Scarica Libro di Psicologia clinica da leggere e approfondire e più Dispense in PDF di Psicologia Clinica solo su Docsity! Psichiatria e Psicologia Clinica 5e | Tato Cinzia Bressi Giordano Invernizzi adi Manuale di psichiatria e psicologia clinica Tutti i criteri diagnostici all’interno del libro sono stati riprodotti con permesso da: American Psychiatric. Association (2013): Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. DSM-5, 5 ed. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2014; American Psychiatric. Association (2000): Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text Revision, DSMIV-TR, 4 ed. Milano: Masson, 2001; American Psychiatric. Association (1987): Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-III-R, 3 ed. riveduta. Milano: Masson, 1988. American Psychiatric Association (1980): DSM-III Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. 3 ed. Milano: Masson, 1983. L’editore ha fatto quanto possibile per contattare gli aventi diritto delle immagini e dei testi che compaiono nel volume e resta a disposizione di chi non è stato possibile contattare. Copyright © 2017, 2016, 2012, 2006, 2000, The McGraw-Hill 1996 Companies, Srl Publishing Group Italia Via Ripamonti, 89 - 20139 Milano Tel. 02/535718.1 - Fax 02/5397527 I diritti di traduzione, di riproduzione, di memorizzazione elettronica e di adattamento totale e parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Corso di Porta Romana n. 108, Milano 20122, e-mail
[email protected] e sito web www.clearedi.org. Programme & Portfolio Manager: Teresa Massara Programme Manager: Luciana Dambra Product Developer: Chiara Daelli Produzione: Donatella Giuliani Redazione: Lorenza Dainese Impaginazione: Fotocompos, Gussago (BS) Grafica di copertina: Elisabetta Del Zoppo Realizzazione versione Digitale: Preparé Italia SRL ISBN 978-88-386-9412-7 1234567890 LITLIT 2020 2019 2018 2017 2016 5a edizione: gennaio 2017 Indice Autori Presentazione Dal DSM-IV-TR al DSM-5: l'evoluzione della diagnosi in psichiatria C. Bressi, G. Invernizzi, E.P. Nocito 1 Disturbi del neurosviluppo 1.1 Disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo), in precedenza ritardo mentale 1.2 Disturbi della comunicazione 1.3 Disturbo dello spettro dell’autismo 1.4 Disturbo da deficit di attenzione/iperattività 1.5 Disturbo specifico dell’apprendimento 1.6 Disturbo del movimento 1.7 Disturbi da tic 2 Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici 2.1 Disturbo schizotipico di personalità 2.2 Disturbo delirante 18 Disturbi di personalità 19 Disturbi parafilici Letture consigliate PARTE I SEMEIOTICA PSICHIATRICA CAPITOLO 1m Psicopatologia generale G. Invernizzi, C. Bressi 1.1 Le funzioni dell’Io 1.2. Il rapporto di realtà 1.3. Coscienza 1.3.1 Vigilanza 1.3.2 Coscienza in senso stretto 1.3.3 Coscienza dell’Io 1.4. Attenzione 1.5 Percezione 1.6 Critica 1.7. Ideazione 1.8. Memoria 1.9 Affettività 1.10 Intelligenza 1.11 Volontà 1.12 Comportamento (psicomotricità) 1.12.1 Agitazione psicomotoria 1.12.2 Catatonia (arresto psicomotorio) CAPITOLO 28m Neuropsicologia 2.1 Introduzione S. Bressi 2.1.1 2.1.2 2.1.3 2.1.4 2.1.5 2.1.6 2.1.7 2.1.8 2.1.9 2.1.10 Indicazioni per la valutazione neuropsicologica in psichiatria Valutazione delle funzioni cognitive I test Strumenti di indagine relativi a specifiche funzioni Attenzione e funzioni esecutive Memoria Disturbi del linguaggio Disturbi della percezione e della cognizione spaziale Disturbi costruttivi Disturbi della prassia 2.2. La neuropsicologia nei disturbi psichiatrici C. Bressi, F. Feliciani, I. Vallefuoco 2.2.1 2.2.2 PARTE Il Integrazione tra psicologia clinica e neuropsicologia Neuropsicologia della psicopatologia DISTURBI PSICHICI CAPITOLO 3 m Disturbi neurocognitivi G. Invernizzi 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 3.13 3.14 3.15 Introduzione Invecchiamento fisiologico Delirium Disturbi neurocognitivi cronici (ex demenza) 3.4.1 Disturbi neurocognitivi degenerativi 3.4.2 Disturbi neurocognitivi acquisiti Demenza da trauma cranico Demenza da infezione da HIV Demenza da malattia di Creutzfeldt-Jakob (da virus lenti o prioni) Intossicazione da alcol (demenza alcolica) Encefalopatia di Wernicke Psicosi di Korsakoff (disturbo amnesico confabulatorio) Malattia di Marchiafava-Bignami Altre cause esterne di demenza Pseudodemenza Disturbo amnestico Sintomi psicopatologici dovuti a una condizione medica generale 3.15.1 Disturbo d’ansia 3.15.2 Disturbo psicotico 3.15.3 Disturbo dell'umore CAPITOLO 4 Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici 6.5 6.6 6.7 6.4.7 Disturbo d’ansia generalizzato 6.4.8 Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci 6.4.9 Disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati 6.5.1 Disturbo ossessivo-compulsivo 6.5.2 Altri disturbi correlati al disturbo ossessivo- compulsivo Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti 6.6.1 Disturbo da stress post-traumatico (DSPT) 6.6.2 Disturbo da stress acuto 6.6.3 Disturbo dell’adattamento Trattamento 6.7.1 Trattamento farmacologico 6.7.2 Trattamenti psicoterapici CAPITOLO 7a Disturbi da sintomi somatici e 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 correlati G. Gala, E.M. Colombo, A. Peirone, L. Ignaccolo Introduzione Disturbo da sintomi somatici Disturbo da ansia di malattia Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche Disturbo fittizio 7.7 7.8 7.9 Diagnosi differenziale dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati Decorso e prognosi dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati Trattamento dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati CAPITOLO 8m Disturbi psicosomatici — stress 8.1 8.2 8.3 8.4 8.5 8.6 8.7 8.8 G. Gala, E.M. Colombo Introduzione Criteri diagnostici e classificativi Modello psicosomatico della malattia Modello psicofisiologico dello stress 8.4.1 Attivazioni centrali 8.4.2 Modificazioni livello periferico Modello integrato dello stress 8.5.1 Stimoli psicosociali (stressor) 8.5.2 Valutazioni cognitive e programma psicobiologico 8.5.3 Variabili interagenti Contributo psicoanalitico allo studio del fenomeno psicosomatico Modello integrato psicofisiologico e psicodinamico Note di terapia CAPITOLO 9= Disturbi dissociativi P.M. Boato 9.1 9.2 9.3 9.4 9.5 9.6 Introduzione Amnesia dissociativa Disturbo dissociativo dell’identità Disturbo di depersonalizzazione/derealizzazione Disturbo dissociativo con altra specificazione Disturbo dissociativo senza specificazione CAPITOLO 10 Disturbi correlati a sostanze e da addiction 10.1 Alcolismo C.A. Viganò, F. Olivani, G. Ba 10.2 10.1.1 10.1.2 10.1.3 10.1.4 10.1.5 10.1.6 10.1.7 10.1.8 10.1.9 Introduzione Epidemiologia Morbilità e mortalità Definizioni Eziologia Metabolismo ed effetti dell’alcol sul sistema nervoso centrale Quadri clinici legati all’abuso di alcol Diagnosi Trattamento Le tossicodipendenze E. Busnelli, A. Manzella, M. Chiorazzo, C. Bressi 10.2.1 10.2.2 10.2.3 10.2.4 Caratteristiche generali Disturbi correlati alla cannabis Disturbi correlati agli allucinogeni Disturbi correlati agli oppiacei 13.1 13.2 13.3 13.4 13.5 13.6 C. Bressi Introduzione 13.1.1 Principali teorie dei disturbi di personalità: una prospettiva concettuale Le teorie psicodinamiche 13.2.1 La teoria di Sigmund Freud 13.2.2 La teoria di Jung 13.2.3 La teoria di Otto Kernberg 13.2.4 Il modello di Kohut 13.2.5 La teoria dell’attaccamento 13.2.6 La teoria cognitiva 13.2.7 La teoria neurobiologica e il temperamento 13.2.8. La teoria interpersonale Classificazione dei disturbi di personalità 13.3.1 Il sistema DSM e ICD 13.3.2 Modelli diagnostici dimensionali e categoriali Disturbi di personalità del cluster A 13.4.1 Disturbo paranoide di personalità 13.4.2 Disturbo schizoide di personalità 13.4.3 Disturbo schizotipico di personalità Disturbi di personalità del cluster B 13.5.1 Disturbo antisociale di personalità 13.5.2 Disturbo borderline di personalità 13.5.3 Disturbo istrionico di personalità 13.5.3 Disturbo narcisistico di personalità Classificazione dei disturbi di personalità del cluster C 13.6.1 Disturbo evitante di personalità 13.6.2 Disturbo dipendente di personalità 13.6.3 Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità 13.7 Altri disturbi di personalità 13.7.1 Modificazione della personalità dovuta a un’altra condizione medica 13.7.2 Disturbo di personalità con altra specificazione 13.7.3. Disturbo di personalità senza specificazione 13.7.4 Disturbo di personalità tratto-specifico CAPITOLO 14m Psicogeriatria GC. Gala, I.I. Iandoli, C. Redaelli 14.1 Introduzione 14.2 Invecchiamento biologico del sistema nervoso centrale 14.2.1 Modificazioni anatomiche 14.2.2 Modificazioni citologiche, istologiche, istochimiche 14.3 Aspetti psicosociali dell’invecchiamento 14.3.1 Il tempoela morte 14.3.2. L’anziano e il corpo 14.3.3. L’anziano e la famiglia 14.3.4 Pensionamento e ruolo sociale 14.4 Disturbi psichiatrici specifici dell’età anziana 14.4.1 Psicosi CAPITOLO 15 a Urgenze psichiatriche GC. Bressi, M. Porcellana, E.P. Nocito 15.1 Introduzione 15.2 Valutazione della crisi: aspetti individuali e relazionali 15.3 15.4 15.5 15.6 15.7 Il colloquio con il paziente Specifiche urgenze psichiatriche 15.4.1 Crisi d’ansia e con attacchi di panico 15.4.2 Crisi depressiva 15.4.3 Crisi maniacale 15.4.4 Crisi psicotica acuta 15.4.5 Crisi nei disturbi di personalità L’intervento di crisi Psicoterapia breve analitica 15.6.1 Criteri di inclusione 15.6.2 Criteri di esclusione Psichiatria delle catastrofi CAPITOLO 16m Suicidio 16.1 16.2 16.3 16.4 16.5 16.6 16.7 16.8 GC. Bressi, M. Porcellana, E.P. Nocito Introduzione Definizioni