Le Persone e i Gruppi di Persone
Le persone e i gruppi di persone sono, insieme agli istituti, i soggetti protagonisti dell'attività economica.
Ogni teoria economica, infatti è caratterizzata per aver formulato delle ipotesi in merito alle persone e in merito ai loro comportamenti.
Quindi diventa tappa obbligata quella di distinguere il concetto di homo economicus dal concetto più ampio di persona umana.
In particolare per circa due secoli si è parlato di homo economicus e solo di recente ci si è spostati verso il concetto di persona umana.
Le differenze sono sostanziali innanzitutto perché per persona umana si intende una persona nella sua totalità quindi una persona che agisce non esclusivamente per fini economici.
Mentre l'homo economicus è inteso come un attore economico.
Le caratteristiche che ci permettono più nel dettaglio di distinguere persona umana e homo economicus sono tre.
Innanzitutto, la persona umana svolge attività economica come mezzo per realizzare i propri bisogni, al contrario dell'homo economicus che è orientato esclusivamente alla massimizzazione del profitto e quindi del benessere individuale.
Poi si parla di persona umana come membro di una società quindi fa parte di un gruppo più ampio con cui interagisce, da cui trae influenze e influenza.
Invece l'homo economicus è visto come un soggetto autonomo ed egoista.
Quindi pur facendo parte di una società, non è in relazione con essa.
L'ultima distinzione che andremo ad approfondire consiste appunto nel fatto che la persona umana agisce secondo una razionalità definita limitata e l'homo economicus agisce secondo una razionalità chiamiamola così illimitata.
Le preferenze da cosa dipendono?
Dipendono certamente dai bisogni umani fondamentali, intesi come il bisogno di cibo, di bevande, di protezione dalle intemperie, ma dipendono anche dalle caratteristiche dei beni, tra cui l'individuo si trova a scegliere.
Le preferenze dipendono poi soprattutto dal capitale personale, inteso come le abitudini di consumo che l'individuo ha sviluppato nel corso del tempo e le esperienze che lo hanno portato ad assumere determinati atteggiamenti, determinate abitudini di consumo.
Inoltre, le preferenze dipendono dal capitale sociale, inteso come i comportamenti delle persone che circondano l'individuo e che sono capaci di influenzare le sue scelte.
La somma di capitale sociale e capitale personale ci porta al capitale umano complessivo, che nelle economie moderne sta assumendo un peso sempre crescente a scapito dei bisogni fondamentali che influenzano appunto sempre meno le scelte degli individui, che quindi preferiscono scegliere in virtù delle influenze che arrivano dall'esterno piuttosto che dai bisogni che nutrono nel loro interno.
L’attività economica comporta continue scelte e decisioni.
Quindi lo studio dell'economia per molti versi è lo studio delle scelte dei soggetti che svolgono l’attività economica.
Allora è stata sviluppata la teoria dei processi decisionali, che è una parte rilevante della teoria economica e,
appunto si occupa di studiare i processi attraverso cui le persone decidono.
Questa teoria propone tre modelli, il primo abbastanza teorico, conosciuto come il modello delle scelte individuali secondo razionalità assoluta.
Gli altri due più realistici sono il modello delle scelte individuali secondo razionalità limitata e il modello delle scelte a più attori nei contesti organizzati secondo razionalità limitata.
Li guardiamo uno per uno.
La cosa importante da ricordare è che nei due modelli razionalità limitata il modello delle scelte individuali appunto, si riferisce alle scelte che compie un singolo individuo, mentre il modello delle scelte a più attori studia i processi decisionali collettivi, quindi studia i processi decisionali dell'individuo come parte di una società con cui interagisce.
Il modello di razionalità assoluta è il modello di prima approssimazione utilizzato in buona parte della teoria economica.
Secondo questo modello, un soggetto che debba prendere una decisione si trova in una situazione riassumibile nei seguenti punti: ha chiaro il problema e l'obiettivo, ha tutte le informazioni sulle possibili scelte, conosce tutti i possibili stati del mondo, intesi in senso futuro, quindi tutte le possibili evoluzioni della realtà, tutte le alternative sono confrontabili, il decisore è unico e isolato e il soggetto sceglie l'alternativa migliore.
Tutto questo però è impossibile che si verifichi nella realtà.
Per tale motivo un attimo fa ho detto che si trattava di un modello estremamente teorico.
Infatti un soggetto non ha mai un unico e solo obiettivo.
Le informazioni che ha sulle possibili scelte non sono totali e perfettamente complete, ma sono disponibili solo in parte.
Non ha la possibilità di conoscere perfettamente il futuro.
Il decisore non è isolato, anche perché si trova appunto a far parte di una società da cui non prescinde.
E poi non ha una razionalità assoluta, quindi non è detto che scelga sempre l'alternativa migliore.
