Modelli della Rappresentazione Corporea
In questa videolezione parliamo dei modelli della rappresentazione corporea.
Uno dei primissimi modelli è quello di Head e Homes del 1911.
Questi due autori affermarono che la rappresentazione corporea sarebbe composta da due parti.
La prima è quella dello schema corporeo, la prima parte, e la seconda dell’immagine corporea.
Con schema corporeo si intende la rappresentazione posturale-propriocettiva.
Questa tipologia di rappresentazione non è consapevole e viene aggiornata a ogni movimento, ecco perché è quella che ci serve per il controllo della postura.
L'immagine corporea, invece, racchiude la rappresentazione della forma e della posizione delle parti del corpo, quindi è utile per la localizzazione del nostro corpo e delle varie parti nello spazio ed è consapevole.
Un modello oggi seguito, più recente, più aggiornato, è quello di Tsakiris del 2009.
In realtà, poi, questo modello è stato arricchito da altre conoscenze derivate da studi successivi.
Ad oggi, tuttavia, sappiamo che la rappresentazione corporea può essere scomposta in tre parti, è fatta, diciamo, da tre parti.
Una rappresentazione pre-esistente
del proprio corpo, una identità percettiva del proprio corpo e una integrazione multisensoriale.
Con rappresentazione pre-esistente del corpo si intende un tipo di rappresentazione che contiene informazioni su ciò che può essere incluso, potenzialmente, nel mio corpo, in base a dei vincoli specifici, a dei parametri, diciamo, a delle regole, tra virgolette, che abbiamo internamente.
Quindi, ecco, una persona che ha una rappresentazione di sè stesso, della forma del proprio corpo, quindi il mio corpo è composto da quattro arti e così via.
In seguito a vari studi, si è visto che la base neurale di questa tipologia di rappresentazione, che poi va a far parte della rappresentazione corporea in generale, è la giunzione temporo-parietale destra, che è quest’area in azzurro, proprio a metà tra il lobo temporale e parietale.
Passiamo all’identità percettiva.
Con identità percettiva intendiamo un magazzino dove sono conservati i dettagli percettivi, che sono per lo più visivi, quindi in modalità visiva, del proprio corpo.
Quindi ognuno di noi sa che il proprio corpo è composto da degli arti, da delle mani e così via.
E ognuno di noi sa come sono fatti questi arti, perché ne conosce le caratteristiche percettive, soprattutto dal punto di vista visivo.
È proprio una conoscenza che viene quindi immagazzinata.
Passiamo poi all'integrazione multisensoriale, l'ultimo ingrediente, per così dire, della rappresentazione corporea.
Si tratta di un processo attraverso il quale gli input sensoriali nelle varie modalità, quindi modalità visiva, somatosensoriale e così via, vengono riallineati e messi insieme soprattutto, per creare una forma finale di riferimento.
Quindi, attraverso le informazioni dal punto di vista sensoriale percettivo nelle varie modalità, ho la possibilità di metterli insieme e crearmi una forma finale, appunto, integrata, che va a far parte della mia rappresentazione corporea.
Un esempio può essere il fatto che io riconosco il mio braccio grazie all'integrazione di varie input sensoriali, quindi il mio braccio ha un certo colore, ha un certo spessore, una certa forma, ha una certa ruvidità e così via.
Ecco quindi che, secondo questo modello, per avere una rappresentazione del corpo, una rappresentazione corporea intatta, è necessario che questi tre ingredienti, queste tre sotto funzioni, siano funzionanti, appunto, integrate tra loro.
In questa videolezione abbiamo parlato dei modelli della rappresentazione corporea.
In particolare ne abbiamo visti due.
Uno è quello di Head e Holmes del 1911 e il secondo è quello di Tsakiris del 2009, quindi più recente.