Percezione e Cognizione in Antropologia
Benvenuti in questo video in cui trattiamo percezione e cognizione in antropologia.
Vediamo la lezione in breve.
Vedremo come argomenti la scienza del concreto; processi cognitivi elementari e sistemi cognitivi funzionali.
Stili cognitivi e etnoscienza con le sue classificazioni.
Partiamo proprio dalla scienza del concreto.
Vediamo cosa significa scienza del concreto.
Prendiamo come esempio il popolo degli Inuit, chiamati anche eschimesi.
È un'organizzazione sociale molto semplice, con una terminologia molto elementare, soprattutto quando è stata studiata all'inizio.
C'è una varietà esorbitante di modi in cui gli Inuit chiamano la neve che può cambiare in base all'intensità proprio della neve, la consistenza della neve il modo in cui cade veramente tantissimi termini, ma non hanno un termine che equivalga al nostro neve.
In generale quella che cos'è?
Neve.
Un po' come, per fare un esempio, tutti i nomi delle razze dei cani,ma poi non c'è un nome per dire cane, quindi magari c'è il carlino, il pastore tedesco e così via, e non esiste la parola cane che categorizza.
In questo caso con gli Inuit è con la neve.
Mancano di capacità di sintesi?
No, assolutamente no, è stato visto che in realtà hanno le capacità cognitive perfettamente nella norma e paragonabili a qualunque altro popolo.
Hanno delle classificazioni meno sistematiche, questo è vero.
Claude Lévi-strauss notò che il pensiero dei popoli che venivano chiamati primitivi all'epoca aveva delle valenze riflessive e teoretiche, così come i popoli considerati moderni, quindi l'europa occidentale ad esempio.
Però, i popoli chiamati primitivi si differenziavano dal pensiero moderno, perché queste valenze teoretiche e riflessive esistevano solo in relazione al concreto,
quindi a contesti di esperienza.
Quindi la filosofia, per dire, non aveva delle logiche formali o astratte, era tutto sul concreto.
Ed è proprio per questo motivo che parliamo di scienza del concreto, perché Claude Lévi-strauss chiamò proprio l'attività di questo pensiero in questo modo.
Vediamo i processi cognitivi elementari e i sistemi cognitivi funzionali.
Vygotskij distingue tra processi cognitivi elementari che chiama come capacità universalmente presenti e identiche in tutti gli esseri umani sani.
Degli esempi sono astrazione, quindi uscire dal concreto proprio andare sulla astratto; categorizzazione, quindi raggruppare il discorso che facevamo prima, si puo' categorizzare per caratteristiche simili.
Tutte tutte le razze di cane comunque, sono dei cani: questa è una categorizzazione.
Induzione e deduzione che sono dal generale al particolare e dal particolare al generale.
Questi processi cognitivi elementari vengono distinti dai sistemi cognitivi funzionali, che, secondo Vygotskij, sono capacità conseguenti al contesto culturale, quindi dipendono dalla cultura e in cui il soggetto attiva i processi cognitivi elementari.
Quindi i processi cognitivi elementari che sono universalmente presenti vengono attivati in un contesto culturale e le capacità conseguenti all'attivazione di questi processi cognitivi all'interno del contesto sono i sistemi cognitivi funzionali.
Quindi potremmo chiamarli strategie di organizzazione dei processi cognitivi elementari, quindi organizzazione è un livello successivo se ci pensate.
Organizzazione dei processi cognitivi in base alla risoluzione di problemi che sono dipendenti dalla cultura, perché appunto, vengono attivati in uno specifico contesto culturale.
Vediamo gli stili cognitivi.
Lo stile cognitivo è un modo in cui gli individui di una determinata cultura si rapportano al mondo esterno.
Uno stile cognitivo può oscillare tra due estremi ideali e sono: lo stile cognitivo globale e lo stile cognitivo articolato.
Quindi, alcune culture si possono rapportare, alcuni individui di una cultura si rapportano al mondo esterno in modo globale, altri in modo articolato ma tendenzialmente in una stessa cultura la maggior parte degli individui avrà più o meno lo stesso stile.
Questi sono due estremi, quindi in realtà gli individui stanno in mezzo, magari più da una parte, più dall'altra, oscillano da una parte, più dall'altra, però comunque questi sono è un continuum che va dal globale all’articolato.
Lo stile cognitivo globale, la disposizione cognitiva che parte dalla totalità, appunto globale per arrivare alla particolarità.
Immaginate un po', lo stile cognitivo articolato è esattamente il contrario.
Quindi si parte dai singoli elementi che vengono presi in considerazione per arrivare alla totalità del fenomeno.
Prendiamo l'esempio della categorizzazione di prima: se io parto da elementi singoli e poi li categorizzato allora è da elementi a categorizzazione, quindi a totale, e quindi è uno stile cognitivo articolato.
Se invece io parto dalla categorizzazione e poi pian piano vado a distinguerli, allora è globale.
Infine vediamo l'etnoscienza e le sue classificazioni.
L’etnoscienza è lo studio di come le diverse culture organizzano le loro conoscenze del mondo naturale.
Il mondo fisico, che appunto noi percepiamo a occhio nudo, ha un alto livello di regolarità però è anche fluido, ci sono delle variazioni.
Questo cosa significa?
Che siamo obbligati a fare delle categorizzazioni proprio perché la variabilità è così ampia che non riusciremmo a vivere nel mondo esterno senza categorizzazioni e senza semplificazioni.
Le classificazioni del mondo naturale non sono però il semplice riflesso della realtà esterna sulla nostra mente, proprio perché se fosse così sarebbe per tutti uguale, perché tutti abbiamo la stessa percezione fisica.
Però non è così.
Perché?
Perché dipendono dai nostri principi di organizzazione che dipendono dalla cultura, quindi da quelli che chiamavamo sistemi cognitivi, non i processi cognitivi elementari, ma i sistemi cognitivi complessi.