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Linguistica generale- Gatti, Appunti di Linguistica Generale

Documento riassuntivo delle lezione del II semestre della prof Gatti

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 16/06/2018

Ghinzelli
Ghinzelli 🇮🇹

4.8

(10)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Linguistica generale- Gatti e più Appunti in PDF di Linguistica Generale solo su Docsity! LINGUISTICA GENRALE II SEMESTRE CAPITOLO 3 EPISTEMOLOGIA Possiamo osservare le discipline in base a oggetto studiato e il metodo utilizzato, l'oggetto definisce il metodo. In base a metodo utilizzato descriviamo tra scienze descrittive e scienze empirico-deduttive Le scienze nascono per spiegare il dato: i dati interpellano la ragione umana come indizi. Spiegare dato = spiegare in ambito scientifico significa interpretare il dato scoprendo la sua funzione nella totalita. Quando la ragione e interpellata nella spiegazione del dato potrebbe fermarsi al dato e non leggerlo come indizio. Se noi consideriamo come dato solo parte emergente di un iceberg, come nel Titanic, il dato dell'affondamento fa tornare ad interpretare il dato in modo corretto. Spiegare il dato significa metterlo nella totalita dove svolge la sua funzione. Esistono le lingue? Noi non abbiamo a che fare con la lingua tedesca ma con dati comunicativi, dati linguisticci che vengoo interpretati e spiegati nella loro funzione per individuare cosa svolgono nel sistema linguistico. Il dato e un problema → problema dal grego pro qualcosa che si mette prima, che si mette davanti agli occhi e che interpella la ragione nella sua assurdita e misteriosità: non riusciamo a spiegarci come un evento fisico linguistico sia portatore di qualosa di non fisico. Il ricercatore si muove perche c'e un problema che lo interpella nella sua assurdita. Di fronte a questa problematicita, a questo nesso che non riusciamo a trovare, il ricercatore effettua una riflessione sul nesso, sul dato linguistico. La ragione cerca di capire il nesso. Il linguista non puo fare altro che fare ipotesi: la linguistica e una scienza empirico-deduttiva → scienziato sui dati che ha forma ipotesi che siano deducibili dai dati. L'ipotesi e tanto piu forte quanto piu si ha il coraggio di staccarsi dal dato e quindi di astrarre. Cosa centra il fonema in tutto cio? Noi possiamo astrarre (il fonema) con audacia maggiore o minore. Tre livelli di astrazione (dal piu basso, che ci fa scoprire meno a quello piu alto che ci fa scoprire di piu): 1. GENERALIZZAZIONE: ES: dato 1 = coda di un gatto 1. Dato 2 = coda di un gatto 2, prendiamo elementi di tre dati e questo elemento comune lo applichiamo alla totalità La generalizzazione è un processo di quantificazione, l'essere dotato di coda l'abbiamo applicato da uno a tutti. Prendiamo qualcosa che emerge da un dato e lo attribuiamo alla totalita, non ci dice nulla di nuovo. Si prende proprieta di un'entita e la si attribuisce a tutte le entita. 2. DAI DATI AL CONCETTO NON OSSERVABILE: ES: A possiede moto di 10 mila euro B possiede auto di 10 mila euro. I due se la scambiano perche? Perche hanno lo stesso valore. Dal confronto dei due dati osservabili, il processo di astrazione ci porta ad introdurre una nuova categoria: il concetto di valore che non e osservabile. Come il valore ine economia il fonema e un concetto non osservabile. Abbiamo fatto un'astrazione dal dato e cosi ci arricchisce maggiormente: spiega il dato aggiungendo un concetto in piu. 3. DAI DATI ALLE ENTITA NASCOSTE: livello piu audace Noi non vediamo l'entita ma c'è se non ci fosse non riusciremmo a descrivere il funzionamento di un dato sistema. ES: una persona X esce di casa avendo chiuso tutto, quando torna vede tutto aperto e sotto sopra, ipotizza un'entita nascosta un ladro. ES 1: Luigi guida. Ha 5 anni. ES 2: Luigi non guida. E sposato 1. sentiamo un senso unitario: bisogna fare un'inferenza, bisogna ricostruire un nesso logico che c'e bisogna Gatto: (gatt = significato lessematico) o (significato grammaticale, genere, numero) Gatto può essere scomposto in sillabe e poi in fonemi (t,o) e abbiamo così unità costitutive che non sono però significative. Sono funzionali a creare significati ma non costituti da un processo di manifestazione che ha significato e quindi non hanno immediatamente un apporto di significato sono quindi di seconda articolazione. Il Sofista di Platone (dialogo tra uno straniero e Teeteto): due personaggi conversano interrogandosi sul problema della symploché: sost deverbale, dal verbo sym-pléko = incorociare Greco: plénymi Latino: plecti Simplex- multiplex Italiano: plico Tedesco: flechten I greci con il termine onomata indicano tutte le parole. Parole (onomata) → nomi (onomata): se osserviamo le parole troviamo i nomi di coloro che compiono le azioni: onomata e onomata, parole che svolgono la funzione di nome (non chi le compie): rémata. Proviamo a combinare le parole: NOMI (ONOMATA): Uomo Cervo Leone Cavallo VERBI (REMATA): Corre Dorme Cammina Mangia Se li combiniamo non otteniamo un frammento di discorso dotato di significato ma otteniamo un elenco, che è una connessione di parole che si intrecciano, è una giustapposiziaone, messe una accanto all'altra come una somma. Se prendiamo un nome che dice colui che compie un'azione e lo combiniamo con un verbo: l'uomo dorme, otteniamo, dice platone, una combinazione reale tra i due elementi, non sono la somma di un materiale semiotico ma significano qualcosa di nuovo. E percepiamo un frammento di realtà perché abbiamo ottenuto un senso unitario. Nel dialogo Platone ha espresso ciò che noi chiamiamo principio di composizionalità: quando combiniamo le parole, di cui ogni parola è un'unità significativa= che veicola significato. Quando combiniamo le parole che veicolano significato otteniamo una combinazione signifcativa delle parole, combinazione che produce senso. Si possono unire solo parole che sono congrue, che sono fatte per stare insieme, devono essere complementare= devono essere differenziate tra loro dal punto di vista logico, dal punto di vista della funzione comnciativa. Combinazione delle parole si basa sulla differenziazione semantica, logica, della funzione comunicativa delle parole = parole che indicano soggetti e azioni compiute da essi. Parole differeenziate in base alle diverse azioni svolte. ES: MODI DI ESSERE: correre, dormire, intelligente, bianco. Ci sono parole che caratterizzano le entità presenti in un frammeno di realtà: bianco, caratterizza il suo modo di essere bianco. Ascoltare è uno dei modi di essere dell'entità studente come spiegare è per il docente. Sono i modi di essere che indicano le entità che possono essere in quel modo, che possono essere coinvolti in tali modi di essere: luigi, gatto, muro. Platone percepisce la differenziazione logica nel momento in cui dice che si possono combinare solo parole che sono complementari: DIFFERENZIAZIONE SEMANTICA. PAROLA PREDICATO: le parole sono categorie che si dicono a ridosso della realtà, che la caratterizzano → katá Predicato = categoria. Può essere usato anche per indicare il predicato verbale. in ambito logico con predicato si intendono le parole che esprimono modi di essere (verbi o aggettivi). Le parole che dicono gli esseri che possono presentarsi in quel modo, In sede logica, sono chiamate argomenti. Platone intuì che perché le parole possano creare intreccio devono essere parole predicato e parole argomento. Se presentano questa differenziazione di funzione comunicativa possono combinarsi. Il principio della composizionalità si basa sulla congruità: mettiamo insieme parole che possono stare insieme perché sono congrue. Quando combiniamo parole congrue otteniamo logos e il nesso che si forma tra le parole è un nesso predicativo-argomentale in quanto le parole congrue svolgono una funzione di predicato, di argomento. Devono individuare un nesso tra predicato e argomento. E così si crea logos. Fedro di Platone Paragona il discorso al corpo umano. Logos = un che di vivente, non è una successione di elementi ma una combinazione di elementi che hanno una ragione per essere collegati. Così gli organi sono tenuti insieme da una loro organità. Il discorso è vivente, ha un legame logico, inferenziale tra i suoi elementi. Nel '900 il principio di composizionalita è stato interpretato come una somma, una aggiunta di significato sopra significato. Ma invece si combinano perché sono differenziate e proprio perché sono differenziate entrano una nell'altra e creano qualcosa di nuovo. Composizione e virtualità: Bambino = parole argomento Dorme = parola predicato Salto di qualità quando combiniamo gatto con miagola → otteniamo qualcosa di qualitativamente diverso, presentazione di una possibile esperienza, segmenti di esperienza che possono accadere nella realtà. Frammenti di mondo virtuali. Virtualità ha la sua sede nella lingua. Combinando le parole otteniamo enunciati. Con confronto della verifica con l'esperienza c'è un frammento di mondo descrivibile in questi termini allora dicendo il bambino dorme usciamo dal mondo della virtualità e descriviamo un frammento di mondo reale. Se invece con questo confronto non otteniamo un frammento di mondo descrivibile in questi termini allora la lingua si apre alla possibilità della menzogna. Se non c'è nessun momento del reale che corrisponde a quello che diciamo allora mentiamo. L'animale è immerso nella realtà e non può distanziarsi da essa rendendosi conto di essere differenziato dalle altre cose del reale. L'uomo invece può e può farlo grazie alla ragione. Ragione da linguaggio. E nel linguaggio troviamo liberta. Virtualità buona è quella consapevole di essere virtualità. Virtualità cattiva è quella che pretende di essere la realtà. Dalla virtualità all'attualità: i nostri discorsi vengono a descrivere un mondo di cose. Non è più un discorso potenziale ma descrive un frammento di reale. Il linguaggio interpella la dimensione della libertà e la composizionalità delle parole, fa emergere la dimensione di libertà dell'uomo dalla realtà. Egli può dire cosa è vero e cosa è falso. Gli animali non sanno mentire: non sono dotati dalla libertà di attestare il vero e di attestare il falso. PRINCIPIO DI CONGRUITÀ Come opera la congruità? Ciascun predicato seleziona i propri elementi: Luigi La bambina Cammina Acqua Costruiamo nessi costituzionali, predicativi, argomentali, nessi di ragione e di esperienza. Il modo di essere è il predicato che stabilisce le sua entità, con chi può combinarsi e con chi no. Luigi = entità umana Bambina = entità umana Acqua cammina: da scartare, ma in un ambito poetico potrebbe andare bene se inteso in modo metaforico, metafora testuale = si combinano parole che non sembrano congrue ma che hanno senso. Parola che ha un certo predicato adatto a descrivere una certa situazione ES: IL POLITICO LEGGE LA SAITUAZIONE, IL PC LEGGE IL DISCHETTO, IO LEGGO UNA VENA DI TRISTEZZA NEI TUOI OCCHI ≠ luigi legge → predicati diversi in quanto selezionano elementi diversi. ES: LA GIOIA CAMMINA La gioia non cammina ma potrebbe esserci un'interpretazione metaforica. PREDICATO E ARGOMENTO NON CONGRUI: ES: LUIGI LEGGE LO SCOIATTOLO Lesione di congruità che provoca insensatezza che non può essere detta, crea un non senso → Usinn. Il non senso non può diventare un testo che lo dice, non è dicibile. Il non senso non va confuso con la contraddittorietà (Widersinn) che ha a che fare con un'altra parte del Discorso. ES: Architetto descrive piano architettonico dicendo che pone una parete per separare la zona giorno e notte, dice PARETE É INTELLIGENTE: si può recuperare un senso. MONTAGNA È INTELLIGENTE: ≠ LUIGI INTELLIGENTE. montagna intelligente in quanto creata dal creatore per proteggere dai venti del nord. ES: HO MANGIATO UN PIATTO DI PASTA MA SONO DIGIUNO. Per essere bianco, verde, quante sono le entità imprescindibili? 