La Visione Cieca: il Blindsight
In questa videolezione parliamo del fenomeno della visione cieca, anche detto blindsight.
Vediamo subito di cosa si tratta.
Il blindsight è un disturbo di cecità in una zona del campo visivo, quindi una zona precisa, in cui la persona, però, può localizzare gli stimoli visivi.
Queste zone del campo visivo cieche sono causate da delle lesioni circoscritte e vengono chiamate “scotomi”.
Appunto, gli scotomi delle zone di assoluta cecità provocate da una lesione circoscritta alla corteccia visiva primaria.
Quindi, ecco, una lesione molto circoscritta che va a compromettere la funzionalità di una parte del campo visivo, quindi il paziente non vede solo in una zona, ma in caso di blindsight ha la possibilità di localizzare gli stimoli visivi sempre in quella zona in cui non vede.
La prima descrizione del blindsight la diedero Poeppel, Held e Frost nel 1973.
Questi autori descrissero un paziente che aveva, appunto, una lesione circoscritta in V1, che sarebbe l'area visiva primaria, la corteccia striata.
Questa lesione provocava al paziente uno scotoma, in un preciso punto del campo visivo, quindi una parte circoscritta del campo visivo in cui il paziente era cieco.
Ecco, quindi a questo paziente con scotoma, gli autori presentarono degli stimoli non strutturati, quindi degli stimoli che non avevano una forma precisa, proprio nello scotoma, come ad esempio questo schizzo qua, all'interno di questo cerchio arancione.
Ecco, venivano presentati degli stimoli non strutturati e al paziente era permesso di svolgere dei movimenti
oculari verso lo stimolo per localizzarli.
In un primo momento, ovviamente, il paziente ebbe delle difficoltà, perché sosteneva di non vedere niente, quindi si chiedeva come avrebbe potuto fare dei movimenti oculari verso uno stimolo che però non vedeva.
In un secondo momento, però, il paziente iniziò effettivamente a compiere dei movimenti oculari e si trovò una significativa correlazione tra la posizione effettiva dello stimolo, come questo schizzo qui sulla sinistra, e la posizione degli occhi del paziente, quindi dei movimenti oculari che effettivamente risultavano non casuali.
La spiegazione di questo fenomeno venne data con la teoria dei due sistemi visivi.
Secondo questa teoria, appunto, esisterebbero due sistemi visivi.
Il primo è la via retino-genicolo-striata, e il secondo sistema è la via retino-collicolo-extrastriata.
Mentre la prima via si occupa di identificare gli oggetti, quindi riconoscerli, la seconda via si occupa di localizzarli, quindi è deputata alla localizzazione spaziale degli oggetti.
Nel blindsight, quindi i pazienti con il blindsight, avrebbero una lesione alla via retino-genicolo-striata, quindi alla via che si occupa della identificazione degli oggetti.
Questa lesione andrebbe a provocare il blindsight appunto, il fenomeno della visione cieca, perchè invece la via retino-collicolo-extrastriata, quella deputata appunto, alla localizzazione degli oggetti,è intatta.
È interessante notare come in studi successivi, se ai pazienti non era permesso di muovere gli occhi, il fenomeno del blindsight scompariva.
Quindi il fatto di muovere gli occhi sembra essere una variabile determinante proprio nelll'emergere di questo particolare fenomeno.
Ma vediamo un po’ meglio questa via retico-colliocolo-extrastriata, deputata alla localizzazione degli oggetti, che sarebbe essere quella preservata nel fenomeno del blindsight.
Dal nome si capisce, insomma, che parte appunto dalla retina, passa poi per il collicolo, che è uno dei nuclei della base.
Arriva poi alla corteccia extrastriata.
Si tratta delle aree V2, V3, V4, V5, che sono quindi diverse dall’area V1, l’area visiva primaria che invece è anche chiamata corteccia striata, deputata alla identificazione degli stimoli, come abbiamo visto prima.
Ecco, il collicolo superiore permetterebbe una rappresentazione topografica del campo visivo.
Quindi, il paziente con lesione a V1, comunque ha la possibilità, grazie alla via retino-collicolo-extrastriata, di rappresentarsi il campo visivo, e grazie, ad esempio, all'area V5, ha la possibilità anche di compiere dei movimenti oculari.
Grazie proprio alla funzionalità di queste aree, quindi il paziente può localizzare gli oggetti.
La particolarità del fenomeno del fenomeno del blindsight è anche che la localizzazione degli oggetti con i movimenti oculari avviene in assenza totale di consapevolezza, cioè il paziente non sa che effettivamente sta localizzando in quel modo gli oggetti.
Secondo i pazienti, quei movimenti oculari sono fatti totalmente a casaccio.
Questo fa pensare che la via retino-genicolo-striata, oltre che essere deputata all'identificazione degli oggetti, è deputata anche all'attribuzione della consapevolezza riguardo le aree extrastriate, riguardo la loro attività, quindi l'assenza, la lesione di questa via provoca anche assenza di consapevolezza.
In questa videolezione abbiamo parlato del blindsight, del fenomeno della visione cieca.
In particolare abbiamo visto che cos'è, ne abbiamo dato una spiegazione secondo il modello delle due vie visive e abbiamo visto a che livello si colloca la lesione.