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La vita e le opere di Tacito, Sintesi del corso di Latino

La vita e le opere di Publio Cornelio Tacito, uno dei più importanti storici dell'antica Roma. Si parla della sua carriera politica, delle nozze con la figlia di Agricola e delle sue opere principali: 'L'Agricola' e 'La Germania'. Viene descritto il contenuto di queste opere, lo stile utilizzato e le fonti letterarie a cui si ispira Tacito. Inoltre, si evidenzia l'atteggiamento ambivalente di Tacito nei confronti dei popoli barbari della Germania.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 31/05/2022

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sofiadb2109 🇮🇹

4.3

(30)

169 documenti

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Scarica La vita e le opere di Tacito e più Sintesi del corso in PDF di Latino solo su Docsity! TACITO 1)La vita e la carriera politica Di Publio Cornelio Tacito non sappiamo molto, infatti sono incerte soprattutto la sua data di nascita e il luogo dove è nato. Per quanto riguarda la sua nascita, però, si può collocare intorno al 55-58 d.C. e si può ipotizzare che egli fosse di origine Gallica, in quanto il suo cognome era molto diffuso tra i galli. La sua carriera politica e le nozze con la figlia di Agricola, fanno pensare che lui appartenesse ad una famiglia benestante e che fosse di condizione economica elevata. Lui, tuttavia, nelle sue opere, fa riferimento alla sua carriera politica solo sommariamente, in modo generale. Sotto Domiziano, lui raggiunse la pretura e poi diventa “consul suffectus” (un magistrato che ne sostituiva un altro in caso di morte o dimissione). Per quanto riguarda, invece, la sua morte, si può collocare intorno al 120 d.C. L’attività di Tacito inizia dopo la morte di Domiziano, nel 96, che è una data di fondamentale importanza perché indica la fine di quell’esperienza negativa della tirannide dell’ultimo imperatore Flavio; Tacito, quindi, assume proprio la morte di Domiziano come punto di partenza per le sue riflessioni politiche. 2)L’agricola La sua prima opera è “L’Agricola”, il “De vita Iulii Agricolae”, che sarebbe una biografia del suocero Agricola. L’opera inizia con un’ampia prefazione in cui Tacito presenta e giustifica l’opera ma in cui esalta e presenta anche la sua figura di scrittore. Egli, inoltre, ricorda con sdegno tutte le persecuzioni sotto Domiziano (che nel corso dell’opera non è mai nominato esplicitamente). In realtà, la figura di Agricola provoca un certo imbarazzo in Tacito, in quanto egli era un collaboratore dei Principi indipendentemente dal fatto che fossero buoni o cattivi. Questo imbarazzo, nel corso dell’opera, viene superato da Tacito in due modi. Prima di tutto, Tacito afferma che, in realtà, la scelta di vita di Agricola è giustificata dal fatto che era solo una vittima innocente di Domiziano e, inoltre, afferma che Domiziano provava una sorta di gelosia nei confronti del suocero, per la sua figura e per le sue imprese militari, e afferma anche che la morte del suocero è avvenuta a causa del veleno datogli proprio dall’imperatore. Allo stesso tempo, però, Tacito precisa che si tratta solo di “rumores”, di voci di corridoio, ma nonostante questo, l’opera è strutturata in modo da creare dei sospetti nella figura di Domiziano. Per quanto riguarda il secondo modo, egli afferma che la scelta di vita di Agricola è legata a delle motivazioni superiori, legate alla volontà di voler servire la patria. Nella biografia del suocero, Tacito presenta la vita di Agricola in modo cronologico, quindi dalla nascita alla morte. Egli, dopo aver presentato la sua famiglia, l’educazione ricevuta, la patria, elenca tutte le qualità del suocero, quindi la sua prontezza nell’apprendere e nell’agire, l’abilità nei compiti civili e militari e così via. A questo, poi, segue un resoconto della carriera del suocero fino al consolato. Dopo il consolato, Tacito tratta della spedizione in Britannia a cui segue un excursus sulla geografia e sui popoli della Regione. Questo racconto, si amplia ulteriormente durante la presentazione degli discorsi dei generali che erano in battaglia: infatti, nell’imminenza della battaglia, questi due capi avevano tenuto un discorso di esortazione. Durante il discorso del capo dei Caledoni, Càlgaco, Tacito si sofferma in particolare sulle tradizionali e accuse contro la brutalità dell’imperialismo romano. Gli ultimi anni della vita di Agricola sono racchiusi in pochi libri che presentano soprattutto la gelosia di Domiziano nei confronti di Agricola e della sua fama. Come possiamo osservare, L’Agricola non è presentata come una biografia tradizionale, in quanto mancano aneddoti, pettegolezzi, particolari curiosi: l’interesse, infatti, si concentra soprattutto sulla figura pubblica del protagonista. Anche l’excursus sulla Bretagna non è un elemento tradizionale di una biografia. Per quanto riguarda lo stile, sono presenti una varietà molteplice di toni e di registri. In quest’opera Tacito s’ispira soprattutto a Sallustio per quanto riguarda le descrizioni sulle vicende di guerra, e s’ispira anche a Livio per quanto riguarda i discorsi contrapposti dei generali sul campo di battaglia. Infine, i capitoli finali sono caratterizzati da un tono oratorio, e quindi si può far riferimento a Cicerone. 