Riabilitazione del Neglect
L'argomento di questa videolezione è la riabilitazione del neglect.
Il neglect ha una grande influenza sulla qualità della vita delle persone che lo hanno.
Ecco da dove nasce la necessità di riabilitare, proprio per tentare di ristabilire un certo livello di qualità della vita.
Gli approcci possibili per la riabilitazione del neglect sono due.
Il primo si basa su un riorientamento volontario dell’attenzione ed è chiamato quindi di tipo top down, cioè dall'alto verso il basso.
La seconda tipologia è la stimolazione sensoriale del lato affetto ed è un tipo di riabilitazione chiamata bottom up, cioè dal basso verso l'alto.
Partiamo dal primo tipo di approccio, il riorientamento volontario dell’attenzione.
Questo tipo di approccio è chiamato top down proprio perché avviene dall’alto verso il basso, dal momento che, appunto, l'orientamento dell'attenzione è volontario, quindi guidato dal soggetto.
Infatti i pazienti vengono allenati a dirigere, appunto, dirigere, guidare l'attenzione verso il lato che ignorano, quindi il lato controlesionale, attraverso dei suggerimenti che vengono forniti, come ad esempio delle righe rosse alla sinistra dei fogli di stimoli.
Queste procedure di tipo top down, quindi di un orientamento volontario dell’attenzione, richiedono sicuramente la consapevolezza del proprio deficit.
Immaginiamo, infatti, un paziente che non ha consapevolezza del proprio disturbo, si chiederebbe il motivo di tanto interesse verso il riorientamento dell'attenzione.
Questa procedura richiede anche una
certa capacità di mantenere l’attenzione orientata verso il lato affetto e questo, con alcune tipologie di pazienti, può essere molto difficile, il neglect può essere abbastanza grave, tanto da impedire, appunto, questo mantenimento dell’attenzione, per cui questo approccio non è sempre indicato.
Vediamo la seconda tipologia di approccio, che è quella della stimolazione sensoriale del lato affetto.
Questo approccio è di tipo bottom up, quindi dal basso verso l'alto, poiché, appunto, non viene chiesto un orientamento volontario dell’attenzione, è più che altro un processo passivo perché, infatti, vengono condotte delle stimolazioni sensoriali di vario tipo, quindi ad esempio visive, optocinetiche, vestibolari, elettriche e così via che danno maggior salienza allo spazio controlesionale.
Per questa tipologia di approccio alla riabilitazione si provoca proprio un cambiamento automatico, quindi il contrario di quello volontario, di cui abbiamo parlato poco fa.
Non è infatti richiesta la consapevolezza del disturbo, quindi va bene anche per quei pazienti che, appunto, non hanno consapevolezza dei propri deficit e non è richiesta neanche la capacità di mantenere l’attenzione verso il lato controlesionale.
Questo approccio si rivela adeguato quindi anche per quei pazienti un pochino più gravi che,appunto, non hanno consapevolezza e non hanno magari la capacità di mantenere l’attenzione verso il lato controlesionale.
Vediamo degli esempi di questa tipologia di approccio.
Il primo esempio è la stimolazione vestibolare, viene cioè applicata dell'acqua fredda nel canale uditivo dell'orecchio controlaterale alla lesione, quindi controcontrolesionale oppure acqua calda nell’orecchio ipsilesionale.
Questo ha un effetto positivo sui sintomi del neglect, ma purtroppo di breve durata.
Un altro esempio è la stimolazione optocinetica, che è più che altro visiva.
Infatti, nel momento in cui il paziente è impegnato in un compito, magari carta e matita, c’è una matrice di punti sullo sfondo che si muove verso sinistra, questo andrebbe ad attenuare i sintomi del neglect.
Un altro esempio è l'adattamento prismatico, che approfondiamo.
L'adattamento prismatico si compone di lenti prismatiche, che deviano il campo visivo di dieci gradi verso destra, quindi verso il lato ipsilesionale, il lato che non viene ignorato dai pazienti con neglect.
Quindi il paziente indossa questi occhiali cosiddetti prismatici e segue un periodo di adattamento visuomotorio quindi, in cui,appunto, si dà la possibilità al cervello di adattarsi alla nuova situazione percettiva.
Dopo un breve periodo di adattamento visuomotorio, i sintomi migliorano.
Il meccanismo alla base di questo processo, quindi dell'adattamento prismatico, sarebbe che dà maggior salienza al lato verso cui viene deviato il campo visivo, fungerebbe proprio da segnale di allerta per il cervello, che quindi tenterebbe di riequilibrare la situazione.
I vantaggi dell'adattamento prismatico sono il miglioramento a lungo termine, proporzionale al tempo in cui si indossano gli occhiali prismatici; si tratta poi di un trattamento non invasivo, basta appunto indossare questi occhiali; è un trattamento che può essere anche svolto a casa del paziente.
Ci sono però dei limiti, infatti questo tipo di trattamento non funziona su tutti i pazienti.
In questa videolezione abbiamo parlato della riabilitazione del neglect.
Abbiamo visto che gli approcci sono due.
Il primo è il riorientamento volontario dellìattenzione e il secondo è quello della stimolazione sensoriale del lato affetto.