Teorie del Neglect: Kinsbourne, Selezione Tardiva e Ipotesi Modulare
In questa videolezione vediamo le teorie e i modelli che tentano di spiegare il neglect.
Partiremo parlando del modello di Kinsbourne.
Proseguiremo poi con l'ipotesi della selezione precoce verso l'ipotesi della selezione tardiva e poi concluderemo con l'interpretazione modulare.
Partiamo subito con il modello di Kinsbourne.
Secondo questo modello, il neglect è un disturbo di attenzione e nell’attenzione avrebbe un ruolo predominante l'emisfero destro.
Sarebbe infatti l'emisfero destro a orientare con più equilibrio l’attenzione; sicuramente a sinistra, ma riesce comunque a equilibrarla in modo superiore rispetto all'emisfero sinistro.
Il modello di Kinsbourne si basa su due assunzioni.
Vediamole.
La prima è questa: ogni emisfero è predisposto per orientare l’attenzione in direzione controlaterale, quindi l'emisfero destro è predisposto per orientarla più verso sinistra e viceversa l'emisfero sinistro.
La seconda assunzione, invece, è questa: la tendenza a dirigere l’attenzione a sinistra, da parte dell'emisfero destro, è minore rispetto a quella che ha l'emisfero sinistro di rivolgerla a destra.
Possiamo rappresentare queste due assunzioni visivamente in questo modo: vediamo che l'emisfero destro, quello in azzurro, rivolge l’attenzione a sinistra, ma l'emisfero sinistro, che la rivolge a destra, lo fa in modo preponderante e quindi l’attenzione che poniamo a sinistra è minore rispetto a quella che poniamo a destra, questo già in condizioni normali.
Immaginiamo, come nel caso del neglect, che ci sia una lesione nell'emisfero destro, ecco che l’attenzione verso sinistra si indebolirà ulteriormente, a favore di un’iperattenzione verso destra, mediata dall'emisfero sinistro che è ancora funzionante.
Passiamo ora all'ipotesi della selezione precoce contro quella della selezione tardiva.
Queste ipotesi danno una risposta diversa alla stessa domanda, che è questa: che fine fanno gli stimoli ignorati dalle persone che hanno il neglect?
Entrambe le ipotesi intendono l’attenzione come un filtro, immaginiamolo proprio visivamente
come un imbuto.
Nella parte superiore arrivano gli stimoli e c’è una prima analisi delle caratteristiche fisiche di questi stimoli, mentre nella seconda parte dell’imbuto avviene addirittura un'analisi semantica, quindi di più alto livello.
Ecco, secondo l'ipotesi della selezione precoce, il filtro dell’attenzione si collocherebbe subito dopo l'analisi delle caratteristiche fisiche.
Quindi gli stimoli verrebbero analizzati dalle persone con neglect solo a questo livello.
Mentre l'ipotesi della selezione tardiva colloca il filtro un po’ più in basso in questo imbuto immaginario e quindi sembrerebbe che gli stimoli, dopo essere stati analizzati dal punto di vista fisico, sarebbero analizzati dal punto di vista semantico, fino quindi alla loro categoria di appartenenza.
Immaginiamo che lo stimolo presentato al paziente a sinistra, nel campo visivo sinistro, sia un biscotto.
Secondo la selezione precoce avverrebbe un'analisi delle caratteristiche fisiche, quindi magari che è rotondo.
Secondo, invece, l'ipotesi della selezione tardiva avverrebbe anche un'analisi semantica, quindi sarebbero in grado questi pazienti di collocare quello stimolo, cioè il biscotto, all'interno della categoria dei cibi.
L'ipotesi della selezione tardiva sembra essere quella più accreditata e un esperimento in particolare è quello di Berti e Rizzolatti.
Va proprio a provare questa ipotesi.
Vediamo di che cosa si tratta.
A un paziente venivano presentati nella condizione 1 degli stimoli semanticamente correlati, uno nel campo visivo destro e uno nel campo visivo sinistro.
Vediamo infatti che il tavolo e la sedia fanno entrambi parte della stessa categoria, quindi sono semanticamente correlati.
Questo tipo di condizione è chiamata congruente.
Venivano misurati i tempi di reazione in un compito di riconoscimento e la condizione congruente, quindi gli stimoli semanticamente correlati avevano un effetto facilitatore proprio sul compito di riconoscimento.
Quindi i soggetti riportavano degli inferiori tempi di reazione.
Questo effetto facilitatore era già ben noto nei soggetti sani e in questo esperimento si è riscontrato anche nei pazienti con neglect, quindi ci fa pensare che anche lo stimolo proveniente da sinistra, che il paziente solitamente non riporta, di cui non è consapevole, ha avuto una sua influenza fino al livello semantico, proprio come afferma l'ipotesi della selezione tardiva.
Questo non accade nella condizione 2, dove vengono presentati degli stimoli semanticamente non correlati.
Viene infatti chiamata condizione incongruente, quando cioè vengono presentati due oggetti, come in questo caso, che appartengono a due categorie completamente diverse: un tavolo e un fiore.
In questo caso la condizione incongruente nei soggetti sani ha un effetto non facilitatore, quindi i tempi di reazione aumentano.
Lo stesso effetto si è riscontrato nei pazienti con neglect.
Passiamo ora alla cosiddetta interpretazione modulare.
L'obiettivo era verificare se esistesse una rappresentazione unica dello spazio oppure modulare: cioè i pazienti con neglect hanno difficoltà in ogni aspetto dello spazio, oppure per alcune categorie sì e per altre no?
Un'interpretazione modulare prevederebbe dei moduli diversi dello spazio, quindi uno spazio visivo, uno spazio tattile, uno spazio uditivo, uno spazio personale oppure extra personale.
Ma come si può verificare se esista, appunto, questa rappresentazione modulare oppure no?
Attraverso il metodo delle dissociazioni, cioè andando a vedere se ci sono dei pazienti che hanno un disturbo, e non ne presentano altri, e viceversa.
Quindi, magari pazienti che hanno un disturbo dello spazio visivo, ma non di quello tattile e viceversa.
Quindi, pazienti che hanno un disturbo dello spazio tattile, ma non di quello visivo.
Vari studi hanno proprio verificato che esistono delle dissociazioni all'interno della popolazione di pazienti.
Quindi esistono casi di neglect per coordinate egocentriche, quindi in cui la sinistra e la destra sono definite in base all'asse corporeo della persona, oppure allocentriche, cioè le coordinate sono definite in base all’asse degli oggetti del mondo.
Un'altra dissociazione che si è osservata è quella del neglect per lo spazio vicino e quella per lo spazio lontano.
Quindi ci sono dei pazienti che hanno un neglect solo per lo spazio vicino al loro corpo e altri che ce l'hanno solo per lo spazio lontano.
Stessa cosa è stata osservata per lo spazio in basso e per lo spazio in alto, cioè pazienti hanno neglect per lo spazio in basso e non per quello in alto e viceversa con altri pazienti.
In questa videolezione abbiamo parlato delle teorie e dei modelli che tentano di spiegare il neglect.
In particolare, abbiamo visto il modello di Kinsbourne, l'ipotesi della selezione precoce contro quella della selezione tardiva e l'ipotesi modulare.