Valutazione del Significato Emotivo
In questa videolezione parliamo della valutazione del significato emotivo.
La valutazione del significato delle emozioni è una componente importante delle emozioni stesse.
Per comprendere, infatti, che tipo di emozione stiamo provando, se lo stimolo che stiamo vedendo è associato a paura, a gioia e così via, è necessario valutarlo.
È dall'inizio del 1900 che questo ruolo viene attribuito alle strutture sottocorticali, quindi appunto che si occupano della valutazione dell'evento emotigeno, quindi di decidere se si tratta di qualcosa di positivo o di negativo, mentre invece alle strutture corticali viene adibito il ruolo di controllo e di elaborazione delle risposte emotive.
Quindi, controllo in che senso?
Valutiamo un evento come negativo magari, cerchiamo di controllare la nostra risposta, di fare in modo che sia il più adeguata possibile alla situazione.
In particolare, Papez riteneva che il ruolo di valutazione dello stimolo emotigeno ce lo avesse l'ipotalamo come struttura sotto corticale, mentre invece il controllo e la regolazione, appunto, era gestita dalla corteccia.
Nel 1937 poi, Kluver e Bucy sottoposero una scimmia a una lobectomia temporale, venne cioè asportato il lobo temporale, e quindi la corteccia temporale, e l'ippocampo e l'amigdala.
Dopo l’operazione la scimmia aveva un comportamento emotivo altamente inappropriato, cioè nel momento in cui aveva la vista di determinati stimoli non rispondeva nel modo che ci si aspetterebbe, dimostrando che probabilmente non stava valutando lo stimolo adeguatamente.
Ad esempio, in presenza di stimoli pericolosi come la vista di un serpente, la scimmia non dava alcun cenno di aver paura.
Da quel momento si fece strada l'idea che alla base della valutazione emotigena, quindi della valutazione del significato emotivo degli stimoli, non ci fosse l'ipotalamo ma l’amigdala.
L'amigdala è una struttura che si trova nella profondità del lobo temporale, come si può vedere dall’immagine, questa struttura evidenziata in azzurro, che significa mandorla, perché ha la forma di una mandorla, ed è una struttura composta da più nuclei.
Le informazioni all'amigdala sembrano arrivare attraverso due vie diverse.
Una via più rapida, più veloce, che è quella che dal talamo passa direttamente le informazioni all’amigdala e viene chiamata via talamica, e poi una via più lenta che dal talamo passa le informazioni prima la corteccia per essere elaborate e poi all’amigdala, in modo da produrre una risposta emotiva in entrambi i casi.
Questa seconda via più lunga viene chiamata via corticale.
Abbiamo
detto che l'amigdala è composta da più nuclei, in particolare tre sono importanti, perché il nucleo laterale si occupa di ricevere gli input, quindi l'input sensoriale accede all'amigdala attraverso il nucleo laterale.
Poi, grazie al nucleo basale, avviene l'elaborazione di quest’input, quindi ha proprio l’attribuzione della valenza emotiva, e nel nucleo centrale, invece, viene predisposto l'output, cioè l'amigdala manda la sua elaborazione alle altre strutture, in modo da produrre poi la risposta emotiva, quindi una reazione fisiologica e comportamentale.
Si tratta del cosiddetto modello a doppia via, perché infatti emozioni verrebbero scatenate in seguito a una duplice elaborazione.
Nella via corticale, grazie alla via corticale, l'amigdala riceve informazioni dettagliate, perché effettivamente la corteccia prima di mandarle le elabora.
Ed è questo il motivo per cui la risposta che seguirà alla elaborazione dell'amigdala sarà adeguata alla situazione.
Facciamo un esempio.
Se ho paura di qualcosa, di un animale, di una situazione, e vedo una determinata ombra che mi ricorda quell’animale o quella situazione, grazie alla via corticale, non metterò in atto subito un comportamento di fuga, di attacco e così via, ma cercherò magari di capire di cosa si tratta prima di mettere in atto, appunto, una reazione emotiva che in alcune situazioni potrebbe risultare esagerata.
Passiamo poi alla via talamica, che la via più rapida ed è grazie a questa via che l'amigdala riceve informazioni poco dettagliate, poiché appunto le informazioni non sono state elaborate dalla corteccia, ma sono passate solamente attraverso il talamo.
E per questo motivo la risposta emotiva che viene prodotta è indifferenziata e potrebbe anche essere inadeguata rispetto alla situazione.
