Il Caso dei !Kung San
In questa video lezione presenteremo il caso dei Kung Sun e vedremo in particolare il popolo di cacciatori-raccoglitori, chiamato appunto Kung, la vita in accampamento, l'aspettativa di vita di questo popolo, il rapporto tra i sessi e il popolo Kung oggi.
I boscimani kung sono popoli di cacciatori-raccoglitori del Kalahari studiati da Richard Lee tra il 1960 e il 1990.
Erano privi di bestiame e agricoltura, quindi vivevano interamente di caccia e raccolta.
Possiamo dire che erano delle società acquisitive.
L'unica altra risorsa di sostentamento deriva da un prestito del popolo chiamato Herero di allevatori che era loro vicino e gli forniva il latte bovino.
Il popolo kung viveva secondo il principio di cooperazione di equa ripartizione del cibo raccolto o cacciato durante il giorno ed erano circa quattrocentocinquanta; per ogni accampamento c’erano trenta persone ciascuno.
Ogni accampamento viveva un flusso abbastanza continuo.
Questo significa
che vi erano frequenti cambiamenti nelle dimensioni e nelle persone che ne facevano parte.
Infatti gli individui si muovevano da un campo all'altro con grande facilità, anche se gli scambi di beni tra gli accampamenti erano minimi.
Proprio per questa alta mobilità non accumulavano cibo se non per due o tre giorni e questo portava a uno sforzo produttivo continuo.
Il 70% del cibo era vegetale ed era procurato dalle donne, mentre il trenta percento del cibo era costituito da carne ed era procacciato dagli uomini.
Quindi le donne procuravano una quantità di cibo due o tre volte maggiore di quella fornita dagli uomini.
L'aspettativa di vita del popolo kung era più alta del previsto.
Infatti, un decimo della popolazione aveva più di sessant'anni, quindi uguagliando la percentuale di alcune società industriali e superando quella di molte società contadine.
Gli individui di questo popolo non si dedicano alle attività produttive se non dopo il matrimonio, quindi intorno ai 15-20 anni per le donne e i 20-25 anni per gli uomini, quindi relativamente tardi.
Questo porta al fatto che meno della metà dei membri dell'accampamento provvedeva al mantenimento della restante parte.
Parliamo ora del rapporto tra i sessi nel popolo kung: vi era una parità di diritti e doveri.
Le donne si dedicavano ai lavori domestici per poche ore al giorno e poi andavano in visita presso altri accampamenti per la maggior parte del tempo.
Gli uomini invece si dedicavano alla caccia, ma avevano ritmi disomogenei in base alla disponibilità della selvaggina per cui potevano cacciare intensamente per una settimana e poi per un mese non riuscire a procurare il cibo.
Però, come abbiamo detto, avevano il principio di equidistribuzione delle risorse, quindi nessuno rimaneva mai senza carne.
Alla fine degli anni novanta, la società dei kung era, profondamente cambiata dopo l'avvento dei coloni agricoltori, si trasforma in una società di pastori, agricoltori, artigiani e salariati anche se mantenevano la caccia e raccolta come prima attività.
La caccia e la raccolta però oggi forniscono soltanto il 25-30% del cibo, perché gran parte della sopravvivenza è dovuta ai programmi governativi internazionali di intervento alimentare.