1. Per essere maggiore ne servono 2: non si può essere maggiori da soli, ma rispetto a qualcosa. Dormire, camminare, mangiare, passeggiare: entità necessariamente coinvolte = 1 → predicati monoargomentali / monadici in quanto aprono, attivano un argomento. Strategia di manifestazione, parte del discorso sono qui dei verbi, quindi compaiono sia forme aggettivali che verbali, che permettono di capire di più come usiamo il termine predicato: se lo usiamo a livello profondo, logico – semantico non siamo a un livello sintattico, stiamo descrivendo la struttura profonda delle parole, siamo a livello logico – semantico, stiamo parlando di modi di essere, che possono essere qualità, proprietà, azioni (corrispondono ai verbi). Quando siamo a un livello profondo di descrizione della lingua, a livello di descrizione dei suoi significati profondi, il predicato indica un modo di essere. Finora il termine predicato l’avevamo usato in ambito sintattico = predicato verbale. Ma alcuni predicati logico – semantici corrispondono a (strutture linguistiche che sono) aggettivi, altri a verbi. A seconda del predicato, qualità, proprietà o modi diversi, quindi sono termini usati a livelli linguistici diversi. Noi possiamo dare una rappresentazione del predicato utilizzando un simbolismo logico: il sistema notazionale della logica. I predicati, modi di essere in logica vengono rappresentati con lettere dell’alfabeto maiuscola, quindi possiamo rappresentare: Predicato = P Entità selezionata dal predicato = x (x1, x2, x3.. → nomi di variabili oggettuali) Con Px (P di x) rappresentiamo qualsiasi predicato monoargomentale. La prima formula, rappresentazione è lineare. A volte è utile dare rappresentazione di questa struttura logica della parola utilizzando un grafo semantico (concetto preso dalla matematica, dalla teoria dei grafi). Ci interessa questa rappresentazione perché rende più trasparente, visibile la struttura logico – semantica delle parole. Grafo semantico = entità di rappresentazione costituita da elementi (nodi) che sono contrassegnati, etichettati da simboli, che possono essere simboli del predicato (P) o delle variabili oggettuali che intervengono nello scema argomentale del predicato. P (è un nodo) x Da P = predicato esce una freccia → freccia direzionata: la rappresentazione grafica ci consente di rappresentare questa direzione che va dal predicato all’argomento: la direzionalità della freccia ci dice che il predicato condiziona l’argomento → Anche tramite rappresentazione grafica, esplicitiamo che è il predicato ad individuare lo schema degli argomenti: numero, qualità ordine degli argomenti. ES: ENRICO PASSEGGIA CON SIMONA → frammento di esperienza individuato dal modo di essere, predicato “passeggiare”. Numero di argomenti individuati dal predicato = 1, perché “con Simona”, in termini di metafore teatrale, è una comparsa, è superfluo: lui per passeggiare non avrebbe bisogno di Simona, potrebbe farlo anche da solo, basta che ci sia lui. Passeggiare è un predicato monoargomentale, ma questo non impedisce che nel frammento di mondo che noi andiamo a descrivere, a individuare con questo predicato che apre un numero preciso di argomenti, ci sia un’altra entità (Simona), la quale anch’essa passeggia. Non sono tutti i complementi che noi teniamo presenti nell’enunciato che ci dicono quali sono gli argomenti del predicato, bisogna ragionare, e con la ragione a ridosso del testo riusciamo a ricostruire. ES: ENRICO E SIMONA PASSEGGIANO → (e = congiunzione, che realizza qui un sintagma, che va interpretato in un certo modo). Ciascuno dei due è un’entità selezionata dal passeggiare: lui passeggia, lei passeggia. Potremmo in un nostro testo descrivere questa situazione in cui i due passeggiano in un momento concomitante: Enrico passeggia e Simona passeggia, dal punto di vista stilistico vanno evitate le ripetizioni, le ridondanze, per cui, mediante la congiunzione “e”, costruiamo un sintagma che va interpretato in termini distributivi: in questo caso la congiunzione “e” apre un’interpretazione distributiva = entrambe le entità, le parole congiunte da questa congiunzione “e” sono da considerare come entità, ognuna delle quali è coinvolta dal predicato in una situazione a sé stante, che potrebbe essere concomitante o no. La “e” va quindi interpretata in termini distributivi: Enrico e Simona sono in entrambi i casi gli argomenti del predicato monoargomentale. Conclusione: La sintassi interpreta le strutture predicativo - argomentali e permette di rappresentare i frammenti di realtà, presentando situazioni che potrebbero essere temporalmente concomitanti o che si possono dare tramite coordinate temporali e spaziali che si diversificano, ma non cambia la natura del predicato. PREDICATI BIARGOMENTALI (O DIADICI) - Leggere - Mangiare - Maggiore P (x1 x2) P - Vicino - Davanti x1 x2 Quella di destra è la rappresentazione logica. Il predicato P seleziona due argomenti rappresentati tramite le due variabili oggettuali x1 e x2. Quando abbiamo più di un argomento, questi vanno racchiusi tra parentesi, che includono il frame argomentale del predicato. Possiamo dare una rappresentazione grafica mediante un grafo semantico, in cui dal nodo concettuale, contrassegnato dalla P del predicato, escono due frecce direzionali dicono che è il predicato a selezionare questi elementi. Leggere: Perché si costituisca un atto di lettura, i protagonisti imprescendibili, indispensabili sono 2: un libro per esempio, e un uomo che legge. Il predicato corrispondere ad un modo di essere, un’azione, che sussiste selezionando due entità che sono necessarie. Es. Luigi legge con gli occhiali: “con gli occhiali” è una caratterizzazione del primo argomento, quindi non sono 3 argomenti → viene esplicitato un elemento che permette al lettore di svolgere la sua azione di leggere. Mangiare: Analogamente, perché si dia una situazione di mangiare, le entità necessariamente coinvolte sono due. ES: LUIGI MANGIA, PIETRO DIGIUNA Mangiare seleziona 2 argomenti, perché si intuisce il fenomeno dell’oggetto interno: quando abbiamo un predicato come mangiare, è pleonastico esplicitare a livello sintattico il secondo argomento: la realtà ci dice che ci deve essere una persona che mangia e un oggetto commestibile. Normalmente, nella maggior parte dei casi è pleonastico, non si esplicita il secondo elemento, sarebbe ridondante (luigi mangia cibo → non si dice, è evidente che mangia cibo). Esplicitiamo a livello sintattico il secondo elemento quando questo è necessario dal punto di vista comunicativo, cioè quando dobbiamo caratterizzare qualche proprietà del cibo. Es. Luigi mangia solo cibi macrobiotici, non mangia cibi grassi. → quando è necessaria una aggettivazione, quando è necessario identificare il tipo di cibo, allora si esplicita il secondo argomento, che nel caso di mangiare rimane per lo più implicito → si parla di Oggetto interno, in quanto è pleonastico esprimerlo, qualora non sia necessario dal punto di vista qualitativo una certa aggettivazione che permette di distinguere, di mettere a tema certi tipi di cibo. Proprio perché questi predicati, modi di essere indicano azioni, siamo nella classe del lessico “verbo”. Maggiore, vicino, davanti: Si deve essere maggiori, vicini e davanti rispetto a qualcosa, non si può essere maggiori, vicini e davanti da soli. Si è vicini a… , maggiori di… , davanti a… non si può essere vicino, maggiore o davanti rispetto a sé stesso → è coinvolta in questa relazione una 2° entità. Questi 3 predicati, modi di essere coincidono con delle relazioni, non abbiamo azioni. Sono proprietà, ma mentre bianco e verde sono proprietà non relazionali, perché si è bianchi o verdi da soli, maggiore, vicino e davanti sono proprietà di natura relazionale, sono modi di essere relazionali. Questo predicato biargomentale, per la sua espressione linguistica a livello superficiale, ha 3 forme che corrispondono alla parte del discorso aggettivo. PREDICATI TRIARGOMENTALI (TRIADICI) - Dare - Dire → P (x1 x2 x3) P - Promettere - Insegnare x1 x2 x3 Dare: Perché ci sia un atto di dare sono necessari come protagonisti sulla scena 3 elementi imprescindibili: colui che inizialmente è in possesso di , si priva del possesso, perde il possesso, e colui che inizialmente era il non possessore, acquisisce il possesso dell’oggetto messo a tema → il possessore si spossessa del suo oggetto e il suo interlocutore, che inizialmente non possedeva ciò che abbiamo messo a tema, diventa da “nullatenente” a possessore → 3 entità: colui che possiede, l’entità scambiata e colui che gradualmente ne entra in possesso, mentre prima ne era privo. Perché ci sia un frammento di esperienza che possa essere caratterizzata come frammenti di mondo e momento di scambio devono esserci 3 entità: x1 = possessore, x2 = oggetto, x3 = soggetto che diventerà possessore dell’oggetto x2. Dire: Perché ci sia una situazione di proferimento del discorso, di “dire”, sia ha colui che proferisce il discorso ad un interlocutore (la comunicazione è uno scambio comunicativo. Etimologia del termine: com – munico → cum, in italiano “con” → crea relazionalità → il dire è un modo di essere che individua una situazione in cui si dà uno scambio comunicativo tra due interagenti. In questo scambio ci si scambia qualche cosa (etimologia di communicatio: deriva dal latino e indica lo scambio delle merci, dei beni, che poi si sono smaterializzati e sono diventati i beni che ci scambiamo nella comunicazione = sensi dei nostri messaggi. X1 = mittente. X2 = messaggio. X3 = destinatario. Non c’è differenza tra predicato dare e dire. Individuano però argomenti diversi, ognuno dei quali avrà una qualità diversa. Perché si dia un testo minimo deve esserci una strutturazione predicativo-argomentale. x1 originariamente in possesso di x2, entità x1 si spossessa gradualmente di x2 in favore di x3 che ne diventa il possessore Qui stiamo analizzando il numero degli elementi. ES: PROMETTERE La promessa = atto comunicativo. È qualcpsa che non può accadere se non dicendola. Speech acts: atto che non può accadere se non attraverso il dire ma il promettere non è un semplice atto del dire. Modo di essere che indica un'azione, coinvolte tre entità. Quali sono i protagonisti? Quali le comparse? x1 colui che promette x2 oggetto della promessa x3 destinatario della promessa Quali sono le parti del discorso a cui si rifanno dire, dare, promettere, insegnare? Al verbo, strutture verbali. PREDICATI TETRARGOMENTALI (TETRADICO) Selezione attiva di 4 partecipanti, entità. ES: VENDERE x1 venditore x2 oggetto commerciabile x3 compratore x4 prezzo ES: COMPRARE x1 compratore x2 oggetto commerciale x3 venditore x4 prezzo → osservare la stessa situazione da una direzione opposta. ES: TRADURRE x1 traduttore x2 testo che deve essere portato da una lingua 1 a una lingua 2 x3 lingua di partenza x4 L2 di arrivo A quale parte del discorso si affidano questi predicati logico semantici? Si affidano a verbi, a predicati verbali. ORDINE DEGLI ARGOMENTI: CONFRONTIAMO DARE/DIRE: I CONVERSIVI ES: DARE (x,y,z) Luigi da un libro a Maria → Maria riceve un libro da Luigi (z,y,x) A volte cambiando l'ordine degliargomenti leggiamo la situazione in un modo opposto. Dare-ricevere = conversisi. Quando cambiando gli argomenti la situazione non cambia ma la leggo da una direzione opposta si ha un rapporto di conversività. ES: MARITO P (x,y) MOGLIE (y,x) Se x è marito di y allora y è moglie di x. Marito e moglie sono conversivi lessicali. Sempre si può creare cinversivita mediante la diatesi ppassiva = strumento morfologico delle lingue naturali per creare il conversivo. Non sempre permutando ordine argomenti ho la stessa situazione letta inversa e il predicato è un'altra parola. Luigi aiuta pietro Pietro è aiutato da luigi → conversivo morfologico. CONGRUITÀ SEMANTICA = unione delle parole nel discorso non avviene a caso, parole fatte per stare le une con le altre. Si combinano parole che sono congrue. Fra cosa scatta la congruità? Ogni predicato stabilisce quali sono i suoi argomenti. 1. Paolo è 2. Questo libro è 3. Questo cane è 4. Questa proposta è 5. Questo lavoro è 6. Questo discorso è 7. * questa è una parete → intelligente. Nessi di lingua sono lessi di ragione e lessi di esperienza. È INTELLIGENTE è un predicato che seleziona i suoi argomenti. Cosa seleziona? 1. Si → ammette entità animate umane 2. Si 3. Si → permette di avere come argomento anche un'entità animata animale (non umana) è possibile per ciò che si trova nelle fiabe: personificazione Dare valenza di aprrsona a entità animate non umane 4. Si 5. Si 6. Si → perché sono azioni o risultati di azioni in cui l'agente è un umano. 