Interpretazioni Aspetti epidemiologici Condotte suicidarie negli adolescenti Condotte suicidarie negli anziani Fattori di rischio e suicidalità nei disturbi psichiatrici Terapia e prevenzione del comportamento suicidario PARTE III 18.2.4 Insufficienza renale ed emodialisi 18.2.5 Disturbi neurologici 18.2.6 Affezioni urogenitali 18.2.7 Ernia iatale e reflusso esofageo 18.2.8. Patologie polmonari 18.2.9 Glaucoma 18.2.10 Neoplasie 18.2.11 AIDS 18.2.12 Disturbi della condotta alimentare 18.2.13 Trapianto d’organo 18.3 Psicofarmaci nel paziente anziano 18.3.1 Ansiolitici 18.3.2 Ipnotici 18.3.3 Antidepressivi 18.3.4 Salidilitio 18.3.5 Antipsicotici 18.4. Psicofarmaci in gravidanza CAPITOLO 19m Farmaci in neuropsichiatria infantile L. Ponzini, S. Bianchi 19.1 Introduzione 19.2 Disturbo depressivo 19.2.1 Epidemiologia 19.2.2. Clinica 19.2.3 Trattamento 19.3. Disturbo bipolare 19.3.1 Epidemiologia 19.3.2 Clinica 19.3.3 Trattamento 19.4. Disturbo da deficit di attenzione e iperattività 19.4.1 Epidemiologia 19.4.2 Clinica 19.4.3 Trattamento 19.5 Sindrome di Tourette 19.5.1 Epidemiologia 19.5.2 Clinica 19.5.3 Trattamento 19.6 Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) 19.6.1 Epidemiologia 19.6.2 Clinica 19.6.3 Trattamento 19.7 Disturbi d’ansia 19.8. Disturbo d’ansia di separazione 19.8.1 Epidemiologia 19.8.2 Trattamento 19.9 Disturbo di panico 19.9.1 Epidemiologia 19.9.2 Clinica 19.93 Trattamento 19.10 Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici 19.10.1 Epidemiologia 19.10.2 Clinica 19.10.3 Trattamento 19.11 Disturbi del comportamento 19.11.1 Epidemiologia 19.11.2 Clinica 19.11.2 Trattamento 19.12 Neurolettici in età evolutiva 19.12.1 Effetti indesiderati CAPITOLO 20 = La riabilitazione in psichiatria G. Ba, M. Peserico 20.1 Introduzione 20.2 Approcci riabilitativi in psichiatria 20.2.1 20.2.2 20.2.3 20.2.4 20.2.5 20.2.6 Modelli di social skills training Modello di potenziamento dei comportamenti socialmente competenti (Spivak) Il modello di Ciompi Modelli psicoeducativi Approccio psicodinamico alla riabilitazione Approccio integrato 20.3 Il progetto riabilitativo 20.4 Strutture che si occupano di riabilitazione CAPITOLO 21 = Famiglia e disturbi psichiatrici GC. Bressi, M. Porcellana, E.P. Nocito 21.1 Introduzione 21.2 Famiglia e disturbi psichiatrici: profilo storico 21.3 Valutazione dell’emotività espressa familiare 21.3.1 Fondamenti dell’emotività espressa I. Merzagora Betsos 23.1 Il consenso: interdizione, inabilitazione, amministrazione di sostegno 23.2 Il concetto di colpa 23.3. Il segreto professionale 23.4. La perizia sull’imputabilità PARTEV PSICOLOGIA CLINICA CAPITOLO 24 a Psicologia clinica E.A.M. Vegni, I Fossati, R. Lamberti, V. Mariani 24.1 Introduzione 24.2. La psicologia clinica 24.2.1 Cos'è la psicologia clinica? 24.2.2. Questioni identitarie 24.2.3. Questioni metodologiche 24.2.4. Lo strumento del colloquio clinico 24.3 Personalità, meccanismi di difesa, coping e trauma 24.3.1 Personalità 24.3.2. Meccanismi di difesa 24.3.3. Coping 24.34 Trauma 24.4. La psicologia clinica ospedaliera 24.5 24.4.1 Casi clinici Psicologia clinica e ciclo di vita 24.5.1 Casi clinici CAPITOLO 25 s La clinica psicologica 25.1 25.2 25.3 25.4 25.5 25.6 25.7 M. Fulcheri, D. Carrozzino Dalla psicologia clinica alla clinica psicologica: principali cenni storici e definizioni preliminari 25.1.1 Conoscenze, abilità, capacità, attitudini e competenze Il ruolo dell’epistemologia della complessità nell’ambito della clinica psicologica 25.2.1 Epistemologia della complessità: radice etimologica e prospettive applicative La complessità della clinica psicologica nell’ambito dell’assessment psicodiagnostico: l'approccio clinimetrico 25.3.1 L’approccio clinimetrico La complessità della clinica psicologica in ambito terapeutico: la psicologia clinica di liaison Dal benessere alla psicopatologia clinica: principali riferimenti al WHO-5 e al DSM-5 25.5.1 Profili di personalità e malattie fisiche Curare logora: il ruolo dello stress e del burnout Appendice: potenziale attività di clinica psicologica in ambito ospedaliero CAPITOLO 26 m Adolescenza N. Fina, C. Vezzoli, C. Bressi 26.1 Essere adolescente nel tempo della contemporaneità 26.2 Adolescenza e il cervello in costruzione 26.3 Adolescenza e il corpo in trasformazione 26.4 Adolescenza e fattori di rischio 26.5 Adolescenza e dissociazione 26.6 Adolescenza e depressione 26.7 Adolescenza e stati ansiosi 26.8 Adolescenza e addiction 26.9 Adolescenza, disturbi del comportamento dirompente e rischi suicidali 26.10 Adolescenza e sessualità 26.11 Adolescenza e famiglia Bibliografia Indice analitico web GT Valutazione e intervista psichiatrica site M. Garbarini web GS La psicodiagnostica testale site C.P. Oggionnit web ST Disturbi sessusali, disforia di genere e disturbi parafilici site E.P. Nocito, C. Bressi Medico, Specialista in Psichiatria, Milano, ha seguito corsi di Formazione Analitica Individuale, di Terapia della Famiglia e di Intervento psicoeducativo familiare in Psichiatria Paolo Maria BOATO Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente Medico di I livello, Dipartimento di Neuroscienze e di Salute Mentale, UO di Psichiatria, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Antonio BONGIORNO Psicologo, Professore ordinario di Psicologia Clinica, Università degli Studi di Palermo Cinzia BRESSI Professore associato di Psichiatria, Università degli Studi di Milano, Responsabile del Servizio di Psicoterapia e Psicologia Clinica, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano. Psicanalista della British Psychotherapy Foundation Jungian Association (UK), Presidente della Società Italiana di Psicoterapia Medica sezione lombarda, Vice Presidente della società Italiana di Psichiatria di Consultazione Sergio BRESSI Medico, Neurologo, Specialista in Neurologia, Azienda SocioSanitaria Territoriale Nord, Milano Elisa BUSNELLI Psicologo clinico, Milano Danilo CARROZZINO Psicologo, Dipartimento di Scienze Psicologiche, della Salute e del Territorio, Università degli Studi “G. d'Annunzio” di Chieti-Pescara Laura CASTAGNA Psicologo, Psicoterapeuta, Milano Giulia CATTARINUSSI Medico, Specializzando in Psichiatria, Azienda Sanitaria Universitaria Integrata, Santa Maria della Misericordia, Udine Mirella CHIORAZZO Psicologo, Milano Elisa Maria COLOMBO Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente Medico di I livello, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Armando D'AGOSTINO Medico, Specialista in Psichiatria, Ricercatore, Dipartimento di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano Carlotta DE BACCO Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente Medico di I livello, Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Torino, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Città della Salute e della Scienza, Torino Ilaria Francesca DE GASPARI Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente Medico di I livello, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Paolo DELLA VALENTINA Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Milano Secondo FASSINO Medico, Professore ordinario di Psichiatria, Università degli Studi di Torino Federica FELICIANI Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Milano Barbara FERRARI Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, La Tela Onlus, Milano Nadia FINA Psicoanalista individuale e di ‘gruppo. Psicoterapeuta dell'adolescenza. Presidente dell’Associazione Psicoterapia e Piscoanalitica di gruppo (APG). Docente e Supervisore nella Scuola di Speciliazzazione della Confederazione delle Organizzazioni Italiane per la Ricerca Analitica dei Gruppi (COIRAG). Membro dell’International Association of Analitical Psycologist (IAAP) Ivan FOSSATI Psicologo, Specialista in Psicoterapia, Consulente UO di Psicologia Clinica, Azienda SocioSanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo, Milano Mario FULCHERI Medico, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta e Analista Adleriano, Professore ordinario di Psicologia Clinica, Dipartimento Alessia MANZELLA Psicologo, Milano Vera MARIANI Psicologo, Psicoterapeuta, Consulente Azienda SocioSanitaria Territoriale Ospedale Santi Paolo e Carlo, Milano Paola Marianna MARINACCIO Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente medico di I livello, Azienda SocioSanitaria Territoriale, Vimercate Massimo Carlo MAURI Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente medico di I livello, Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale, Responsabile del Servizio di Psicofarmacologia Clinica, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Isabella MERZAGORA BETSOS Professore Ordinario di Criminologia, Università degli Studi di Milano, Presidente della Società Italiana di Criminologia Emanuela Paola NOCITO Medico assistente, Clinica Santa Croce, Orselina, Svizzera Chiara Paola OGGIONNI} Medico, Specialista in Psichiatria, Psicoanalista, Milano Francesca OLIVANI Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente medico di I livello, Azienda SocioSanitaria Territoriale Fatebenefratelli-Sacco, Milano Alberto PETRONE Medico, Unità Operativa di Psichiatria, Azienda SocioSanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo, Milano Manuela PESERICO Medico, Specialista in Psichiatria, Psicoterapeuta, Dirigente medico di I livello, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano Chiara PIEMONTE Medico, Specializzando in Psichiatria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Giancarlo PONTONI Capitano medico dell’Esercito Italiano, Specializzando in