Economie di Rete
Le economie di rete.
Le economie di rete le possiamo definire quasi come delle economie di scala, ma dal lato della domanda, perché più un bene è venduto, più viene domandato, da altre imprese o anche da consumatori.
Le economie di rete vengono chiamate network externality, ossia la definizione è proprio che il valore economico di un bene o un servizio accresce quanto maggiore è il numero delle unità vendute sul mercato.
Dal concetto di network externality si ha proprio la definizione del network good, che è un bene il cui valore è costituito da due elementi: il valore del bene stesso, quindi il valore che ogni prodotto genera ai consumatori per il fatto che lo possiedono, e il valore di sincronizzazione, che è un valore addizionale che permette ai consumatori di quel prodotto di interagire con altri consumatori.
Per questa tipologia di bene la domanda dipende dal prezzo, quindi normalmente, ma dipende anche dalle aspettative.
Infatti le aspettative sono quelle che caratterizzano il mercato dei network goods, e sono una fonte
delle economie di rete.
Per il network good la disponibilità a pagare per l'acquisto del bene marginale aumenta se il numero atteso delle unità da vendere cresce.
Riassumendo quindi velocemente, nelle economie di rete più un bene viene venduto più ci sarà richiesta di quel bene.
E questo implica che le economie di rete creano degli equilibri che dipendono dalle scelte dei primi utilizzatori.
Sono infatti delle economie che determinano dei processi dinamici, chiamati anche Path Dependence.
E in questo caso, la curva di domanda di un bene o di un servizio che ha economie di rete avrà una forma parabolica.
Un'altra caratteristica delle economie di rete è che esiste una massa critica che è l'ampiezza minima del network o comunque del numero di imprese utilizzatrici, che è necessaria per poter ottenere quelle economie di rete.
Le economie di rete si possono riferire a uno specifico bene, quindi avremo degli effetti di rete diretti, oppure si possono anche riferire a dei beni complementari, e in questo caso ci saranno degli effetti di rete indiretti.
Faccio un esempio di economia di rete, è WhatsApp.
WhatsApp funziona proprio grazie alle economie di rete, perché data una massa critica, quindi un'ampiezza iniziale del network, più si diffondeva, più le persone lo volevano installare, e questo genera economie di rete da una parte, ma genera anche l'effetto, tra virgolette, negativo o rilevante, che sono comunque gli switching cost, che sono dei costi a carico degli utilizzatori per passare da uno standard a un altro, ad un altro.
Infatti, rimanendo nel nostro esempio, da Whatsapp molto difficilmente se le persone usano quello cambieranno e andranno su una piattaforma simile, proprio perché devono sostenere dei costi che magari non sono semplicemente i costi economici, ma possono essere anche costi di apprendimento della nuova piattaforma, e così via.
Infatti sono proprio questi switching cost che permettono il mantenimento dei propri clienti nel proprio network, e ne rendono problematica l'uscita.
Però, facendo un altro esempio, se un'impresa vuole mettere nel mercato una nuova tecnologia, che magari è incompatibile in termini di standard con quella nuova che è presente nel mercato, cioè con quella presente nel mercato, gli switching costs saranno per l'impresa una barriera all'entrata.
Se sono presenti queste economie, i governi nazionali possono realizzare degli interventi regolamentativi.