Aprassia Ideomotoria
In questa videolezione parliamo di aprassia ideomotoria.
L’aprassia ideomotoria è un disturbo della gestualità in cui vi è un'incapacità di tradurre il programma motorio in movimenti corretti, richiesti per compiere un'azione.
Quindi il programma motorio, in realtà, è intatto, la persona sa cosa deve fare, ma non sa quali movimenti utilizzare per compiere quella precisa azione.
Quindi farà degli errori e utilizzerà dei movimenti probabilmente scorretti, inadeguati e quindi non riuscirà a portare a compimento nel modo adeguato l'azione che aveva in mente di fare.
Immaginiamoci proprio un paziente che sa che cosa deve fare, ma non sa come farlo.
Ecco che quindi ha magari in mente che tipo di movimento vuole fare, che può essere, per esempio, quello di lavarsi i denti, ha intatto il programma motorio, come dicevamo, però, nel momento in cui deve metterlo in atto, non sa come fare, non sa quali movimenti svolgere, quali movimenti compiere per lavarsi i denti.
Per spiegare questa particolare condizione, tanti studiosi hanno proposto dei modelli interpretativi, appunto, di questo disturbo.
Vediamo quali sono i più importanti.
Liepmann fu il primo a proporre un modello e disse che, per la corretta esecuzione di un gesto, sono necessari alcuni passaggi fondamentali.
Vediamolo.
È necessario, innanzitutto, che ci sia un programma motorio.
Le aree che si occupano di progettare, appunto, di programmare un movimento sono varie e per lo più si tratta di aree dell'emisfero sinistro.
Non appena viene elaborato il programma motorio, questo viene mandato al senso motorio.
Si tratta di un'area in cui sono depositate le memorie di come si svolge quel movimento.
Quindi io ho in mente il programma, mando questo programma al sensomotorio per andare a recuperare la memoria di come si svolge, quali sono i movimenti che devo mettere in atto per produrre quel movimento.
Dopo che ho trovato le memorie per produrre quel movimento, si passa al pattern di innervazione che sarebbe la traduzione della dell'idea del movimento in movimento vero e proprio, quindi in atti motori.
Abbiamo visto che nella aprassia ideomotoria, il programma motorio è intatto, fin lì tutto a posto.
Secondo Liepmann, il problema sarebbe qui: nel passaggio delle informazioni dal programma motorio al sensomotorio.
Quindi nel momento in cui si vanno a reclutare le memorie di come si svolge quel preciso movimento.
Un altro modello esplicativo dell’aprassia ideomotoria è quello di Geschwind, che sostituisce il concetto di sensomotorio, proposto da Liepman, con quello di corteccia premotoria, quindi le memorie dei movimenti sarebbero depositate, appunto, nella corteccia premotoria.
In particolare, la corteccia premotoria di sinistra manderebbe le informazioni sia alla corteccia motoria di sinistra, sia alla corteccia premotoria di destra, che a sua volta le manderebbe alla corteccia motoria di destra.
Quindi, secondo Geschwind, il programma motorio sarebbe depositato nella corteccia parietale sinistra e verrebbe mandato, attraverso il fascicolo arcuato, alla corteccia motoria di sinistra, che a sua volta manda le informazioni alla corteccia motoria di sinistra e alla premotoria di destra, che a sua volta, le manda la corteccia motoria di destra.
Un danno alla connessione tra i sistemi parietali di programmazione e la corteccia motoria di sinistra, quindi un danno al fascicolo arcuato, provocherebbe aprassia ideomotoria ad entrambi gli arti, secondo questo modello, perché, appunto, verrebbero sconnessi il programma motorio e il sensomotorio che, nel modello di Geschwind, viene chiamato corteccia premotoria di sinistra, quindi non c’è l'accesso alle memorie dei vari movimenti.
Una lesione, invece, localizzata a livello frontale, quindi, che vada a interessare la corteccia premotoria di sinistra, secondo Geschwind, provocherebbe una aprassia degli altri degli arti di sinistra, più una plegia degli arti di destra perché l'informazione è controlaterale.
Infine, una lesione del corpo calloso, secondo Geschwind, provocherebbe aprassia calossale.
In particolare, ci sarebbe una aprassia degli arti di sinistra che è totale solamente se le richieste avvengono per via verbale.
Ragioniamo un attimo sul perchè.
Immaginiamo di ricevere una richiesta verbale, che viene quindi processata dall'emisfero sinistro.
Si mettono in moto i sistemi parietali di programmazione, l'informazione attraversa il fascicolo arcuato, arriva alla corteccia motoria di sinistra che non riesce a mandare l’informazione alla corteccia motoria di destra o, perlomeno, non totalmente.
Ecco che quindi ci potrebbe essere una aprassia degli arti sinistri, perché poi dall'emisfero destro l'informazione motoria va a muovere gli arti di sinistra.
Sia il modello di Liepman che il modello di Geschwind, intendono l’aprassia ideomotoria come causata da un danno di disconnessione e non un danno a centri specifici.
Questo è un loro punto in comune.
Un terzo modello che tenta di spiegare l’aprassia ideomotoria è quello di De Renzi e Faglioni.
Secondo De Renzi e Faglioni, ci sarebbe un centro prassico nel lobo parietale di sinistra, che sarebbe deputato all'elaborazione di un programma d'azione e alla sua esecuzione.
Ecco, quindi, che il centro prassico, secondo De Renzi e Faglioni, sarebbe nella corteccia parietale di sinistra e manderebbe le informazioni alla corteccia premotoria di sinistra e quindi poi anche a quella di destra.
L’ aprassia ideomotoria, secondo i due autori, sarebbe causata da un danno a livello del centro prassico.
Ecco, quindi, la differenza di questo modello con i due precedenti: secondo questo modello l’aprassia ideomotoria sarebbe causata da un danno a centri specifici, quindi non sarebbe un danno di di mancata connessione, ma proprio un danno di un centro, che sarebbe in questo caso il lobo parietale di sinistra, come abbiamo visto.
I modelli che abbiamo appena visto sono stati rielaborati ed è stato elaborato un nuovo modello che è quello di Rothi, Ochipa e Heilman, che non tratteremo in questa sede.
In questa videolezione abbiamo parlato della aprassia ideomotoria.
In particolare abbiamo visto che cos'è, abbiamo visto poi alcuni modelli esplicativi come quello di Liepman, quello di Geschwind e quello di De Renzi e Faglioni.