3)La Germania La seconda opera di Tacito è “La Germania”, il cui titolo originale è “De origine et situ Germanorum”, (“l’origine e la regione dei germani”): si tratta di un’opera etnografica ed è anche la prima opera che giunge a noi proprio di carattere etnografico. Il testo è formato da due parti: una descrizione della Germania transrenana, indipendente da Roma e dagli abitanti, e una descrizione più specifica delle singole popolazioni, dove vengono date delle notizie sulle loro caratteristiche fisiche, sul clima, sulla natura e sulle risorse del territorio. Per quanto riguarda le fonti letterarie, possiamo fare riferimento a “Il De bello gallico” di Cesare, l’opera di Plinio il Vecchio sulle guerre germaniche e alcune testimonianze dirette di soldati, mercanti e prigionieri di guerra. Possiamo notare, inoltre, un atteggiamento ambivalente di Tacito per quanto riguarda il tema trattato. Da una parte egli manifesta una sincera ammirazione per questi popoli barbari che possiedono tutte le virtù che il popolo romano, a quel tempo, aveva perso; allo stesso tempo, è di fondamentale importanza il fatto che Tacito giudica negativamente alcuni atteggiamenti dei germani come ad esempio il fatto che le donne germaniche non potevano partecipare a banchetti o a spettacoli. Tacito, però, ammira il loro sistema politico basato sulla libertas. Nella seconda parte dell’Opera, poi, a quest’atteggiamento di ammirazione nei confronti dei germani, si contrappone un atteggiamento polemico a causa dei loro sistemi di vita ancora primitivi e rozzi. Tacito, infine, afferma che il peggior difetto dei germani è la loro incapacità di allearsi con altri popoli contro un nemico comune. 4)Il Dialogus de Oratoribus “Il Dialogus De Oratoribus”, ossia “il dialogo sugli oratori” è un’opera che differisce dalle altre in quanto è caratterizzata da un genere e da uno stile particolare. Molto discussa è stata l’appartenenza di quest’opera a Tacito. L’opera è stata scritta nel 102, però gli eventi vengono narrati nel 75. I protagonisti sono Claudio Secondo e Marco Apro, due avvocati che, accompagnati da Tacito, fanno visita ad un oratore che aveva da poco abbandonato l’oratoria per dedicarsi alla poesia tragica: Materno. Vi è, a questo punto, una spiegazione sulla differenza tra l’oratoria e la poesia. Entra poi in scena un altro personaggio, Messalla, che introduce il tema centrale di quest’opera, ossia la differenza tra l’oratoria antica e moderna, che tutti considerano come manifestazioni di declino, tranne Apro. Il primo intervento è proprio quello di Apro che afferma che l’oratoria non è decaduta ma si evolve in continuazione grazie alla presenza di molte sententiae e anche grazie ad uno stile brillante che suscita interesse. Il secondo intervento è quello di Messalla che afferma la decadenza dell’oratoria e ne analizza le cause. Egli afferma che la causa della decadenza dell’oratoria può essere attribuita soprattutto all’educazione data dai genitori e dal livello scadente delle scuole. L’opera continua con l’intervento di Materno: egli propone una ragione politica del declino dell’oratoria attraverso un’immagine: l’eloquenza si può attribuire ad una fiamma che deve essere continuamente alimentata. Materno, infine, individua le cause della decadenza dell’oratoria nella perdita della libertà politica e alla fine vi è una pacata accettazione della realtà da parte di questo personaggio. Per quanto riguarda il pensiero dell’autore, è difficile affermare che uno dei personaggi sia il portavoce dell’autore. Il suo pensiero si può individuare in Materno con la sua argomentazione politica, ma anche nell’intervento di Apro con la sua difesa brillante dell’arte dell'oratoria. 5)Le opere storiche La prima opera storica di Tacito sono “le Historiae”, un’opera dedicata alla dinastia dei Flavi e comprendono anche la guerra civile del 69. La seconda opera, invece, “gli Annales”, è dedicata alla dinastia Giulio-Claudia, dalla morte di Augusto alla morte di Nerone nel 66.