Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Mappe concettuali di storiografia: Tucidide, Schemi e mappe concettuali di Storia Antica

Mappe concettuali sulle figure storiografiche più importanti nella storia greca: Erodoto e Tucidide tratte dal libro di M. Bettalli "Introduzione alla storiografia greca". Questa tratta di Tucidide considerato il primo storiografo dell'antichità a operare con metodo scientifico - storico rigoroso. Le mappe contengono la vita, l'opera, la metodologia e la spiegazione dei libri che compongono la narrazione storica.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 22/12/2021

storiaefilosofia
storiaefilosofia 🇮🇹

4.6

(192)

131 documenti

1 / 13

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Mappe concettuali di storiografia: Tucidide e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Antica solo su Docsity! Lo storico ci informa di aver assistito alla peste scoppiata ad Atene nel 430/429 a. C. e di essere stato contagiato, esperienza che darà luogo a una descrizione dell'epidemia destinata a restare memorabile. Cosa successe a Tucidide dopo la caduta di Anfipoli è più complesso da comprendere. Egli afferma di essere stato costretto a un esilio ventennale che si sarebbe dunque protratto fino all'anno finale della guerra da lui raccontata. L'esilio si sarebbe consumato tra i Peloponnesiaci, ma altre tradizioni parlano di Tracia, Macedonia e perfino Italia. A guerra finita, Tucidide sarebbe rientrato in patria, dove avrebbe trovato la morte, ucciso da mano sconosciuta. Il padre, secondo un'informazione dello stesso Tucidide, si chiamava Oloro, omonimo di un re trace vissuto nella seconda metà del VI secolo, la cui figlia Egesipile sposò Milziade, il vincitore di Maratona. Tradizioni che suscitano perplessità ma se le sia accetta, Tucidide avrebbe avuto legami diretti ‘on due tra le iù alta aristocrazia ateniese e più alla lontana con una dinastia regnante tracia. Dalla vicenda di Anfipoli si ricavano dati importanti per una ricostruzione cronologica di massima: Tucidide, cittadino ateniese, del demo di Alimunte, in qualità di stratego doveva avere nel 425/424 non meno di trent'anni. Ciò fissa il terminus ante quem per la sua data di nascita al 455 a. C., che andrà verosimilmente spostata indietro di qualche anno intorno al 460 a. C: si può dunque affermare che egli appartiene a una generazione dopo Erodoto. Delle vicende biografiche di Tucidide si sa poco: la fonte principale delle compilazioni biografiche era l'erudito Didimo, un testo di critica stilistica di Dionigi di Alicarnasso (I sec. d. C.) e la biografia dedicata allo storico da Amminao Marcellino autore vissuto nel V sec. d. C Il punto di partenza per le tradizioni antiche era comunque rappresentato dai riferimenti biografici contenuti nell'opera. Tutto ruota intorno a un episodio della guerra del Peloponneso che vide Tucidide protagonista e che lo stesso storico racconta (IV 104- 108): mentre era di stanza a Taso come strategòs, nel 424 a. C., fu chiamato dal collega Eucle in difesa della colonia di Anfipoli minacciata dall'avanzata dello spartano Brasida. Giunse in ritardo per salvare la città e non poté far altro che difendere il porto di Elione. La perdita di Anfipoli fu un colpo duro per Atene, poiché si trattava di un evento abbastanza importante nell'economia del conflitto. Comunque si voglia valutare storiograficamente il suo comportamento, resta il dato biografico fondamentale del suo coinvolgimento attivo in guerra con compiti e competenze di primo piano Tucidide era politicamente un aristocratico conservatore ma culturalmente si mostrava aperto alle innovazioni intellettuali dell'Atene del suo tempo. Il biografo Marcellino segnala Anassagora per la filosofia, Antifonte per la retorica come suoi maestri, ipotesi rilanciata anche da Meister. UCIDIDE 2: la formazione Utilizzò l'elaborazione metodologica della medicina ippocratica e il relativo lessico; adottò l'analisi sntomatologica come categoria di comprensione storica oltre che medica; trasse insegnamenti decisivi dalla diagnostica e dal sistema di interpretazione dei segni che tradiscono la sfera del "non apparente". Come si conveniva a un membro della migliore società aristocratica, Tucidide ricevette un'educazione accurata, di altissimo livello che senza dubbio muoveva da conoscenze tradizionali Tucidide conosceva bene i sussidi della retorica, ne assimilò le tecniche di presentazione e argomentazione, la rappresentazione della discussione attraverso l'agòn dialettico; non restò insensibile alle potenzialità del linguaggio della sofistica anche se si mantenne