7. Si solo in un contesto esperienziale. Laura/scelta → onesta SI Cane → onesto NO, anche personificazione non funziona * QUESTA parete è onesta NO Onesto: seleziona entita animate umane e azioni o risultato di azioni di entita animate umane. IN OGNI lingua è nascosto un sapere/ipotesi sulla realtà. I nessi ammessi/non ammessi della lingua sono nessi ammessi/non ammessi dalla ragione → la lingua ci comunica in un modo un po' nascosto, ma che emerge, un sapere sulla realtà e sui nessi interni ad essi. Leggere: predicato biargomentale con due elementi. Per poter stabilire se un argomento è possibile o no, leggere imopone sulla prima e seconda sede arfomentalr requisoiti che non vediamo → si tratta di presupposti. Leggere impone condizioni, presupposti che devono essere rispettate → gli argomenti devono essere risapettosi e congrui rispetto a dei presupposti. Presupposti di leggere: - L'entità deve esistere - Deve essere umano - Deve essere alfabetizzato - Questi presupposti sono come predicati che selezionano i loro argomenti TRADURRE = interpretare il testo e ricostruire il senso, che nel testo di partenza è formulato in una L1 = trasposizione da una lingua di partenza ad una lingua di arrivo. Di volta in volta il fruitore del testo ricostruisce inferenzialmente quel non detto che si nasconde fra le pieghe del testo (es. per questo si legge un libro o si guarda un film più volte). Il traduttore è un interprete: traduce da L1 a L2, ma se prova a ritradurre in L1 si avrò un testo diverso da quello di partenza, proprio perché ogni traduttore interpreta a proprio modo. Linguistica = autocoscienza dei parlanti Principio di Congruità semantica Noi sappiamo che la congruità si attua fra un predicato e il suo argomento. Il principio di congruità chiede un ulteriore affinamento. Il principio di congruità accade in questo modo: ciascun predicato individua, stabilisce, fissa delle condizioni sulle sedi argomentali. Dal nodo del nostro grafo semantico, qui contrassegnato dal predicato leggere, partono due frecce direzionate che si dirigono verso gli argomenti, le sedi argomentali (perché in presenza di x1 e x2 potremmo sostituire queste variabili di natura oggettuale con argomenti concreti). Il predicato stabilisce per i suoi argomenti delle condizioni presupposte, che non vengono dette nel testo: sono momenti di non – detto → Questi presupposti possiamo ricostruirli inferenzialmente. Per questo li rappresentiamo in questo grafo, in questi due box che intersecano le frecce, in quanto con questo formalismo notazionale intendono sottolineare che sono presupposizioni, significati presupposti, che non compaiono esplicitamente nel testo, nella combinazione che viene attutata tra predicato e i suoi argomenti, ma gli effetti li vediamo (è la ragione per cui uno scoiattolo non può leggere un libro). Queste condizioni presupposte stabiliscono come deve essere l’argomento che verrà selezionato nella prima sede, stabiliscono come dovranno essere gli argomenti completi che verranno collocati nella 2° sede. Questi presupposti saranno: Leggere X1 X2 Umano (x1) testo scritto (x2) Alfabetizzato (x1) X1 X2 X1 deve essere iponimo dell’iperonimo umano alfabetizzato X2 deve essere iponimo dell’iperonimo testo scritto Prima sede argomentale: Prima informazione: “ESISTE” X1: Simbolo utilizzato nella logica formale che indica l’esistenza di, è un predicato di esistenza, segnala l’esistenza dell’entità x1, quindi questo 1° presupposto fissato da leggere è che esista l’entità coinvolta da questo predicato. Il predicato leggere dice anche che questa entità x1 per leggere, per essere lettore deve presentare determinati tratti, caratteristiche: deve essere un’entità umana (es. Elia, figlio della mia collega ha 3 mesi: pur essendo un’entità umana non può ancora leggere, non è alfabetizzato) e alfabetizzata → tratti che definiscono come dovrà essere l’argomento → entità x1 dovrà essere caratterizzata dal modo di essere umano e dovrà anche essere alfabetizzata → X1 deve esistere, essere umano, essere alfabetizzato. Queste condizioni, questi presupposti sono fissati dall’argomento sulla sede argomentale, quindi individuano l’insieme di elementi che potranno svolgere il ruolo di x1 in rapporto al predicato leggere → individuano un insieme, un paradigma di elementi. Paradigma = termine dello strutturalismo. Saussure dice che un paradigma è un insieme di elementi alternativi = che possono svolgere funzione analoga = hanno una certa funzione comunicativa all’interno della catena. Questi presupposti stabiliscono quindi l’insieme di elementi, il paradigma di elementi = l’iperonimo di elementi (termine tecnico), il type (il tipo). ES: mammifero è l’iperonimo, il type, l’insieme, il paradigma, che contiene una serie di occorrenze che dovranno essere congrue con il tratto mammifero (es. bovino…). L’iperonimo dice il paradigma. Un paradigma è costituito da elementi che devono avere requisiti per poter appartenere a quel determinato insieme. In questo caso esistenza di entità umana alfabetizzata stabilisce l’iperonimo, il paradigma: tutti gli argomenti concreti che inseriremo nella prima sede argomentale dovranno essere occorrenze di questo paradigma, elementi di questo insieme, tokens (occorrenze) di questo type. ES: Luigi = argomento concreto che utilizziamo sostituendo questa variabile generica x1, è iponimo dell’iperonimo umano alfabetizzato → Luigi è un occorrenza, un elemento congruo con questi tratti, rispetta questi tratti umano e alfabetizzato → è un iponimo dell’iperonimo, è un’occorrenza, un token di questo type, quindi è un elemento che appartiene a tutti gli effetti a questo paradigma selezionato dal predicato leggere per la sua prima sede. Seconda sede argomentale: Analogamente il predicato leggere impone sulla seconda sede argomentale dei requisiti, fra cui la congruità. Quindi la congruità non è genericamente fra un predicato e un argomento, ma fra i presupposti, le condizioni che il predicato impone sull’argomento e l’argomento stesso. Anche nel secondo caso il predicato impone condizioni, presupposti che costituiscono un non – detto e che noi ricostruiamo inferenzialmente. ES: LO SCOIATTOLO LEGGE IL LIBRO → no. ES: LUIGI LEGGE LA SEDIA → no. Quindi facciamo emergere le caratteristiche, i presupposti che leggere impone sulla seconda sede argomentale → Anche qui la 2° entità, il 2° argomento deve necessariamente esistere, quindi anche qui il presupposto è esistenza di x2. ES: ELIA HA 3 MESI In questo momento non è alfabetizzato, ma in un momento successivo, in quanto leggerà, sarà alfabetizzato → cambiano i presupposti del predicato leggere? No, funziona se lo mettiamo al futuro. Se dicessi “Elia legge il giornale” questo elemento non sarebbe congruo con “alfabetizzato”, perché è troppo piccolo per poter leggere. Ma con il futuro parliamo di un Elia che avrà potenzialmente in futuro la capacità di leggere e sarà quindi alfabetizzato. “ESISTE” x2 Testo scritto (x2) → x2 deve esistere e deve essere caratterizzato da questo modo di essere (deve essere un testo scritto) → Anche per la 2° sede argomentale questi tratti presupposti definiscono il paradigma, l’insieme di elementi che potranno essere introdotti in questa 2° sede argomentale, individua l’iperonimo: x2 non deve esistere Costruire sulla prima sede argomentale prevede un requisito di esistenza. L'entita deve essere caratterizzata da tratti: animata (non umano, perche anche la formica e l'ape costruiscono) → presupposti: esistenza entita x1, deve essere animata x2 presupposti imposti dal predicato: per costruire, il secodo elemento non deve esistere: colui che costruisce lo pone in esistenza attraverso il suo processo di costruzione. Presupposto: non esistenza. Luigi legge con gli occhiali: occhiali non e un'entitaa da porre come argomento perche e necessariamente implicata dal primo argomento. Cosi anche calce cemento ecc non vengono ulteriormente aggiunti perche sono gia implicati da un argomento esistente: secondo argomento. ES: LA GIOIA CAMMINA Non congruità tra gioia e camminare. L'ordine delle parole e giusto. È corretta la grammaticalitasi puo recuperare una congruita sintattica a fronte di una non congruita semantica. Colourless green ideas sleep furiously: detto da Chompski Idee verdi senza colori dormono furiosamente. È congruo? Quante entita sono necessarie? Una. x1 deve esistere, deve essere animato (umano o non umano) Argomento inserito nella prima sede argomentale = idee → lesa la congruita perche le idee non sono animate. Caso particolare: romanzo che descrive un mondo virtuale Esistono due livelli di osservazione di un testo: - livello logico semantico: verifichiamo se argomenti sono congrui con predicati - livello grammaticale: se le parti del discorso sono combinate in modo corretto. Grammaticalita = congruita sintattica ES: PURCHÈ IL CAMMINA. Non c'e congruita ne semantica ne sintattica. La grammaticalita e lesa perche manca un soggetto: articolo determinativo e verbo. Introduce un sintagma completamente anonimo. PREDICATI CONNETTIVALI ES: PIOVE E TIRA VENTO Abbiamo fino ad ora analizzato modi di essere che corrispondono a parole, lessemi presenti all'interno di un enunciato. Questi erano enunciati semplici. Ci sono anche gli enunciati complessi. Esistono dei predicati come piove e tira vento che sono predicati perche sono modi di essre, relazioni che si possono insaurare fra proposizioni, fra stati di cose diversi. I predicati possono essere a tanti livelli: fino ad ora abbiamo guardato predicati all'interno di un singolo predicato, proposizione. Modi di essere: - relazionali: una relazione si puo instaurare anche tra situazioni che si possono colleagre - non relazionali Si possono combinare come argomenti anche situazioni espresse in termini di proposizioni, di sequenze testuali. Predicati: interfrastici → all'interno dell'enunicato, delle sequenza, della proprosizione. Piove corrisponde ad una proposizone (p) q = simbolo del calcolo della logica proposizionale con cui rappresentiamo il contenuto piove e tira vento p q p A q = simbolo che nel calcolo di primo ordine della logica proposizionale indica che e un connettivo → un predicato, un modo di essere di natura reLazionale Connettivo = indica relazione logica. quando guardiamo al nesso a livello logico, relazione di congiunzione Connettore = struttura linguistica, elemento linguistico che permette di manifestare quella struttura logicaa, quel nesso logico ES: non esco perché piove Perchè = connettore che esprime connettivo Nesso logico di casualita, abbiamo un connettivo casuale di casulaita. ES: piove o splende il sole Corrispondono ad una prima proposizone p e ad una proposizone q e legate tra loro da un connettore connettivale. connetivo di disgiunzione: o. Simbolismo logico p (v) q ES: se piove rimango a casa Se piove = p Rimango a casa = q Relazione logico semantica di implicazione simbolo p → q = p implica q ES: PIOVE MA NON FA FREDDO Predicato di avversivita. abbiamo un connettore ma, che manifesta il connettivo: se connettore abbiamo una startegia di manifestazione. ES: ABBAIA MA NON MORDE ES: SONO ANDATA AL CINEMA MA NON MI SONO DIVERTITA Quando costruiamo un'avversativa mettiamo in atto un processo comunicativo di questo tipo: diciamo che piove. Una situazione di piovere potrebbe avere delle implicazioni. Ma indica un'implicazione data da quello che abbbiamo detto precedentemente. Avversivita dinamica comunicaativa messa in atto quando formuliamo un'asserzione poi voglimo negare questa affermazione. Ma avversativo → si rinegozia quello che sci e stato detto prima, come qualocsa di abbastanza naturale che ci aspettiamo. Predicato di avversivita ma → connettore che manifesta un connettivo. si ha avv quando si vuole negare rispetto a qualcosa percepito precedentemente. Nega qualcosa che ci si attende naturalmente da quello che ci è stato detto precedentemente. ES: PIOVE MA ESCO Avversativa, vuole rinegoziare una soluzione che si si aspetta. connettore che manifesta un connettivo. In questo caso l'implicazione e negativa: piove e quindi NON ESCO (non q). avversativa p → non non q MA 1: tuttavia, but 1, aber mais 1 Livello di predicato interfrastico, intersequenziale ma (x,y) MA 2: bensi, sondern, but 2, mais 2 Non incontro paolo, ma marco. Questo ma, che funzione comunicativa svolge? che situaizone mette a tema? situazione di incontro predicaro incontrare quante entita seleziona? due: x1, x2 x1 ellittico, sottointeso Lui ricontratta i possibili candidati a svolgere funzione x2 in questo x2 secondo argomento puo avere due candidati, potrebbe esseere paolo ma io rinegozio ed escludo paolo a favore di marco Predicato intrafrastico. Ma non esprime un predicato connettivale. Era possibile che io incontrassi paolo ma questo non si e verificato quidi devo eliminarla e mettere marco. Non ho incontrato paolo ma una gatto/ma una mela Gli argomenti selezionati devono essere argomenti omogenei e appartenere allo stesso paradigma, altrimenti non stanno in un rapporto di alternativita. Processo di comprensione = processo di interpretazione che è un processo euristico. ES: STO A CASA PERCHÈ DEVO PREPRARE UN ESAME Connettore = perchè → breve testo mette in rapporto due situazioni secondo rapporto di casualità. Perchè è un connettore che non esprime sono una causa. Ma se propone una tesi dice come sta la cosa. La tesi sara adeguata quanto piu si avvicina ai fattori costitutivi della cosa. diciamo come sta la cosa e diamo le ragioni per cui e possibile dire che la cosa sta cosi. Così l'interlocutore con questi mezzi e usando la ragione puo capre perchla cosa sta così. Significato che si racchiude negli argomenti: ES: un uomo cammina x: Ux (triangolo senza base) Mx (triangolo senza base) Ax - Predicato camminare monadico - Uomo argomento selezionato da camminare Uomo potrebbe essere caratterizato ulteriormente. Quando un'entità può esere caratterizata come uomo. Cambiamento del significato di un termine: - È un vero uomo - È un vero medico - È un vero ladro - Quest'oro è vero Facciamo delle testualizzazioni con la parola vero. Camminare ha selezionato uomo. Uomo potremmo vederlo coinvolto in diversi frammenti di realta. Uno dei possibili modi di essere di uomo → uomo non puo essere selezionato solo da uomo ma anche da diversi predicati/modi di essere perche rientra in diverse situazioni della realta. CAPITOLO 5 DAL SEGNO ALLA STRUTTURA INTERMEDIA: L'INDETERMINATEZZA DELLE LINGUE Strumenti semiotici che abbiamo a disposizione noi parlanti per costruire i testi. Questi strumenti non