Riabilitazione della Memoria
In questa videolezione parliamo di riabilitazione della memoria.
La riabilitazione della memoria ha passato una cosiddetta fase di pessimismo a priori, perché le amnesie non tendono al recupero spontaneo e quindi si tendeva a pensare che non si potesse fare niente, che nulla potesse essere fatto per migliorare la condizione dei pazienti con amnesia.
Una successiva fase fu quella della possibilità di una rieducazione della memoria.
Se si propende, appunto, per una possibilità di rieducazione della memoria, è necessario tenere conto della gravità del disturbo.
Ci sono, infatti, livelli diversi di gravità, che quindi consentono più o meno di trattare un disturbo di questo tipo e di rieducare una funzione cognitiva tanto complessa, come quella della memoria.
Nel caso in cui ci siano disturbi parziali della memoria, quindi non una compromissione totale globale ma parziale, nel caso in cui ci sia una buona consapevolezza dei deficit da parte del paziente e anche una capacità decente di apprendere strategie di compenso, quindi una buona capacità di compensare e nel caso in cui non ci sia un processo di deterioramento cognitivo, allora va bene rieducare la memoria, procedere quindi con una rieducazione.
Nel caso in cui, invece, siano presenti dei disturbi globali della memoria, quindi più generalizzati, nel caso in cui non ci sia consapevolezza del disturbo da parte del paziente e siano assenti le capacità di apprendere strategie di compenso e vi sia magari anche un deterioramento cognitivo in atto, allora in questo caso sarebbe meglio propendere per un apprendimento implicito e un addestramento dei familiari.
Vediamo subito
i metodi per riabilitare la memoria.
Tendenzialmente si propende per metodi individualizzati, quindi basati, costruiti sulle capacità e sulle difficoltà del paziente e non si opta per metodiche generali, che vadano bene per un gruppo abbastanza ampio di pazienti e tendenzialmente più difficili.
Tuttavia, per fare un po’ di ordine possiamo distinguere metodi cosiddetti esterni.
Si tratta cioè di ausili appunto esterni che fanno un po’ da guida al paziente, quindi ad esempio come i calendari per un orientamento spazio-temporale, oppure le agende.
Ecco degli ausili proprio esterni.
Oppure un'altra tipologia di metodi sono quelli interni, cioè delle vere e proprie strategie mentali che favoriscano la memorizzazione.
Interni perché, appunto, vengono gestiti dal paziente.
Si può anche fare una suddivisione sulla base del fine.
Un fine può essere quello di alleviare le difficoltà e, tendenzialmente, questi metodi coincidono con quelli esterni e un altro fine può essere proprio rieducare la memoria e, tendenzialmente, coincidono con i metodi interni.
Sulla base di quanto appena detto, è possibile individuare quattro macrocategorie di metodi.
Abbiamo i metodi cosiddetti aspecifici, le tecniche di ricostruzione, le tecniche di riorganizzazione e le tecniche di compenso comportamentale.
Le vediamo adesso una per una.
Partiamo dai metodi aspecifici.
Vengono chiamati così, aspecifici, perché si concentrano su altre disfunzioni, quindi non direttamente sulla disfunzione mnemonica, ma su altre e sono molto indicati nelle fasi precoci della lesione, quando magari è bene riorientare il paziente nello spazio e nel tempo, oppure recuperare un buon livello di attenzione.
Ecco, appunto, i metodi aspecifici consistono nel riorientamento spazio-tempo del paziente, nel stimolare i ricordi della vita trascorsa, nel recupero, magari, di procedure di vita quotidiana e nel recupero di nozioni semantiche.
Passiamo ora alle tecniche di ricostruzione.
Le tecniche di ricostruzione mirano, appunto, a ricostruire le abilità perdute e si basano su un allenamento continuo, abbastanza intensivo.
Fanno parte di questa tipologia di tecniche le cosiddette mnemotecniche, che sono strategie, appunto, di memorizzazione che il paziente deve imparare, oppure anche esercizi computerizzati oppure l'utilizzo della realtà virtuale.
Comunque il metodo è sempre lo stesso: un allenamento continuo e intensivo.
La terza tipologia di tecniche sono le tecniche di riorganizzazione che, appunto, mirano a riorganizzare le capacità strategiche di memoria.
Vanno tra l'altro a sostituire le abilità perse con le abilità preservate, quindi vanno a puntare sulle risorse residue del paziente, su quelle risorse che, se non sono state intaccate dalla lesione.
Fanno parte di questa tipologia di tecniche i metodi cognitivi.
Un esempio di metodo cognitivo è quello della meta memoria: si istruisce il paziente riguardo il funzionamento della sua memoria, in modo che, comprendendo come funziona la sua memoria, come si memorizza, possa anche gestire meglio il processo di memorizzazione, apprendimento.
Una quarta tipologia di tecniche sono quelle di compenso comportamentale.
Queste mirano a favorire la programmazione e lo svolgimento delle attività.
Lo fanno utilizzando l'apprendimento implicito, quindi quella componente implicita della memoria, e vengono utilizzate spesso nel caso di amnesie globali, di situazioni gravi, di compromissione più grave.
Questo apprendimento implicito viene favorito utilizzando perlopiù il condizionamento operante.
In questa videolezione abbiamo parlato di riabilitazione della memoria.
Abbiamo visto che non c' è un unico metodo, ma che i metodi sono vari e possono essere scelti e pensati sulla base delle esigenze del singolo.
Per categorizzarli, li abbiamo comunque divisi in metodi esterni e metodi interni.