Psichiatria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Accademia Militare, Modena Laura PONZINI Medico, Specializzando in Neuropsichiatria Infantile, Università degli Studi di Milano Matteo PORCELLANA Medico, Specialista in Psichiatria, Dirigente medico di I livello, Azienda SocioSanitaria Territoriale Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano Cristiana REDAELLI Medico, Specialista in Psichiatria, Consulente Azienda SocioSanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo, Milano Marco RIGATELLI Medico, Professore ordinario di Psichiatria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Silvio SCARONE Medico, Professore ordinario di Psichiatria, Università degli Studi di Milano Michele SCHIAVONE Professore Emerito di Bioetica, Università degli Studi di Genova Iolanda VALLEFUOCO Psicologo, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Milano Elena Anna Maria VEGNI Psicologo, Professore associato di Psicologia Clinica, Università degli Studi di Milano, Direttore UO di Psicologia Clinica, Azienda SocioSanitaria Territoriale Santi Paolo e Carlo, Milano Caterina VEZZOLI Psicologo Analista, Milano, membro dell’International Association of Analitical Psycologist (IAAP) e del Centro Italiano Psicologia Analitica (CIPA) Istituto Meridionale, con funzioni di Training presso il CGYoung Institut di Zurigo Caterina Adele VIGANÒ Medico, Specialista in Psichiatria, Professore aggregato, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco, Università degli Studi di Milano Lucia Sara VOLONTERI Presentazione Sono ormai passati vent'anni dalla prima edizione del Manuale di Psichiatria e Psicologia Clinica e siamo giunti oggi alla quinta edizione, in coincidenza (quasi) con la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association. La presente edizione del nostro Manuale tiene conto dell’evoluzione delle ricerche e dei progressi terapeutici che si sono ottenuti sia nel campo farmacologico che nelle neuroscienze, nelle neuroimaging, nei disturbi genetici e anche nelle tecniche psicoterapiche. L’evoluzione della nosografia è il momento pregnante delle novità nel campo psichiatrico che hanno portato alla maggiore definizione delle diagnosi con la conseguente ricaduta positiva nel campo terapeutico. Gli argomenti trattati nel nostro Manuale hanno privilegiato le classiche sindromi patologiche con le novità diagnostiche introdotte dal DSM-5, come per la schizofrenia e per i disturbi dell'umore. È stato revisionato il capitolo dei disturbi di personalità, oggi d’attualità, per le difficoltà psicodiagnostiche dovute al sovrapporsi di quadri psicopatologici e l’incerta collocazione dei sintomi. È stato revisionato anche il capitolo dei disturbi dell’alimentazione, che sono andati assumendo nel tempo sempre più importanza per la loro diffusione. Sono stati introdotti capitoli nuovi sui problemi dell’adolescenza, sia nella clinica sia nella terapia. Questa fase dell’esistenza si è dimostrata di peculiare importanza per il rischio di evoluzione di sintomi di allarme in veri e propri sintomi psicopatologici, in stretto rapporto con le difficoltà familiari. È stato modificato sostanzialmente il capitolo della psicologia clinica, realizzato da autori esperti nelle varie branche della psicologia, in modo tale da dare rilievo alle problematiche di attuale riscontro. Auspichiamo che questa quinta edizione rappresenti un manuale utile per gli studenti del corso di laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria, per i vari corsi di laurea triennale, medici specializzandi, specialisti in psichiatria e operatori psichiatrici e anche per i medici di Medicina Generale e altri specialisti in modo che le conoscenze della psichiatria possano utilmente entrare nel loro bagaglio di conoscenze e nella loro pratica clinica. Cinzia Bressi Giordano Invernizzi Capitoli disponibili sul sito web www.ateneonline.it/n/bressi-invernizzi5e Dal DSM-IV-TR al DSM-5: l'evoluzione della diagnosi in psichiatria C. Bressi, G. Invernizzi, E.P. Nocito Questo capitolo riassume e compara i criteri della costruzione nosografica del DSM-IV con quella del DSM-5. Sono state analiticamente prese in considerazione le modifiche per le varie classi nosografiche per facilitare il lettore nell’uso del nuovo Manuale Diagnostico e Statistico DSM-5 e meglio adattarlo alla nostra cultura. Da sottolineare il fatto che anche nella nuova edizione del DSM si è privilegiato l'aspetto fenomenologico e classificatorio a quello psicodinamico, confermando in tal modo l’attuale impostazione della psichiatria. Come nelle precedenti edizioni, in questa nuova 5 edizione del nostro Manuale di Psichiatria e Psicologia Clinica abbiamo cercato di integrare i vari punti di vista dell’interpretazione delle varie prospettiva evolutiva del ciclo di vita, e per la prima volta i disturbi diagnosticati nell’infanzia non costituiscono più un capitolo separato, ma vengono trattati nella sola sezione II definiti come disturbi del neurosviluppo, così come quelli che sono presenti in età senile (cfr. Disturbi neurocognitivi). Nel DSM-5 vengono introdotte due specificazioni che sostituiscono la vecchia dicitura “non altrimenti specificato, NAS”; * disturbo con altra specificazione: questa categoria permette al clinico di identificare i sintomi che sono clinicamente significativi, ma che non soddisfano pienamente i criteri per porre diagnosi per il disturbo, e di esplicitare la ragione per cui i criteri non sono soddisfatti. * disturbo senza specificazione: questa dicitura può essere usata dal clinico quando i sintomi per un dato disturbo sono presenti e clinicamente significativi, ma non soddisfano pienamente i criteri per porre diagnosi e non si vogliono esplicitare i motivi. La sezione II del DSM-5 appare quindi composta da ventidue capitoli che identificano altrettante classificazioni, come da elenco che segue: Disturbi del neurosviluppo Disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici Disturbo bipolare e disturbi correlati Disturbi depressivi Disturbi d’ansia OIAOONE Disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti Disturbi dissociativi Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione Disturbi dell’evacuazione Disturbo del sonno-veglia Disfunzioni sessuali Disforia di genere Disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction Disturbi neurocognitivi Disturbi di personalità Disturbi parafilici Altri disturbi mentali Disturbi del movimento indotto da farmaci e altre reazioni avverse ai farmaci Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica Nei paragrafi che seguono vengono fornite informazioni sui cambiamenti dal DSM-IV-TR al DSM-5 utili per la diagnosi e l’assessment. 1a DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO Il DSM-5 sostituisce il capitolo “Disturbi solitamente diagnosticati per la prima volta nell’infanzia, nella fanciullezza, nell'adolescenza” con un nuovo capitolo, i “Disturbi del neurosviluppo”. Questi disturbi appaiono nella prima infanzia e i deficit che ne derivano causano disabilità funzionali personali, sociali e scolastiche. I disturbi del neurosviluppo comprendono: e disabilità intellettive; «e disturbi della comunicazione; * disturbo dello spettro dell’autismo; * disturbo da deficit di attenzione/iperattività; * disturbo specifico dell’apprendimento; «e disturbi del movimento; e disturbi da tic; * altri disturbi del neurosviluppo. Alcuni disturbi che in passato sarebbero stati diagnosticati nell’infanzia sono stati riposizionati. Per esempio, i disturbi dell’evacuazione come anche il disturbo reattivo dell’attaccamento sono stati inseriti nel DSM-5 rispettivamente nei capitoli “Disturbi dell'evacuazione” e “Disturbi depressivi”. 11 n Disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo), in precedenza ritardo mentale Nel DSM-5 il ritardo mentale è stato denominato disturbo dello sviluppo intellettivo per riflettere i cambiamenti della legge federale degli Stati Uniti (Public Law 111-256). Le persone affette da racchiusi nella più ampia categoria dei disturbi del movimento. Sono inclusi specificatori codificati per ciascun tipo di disturbo, insieme ai criteri diagnostici. Il disturbo da movimento stereotipato è stato maggiormente differenziato dai disturbi da comportamento ripetitivo focalizzato sul corpo che appartengono al capitolo dei “Disturbi ossessivo-compulsivi e disturbi correlati” del DSM-5. 1.7 n Disturbi da tic I criteri diagnostici dei disturbi da tic non hanno subito modificazioni dal DSM-IV-TR al DSM-5 se non per il fatto di essere stati inclusi nel più ampio capitolo dei “Disturbi del movimento”. 2% DISTURBI DELLO SPETTRO DELLA SCHIZOFRENIA E ALTRI DISTURBI PSICOTICI Il DSM-5 assume un approccio a spettro nei riguardi della schizofrenia e degli altri disturbi psicotici, in cui tutti i disturbi sono definiti dalla presenza di uno o più dei seguenti cinque domini: deliri allucinazioni pensiero (o eloquio) disorganizzato comportamento motorio disorganizzato o anormale dad sintomi negativi. Le persone ricevono una diagnosi sullo spettro a seconda del numero e del grado dei deficit, a partire dal disturbo schizotipico di personalità caratterizzato da sintomi di bizzarria e stravaganza, ma senza interruzione dell’esame di realtà, alla schizofrenia, nella quale le allucinazioni e i deliri possono sono presenti (vedi Tab. 1). La presenza o l’assenza di sintomi relativi lo spettro dell’umore insieme alla psicosi modifica la diagnosi e ha valore prognostico sul decorso e il trattamento. Nel capitolo sono inclusi i seguenti disturbi: * disturbo schizotipico (di personalità) * disturbo delirante * disturbo psicotico breve * disturbo schizofreniforme * schizofrenia * disturbo schizoaffettivo, tipo bipolare * disturbo schizoaffettivo, tipo depressivo * disturbo psicotico indotto da sostanze/farmaci * disturbo psicotico dovuto a un’altra condizione medica (specificatori: deliri o allucinazioni) * catatonia associata a un altro disturbo mentale (specificatore della catatonia) * disturbo catatonico dovuto ad altra condizione medica * catatonia senza specificazione * disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici con altra specificazione disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici senza specificazione 2.1 n Disturbo schizotipico di personalità Elencato nel capitolo dei Disturbi dello spettro della schizofrenia, ma i criteri diagnostici non cambiano dal DSM-IV-TR al DSM-5. 