si configurano come segni alla Saussure ma sono determinati segni che sono a meta tra il piano del suono e il piano del senso. I nostri messaggi si appoggiano alla semiosi, alle lingue storico-naturali, ma il tutto viene integrato mediante processi di ricostruzione inferenziale. ES: Luigi non guida. Ha cinque anni. → ricostruiamo inferenzialmente un nesso di casualita. Strumenti linguistici che ha a disposizione quando costruisce eventi comunicativi (= i prodotti per comunicare): segno → messo a tema da Saussoure, che ha caratterizzato nella sua teoria strutturalista non solo il segno ma anche un modello di comunicazione verbale: il circuito della parola. Strutture intermedie: chiamate cosi perche si pongono a metà tra il suono e il senso. Si precisano su entrambi i versanti quando noi parlanti le precisiamo anche il versante del significato , i sensi dei testi che vogliamo comunicare, il versante linguistico della struttura utilizzata. È necessario passare dal segno alla struttura intermedia per avere libertà in ambito liguistico e perchè sia garantita la creatività linguistica. Quando Saussure ha formulato i concetti di langue, parol era stato influenzato da altri sistemi di segnaletica: la segnaletica stradale. Gli elementi della segnaletica stradale non devono essere ambigui: perche non devono complicare il traffico. ES: SIMBOLO DARE LA PRECEDENZA → il messaggio e uno, non puo veicolare un altro messaggio Riflettiamo sul nesso che si instaura tra significati e significanti. A un messaggio corrisponde uno, e un solo segnale → rapporto biunivoco. Nella lingua questo non succede. I rapporti fra due insiemi possono essere: - UNIVOCI: ES: FIGLIO E PADRE Quando osserviamo un elemento dell'insieme figlio corrisponde uno e uno solo padre però ad un elemento del secondo insieme possono corrispondere piu elementi del primo. Si ha un rapporto univoco quando ad un elemento di un insieme corrisponde uno e uno solo nel secondo ma non si da necessariamente l'inverso. - BIUNIVOCI: ES: MOGLI E MARITI Quando ad un elemento di un insieme corrisponde uno e uno solo del secondo insime e viceversa. - MULTIVOCO: ES: MARITI E MOGLIE IN SOCIETA POLIGAMICHE Questo e un rapporto multivoco quando a ciascun elemento del primo corrispondono molti elementi del secondo e quando a ciascun elemento de secondo corrispondono piu elementi del primo. Come Saussure è stato fortemente suggestionato da codici poveri e fortemente riduttivi rispetto al sistema umano. Momento del sistema: langue, insieme di sistemi di segni Momento dell'azione: parol, messa in atto della langue. Per Saussure ad un signfiant corrisponde ad un signifie e viceversa → biunivoco. Perchè Saussure ha una concezione cosi rigida? Dato un segno esso veicola uno e un solo senso. Il segno sussuriano è caratterizzato da una non flessibilità, una rigidità. - CONTROESEMPIO: gli omonimi → penna, gru, lama (animale/strumento che permette di costruire edificio), lama. Omonimo = parole che hanno o stesso significante ma signficiato diverso. Vedremo poi se hanno lo stesso segno. - CONTROESEMPIO: i sinonimi → stella-astro; dentista-odontoiatra. Data una funzione comunicativa questa può essere affidata a manifestazioni diverse. Permettono significati diversi in base al contesto. LA FONTE DEL SENSO A) B) nei codici presi da Saussure come termine di paragone il senso è già scritto, e prestabilito da sempre nel codice. Fonte del senso ES: CODICI DELLA SEGNALETICA STRADALE A CUI SASSURE SI È ISPIRATO → codice povero non solo per la rigidità del nesso ma anche perchè i segnali che regolano il traffico sono già tutti previsti. Quando formuliamo un messaggio nasce un'urgenza comunicativa → bisogno che nasce nel soggetto di comunicare un'esperienza. I sensi che dobbiamo comunicare sono il tradursi in un messaggio l'esperienza. Noi abbiamo nel nostro codice linguistico già predestinate tutte le esperienze che dobbiamo dire? No perchè non sappiamo prima quali sono le esperienze che sussciteranno in noi i sensi che vorremmo comunicare. Invece nel linguaggio umano il senso è legato all'esperienza e quindi non può essere predeterminato dal codice. CODICOCENTRISMO In certe considerazioni di Saussure la linguistica è giunta a concezioni deterministiche. Si determina una certa identità solo a partire da una Homo loquens L'uomo è parlato dalla lingua. Quando deve formulare un linguaggio sceglie tra regole e segni che sono tutti presenti e precostituite in sede mentale. Si sceglie per esempio R1 = SN +SV → il tavolo ride → Il parlante attiva un sistema, già dato. È un attualizzatore passivo di un sistema già dato. Non sarebbe quindi diverso dal sistema stradale. Ciò che deve essere detto è già tutto dato dal sistema linguistico → determinismo. Dove sta la libertà umana in una ipotesi del processo comunicativo di questo tipo? In cui il parlante va in sede mentale, sceglie una regola e combina S segni e S verbi. C'e all'opera una libertà umana come scelta: sceglie una regola e sceglie i segni (sceglie comunque fra qualcosa di gia predeterminato). È una concezione povera di libertà, è una libertà fittizia, non autentica, in quanto si attiva ciò che è già dato, in questo senso l'uomo è parlato, è dominato dalla lingua. Quando la scelta è autentica? È possibile una scelta, quindi libertà autentica? ES: ASINO DI BURIDANO Episodio paradossale: un asino affamatissimo si trova davanti a due mucchi di fieno identici e non si nutre nè dell'uno nè dell'altro e scappa → mette a tema la dinamica alla base delle scelte umane. Quando scegliamo scegliamo tra alternative identiche? È una decisione meccanica fra due cose uguali? si sceglie in base dell'attrazione del bene maggiore. È possibile scegliere se si da una condizione di preferibilità, scegliamo ciò che più ci piace. Anche quando siamo coinvolti nei processi comunicativi scegliamo i segni attraverso cui esprimerci in base alla strategia espressiva più adeguata. Anche nel linguaggio il criterio della scelta è il bene: scelgo ciò che mi permette di attestare l'esperienza. Aspetto singolare della lingua: capacità di rappresentare al meglio le esperienze imprevedibili. La lingua è palsmabile infatti deve permettere al parlante la creatività linguistica (ovvero costituire messaggi aderenti e aeguati a rappresentare meglio le sue esperienze). Nesso tra: - linguaggio/esperienza - liberta/creatività → libertà perchè scegliamo espressione linguistica che è il meglio per noi per esprimere quella esperienza. → creatività linguistica, del parlante. È costituita dai tre elementi precedenti. Saussure opera in ambito sincronico e vede due momenti (lange e parol). La nozione di creatività linguistica sta a fondamento della comunicazione verbale. Ci proponiamo di salvare la libertà nell'atto comunicativo: dal linguaggio ci aspettiamo per l'uomo la possibilita di essere creativo. Il modello di Saussure è chiamato codicocentrico perchè non erano previsti i modelli inferenziali in cui si mette a tema il fattore dell'intervento dell'inferenza. I modelli del codice devono essere superati dai modelli inferenziali. Si profila un compito: vedere per quali vie il linguaggio si offre a noi come strumento per incontrare la realta, per dar voce al linguaggio. Dimostrare che nel linguaggio dello strumento espressivo (entita che dal versante del suono non sono rigide, ma plasmabili e sono plasmabili anche sul versante del segno). Conclusione: Il codice, il sistema linguistico non è la sede del senso - il senso è nel testo, nei messaggi - non riproduciamo sensi già dati ma con creatività scegliamo uno strumentario espressivo che ci permette di esprimere questo senso che non viene riprodotto ma prodotto di volta in volta da noi nei nostri discorsi cioe nei nostri testi. → otteniamo così la nozione di SI La SI è una grandezza del sistema linguistico data dalla correlazione multivoca di funzioni con strategie di manifestazione. Perché intermedie? In quanto presentano una indeterminatezza sul piano sia della funzione che della strategia di manifestazione. Sono predisposte a significare ma ancora non hanno un apporto semantico ben preciso. Indeterminatezze non vuol dire che sono ambigue, le strutture intermedie sono entità linguistiche predisposte a dare un contributo comunicativo. LE STRUTTURE INTERMEDIE E LORO ASSUNTI 1) TRATTO DELLA VARIANZA/SINONIMIA: una stessa funzione linguistica si affida a più strategie di manifestazione. La sinonimia opera ai vari livelli linguistici. ES: in ambito lessicale → BABBO, PAPÀ, PADRE → sono tre espressioni sinonimiche non completamente sostituibili Babbo natale, santo padre, festa del papà Non si dice per esempio festa del padre, santo papà o papà natale. L’uso dei sinonimi dipende dal contesto. ES: in ambit morfologico → plurale In italiano: - e: cas-e - i: tavol-i - 0: città al plurale resta città In inglese: (sempre stesse strategie espressive come in italiano) - s: boy-s - apofonia: man-men, woman, women In tedesco: - en: student-en - e: ba..um-e - n - er - e - er - s: kino-s ES: Passato → dal punto di vista ella struttura intermedia è un morfema, è ua funione linguistica. In italiano: - ai: mangi-ai, and-ai - ssi: scrissi - i: fui, feci ! Non confondere apofonia con suppletivismo/forma suppletiva → APOFONIA = in linguistica, è l'alternanza di suoni vocalici e/o consonantici all'interno del tema di una parola che dà informazioni di tipo grammaticale (spesso riguardo alla flessione della parola), marcando le differenze tra casi, categorie o tempi verbali. → SUPPLETTIVISMO = in linguistica, è un fenomeno per cui, nell'ambito di uno stesso paradigma, le diverse forme derivano da radici diverse. In inglese: - ed: listen-ed - apofonia: made, did, went, ate In tedesco: - te: brach-te - apofonia: ging, fuhr, las ES: superlativo → creare superlativo di buono - molto buono: ricorriamo a un lessema molto - strabuono: con un formativo lessicale, che sono elementi nell’ambito del lessico, possono essere prefissi o suffissi, infissi (leone leoncino) - buonissimo: con un morfo/morfema - buoooooono: con l’intonazione (morfema sovrasegmentale) - buono buono: con reduplicazione - buono da morire: con una perifrasi - ottimo: forse un suplettivismo 2) TRATTO DELLA POLISEMIA: la stessa strategia di manifestazione SM svolge funzioni linguistiche diverse. La polisemia opera ai vari livelli linguistici. a) 1. mio nonno cammina piano 2. il professore parla piano In tedesco ci sarebbe prima un langsam (lentamente) poi un leise (a bassa voce), in italiano stessa parola 3. il giardino della mia casa è piano (in tedesco flach, che non ha ostacoli) b) imperfetto italiano 1. andavamo a lezione tutti i giorni alle 8.30 (valore di iteratività-azione iterata nel passato) 2. quella mattina andavo a lezione quando mi venne un malore (continuità dell’azione nel passato) 3. volevo un caffè (cortesia) non dici lo volevo ieri, ma chiedi una cortesia, imperfetto con significato di cortesia e non di passato. c) futuro italiano 1. partirò domani (azione futura immediata) 2. avrà 50 anni (illazione) 3. la casa disterà 300 m dalla stazione (approssimazione) 4. dopo la laurea sosterranno l’esame di stato (comando) sono tenuti a sostenere d) genere maschile in italiano 1. lup-o operai-o (la o ci dice sesso maschile) 2. libr-o, tavol-o (categoria grammaticale maschile che si oppone alla femminile) 3. soprano (sesso femminile perché i sovrani sono femminili, caso raro) 3) TRATTO DELLA PREFERENZIALITÀ/NATURALITÀ: la SI svolge una funzione preferenziale. Esistono dei limiti al fatto che una strategia di manifestazione può svolgere più funzioni. Questo fenomeno è riscontrabile nelle nostre lingue però quando rappresentiamo il fenomeno cogliamo una struttura preferenziale → c'e una funzione canonica, quella che noi parlanti individuiamo naturalmente, la sentiamo come la piu naturale. Riconosciamo un valore piu immediato ES: PRESTARE - ti presto la penna - ti presto attenzione - ti presto aiuto - prestare giuramento Prestare appare con la sua funzione preferenziale nel primo esempio: ti presto una penna. Prestare è un modo di essere, un predicato triadico (x1 che presta un x2 a x3). Il prestare è un dare. Ma non e un semplice dare in quanto con prestare abbiamo anche la dimensione del tempo → prestare è dare qualcosa a qualcuno per un determinato periodo di tempo con un impegno di resa. ES: ti presto attenzione: Perche non è nella sua funzione canonica? In questo caso, prestare è dare qualcosa a qualcuno con un impegno alla resa? No, è una modalita fraseologica che permette di rivolgere l'attenzione verso. In altre lingue si usano dei verbalizzatori diversi ES: TO PAY ATTENTION ES: TI PRESTO AIUTO È un'espressione fraseologica, che è da considerare come un lessema unitario. Si presentano pero attraverso un sintagma → funzione lessicale ES: PRESTARE GIURAMENTO La stessa cosa di sopra Collochiamo la struttura in contesto zero. Sostituiamo gli argomenti con le variabili. ES: LUIGI PRESTA A MARIA UNA PENNA → x presta y a x Il contesto zero ci permette di capire qual'e la