L'Assetto Istituzionale nelle Diverse Classi di Aziende
L'assetto istituzionale nelle classi di aziende.
Abbiamo dei parametri quantitativi che delimitano le definizioni dimensionali dell'impresa.
Questi parametri sono diversi perché sono stati definiti sia dall'Istat che dall'Eurostat.
L'Istat come unica variabile considera gli addetti, mentre l'Eurostat considera i dipendenti e il fatturato.
Infatti la definizione di microimpresa per l'Istat significa da uno a nove addetti, mentre per l’Eurostat sono minori di dieci dipendenti e che hanno un fatturato minore a due milioni.
La definizione di piccola impresa: per l'Istat viene considerata piccola impresa l'azienda che possiede da dieci a novantanove addetti, e per l’Eurostat invece viene considerata quella azienda che ha dei dipendenti tra dieci e quarantanove, e ha un fatturato tra i due milioni e i dieci milioni.
A seguire abbiamo la definizione di media impresa, ossia per l'Istat è quella azienda che ha da cento a quattrocentonovantanove addetti, mentre per l’Eurostat ha cinquanta dipendenti almeno, fino a duecentoquarantanove, e ha un fatturato compreso tra dieci milioni e cinquanta milioni.
L'ultima definizione che è stata data poi è quella relativa alla grande impresa: per l’Istat è una grande impresa se gli addetti sono maggiori di cinquecento, per l'Eurostat è una grande
impresa se i dipendenti sono più di duecentocinquanta e il fatturato è più di cinquanta milioni.
Andiamo a vedere nel dettaglio quella che viene considerata come grande impresa.
In questo caso le sue caratteristiche saranno che la sua dimensione sarà elevata, verrà governata da proprietari e manager, quindi saranno imprese familiari, oppure la proprietà può essere assenteista, quindi in questo caso viene chiamata Public Company, oppure la proprietà può essere organizzata e gestita da manager.
Le grandi imprese hanno la capacità autonoma di organizzare dei fattori come la ricerca e sviluppo, la formazione, l'acquisizione delle risorse e riescono a condizionare i soggetti esterni perché riescono ad acquisire delle informazioni sul comportamento del consumatore.
Sono in più delle strutture organizzative a gruppo, quindi ciò serve per migliorare la creatività e l'innovazione.
Sicuramente i vantaggi della grande impresa saranno avere economie di scala di gestione, quindi dei vantaggi sui costi di gestione; la specializzazione e l'innovazione; avranno dei bassi rischi di mercato, grazie anche alle internazionalizzazioni, e riescono ad influenzare il mercato.
Però come svantaggi, o come limite della grande impresa, c'è il fatto che la flessibilità è limitata, quindi in condizioni di forte turbolenza e complessità la rapidità di risposta sarà bassa.
Andando a ritroso nella classificazione di prima, troviamo poi la media impresa.
In questo caso le caratteristiche della media impresa sarà che ci sarà una forte incidenza della manifattura di bene, dei beni, la dislocazione delle medie imprese generalmente è sintomatica dell'emersione dei distretti, il fatturato vanta una crescita continua e a questa categoria di imprese fa capo quello che viene chiamato il quarto capitalismo, quindi le multinazionali cosiddette tascabili, che sono le medie imprese.
Abbiamo poi la piccola impresa, nella quale c'è una coincidenza tra il controllo proprietario e la gestione dell'impresa.
C'è l'accentramento dei processi decisionali, da cui deriva anche il rischio del cambio di generazione, e queste piccole imprese operano in delle reti concentrate, e ciò crea delle forti interdipendenze di marcato.
I vantaggi della piccola impresa sono che sicuramente ci sarà flessibilità e specializzazione, ci sarà una semplicità della struttura organizzativa, e questo velocizza i processi decisionali, e ci sarà un contatto diretto con i clienti.
Mentre gli svantaggi saranno sicuramente un'entità di patrimonio limitata, e una limitata estensione verticale, e questo genera il rischio di rimanere in delle nicchie.
C’è da tenere in considerazione il fatto che l'Italia è dominata dalle piccole e medie imprese, il che significa da una parte fragilità, ma da un'altra parte anche un’imprenditorialità diffusa.
Per ultimo abbiamo poi la microimpresa e l'impresa artigiana, che è caratterizzata dal lavoro manuale dell'imprenditore e dalla produzione di processi produttivi non standardizzati.