distante, antitetico, dalla pratica culturale e dalla figura dell'intellettuale sofista L'incompiutezza dell'opera spiega anche l'in di uno dei continuatori di Tucidide, Senofonte, le cui Elleniche, ricollegandosi al momento finale delle Storie tucididee, si aprono con un sorprendente «Dopo questi avvenimenti», inizio incomprensibile a meno che l'autore non volesse sottolineare il collegamento con l'opera precedente dell'illustre predecessore. TUCIDIDE 5: Le Storie. Parte seconda Probabilmente lo storico voleva portare la narrazione fino alla fine del conflitto, tuttavia s'interrompe bruscamente nel 411 dopo la battaglia di Cizico: l'opera non fu ‘completata. La circostanza sembrerebbe spiegarsi appunto con la morte violenta dell'autore. La narrazione è organizzata secondo la successione diacronica degli anni di guerra, nell'alternanza di estati e inverni che creano segmenti cronologici che scandiscono il racconto. All'interno di ogni segmento cronologico, il materiale è ripartito in forza dei teatri geografici nei quali l'azione si svolge. Alla fine di ogni anno appare una sorta di firma dell'autore per ribadire la paternità del testo. Al di là di una storia compositiva tormentata, nel discorso di Tucidide si coglie unità e coerenza e in particolare nella formulazione di un metodo storiografico nuovo, nella struttura dell'opera e nelle tematiche che la percorrono. In conclusione: sezionare chirurgicamente il testo per capire quali parti sono più antiche e quali più recenti è difficile in assenza di elementi inoppugnabili: gli unici passi "certificati" sono quelli in cui appare l'esplicito riferimento alla conclusione della guerra (I 93; Il 65.12; V 26.1), non molto e comunque è un problema tutt'ora oggetto di dibattito. A complicare di più la questione è l'ipotesi che seguendo le consuetudini dell'epoca, Tucidide abbia reso pubbliche singole sezioni del suo lavoro attraverso letture per un uditorio, secondo la pratica dell'akròasis : parti complete e pronte ad affrontare il pubblico; anche se Tucidide non amava questa forma di fruizione delle opere. TUCIDIDE 6: la Questione Tucididea A partire dal XIX secolo, sulle vicende della composizione delle Storie si è posta una "questione tucididea": se il testo che leggiamo è frutto di una stesura che è durata a lungo nel tempo, con sezioni più recenti, rivisitate e corrette, e altre ferme a uno stato originario, precedente al 404 a. C., come possiamo distinguere e precisare all'interno dell'opera i vari stadi? Il padre di tale dibattito, il tedesco Ulrich immaginò due fasi compositive: la prima dopo la pace di Nicia del 421 a. C., che sembrava aver posto fine al conflitto e una seconda dopo la conclusione effettiva della guerra nel 404 a. C. Tucidide privilegia fonti orali, secondo la consuetudine degli storici greci, in particolare quando parla di fatti della guerra del Peloponneso. Un'eccezione è l'uso della fonte scritta per la storia delle vicende più antiche della Sicilia. Certamente conosceva le opere di Erodoto e Ellanico che costituiscono più riferimenti polemici che fonti cui attingere, ma non mancano citazioni di documenti scritti, lettere, iscrizioni, trattati , menzionati con prcisione e letteralmente riprodotti; ma appare chiaro che in Tucidide le fonti scritte non rappresentano la normale forma di acquisiszione di informazioni, quando scriverà sull'archaiologia, gli strumenti che utilizzerà saranno diversi. In questo la distanza da Erodoto è maggiore: la raccolta, la selezione, verifica delle informazioni e la scheda delle fonti ritenute più affidabili, insieme alle motivazioni di tale scelta, rappresentano una fase preparatoria al lavoro di scrittura della storia e non lasciano tracce visibili nel testo. La procedura selettiva è di fatto preclusa al lettore, l'autore consegna l'esito delle sue ricerche. UCIDIDE 7: L guerra del Peloponneso Tucidide assicura di aver usato la massima akrìbeia (diligenza) possibile, con un rigore, una precisione e un'accuratezza senza pari, ma come riuscì a realizzare tale metodo a noi non è chiaro. È possibile che Tucidide avesse accesso ad ambienti elitari e potesse raccogliere le versioni di personaggi protagonisti delle vicende politiche e militari dei suoi anni. L'oggetto della narrazione è la guerra come già in Erodoto ma diversamente da lui Tucidide non rappresenta le diverse realtà coinvolte ad ampio raggio, egli definisce i confini del suo oggetto di analisi e a tali confini si mantiene fedele. La guerra è inoltre contemporanea all'autore, del quale egli è testimone e protagonista. Tucidide porta alle più rigorose conseguenze le premesse che in