funzione preferenziale. La situazione di prestito rimane invariata o no? Si cogliamo che abbiamo una situazione di prestito (dare qualcosa a qualcuno con impegno alla resa) e abbiamo disattivato gli argomenti. ES: LUIGI PRESTA ATTENZIONE AL PROBLEMA → x presta y a z La situazione messa a tema nella precedente situazione, qui non è possibile. ES: LUIGI PRESTA GIURAMENTO DI FRONTE AL GIUDICE ES: LEGGERE 1. Lei non ha letto corrrettamente la situazione 2. Leggo nei tuoi occhi una vena di tristezza 3. Sa leggere con espressione 4. Luigi legge il giornale → funzione preferenziale 5. Quello non sa leggere, e analfabeta Leggere è un predicato che individua la situazione di lettura. Individuiamo il frame elementare: leggere coinvolge due entità x1 e x2. Facciamo emergere il semantismo, il contenuto di leggere. Cosa significa leggere? È un ridar voce (fra se e se, o lettura ad alta voce) ad un testo scritto interpretandone il significato. Sematemi = i fattori costitutivi che possiamo individuare nel significato di leggere 1: LEI NON HA LETTO CORRETTAMENTE LA SITUAZIONE Andando nel principio di congruità si parla di metafora per via dei presupposti che il predicato leggere pone sulla seconda sede argomentale (→ situazione non è un testo scritto → non congruità. Si piega il contenuto di leggere e abbiamo un'interpretazione figuratica). Quindi lo reinterpretiamo e diciamo: lei non ha interpretato la situazione correttamente → qualcosa del significato canonico di leggere rimane e qualcosa viene disattivato. Cosa? Non abbiamo piu l'aspetto di dar voce ad un testo scritto. Abbiamo il significato di interpretare → non esprime funzione canonica 2: LEGGO NEI TUOI OCCHI UNA VENA DI TRISTEZZA Tristezza è un argomento congruo ai presupposti che reggere pone sulla seconda sede argomentale? No. C'è però insensatezza recuperabile, ci ributta ad interpretare leggere e anche in questo caso avviene fenomeno di tropo trepos (?) e abbiamo una metafora → vedo/scorgo una vena di tristezza Della funzione di leggere rimane: interpreto il significato in quanto ci sono dei segni che me lo fanno Ovvero possiamo dislocare il soggetto sulla destra perche il soggetto indica un'informazione nuova, qualcosa che no fa parte del mondo condiviso dei due interlocutori. ES: è arrivato Zampano VS Zampano è arrivato → cambia l'intenzione comunicativa, la funzione che svolge nella dinamica comunicativa. In Inglese al soggetto è solo asseganta la funzione tematica. In Italiano puo essere sia tematica sia rematica In inglese: my friend is coming: tema → funzione comunicativo-tematica, e quel momento in cui si desigan cio di cui si parla e che fa parte del commo ground dei due interlocutori. Qui due interlocutori sanno chi e l'amico. Il rema: cio di cui si parla. John: semiosi deittica → i nomi hanno funzioni deittiche. → IL ROMANZO LO HA LETTO GIOVANNI (pronome lo pleonasticoi e corretto quando il soggetto è dislocato sulla destra con funzione rematica) Giovanni è l'apporto informativo John. In inglese non si puo dire the novel read john eppure l'inglese permette di tradurre questa frase pur con le giuste funzioni: Cleft sentence: it's jhon who read the novel Passivo: the novel was read by John → per rematizzare il soggetto In tedesco Hanz lass den Roman/ Den Roman lass Hanz CAPITOLO 6 LESSICO Come possiamo definire una parola? Che cos'è una parola? Quante parole ci sono in: Luigi ha studiato molto? → 4 ma ci puo essere qualcuno che dice 3: luigi-ha studiato-molto Perche sono entrambe vere? Vengono date collocandosi su due diversi livelli di analisi. Per dire cos'è una parola bisogna definire lessema, forma di parola e parola fonologica. Parola fonologica: cos'è? ES: RANA → ra-na È una parola. Abbiamo una successione di suoi foni. Rana è un sintagma fonologico: una combinazione di suoni che sono anche fonemi. Perchè una certa entita linguistica sia una parola deve avere un acerta autonomia articolatoria: rana può essere articolato in modo autonomo. Per essere parola deve essere anche portatore di accento. Per essere parola deve rispettare delle regole o limitazioni che si riferiscono al modo in cui noi combiniamo i fonemi nella sillaba e delle sillabe nella parola ES: CANO È una parola fonologica o no? Rana è una parola fonologica reale che oltre ad avere i limiti e regole, è vera perché è strategia di manifestazione di una struttura linguistica ovvero forma discorso. In cano è tutto rispettato ma non veicola significato → è un sintagma fonologico corretto ma non ha significato = è una parola fonologica non vera ma virtuale. ES: PELLE ROSA → pel -le ro -sa Per esempio possiamo combinare le sillabe sa e le e ottenere sale oppure le sillabbe pel e ro e ottenere pelro → una regolaa fonotattica impedisce di averne una contigua: una l e una r. In italiano possiamo trovare questi due fonemi vicini solo nel caso di quel ramo del lago di como. In inglese invece questi due fonemi possono stare in una posizione contigua ES: ALREADY Quando noi articoliamo le parole in modo veloce e intuitivo rispettiamo e applichiamo queste regole fonotattiche. Regole fonotatttiche che utilizzano gli italofoni: C = consonante V = vocale C1 C2 C3 V C → ci dice come può essere strutturata una sillaba V: e, u -va, a-mico → una parola puo essere costituita da una sola vocale CV: di, sa-la; su, te -la C1 C2 V: sto-0ria, tra, fra -0se, do -ro C1 c2 C3 V: stra-da, scle-rosi, sfre-gio, stro-fa VC: il, or-o, el-mo CVC: cas-sa, gat-0to, sar-ta C1C2VC: stan-0co, bran-co, prin-cipe C1C2C3VC: strap-po, sfrat-to In italiano non è possibile creare una sillaba con quattro consonanti vicine. Lessema: aiut aiut-o aiut-ero aiut-aro ha aiut-ato era stato aiut-ato aiut-are Possiamo individuare una parte comune: base ricorrente il tutte le forme in cui abbiamo coniugato il verbo → = lessema o base lessematica Sono le varie realizzazioni morfologiche. Lessema = base utilizzata aper formare in coniugazioni e in declinazioni le varie forme di parola (che sono tutte espressioni scritte sopra) alber-o alber-i alber = lessema cant-o cant-ero cant = lessema Cos'è una forma di parola sia in ambito di aggettivo o verbo o sostantivo e una delle realizzazioni morfologiche del lessema. Il lessema assume diverse realizzazioni morfologiche cioe viene completato da diverse realizzazioni morfologiche in base al contesto in cui e inserito. Domanda iniziale: è correto dire che le parole sono quattro se intendiamo come parole fonologiche. Ci sono 4 parole fonologiche → livello di analisi a livello fonologico A livello lessicale ha studiato è un'unica forma di parola: - Luigi: nome proprio - ha studiato: forma di parola - molto: avverbio Il lessico generalmente è pensato come insieme delle parrole di una determinata lingua storico-naturale → corpus lessicale Il lessico e anche un meccanismo che si arricchisce continuamente di nuovi elementi → guardiamo al lessico come procedura, e un strumento che permette a ciascun parlante di formulare/generare elementi linguistici strutturati a partire da elementi linguistici elementari. Come calcolatore elabora mediante un duplice processo di strutturazione. C'e un modo mediante il quale il generatore lessicale produce elementi strutturati appoggiandosi a strumenti di strutturazione che non sono i classici strumenti di strutturazione del lessico ma sono i processi fraseologici. Il generatore lessicale riceve in ingresso: - lessemi elementari: parole non riconducibili ad altra parola, ad altro lessema ES: casa, sempre - lessemi latenti: ES: illudere, alludere, deludere, colludere, preludere → ci sono prefissi + ludere da ludus per i latini iocus era gioco, attivita scherzosa, attivita che si prende una pausa dall'impegno sistematico del lavoro. È un'attivita regolata. Ludus da simulazione (di questa attivita) ha preso il signficato di inganno → ti butto nell'inganno I lessemi latenti sono momenti di diacronia del passato che rimangono in acronia, non usiamo ludere ma lo usiamo nel processo di formazione dei prefissi verbali - lessemi formativi: tutti gli elementi che conosciamo come prefissi (re, in), suffissi, enfissi (oso) I fraseologismi in apparenza si presentano come dei sintagmi letterali ma in realtà sono unità lessicali che si affidano ad una strategia di manifestazione a più lessemi → plurilessematica. ES: prendere una decisione. - lessemi strutturali: inscrivere, noioso, elefantino. PROCESSI DI FORMAZIONE: DERIVAZIONE Processi di formazione del lessico sono riferiti al lessico che e una struttura intermedia. I processi di formazione sono endolinguistici: ci sono dosaggi diversi a seconda di ogni lingua. ES: in italiano è molto presente alterazione che invece è assente in inglese e tedesco che non hanno suffissi alterativi ma usano aggettivazione. La derivazione è processo di formazione che transcategorizza: fa passare da una classe del lessico ad una diversa. ES: BELLEZZA → fa passare da aggettivo a sostantivo ES: GIOVANILE → da sostantivo a aggettivo ES: CORSA → sostantivo da verbo L'italiano è molto produttiva la derivazione. L'inglese e il tedesco usano molto piu compossti rispetto ai derivati. Denomizazione del derivato: bisogna individuare sua classe di appartenenza rispetto al lessico. Designa la classe di origine. ES: MANGIABILE è un aggettivo Individuiamo la classe di arrivo da mangiare. ES: SABBIOSO (da sabbia) → classe di arrivo = aggettivo denominale, da nome ES: ARRIVO (da arrivare) Se non c'è il suffisso che mi dice che è un derivato, si stabilisce diacronicamente il derivato e il derivante. Il derivante viene derivato attraverso suffissi. ES: ARRIVO → nome deverbale ES: DOLCEMENTE (da dolce) → avverbio de aggettivale ES: RENDEGGIARE (da rende) → verbo denominale La derivazione permette di individuare i vari momenti, i vari aspetti di una certa situazione linguistica e quindi di una parte di mondo. 4) = non è sintattico, non introduce un nesso: contenente un vino DERIVAZIONE LESSICALE VS DERIVAZIONE SEMANTICA ES: CASA ES: CASALINGO ES: CASERECCIO I primi due sono derivazioni lessicali: il deerivato sfrutta la base che usa il lessema di partenza. Non usIamo domus per indicare casa in italiano ma utilizziamo duomus. Il generatore lessicale elabora domus, un lessema latente su cui viene costruito il derivato, infatti noi usiamo domestico come sinonimo di casa. ES: DOMESTICO → derivato semantico rispetto a casa che utilizza come base un lessema latente. ES: LAVORI DOMESTICI COMPOSIZIONE In italiano è un processo poco produttivo, più produttivo nelle lingue germaniche. strutturazione del lessico che genera un nuovo lessema a partire di due elemnti che possono essere due basi entrambi due lessemi elementari o una della due puo essere formato da prefissati (prefisso). Il composto era una struttura sintattica. ES: CAPO TRENO → sintagma = capo del treno. Nel tempo il sintagma si è semplificato e si è prodotto un significato che condensa il significato di parrtenza in una lessicalizzazione. Degli elemnti che entrano nell'unione possiamo avere elemnti che appartengono alla stessa classe di discorso: SOSTANTIVO + SOSTANTIVO: capOtreno caporionE ferroviA capOstazione capoluogO (capoluoghi) autostradA (lettere maiuscole = lettere che variano nella formazione del plurale) Dal punto di vista semantico operano: - CON LA COMPOSIZIONALITÀ: fenomeno che permette di unire elementi ottenendo qualcosa di diverso. ES: CAPOTRENO → otteniamo il signficiato del composto dalla somma dei significati dei nomi di partenza. - CON LA MOTIVAZIONE: signficato del composto non si ottiene dalla somma dei significati dei due elementi di partenza. ES: CAPORIONE → non pensiamo subito al capo del rione. Prima si ma poi ha subito erosione semantica e lo percepiamo come gruppo di banda. ES: ASPIRAPOLVERE ITALIANO: → collochiamo elemento determinato sulla destra rispetto al determinante. L'aspira che cosa? POLVERE ES: STAUBSAUER TEDESCO: →il determinato viene posto sulla sinistra ES: GRATTACIELO ES: SKYSCRAPER ES: WOLKENKRATZEN I composti possono unire, nel composto sostantivo e aggettivo: ES: ALTOPIANI; ALTIPIANI Composti con prefisso + verbo e formiamo serie di prefissati: ES: CONFERIRE ES: ASSERIRE ES: RIFERIRE Il prefissato, che è un composto, è dato da suffissi (pre,dif) + ferire, dal latino ferre = portare → il fenomeno della lattenza interviene ancher nel processo della composizione. COMBINAZIONE Elementi combinati: ES: PESCE GATTO ES: UOMO RAGNO ES: DONNA CANNONE ES: BAMBINO PRODIGIO Le lingue germaniche li fanno ricadere nel composto: ES: WUNDERKIND ( = pesce squalo). Combinazione = processo di strutturazione lessico che crea un nuovo lessema a partire dalla semplice giustapposizione di due lessemi che dono apparternere alla stessa parte dle lessico. Nei composti: nesso di determinante, determinato → subordinazione Nei combinati: rapporto di tipo attributivo → apposizioni A volte sono scritti uniti e altre volte con un trattino. I due elementi appartengono alla classe di sostantivo ma possiamo avere anche aggettivo: ES: AGRODOLCE ES: GRIGIOPERLA ALTERAZIONE Natura