Agnosia Visiva ovvero la Prosopoagnosia
In questa videolezione parliamo di prosopoagnosia.
La prosopoagnosia è un particolare disturbo nel riconoscimento dei volti di persone conosciute, che vengono quindi identificate attraverso altri canali, altri particolari, come ad esempio il suono della voce, quindi canali acustici, oppure i movimenti, e così via.
Sono state date due interpretazioni diverse di questa tipologia di disturbo.
La prima di queste lo caratterizza come disturbo percettivo specifico, mentre la seconda come disturbo specifico dei volti.
Quindi nel primo caso la prosopoagnosia sarebbe un disturbo nell'elaborazione dei dati percettivi, così come ce ne sono di tanti altri, altre tipologie di agnosie.
Ecco, la prosopoagnosia sarebbe semplicemente una di queste.
Secondo invece l’altra interpretazione, quindi l’agnosia come disturbo specifico dei volti, la prosopoagnosia sarebbe un disturbo al modulo dei volti, quindi una concezione modulare.
Esisterebbe cioè una struttura, a livello cerebrale, in cui vengono processati i volti degli esseri umani, in particolare di quelli già conosciuti.
Il modello di Bruce e Young cerca un po’ di unire queste due posizioni opposte, affermando che il riconoscimento degli oggetti e quello dei volti, condividano i primi livelli di elaborazione, e che poi il riconoscimento si distingua in fasi successive.
Inoltre, questo modello concepisce il riconoscimento dei volti come suddiviso in vari livelli che adesso vediamo
uno per uno.
Il primo livello è l'elaborazione sensoriale visiva, in cui appunto gli input, i dati sensoriali visivi, vengono elaborati in primissimo livello.
Anche questo livello può essere compromesso e il paziente in questo caso non riuscirà a elaborare proprio i dati percettivi visivi preliminari più elementari.
Una paziente con un danno a questo livello raccontava di vedere i volti come se fossero dei disegni di Picasso, quindi tutti frammentati.
Il secondo livello è quello della codifica strutturale, in cui appunto tutti i dati percettivi preliminari vengono uniti insieme per formare la struttura e quindi la rappresentazione di quell’oggetto o quel soggetto in questo caso, perché si tratta di un volto.
Questo livello ci permette di percepire i volti e di riconoscerli a prescindere dall’angolazione con il quale li stiamo guardando.
Quindi, un danno a questo livello non permette al paziente di riconoscere i volti in tutte le angolazioni.
Il terzo livello di elaborazione è quello dell'unità di riconoscimento dei volti.
Quindi, dopo che è stata fatta la codifica strutturale e quell’immagine è stata riconosciuta come un volto, viene confrontata con tutti i volti immagazzinati in memoria, che quindi poi hanno una loro identità.
Quindi un disturbo a questo livello, nell'unità di riconoscimento dei volti, non permette al paziente di distinguere i volti familiari da quelli non familiari.
Sempre a questo livello, nel momento in cui quel volto viene riconosciuto come familiare, appunto grazie all'unità di riconoscimento dei volti, vengono attivate anche tutte le conoscenze semantiche riguardo quella persona in particolare.
Il quarto e ultimo livello è quello dell'attribuzione del nome.
Quindi grazie a questo step nel riconoscimento siamo in grado di attribuire il nome a quella specifica persona con quello specifico volto.
Un disturbo a questo livello provoca la cosiddetta prosopanomia, quindi l'incapacità di attribuire il nome corretto al volto che abbiamo riconosciuto.
La questione della modularità è stata molto dibattuta riguardo la prosopoagnosia, e in vari studi sulle scimmie, però, ci sono delle prove a favore proprio della modularità, poiché si è visto che nelle scimmie i neuroni infero-temporali si attivano in particolare quando la scimmia percepisce dei volti.
Ed è proprio questa area che risulta compromessa nell'uomo e che provoca prosopoagnosia.
Nella scimmia, invece, si attiva il solco temporale superiore, quando appunto la scimmia deve codificare le espressioni emozionali dei volti.
Quest’area, nell’uomo, corrisponderebbe alla amigdala.
Ecco quindi che esisterebbe un vero e proprio modulo per il riconoscimento dei volti e ciò è stato provato anche sul modello animale, quello della scimmia.
Ma vediamo a che livello si colloca la lesione che provoca prosopoagnosia.
La lesione sarebbe nel confine occipito-temporale, in particolare destro, ma molto spesso, quando il disturbo è molto marcato, la lesione è bilaterale, comunque sempre nel confine occipito-temporale, che è quest'area appunto che sta a metà tra il lobo occipitale e il lobo temporale.
In questa videolezione abbiamo parlato della prosopoagnosia.
Abbiamo visto che cos'è, abbiamo visto le principali interpretazioni di questa tipologia di disturbo e quali sono le lesioni cerebrali che lo provocano.