Scarica La valutazione che educa riassunto e più Sbobinature in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! Libro—La valutazione che educa, liberare insegnamento e apprendimento dalla tirannia del voto- CRISTIANO CORSINI Chi valuta gestisce sempre un potere. La valutazione è una scelta fondamentale: incide sulle conseguenze generate dal processo e orienta in maniera decisiva gli apprendimenti. Il potere gestito nei processi valutativi può essere amministrato autocraticamente o democraticamente, più o meno condiviso, finalizzato al controllo allo sviluppo di altri esseri umani. È possibile proporre quattro livelli nella condivisione del potere da parte dell’insegnante che valuta: 1. La monarchia assoluta 2. La monarchia costituzionale 3. La democrazia rappresentativa 4. La democrazia diretta Primo livello: la monarchia assoluta È un modello tanto diffuso e poco educativo. In tale scenario, chi valuta tende escludere i soggetti del processo valutativo, negando loro non solo la partecipazione attiva all’elaborazione del giudizio, ma anche l’accesso al perché, al che cosa e al come della valutazione. In questo caso i docenti valutano senza esplicitare il ragionamento seguito nella formulazione del giudizio. Es: buono, 8 a posto! Questo significa che la valutazione coincide con il voto, perché non viene data nessuna spiegazione. Il docente ritiene che motivare l’esperienza di apprendimento non basti il voto. In questo modo chi è attrezzato per apprendere apprende, chi non lo è no. Il soggetto è spogliato di ogni diritto deliberativo ed è alienato dal proprio apprendimento. È oggetto di una valutazione che è autocratica perché è arbitraria. Una valutazione che si pone come termine e come scopo. In questo modo si segue il mantra domanda\risposta e voto. Secondo livello: La monarchia costituzionale Finalità, obiettivo e modalità di valutazione sono chiare sin da subito. Si iniziano ad aprire le porte ad una prima partecipazione attiva. Lo scenario varia a seconda delle scelte dell’insegnante. Perché valuto? La risposta a questa domanda è alla radice della distinzione tra valutazione sommativa e formativa. La valutazione sommativa serve solamente per avere numeri allo scrutinio e non avrà un impatto positivo sull’insegnamento. Se invece valuto per capire come procedere, ovvero per generare conoscenza su quel che studentesse e studenti hanno appreso e assumere decisioni sulla didattica, la valutazione avrà maggiori possibilità di informare e dare forma ad apprendimento insegnamento. Secondo Robert Stake la valutazione formativa è quando un cuoco assaggia la zuppa, mentre sommativa quando ad assaggiarlo è la clientela. La trasparenza su funzioni, obiettivi e modalità della valutazione è un passaggio obbligato per chi vuole davvero evitare di trattare gli studenti come clienti. Terzo livello: La democrazia rappresentativa In un terzo scenario, che apprende partecipa alla determinazione di alcuni elementi essenziali che incidono sul processo valutativo. Talvolta, studentesse e studenti viene conferita voce in capitolo rispetto alla scelta dei contenuti ed al momento della valutazione. La scelta di conferire loro potere decisionale nella gestione dell’esame è stata dettata tanto dalla necessità di migliorare la qualità dell’informazione e apprendimento. Quarto livello: La democrazia partecipativa Sono le studentesse e gli studenti a elaborare giudizi sulle prestazioni proprie o altrui. Siamo in un ambito autovalutativo quando soggetti contesti valutati assumono controllo sul perché, sul cosa sul come della valutazione. È un livello che viene raggiunto raramente. La democrazia partecipativa non comporta una distinzione tra ruoli di docente e discente ma la piena responsabilizzazione di ogni individuo. Efficacia dei riscontri educativi più efficaci riscontri che contengono informazioni sul compito, sul processo, sull’autoregolazione risultano utili riscontri che aiutano gli studenti a respingere le ipotesi errate che hanno formulato, fornendo indicazioni su come formularne altre. L’errore viene visto come risorsa e non come penalizzazione. Uno dei maggiori problemi e considerare sinonimi voto e valutazione. La valutazione serve allo studente ad attivare un processo di autovalutazione credo che lo conduca ad individuare i propri punti di forza e di debolezza e a migliorare il proprio rendimento. Questa tendenza rappresenta un giudizio preconfezionato