parte comparivano in Erodoto: la priorità assegnata alla conoscenza autoptica come garanzia di affidabilità delle informazioni solo se le vicende narrate soddisfano l'esigenza che siano attendibili. Una condizione che si realizza solo con le vicende contemporanee, in cui l'autore può porsi come testimone autoptico degli eventi o ricorrere a quanti lo sono stati. Tucidide comunque sa che l'autopsia non è suifficiente: è necessario elaborare una strategia di controllo e verifica tanto sulle capacità proprie di "vedere" direttamente gli eventi, quanto sulle possibili distorsioni dei testimoni ai quali ci si deve affidare. Lo strumento privilegiato per la raccolta di informazioni è l'occhio dello storico, anzitutto, affiancato dalle narrazioni di altri testimoni oculari, con la precisazione che tale operazione comportaunacritica serrata alle fonti prima di acquisirle. Una delle conseguenza di questa centralità della nozione di sviluppo è che le relazioni politiche sono intese principalmente in rapporti di forza. L'esempio più notevole è nel celebre dialogo tra Ateniesi e Melii (V 84-16). Lo sviluppo ateniese è il fenomeno che caratterizza il V secolo a. C. a partire dal periodo successivo alle guerre persiane. All'interno del racconto della pentecontaetia (189-146), Tucidide ripercorre le tappe che portano Atene ad assumere dapprima l'egemonia su "alleati che erano autonomi" e infine astabilire il proprio dominio ( archè) talassocratico attraverso una politica lucidamente e funzionalmente vessatoria nei confronti degli alleati con una politica estera agressiva. Sono anche gli anni del consolidamento democratico della vita politica della città e il nesso democrazia e archè, percorre in controluce la ricostruzione dello storico. Le esigenze dell'impero divengono la chiave di volta dell'agire di Atene e dei suoi leader e la flotta ateniese diviene in Tucidide, scudo e emblema del dèmos. UCIDIDE 10 Mi E-Ri°]p4:] Tutta la disgrezzione dell'archaiologia è incentrata su questo tema: il grado di sviluppo è il parametro per giudicare della grandezza dell'evento bellico che Tucidide narra. Il passato attraversato l'ottica del tema delle risorse connesse allo sviluppo delle diverse realtà greche nel mondo arcaico Una rilettura monografica privilegiando lo scavo in profondità di una nozione piuttosto che un ampio afresco che catturi una pluralità di caratteri. La scelta tucididea si afferma selettiva anche nei confronti tematici. Argomento principale 3 ue pulsioni Oltre alla forza, altri motivi vengono descritti dallo storico, in un'analisi degli eventi capaci di intrecciare al piano politico . militare, quello sociologico e psicologico: paura, avidità e ambizione determinano scelte e comportamenti specialmente durante la peste, quando gli interessi dei singoli fi prevalere sul vantaggio comune in assenza della guida di un leader (Pericle era morto). Tucidide non ignora il ruolo di queste pulsioni, conosce gli umori oscillanti del dèmos ateniese, sa quanto nella storia giochino gli scontri e gli interessi da un lato e atteggiamenti irrazionali dall'altro e non trascura l'impoatto di certe personalità nel limitare o blandire tali pulsioni. C'è insomma un continuo dialogo nella narrazione tra la forza degli eventi, la rigorosa concatenazione dei fatti e le opinioni fornite dalle scelte e dai caratteri dei protagonisti principali, cui si aggiungono i sentimenti delle masse. TUCIDIDE: i foot Tracce di vicende si erano emerse dalla disgressione interna della pentecontaetia dove TU le traccia i casi del re spartano Pausania e di Temistocle entrambi come Al de, nell'orbita persiana dopo aver abbandonatop la propria città. Pericle riscuote la più viva ammirazione come guida capace di governare il popolo, di usare la ragione nel suo dialogo con il dèmos e convincerlo ad accettare anche la più dolorosa delle decisioni, come l'inurbamento forzato a fronte di un'invasione archidamica. Il suo equilibrio, la misura, la lungimirante politica lo pongono su un piano superiore, come incarnazione delle virtù del capo democratico e la necessità della guerra si stempera nelle considerazioni della posta in gioco: non solo il dominio sulla Grecia ma anche l'affermazione di un sistema politico e del connesso stile di vita. Il ruolo di altri protagonisti è delineato caratterialmente: dallo sguaiato e presuntuoso Cleone al prudente Nicia o nell'altro campo la figura di Brasida, il grande stratego spartano che saprà Atene nell'Egeo ‘a e della piena ne alla comunità della pòlis, fino a giocare ambiguamente tra i diversi fronti inseguendo un'affermazione che è soprattutto personale.