Scarica Manuale di letteratura e cultura inglese e più Dispense in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! MANUALE DI LETTERATURA E CULTURA INGLESE SHAKESPEARE SCRITTORE PER LA SCENA Leggere le opere di Shakespeare in riferimento alla scena per la quale furono concepite, significa situare il discorso e l’azione delle opere in un preciso ambiente fisico e artistico. In questo caso quello del teatro elisabettiano. Shakespeare era prima di tutto un uomo di teatro dal momento in cui, prima ancora di scrivere le sue opere, faceva l’attore. Le prime notizie certe di lui come drammaturgo risalgono al 1592. Le fonti biografiche dimostrano un Shakespeare molto attento ai suoi guadagni, questo però non significa che i suoi drammi siano pensati come dei best seller teatrali, creati esclusivamente per fare soldi. La loro complessità scenica e narrativa, smentiscono tutto questo. Shakespeare riesce a coniugare le ragioni della scena, il suo essere accessibile a tutti, con la ricchezza intellettuale e retorica del testo, che invece è accessibile a pochi. La straordinaria articolazione poetica delle opere di Shakespeare, cosi ricche di schemi e giochi di parole, rappresentava una delle maggiori loro attrattive, almeno fra gli uditori istruiti. All’epoca di Shakespeare si utilizzava dire “ascoltare un dramma”, per questo il drammaturgo Dekker, ritrae l’autore teatrale come una sorta di Orfeo, in grado di domare il pubblico attraverso l’ascolto. Le opere di Shakespeare nascono anche grazie al presupposto di una compagnia di attori che il drammaturgo conosceva bene e di cui poteva fidarsi. Tutti i suoi personaggi infatti furono concepiti per specifici attori e tutte le opere furono composte per uno specifico spazio fisico, in primo luogo il teatro pubblico. La forma del teatro pubblico elisabettiano incide sugli aspetti esteriori dei plays, ma anche sulle ragioni profonde della drammaturgia Shakespeariana. Il teatro elisabettiano era essenzialmente il dominio dell’attore, i cui movimenti e gesti, la cui voce, costume, costituivano il motore dinamico di tutto lo spettacolo, per molti versi, erano lo spettacolo. Per i suoi colleghi attori Shakespeare creava personaggi in grado di dominare la scena e di creare attorno a se il mondo della fiction teatrale. L’attore-personaggio era un formidabile portatore di segni, e ogni suo aspetto poteva assumere uno specifico peso simbolico e informativo. Basti pensare che in mancanza di altre indicazioni sceniche, come la scenografia, spettava all’attore, attraverso battute, gesti, abiti e trucco, raffigurare al pubblico luogo, tempo e contesto sociale. La centralità dell’attore nel creare la fiction drammatico-teatrale, con l’aiuto di pochi oggetti e pochissima scenografia, provocò lo sdegno dei critici neoclassici, che si lamentavano della mancanza di un realismo mimetico in un teatro del tutto affidato alle reazioni sceniche dei personaggi. LE PROPRIETA’ DEL TEATRO SHAKESPEARIANO: LA SCENA APERTA Sono tre le proprietà spaziali e culturali del teatro elisabettiano che rendono possibile l’emergere dell’attore personaggio shakespeariano: Apertura Multidimensionalità Fluidità L’APERTURA Dipende dalla peculiare forma del palcoscenico e dal rapporto che si instaura tra scena e arena nel cosiddetto teatro pubblico. I palco era necessariamente aperto, privo di ostacoli alla vista, come per esempio gli oggetti scenici. Gli unici aspetti fissi della scena era lo sfondo ornato di pitture all’interno del quale si aprivano le due porte di ingresso e uscita. Questa apertura permetteva che l’attore fosse oggetto dell’attenzione del pubblico, fonte di informazione, emozione e di intrattenimento. Faceva in modo che gli spettatori avessero un accesso visivo e uditivo privo di barriere e infine dava alla rappresentazione scenica, la possibilità di svolgersi in modo rapido e dinamico. LA MULTIDIMENSIONALITA’ La multidimensionalità riguardava la struttura dello stesso palco e la sua articolazione nello spazio. La straordinaria ampiezza del palco era strettamente funzionale alla drammaturgia. Oltre a simboleggiare la grandezza del mondo e permettere a tutti gli attori della compagnia di stare contemporaneamente sul palco quando è necessario, tale ampiezza offriva la possibilità di moltiplicare l’azione orizzontalmente, creando effetti di simultaneità e di contrapposizione. Un ruolo cruciale è svolto dalle due porte di scena, sulle entrate e le uscite dei personaggi si fondava l’intera economia dell’azione scenica e dello stesso copione drammaturgico. Ciò che segnava la fine di una scena e l’inizio di un’altra era semplicemente l’avvicendarsi degli attori o di gruppi di attori. L’utilizzo delle due porte giocava anche un ruolo simbolico, nel rappresentare due realtà spaziotemporali distanti fra loro. FLUIDITA’ Riguarda il rapporto fra scena e platea, in particolare fra attore e spettatore. Data la particolare struttura del palco, l’attore era in grado di stabilire rapporti di notevole vicinanza con il pubblico, ponendosi all’estremità anteriore della scena. E’ superfluo sottolineare quanto questo potenziale complicità e intimità con il pubblico abbia influito sullo sviluppo della drammaturgia shakespeariana. In Hamlet nasce la possibilità di esprimere l’interiorità e quindi la piena soggettività, del personaggio individuo, possibilità che presuppone il suo agire, nonché il suo pensare ad alta voce. DONNE SULL’AVANSCENA Shakespeare è il primo drammaturgo inglese a dara ampio spazio sia discorsivo che scenico alla donna quale protagonista dell’azione drammatica. E’ per questo il primo autore a permettere al personaggio femminile di occupare di diritto l’avanscena mettendo letteralmente la donna davanti alla dramatis persoane maschili. Il protagonismo della donna nelle opere di Shakespeare è ancora più rimarchevole. L’esempio più clamoroso di un personaggio femminile che riempie la scena è senz’altro Cleopatra la quale mette sempre in primo piano le proprie passioni. La donna nella commedia shakespeariana si dimostra superiore all’uomo, non solo socialmente e moralmente ma anche intellettualmente. La donna diventa sinonimo di vita, salvezza e redenzione. Il principio attivo della commedia shakespeariana è il principio femminile, che è quasi sempre un principio vitale e salvifico. E’ per questo motivo che, in molte commedie di Shakespeare, il vero soggetto protagonista è donna, dotata di una forte interiorità, di straordinario eloquio e di spiccato e vincente senso di iniziativa. Date le convenzioni del teatro elisabettiano, può non sorprendere che le più memorabili eroine delle commedie di Shakespeare scelgano di recitare parti maschili. La figura della donna travestita non è un invenzione di Shakespeare, il modello è italiano ma Shakespeare gli da uno spessore del tutto inedito. Il travestitismo diventa occasione di autentica complicità fra personaggio e spettatore, che è l’unico messo a conoscenza dell’espediente adottato. La maschera permette al personaggio da un lato di nascondersi, ma dall’altro lato di svelarsi al pubblico, soprattutto tramite un altro strumento che il drammaturgo inventa nelle commedie romantiche, ossia l’a part aside femminile.