Esercizio Svolto Introduzione all'Antropologia

L'Antropologia Culturale è quella branca dell'Antropologia che studia la produzione di tutto ciò che è considerato cultura: sia i processi intellettuali e simbolici (dalla religione all'arte, ecc.), sia i supporti materiali (come feticci, vestiti, artefatti ecc.).

Al contrario dell'Antropologia Fisica (o naturale), che indaga le radici biologiche, chimiche e fisiche dell'Essere Umano in tutte le sue forme attraverso varie discipline (come l'Antropologia Forense o la Paleoantropologia),

L'Antropologia Culturale si concentra sulla cultura – soprattutto di quella presente, ma anche di quella passata – delle popolazioni studiate. Il suo oggetto di studio è l'alterità culturale.

La peculiarità dell'Antropologia Culturale sta quindi nella profonda reciprocità esistente tra ricercatore – l'Antropologo sul campo, il cui compito è ascoltare per poi riportare – e ricercato – il nativo, che dialoga con il ricercatore, insegnandogli un nuovo modo di vedere le cose.

Rispetto a Sociologia e Filosofia, possiamo dire quindi che ciò che differenzia l'Antropologia è proprio il fatto che essa non studia l’Altro, ma studia con l’Altro! L'antropologo si fa interprete di culture – spesso distanti – ascoltate direttamente e non studiate a tavolino.

L'Antropologia oggi risulta di fondamentale importanza perché, cercando di ridare valore e dignità a quelle popolazioni – o a quei gruppi sociali – che negli anni erano stati catalogati come inferiori – e di conseguenza dominabili (come ad esempio nel caso delle colonie) –, ci ricorda che non esistono culture superiori e culture inferiori. Allo stesso modo, essa ci aiuta a tenere a mente che nessuna cultura può essere considerata pienamente omogenea o, addirittura, unica: ogni cultura ha una propria storia – fatta di incontri e scontri – e costituisce una prospettiva sul mondo. Ogni pretesa di unicità culturale è un'illusione – spesso di natura politica.

Risposta attesa: Spiegazione.