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La misericordia e Paolo, Schemi e mappe concettuali di Religione

San Paolo ci parla della misericordia

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 06/11/2022

salvatore-bonetti
salvatore-bonetti 🇮🇹

4.7

(6)

23 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La misericordia e Paolo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Religione solo su Docsity! Paolo Gli effetti dell'evento-Cristo Evento-Cristo si riferisce al complesso di sei momenti decisivi della vita terrena e di risorto di Gesù Cristo. La cosa più importante per Paolo. Passione, morte, risurrezione, ma anche sepoltura, esaltazione ed intercessione divina. Capiva ciò che Gesù aveva compiuto per l'umanità e parlava degli effetti di tale opera sotto dieci figure. 1. La giustificazione Più frequente (dikàiosis, dikaiun) (1) È un'immagine veterotestamentaria. Il dìkaios venne a designare una persona che veniva assolta o difesa davanti al tribunale di un giudice. Divenne espressione dello stato di giustizia o integrità da conseguire al cospetto di YHWH Giudice, osservando gli statuti della legge mosaica. Difficile da raggiungere. Anche se Paolo poteva affermare che quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge egli era stato irreprensibile (Fil 3,6), la sua esperienza sulla via di Damasco lo colpì e lo rese cosciente della peccaminosità di tutti gli uomini e del ruolo di Gesù Cristo nel riparare quella situazione. (2) Quando allora Paolo dice che Cristo ha giustificato gli uomini egli vuol dire che mediante la sua passione, morte e risurrezione Cristo ha fatto sì che essi ora stiano davanti al tribunale di Dio assolti o innocenti e questo indipendentemente dalle azioni prescritte dalla legge di Mosè. Paolo afferma il carattere gratuito ed immeritato (Rm 3,20-26). Il suo contributo peculiare è nell'insegnamento che tale giustificazione avviene per la grazia e per mezzo della fede. 2. La salvezza (soterìa, sòzein) (1) Tratta molto probabilmente dall’espressione veterotestamentaria di YHWH che liberò Israele sia come salvatore sia per mezzo di salvatori. Tuttavia non è impossibile che sia stato influenzato dall’uso di sotér salvatore nel mondo greco-romano, dove Zeus, Apollo, Artemide o Asclepio venivano chiamati con questo epiteto in tempo di malattia, tempeste marine, travaglio. Titolo applicato anche a re, imperatori e consigli cittadini. (2) Questa immagine esprime liberazione o salvezza da un male (fisico, psichico, nazionali, cataclismi o morali) (3) Paolo riconosce che i cristiani dalla croce di Cristo sono salvati. 3. La riconciliazione (katallaghé, katallàssein, apokatallàssein) (1) Retroterra greco-romano, dal momento che non esiste alcun termine ebraico o aramaico nell’AT. Nel greco ellenistico i verbi katallàssein e diallàssein si trovano abbondantemente. Radice all- che significa altro; indicano un fare diversamente. In senso mondano designano un mutamento nei rapporti sociali o politici, tra singoli, gruppi o nazioni. Indicano un passaggio dalla collera, ostilità all’amore, amicizia. Il sangue di Cristo è sparso in espiazione dei peccati degli uomini. Paolo insiste sull’iniziativa gratuita e misericordiosa del Padre e sull’amore di Cristo. Gal 1,4; 2,20. 5. La redenzione (apolýtrosis, agoràzein, exagoràzein) (1)  È stata messa in relazione con la manomissione sacrale degli schiavi nel mondo greco con oltre 1000 iscrizioni delfiche. Ma il greco di Paolo è notevolmente diverso.  È meglio spiegare la derivazione dalla terminologia dei LXX: per il riscatto di uno schiavo.  Paolo usa exagoràzein = comprare, raro, mai usato nei LXX in contesto di emancipazione di uno schiavo. Invece usato da Diodoro Siculo = l’acquisto di uno schiavo; l’affrancamento mediante acquisto. (2) Passione, morte e risurrezione sono state un riscatto per liberare i peccatori dall’asservimento e dalla schiavitù. Dietro c’è l’idea veterotestamentaria di YHWH come go’el, redentore, il congiunto che aveva il dovere di ricomprare un familiare ridotto in schiavitù. Questo termine si riferì alla liberazione di Israele dalla schiavitù egizia; in seguito al ritorno dalla cattività babilonese. (3) Paolo chiama Cristo nostra redenzione. Quando Paolo dice che i cristiani sono stati comprati a caro prezzo (1Cor 6,20; 7,23), vuole sottolineare il pesante fardello di ciò che Cristo ha fatto per l’umanità. 6. La libertà (eleutherìa, eleutherun) (1) È più connessa con l’idea greco-romana di status sociale di cittadino in una pòlis greca o municipium romano. (2) Paolo vuole dire con ciò che Gesù Cristo ha reso gli uomini liberi, ha dato loro i diritti dei cittadini di una città o di uno stato liberi. Di conseguenza la nostra patria è nei cieli; e intanto qui sulla terra siamo già una colonia di liberi cittadini del cielo. (3) Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù (Gal 5,1). La schiavitù è quella del peccato e della morte, di se stessi e della legge. La libertà non è licenziosità ma servizio. 7. La santificazione (haghiasmòs, haghiàzein) (1) Derivata soprattutto dall’AT. Qui l’ebraico qados ed il greco hàghios = per caratterizzare cose (suolo, Gerusalemme, Tempio, il suo santuario più interno) o persone (popolo di Israele, sacerdoti, profeti). Questo termine esprimeva la consacrazione di cose o persone al servizio di YHWH e la separazione dal mondano di esse per questo servizio. (2) Per Paolo Dio ha reso Gesù Cristo la nostra santificazione cioè lo strumento mediante il quale gli uomini sono stati di nuovo consacrati a Dio ed orientati a servirlo. 8. La trasformazione (Solo il verbo metamorphun). (1) Derivata dalla mitologia greco-romana che in epoca ellenistica diede vita a raccolte di leggende sulla trasformazione: Omero serpenti pietre Pausania Niobe roccia Apuleio Luciano asino Era molto comune al tempo di Paolo. (2) Paolo vede Gesù dare nuova forma agli uomini: il Dio creatore per mezzo di Gesù risorto fa risplendere di nuovo la sua luce creatrice nella vita degli uomini trasformandoli. 9. La nuova creazione (kainé ktìsis) (1) Dai riferimenti veterotestamentari alla creazione. (2) Paolo intende dire che Dio in Cristo ha creato di nuovo l'umanità, dandole una vita nuova, cioè una vita in unione con il Cristo risorto. 10. La glorificazione (dòxa, doxàzein). (1) Dal veterotestamentario kabod o dòxa = gloria, splendore un’espressione della presenza di Dio o della risplendente manifestazione di questa presenza (2) Paolo descrive Cristo risorto che glorifica i cristiani cioè li rende partecipi della gloria della quale in quanto risuscitato gode insieme al Padre.
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