Sempre per fare l'esempio di prima, nel momento in cui mi attivo, quindi al talamo e all’amigdala arrivano informazioni di pericolo, perché magari ho visto una determinata ombra che mi ricorda qualcosa di cui ho paura, metto in atto una risposta di fuga o di attacco, quando in realtà magari era solo un'illusione, era qualcos'altro che non si rivela essere pericoloso.
Quindi, ecco, la risposta indifferenziata è stata quella della fuga, dell'attacco, in base al tipo di risposta messa in atto e il fatto che è inadeguata è perché magari lo stimolo non era effettivamente pericoloso.
Anche Leventhal concettualizzò questi concetti in un modello della valutazione emotigena, secondo cui, appunto, ci sarebbe un livello schematico al quale vengono elaborate, vengono valutate le emozioni, appunto, uno schematic level, che produce poi dei prototipi di un'emozione, quindi un'emozione indifferenziata, come dicevamo prima, riguardo alla via talamica.
E questo provoca delle reazioni fisiologiche precostituite, come ad esempio l'accelerazione del battito cardiaco oppure della frequenza respiratoria, e soprattutto rimane a livello inconsapevole, cioè il soggetto si attiva fisiologicamente, ma non riesce ancora a comprendere il motivo.
Il secondo livello è quello concettuale invece, chiamato conceputal level, appunto, e in seguito a questo livello viene prodotta un'emozione adeguata al contesto, cioè, il soggetto ha la possibilità di analizzare a più alto livello la situazione, comprendere le cause ed effettivamente quali sono i motivi di quella reazione fisiologica e quindi produrre una reazione, un'emozione adeguata al contesto.
Cioè se effettivamente c'è uno stimolo, magari pericoloso, ebbene, l'emozione adeguata è quella della paura.
Questo livello è consapevole, cioè il soggetto è consapevole di ciò che sta provando in quel momento e del motivo.
La valutazione emotiva sembrerebbe essere implicata anche nelle decisioni sociali.
Vediamo perché.
Damasio definì le emozioni come dei marcatori somatici, cioè dei segnali corporei, quindi fisiologici, di rischio o di vantaggio, che ci permetterebbero di prendere delle decisioni che appunto sono pesate, ponderate, sulla base di questi segnali, che ci dicono ci danno la sensazione che stiamo per fare una scelta positiva oppure negativa.
Questa funzione sarebbe legata alla corteccia prefrontale ventromediale, poiché in pazienti che hanno una lesione a questo livello, quindi prefrontale, in particolare ventromediale, non ci sarebbe l’attivazione dei marcatori somatici, quindi prenderebbero delle decisioni non ponderate, senza considerare i rischi e i vantaggi, quindi molto spesso si possono rivelare decisioni inadeguate.
La valutazione emotiva sembra avere un ruolo anche nella codifica delle espressioni facciali.
È necessario sottolineare che il riconoscimento del volto, quindi la capacità di riconoscere da un punto di vista percettivo il volto umano, è una cosa diversa rispetto al riconoscere le sue espressioni, quindi le espressioni facciali che magari veicolano un significato emotivo.
Si tratta di due abilità differenti.
La prova di ciò è la presenza di doppie dissociazioni.
Cosa vuol dire?
Ci sarebbero dei pazienti che hanno delle difficoltà nel riconoscimento dei volti, la cosiddetta prosopagnosia, ma nessuna difficoltà nel riconoscimento delle espressioni facciali.
E viceversa, pazienti che invece hanno difficoltà a riconoscere le espressioni facciali dal punto di vista emotivo, ma nessuna difficoltà a riconoscere percettivamente i volti umani.
Questo si nota anche a livello anatomico lesionale, poiché il riconoscimento dei volti sarebbe presieduto dalla corteccia parieto-occipitale destra, mentre il riconoscimento delle espressioni facciali dal punto di vista emotivo, dalla corteccia temporo-parietale, sempre destra.
In questa videolezione abbiamo parlato della valutazione del significato emotivo.
Abbiamo visto quali strutture cerebrali stanno alla base di questa azione.
Abbiamo visto poi una serie di modelli.
Il modello a doppia via, il modello di Leventhal, il modello di Damasio, e poi abbiamo visto l'importanza della valutazione delle espressioni facciali e il fatto che si tratti di una funzione indipendente.