2.2 Disturbo delirante Nel DSM-5 viene inserito lo specificatore di decorso “con contenuto bizzarro” e il requisito che i contenuti del delirio non debbano essere bizzarri è stato eliminato. 2.3 n Disturbo psicotico breve e disturbo schizofreniforme L’esordio improvviso di sintomi psicotici con il ritorno alla normalità entro un mese è considerato un disturbo psicotico breve. Se questa condizione temporale non viene soddisfatta allora il disturbo deve considerarsi come un disturbo dello spettro della schizofrenia di altro tipo. 24 Schizofrenia Due importanti cambiamenti sono stati apportati per la diagnosi di schizofrenia. Dal criterio A sono stati eliminati due criteri poco Disfunzione sociale/lavorativa: per un periodo significativo di tempo dall'esordio del disturbo, una o più delle principali aree di funzionamento come il lavoro, le relazioni interpersonali o la cura di sé si trovano notevolmente al di sotto del livello raggiunto prima della malattia (oppure, quando l'esordio è nell'infanzia o nell'adolescenza, si manifesta un'incapacità di raggiungere il livello di funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo prevedibile). Durata: segni continuativi del disturbo persistono per almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati con successo) che soddisfino il Criterio A (cioè sintomi della fase attiva), e può includere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere manifestati soltanto da sintomi negativi o da due o più sintomi elencati nel criterio A presenti in forma attenuata (per es., convinzioi esperienze percettive inusual . Esclusione dei Disturbi Schizoaffettivi e dell'Umore: il Disturbo Schizoaffettivo e il Disturbo dell'Umore con Manifestazioni Psicotiche sono stati esclusi poiché: (1) nessun Episodio Depressivo Maggiore, Misto o Maniacale si è verificato in concomitanza con i sintomi della fase attiva; (2) se si sono i dell'umore verificati episodi di alterazi durante la fase di sintomi attivi, la loro durata totale risulta breve relativamente alla durata complessiva dei periodi attivo o residuo. Esclusione di sostanze e di una condizione medica generale: il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di abuso, un farmaco) o una condizione medica generale. Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo: se c'è una storia di Disturbo Autistico o di altro Disturbo Pervasivo dello nell'infanzia o nell'adolescenza, si manifesta l'incapacità di raggiungere il livello atteso del funzionamento interpersonale, scolastico o lavorativo). Segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi. Questo periodo di 6 mesi deve comprendere almeno 1 mese di sintomi (o meno se trattati efficacemente) che soddisfano il Criterio A (cioè fase attiva dei sintomi), e può comprendere periodi di sintomi prodromici o residui. Durante questi periodi prodromici o residui, i segni del disturbo possono essere evidenziati soltanto da sintomi negativi oppure da due o più sintomi elencati nel Criterio A presenti in forma attenuata (per es., convinzioni stravaganti, esperienze percettive inusuali). . Il disturbo schizoaffettivo o il disturbo depressivo o il disturbo bipolare con caratteristiche psicotiche sono stati esclusi perché: (1) non si sono verificati episodi depressivi maggiori o maniacali in concomitanza con la fase attiva dei sintomi; (2) essi si sono manifestati per una parte minoritaria della durata totale dei periodi attivi e residui della malattia. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologi diretti di una sostanza (per es., una sostanza abuso, un farmaco) o a una condizione medica generale. Se c'è una storia di disturbo dello spettro dell’autismo o di disturbo della comunicazione a esordio infantile, la diagnosi aggiuntiva di schizofrenia viene posta soltanto se sono presenti per almeno 1 mese Sviluppo, la diagnosi addizionale di Schizofrenia si fa soltanto se sono pure presenti deliri o allucinazioni rilevanti per almeno un mese (o meno se trattati con Successo). Classificazione di decorso longitudinale * Episodio con Sintomi Residui Intercriti (gli episodi sono definiti dalla ricomparsa di sintomi psicotici rilevanti); specificare anche se: con Sintomi Negativi Rilevanti. + Episodio con Nessun Sintomo Residuo Intercritico. * Continuo (sintomi psicotici rilevanti sono presenti per tutto il periodo di osservazione); specificare anche se: con Sintomi Negativi Rilevanti. « Episodio Singolo in Remissione Parziale; specificare anche se: con Sintomi Negativi Rilevanti. «Episodio Singolo in Remissione Completa. + Modalità diversa o non specificata. « Menodiunanno dall'esordio dei sintomi iniziali della fase attiva. Sottotipi della Schizofrenia * Tipo Paranoide. Un tipo di Schizofrenia per cui risultino soddisfatti i seguenti criteri: a. preoccupazione relativa a uno o più deliri o frequenti allucinazioni uditive; b. nessuno dei seguenti sintomi è rilevante: eloquio disorganizzato, comportamento (o meno se trattati efficacemente) allucinazioni o deliri permanenti, in aggiunta agli altri sintomi richiesti della schizofrenii Specificare se: i seguenti specificatori del decorso devono essere utilizzati solo dopo 1 anno di durata del disturbo e se non sono in contraddizione con i criteri diagnostici del decorso. * Primo episodio, attualmente in episodio acuto. Prima manifestazione del disturbo che soddisfa i criteri diagnostici che definiscono i sintomi e la durata. Un episodio acuto è un periodo di tempo in cui criteri sintomatologici sono soddisfatti. * Primo episodio, attualmente in remissione do di tempo durante il quale viene mantenuto un parziale. La remissione parziale è un pe miglioramento dopo un precedente episodio e în cui i criteri che definiscono il disturbo sono soddisfatti solo parzialmente. * Primo episodio, attualmente in remissione completa. La remissione completa è un periodo di tempo successivo a un precedente episodio durante il quale non sono più presenti sintomi specifici del disturbo. + Episodi multipli, attualmente in episodio acuto. Gli episodi multipli possono essere determinati da un minimo di due episodi (cioè dopo un primo episodio, una remissione e almeno una ricaduta). + Episodi multipli, attualmente in remissione parziale. Episodi multipli, attualmente in remissione completa. Continuo. | sintomi che soddisfano i criteri diagnostici dei sintomi del disturbo sono rimasti per la maggior parte del decorso della malattia, con periodi di sintomi sottosoglia disorganizzato o catatonico, affettività appiattita o inadeguata. «Tipo Disorganizzato. Un tipo di Schizofrenia per cui risultino soddisfatti i seguenti criteri: a. sonoin primo piano tutti i seguenti: eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato, affettività appiattita o inadeguata; b. non risultano soddisfatti i criteri per Tipo Catatonico. * Tipo Catatonico. Un tipo di Schizofrenia nel quale il quadro cl ico è dominato da almeno due dei seguenti sintomi: 1. arresto motorio come evidenziato da catalessia (inclusa flessibilità cerea) o da stupor; 2. eccessiva attività motoria (che è apparentemente senza scopo e non influenzata da stimoli esterni); 3. negativismo estremo (resistenza apparentemente senza motivo a tutti i comandi, o mantenimento di una postura rigida contro i tentativi di mobilizzazione) o mutacismo; 4. peculiarità del movimento volontario, come evidenziato dalla tendenza della postura fissa (assunzione volontaria di pose inadeguate o bizzarre), da movimenti stereotipati, da rilevanti manierismi o smorfie); 5. ecolalia o ecoprassia. * Tipo indifferenziato. Un tipo di schizofrenia nel quale sono presenti sintomi che soddisfano il criterio A, ma che non soddisfano i criteri per il Tipo Paranoide, Disorganizzato o Catatonico. che sono stati molto brevi rispetto al decorso complessivo. * Senza specificazione. Specificare se: con catatonia. Specificare la gravità attuale La gravità viene stimata attraverso una valutazione quantitativa dei sintomi primari delle psicosi, compresi deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento psicomotorio anormale e sintomi negativi. Ognuno di questi sintomi può essere valutato per la sua gravità attuale (il livello più grave presente negli ultimi 7 giorni) su una scala a 5 punti che va da 0 (non presente) a 4 (presente e grave). Fonte: American Psychiatric Association (2001). