Enti Pubblici: Rapporti Interorganici
Oggi ci occupiamo ancora della struttura degli enti pubblici, ma ci soffermiamo in particolare sul concetto di rapporti interorganici.
Prima di tutto dobbiamo chiederci che cosa sono e quindi come possiamo definirli.
I rapporti interorganici altro non sono, in maniera molto semplice, che le relazioni che si instaurano tra i vari organi che formano un ente pubblico.
Abbiamo detto appunto che un ente pubblico ha una sua organizzazione interna, una sua struttura formata da più organi e da determinati uffici afferenti poi a tali organi.
Una prima tipologia di rapporto interorganico è quello della gerarchia, quindi il rapporto interorganico di gerarchia, il rapporto gerarchico: la gerarchia esprime una relazione o di sovraordinazione o di subordinazione tra organi.
Quindi due organi o più di due organi sono in relazione fra loro o perché l'uno è gerarchicamente sovraordinato
all’altro, l'uno è diciamo superiore gerarchicamente all’altro, quindi ha anche un potere sull'organo appunto ad esso sottoposto; oppure, viceversa, è un organo subordinato ad un altro, e quindi subisce il potere dell’altro organo.
Da una relazione gerarchica di sovraordinazione, quindi per il soggetto, per l’organo che si pone come superiore gerarchico dell’altro derivano dei poteri.
Ad esempio il potere per l'organo appunto superiore gerarchicamente di dare ordini, direttive, istruzioni, di annullare o revocare gli atti dell’organo subordinato, così come di avere una sorveglianza, un controllo speciale, particolare sul suo operato, ed altri poteri.
Un altro tipo invece di rapporto interorganico, in questo caso fra organi che si muovono su una posizione pari ordinata, quindi organi che non sono l’uno superiore o subordinato all’altro, ma si trovano appunto in posizione di parità è quella del coordinamento.
In questo caso semplicemente i due organi in posizione di parità devono collaborare fra loro nello svolgimento di una certa attività: si parla di stretto concerto, stretto dialogo, stretta collaborazione, stretta cooperazione fra organi pari ordinati, come abbiamo detto, per lo svolgimento di una certa attività per la quale serve sostanzialmente il contributo di entrambi.
Meno pregnante del rapporto di gerarchia ma comunque importante è il rapporto invece di direzione: in questo caso l'ufficio sovraordinato, il soggetto sovraordinato può emanare in tal caso direttive nei confronti del soggetto subordinato, le quali però non impongono comportamenti, non obbligano quindi l'organo subordinato ad attenervisi, bensì indicano gli scopi da perseguire, ma in modo diciamo più light, più leggero, in quanto tali direttive stabiliscono le priorità che comunque l’ufficio sotto-ordinato deve considerare, ma lasciano comunque a tale organo, a tale soggetto libertà di mezzi e di modalità appunto nella realizzazione degli scopi, dell’interesse pubblico affidato a tale soggetto.