endolinguistica. Processi di formazione del lessico sono propri di ciascuna lingua. In italiano abbiamo tanta alterazione. Nelle lingue germaniche abbiamo pochissimi sufissi alterativi, poi si usa very, little. Con l'alterato rimaniamo nella medesima classe del lessico → non transcategorizza. Il suffisso non è sistematico: ES: LEONE: LEON- C-INO ES: GATTO: GATTINO ES: TIGRE: TIGROTTO Mediante l'alterazione formiamo delle tipologie di alterati: - DIMINUTIVI: suffissi ino, etto, casina omino libretto casettta - VEZZEGGIATIVI: uccio, etto + ino caffeuccio casuccia casettina omettino caffettino - ACCRESCITIVI: one es omone donnone → l'italiano ricorre ad un altro genere per segnalare un processo di trasormazione. Il tedesco sarebbe lingua sessista perche Maedchen, ragazza ha genere neutro. Ma si dovrebbe analizzare la parola che innanzi tutto finisce per -chen. LESSEMI ALTERATI LESSICALIZZANTI ALTERATI: FUNZIONI SEMANTICO-PRAGMATICHE Gli alterati vengono usati per svolgere diverse funzioni comunicative dal punto di vista pragamtico. Se nell'ambito degli alterati analizziamo il diminutivo, e noto come diminutivo puerile. - DIMINUTIVO PUERILE: – archetipo della parentalità/tenerezza verso il mondo dei piccoli - VEZZEGGIATIVO: effetto atmosfera della dimensione comunicativa. Non posso andare da un barista e dire vorrei un caffeuccio. Certa atmosfera e dimensione di amicizia. Alterati: funzione pragmatica di mitigazione della forza illocutoria AUSTIN distingueva atto locutivo, illocutivo e perlocutivo: - locutivo: il semplice atto del parlare - illocutivo: mette a tema la forza illocutoria che mette a tema quello dello speech act → azione svolta attraverso il dire - perlocutivo: azione compiuta attraverso l'atto del dire che produce un cambiamento nel destinatario Possono svolgere funzione di: - DOWNGRADER - UPGRADER A volte diminuiscono la forza illoocutoria, a volte la amentano. ES: ASPETTAMI UN'ORETTA ES: COPIAMO UN APAGINETTA AL PC Utilizza il diminutivo come down grader, per mitigare forza di comando per evitare eccessive sanzioni negative e renderlo piu accettabile per il suo interlocutore. ES: SEI UN CATTIVONE → alterato accrescitivo che svolge funzione di down grader per mitigare il rimprovero. ES: È UN TANTINO TROPPO PRESTO → alterato diminutivo che svogle funzione di down grade per mitigare il rimprovero. ES: CHE RISPOSTINE CHE DAI → alterato diminutivo: forma di intensificazione del rimprovero ES: TI PROMETTO UN AIUTINO → alterato con funzione downgrader, persona che non si impegna tanto nella pomessa - FENOMENO DEL CALCO: vorschreiben prescrivere, calchi dal latino (anche russo) praescribere BILINGUISMO vs DISGLOSSIA vs TRIGLOSSIA Bilinguismo = tutta la comunità ricorre alternativamente a due o più lingue, in tutte le funzioni comunicative, in base a natura dell'interlocutore, continuo switching da una lingua all'altra Diglossia = comunità linguistica che usa una lingua per funzioni basse e una lingua per funzioni alte. ES: latino con funzione alta, ambito scienze matematiche letterarie e ambito teologico, in funzione quotidiano si usano varianti linguistiche delle varie regioni. Triglossia = quando nel 1066 Hastings anglossassoni sconfitti da normanni → sia angli che sassoni parlavano anche il latino. Con l'invasione franco normanna sono entrate parole amministrativo fraco normanne. Funzioni basse: anglo. funzioni alte; latino o in altri ambiti franco normanno). CAPITOLO 7 MORFOLOGIA La morfologia è un'ulteriore struttura intermedia. La morfologia opera in sinergia con il lessico. Quando parliamo di morfologia siamo nell'ambito delle parti variabili del discorso ES: VERBO, NOME → la parte variabile del discorso non si presenta mai solo con un componente lessematico. Forme di parola formate da componente lessematica CANT e componente morfologico O = canto Perche esiste la morfologia: osserviamo un albero e lo vediamo nei suoi modi di essere: l'albero deve prendere posizione rispetto ai suoi modi di essere → deve essere verde o morto, artificiale o naturale, alto o basso Albero è intelligente o no? Non fa parte della natura dell'albero prendere posizione rispetto a questa opposizione. Quando noi usiamo nome o verbo o aggettivo e come con albero. Quando usiamo nome lo facciamo per compiere funzione di denominazione che ci permette di rappresentare la realta. Se uso nome devo dire che quella entita mi si da nella relata in modo plurale o singolare → nome deve prendere posizione rispetto ad un genere e ad un numero. Verbo ci permette di svolgere funzione di denominazione. Se il verbo ci permette di rappresentare stati o posizione questo dovrà prendere posizione riguardo a moto tempo persona numero, genere del verbo Categorie morfematiche = categorie rispetto alle quali la parte del discorso deve prendere posizione. Paradigma che racchiude numero fisso di morfemi. Categorie morfematiche che caratterizzano i lessemi (genere, numero) Alternative all’interno delle categorie (morfemi: singolare, plurale, maschile, femminile) Le parti del discorso sono dotate di morfologia = prendono posizioni rispetto a modi di essere, a categorie morfematiche (= che riguardano la morfologia) Morfologia = struttura intermedia che agisce in stretta sinergia con il lessico. Interviene nell’ambito di parti variabili del discorso. Nome = struttura intermedia che permette di svolgere la funzione della denominazione 2 funzioni atto comunicativo: costruiamo enunciati svolgendo funzione denominativa, che permette di denominare le entità della realtà, e predicativa, che attribuisce i modi di essere alle rispettive entità. Nome: svolge funzione di denominazione. Quando denominiamo entità nei nostri frammenti di realtà, di mondo, questi nomi devono prendere posizione rispetto per es. alla quantità con qui queste realtà si danno nella realtà, se si danno ad un singolarità o pluralità (es. studente – studenti) delle entità che dobbiamo denominare. Il nome quando denomina entità animate prende posizione rispetto al genere, che si riferisce ad entità viventi e dice una presa di posizione rispetto a sesso maschile e femminile. Queste prese di posizione hanno individuato le categorie della morfologia, quindi anche il verbo, che predica, permette di descrivere le azioni, che possono prendere posizione rispetto alla realtà (indicativo) o irrealtà (congiuntivo, condizionale). Qualora si svolga in mondi reali o irreali bisogna indicare anche il tempo in cui si svolge, la persona (chi svolge) e al numero della persona. Si parla quindi di paradigmi morfematici: i lessemi quando fanno parte delle parti variabili del discorso presentano un componente lessematico completato da un componente morfologico, che può essere semplice o composto a seconda dei morfi (strategia di manifestazione dei morfemi) che lo compongono. Categorie morfematiche = paradigmi, categorie morfematiche. Sostantivo: prende posizione rispetto al numero. La morfologia è endolinguistica, per cui bisogna sempre precisare di quale lingua stiamo parlando. La categoria morfematica del numero conterrà due alternative che stanno tra loro in un rapporto di equivalenza, due morfemi: del singolare e del plurale. La categoria morfematica del genere in italiano contiene 2 morfemi: del maschile e del femminile, mentre in tedesco 3 morfemi: maschile, femminile e neutro. Categorie morfematiche e morfemi: - Nomi: genere, numero (caso: a seconda della natura morfologica di una lingua, se una lingua è flessiva intervengono anche i casi) → nomi caratterizzati dalla categoria morfematica di genere, numero e caso - Aggettivi: genere, numero, grado (positivo, comparativo, superlativo) - Verbi: genere (possono essere transitivi o intransitivi), diatesi (attiva – passiva), modo (indicativo, congiuntivo, condizionale, participio…), tempo, numero, persona Il calcolo delle forme Dato che una categoria morfematica contiene un numero fisso di morfemi, la morfologia è un sistema chiuso, a differenza del lessico, che è un sistema aperto perché si arricchisce di ulteriori elementi, non ha un numero finito di elementi: da lessemi elementari si possono formare lessemi strutturati di vario genere. Dato il numero fisso di morfemi, possiamo stabilire quante forme di parola avrà una certa classe del lessico in una determinata lingua. Lessema = base lessematica che compare ricorsivamente quando siamo nell’ambito di una parte variabile del discorso, in una forma di parola = una delle realizzazioni morfologiche di quella parola, che fa parte di una parte variabile del discorso. Es. nome: possiamo prevedere quante forme di parola ci saranno, quante realizzazioni morfologiche avrà il nome nelle nostre lingue, tramite una moltiplicazione: individuiamo i morfemi contenuti in ogni categoria lessematica e moltiplichiamo. I morfemi sono fissi lingua per lingua. Calcolo delle forme del sostantivo Possiamo stabilire quante realizzazione morfologiche avrà il nome, che prende posizione rispetto alle categorie morfematiche di genere e numero. Italiano: Il paradigma morfematico del genere in italiano contiene 2 morfemi, maschile e femminile La categoria morfematica del numero contiene 2 morfemi, singolare e plurale 2 x 2 = 4, quindi in italiano il nome prevede 4 realizzazioni morfologiche Inglese: Genere: l’inglese neutralizza il genere (the sia x maschi che per femmine) → 1 Numero: 2 alternative, femminile e maschile → 2 morfemi presenti in inglese nel paradigma morfematico del numero 1 x 2 = 2 quindi in inglese il nome prevede 2 realizzazioni morfologiche Latino: il nome si può presentare in 36 forme di parola Tedesco: Genere: 3 morfemi (maschile – femminile – neutro) Numero: 2 (singolare plurale) Caso: 4 (nominativo, accusativo, genitivo, dativo) 3 x 2 x 4 = 24 quindi in tedesco il nome prevede 24 realizzazioni morfologiche Russo: il nome può presentare 36 forme di parola Sono particolarmente ricche di flessioni latino, russo, tedesco, poi italiano e inglese Tipologia delle lingue dal punto di vista morfologico Da questo possiamo dedurre una tipologia delle lingua dal punto di vista morfologico. Esistono lingue prive di morfologia (cinese, vietnamita, lingue povere di morfologia come l’inglese) = lingue isolanti Vi sono poi lingue sintetiche = lingue ricche di morfologia, cioè bisogna osservare il componente morfologico nelle loro forme di parola. ES: italiano: cant – o (forma da parola): individuiamo il componente morfologico rispetto al componente lessematico. Siamo in una parte variabile del discorso. Parole come fortemente sono invece parti invariabili del discorso (avverbi). Individuiamo il lessema = base di natura lessicale ricorrente = cant = componente lessematico. Poi abbiamo – o, che è il componente morfologico, quindi canto è una forma di parola = è una delle realizzazioni morfologiche che otteniamo nella coniugazione del verbo. Una volta individuato il componente morfologico va descritto: in questo caso è semplice, perché –o è un singolo morfo = strategia di manifestazione rispetto ai morfemi. Questo morfo è strategia di manifestazione di quali morfemi? Il verbo prende posizione rispetto alle categorie morfematiche genere, diatesi, modo, tempo, persona, numero, per cui poi potremo dire tutti i morfemi, es. transitivo – intransitivo, attivo – passivo, … qui c’è un unico morfo che amalgama una varietà di morfemi, è quindi un’amalgama morfematico = un morfo che come un’amalgama manifesta simultaneamente più morfemi. - O: attivo, indicativo, presente, singolare, prima persona. Ungherese: fa parte di un gruppo di lingue sintetiche chiamate lingue agglutinanti = formano componenti morfologici complessi, costituiti da una successione di morfemi: non hanno quasi mai componenti morfologici semplici, ma complessi, a cui affidano funzioni sintattiche. Separiamo il componente lessematico e morfologico: Kert – EK – NEK: EK manifesta il morfema del plurale, NEK manifesta il dativo. Sono morfi complessi. Lingue sintetiche: agglutinanti e flessive. Forma di parola “cant – er – ei”: condizionale presente prima persona singolare. Analizziamo questa forma di parola, parte variabile del discorso, per cui abbiamo un componente lessicale e morfologico. Cant è l’elemento ricorrente. Dopo cant c’è la linea di demarcazione tra componente lessematico e morfologico, che prima era costituito solo da – o, qui da – erei, che va segmentato in due morfi diversi: - er e – ei. Il primo morfo – er manifesta diatesi, modo e tempo, il secondo persona e numero. Il componente morfologico qui è simile all’ungherese → uno dei rari casi di agglutinazione in italiano = componente morfologico caratterizzato dal susseguirsi di più morfi → in ungherese è la normalità, in italiano rarità. La morfologia permette di ottenere diverse forme di parola, per es. coniugando un verbo, declinando un aggettivo… La morfologia è una struttura intermedia, che associa strategie di manifestazione a funzioni. Generatore morfematico Strategie di manifestazione e categorie: Tipologia dei morfi: 1. Amalgama morfematico (amalgama morfematici) = morfi che manifestano in contemporaneità più morfemi. Es. uom – o: questo amalgama morfematico manifesta in contemporaneità il genere maschile, numero singolare 2. Morfo zero: in inglese il singolare è manifestato da un silenzio, da un’assenza di suono che manifesta il singolare = morfo zero. Es. girl – girls. Il comparativo in inglese è manifestato dal morfo – er, il grado superlativo è manifestato da – st, mentre il grado positivo è rappresentato da un morfo zero nice – nicer – nicest. Latino: consul (morfo zero assenza di suono), consulis Nei nostri fatti di lingua ci sono a volte assenze di suono che veicolano funzioni comunicative. Il signifiance per Saussure è la traccia lasciata in sede psichica dai suoni. Il silenzio è molto comunicativo. 