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text Revision, DSMIV-TR, 4 ed. Milano: Masson; riproduzione autorizzata. American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, 5 ed. Milano: Raffaello Cortina Editore; riproduzione autorizzata. B. Durante il periodo di alterazione dell'umore, tre o più dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti a un livello significativi 1. autostima ipertrofica o grandiosità; 2. diminuito bisogno di sonno; 3. maggiore loquacità del solito, oppure spinta continua a parlare; 4. fuga delle idee o esperienza soggettiva si succedano rapidamente; ‘à (attenzione facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti); 6. aumento dell'attività finalizzata oppure agitazione psicomotoria; 7. eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose. C. L'episodio si associa a un chiaro cambiamento nel modo di agire, che non è caratteristico della persona quando è asintomatica. D. L'alterazione dell'umore e il cambiamento nel modo di agire sono osservabili dagli altri. E. L'episodio non è abbastanza grave da provocare una marcata compromissione in ambito lavorativo o sociale, o da richiedere l'ospedalizzazione, e non sono presenti manifestazioni psicotiche. F. Isintomi non sono dovuti a effetti fisiologii diretti di una sostanza o di una condi; medica generale. DISTURBO BIPOLARE I, SINGOLO EPISODIO A. Presenza di un solo Episodio Maniacale e nessun precedente Episodio Depressivo Maggiore. B. L'Episodio Maniacale non è meglio inquadrabile come Disturbo Schizoaffettivo e non è sovrapposto a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Delirante o Psicotico NAS. anticonvulsiva), ma che persiste a un livello sindromico completo che va oltre l'effetto fisiologico del trattamento, costituisce un’evidenza sufficiente per un episodio maniacale e, quindi, per una diagnosi di disturbo bipolare I. Nota:i riteri A-D costituiscono un episodio maniacale. Per una diagnosi di disturbo bipolare | è richiesto almeno un episodio maniacale nell’arco della vita. EPISODIO IPOMANIACALE A. Un periodo definito di umore anormalmente e persistentemente elevato, espanso o irritabile e di aumento anomalo e persistente dell'attività finalizzata o dell'energia, della durata di almeno 4 giorni consecutivi e presente per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni. B. Durante il periodo di alterazione dell'umore e di aumento dell'energia o dell'attività, tre (o più) dei seguenti sintomi (quattro, se l'umore è solo irritabile) sono stati presenti, rappresentano un cambiamento evidente rispetto al comportamento abituale e si manifestano a un livello significativo: 1. autostima ipertrofica e grandiosità; 2. diminuito bisogno di sonno (per es., sentirsi riposati dopo solo 3 ore di sonno); 3. maggiore loquacità del solito o spinta continua a parlare; 4. fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente; 5. distrail facilmente deviata da stimoli esterni non ità (cioè attenzione troppo importanti o non pertinenti), riferita od osservata; DISTURBO BIPOLARE I, PER RECENTE EPISODIO IPOMANIACALE A. Attualmente presenta un Episodio Ipomaniacale. B. È stato precedentemente presente almeno un Episodio Maniacale o Misto. icamente C. I sintomi causano disagio cli significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. D. Gli episodi di alterazione dell'umore di cui ai criteri A e Bnon sono meglio inquadrabi come Disturbo Schizoaffettivo e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Delirante o Psicotico NAS. DISTURBO BIPOLARE I, PER RECENTE EPISODIO MANIACALE A. Attualmente è presente un Episodio Maniacale. B. È stato precedentemente presente almeno un Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o Misto. C. Gli episodi di alterazione dell'umore di cui ai criteri A e Bnon sono meglio inquadrabi come Disturbo Schizoaffettivo e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Delirante o Psicotico NAS. DISTURBO BIPOLARE I, PER RECENTE EPISODIO MISTO A. Attualmente è presente un Episodio Misto. B. È stato precedentemete presente almeno un Episodio Depressivo Maggiore, Maniacale o Misto. C. Gli episodi di alterazione dell'umore di cui ai criti i A e Bnon sono meglio inquadra come Disturbo Schizoaffettivo e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Delirante o Psicotico NAS. 6. aumento dell'attività finalizzata (sociale, lavorativa scolastica o sessuale) o agitazione psicomotoria (cioè attività immotivata non finalizzata); ità che 7. eccessivo coinvolgimento in atti hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., acquisti incontrollati, comportamenti sessuali sconvenienti o investimenti finanziari avventati). L'episodio è associato a un evidente cambiamento nel funzionamento, che non è caratteristico dell'individuo quando asintomatico. . L'alterazione dell'umore e il cambiamento sono osservabili dagli altri. L'episodio non è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo o da richiedere l'ospedalizzazione. Se sono presenti manifestazioni psicotiche, l'episodio è, per definizione, maniacale. L'episodio non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., sostanza di abuso, un farmaco, un altro trattamento). Nota: un episodio ipomaniacale completo che emerge durante un trattamento antidepressivo (cioè farmaci, terapia anticonvulsiva), ma che persiste a un livello sindromico completo che va oltre l'effetto fisiologico del trattamento, costituisce un'evidenza sufficiente per una diagnosi di episodio ipomaniacale. Tuttavia, è indicata cautel modo che uno o due sintomi (in particolare un aumento di irritabilità, nervosismo o agitazione a seguito di uso di antidepressivi) non vengano considerati come sufficienti per una diagnosi di episodio ipomaniacale, né necessariamente indicativi di una diatesi bipolare. Nota: i criteri A-F costituiscono un episodio ipomaniacale. Episodi ipomaniacali sono comuni nel disturbo bipolare I, ma non sono richiesti per la diagnosi di disturbo bipolare |. DISTURBO BIPOLARE I, PER RECENTE EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE EPISODIO DEPRESSIVO A. Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati A. Attualmente è presente un Episodio contemporaneamente presenti durante un Depressivo. periodo di due settimane e rappresentano un È stato precedentemete presente almeno un Episodio Maniacale o Misto. Gli episodi di alterazione dell'umore di cui ai criteri A e Bnon sono meglio inquadrabi come Disturbo Schizoaffettivo e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme, Delirante o Psicotico NAS. cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è (1) umore depresso o (2) perdita di interesse o piacere. Nota: non comprende sintomi chiaramente attribuibili ad altra condi: medica. 1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, come riportato dall'individuo (per es., si sente triste, vuoto/a, disperato/a) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso/a). (Nota: nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile). 2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come indicato dal resoconto soggettivo o dall'osservazione). 3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o un aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi tutti giorni. (Nota: nei bambini considerare l'incapacità di raggiungere i normal ponderali. 4. Insonnia o ipersonnia quasi tutti i giorni. 5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto/a o rallentato/a). American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, 5 ed. Milano: Raffaello Cortina Editore; riproduzione autorizzata. Tabella 3 Disturbo bipolare di tipo Il CRITERI DIAGNOSTICI SECONDO DSM-IV-TR CRITERI DIAGNOSTICI SECONDO DSM-5 EPISODIO IPOMANIACALE Per la diagnosi di disturbo bipolare Il è necessario A. Un periodo definito di umore soddisfare i seguenti criteri per un attuale o persistentemente elevato, espansivo o pregresso episodio ipomaniacale e i seguenti irritabile, della durata di almeno 4 giorni e criteri per un attuale o pregresso episodio che è chiaramente diverso dall’umore non depressivo maggiore. depresso abituale. EPISODIO IPOMANIACALE A. Un periodo definito di umore anormalmente e B. Durante il periodo di alterazione dell'umore, tre o più dei seguenti sintomi sono stati persistentemente elevato, espanso o irritabile persistenti e presenti a un livello cani si e di aumento anomalo e persistente significativo: 1. autostima ipertrofica 0 grandiosità; dell'attività finalizzata o dell'energia, della 2. dii 3. maggiore loquacità del solito, oppure durata di almeno 4 giorni consecutivi e inuito bisogno di sonno; presente per la maggior parte del giorno, spinta continua a parlare; quasi tutti i giorni. . A si B. Durante il periodo di alterazione dell'umore e 4. fuga delle idee o esperienza soggettiva . , , . di aumento dell'energia o dell'attività, tre (o che i pensieri si succedano rapidamente; 5. distraibilità (attenzione facilmente più) dei seguenti sintomi (quattro, se l'umore deviata da stimoli esterni non importanti è solo irritabile) sono stati presenti ; rappresentano un cambiamento evidente o non pertinenti 6. aumento dell'attività finalizzata oppure rispetto al comportamento abituale e si stasi ; ; manifestano a un livello significativo: agitazione psicomotoria; . : ; : ita 1. autostima ipertrofica e grandiosità; 7. eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di 2. diminuito bisogno di sonno (per es., sentirsi riposti dopo solo 3 ore di sonno); conseguenze dannose. C. L'episodio si associa a un chiaro 3. maggiore loquacità del solito o spinta . cani a continua a parlare; cambiamento nel modo di agire, che non è p: caratteristico della persona quando è 4. fuga delle idee o esperienza soggettiva , ; che i pensieri si succedano rapidamente; asintomatica. 