Disturbi della Percezione dello Spazio
In questa videolezione parliamo dei disturbi della percezione dello spazio.
Diamone subito una definizione.
Si tratta di quei disturbi nell'elaborazione delle relazioni spaziali tra più stimoli, oppure tra uno stimolo e il soggetto.
Nel caso di più stimoli, ad esempio, si tratta di un disturbo nell'elaborazione della relazione spaziale, per esempio tra una sedia e il tavolo, quindi nel comprendere a che distanza sono posti magari.
Nel caso invece in cui si tratti dell'elaborazione della relazione spaziale tra uno stimolo e il soggetto, ad esempio, la capacità nell'elaborazione di quanta distanza c’è tra noi e una sedia, per esempio, per sederci.
Vedremo in questa videolezione tre tipologie di disturbi della percezione dello spazio.
L’atassia ottica, che comprende l’agnosia visuomotoria, la sindrome di Balint-Holmes e il disorientamento topografico.
Partiamo dall’atassia ottica.
Si tratta di un disturbo nel movimento che serve a raggiungere uno stimolo da parte dell'arto superiore.
Alla base di questo disturbo ci sarebbe l’agnosia visuomotoria.
Si tratta dell'incapacità di coordinare quanto visto, quindi la percezione visiva, con il movimento necessario a interagire con quanto visto, quindi, ad esempio, con un oggetto.
Immaginiamo un paziente con atassia ottica che deve prendere questa tazzina poggiata sopra un tavolo.
Ecco, un paziente con atassia ottica avrà difficoltà a raggiungere questo oggetto, a manipolarlo, commetterà errori di localizzazione.
Quindi, appunto, errori nella localizzazione nello spazio.
Commetterà poi anche errori di prensione e manipolazione, proprio a causa del disturbo nella coordinazione visuomotoria.
Ad esempio,
aprirà la mano in modo scorretto, o troppo poco o troppo, per, appunto, prendere la tazzina.
Tutto ciò in assenza di disturbi nel riconoscimento visivo, quindi la percezione visiva in realtà è intatta.
L’atassia ottica viene spiegata come compromissione nella trasformazione da un sistema di coordinate, che sono quelle visive, retiniche, ad altri sistemi di coordinate per la codifica spaziale.
Quindi ecco che viene a mancare un passaggio di informazioni, informazioni a livello di coordinate, da un sistema visivo ad uno più spaziale, motorio.
Ma vediamo che tipologia di lesioni si trovano nei pazienti che hanno atassia ottica.
Ecco, le lesioni sono al livello di lobulo parietale superiore e di giunzione parieto-occipitale.
Si tratta della cosiddetta via dorsale, quindi quella via che va dal lobo occipitale al lobo parietale, questa via evidenziata in giallo.
Ecco, sembrerebbe che nella atassia ottica sia compromessa proprio questa via, che solitamente si occupa di codificare la posizione spaziale, quindi di localizzare gli oggetti nello spazio.
Passiamo ora alla sindrome di Balint-Holmes.
La sindrome di Balint-Holmes è un disturbo della percezione spaziale che comprende quattro sintomi.
L’aprassia dello sguardo, l’atassia ottica, il deficit di attenzione e un deficit di valutazione delle distanze.
Adesso li vediamo uno per uno.
Con aprassia dello sguardo si intende un deficit nei movimenti oculari volontari, quindi quando il soggetto ha la necessità di spostare lo sguardo, quindi di compiere dei movimenti oculari in modo deliberato, volontario.
Poi l’atassia ottica che abbiamo appena visto, si tratta di un deficit di coordinazione visuomotoria.
Terzo sintomo della sindrome di Balint-Holmes è il deficit di attenzione, inteso come restringimento del focus attentivo.
Il paziente, in questo caso, mentre fissa un oggetto, sarà incapace di notare altri oggetti nel suo campo visivo, ecco in che senso il restringimento del focus.
Il quarto sintomo è il deficit di valutazione delle distanze, cioè il soggetto avrà difficoltà a percepire le distanze, quindi, ad esempio, nel momento in cui si deve sedere su una sedia, potrà facilmente cadere, perchè ha difficoltà a percepire che distanza c'è tra il suo corpo e, appunto, l’oggetto, la sedia.
Nella sindrome di Balint-Holmes la lesione è bilaterale, quindi in entrambi gli emisferi, alla giunzione parieto-occipitale, ecco, a livello quindi bilaterale.
Vediamo adesso il disorientamento topografico.
Si tratta di un disturbo in cui il paziente ha difficoltà a muoversi negli spazi conosciuti o sconosciuti.
Questo disorientamento, questa difficoltà a muoversi è causa di amnesia topografica e agnosia topografica.
Con agnosia topografica intendiamo la difficoltà a trovare un percorso, quindi ad orientarsi e a seguire un percorso conosciuto o sconosciuto, mentre con agnosia topografica intendiamo la difficoltà a riconoscere i luoghi conosciuti, quindi punti di riferimento, come ad esempio gli edifici, una fontana e così via.
Il modello di Byrne tenta di spiegare proprio il disorientamento topografico.
Questo modello ipotizza due tipologie di rappresentazione dell'ambiente, che vengono chiamate mappe.
Quindi esistono, secondo questo modello, due mappe.
La prima di queste sono le mappe a rete.
Si tratta di punti di riferimento legati tra loro, che appunto, costituiscono una rete se uniti in modo diretto.
La seconda tipologia di mappa sono le mappe vettoriali.
Queste mappe vanno a codificare le relazioni spaziali attraverso dei parametri, parametri di direzione, di distanza, di posizione e così via.
Riusciamo a orientarci dal punto di vista spaziale topografico grazie a queste due mappe.
In questa videolezione abbiamo parlato dei disturbi nella percezione dello spazio.
Abbiamo visto in particolare l’atassia ottica, la sindrome di Balint-Holmes e il disorientamento topografico.