come scappatoia da una stressante situazione di indecisione 4. L’EFFETTO CONTRACCOLPO questo effetto si verifica quando la didattica subisce variazioni significative in funzione di valutazioni, soprattutto se queste ultime sono esterne. Tale effetto si verifica nelle settimane nei mesi che precedono gli esami finali. Questa tendenza è tipica di chi vede la valutazione come fine piuttosto che come mezzo. Testimonianza riconducibile all’effetto contraccolpo riferita da un docente: Le settimane precedenti alle prove invalsi gli studenti hanno sostenuto test di ogni tipo. Sono arrivati alle prove stressatissimi 5. LA DISTRIBUZIONE FORZATA Tendenza a usare la curva normale per valutare studenti forzando le differenze individuali Testimonianza: il collega che scrive la frase attraverso fasce di livello. Quello e otto, alto, quello sette, intermedio eccetera… Sostiene che le classi alla fine devono presentare un certo tipo di distribuzione che i voti vanno segnati così. 6. L’EFFETTO SUCCESSIONE\CONTRASTO Siamo in presenza di questo effetto quando chi valuta sovrastima o sottostima una determinata prestazione in base al confronto con quella di altri soggetti. Testimonianza: in università sapevamo che era meglio non presentarsi dopo gli studenti molto preparati. Iprofessori usavano i precedenti come metro e in pratica era più facile essere bocciati L’effetto pigmaglione le tue facce delle profezie che si auto avverano L’effetto pigmaglione dato dall’incidenza delle aspettative dell’insegnante sugli apprendimenti effettivamente conseguiti Questi processi sono legati allo stress che comporta la presenza dello stereotipo.in pratica, il soggetto vittima di pregiudizi impiega una parte rilevante delle proprie risorse allo scopo di tenere a bada l’ansia determinata dallo stereotipo, con effetti negativi sulla prestazione che finiscono col confermare le basse aspettative e, dunque, lo stereotipo stesso. Se gli insegnanti credono che è un bambino sia meno dotato, lo tratteranno, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri. Il bambino interiorizzerà il giudizio si comporterà di conseguenza. Si instaura così un circolo vizioso per cui il bambino tenderà a divenire nel tempo proprio come l’insegnante lo aveva immaginato. La misurazione occupa una posizione intermedia all’interno del processo valutativo.infatti, dopo aver deciso di valutare, misuriamo, ovvero accertiamo la distanza tra la realtà e i nostri obiettivi. Infine, dopo aver misurato questa distanza, comunichiamo in giudizio utile ad assumere decisioni volte alla sua riduzione. Nulla che sia educativo è immediato. La valutazione è un processo in continua evoluzione e si devono considerare più fattori. Nonostante ciò la quantificazione guadagna una supremazia tale da dare l’impressione di poter dominare l’intero processo. Obiettivi-> un obiettivo educativo fa riferimento a comportamenti osservabili. Definire un obiettivo significa esplicitare le attività svolte da uno studente che ha appreso. Questo significa che piuttosto che descrivere le proprie attività didattiche, l’insegnante descrive il risultato che tali attività si prefiggono di ottenere. Gli obiettivi così formulati rappresentano la base per attività didattiche valutative. Un lavoro simile non può essere improvvisato e si fonda su competenze metodologiche non banali. Validità del contenuto? Per fare una prova valida secondo il contenuto necessario bisogna formulare gli interrogativi che seguono: -abbiamo definito con chiarezza gli obiettivi della prova? -ciascun quesito fa riferimento a uno specifico obiettivo? -ciascun obiettivo è rappresentato da più quesiti? Ad esempio le prove invalsi presentano delle rilevanti lacune nella validità di contenuto di queste prove nazionali. Senza quesiti a risposta aperta e complessa come possiamo valutare obiettivi legati all’interpretazione, valutazione o alla riflessione? Validità di un costrutto? Mi devo porre delle domande: -nella definizione dell’oggetto della nostra misurazione, abbiamo messo delle dimensioni rilevanti? -Nella definizione operativa di una competenza, abbiamo esplicitato gli elementi rilevanti della dimensione cognitiva, attiva meta cognitiva, sociale, emotiva eccetera oppure abbiamo ristretto la definizione del concetto astratto le so le dimensioni più facilmente misurabili? -abbiamo verificato se risultati ottenuti sono coerenti con le nostre teorie? Le prove invalsi usano la misurazione per accertare l’efficacia di ciascun istituto il posizionamento di ogni singolo individuo rispetto ai traguardi delle indicazioni nazionali. Definire fragile uno studente in base al risultato di una singola prova oggettiva un gravissimo errore dal punto di vista docimologico, pedagogico ed educativo. Riscontri valutativi I riscontri valutativi per essere buoni, hanno quattro caratteristiche: sono tempestivi, chiari e partecipati, coerenti con le prestazioni, criteri obiettivi e orientati al futuro. 