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L'opera 'Sedia' di Vincent Van Gogh: significato e simbolismo, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Vincent Van GoghStoria dell'Arte ModernaArte impressionista

La famosa opera 'sedia' di vincent van gogh, realizzata nel 1888 e conservata alla national gallery a londra. Vengono analizzate le motivazioni dietro la creazione di questa opera, i simbolismi e le caratteristiche artistiche che la rendono una delle opere più importanti dell'artista. Vengono confrontate le differenze con la sedia di gauguin e analizzate le simbologie presenti in altri quadri di van gogh.

Cosa imparerai

  • Come differiscono le sedie di Vincent Van Gogh e di Paul Gauguin?
  • Che simbolismo ha la sedia di Vincent Van Gogh?
  • Perché Vincent Van Gogh dipinse la 'Sedia'?

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/04/2022

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francesca-raiti-1 🇮🇹

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Scarica L'opera 'Sedia' di Vincent Van Gogh: significato e simbolismo e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! LABORATORIO DI COMPETENZE 5°C LICEO LINGUAGLOSSA LAVORO DI ARTE: La “sedia ” è una delle opere più importanti del famoso pittore olandese Vincent Van Gogh, realizzato nel dicembre del 1888 e conservato alla National Gallery a Londra. Prima di commentare e di descrivere l’opera, è bene parlare del perché egli decise di raffigurare proprio una semplice sedia: egli maturò solo tardivamente la sua vocazione pittorica e, quando ne venne a conoscenza, si stabilì prima a Parigi e subito dopo ad Arles, alla ricerca di colori più vividi che potessero esprimere immediatamente i suoi stati d'animo interiori. Così, nel 1888, egli dipinse ad olio su tela la “Sedia,” una delle sue opere più importanti di tutta la sua carriera artistica. Egli ha impiegato una tavolozza virata su tonalità chiare, diurne, liberamente accoppiate in ragione del principio della complementarità dei colori: è in questo modo che il rosso delle mattonelle viene bilanciato dalla delicata tonalità turchese delle pareti circostanti. La forza espressiva dei colori viene esaltata grazie ad una spessa ed evidente linea di contorno che, circondando le varie aree di colore puro, rende l'opera più avvincente ma allo stesso tempo più inquietante. Inoltre, come nella maggior parte dei quadri Impressionisti, possiamo vedere che in quest’opera manca uno degli elementi fondamentali che dà profondità all’immagine: la prospettiva. Notiamo infine che le gambe della sedia non risultano parallele tra di loro: si tratta di una scelta deliberatamente compiuta da Vincent per farci comprendere che egli è perfettamente intenzionato a forzare e mutare l'aspetto della realtà se questo semplice gesto può aiutarlo ad esprimere i propri dissidi interiori. Confrontando la sedia di Vincent e la sedia di Gauguin è possibile riconoscere immediatamente una serie consistente di differenze: la sedia di Van Gogh è decisamente meno elegante dell’altra, ed è creata con un semplice legno grezzo con seduta in paglia, ma ciò risulta più vivace e più solare. Sulla sua sedia, poi, Van Gogh sceglie di poggiare due oggetti assai eloquenti che compensano l'apparente rigidità della composizione: sono, rispettivamente, la pipa e il tabacco, ovvero due elementi semplici e quotidiani che raccontano le frequenti abitudini di Van Gogh. Quest’ultimo era solito fumare solo quando si sentiva felice ed è in questo modo che un oggetto apparentemente banale della quotidianità (come una pipa) diventa uno strumento eccellente per comprendere la soggettività dell'artista. In fondo alla stanza, sul pavimento (definito inoltre da una pennellata ondulata e irregolare di colore rosso, marrone e verde), troviamo una cesta di legno contenente alcuni girasoli, ovvero fiori ai quali Van Gogh è indissolubilmente legato. Infatti, in quest’opera, come in molte altre delle sue opere, appone la sua firma sopra di essi con il suo nome di battesimo “Vincent.” In quell’anno, egli continuò a dipingere nuovi quadri simili a quest’ultimo per ricordare, attraverso le nature morte o meglio, a delle iconografie, l’allegoria olandese del XVII secolo. La fiamma di una candela, per esempio, da lui molto spesso utilizzata, simboleggia la vita e la luce, mentre i libri rappresentano la cultura e l’ambizione. Questi dipinti possono dunque essere considerati anche dei ritratti indiretti perché vi sono descritte indirettamente molte caratteristiche della vita dell’artista. Infine Van Gogh, in questa opera, sembra in parte abbandonare la sua tipica pennellata pastosa, per adottarne una più piatta e misurata, tipica della «pittura a memoria».