L'Espressione delle Emozioni
In questa videolezione parliamo dell'espressione delle emozioni.
Una delle componenti delle emozioni è la componente fisiologica che comprende le modificazioni corporee e le espressioni facciali.
La maggior parte dei cambiamenti fisiologici vengono chiamati arousal e sono provocati dallo sperimentare l'emozione stessa.
Questo avviene grazie al sistema nervoso autonomo.
Parliamo soprattutto di emozioni a valenza negativa perché attraverso degli studi si è notato che le emozioni a valenza positiva producono scarse modificazioni corporee, ma piuttosto aiutano riprendersi dall'attività protetta d’arousal conseguente alle emozioni negative, quindi denominato quindi effetto dell'annullamento dell’emozione negativa.
In particolare, durante le emozioni negative, il sistema nervoso simpatico prepara il corpo ad agire ed è responsabile dei cambiamenti come l'aumento della pressione sanguigna, del battito cardiaco, della respirazione e della sudorazione, e inoltre il livello di glucosio nel sangue aumenta soprattutto a livello dei muscoli e per fornire più energia in vista di una fuga o di un attacco.
Inoltre il sangue viene deviato dallo stomaco e dall’intestino verso il cervello e i muscoli scheletrici, perché sono quegli organi che ci servono proprio per reagire di fronte a una situazione di emergenza.
Infatti durante le emozioni a valenza negativa, i processi di digestione vengono interrotti perché non sono utili a fronteggiare quella situazione.
Quando L'emozione decresce e quindi la situazione torna in uno stato di non emergenza, interviene il sistema nervoso parasimpatico che riporta l'organismo nel suo stato normale, quindi ripristina l'equilibrio e fa cessare tutte le modificazioni corporee descritte finora.
Tutte le attività del sistema nervoso autonomo sono possibili grazie all'attività dell’ipotalamo e dell'amigdala.
Queste due aree cerebrali inviano gli impulsi al tronco encefalico, che controlla il funzionamento del sistema nervoso autonomo, che contatta poi i muscoli e gli organi interni sia in modo diretto, quindi per portare tutti questi cambiamenti descritti, sia in modo indiretto attraverso la stimolazione degli ormoni surrenali.
Parliamo ora delle espressioni facciali.
Le espressioni facciali sono i segni osservabili di uno stato emozionale e quindi servono per comunicare quell'emozione.
Le espressioni facciali hanno un valore estremamente adattativo perché
hanno permesso la sopravvivenza della specie.
Per esempio esprimere la paura avverte gli altri di un pericolo.
Secondo Darwin infatti le emozioni sono risposte innate e sono quindi utili alla nostra sopravvivenza, infatti sono riscontrabili anche negli animali e attraverso il processo di selezione naturale sono state tramandate di generazione in generazione.
A favore di questa ipotesi intervengono gli studi di Paul Ekman, attraverso i quali si può concludere che le espressioni emotive sono universali.
Infatti mostrando delle foto di persone con determinate espressioni facciali agli abitanti di culture diverse, le risposte erano concordi.
Per esempio tribù remote in Nuova Guinea riuscivano a riconoscere le espressioni facciali occidentali pur non avendo mai avuto contatti con l'occidente.
Anche se la conformazione del viso cambia da persona a persona, per ogni emozione si attivano determinati muscoli facciali che sembrano essere costanti per tutte le persone.
Inoltre anche persone cieche alla nascita e neonati hanno questi diversi pattern di attivazione facciale, infatti anche un neonato cambia la sua espressione facciale se assapora un gusto dolce o un gusto amaro, e questo suggerisce che il volto umano si è evoluto per comunicare le emozioni, per trasmettere segnali emotivi e il cervello umano per codificarli.
Ekman e Friesen hanno catalogato 46 muscoli facciali del volto, e la combinazione di queste espressioni, dette unità di azione, corrispondono ognuna ad uno stato emozionale specifico, e queste regole di combinazione si chiamano facs.
