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La Violenza contro le Donne Immigrate in Italia: Cause, Consequences e Culture, Dispense di Analisi Dei Dati Per La Ricerca Sociale

La violenza domestica contro le donne immigrate in Italia, considerando sia il processo di migrazione che l'ambiente culturale e sociale di riferimento. Le difficoltà di adattamento, la perdita di equilibri familiari e la pressione da comunità straniere possono contribuire a questo fenomeno. anche della seconda generazione di immigrati e delle difficoltà che affrontano le ragazze in questo contesto.

Tipologia: Dispense

2015/2016

Caricato il 02/04/2016

Fdesimone
Fdesimone 🇮🇹

4.8

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Scarica La Violenza contro le Donne Immigrate in Italia: Cause, Consequences e Culture e più Dispense in PDF di Analisi Dei Dati Per La Ricerca Sociale solo su Docsity! LA VIOLENZA E LE DONNE IMMIGRATE IN ITALIA Molteplici sono le situazioni, le provenienze e le storie delle donne immigrate in Italia. Realtà profondamente diverse come l'essere qui sola oppure con la propria famiglia, o ancora schiava di sfruttamenti sessuali. Situazioni che di per sé non hanno nulla in comune, ma che l'evento migrazione accomuna rispetto alla messa in discussione del proprio essere donne, mogli, madri, figlie. E', infatti, oramai accertato che la migrazione comporta la ridefinizione e riformulazione dei legami e degli equilibri familiari, sia quando la famiglia è vicina, sia quando gli affetti sono lontani. Ma non si deve sottovalutare che la migrazione comporta anche un ripensamento della propria appartenenza alle tradizioni e ai valori della cultura di origine. Non si deve dimenticare che ogni cultura si caratterizza per diversi concetti e costruzioni di idee e di ruoli di genere e di famiglia (identità e ruolo della donna, della madre, dell’uomo, del padre; rapporti di potere tra uomini e donne, ideologie del ruolo sessuale, modello di genitorialità, le regole dei legami familiari ecc.). In relazione al fenomeno della violenza nei confronti delle donne, occorre tenere in considerazione da un lato il fenomeno migrazione (cause e conseguenze), dall’altro l’ambito culturale e sociale di riferimento della donna immigrata. I fenomeni migratori espongono gli individui a grandi cambiamenti, proponendo una sfida di adattamento non facile: • difficoltà di inserimento, • incertezza sul futuro, • divisione familiare, • difficili condizioni materiali di vita, • valori e modelli culturali diversi Nel caso in cui la migrazione interessi interi nuclei, vengono minacciati gli equilibri sui quali la famiglia si è retta fino a quel momento. In questi casi le relazioni tra i membri della famiglia spesso devono essere più o meno consapevolmente ristabilite, e molte donne si trovano a dover gestire cambiamenti anche radicali, come l'assumersi nuove responsabilità familiari e sociali (es. il dover lavorare per necessità di reddito), attribuite nella propria cultura al maschio. Questi cambiamenti non sempre sono voluti, più spesso sono subiti e difficilmente vengono correttamente gestiti. Le relazioni che maggiormente sono a rischio di crisi sono quelle tra coniugi e tra genitori e figli (in particolare le femmine). Oltre ai cambiamenti pratici (casa, lavoro, scuola dei figli), la situazione di migrazione implica anche una buona dose di stress psicologico perché la donna si deve confrontare con una società molto diversa dalla propria. Il confronto con nuovi codici morali, nuovi valori ideologici, nuove norme comportamentali, differenti codici estetici, porteranno la donna a scegliere: • se vivere totalmente i propri ruoli nella maniera in cui sono concepiti e riprodotti nella cultura di origine 1 • se abbracciare in parte o completamente i comportamenti e le modalità di essere donna, moglie, madre e figlia nella società di accoglienza. Tali decisioni molto spesso la metteranno in conflitto con se stessa e con coloro che le stanno vicino. La difficoltà di queste decisioni sarà proporzionale alla sua capacità di vivere il cambiamento gestendo la vita di coppia, il divenire e l'essere madre nel nuovo Paese, il rapporto con la società e la famiglia di origine, l'inserimento nella società di accoglienza. E’ poi da aggiungere che generalmente la donna si mostra più incline all’adattamento, anche nella scoperta di una nuova dimensione del suo viversi come donna e madre all’interno del nuovo contesto culturale, mentre l’uomo incontra maggiori difficoltà nel vivere e affrontare tutto questo: nel vivere le trasformazioni familiari che direttamente lo coinvolgono e nell’accettare e riconoscere la possibilità di cambiamento della donna, compagna, moglie, madre. La sensazione di perdere la dominanza che esercitava nel Paese di origine, la paura di non essere più riconosciuto nel suo ruolo di capo famiglia e di detentore del potere familiare, possono alimentare in lui un atteggiamento di violenza nei confronti della moglie e dei figli, quale ultima strategia di conferma del suo ruolo normativo. Troviamo, dunque, tra le trasformazioni che coinvolgono la famiglia immigrata, anche le manifestazioni di violenza domestica. Nella migrazione i motivi scatenanti la violenza domestica possono basarsi su: • difficoltà economiche e abitative • confronto con modelli di coppia e genitoriali alternativi al proprio • perdita della posizione dominante (soprattutto dell’uomo) in ambito familiare e sociale. Bisogna tenere anche presente che nella maggior parte dei casi in diverse situazioni il marito esercita violenza sulla donna già nel Paese di origine, dove il maltrattamento verso le donne (a seconda del contesto sociale, culturale, religioso di provenienza) risulta essere un’accettata modalità di relazione. Di conseguenze le donne stesse sono poco consapevoli dell’abuso cui sono vittima. Inoltre, l’intensificazione della violenza deriva dall’assenza dei familiari e delle regole comunitarie che nel Paese di origine possono aver esercitato un’importante azione di contenimento e di mediazione della situazione. In tali situazioni potrebbe avere valore il coinvolgimento anche da lontano della famiglia attraverso telefonate o altri sistemi di comunicazione e relazione. L’eventuale comunità straniera di riferimento in Italia può ricoprire un ruolo ambivalente, da una parte svolgendo un’attività di mediazione e dall’altra parte esercitando una pressione sulla donna perché continui ad aderire a canoni di comportamento propri della società di origine, legittimando in questo modo i comportamenti del maltrattante. Molto spesso la donna straniera che subisce maltrattamenti è scoraggiata ad allontanarsi e ad avviare una separazione dal marito proprio per il timore di essere esclusa ed emarginata dalla propria comunità di appartenenza, pregiudicando anche un eventuale ritorno nel Paese di origine nel breve periodo. La donna si troverebbe, in questo caso, nella condizione di rompere con le proprie radici, con il conseguente rischio di minaccia alla propria identità e dell’insorgenza di ansie e paure. La donna si trova così a dover conciliare l’appartenenza alla propria cultura (soprattutto in presenza di una comunità forte) con la consapevolezza del proprio disagio e con la spinta a risolverlo. 2
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