunicazione verbale punta a costruire un modello per spiegare la correlazione tra evento che si chiama senso e l’evento materiale che veicola il senso. La domanda posta da ciascuna scienza crea un modello. Dal modello dipende il metodo di una scienza e l’esperimento. Una prima distinzione tra scienze è:  Scienze formali/deduttive: non hanno bisogno di verifica empirica, ma solo di rispettare i requisiti di coerenza e semplicità [matematica, il cui discorso e giustificazione non si basa sull’esperienza]  Scienze empiriche: si distinguono in base al rapporto con il tipo di correlazione che tengono coi dati in descrittive-tassonomiche, che raccolgono dati e li ordinano e classificano, e ipotetico-deduttive, che formulano ipotesi per offrire comprensione, in quanto spiegano i dati e permettono di far intravedere aspetti della realtà nascosti all’osservazione. La formulazione di un’ipotesi prevede operazioni inferenziali e quando si costruisce un’ipotesi, si trova il significato del particolare dentro la totalità ed è il fatto nel suo insieme a dare la ragione del dato che consente di capirlo anche in ciò che non si vede. Dato di partenza della comun verbal sono gli eventi comunicativi verbali osservabili, descrittibili e classificabili (primo livello: scienza descrittiva) il cui risultato è un protocollo, cioè descrizione degli aspetti del dato. Natura del sistema linguistico Alla base del messaggio verbale si trovano le lingue storico-naturali (Saussure: lingua funziona grazie a correlazioni stabili tra significati e significanti, quindi ogni volta che i parlanti pronunciano una parola, associano un concetto). Nella mente dei parlanti c’è una correlazione permanente tra suoni e concetti, ma questa presenza di suoni è virtuale. Strutture e regole linguistiche restano nella memoria a lungo termine e sono attivate in base ai bisogni comunicativi, ma non sono presenti tutte le parole della lingua. Quindi questa presenza virtuale sono modelli tratti dall’uso della lingua di cui ci si serve per riconoscere e riprodurre i suoni. La lingua non è un dato perché non la si riscontra come esistente e osservabile in uno spazio, ma è solo ipotizzabile nella mente dei parlanti. I dati linguistici sono eventi comunicativi verbali intesi come usi delle lingue e non le lingue stesse. Ogni lingua è un sistema segnico di cui si ipotizza l’esistenza nella mente dei parlanti per spiegarne il comportamento linguistico, che eseguendo suoni veicolano determinati significati e costruiscono messaggi == è astratta, in quanto sistema di correlazioni tra immagini acustiche e schemi concettuali o tra ipotesi di suoni e ipotesi di pensieri. Metodo Da greco méthodos, significa ‘strada da seguire’. È il percorso per acquisire sapere e comporta tre fasi:  Fase euristica: momento in cui lo studioso intravede l’ipotesi che potrebbe spiegare i suoi dati, quindi il metodo consiste in questo livello all’attenzione e capacità di cogliere i particolari valorizzandone contraddittorietà e differenze per afferrarli nella loro totalità. Sono necessari talento, esperienza e formazione.  Livello di verifica: momento in cui il sapere viene messo alla prova, giustificando l’ipotesi. Si percorre il cammino inverso, partendo dalla teoria per tornare al dato. Se l’ipotesi è corretta, il dato consegue la teoria. Non tutti i dati di cui si dispone sono deducibili dall’ipotesi: il rapporto tra dato e teoria non è paritetico, c’è