Per esempio l'unità 6 e l'unità 12, ovvero il sollevamento degli angoli della bocca e il raggrinzimento dei margini esterni dell’occhio, corrispondono a un sorriso e quindi a un'emozione di felicità.
In particolare Ekman individua sei emozioni primarie, quindi gioia, tristezza, rabbia, disgusto, paura e sorpresa, che sono innate e universalmente riconosciute e che attivano specifici pattern di espressione facciale.
Per capire se un'emozione è sincera, l'espressione deve essere di breve durata, quindi mezzo secondo o cinque secondi, graduale quindi avere un pattern per cui appare e scompare in modo graduale, essere simmetrica e avere una morfologia congruente proprio con l'unità di azione muscolare descritta da Ekman e Friesen.
Le emozioni sono innate ma spesso la loro espressione è influenzata dalla cultura.
Si parla infatti di display rules, ovvero regole di esibizione emotiva che determinano il controllo o la modifica di espressioni emozionali in base alla circostanza sociale o in base al tipo di emozione che ci si aspetta che le persone esprimano in certe situazioni.
Per esempio, in uno studio in cui si confrontano giapponesi e americani di fronte a un film con elementi sgradevoli ma in presenza di un'altra persona, i giapponesi non esprimono le emozioni negative mentre gli americani si.
Le espressioni del viso, oltre a comunicare un'emozione, possono anche contribuire all'esperienza stessa dell'emozione e questa teoria è chiamata ipotesi del feedback facciale, proprio perché, come per la teoria di James e Lange riceviamo un feedback dall'attivazione del sistema nervoso autonomo, così riceviamo un feedback dall'espressione del viso.
Questo viene provato da un esperimento in cui alcuni partecipanti tenevano una matita chiusa tra le labbra e altre chiusa tra i denti.
Questi ultimi assumevano una sorta di sorriso, mentre il primo gruppo assume un'espressione seria perché la posizione delle labbra per tenere la matita impedisce di sorridere, e quando si mostravano delle vignette queste dovevano essere giudicate in base al loro grado di umorismo e venivano giudicate più divertenti da chi aveva la matita tra i denti rispetto a chi aveva la matita tra le labbra.
Quindi questo dimostra che l'espressione facciale influenzava l’esperienza dell'emozione stessa.
In conclusione abbiamo visto che l'espressione delle emozioni può avvenire attraverso modificazioni corporee, quindi con un'attivazione generale detta arousal, che è causata dall'azione del sistema nervoso simpatico e parasimpatico che fanno parte del sistema nervoso autonomo, e in particolare grazie e all’ipotalamo e all’amigdala, che provocano tutta una serie di modificazioni corporee tra cui l'aumento della pressione sanguigna, del battito cardiaco e il maggiore afflusso di sangue ai muscoli, proprio per attivare il corpo all'azione.
Inoltre abbiamo visto che nell'espressione dell'emozione rientrano anche le espressioni facciali che hanno un valore estremamente adattativo, infatti sono innate e sono state tramandate per la sopravvivenza della specie, e sono universali.
Infatti attraverso alcuni studi si è visto che vengono riconosciute anche in diverse culture, e Ekman e Friesen hanno identificato 46 muscoli facciali, ovvero unità di azione, di combinazione di questi muscoli facciali denominati facs.
Ed Ekman ha individuato sei emozioni primarie ovvero gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto e sorpresa.
Le facs contribuiscono anche a farci capire se un'emozione è sincera o meno, insieme alla simmetria, alla breve durata e al tempo graduale di apparizione e sparizione dell’emozione stessa.
Abbiamo visto anche che le emozioni possono essere influenzate dalla cultura.
Infatti abbiamo le display rules, ovvero delle regole di esibizione delle emozioni in determinate circostanze che cambiano da cultura a cultura e le emozioni possono essere influenzate anche dalle espressioni stesse.
Infatti secondo l'ipotesi del feedback facciale, l'espressione che assumiamo con il volto può influenzare l'emozione stessa che proviamo.