Teorie del Neglect: Percettiva, Rappresentazionale e Attentiva
In questa videolezione parliamo delle teorie e dei modelli che tentano di spiegare il Neglect.
In particolare, parleremo di tre ipotesi che hanno tentato di spiegarlo.
La prima è l'ipotesi sensoriale-percettiva; la seconda è chiamata ipotesi rappresentazionale e la terza ipotesi attenzionale.
I nomi di queste ipotesi si riferiscono al processo, alla funzione che sarebbe ipoteticamente intaccata nel neglect.
Vediamo subito la prima ipotesi che è chiamata sensoriale percettiva.
Secondo questa ipotesi il lobo parietale destro avrebbe un ruolo, sarebbe infatti implicato nell'integrazione delle informazioni sensoriali provenienti sia dallo spazio corporeo che da quello extracorporeo, quindi dall’ambiente.
Una lesione del lobo parietale destro provocherebbe quindi proprio una mancata sintesi dei dati percettivi, e cioè un neglect.
Tuttavia, questa ipotesi presenta dei problemi, vediamoli.
Si è visto che invitando il paziente a prestare attenzione allo spazio, agli stimoli che non aveva considerato, riporta lo stimolo.
Se fosse stato, invece, un problema sensoriale percettivo, anche invitando la persona a prestare attenzione allo spazio sinistro, non avrebbe riportato nessuno stimolo.
La seconda ipotesi, che storicamente ha tentato di spiegare il neglect, è quella chiamata rappresentazionale.
Già dal nome si può comprendere come secondo questa ipotesi, alla base del neglect ci sarebbe un disturbo di rappresentazione spaziale, quindi di quella facoltà che ci permette di immaginare
le cose mentalmente, di rappresentarcele.
Questa ipotesi è fortemente legata allo studio di Bisiach, che è chiamato esperimento del Duomo di Milano, vediamolo.
Bisiach chiese a un suo paziente di rappresentarsi mentalmente il Duomo di Milano, visto da davanti e gli chiese di descrivere gli edifici che stavano sia alla destra del Duomo, sia alla sinistra.
Il paziente che aveva il neglect riportò gli edifici solo della destra, ignorando completamente quelli a sinistra.
In una seconda parte Bisiach chiese al paziente di rappresentarsi il retro del duomo, quindi posizionandosi dietro il Duomo di Milano, e gli chiese di fare la stessa cosa, cioè descrivere gli edifici sia alla destra, che quindi diventerebbero quelli che prima erano alla sinistra, sia quelli a sinistra, che quindi diventerebbero quelli che erano alla destra, si invertirebbero le due parti.
Pure qui il paziente non ebbe difficoltà a descrivere quelli della destra, che prima, invece, aveva ignorato in quanto posizionati a sinistra nella sua rappresentazione mentale e ignorò completamente quelli che si trovavano a sinistra, che, invece, prima aveva riportato in quanto si trovavano a destra.
Questo esperimento rese noto che non viene intaccata solo la realtà, ma anche la sua rappresentazione, quindi la realtà a livello immaginativo.
Tuttavia, più che un disturbo di rappresentazione, potrebbe comunque essere un disturbo di attenzione.
In che senso?
Ci sarebbe una difficoltà a prestare attenzione anche a livello immaginativo, rappresentazionale, oltre che a livello propriamente percettivo.
Passiamo dunque alla terza ipotesi che è chiamata attenzionale.
L'ipotesi attenzionale è ad oggi la più accreditata, spiegherebbe il neglect come difficoltà a orientare l’attenzione verso il lato controlesionale, quindi tipicamente verso il lato sinistro, dal momento che la lesione è solitamente a destra e quindi ci sarebbe anche una tendenza a orientare l’attenzione verso il lato ipsilesionale, quindi quello destro.
Sappiamo che l'orientamento dell’attenzione può essere di tipo esplicito, cioè quando spostiamo gli occhi, spostiamo il capo e ci rivolgiamo verso la parte a cui vogliamo prestare attenzione, sia implicito, cioè quando prestiamo attenzione a qualcosa, senza però dirigervi lo sguardo oppure il capo.
Immaginiamo per esempio, quando vogliamo ascoltare una conversazione, ma non vogliamo far vedere che siamo interessati.
Ecco, sembrerebbe che i pazienti con neglect sarebbero agevolati dall'orientamento dell’attenzione implicita, quindi quando gli si chiede di prestare attenzione senza rivolgere lo sguardo verso la fonte degli stimoli.
Nei pazienti con neglect ci sarebbe anche una dissociazione tra i compiti di attenzione automatica e compiti di attenzione volontaria.
Intendiamo con attenzione automatica, quella che automaticamente si rivolge verso uno stimolo senza bisogno di essere chiamati a farlo, mentre intendiamo con attenzione volontaria, quella in cui, invece, si è chiamati a rivolgere l’attenzione.
Ecco, i pazienti con neglect avrebbero una maggiore difficoltà a orientare l’attenzione automatica, perché invece nei compiti di attenzione volontaria riportano più stimoli.
In questa videolezione abbiamo parlato delle teorie e dei modelli che tentano di spiegare il neglect.
In particolare abbiamo visto tre ipotesi: l'ipotesi sensoriale percettiva, l'ipotesi rappresentazionale e l'ipotesi attenzionale, che risulta essere la più accreditata tuttora.