3. Morfo – 1 (morfo meno 1), es. francese ver – vere 4. Morfo discontinuo. Es. ha mangiato: ( non è un morfo complesso, che è una successione di morfi) il lessema (mangi) si viene trovare tra due parti del morfo, per cui il componente lessematico è mangi, mentre il componente morfologico è ha – ato ed è discontinuo, perché ha una parte anteposta e una postposta alla base lessematica. Es. sono lodato: passivo indicativo presente. Componente lessematico = lod, base che ricorre. Componente morfologico è discontinuo: una parte è anteposta e l’altra postposta alla base lessematica. In latino non abbiamo il morfo discontinuo (laud – or). Es. avendo letto. Es. tedesco: gemacht: ge e t = morfo discontinuo. designare una entita nella reata, una sostanza (substanzia) ovvero una realta. Cosa che puo essere bambino o uomo. Come fa il nome a designare un segmento di realtà specifica? Attraverso delle qualita delle caratteristiche specifiche per mezzo delle quali noi possiamo individuare un'entita nella realta. Es un bambino e un nome che permette di designare un certo frammeto di relta mediante una serie di note, di caratteristiche. Noi possiamo dire che per individuare questa entita usiamo un nome, un sostantivo, bambino che dice che questo bambino e un'entita siffatta. caratterizzata da u di x (e un'entita umana) e m di x (e umano maschio) e a x x: Ux A Mx Individua una substantiam attraverso una serie di qualita che puo dire che quell'entita e una .. formata da caratteristiche che la qualificano in quel modo. Il nome quindi designa denotando, permette di individuare un'altra substantiam che sara siffatta una x tale che sara umano di x e maschio di x e adulto cavallo = x tale che non umano di x e equino di x e mammifero di x Individua una batteria di predicati che permetto che un'entita sia come e'. aggettivo e qulaitas. modo di essere che puo caratterizzare bambino e altri tantissimi predicati. Nome permette di parlare di cio che ci interessa della realta. Il nome ha una serie di requisiti, di elementi che devono per lo piu sussistere affinche si abbia un nome. Nome indica per lo piu un'ipotesi di realta. Il nome, nel designare un'entita comunica un'ipotesi di esistenza: una x siffatta di esistenza. Un'ipotesi che esistano queste realta siffatte: casa, albero, cavallo Arrivo e un sostantivo formato da arrivare, quidi quando nome e nome actionis e sempre nome che rappresenta qualcosa che si da nella realta ipotesi di accadimento, qualcosa ha avuto luogo o non e accaduto,. Oltre a ipotesi di realta esistenza o accadimento c'e ipotesi di distinguibilità che ci dice come la nostra ragione coglie la realta. Ognuno di noi coglie la reaalzta in modo diverso. la realta ai nostri occhi la realta si presenta come qualcosa di differenziato, presenza differenze. Quindi il nome ha caratteristica di distinguibilità che permette noi di distinguere le diverse entita con i loro diversi modi di essere. il nome poi ha caratteristica di rema tema. Nome proprie e un nome opaco semanticamente = a differenza del nome comuune, bambino o gatto rimanda a una batteria, a una serie di predicati che permettoo di individuare quell'entita e di differenziarla da altre entita = i nomi comuni hanno natura predicativa perche ci sono qualita che permettono d individuare quella entita. Ma se io ho Carlo, Giovanni ecc non posso avere una serie di predicati che caratterizzano, al di la di valori generici come essere umano di sesso maschile. Aprono quindi una dinamica di tipo deittico: il nome proprio ha una componente deittica: quando viene usato un nome proprio presuppone che si sia una condivisione di esperienza tra parlanti = differenza di struttura semiotica tra nome comune (struttura semiotica di predicativo: e riconducibile a una serie di predicati. nome astratto: bontà pallore, arrivo = nome concreto: casa albero = → differenza di struttura semantica in quanto il nome concreto, dal punto di vista semantico il nome dice ipotesi di esistenza sostantivo astratto nome che si da ad una qualitas, ad una proprieta. Abbiamo astratto. Per esempio bellezza, bello è predicato modo di essere che po caratterizzare x quadro, x volto, x paesaggio. astrarre, con una operazione di astrazione (astrato non coincide con astrattezza). possiamo prendere bello che accade rispetto a delle entita. lo strappiamo via e a questa qualita che puo accadere a queste entita diamo il nome a questo modo di essere, qualita e otteniamo cosi bellezza, buono bonta. Nomi che quindi possono aver luogo o non aver luogo. DISPENSA STORICA FONEMA ➢ Prova di comunicazione verifica della pertinenza ➢ Opposizione fonica ➢ Opposizione fonica ➢ Opposizione fonologica ➢ Occlusiva bilabiale sorda e sonora ➢ Occlusiva dentale sorda e sonora ➢ Occlusiva velare Fra i precursori dello strutturalismo prima di Saussure abbiamo parlato di due linguisti della scuola russa → De Courtene e Corscheski 1971 Bouderen de Courtene descrivono l'oggetto della fonetica, dicono che la fonetica ha un duplice oggetto: studia i suoi dal punto di vista fisiologico e dall'altra parte si deve occupare della descrizione della funzione di un suono nel meccanismo della lingua. In un saggio sul fonema caratterizza il fonema definendolo come unita fonetica viva sul piano psichico → va alla ricerca di quella matrice, di quel prototipo che sta all'origine della possibilita che ha un parlante di realizzare dal punto di vista acustico articolatorio miliardi di consonanti di vocali. TRUBEZKOI: fa parte della scuola di Praga. Jacobson fa parte della scuola di Praga e ha definito i fattori costitutivi della comunicazione verbale. Funzioni comunicative che corrispondono a ciascuno dei fattori della comunicazione. Jacobson si concentra sulla poetica caratterizzandola all'interno di una concezione linguistica unitaria. SCUOLA DI PRAGA Vista dal punto di visto storico. Perchè a Praga si sviluppa la scuola strutturalista? Fin dal Medioevo Praga era sede di ricerche linguistiche e si è sviluppata anche scuola filosofica: scuola della fenomenologia → studiava aspetti e fenomeni legati alala dimensione psichica. All'interno della scuola fenomenologica si dice che le attività psichiche dell'uomo sono caratterizzate da destinazione, da un fine e da una intenzione → legame con struttura dell'azione secondo cui ogni azione nasce da un desiderio. Linguisti di Praga sottolineano l'importanza della destinazione. Lingua franca: tedesco Sostituiscono alla domanda: come mai siamo arrivati a questo stato dal passato (Weshalb) → domanda relativa alla descrizione Mettono la domanda Wo zu? → relativa alla destinazione In Praga: - componente boema (Matheius) - componente russa (Jacobson, Trozakuoi) - componente occidentale (Bueler, Martine) → tre componenti che lavorano con consonanza circa le tesi di fondo. Famose le tesi del circolo della scuola di praga pubblicati nella rivista principale della scuola di Praga. Ambito componente Russa: Trubezquoi → fonologista. Osserva il fonema in prospettiva intenzionale, lo scopo che ha il suono. Definizione rigorosa di fonema Egli in una prima fase riprende la definizione di fonema di de Courteney che era però viziata di psicologismo → Bouden non dava un metodo rigoroso scientifico e linguistico che permette di stabilire quando un suono e un fonema ma lascia cio alla sfera psichica dell'individuo. Come parlante nativo, posso assicurare che due suoni sono fonemi. In una fase successiva capisce che questa caratterizzazione è insufficiente quindi trova una prova che poermetta di stabilire la pertinenza del suono (pertinenza = elemento linguistico pertinente quando svolge una funzione comunicativa). Quindi Trobazkuoi per verificare pertinenza di un suono propone la prova di commutazione. Trobezkuoi parte dal suono di cui non è ancora dimostrata la natura fonologica ovvero quando il suono è fonema (= suono osservato dal punto di vista della sua realizzazione acustico articolatoria) → fonema = suono, fono di cui è stata verificata la pertinenza con la prova di commutazione. pb t d kg → opposizione fonica Trobezkuoi dimostra che queste opposizioni di foni sono anche opposizioni di fonemi Coppia p b E' una coppia di foni, suoni caratterizzati come occlusive bilabiali una sorda e una sonora → caratterizzazione fisica Li articoliamo attraverso occlusione della labbra bilabiali → definizione si riferisce a come articoliamo il suono. Quando articoliamo la p le corde vocali non vibrano con la b invece si. Quindi si dice che in opposizione fonica, elemento caratterizzato dal tratto della sonorita si considera marcato di questo tratto (vibrazione corde vocali). L'altro invece è un elemento non marcato in cui e assente il concetto di sonorita. Suffisso sematicamente non marcato. Applicazione in ambito semantico della concezzione di marcato e non marcato nata in ambito fonologico. Coppia t d E' una coppia di foni occlusive dentali sorda e sonora. Suoni ossia foni, vedremo poi perche sono anche fonemi. Articolando il fono creiamo una occlusione tra labbra e alveoli dentali e poi apertura. t non vibra, d si. Cambiamo in momenti dell'apparato articolatorio ma abbiamo comunque occlusione Coppia k g È una coppia di foni velari sorda o sonora Occlusione tra le labbra la parte dorsale della lingua chiamata velo. Prendere testo minimo che coincide con una singola parola in cui troviamo partiti esempio opposizione p b diamo un testo minimo in cui troviamo presente p o b → ES: pere/bere Sostituiamo l'altro fono nello stesso punto della sede (testo comunicativo minio) → se sostituendo interviene una differenziazione di significato, abbiamo dimostrato pertinenza dei due foni e quindi i due foni svolgono una unzione nel sistema comunicativo in questo caso funzione distintiva o diacritica. → ha stabilito natura fonologica, la fonologicità ES: DARE/TARE Prova di commutazione: sostituiamo i due foni nella stessa sede ES: CARA/GARA Opposizione fonica e anche opposizione fonologica combinazione. Jacobson spiega il PROCESSO TRADUTTIVO. Fino a Jacobson la traduzione è considerata senza rilevanza linguistica. J dice che traduzione e la destinazione di un segno. Se noi abbiamo parola come formaggio, essa e incomprensibile se non si ha fatto esperienza extralinguistica di formaggio. Se non si mangia formaggio non si capisce cosa vuol dire formaggio. Allora basta trasporre questo segno ad altri segni presenti nella sua esperienza linguistica → formaggio = alimento ottenuto con latte cagliato: abbiamo tradotto il primo segno in altri segni che sono la parafrasi del segno. Un segno linguistico e destinato ad essere tradotto in altri segni che ne esplicitano il significato = traduzione e la destinazione del segno → traduzione endolinguistica. È possibile tradurre un segno da un lingua storico naturale ad un'altra → traduzione interlinguistica. Descrivo quadro da testo scritto = traduzione da un sistema semiotico iconico ad un sistema semiotico verbale → traduzione intersemiotica. NEGAZIONE: SCOPE E LEFT TO RIGHT ORDER PRINCIPLE A. Kroch, The Semantics of Scope in English Garland, New York, 1965 Quali sono le funzioni quando neghiamo? (capitolo sopratutto 1 e 3 de La negazione. Noi dobbiamo sceglierne due) La nostra competenza linguistica presenta una capacità di negare: facultas negandi. Solo l'uomo possiede la facolta di negare in tutto il suo spettro dei valori. Forme di biocomunicazione, nell'ambito del mondo animale ci sono forme di comunicazione ma animali non parlano. Hanno forme di comunicazione di natura totalmente diversa dalla nostra. Animali nella biocomunicazione usano segnali. Gli uomini invece usano segni. Il segno induce risposta linguistica e dialogica. Il segnale invece e uno stimolo fisico che produce una risposta fisica. Grazie al sistema segnico noi parlanti costruiamo rappresentazioni di frammenti di mondo virtuali in cui siamo collocati, che poi possono doventare frammenti del mondo reale. Due implicazioni: 1. Se il parlante con il sistema di segni puo rappresentare la realta vuol dire che puo distanziarsi dalla realta per rappresentarla. L'animale invece e conficcato nella realta e non puo distanziarsi da essa per descriverla, l'essere umano se ne distanzia. Animali non hanno autocoscienza della realta. 