5. distrail , i , : : ità (cioè attenzione troppo D. L'alterazione dell'umore e il cambiamento ( PP. facilmente deviata da stimoli esterni non nel modo di agire sono osservabili dagli altri. importanti o non pertinenti), riferita od osservata; E. L'episodio non è abbastanza grave da 6. aumento dell'attività finalizzata (sociale, provocare una marcata compromissione in lavorativa scolastica o sessuale) o ambito lavorativo o sociale, o da richiedere l'ospedalizzazione, e non sono presenti manifestazioni psicotiche. F. Isintomi non sono dovuti a effetti fisiologici diretti i una sostanza o di una condizione medica generale. EPISODIO DEPRESSIVO A. inque o più dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da (1) umore depresso o (2) perdita di interesse o piacere. 1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. 2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. 3. Significativa perdita di peso o aumento di peso, indipendentemente dalla dieta, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno. 4. Insonnia o ipersonnia. 5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno. 6. Faticabil ogni giorno. ‘à o mancanza di energia quasi 7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno. 8. Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno. 9. Pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l'ideazione di un piano specifico per commettere suicidio. B. Isintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto. agitazione psicomotoria (cioè attività immotivata non finalizzata); 7. eccessivo coinvolgimento in attività che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., acquisti incontrollati, comportamenti sessuali sconvenienti o investimenti finanziari avventati). L'episodio è associato a un evidente cambiamento nel funzionamento, che non è caratteristico dell'individuo quando asintomatico. L'alterazione dell'umore e il cambiamento sono osservabili dagli altri. L'episodio non è sufficientemente grave da causare una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo o da richiedere l'ospedalizzazione. Se sono presenti manifestazioni psicotiche, l'episodio è, per defini: one, maniacale. L'episodio non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., sostanza di abuso, un farmaco, un altro trattamento). Nota: un episodio ipomaniacale completo che emerge durante un trattamento antidepressivo (cioè farmaci, terapia anticonvulsiva), ma che persiste a un livello sindromico completo che va oltre l'effetto fisiologico del trattamento, costituisce un'evidenza sufficiente per una diagnosi di C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. D. I sintomi non sono dovuti a effetti fisiologi diretti di una sostanza o di una condizione medica generale. E. I sintomi non sono meglio giustificabili da lutto, persistono per più di due mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione si laria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio. DISTURBO BIPOLARE Il A. Presenza (anche in anamnesi) di uno o più episodi depre: maggiori. B. Presenza (anche in anamnesi) di almeno un episodi: ipomaniacale. C. Non vi è mai stato un episodio maniacale o un episodio misto. D. sintomi dell'umore di cui ai criteri A e B non sono meglio inquadrabili come disturbo schizoaffettivo, e non sono sovrapposti a schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo delirante o disturbo psicotico non altrimenti specificato. E. I sintomi causano disagio significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. episodio ipomaniacale. Tuttavia, è indicata cautela in modo che uno o due sintomi (in particolare un aumento di irritabilità, nervosismo o agitazione a seguito di uso di antidepressivi) non vengano considerati come sufficienti per una diagnosi di episodio ipomaniacale, né necessariamente indicativi di una diatesi bipolare. EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE A. Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di due settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è (1) umore depresso o (2) perdita di interesse o piacere. Nota: non comprende sintomi chiaramente attribuil i ad altra condizione medica. 1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti giorni, come riportato dall'individuo (per es., si sente triste, vuoto/a, disperato/a) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso/a). (Nota: nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile.) 2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni (come indicato dal resoconto soggettivo o dall'osservazione). 3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o un aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso inuzione corporeo in un mese) oppure di; o aumento dell'appetito quasi tutti i giorni. (Nota: nei bambini considerare l'incapacità di raggiungere i norm, elli ponderali.) * concatatonia; * conesordio nel peripartum; * conandamento stagionale. Specificare il decorso se attualmente non sono soddisfatti pienamente i criteri per un episodio di alterazione dell'umore * Inremissione parziale. * Inremissione completa. Specificare la gravità se attualmente non sono soddisfatti pienamente i criteri per un episodio di alterazione dell'umore * Lieve. «Moderato. * Grave. Fonte: American Psychiatric Association (2001). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text Revision, DSMIV-TR, 4 ed. Milano: Masson; riproduzione autorizzata. American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, 5 ed. Milano: Raffaello Cortina Editore; riproduzione autorizzata. 3.1 nm Altri disturbi bipolari Ci sono altre varianti del disturbo bipolare I e II e della ciclotimia. Nel DSM-5 sono state introdotte quattro diagnosi per specificare il tipo di disturbo bipolare che si presenta: * disturbo bipolare e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci; * disturbo bipolare e disturbi correlati dovuto a un’altra condizione medica; * disturbo bipolare e disturbi correlati con altra specificazione; * disturbo bipolare e disturbi correlati senza specificazione. 4 DISTURBI DEPRESSIVI Il capitolo dei “Disturbi depressivi” ha subìto molti cambiamenti; la distimia è stata inclusa nel disturbo depressivo maggiore cronico con la definizione di disturbo depressivo persistente e inoltre sono stati eliminati i criteri di esclusione del lutto dalla diagnosi di disturbo depressivo maggiore. Il capitolo include anche due nuove dimensioni: 1. disturbo da disregolazione dell’umore dirompente (specifico del bambino); 2. disturbo disforico premestruale. 4.1 n Disturbo da disregolazione dell'umore dirompente Questo disturbo riguarda i bambini sopra i 6 anni di età e si pone diagnosi quando si osservano scoppi d’ira o collera con irritabilità sottostante in situazioni che non giustificano tale comportamento per un periodo superiore ai 12 mesi. L’introduzione di questa dimensione permette di distinguere i bambini con un disturbo da disregolazione dell’umore da quelli che sviluppano un disturbo bipolare a esordio precoce (nell’infanzia). I sintomi che permettono di porre diagnosi sono i seguenti: * gravi scoppi di collera cronici e aggressività verbale sproporzionati alla situazione; * gliscoppisi verificano in media tre o più volte alla settimana; * si verificano per un periodo di 12 mesi o più; * l’irritabilità persistente permane e non diminuisce quando i fattori stressanti esterni cessano e tale comportamento è osservabile dagli altri; * la diagnosi non può essere posta prima dei 6 anni di età e neanche dopo i 18; * all’anamnesi si rileva che questi sintomi erano presenti anche prima dei 10 anni di eà; * non è presente diagnosi di mania o umore euforico per più di 1 giorno; * i comportamenti non sono conseguenti a un altro disturbo; * il comportamento non soddisfa i criteri del disturbo bipolare. 4.2 Disturbo disforico premestruale È stato introdotto nel DSM-5 come una forma di depressione specifica possibile in un ridotto numero di donne. Perché si possa porre diagnosi di disturbo disforico premestruale devono essere presenti labilità affettiva e irritabilità per la maggior parte dei 12 mesi precedenti la diagnosi, presentandosi nella settimana che precede le mestruazioni e scomparendo dopo le mestruazioni. Si richiede che siano presenti 5 dei seguenti 11 sintomi per porre la diagnosi: 1. sentimenti di disperazione, tristezza o bassa autostima; 2. tensione o ansia; 3. labilità affettiva che include tendenza al pianto; A. Cinque o più dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è costituito da (1) umore depresso o (2) perdita di interesse o piacere. 1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. 2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. 3. Significativa perdita di peso o aumento di peso, indipendentemente dalla dieta, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno. Insonnia o ipersonnia. 5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno. 6. Faticabi ogni giorno. o mancanza di energia quasi 7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno. 8. Ridotta capacità di pensare o concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno. 9. Pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano io, o specifico, o un tentativo di l'ideazione di un piano specifico per commettere suicidio. I sintomi non soddisfano i criteri per un Episodio Misto. | sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti. EPISODIO DEPRESSIVO MAGGIORE A. Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di due settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento; almeno uno dei sintomi è (1) umore depresso o (2) perdita di interesse o piacere. (Nota: non comprende sintomi chiaramente attribu medica.) 1. Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti giorni, come riportato dall'individuo (per es., si sente triste, vuoto/a, disperato/a) o come osservato dagli altri (per es., appare lamentoso/a). (Nota: nei bambini e negli adolescenti l'umore può essere irritabile.) 2. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi, le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti giorni (come indicato dal resoconto soggettivo o dall'osservazione). 3. Significativa perdita di peso, non dovuta a dieta, o un aumento di peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi tutti i giorni. (Nota: nei bambini considerare l'incapacità di raggiungere i normal ponderali.) Insonnia o ipersonnia quasi tu 5. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi tutti i giorni (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto/a o rallentato/a). 6. Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni. 7. Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi tutti i giorni (non semplicemente autoaccusa o sentimenti di colpa per il fatto di essere ammalato/a). D. I sintomi non sono dovuti a effetti fisiolog diretti di una sostanza o di una condizione medica generale. E. I sintomi non sono meglio giustificabili da lutto, persistono per più di due mesi o sono caratterizzati da una compromissione funzionale marcata, autosvalutazione patologica, ideazione suicidaria, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio. Specificazioni * Lieve. «Moderato. » Grave senza manifestazioni psicotiche. » Grave con manifestazioni psicotiche. * Inremissione parziale. * Inremissione completa. * Cronico. «Con manifestazioni catatoniche. «Con manifestazioni atipiche. «Con esordio nel postpartum. Specificazioni del decorso longitudinale * Conrisoluzione interepisodica completa. «Senza risolu. ine interepisodica completa. * Adandamento stagionale. EPISODIO SINGOLO A. Presenza di un episodio depressivo maggiore. B. L'episodio depressivo maggiore non è meglio inquadrabile come disturbo schizoaffettivo e non è sovrapposto a schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo delirante, o disturbo psicotico non altrimenti specificato. C. Non è mai stato presente un episodio maniacale, un episodio misto o un episodio ipomaniacale. EPISODIO RICORRENTE A. Presenza di due o più episodi depressivi magg episodi deve esserci un intervallo di almeno Nota: per considerare separati gli Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi tutti i giorni (come impressione soggettiva od osservata da altri). 9. Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico o un tentativo di sui per commettere suicii | sintomi causano disagio clinicamente o compromissione del funzionamento ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. L'episodio non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza o di altra condizione medica. Nota: depressivo maggiore. criteri A-C costituiscono un episodio Nota: es., lutto, tracollo finanziario, perdite derivanti poste a una perdita significativa (per da un disastro naturale, una grave patologia medica o disabilità) possono comprendere sentimenti di intensa tristezza, ruminazione sulla perdita, insonnia, scarso appetito e perdita di peso, annotati nel Criterio A, che possono assomigliare a un episo( depressivo. Nonostante tali sintomi possano essere comprensibili oppure considerati appropriati alla perdita, la presenza di un episodio depressivo maggiore in aggiunta alla normale posta a una peri dovrebbe essere considerata attentamente. Questa de inequivocabilmente una valutazione clinica ine richiede basata sulla storia dell'individuo e sulle norme due mesi consecutivi durante il quale non risultino soddisfatti i criteri per un episodio depressivo maggiore. B. Gli episodi depressi: maggiori non sono inquadrabili come disturbo schizoaffettivo e non è sovrapposto a schizofrenia, disturbo schizofreniforme, disturbo delirante, o disturbo psicotico non altrimenti specificato. C. Non è mai stato presente un episodio maniacale, un episodio misto o un episodio ipomaniacale. culturali per l'espressione del disagio nel contesto della perdita. D. Il verificarsi dell'episodio depressivo maggiore non è meglio spiegato dal disturbo schizoaffettivo, da schizofrenia, da un disturbo schizofreniforme, da un disturbo delirante o da un disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici con altra o senza specificazione. E. Nonviè mai stato un episodio maniacale o ipomaniacale. Nota: tale esclusione non si applica se tutti gli episodi -maniacali o simil-ipomaniacali sono indotti da sostanze o sono attribuibili agli effetti fisiologici di un'altra condizione medica. Specificare se: «episodio singolo; «episodio ricorrente. Specificatori di gravità/decorso * Lieve. «Moderato. * Intenso. * Con caratteri: * Inremissione parzi «Inremissione completa. * Nonspecificato. Specificare se: * conansia; *_ concaratteristiche miste; * concaratteristiche melancoliche; * concaratteristiche atipiche; * concaratteristiche psicotiche congruenti all'umore; « concaratteristiche psicotiche non congruenti all'umore; * concatatonia; * conesordio nel peripartum; * conandamento stagionale. Fonte: American Psychiatric Association (2001). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text Specificare se (per gli ultimi due anni di Disturbo Distimico): » con manifestazioni atipiche. funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. Nota: poiché i criteri per un episodio depressivo maggiore includono quattro sintomi che non sono presenti nella lista dei sintomi per il disturbo depressivo persistente (distimia), un numero molto li itato di individui avrà sintomi depressivi che si sono protratti per più di 2 anni ma non soddisferanno i criteri per il disturbo depressivo persistente. Se i criteri per un episodio depressivo maggiore vengono soddisfatti durante l'attuale episodio di malattia, dovrebbe essere posta la diagnosi di disturbo depressivo maggiore. Altrimenti, è giustificata la diagnosi di disturbo depressivo con altra specificazione oppure di disturbo depressivo senza specificazione. Specificare se: «conan *_ concaratteristiche miste; * concaratteristiche melancoliche; * concaratteristiche atipiche; * concaratteristiche psicotiche congruenti all'umore; « concaratteristiche psicotiche non congruenti all'umore; * conesordio nel peripartum. Specificare se: » in remissione parziale; «in remissione completa. Specificare se: * conesordio precoce: esordio prima dei 21 anni; * conesordio tardivo: esordio a 21 o più anni. Specificare se (per gli ultimi due anni di disturbo depressivo persistente): * consindrome distimica pura: i criteri per episodio depressivo maggiore non sono stati soddisfatti pienamente nei 2 anni precedenti; « conepisodio depressivo maggiore persistente: criteri per episodio depressivo maggiore sono stati soddisfatti pienamente nei 2 anni precedenti; « conepisodi maggiori depressivi intermittenti, con episodio attuale: i criteri per un episodio depressivo maggiore sono attualmente soddisfatti pienamente, ma vi sono stati periodi di almeno 8 settimane almeno nei 2 anni precedenti con sintomi sotto la soglia per un episodio depressivo completo; « conepisodi maggiori depressivi intermittenti, senza episodio attuale: i criteri per un episodio depressivo maggiore non sono attualmente soddisfatti pienamente, ma vi sono stati periodi di almeno 8 settimane almeno nei 2 anni precedenti con sintomi sotto la soglia per un episodio depressivo completo. Specificare la gravità attuale * Lieve. «Moderato. * Grave. Fonte: American Psychiatric Association (2001). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text Revision, DSMIV-TR, 4 ed. Milano: Masson; riproduzione autorizzata. American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, 5 ed. Milano: Raffaello Cortina Editore; riproduzione autorizzata. 5.2 n Mutismo selettivo Il mutismo selettivo è stato riclassificato nel DSM-5 come un disturbo d’ansia. I criteri per il mutismo selettivo rimangono gli stessi, unica variazione è lo spostamento nel capitolo dei “Disturbi d’ansia”. 5.3 n Fobia specifica I criteri per la fobia specifica sono sostanzialmente invariati eccetto per la durata, almeno 6 mesi, e l’abolizione del criterio che la persona debba riconoscere che l’ansia è eccessiva. I tipi di fobia ora sono indicati come specificatori. 54 n Disturbo d'ansia sociale I criteri diagnostici sono rimasti invariati, le uniche variazioni riguardano la durata, almeno di 6 mesi che si applica a tutte le età, e l’abolizione del criterio secondo la persona doveva riconoscere l’ansia o la paura come eccessive. È stato inoltre introdotto il nuovo specificatore “legata solo alla performance” che sostituisce “generalizzata” che riconosce un sottoinsieme del disturbo d’ansia sociale. 5.5 n Disturbo di panico Nel DSM-5 il disturbo di panico e l’agorafobia sono stati divisi, distinguendo le due dimensioni in due disturbi distinti. I criteri per la diagnosi sono sostanzialmente rimasti invariati, unico cambiamento è nelle descrizioni tipiche degli attacchi di panico; quelli causati da una situazione specifica o da uno stimolo e quelli inaspettati sono stati ridefiniti in due tipologie distinte, “inaspettato” e “atteso”. 5.6 n Agorafobia dall'esterno come l'inserzione del pensiero). 4. La persona riconosce che i pensieri, gli impulsi o le immagini ossessivi sono un prodotto della propria mente (e non imposti dall'estero come nell'inserzione del pensiero). Compulsioni come definite da 1. e 2. 1. Comportamen per es., lavar: le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che la persona si sente obbligata a mettere in atto in risposta a un'ossessione, o secondo regole che devono essere applicate rigidamente. 