L'Anosognosia e Modelli Teorici Correlati
In questa videolezione parliamo di anosognosia.
Vediamo subito che cosa si intende con questa parola.
L’anosognosia è un disturbo di consapevolezza, in cui il paziente non è consapevole della propria condizione.
Quindi immaginiamo un paziente con un determinato disturbo, che può essere motorio, sensoriale, corporeo, percettivo e così via, e non esserne consapevole, non accorgersene.
Questa condizione si osserva spesso in seguito a cerebrolesioni oppure a malattie neurodegenerative, quindi a processi che vanno a intaccare il cervello.
Ci concentreremo perlopiù sull’anosognosia per l’emiplegia, quindi quella condizione in cui il paziente ha una emiplegia, quindi non ha la capacità di muovere metà del proprio corpo e non ne è consapevole.
Ecco, appunto, una definizione di anosognosia per l’emiplegia, un disturbo di consapevolezza in cui il paziente appare non consapevole della plegia.
La condizione è tale che se gli vengono poste delle domande, il paziente risponde in modo vago oppure si rifiuta di rispondere o addirittura confabula.
Solitamente l’anosognosia per l’emiplegia consegue a lesioni destre.
Non ci sono casi, infatti, per lesioni sinistre.
Questo può essere dovuto al fatto che a sinistra vi sono le aree per il linguaggio, quindi, ecco, che una lesione a sinistra potrebbe provocare afasia concomitante, quindi incapacità al paziente di far capire che non è consapevole del proprio disturbo, oppure può essere che la sede della consapevolezza motoria sia proprio a destra.
Vediamo quali interpretazioni
sono state date della anosognosia.
La prima delle interpretazioni è motivazionale, quindi vede l’anosognosia come un meccanismo di difesa, cioè per il paziente risulta troppo difficile, troppo doloroso, accettare il proprio disturbo e quindi lo nega.
Ma in realtà ci sono delle evidenze che farebbero pensare che l’anosognosia non abbia niente a che fare con i meccanismi di difesa.
Perché?
Perché sembrerebbe essere legata soprattutto alle lesioni dell'emisfero destro.
Se fosse un meccanismo di difesa non ci sarebbe motivo per essere, appunto, legata all'attività di un emisfero.
Sembrerebbe invece avere sede proprio nell'emisfero destro.
Inoltre, risultano esserci delle dissociazioni tra le varie modalità.
Sappiamo, infatti, che la consapevolezza non è unitaria, ma è multi componenziale, quindi è suddivisa in consapevolezza motoria, visiva, corporea, percettiva e così via.
E ci sono disturbi specifici per ognuna di queste modalità.
Se la l’anosognosia fosse invece un meccanismo di difesa, perchè si dovrebbe manifestare solo in una modalità e non e nell'altra?
Ecco che tutte queste motivazioni fanno propendere per un'interpretazione cognitiva dell’anosognosia, secondo la quale il disturbo sarebbe dovuto a un danno focale di un meccanismo cognitivo.
Ecco quindi spiegate queste condizioni.
C’è una suddivisione anche all'interno delle teorie cognitive.
Ci sono, infatti, alcune teorie che dicono che i meccanismi di consapevolezza sono unitari e invece altre che dicono che i meccanismi di consapevolezza sono modulari.
Ma dal momento che abbiamo visto che ci sono delle dissociazioni nei disturbi di consapevolezza, quindi ci sono alcuni pazienti che hanno dei disturbi in un tipo di consapevolezza, ma non nell’altro, e viceversa, si propende per le teorie cognitive che considerano i meccanismi di consapevolezza modulari, mentre invece le teorie che li considerano unitari non vengono confermati dai dati scientifici.
È un modello molto interessante quello che considera l’anosognosia come un disturbo del monitoraggio motorio, in particolare l’anosognosia per l’emiplegia.
Secondo questo modello, a essere intaccato nell’anosognosia sarebbe il sistema comparatore, cioè una determinata area nel cervello che si occupa di confrontare, quindi di comparare, la programmazione motoria che è intatta nel soggetto con anosognosia con il feedback sensoriale, che non è più possibile avere dal momento che il sistema comparatore, appunto, non può confrontare le due situazioni.
Questo sistema comparatore sarebbe suddiviso in varie aree che si trovano perlopiù a livello frontale.
Abbiamo l'area 4, che sarebbe l'area motoria primaria, questa in viola, l'area 6, che sarebbe l'area supplementare motoria, l’area sensoriale primaria, che si trova già nel lobo parietale, l'area 44 anche detta area di Broca, e l’insula, che è una struttura posta nella profondità del lobo frontale.
Ecco che quindi nell’anosognosia sono state trovate delle lesioni a carico di queste aree e quindi sono state interpretate come danno del sistema comparatore, che non permette un confronto tra la programmazione motoria e il feedback sensoriale.
Quindi il paziente non si rende conto del fatto che abbia compiuto o meno un determinato movimento e quindi di conseguenza è inconsapevole del proprio disturbo.
In questa videolezione abbiamo parlato dell’anosognosia.
Abbiamo visto che cos'è.
Abbiamo parlato in particolare dell’anosognosia per l’emiplegia, e ne abbiamo dato alcune interpretazioni.
Quella più accreditata ad oggi è l'interpretazione del sistema comparatore.