Disturbi della Percezione Uditiva
L'argomento di questa videolezione sono i disturbi della percezione uditiva.
I disturbi della percezione uditiva possono essere di due tipologie.
La prima di questa è un disturbo sensoriale elementare, anche detto periferico.
La seconda tipologia, invece, sono i disturbi cosiddetti centrali.
È utile fare questa distinzione perché la percezione uditiva si colloca lungo un continuum.
Da una parte abbiamo le strutture più periferiche e dall’altra strutture più centrali.
È grazie a entrambe che, appunto, avviene la percezione uditiva.
Con strutture periferiche intendiamo, ad esempio, i recettori sensoriali della coclea, che è una struttura collocata all'interno dell'orecchio.
Ecco quindi che il suono arriva all'orecchio e viene captato da questi recettori sensoriali a livello molto periferico.
Il suono poi, o meglio, l’informazione sonora uditiva viene mandata al talamo, in particolare al corpo genicolato mediale, che è questa struttura in giallo.
Dopodiché l’informazione uditiva viene veicolata a livello centrale, quindi nelle strutture centrali, che sono in particolare la corteccia uditiva primaria, le cortecce, perché si tratta di aree bilaterali che si trovano a livello temporale, come vedete dall’immagine nelle aree evidenziate in rosa.
Una lesione delle strutture periferiche può provocare sordità nel lato della lesione, quindi unilaterale, oppure una sordità parziale.
Questo perché le vie uditive sono sia ipsi che contro laterali, quindi una lesione in uno dei due lati andrà a compromettere la percezione uditiva in quel lato, ma non nell’altro, ecco quindi in che senso la sordità parziale.
Se invece si verifica una lesione alle strutture più centrali, quindi
a livello corticale, si può avere una sordità controlaterale se la lesione è unilaterale, quindi, o a destra o a sinistra, si avrà una sordità all'orecchio controlaterale.
Mentre invece se la lesione sarà bilaterale, quindi alla corteccia uditiva sia di destra che di sinistra, ci sarà una sordità totale.
Un'altra tipologia di disturbo conseguente a lesioni centrali è la cosiddetta agnosia uditiva.
L’agnosia uditiva è un disturbo caratterizzato dalla difficoltà o dall'assenza del riconoscimento dei suoni, tutto ciò in assenza di sordità.
Quindi le vie uditive che trasportano l’informazione uditiva, il suono dalla periferia alle aree più centrali, devono essere intatte.
Le lesioni che provocano agnosia uditiva sono bilaterali alle aree associative acustiche, che si trovano nell'area temporale superiore, quindi la corteccia temporale superiore che è questa zona evidenziata in rosa nella figura.
Approfondiamo un pochino meglio Le agnosie uditive.
Le agnosie uditive possono essere di tre tipi.
La prima è quella per i suoni ambientali, quindi i pazienti con questa tipologia di disturbo non riescono a riconoscere i suoni ambientali.
Cosa si intende con suoni ambientali?
I suoni della natura, oppure, per esempio, anche i suoni degli animali.
Un'altra tipologia di agnosia uditiva è quella per la voce umana.
Quindi esistono dei pazienti che hanno un disturbo in cui non riescono a riconoscere i suoni prodotti dall'essere umano, ma quelli non verbali, quindi, ad esempio, il pianto di un bambino può essere un suono umano non verbale.
Una terza tipologia di agnosia è quella per i suoni musicali e viene chiamata agnosia musicale, cioè questi pazienti hanno difficoltà a riconoscere i suoni, appunto, musicali, le melodie.
Talvolta queste tre tipologie di agnosia si possono presentare insieme, quindi talvolta sono concomitanti e si parlerà di agnosia globale, agnosia uditiva globale.
Talvolta, invece, sono dissociate, quindi ci sono dei pazienti che magari hanno per i suoni ambientali, e invece hanno preservata la capacità di riconoscere la voce umana, i suoni musicali, oppure viceversa, ci possono essere quindi delle dissociazioni.
Ma in che modo venne interpretata questa differenza, quindi la presenza di queste tre tipologie di agnosia uditiva?
Secondo la prima di queste interpretazioni, i tre compiti non sarebbero tre compiti completamente diversi tra loro e non sarebbero implementati da tre aree differenti, ma si collocherebbero su un continuum di difficoltà crescente, dal compito più semplice al compito più complesso.
Allo stesso modo, una seconda interpretazione interpreta i tre compiti non come differenti, ma allo stesso modo si collocano su un continuum di automaticità, per così dire, cioè, sarebbero appunto collocati in un continuum in cui da una parte ci sono gli stimoli riconosciuti poco in automatico, quindi con poca automaticità, e dall'altra parte stimoli riconosciuti molto in automatico, quindi con molta automaticità.
Entrambe le due interpretazioni sono state disconfermate tuttavia, questo perché i pazienti a volte recuperano prima una tipologia di suono e poi un'altra e altri invece il contrario, quindi non andrebbe a rispettare il continuum di cui abbiamo parlato, e in più, talvolta ci sono delle dissociazioni.
Soprattutto la presenza di varie dissociazioni fa propendere per un’interpretazione più modulare del disturbo, secondo cui, quindi, ogni tipologia di suono è processata da un’area, o da un modulo, specifica.
Quindi una lesione ad un'area specifica, per esempio l’area che va a processare i suoni ambientali, produrrà una agnosia per i suoni ambientali e non una agnosia per la voce umana, o una agnosia musicale.
In questa videolezione abbiamo parlato dei disturbi della percezione uditiva.
Abbiamo visto che cosa sono.
Abbiamo visto poi che questi disturbi possono essere periferici oppure più centrali.
Abbiamo anche visto alcune interpretazioni dei disturbi centrali.