Il Deterioramento Cognitivo: Epidemiologia e Diagnosi
In questa videolezione parliamo del deterioramento cognitivo.
In particolare, parliamo dell'epidemiologia e della diagnosi.
Innanzitutto diamo una definizione di deterioramento cognitivo.
Si tratta di una patologia, innanzitutto, che si instaura dopo che è avvenuto un normale sviluppo cognitivo.
Quindi tendenzialmente dall'età adulta in poi.
Consiste nella compromissione globale delle funzioni corticali superiori.
Quali sono?
Ad esempio la memoria, il controllo esecutivo, la percezione, il controllo del comportamento, dell'emotività e così via.
Il tutto in assenza di compromissione dello stato di vigilanza.
È necessario notare un declino rispetto a un precedente livello di funzionamento, che si ripercuote sulla funzionalità quotidiana del paziente, quindi anche a livello socio-professionale.
Quindi, ecco, si nota nella quotidianità del paziente che qualcosa è cambiato e che non riesce più in autonomia a mettere in atto delle attività, a compiere delle funzioni che solitamente faceva in tutta autonomia, in modo completamente adeguato.
Altra caratteristica è che l’andamento è progressivo.
Quindi, lentamente, si notano dei peggioramenti progressivi.
Spinnler, in particolare, parlava di incompetenza cognitiva ecologica, quell’incongruenza che si crea tra il comportamento del paziente, che diventa quindi incompetente in un
certo senso, e le aspettative sociali.
Passiamo ora all’epidemiologia.
Per quanto riguarda la prevalenza, quindi il numero di casi di deterioramento cognitivo nel momento della rilevazione, al di sopra dei 65 anni siamo intorno al 5, 10%, mentre al di sopra degli 80 anni, quindi negli ultraottantenni, siamo intorno al 20, 25%, una percentuale molto elevata.
Per quanto riguarda invece l’incidenza, cioè il numero di nuovi casi ogni anno di deterioramento cognitivo, nella popolazione generale siamo intorno all'1, 5%.
Questa percentuale aumenta notevolmente al di sopra degli 80 anni, quindi nuovamente negli ultraottantenni abbiamo delle percentuali più elevate, infatti va dall’1 al 24%.
Vi sono alcuni fattori di rischio, quindi, che possono predisporre, appunto, al deterioramento cognitivo.
Questi sono l'età, maggiore è l'età, maggiore è la probabilità di avere una diagnosi di deterioramento cognitivo.
Un altro fattore di rischio sembra essere il sesso, infatti le donne hanno deterioramento cognitivo il doppio rispetto agli uomini.
Un altro fattore di rischio è quello genetico, infatti il deterioramento cognitivo sembrerebbe, in alcuni casi, essere legato proprio ad alcuni geni.
Vediamo ora come si fa diagnosi di deterioramento cognitivo.
Solitamente si parte sempre da una segnalazione dei familiari che notano dei cambiamenti.
Può essere un familiare che vive con il paziente, solitamente lo è, oppure no.
Questo fa nascere il sospetto diagnostico che porta il medico a proporre una valutazione neuropsicologica.
Con valutazione neuropsicologica intendiamo un processo composto da delle sottofasi, come l'anamnesi, quindi si va ad indagare la storia cognitiva, psicologica, emotiva, medica del paziente, per andare a capire se ci sono cause concomitanti oppure no.
Si conduce poi un colloquio con il paziente.
L'osservazione del suo comportamento.
Vengono poi somministrati dei test neuropsicologici o delle batterie e poi c’è il colloquio con i familiari, molto importante.
Altri esami possono sicuramente arricchire il quadro per andare poi a fare una diagnosi.
Esami, come ad esempio, quelli di neuroimmagine, quindi attraverso la TAC, la risonanza magnetica, oppure l’EEG, e si va a vedere a livello cerebrale se ci sono delle alterazioni.
Oppure altre tipologie di esami sono quelli del sangue per andare a verificare lo stato metabolico del paziente.
Soprattutto inizialmente è importante stabilire una diagnosi di demenza, per capire se si tratta di una demenza di tipo degenerativo oppure non degenerativo.
La demenza degenerativa è quella progressiva e irreversibile, mentre quella non degenerativa, appunto dal nome, è una demenza temporanea e reversibile, magari dovuta un'altra condizione medica.
Successivamente, ad esempio all'interno della demenza di tipo degenerativo, è possibile fare poi una diagnosi un pochino più specifica, andando proprio a indagare quale tipologia di demenza degenerativa si ha di fronte.
In questa videolezione abbiamo parlato del deterioramento cognitivo.
Abbiamo visto innanzitutto che cos’è.
Abbiamo visto poi l'epidemiologia di questa tipologia di disturbo e la diagnosi.