Le Scelte di Estensione
Le scelte di estensione vengono chiamate anche strategie di corporate e riguardano lo sviluppo nel campo di azione dell'impresa.
Possono essere di tre tipologie: integrazione orizzontale, integrazione verticale o diversificazione produttiva.
Andiamole a vedere nel dettaglio.
L'integrazione orizzontale l'espansione dell'attività a dei prodotti, dei processi e del know how che sono affini alla filiera tecnologico - produttiva già esistente.
L'obiettivo è quello di aumentare la quota di mercato dell'impresa.
Con questa tipologia di integrazione da un punto di vista economico si avranno le economie di scala, quindi si riducono i costi medi unitari, e le economie di espansione, quindi si sostengono minori costi per aumentare la capacità produttiva.
I vantaggi di queste strategie sono che si avranno sicuramente dei tempi di attuazione inferiori, si sfrutteranno le risorse disponibili e ci sarà una maggiore conoscenza dei rischi.
Però come svantaggio si avrà un rischio maggiore, perché ci si concentra su un altro mercato, un altro settore e potrebbero esserci delle difficoltà di controllare il processo di crescita.
In questo caso possiamo dire che l'integrazione verticale è vantaggiosa se l'impresa vuole mantenere la sua posizione competitiva, rendendo difficile l'ingresso di concorrenti.
Se l'azienda diciamo si vuole difendere da degli andamenti sfavorevoli del mercato e se lo scopo è quello di soddisfare la domanda che non era stata soddisfatta.
Analizziamo adesso l'integrazione verticale, che è quel processo di internalizzazione, sequenziale o verticale, delle fasi
della filiera tecnologica produttiva, immediatamente collegate a quelle in cui l'impresa opera.
L'integrazione verticale può essere a valle o a monte.
E’ a monte quando si inserisce nella catena tecnologico produttiva delle produzioni che sono di base o intermedie.
E’ a valle quando l'azienda si inserisce nella catena tecnologico produttiva delle fasi che sono più vicine alla fabbricazione di prodotti finali, quindi verso i mercati di sbocco.
Analizziamo anche qui gli obiettivi, i vantaggi e gli svantaggi dell'integrazione verticale.
Sicuramente come obiettivi avrà l'accrescimento del valore aggiunto, l'aumento del potere di mercato e un maggiore controllo della filiera.
In più l'azienda può creare delle barriere all'entrata.
Da un punto di vista economico l'azienda avrà una riduzione di costi di transazione che sono i costi di utilizzo del mercato, sono quelle spese che l'impresa sostiene per effettuare le transazioni, e avrà sicuramente minori costi di coordinamento.
Come vantaggi e svantaggi invece possiamo vedere che sarà vantaggiosa nel momento in cui si è in presenza di forte potere di mercato dei fornitori o dei clienti dell'azienda.
Quando la domanda presenta tassi di crescita certi e stabili nel tempo e quando si presentano delle occasioni di mercato, come per esempio un ingiustificato aumento dei prezzi, mentre sarà svantaggiosa perché?
Perché aumentano sicuramente i costi fissi e in più c'è un possibile rischio di blocco dell'apprendimento, ossia il rischio di non specializzarsi in nessuna attività.
Infine, la terza strategia è la diversificazione produttiva, ossia quando un'azienda decide di sviluppare delle nuove produzioni in mercati nuovi.
La diversificazione produttiva può essere di tre tipologie: possiamo avere una diversificazione orizzontale, in questo caso è la diversificazione meno rischiosa, perché le nuove produzioni sono destinate al segmento della clientela che io stavo già servendo e lo sviluppo di nuovi prodotti può essere effettuato sia con tecnologie preesistenti sia con nuove tecnologie.
La diversificazione correlata invece, richiede una gestione maggiore rispetto alla differenza alla diversificazione orizzontale, perché le nuove attività che vado a svolgere saranno affini a quelle che già realizzo in modo da riuscire a sfruttare delle sinergie di ricerca, di progettazione e di sviluppo.
Questa diversificazione viene chiamata anche diversificazione laterale.
La terza tipologia è la diversificazione conglomerale, ossia l'estensione dell'attività verso delle produzioni che sono completamente nuove e rivolte a una clientela completamente diversa.
Gli obiettivi della diversificazione produttiva sono sicuramente la crescita, l'aumento della redditività e la riduzione dei rischi di mercato.
Si ha una riduzione dei rischi perché a volte si possono compensare gli andamenti sfavorevoli in alcuni mercati con quelli favorevoli in altri mercati.
Da un punto di vista economico, attuando la diversificazione produttiva, si perseguono le economie di scopo.
Quando è che conviene o non conviene diversificare?
Dunque la diversificazione è vantaggiosa quando l'azienda si trova impossibilitata a espandersi nel settore in cui opera perché è un settore obsoleto e ha una domanda decrescente, oppure quando l'impresa possiede delle risorse in eccesso che non desidera reinvestire nelle proprie attività.
Il terzo punto potrebbe essere che l'impresa vuole accrescere la sua immagine e la sua reputazione.
I limiti della diversificazione invece sono che la realizzazione di questa strategia richiede dei tempi lunghi ed è più difficile valutare quali siano i rischi gestionali non avendo familiarità con le nuove attività.