Società Semplici e Società Complesse secondo Durkheim
In questa videolezione parleremo di società semplici e società complesse.
In particolare vedremo il passaggio dalle società semplici alle società complesse, le diverse forme di solidarietà secondo Durkheim, il concetto di anomia e alcune possibili cure dell'anomia.
Secondo Durkheim esistono diversi tipi di società, non una società in generale.
Durkheim sviluppa un discorso nell'evoluzione delle società umane come un movimento da un tipo di società a un altro.
Il primo tipo di società è la società semplice e il secondo tipo è la società complessa, che quindi viaggiano appunto in un continuum di evoluzione.
Il primo tipo di società corrisponde storicamente alla forma delle tribù primitive ed è basata su una bassa divisione del lavoro e gli individui svolgono attività poco differenziate tra loro.
Nel secondo tipo di società la forma corrisponde alle nazioni moderne e qui la società è fondata su un'ampia e articolata divisione del lavoro.
Le attività dei suoi membri sono fortemente differenziate tra di loro ed esistono numerose istituzioni intermedie come la famiglia, i regolamenti professionali, le comunità di vicinato, eccetera che mediano l'appartenenza del singolo all'insieme delle società.
L'evoluzione storica delle società umane è data proprio dalla crescita della divisione del lavoro, ma questa a sua volta dipende sia dall’ampliarsi delle società nello spazio, sia e soprattutto dall'aumento del numero e della densità relativa dei loro membri.
Durkheim parla di solidarietà: il diverso modo in cui si stabilisce la solidarietà fa capo a il concetto di morale, quindi nella società semplice e nelle società complesse la morale, quindi la forza che consente la coesione della società stessa, si presenta in forme diverse.
Nella società semplici sono caratterizzate dalla solidarietà meccanica.
Quindi è quella solidarietà
che si presenta fra individui strettamente uniti tra di loro da vincoli quotidiani e le cui attività si diversificano poco.
Nelle società complesse, invece, la solidarietà è detta organica e questa forma di solidarietà stabilisce i legami fra individui o fra gruppi di individui che hanno fra loro grandi differenze e che per questo devono imparare a cooperare fra loro per la vita nell'insieme sociale da cui tutti dipendono.
Nelle società semplici, quindi, quelle dotate di solidarietà di tipo meccanico, le coscienze degli individui tendono a differenziarsi scarsamente le une delle altre.
Quindi ogni singolo individuo ha la percezione di essere un'entità fisica distinta, ma i contenuti del suo pensiero, proprio per la scarsità delle diversità delle sue mansioni e per la forza dei vincoli materiali che lo uniscono a tutti gli altri, sono scarsamente individualizzati.
Come dice Durkheim, la coscienza collettiva tende a ricoprire quella individuale.
Vi è anche una scarsa tolleranza della società nel suo insieme, per comportamenti o per punti di vista diversi da quelli incorporati nelle norme della vita comune.
Il diritto, inoltre, si presenta nella forma di leggi punitive e le norme quindi tendono a vincolare ogni aspetto del comportamento e ogni infrazione è considerata un attentato alla coesione del gruppo.
Passiamo ora alla società complessa, quindi al tipo di solidarietà definita organica.
Nella società complessa le mansioni dei singoli si differenziano e con ciò si danno le basi per una diversificazione dei contenuti delle coscienze.
Quindi possiamo dire che è diventata possibile una individualizzazione delle coscienze.
Il diritto qui si presenta nella forma di leggi restitutive più che leggi punitive.
Infatti, l'inflazione del singolo è considerata nei termini di un danno arrecato ad altri in un ambito specifico della vita e non un attentato alla società nel suo insieme.
Le norme morali, in questo caso abbiamo una situazione più problematica, ma anche più necessaria, perché gli individui possono comportarsi e pensare in modi differenti, e questo rende meno forte la tenuta delle norme che valgono per tutti indistintamente e quindi per questo è più problematica.
Ma è più necessaria proprio perché non essendo un'adesione di ciascuno a uno stesso modo di pensare, la coesione dev'essere mantenuta attraverso dei meccanismi che vincolano ciascuno alla cooperazione nonostante le proprie differenze.
Passiamo dal concetto di anomia: nelle società complesse c’è il rischio di anomia.
L’anomia è l'assenza di norme morali condivise.
Quindi, in altri termini, una deficienza nella capacità della società di vincolare a sé i suoi membri, di garantire la loro adesione a un medesimo e condiviso ordine di valori, di credenze e di aspettative.
L’anomia compare come il rischio specifico proprio delle società moderne, quindi quelle complesse, caratterizzate da uno sviluppo eccezionale della divisione del lavoro, a cui però non ha ancora fatto seguito uno sviluppo adeguato delle norme morali.
Questo crea quindi i conflitti tra la classe operaia e la classe borghese, che quindi sono proprio la manifestazione di questa anomia.
Essi corrispondono al mancato sviluppo di una capacità dei singoli di cooperare nelle nuove condizioni create dal modo di produzione industriale.
Durkheim propone alcune cure per l'anomia.
Innanzitutto intravede per il futuro delle società complesse una cura detta corporativismo, ovvero lo sviluppo di associazioni intermedie tra i singoli e le società basate sulle associazioni professionali.
Più in generale, la vera risposta ai problemi posti dal rischio dell'anomia consiste in un potenziamento dei processi educativi.
La risposta all’anomia, infatti, è uno sviluppo coerente e diffuso di un sistema morale che si imponga a tutti i membri della società e tale sistema può instillare nelle coscienze dei singoli solo attraverso i processi educativi.
Da queste riflessioni ha origine anche l'interesse di Durkheim per la pedagogia in generale, per i processi di socializzazione, intesi come l'insieme dei processi che rendono il singolo capace di essere un membro di una società.
E quindi, secondo Durkheim, la funzione dei processi di socializzazione è proprio quella di garantire l'integrazione coerente del singolo all'interno dell'insieme di norme che regolano la vita sociale.