2. Noi non abbiamo la capacita di descrivere frammenti di mondo con la sintassi, producendo cosi frammenti di mondo visuali. Se poi nel mondo reale e riscontrabile questo frammento di mondo virtuale allora diventa un frammento di monod reale. Se il mondo virtuale non è pero riscontrabile nella realta, il parlante mente, pale di una non realta come se fosse realta. Gli animali non hanno possibilita di mentire, gli uomini si perche sono liberi. Differenza tra segno e segnale dal punto di vista dell'apprendimento: - SEGNALI: si apprendono in modo biologico, sono innati - SEGNI: si apprendono nel nido famigliare Noi possiamo comunicare nella forma di comunicazione di secondo grado, comunichiamo conoscenze di questo tipo: al polo sud esistono i pinguini. Per un gruppo restrittissimo di esseri umani, la conoscenza del pinguino e una conoscenza di tipo diretto. Conoscenze che si fondano su esperienze dirette e conoscenze per esperienza indiretta → A conosce C attraverso B. B e una fonte, l'intermediario, l'esperto che ci parla di, ci fa conoscere di. Bisogna accreditare la fonte per quanto riguarda le conoscenze mediate. si possono individuare una serie di domande critiche, critical questions che ci fanno capire il grado di competenza dell'intermediario es: e credibile o no, e esperto di questo ambito o no, dice cose riconosciute anche da altri esperti dello stesso campo. Una volta che si e verificata la competenza dell'intermediario, la conoscenza e accreditata. E una conoscenza che si dice credenza in quanto credo e affido fiducia all'intermediario Agli animali non e possibile comunicare conoscenze che siano credenze. Se un'ape individua un campo di fiori, non puo se arrivata all'alveare comunicare di aver trovato il campo e dove e. L'ape fa una danza particolare che determina indicatori spaziali che l'ape regina decodifica e arriva al campo. Negli animali non esiste la conoscenza di secondo tipo, quella indiretta. Negazione In ambito animale si notano delle forme di negazione come forme di rifiuto. ES: CANE CHE CON LA ZAMPA SI RIFUITA DI MANGIARE QUALCOSA →forme di rifiuto e spesso sono finzioni che hanno una componente ludica, di gioco o comunque sono molto ridotte. Nell'uomo c'e un range molto ampio di funzioni che svolge quando nega (schema pag 21). La funzione della negazione più frequente è in contesti di questo tipo: NON PIOVE → piove è un giudizio assertivo sulla realta, con questa negazione mettiamo prima del giudizio assertivo una negazione → falsità del giudizio precedente. Quindi la negazione ci permette di opporre ad un giudizio che dice la verita (piove), un altro giudizio che esprime falsita di quello che e stato detto precedentemente. La negazione permette di dire falsita rispetto a qualcosa che e considerato vero → funzione della negazione di capovolgimento del valore di verita. Piove e un enunciato molto semplice, con un suo contenuto proposizionale e il non capovolge il contenuto proposizionale di p (piove), dicendo che e falso che piove. Nella logica formale la negazione e un operatore, un elemento un predicato che capovolge il valore di verita. Quando noi analizziamo i nostri dati linguistici abbiamo molti casi in cui una negazione non svolge questa funzione. ES: TI PROMETTO DI PORTARTI AL CINEMA → atto linguistico = azione che accade proferendola. Se dico non ti prometto di portarti al cinema: non ha significato di e falso che. Di fronte agli atti linguistici si deve rispettare ad una serie di condizioni. ES: TI PROMETTO CHE DOMANI SPLENDERA IL SOLE ES: TI PROMETTO DI DIVENTARE PRESIDENTE → quando promettiamo colui che promette deve essere in grado di realizzare quanto promette (requisito per promettere). Di fronte ad un atto linguistico commissivo, di promessa non ha senso chiedersi se è vero o falso ma bisogna chiedersi se e avvenuto o no. Non sono quindi di natura vero condizionale, non sottostanno a condizioni di verita o di falsita ma si puo chiedere seolo sen sno riusciti (se sono felici). Non e di natura vero condizionale quando neghiamo una promessa: non ti prometto → la negazione interviene nell'illocuzione di promessa ed esprime un rifiuto di fare, mi rifiuto di compiere un atto di promessa. Negazione e quindi un operatore che puo selezionare un'illocuzione e esprimere rifiuto di fare Negazione che opera con al dinamica dello scope. Non piove: negazione capovolge il valore di verita del contenuto preposizionale = negazione e un operatore che ogni volta seleziona qualcosa che diventa il suo punto di azione, l'operando, punto o zona di attivazione per la sua operazione. Scope indica il punto di applicazione, il partner, l'operando di un operatore → puo selezionare un p piccolo, o momenti e aspetti diversi della comunicazione. Left to right: scope opera secondo il principio da sinistra a destra Scope di negazione seleziona qualcosa che si trova sulla destra dell'operando, operatore che interviene nella dinamica dello scope. ES: QUALCUNO NON DORME La negazione seleziona come punto di attivazione il dorme. ES: NON DEVI ANDARE VIA non sempre lo scope della negazione si torva a destra Il non devi andare via e' un puoi se vuoi ma non sei obbligato → esprime assenza di obbligo. Questa negazione seleziona con lo scope un elemento che si trova sulla destra. ES: NON DEVI ANDARE VIA, HO BISOGNO DI TE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DI MATEMATICA = DEVI NON ANDARE VIA, MA RIMANERE PERCHÈ HO BISOGNO DEL TUO AIUTO. Mentre prima c'era assenza di obbligo, qui esprime un obbligo = sei tenuto obbligato a rimanere. Aspetti particolare: il modale devi che seleziona con il suo scope la negazione, infatti parafrasando otteniamo devi non andar via. Questa negazione emerge con il suo scope selezione a sua volta un elemento che e si sulla destra (devi non andare via) ma quello che emerge e che la negazione ha il suo scope sulla destra, ma non e un elemento contiguo, perche il principio left to right non solo diceva che lo scope doveva selezionare un elemento sulla destra ma questo elemento sulla destra deve anche essere contiguo = subito dopo senza elementi intermedi. Qui il non seleziona con la scope un elemento sulla destra, ma non e un elemento contiguo. Dialetti = vere e proprie lingue per i linguisti ES: dialetto milanese: el Luis el me pais no in italiano sarebbe il Luigi mi piace no → l'italiano non permette questa costruzione della negazione. Dice che lUigi non e un partito per lei. Questa negazione ha come punto di applicazione un elemento che sta tutto sulla sinistra = violato il principio della logica formale secondo cui lo scope dell'operatore di negazione si applica sempre ad un elemento sulla destra. Altri esempi di utilizzo di scope. La negazione e un avverbio in termini di parti del discorso. Tutti gli avverbi operano con la dinamica dello scope. ES: intelligentemente Mario ha parlato vs Mario ha parlato intelligentemente → non ci sono marche linguistiche che permettono di capire quali sono le parti del discorso che l'avverbio aggancia. Con la ragione a ridosso dei testi dobbiamo di volta in volta individuare gli elementi dello scope = che dipendono dall'avverbio. Il test della sostituzione perette di capire le funzioni linguistiche, i significati. Proviamo a sostituire intelligentemente del primo enunciato. Intelligentemente Mario ha parlato: è intelligente il fatto che Mario abbia parlato → in questo caso intelligentemente si riferisce all'intero enunciato. Il fatto che abbia parlato e intelligente. Lo scope dell'avverbio intelligentemente selezione tutto enunciato: Mario ha parlato. Quindi avverbi e di rango alto, di rango enunciativo. Lo scope si applica ad un punto che e tutto l'enunciato Mario ha parlato intelligentemente: Mario ha parlato in modo intelligente Mettendo avverbio in fondo l'enunciato lo scope attiva un elemento diverso In questo caso intelligente non si riferisce al fatto di parlare ma seleziona la modalita con cui e avvenuta l'azione. Seleziona un aspetto del predicato. Dice che il modo in cui Mario ha parlato e intelligente. Quindi seleziona la modalita in cui viene svolta un'azione svolta dalp redicato logico semantico Tedesco: Klugerweise ha Mario gesprochen: Avverbio di rango enunciativo → il non interagisce con acceso, che interviene in un paradigma binario, duplice, che si costruisce sulle opposizioni polari: acceso e l'estremo polare di spento. Questa opposizione polare individua un paradigma semantico. Qui lo scope della negazione seleziona un elemento di un paradigma binario e apre il testo a una sola possibilita. Infatti non si puo essere piu o meno accesi o piu o meno spenti ES: QUESTA DONNA NON È SPOSATA → testo che si apre a una sola possbilità: paradigma binario ES: QUESTA MINESTRA NON È CALDA → tentazione alla polarita ovvero se non e calda e fredda ma in realta caldo freddo sono estremi di un'opposizione scalare in quanto con valori graduali. quindi abbiamo un paradigma che non è binario. Abbiamo valori scalari cosi la negazione puo aprire il testo a freddo e a tutti quegli elemetni che stanno tra i due estremi. ES: Questo bambino non è buono Questo bambino non è felice Anche negli ultimi due esempi si hanno opposizioni scalari con paradigmi binari. il testo si apre all'estremo opposto e anche a tutti elementi intermedi. Finora abbiamo visso interazione di scope ed elementi di paradigmi. ES: QUESTO CAFFE NON È CALDO, MA BOLLENTE Ragioniamo sul nesso che c'e tra caldo e bollente. la negazione seleziona caldo, elemento che fa parte dell'opposizione caldo/freddo che sono estremi di un paradigma multiplo. Il testo si apre ad un elemento che è bollente. Caldo e bollente in che rapporto stano? bollente comprende anche il caldo ma il bollente rispetto al caldo e intensiva. Quindi bollente è un'intensificazione del caldo quindi in questo caso il non in un modo molto pervasivo non selezione tutto caldo ma un sotto elemento del caldo. Agiste sul paradigma polare caldo freddo ma nel suo modo di essere seleziona l'intensita facendo cosi passare dal caso positivo al caso elativo. seleziona il grado ES: QUESTA CASA NON È GRANDE, È IMMENSA Immenso include il grande. Immenso e in rapporto di intensificazione con grande, e un elativo quaindi anche in questo caso seleziona la dimensione e fa passare ad una dimensione intensificata ES: QUESTO VESTITO NON È ROSSO, MA VERMIGLIO Non seleziona semplicemente il rosso ma l'intensita del colore rosso, un sotto elemento dell'elemento rosso del paradigma e lo fa passare ad un'intensificazione maggiore Esempio di negazione che con lo scope seleziona la direzione di letura della situazione ES: NON È MARIA CHE È MOGLIE DI PIETRO, MA PIETRO CHE È MARITO DI MARIA → negazione che interviene sulla relazione conversiva. In questa situazione matrimoniale il rapporto coniugale non deve essere letto da moglie a marito ma da marito a moglie. Nel senso che è lui che piu importante. Marito e moglie sono predicati conversivi che individuano stessa situazione solo la leggono in direzioni diverse Esempio di negazione che con lo scope seleziona un'implicazione convenzionale ES: PIOVE MA NON FA FREDDO → far freddo non è un elemento che troviamo in contenuto di piovere. Un significato implicito che scatta da piovere, un elemento concomitante al piovere che pero non e contenuto nel suo significato è fare freddo. Questa e un'implicazione convenzionale perche scatta da piovere. Convenzionalmente dal termine linguistico piovere puo scattare questa implicazione convenzionale. ES: ABBAIA MA NON MORDE Mordere rispetto ad abbaiare è una possibile implicazione. Negazione seleziona implicazione convenzionale che scatta da senso linguistico ES: ABBAIA MA NON CORRE → correre non è implicazione di abbaiare ES: LUIGI È ANDATO AL CINEMA MA NON SI È DIVERTITO Negazione che con il suo scope seleziona un'implicazione. Eesmpio di negazione che con il suo scope può selezionare un elemento morfologico ES: LA CASA NON È BRUCIATA, STA BRUCIANDO → seleziona il morfema del verbo ES: LUIGI NON ERA DIRETTORE, È DIRETTORE Esesmpio di negazione che con il suo scope interviene sulla realizzazione di una parole e corregge l'accentazione della parola ES: NON HAI COMPRATO UNA POLIZZA, MA UNA POLIZZA ES: NON HAI MANGIATO I GNOCCHI, MA GLI GNOCCHI → in questo caso negazione selezione errata manifestazione del morfolessema e lo corregge intervenendo su un elemento morfo lessematico ES: LUIGI NON HA SMESSO DI BERE, A BEN VEDERE NON HA MAI BEVUTO IN VITA SUA → cosa corregge? Smettere fa scattare un presupposto di accadimento di cio che è detto → con negazione corregge errata presupposizione Esempio di negazione che con il suo scope seleziona un'implicatura conversazionale ES: NON HA TRE FIGLI, MA DI PIÙ → proviamo a negare un numero, scatta interpretazione less than ovvero se nego tre significa che ne ha meno di tre. ES: HA TRE FIGLI, MA NON SOLO Qui la negazione con il suo scope non seleziona tre perche in questo caso i tre figli gli ha quindi negazione colpisce il non solo che è un'implicazione convenzionale ES: TE L'HO RIPETUTO NON DICI MA MILLE VOLTE → negazione che seleziona un non solo