Il Linguaggio Scritto: Modelli Cognitivi di Lettura e Scrittura
In questa videolezione parliamo del linguaggio scritto.
In particolare, vedremo i modelli cognitivi di lettura e scrittura.
Vediamo, intanto, cosa intendiamo con linguaggio scritto.
Intendiamo la lettura, quindi l'abilità di leggere e la scrittura, l'abilità di scrivere.
Vediamo adesso quali modelli cognitivi esistono per la lettura e per la scrittura.
Partiamo dai modelli cognitivi della lettura.
Sono possibili due procedure: la prima è la cosiddetta via fonologica o anche detta indiretta; la seconda, invece, è la via lessicale, anche detta diretta.
Vediamo subito la via fonologica indiretta.
Secondo questo modello, nella via fonologica indiretta, per leggere una parola scritta, quindi per passare da una parola scritta alla produzione orale, sono presenti vari sottopassaggi che adesso vediamo uno per uno.
Quindi partiamo dalla vista di una parola scritta, immaginiamo la parola “casa”.
Quindi il soggetto vede la parola scritta “casa”.
Per leggerla farà questi step: ci sarà un'analisi visiva del grafema “casa”, scritto in questo modo è un grafema, quindi il soggetto andrà ad analizzare visivamente questo grafema; in un secondo momento attuerà una segmentazione del grafema e cioè la parola “casa” verrà segmentata in grafemi singoli.
Un altro step è la conversione del segmento grafemico in segmento fonemico, cioè ognuno di questi segmenti verrà convertito in un suono, un suono singolo.
In un secondo momento ci sarà l'assemblaggio fonemico, cioè tutti i vari suoni verranno messi insieme, quindi assemblati.
I suoni assemblati formano i suoni delle parole.
Questi suoni, quindi questo assemblaggio fonemico viene mantenuto nel buffer fonologico, che è una sorta di memoria di lavoro, appunto, che tiene attiva la traccia di questo suono, appunto, del suono della parola.
Successivamente ci sarà la produzione orale del suono della parola.
Bisogna fare attenzione a un aspetto: non tutte le parole si leggono come si scrivono, soprattutto nelle altre lingue.
Immaginiamo la lingua inglese.
In questi casi quando, appunto, le parole che si leggono in modo diverso da come si scrivono, la conversione grafema-fonema non è più valida,
quindi bisogna trovare un'altra tipologia di via.
Stiamo parlando del caso in cui l'accesso lessicale, quindi il riconoscimento, permetterebbe la rappresentazione fonologica, cioè determinate parole per essere lette hanno prima bisogno di essere riconosciute in modo da sapere in che modo devono essere rappresentate fonologicamente.
Quindi, di conseguenza, in che modo devono essere lette.
Tutto ciò accade nella cosiddetta via lessicale o diretta.
Nella via lessicale diretta, come nella via fonologica, per passare dalla parola scritta alla produzione orale della stessa parola ci sono dei sottopassaggi, che adesso vediamo.
Dunque, si vede una parola scritta e anche qui c'è un'analisi visiva grafemica.
Dopo che il grafema, quindi i segni scritti sono stati analizzati visivamente, vengono confrontati col lessico ortografico d’entrata, che sarebbe un magazzino di tutte le parole conosciute dalla persona, quindi varia da persona a persona.
Dal lessico ortografico d’entrata, la parola passa al sistema semantico che è appunto il sistema dove sono contenuti i significati delle parole.
Accedendo al sistema semantico, la persona recupera anche il suono di quella parola che ha letto, di cui ha già analizzato il significato.
Ecco, quindi che si passa al lessico fonologico di uscita, cioè al magazzino dove la persona conserva il suono di quella parola scritta.
Questo suono verrà poi trasferito al buffer fonologico che si tratta di una memoria di lavoro, appunto, che tiene attiva la traccia di quel suono e questo permetterà poi infine la produzione orale di quella parola.
Ma quand'è che usiamo una via piuttosto che l'altra?
Utilizziamo la via fonologica indiretta perlopiù per la lettura di parole mai viste prima, in cui, appunto, non c'è un accesso al magazzino semantico, semplicemente viene fatta un'analisi fonema-grafema.
Invece, utilizziamo la via lessicale diretta per la lettura di parole già conosciute, che quindi già abbiamo immagazzinate dal punto di vista semantico e che ci permettono quindi di leggere correttamente la parola, a prescindere dalla corrispondenza che c’è tra scrittura e suono corrispondente.
Passiamo adesso ai modelli cognitivi della scrittura e vediamo che anche qui ci sono una via lessicale e una via fonologica.
Partiamo dalla via lessicale.
In questo caso dall’udire una parola oralmente a scriverla ci sono dei sottopassaggi, che vediamo uno per uno.
Dunque, udiamo una certa parola.
Facciamo un altro esempio, sentiamo la parola “fiore” e vogliamo scriverla.
Successivamente all'udire questa parola, ci sarà un'analisi acustica fonemica, cioè andremo ad analizzare il suono di questa parola.
Questo suono verrà poi confrontato con il lessico fonologico di entrata, che è anche qui un magazzino di tutti i suoni delle parole, quindi anche questo varia da persona a persona.
Questo suono, appunto, che adesso è nel lessico fonologico di entrata, viene trasferito al sistema semantico dove, appunto, la persona, oltre che aver riconosciuto il suono, lo può confrontare con il suo significato.
Avendolo confrontato con il significato, è in grado il soggetto in questo momento di accedere al lessico grafemico di uscita, che è anche qui un magazzino dove sono depositati i grafemi necessari a scrivere un determinato suono, quindi a fare una conversione fonema-grafema.
Dopo che la persona ha recuperato nel magazzino del lessico grafemico di uscita, la scrittura di quel suono che aveva udito, lo inserisce nel buffer grafemico, che è una memoria di lavoro che tiene attiva questa traccia e successivamente sarà in grado di scriverla, quindi di passare alla produzione scritta.
Passiamo alla via fonologica, in cui per passare da una parola orale a una parola scritta non è necessario passare dal magazzino semantico, quindi dal sistema semantico, e quindi non è necessario per forza riconoscere la parola udita.
Quindi, anche qui udiamo una parola facciamo che stiamo sentendo sempre la parola “fiore”.
Anche qui ci sarà un'analisi acustica fonetica, quindi si andrà ad analizzare il suono di questa parola.
Il suono di questa parola poi verrà mantenuto attivo dal buffer fonologico, sempre una memoria di lavoro, appunto, che mantiene attiva la traccia, in questo caso il suono, in modo che il soggetto possa convertire i segmenti fonemici, quindi i vari suoni che compongono la parola fiore in segmenti grafemici, cioè i vari segni che, appunto, compongono sempre la parola “fiore”, però scritta.
Dopo che il soggetto ha in mente, appunto, quali segni scritti servono per comporre la parola “fiore”, li terrà attivi grazie al buffer grafemico.
Questo gli permetterà poi di metterli per iscritto, quindi di passare alla produzione scritta della parola che aveva udito.
In questa videolezione abbiamo parlato dei modelli cognitivi della lettura e della scrittura.
Abbiamo visto in particolare che nella lettura è presente una via fonologica e una via lessicale, ma questo accade anche nella scrittura dove, appunto, è presente anche qui una via fonologica e una via lessicale.