In definitiva, possiamo dire che un soggetto che è parte di una società umana deve tener conto anche delle preferenze delle altre persone.
Quindi sceglierà secondo una razionalità che non è una razionalità perfetta, ma sarà una razionalità limitata.
Allora uno studioso, Herbert Simon, ha sviluppato un altro modello di razionalità secondo cui le decisioni derivano da processi iterativi e sequenziali e la scelta finale non è il massimo benessere assoluto, ma è una scelta soddisfacente.
In questo tipo di modello il decisore parte da un certo insieme di attese iniziali, quindi ha un paniere di attese da cui poter iniziare le sue valutazioni, a cui seguirà una prima ricerca esplorativa che porta a individuare qualche possibile soluzione e dopodiché passerà a esaminare e valutare una prima possibile soluzione.
Da questa valutazione possono venir fuori due risultati, e cioè che la prima soluzione può risultare inferiore alle attese, oppure pari o superiore alle attese.
In entrambi i casi avviene un aggiustamento delle attese, perché il decisore comincia a rivedere le proprie attese verso il basso o verso l'alto a seconda che siano state inferiori o superiori alle attese le soluzioni considerate.
Dopodiché il decisore esamina delle altre possibili soluzioni, confrontandole questa volta con le attese che via via si modificano in base alle alternative che sta valutando.
Quindi si dice che il decisore valuta in sequenza.
Infine il soggetto sceglie.
Il soggetto sceglie a un certo punto, cioè sceglie quando stanno per scadere i tempi, quando la ricerca sta diventando troppo costosa e quando le ultime valutazioni non danno più luogo a scoperte positive.
Quindi quando la soluzione è compatibile, diciamo così, appunto soddisfacente rispetto alle attese che a mano a mano ha adattato.
Prima di passare al modello delle scelte a più attori è importante porre un focus sui gruppi, anche perché le persone, per il perseguimento dei loro fini interagiscono tra di loro in modo occasionale, ma anche in forma stabile e generano quelle che sono appunto definite società umane.
L'azione individuale nell'ambito delle società umane produce dei benefici individuali e dei benefici collettivi di vario ordine.
Quindi l'ottenimento di questi benefici richiede dei comportamenti appropriati.
Il gruppo sociale cos'è?
è un insieme di persone che presenta delle caratteristiche.
Innanzitutto si tratta di un insieme composto da un determinato numero di persone, poi è un gruppo che si forma spontaneamente, in cui sono condivisi alcuni valori di fondo e in cui viene perseguito un obiettivo comune.
Sono presenti nell'ambito del gruppo delle norme di comportamento e affinché appunto, sussistono i tre concetti evidenziati in giallo, quindi i valori di fondo, l'obiettivo comune, e le norme di comportamento, il gruppo è in equilibrio, il gruppo si scioglierà quando si rompe l'equilibrio, quindi quando vengono a mancare uno o parte o tutti e tre i concetti appunto che caratterizzano l'equilibrio.
Quindi gli economisti, dopo aver sviluppato il modello di razionalità assoluta ed essere passati al modello di razionalità limitata, hanno iniziato a considerare anche il fatto che non è detto che un individuo scelga unicamente in un modo isolato, ma può anche trovarsi in un contesto con più soggetti e quindi si trova a dover decidere insieme ad altri soggetti o in funzione delle esigenze delle priorità di altri soggetti.
E da questo principio che si sviluppa appunto il modello delle scelte a più attori in contesti organizzati.
Questo modello si caratterizza per la presenza di più decisori, quindi appunto per la presenza di piu' individui, si caratterizza per la concorrenza tra le decisioni.
Ciò significa che l'individuo si trova in dei contesti chiamati occasioni di decisione in cui sono presenti diverse persone che portano diversi problemi a cui danno ognuno una diversa priorità e per cui sono previste delle diverse soluzioni.
In questo contesto la soluzione che alla fine viene presa è una tra le tante ed è per questo che si parla di concorrenza tra le soluzioni.
Nello specifico si dice che la concorrenza tra le decisioni implica, quindi comporta automaticamente la concorrenza tra le soluzioni.
In questo caso una certa scelta si compie se viene presentata come soluzione a un problema visto come rilevante e urgente.
Altra caratteristica del modello delle scelte a più attori è la cooperazione.
La cooperazione fra più individui consente di ottenere dei risultati il cui beneficio alla fine è superiore a quello raggiungibile singolarmente dall'individuo.
Molto spesso però in questo tipo di contesti si innesca l'opportunismo che è diventato parte integrante, quindi una caratteristica importante di questo contesto organizzativo.
L’opportunismo è, diciamo così, una lama a doppio taglio, nel senso che stimola la concorrenza, stimola a fare meglio, ma dall'altro lato puo' portare delle conseguenze negative sull'altra caratteristica del modello, che è la fiducia e l'altruismo.