1. Tempestività La comunicazione deve essere immediata, anche se in realtà è troppo spesso frutto di frettolose valutazioni. È utile che il riscontro non sia temporalmente troppo distante dalla prestazione, altrimenti perde di efficacia 2. Chiarezza e partecipazione il voto è chiaro quindi sostituirlo con descrizioni fumose non rappresenta certo la soluzione ottimale. L’insegnante dovrebbe ascoltare il punto di vista degli studenti poiché si tende a dare le cose per scontato. 3. Coerenza Esempio: in questo passaggio hai fatto una scelta giusta, qui invece no. Perché? Vediamo perché come avresti potuto agire diversamente, usando queste conoscenze in maniera efficace. 4. Orientamento verso il futuro Il riscontro fornisce indicazioni rispetto alle modalità che consentiranno studenti di migliorare l’attività successive Che cosa sono i dati? Abbiamo messo a fuoco una porzione di realtà abbiamo cercato di descriverla, per comodità ci limitiamo ad osservare a commentare questi ritagli e può certamente essere molto utile, ma i dati cambiano così velocemente che vale la pena di ricordare che non ci si immerge mai nello stesso fiume e ovviamente i dati cambiano e cambiano. Suggerimenti per una valutazione affidabile: -Le prove tradizionali Questo strumento ti offre la possibilità di rilevare se gli studenti sono in grado di costruire attivamente soluzioni di fronte a domande quesiti e situazioni Queste prove consentono di verificare la conoscenza e la capacità di effettuare collegamenti tra diversi ambiti. Sono prove di laboratorio, saggi, esercitazioni di vario genere e altre attività di elaborazione. Tuttavia questa modalità di rilevazione è anche quella maggiormente esposta elementi di distorsione. La valutazione in questo caso ha un irrinunciabile dimensione soggettiva, per evitare il più possibile che questo accada c’è l’utilizzo di griglie di correzione o rubrica di prestazioni di valutazione. Questi strumenti facilitano l’elaborazione di riscontri descrittivi validi affidabili curvano la valutazione in senso educativo e criteriale. La rilevazione tradizionale fondamentale anche nella valutazione in itinere. -Valutazione autentica Come rendere autentico l’accertamento educativo? Wiggins delinea tre livelli di autenticità di un compito: 1. Inautentico= leggere ad alta voce un testo scelto dal docente 2. Realistico= leggere alla classe un testo scelto autonomamente. Qua si parte dagli interessi di chi apprende e la richiesta di organizzazione autonoma del compito possono conferire maggiore significatività allo sforzo di apprendimento, favorendo l’impiego di adeguate strategie di autoregolazione. 3. Autentico= produrre una registrazione audio su una storia da fornire alla biblioteca. Rubriche di competenza e di prestazione La rubrica valutativa uno strumento che consente di identificare chiarire con trasparenza le aspettative specifiche relative ad apprendimenti prestazione indica se è fino a che punto sono stati raggiunti gli obiettivi stabiliti. Le rubriche dunque sono utili per valutare i progressi di studenti e per orientare attività didattiche mostrano anche riferimenti concreti nel passaggio dalla valutazione in itinere a quella sommativa. Le rubriche cambiano di volta in volta in base all’esperienza per rendere così insegnamento più democratico, partecipato, razionale ed efficace Tuttavia, va ribadito che l’elemento necessario per una valutazione che educhi, soprattutto in itinere, non consiste nell’assegnazione di un livello di apprendimento ma la comunicazione di un riscontro chiare tempestivo, partecipato, coerente con prestazioni, criteri obiettivi orientato al futuro. Il voto ha una natura rendicontativa cioè perveniamo esso attraverso diverse attività svolte in itinere. Il voto ha una funzione sommativa e rendicontativa e non formativa. Bisognerebbe arrivare a concepire la valutazione come emerge soprattutto lo sviluppo umano come fine.