Riabilitazione Neuropsicologica
L'argomento di questa video lezione è la riabilitazione neuropsicologica.
Una definizione di riabilitazione neuropsicologia può essere questa: è un processo terapeutico per persone che hanno dei disturbi cognitivi e/o Comportamentali, in seguito a una cerebrolesione oppure a una malattia neurodegenerativa.
Ma qual è l'obiettivo di questo processo terapeutico?
Non è solo uno.
Sicuramente è quello di cercare di ottenere il massimo grado di autonomia della persona.
Un altro obiettivo è quello di migliorare il suo livello di funzionamento.
E un altro obiettivo ancora è quello di migliorare la qualità della vita.
Diciamo che questi obiettivi sono uno legato all'altro.
In che senso?
Se io ottengo un buon grado di autonomia, migliorerà anche il mio livello di funzionamento e di conseguenza migliorerà anche la qualità della mia vita.
Ma in che modo è possibile ottenere questi miglioramenti?
In che modo è possibile migliorare la qualità della vita?
Tutto ciò è possibile grazie alla plasticità cerebrale.
Questo concetto sta proprio alla base della riabilitazione neuropsicologica, la rende possibile.
Vediamo una definizione.
Allora, la plasticità cerebrale è definita come la capacità del nostro cervello di modificarsi sia dal punto di vista strutturale che funzionale, a seconda dell'attività dei propri neuroni.
In seguito a cosa?
In seguito a stimoli ambientali, quindi per effetto dell'apprendimento, ad esempio, oppure in seguito a delle lesioni traumatiche o a delle modifiche patologiche.
È così importante questo concetto perché senza la possibilità del cervello di modificarsi non sarebbe possibile andare a recuperare determinate capacità,
abilità in seguito alle lesioni traumatiche o, appunto a dei processi patologici, anche neurodegenerativi.
Ma nel pratico in cosa consiste la riabilitazione neuropsicologica?
Vediamolo: consiste in attività o esercizi che sono progettati o per allenare le capacità danneggiate, oppure per potenziare le abilità residue, che sono state quindi risparmiate dalla lesione.
Consiste anche nell’individuare delle attività di compensazione adeguate ai bisogni dell'individuo, come per esempio l'addestramento all'uso di strategie oppure ausili.
In questo caso un ausilio può essere quello dell'agenda.
Immaginiamo una persona, un paziente che ha un disturbo di memoria, l'utilizzo di un'agenda o comunque di un diario è un ottimo ausilio che, appunto, compensa il suo il suo disturbo, il suo deficit.
Oltre agli esercizi, alle attività di compensazione, la riabilitazione neuropsicologica consiste anche nella gestione dei sintomi emotivi e comportamentali che possono sopraggiungere in seguito a una lesione a livello cerebrale e consiste anche nella presa in carico della famiglia.
La presa in carico della famiglia è un punto tanto importante quanto spesso sottovalutato.
La famiglia andrebbe intesa come un alleato nel processo di riabilitazione, poiché ha a che fare quasi 24 ore su 24 col paziente e, se condivide obiettivi e strategie, non fa altro che rendere ancora più efficace il trattamento riabilitativo.
All'interno della riabilitazione neuropsicologica è bene distinguere due principali aree, o meglio macro aree, che sono Queste: una è quella delle cerebrolesioni acquisite, una è quella delle patologie neurodegenerative.
Con cerebrolesioni acquisite intendiamo quelle lesioni Improvvise, causate per esempio da ictus, da traumi cranici e così via, mentre con patologie neurodegenerative, intendiamo quelle malattie ad andamento ingravescente, progressivo che intaccano appunto progressivamente il sistema nervoso centrale.
Nella macro area delle cerebrolesioni acquisite, vediamo un po’ quali sono gli obiettivi un pochino più nello specifico: sono quelli di rinforzare o ripristinare le abilità perse.
Questo tipo di approccio viene detto restitutivo perché, appunto, tenta di restituire le abilità che sono andate perdute in seguito alla lesione.
Altro obiettivo è quello di stabilire dei nuovi meccanismi di compensazione.
Questo tipo di approccio viene detto sostitutivo perché, appunto, va a sostituire con nuovi meccanismi quelli che sono stati perduti o quelli che sono ormai deficitari.
Passiamo alla macro area delle patologie neurodegenerative.
Con patologie Neurodegenerative intendiamo quei processi ad andamento ingravescente, quindi progressivo, lento.
In questo caso, quindi, nel caso di processi ad andamento ingravescente, l'obiettivo sarà quello di rallentare questo processo e poi di creare un certo adattamento dell'ambiente.
Facciamo un esempio: per esempio, immaginiamo una persona, un paziente che abbia difficoltà ad orientarsi nel tempo, che quindi non ricordi mai in che giorno siamo, quindi la data.
Ecco un adattamento dell'ambiente potrebbe essere quello di lasciare sempre appeso in ogni stanza un calendario.
Un esempio di processo ad andamento ingravescente sono le demenze.
Nel caso delle demenze viene addirittura utilizzato un termine diverso, che è quello di stimolazione cognitiva.
Si tratta proprio di un allenamento generico su abilità di tipo quotidiano, la differenza, in questo caso con la riabilitazione, e il fatto che è meno intensiva, meno mirata e meno strutturata.
In questa video lezione abbiamo parlato di riabilitazione neuropsicologica.
In particolare, abbiamo visto che cos'è in che cosa consiste in modo un po’ più pratico e abbiamo visto le due principali macro aree della riabilitazione nero psicologica: una che riguarda le cerebrolesioni acquisite e l’altra che riguarda le patologie neurodegenerative.