Valutazione e riabilitazione dell'Attenzione
In questa videolezione parliamo di valutazione e riabilitazione dell’attenzione.
Non si può pensare di valutare l’attenzione in modo unitario, perché sappiamo che non c'è un unico tipo di attenzione, ma ce ne sono almeno cinque, appunto, l'attenzione sostenuta, l’arousal, l’attenzione selettiva, quella alternata e quella divisa.
Quindi, appunto, non si può pensare di trovare un modo o un testo unico che vada a valutarle tutte insieme.
Vengono usati test e prove differenti.
Vediamo un po’ in che modo si può valutare l’attenzione selettiva, alternata e divisa.
Le ho messe insieme perché la tipologia di test e di prove è abbastanza simile, i compiti sono abbastanza simili tra loro.
Una tipologia di compito, una tipologia di test è quello di identificare uno stimolo target, quindi un bersaglio, un obiettivo tra molti distrattori, quindi tra molti stimoli di diverso tipo che non ci interessano.
Un esempio di questo tipo di test sono le matrici attentive.
Le matrici attentive sono delle stringhe di numeri da uno a nove e l'obiettivo è quello di mettere una X sopra un numero, due numeri o tre numeri in base alla difficoltà.
Quindi il soggetto deve selezionare lo stimolo target ignorando gli altri distrattori, che in questo caso sono tutti gli altri numeri.
Per esempio, se l'obiettivo è individuare il 5, tutti gli altri numeri sono dei distrattori.
Un'altra tipologia di prove sono quelle di dual task, appunto, di doppio compito in cui il soggetto deve fare un compito e poi un altro tipo di compito nello stesso momento.
Esempi di queste prove sono oltre il Trail
Making Test B o il PASAT.
in entrambi c’è una pressione temporale.
La prima tipologia di prove è molto utile per valutare l'attenzione di tipo selettiva, mentre la seconda tipologia di prove è molto utile per valutare l’attenzione alternata e divisa.
Vediamo, invece, che tipo di prove si possono usare per valutare l’attenzione sostenuta l’arousal.
Le ho messe insieme perché anche in questo caso le prove sono molto simili.
Possiamo valutare queste abilità attraverso prove psicofisologiche in cui si vanno ad analizzare i segnali fisiologici provenienti dal nostro corpo, come ad esempio il livello di conduttanza cutanea.
Si tratta del livello di sudorazione della nostra pelle che indica allerta, quindi arousal.
Un'altra tipologia di prove sono, invece, quelle comportamentali, si vanno quindi ad analizzare ad esempio, i tempi di reazione, quindi quanto ci si mette a dare una risposta in determinati compiti, quindi ad esempio un compito di riconoscimento e così via.
Minori saranno i tempi di reazione, maggiore sarà il livello di attenzione, in particolare di arousal.
Passiamo ora alla riabilitazione dell’attenzione.
All'interno della riabilitazione abbiamo due possibili approcci.
Vediamoli.
Si tratta dell'approccio di tipo restitutivo, il primo, che è un approccio più diretto in cui si tenta, appunto, di restituire, di ripristinare i livelli di attenzione precedenti rispetto alla lesione.
Oppure un secondo tipo di approccio, quello sostitutivo o indiretto/compensativo, quindi non si tenta di restituire di ripristinare un certo livello di abilità, ma si tenta di sostituirlo con altre abilità o di compensare con altre strategie.
Vediamo più nello specifico l'approccio restitutivo.
All'interno di questo approccio è possibile percorrere due strade diverse.
La prima di queste è una riabilitazione di tutte le componenti attenzionali, in modo indiscriminato.
Quindi si va a fare una riabilitazione, come dire, massiva di tutte le componenti di cui abbiamo già parlato.
Una seconda strada, invece, è quella di riabilitare solamente le componenti colpite, quindi un tipo di riabilitazione più individualizzata sulla base delle difficoltà del paziente.
Per esempio, un paziente ha difficoltà in particolare nell’attenzione selettiva?
Bene, la riabilitazione si concentrerà solo su questo.
La seconda tipologia di approccio, è quello sostitutivo.
Questa tipologia di approccio parte dal presupposto che le funzioni attenzionali siano scarsamente modificabili, che quindi una lesione che provochi un tale disturbo sia tanto grave da non poter permettere un ripristino delle abilità precedenti.
Quindi su che cosa punta?
Punta sul fatto di portare il paziente a riconoscere le proprie difficoltà, a comprenderle, in modo da trovare delle strategie che aumentino l'efficacia dei propri comportamenti, quindi delle strategie alternative.
Io conosco le mie difficoltà, so di che cosa sono capace e che cosa, invece, mi crea difficoltà e trovo dalle strategie che compensino queste difficoltà in modo molto funzionale e utile dal punto di vista quotidiano.
In questa videolezione abbiamo parlato della valutazione e della riabilitazione dell’attenzione.
Per quanto riguarda la valutazione, abbiamo visto che ci sono vari test per le varie componenti della attenzione.
Non si può infatti pensare di valutare l’attenzione in modo unico, usando una sola prova, un solo test.
Per quanto, invece, riguarda la riabilitazione, abbiamo due approcci quello restitutivo, che tenta di ripristinare l'abilità perduta e quello sostitutivo, che ritiene che una completa riabilitazione dell’attenzione sia molto difficile e quindi punta a sostituire, a compensare la difficoltà con altre abilità.