Il Fenomeno dell'Embodiment
L'argomento di questa videolezione è il fenomeno dell’embodiment.
Si tratta appunto di un fenomeno in cui i pazienti emiplegici, che sono anche consapevoli della loro emiplegia, in alcune situazioni incorporano nel loro schema corporeo l’arto dello sperimentatore, quindi un arto che non appartiene al loro corpo e lo scambiano come se fosse il loro, quindi lo scambiano per il proprio.
Con emiplegia intendiamo un disturbo in cui vi è l'impossibilità di muovere la metà del corpo, quindi vi è una paralisi di metà del corpo.
Questo fenomeno non si può osservare sempre.
L’incorporamento infatti, l’embodiment, avviene a specifiche condizioni, in particolare quando l’arto esterno, quindi ad esempio l'arto dello sperimentatore, è in una posizione compatibile con la spalla del paziente, quindi ad esempio allineato a 90° rispetto alla spalla.
Quindi vediamo in queste due condizioni: nella prima va bene, quindi l’embodiment si può verificare poiché la mano è allineata con la spalla in una posizione compatibile con la rappresentazione che il paziente ha del corpo, ma nella seconda condizione, quindi, ad esempio, una mano che non è allineata a 90° rispetto alla spalla, è poco probabile che si verifichi il fenomeno dell’embodiment, poiché va di là della rappresentazione che il paziente ha del corpo umano.
E infatti questo c’entra molto con la rappresentazione preesistente del corpo, che è una componente che va a determinare la rappresentazione corporea di ognuno di noi.
Abbiamo infatti un'idea, una rappresentazione, di come è fatto il corpo umano, quindi con determinati vincoli.
In un corpo umano è difficile che la mano sia posta in questa posizione rispetto alla spalla.
In realtà un corpo umano è fatto in
questo modo, quindi con la mano posta, il braccio e la mano poste a 90° rispetto alla spalla.
Si tratta di un fenomeno molto forte, vediamo perché.
Abbiamo un aspetto motorio di questo fenomeno e un aspetto sensoriale.
Partiamo dall'aspetto motorio.
In vari studi si è visto che prendendo un paziente emiplegico, consapevole della propria emiplegia, e sottoponendolo alla vista in posizione compatibile dell'arto dello sperimentatore, si verifica embodiment.
Quindi un paziente con emiplegia che presenta il fenomeno dell’embodiment con l'arto dello sperimentatore e gli viene chiesto di compiere un movimento con quell’arto.
Il paziente probabilmente tenta di compiere il movimento e lo sperimentatore asseconda questa convinzione, quindi muove il suo arto che era stato embodizzato, per così dire, era stato incorporato nel corpo, appunto, del paziente.
Ecco che in questo caso il paziente crede addirittura di aver mosso l'arto che fino a quel momento sapeva essere emiplegico, quindi il paziente era consapevole di non poter muovere quell’arto, ma la sensazione di embodiment, appunto, di incorporamento, era talmente forte che, nel momento in cui ha visto muoversi, lo ha interpretato come movimento proprio.
Questo fenomeno è molto forte anche dal punto di vista sensoriale, vediamo perché.
In vari studi, sempre con pazienti emiplegici consapevoli, che avevano embodizzato, quindi incorporato, l’arto dello sperimentatore, venivano applicate delle scosse dolorifiche, quindi delle sensazioni sensoriali, addirittura dolorifiche.
Ecco, il paziente, in questi casi, nel momento in cui le scosse dolorifiche erano applicate all'arto dello sperimentatore, quindi il paziente in realtà non sentiva niente di quelle sensazioni, affermava, tuttavia, di sentire dolore e mostrava risposte psicofisiologiche corrispondenti, quindi un'attivazione fisiologica corrispondente con la sensazione di dolore.
Vediamo come viene interpretato questo fenomeno.
I pazienti che presentano il fenomeno dell’embodiment potrebbero avere l’intenzionalità motoria preservata, quindi il sense of agency, quella sensazione di essere agenti delle proprie azioni, di essere quindi iniziatori delle proprie azioni.
La compromissione sarebbe invece all'area deputata al monitoraggio dell’esecuzione del movimento, quindi quell’area che si occupa proprio di monitorare se il movimento che era stato rappresentato, quindi di cui c’era intenzionalità, è stato effettivamente eseguito oppure no.
Quindi si tratterebbe di un danno al cosiddetto sistema comparatore dell’intenzione del movimento con la sua effettiva esecuzione.
Se così fosse, se quindi ci fosse un danno al sistema comparatore, il sense of agency, quindi l’intenzionalità motoria non trova disconferme e il paziente è convinto di aver messo in atto quell’atto motorio che aveva solo programmato, che aveva solo pensato.
Il fenomeno dell’embodiment non è sempre patologico, infatti si può ritrovare anche in soggetti sani e lo si studia attraverso la rubber hand illusion, che è l’illusione della mano di gomma.
La rubber hand illusion consiste in una stimolazione multisensoriale, visiva e tattile, in particolare, in cui al soggetto viene fatto vedere un arto in posizione compatibile con il proprio corpo, quindi la stimolazione visiva e contemporaneamente quest’arto viene stimolato dal punto di vista tattile, sempre in modo compatibile e sincrono anche dal punto di vista temporale.
Questo provoca un'illusione nel soggetto sano e cioè un senso di appartenenza della mano di gomma al proprio corpo.
Quindi anche qui una sorta di embodiment, appunto, un senso di appartenenza di quella mano estranea a sè stessi.
In questa videolezione abbiamo parlato del fenomeno dell’embodiment.
In particolare, abbiamo visto che cos'è e quali sono i vincoli perché si verifichi.
Abbiamo visto anche una possibile interpretazione di questo disturbo.
Abbiamo visto anche che non sempre si tratta di una condizione patologica, ma è possibile osservare l’embodiment anche in soggetti sani attraverso la rubber hand illusion.