2. l comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre il disagio o a venti o situazioni prevenire alcui temuti; comunque questi comportamenti o azioni mentali non sono collegati in modo realistico con che sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono cl eccessi B. In qualche momento nel corso del disturbo la persona ha riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli. Nota: non si applica ai bambini C. Le ossessioni o compulsioni causano disagio marcato, fanno consumare tempo (più ora al giorno) o interferiscono sig della persona, con il funzionamento icativamente con le normali abitui lavorativo (o scolastico) o con le attività o relazioni sociali usuali. D. Se è presente un altro disturbo in Asse I, il contenuto delle ossessioni o delle compulsioni non è limitato a esso (per es., preoccupazione per il cibo in presenza di un Disturbo dell'Alimentazione; tirarsi i capelli in 1. Comportamenti ripe per es., lavar: mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (per es., pregare, contare, ripetere parole mentalmente) che il soggetto si sente obbligato a mettere in atto in risposta a un'ossessione o secondo regole che devono essere applicate rigidamente. 2. l comportamenti o le azioni mentali sono volti a prevenire o ridurre l'ansia o il disagio o a prevenire alcuni eventi o situazioni temuti; tuttavia, questi comportamenti o azioni mentali non sono modo realistico con ciò che collegati sono designati a neutralizzare o a prevenire, oppure sono chiaramente Nota: ibam eccessi piccoli possono non essere in grado di articolare le ragioni di questi comportamenti o azioni mental Le ossessioni o compulsioni fanno consumare tempo (per es., più di un'ora al giorno) o causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti. I sintomi ossessivo-compulsivi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., una droga, un farmaco) o a un'altra condizione medica. Il disturbo non è meglio giustificato dai sintomi di un altro disturbo mentale (per es.: eccessive preoccupazioni, come nel disturbo d'an generalizzato; preoccupazio! legate all'aspetto, come nel Disturbo da dismorfismo corporeo; difficoltà di gettare via o separarsi dai propri averi, come nel disturbo da presenza di Tricotillomania; preoccupazione per il proprio aspetto nel Disturbo da Dismorfismo Corporeo; preoccupazione isturbi da Uso di Sostanze; preoccupazione di avere una riguardante le sostanze nei grave malattia in presenza di Ipocondria; preoccupazione riguardante desideri o fantasie sessuali in presenza di una Parafilia; o ruminazioni di colpa in presenza di un Disturbo Depressivo Maggiore, Episodio Singolo o Ricorrente). E. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale. Specificare se: «con scarso insight: se per la maggior parte del tempo, durante l'episodio attuale, la persona non riconosce che le ossessioni e compulsioni sono eccessive o irragionevi accumulo; strapparsi i peli come nella tricotillomania; stuzzicamento della pelle, come nel disturbo da escoriazione; stereotipie, come nel disturbo da movimento stereotipato; comportamento alimentare ritualizzato, come nei disturbi alimentari; preoccupazione per sostanze o per il gioco d'azzardo, come nei disturbi correlati a sostanze e nei disturbi da addiction; preoccupazioni legate all'avere una malattia, come nel disturbo da ansia di malattia; impulsi o fantasie sessuali, come nei disturbi parafilici; impulsi, come nei disturbi da comportamento dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta; ruminazioni relative al senso di colpa come nel disturbo depressivo maggiore; pensieri intrusivi o preoccupazioni deliranti, come nei disturbi dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici; oppure pattern di comportamenti ripetitivi come nei disturbi dello spettro autistico). Specificare se: con insight buono o sufficiente: l'individuo riconosce che le convinzioni del disturbo ossessivo-compulsivo sono decisamente o probabilmente non vere, o che esse possono essere o non essere vere; con insight scarso: l'individuo pensa che le convinzioni del disturbo ossessivo- compulsivo siano probabilmente vere; con insight assente/convinzioni deliranti: l'individuo è assolutamente sicuro che le convinzioni del disturbo ossessivo- compulsivo siano vere. Specificare se: correlato a tic, l'individuo ha una storia attuale o passata di disturbo da Fonte: American Psychiatric Association (2001). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Text Revision, DSMIV-TR, 4 ed. Milano: Masson; riproduzione autorizzata. American Psychiatric Association (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali DSM-5, 5 ed. Milano: Raffaello Cortina Editore; riproduzione autorizzata. 6.2 © Disturbo di dismorfismo corporeo Questo disturbo era in precedenza classificato tra i disturbi somatoformi. La maggior parte dei criteri diagnostici è ivariata, con l'aggiunta di un solo criterio che descrive i pensieri o i comportamenti ripetitivi correlati a preoccupazioni sull’aspetto fisico. Sono stati aggiunti anche specificatori dell’insight (buono o sufficiente, scarso o assente). 6.3 Mm Disturbo da accumulo Il comportamento da accumulo era un sintomo del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità nel DSM-IV-TR, mentre ora è considerato un vero e proprio disturbo separato. Questo disturbo è frequentemente associato a sintomi come l’accumulo di oggetti che impediscono il normale utilizzo di uno spazio. Questi sintomi devono causare un disagio clinicamente manifesto con compromissione di aree del funzionamento sociale. Anche per questo disturbo sono stati introdotti gli specificatori relativi al grado di insight (buono o sufficiente, scarso o assente). I criteri per questo nuovo disturbo sono: * persistenti problemi nel separarsi dai propri beni, anche quelli che non hanno un effettivo valore reale; * conservare gli oggetti è intenzionale e il pensiero di separarsi da questi genera sentimenti di disagio; e disturbo reattivo dell’attaccamento; e disturbo da impegno sociale disinibito; * disturbo da stress post-traumatico; * disturbo da stress acuto; * disturbi dell'adattamento (da codificare in base ai seguenti specificatori: con umore depresso, con ansia, con ansia e umore depresso misti, con alterazione della condotta, con alterazione mista dell’emotività e della condotta, non specificati). 7.1 n Disturbo reattivo dell’attaccamento I criteri diagnostici non sono cambiati rispetto al DSM-IV-TR, eccetto per la separazione dei due sottotipi, inibito vs disinibito. Entrambi i disturbi condividono la stessa eziologia, cioè la trascuratezza sociale che deve verificarsi prima dei 5 anni di età e che limita la capacità del bambino di formare attaccamenti adeguati. Nel disturbo reattivo dell’attaccamento, il bambino manifesta sintomi di ritiro emozionale e di disagio, comportamenti internalizzanti. 7,2 ® Disturbo da impegno sociale disinibito I criteri per questo nuovo disturbo sono simili a quello descritto sopra. Anche in questo caso il bambino non ha sviluppato un attaccamento appropriato. I criteri per questo disturbo richiedono comportamento socievole indiscriminato nei confronti di qualsiasi figura adulta, anche sconosciuti, nello specifico: + ridotta reticenza nell’approcciare e nell’interagire con adulti sconosciuti; * eccessiva familiarità con gli estranei; * mancanza di interesse per il controllo a distanza del caregiver o allontanamento senza supervisione; * disponibilità ad allontanarsi con un adulto sconosciuto con minima o nessuna esitazione. Questo disturbo limita la capacità del bambino di interagire in maniera appropriata e coerente con la propria età. 7,3 ® Disturbo da stress post-traumatico Sono state condotte molte variazioni ai criteri diagnostici per questo disturbo (Tab. 7). Per porre diagnosi di disturbo da stress post-traumatico si richiede che sia esplicitato il tipo di evento traumatico e deve essere specificato se l’evento è stato vissuto direttamente o indirettamente, o se è il risultato di numerose esposizioni al trauma. Non è più necessario che la persona debba provare paura, disperazione od orrore rispetto all’evento stressante. La sintomatologia è suddivisa in quattro categorie: 1. sintomi intrusivi (ricordi, sogni spiacevoli, reazioni dissociative, flashback, disagio intenso, risposta fisiologica a fattori scatenanti); 2. evitamento persistente di ricordi, pensieri o sentimenti che riportino all’evento traumatico; 3. modificazioni in senso negativo dell’umore e dei pensieri; 4. ipervigilanza o aumento dell’arousal. Inoltre sono state abbassate le soglie di età per porre diagnosi di disturbo da stress post-traumatico ai 6 anni, e sono stati posti criteri separati per i bambini al di sotto dei 6 anni per i quali è richiesto un solo sintomo di evitamento comportamentale o alterazione dell'umore per porre diagnosi. Nel DSM-5 sono stati inclusi specificatori come “con sintomi disssociativi” o ‘con espressione ritardata” (dopo 6 mesi dall’evento). 74 n Disturbo da stress acuto I cambiamenti per i criteri sono gli stessi del disturbo da stress post- traumatico. Rimangono invariati i criteri temporali che hanno sempre distinto i due disturbi. I sintomi devono iniziare entro 3 giorni dall’evento e durare per un mese perché sia posta la diagnosi. Nel caso in cui la sintomatologia superi la durata del mese, allora sarà possibile porre diagnosi di disturbo da stress post-traumatico. 7.5 n Disturbo dell'adattamento I disturbi dell'adattamento, nel DSM-5, sono considerati disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti. I criteri per il disturbo rimangono gli stessi presenti nel DSM-IV-TR.