Scarica Cicerone: Biografia, Orazioni e Opere e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! Marco Tullio Cicerone Cicerone nacque ad Arpino nel 106 a.C. da una ricca famiglia dell’ordine equestre. Si trasferì a Roma per studiare diritto, filosofia, letteratura ed eloquenza e prestò anche servizio militare nella guerra sociale. Dall’81 a.C. diede inizio alla sua attività forense con 2 orazioni rivolte ad attaccare 2 personaggi legati al regime di Silla: ● Pro Quinctio; ● Pro Sexto. Iniziò la sua carriera politica in Sicilia, dove incoraggiò i Siciliani ad affidargli la causa contro l’ex governatore Verre, accusato di concussione (reato del pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o delle sue funzioni, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente a lui, o a un terzo, denaro o altra utilità, anche di natura non patrimoniale). Con la vittoria del processo e la pubblicazione delle orazioni “In Verrem” si affermava il prestigio indiscusso di Cicerone. Inoltre, in qualità di pretore, appoggiò il conferimento a Pompeo dei poteri straordinari nella guerra contro Mitridate. Per quanto riguarda, invece, la sfera familiare, si sposò con Terenzia e con lei ebbero Tullia e Marco. Nel 45 a.C. morì la figlia Tullia, e per il doloroso lutto, decise di intensificare gli studi filosofici. Eseguito il CURSUS HONORUM, e ottenuto il consolato, Cicerone contrastò con le orazioni De lege agraria, una proposta di riforma agraria sostenuto dai populares affinché Catilina, nobile populares, non fosse eletto console l’anno dopo. Catilina, quindi, ordì una congiura, che Cicerone riuscì a sventare, accusandolo pubblicamente in Senato e lo costrinse alla fuga da Roma (prima e seconda Catilinaria). Infine condannò a morte i suoi seguaci rimasti a Roma (terza e quarta Catilinaria). Per questo episodio si guadagnò il titolo di pater patriae. Dopo la formazione del primo triumvirato, fu accusato dal tribuno Clodio di aver fatto giustiziare illegalmente i catilinari, così fu costretto all’esilio; i suoi beni furono confiscati e la sua casa sul Palatino fu rasa al suolo. Nel 57 a.C. fu richiamato a Roma per delibera del Senato e pronunciò 4 orazioni post reditum. Inoltre, appoggiò la richiesta di Cesare di ottenere il rinnovo del comando in Gallia. Dopo la morte di Cesare, prese partito a favore di Ottaviano, contro Antonio che considerava una minaccia per la libertà, e scagliò dunque le 14 orazioni filippiche. Con il secondo triumvirato (Ottaviano, Antonio e Lepido), il nome di Cicerone fu inserito nelle liste di proscrizione, nelle quali erano inseriti tutti i rivali di Cesare. Raggiunto poi dai Sicari di Antonio, Cicerone fu assassinato il 7 dicembre 43 a.C. Le orazioni politiche e giudiziarie Le orationes scritte da Cicerone possono essere divise in 2 gruppi: 1. Orazioni giudiziarie: composte in difesa o accusa di un imputato; erano pronunciate in tribunale; Cicerone aveva un ruolo simile all’avvocato moderno (orazioni principali: Verrine; Pro Archia Poeta; Pro Sestio; pro Caelio; Pro Milone); 2. Orazioni politiche: composte per sostenere un’idea o per manifestare dissenso o attaccare personaggi o proposte politiche. Erano pronunciate di fronte organi deliberativi, come il senato (orazioni principali: Pro lege Manilia; De lege agraria; Catilinarie; Filippiche). Pro roscio Con la Pro Roscio, Cicerone sostenne la difesa di un'importante causa contro Sesto Roscio, accusato di parricidio, L’accusa era sostenuta da Ortensio Ortalo, il quale era l’oratore di maggior prestigio dell’epoca. Cicerone dimostrò che il padre di Roscio era stato in realtà ucciso da sicari inviati da 2 suoi parenti, che avevano fatto inserire il nome di Roscio nelle liste di proscrizione, facendo poi accusare il figlio di parricidio (un modo di poter acquistare all’asta a basso prezzo le grandi proprietà terriere del defunto. Il caso di Verre Nel 75 a.C. Cicerone aveva iniziato la carriera politica in Sicilia. Fu naturale per i siciliani chiedergli di rappresentarli nel processo per concussione contro Verre, ossia il propretore che aveva governato la Sicilia compiendo abusi e ruberie. La difesa fu assunta da Ortensio Ortalo. Il processo offrì a Cicerone l’opportunità di battersi contro la degenerazione oligarchica dello stato e di mettere luce sulla corruzione presente nel settore della giustizia. Pro lege Manilia Divenuto pretore, Cicerone sostenne la sua prima causa politica, appoggiando con la pro lege Manilia la proposta del tribuno Manilio di affidare a Pompeo poteri straordinari a tempo indeterminato nella guerra contro Mitridate. La proposta era avversa ai nobilitas che vedevano compromessi i loro privilegi, e godeva invece del favore del ceto equestre e dei populares. Infatti, l’appoggio dato a Pompeo nasceva dai legami che Cicerone aveva con il ceto equestre. Cicerone nel 63 a.c., riuscì ad ottenere il consolato grazie all’appoggio degli equites e degli optimates, che vedevano in lui, homo novus, un candidato capace di sottrarre ai populares una parte dell’elettorato. Così, Cicerone rivolse la sua azione politica contro il partito dei populares, di cui i principali esponenti erano Cesare e Crasso. Cicerone contrastò, con le 4 orazioni del “De lege agraria”, il progetto di legge agraria presentato dal tribuno Rullo, che prevedeva una distribuzione di terre a privati indigenti. Cicerone riuscì ad acquistare il favore del popolo presentando se stesso come unico e vero popularis, difensore della pace e dell’otium e degli interessi dei ceti meno benestanti e, quindi, economicamente meno agiati. Catilinarie Catilina, che era stato sconfitto per la seconda volta alle elezioni consolari, decise di ordire una congiura, alla quale parteciparono uomini appartenenti ad ogni ceto sociale, ai quali aveva promesso la totale cancellazione dei debiti. Venuto a conoscenza della cospirazione, Cicerone pronunciò davanti al senato la prima catilinarie, con la quale attaccava violentemente Catilina mostrandogli di essere al corrente della congiura. In questo modo, Catilina fuggì da Roma e Cicerone pronunciò la seconda Catilinarie, denunciando il suo comportamento illegale. I congiurati rimasti a Roma cercarono aiuti militari. Cicerone, saputo il fatto, li fece arrestare, esponendo l’accaduto in senato tramite la terza catilinarie. Il senato si riunì per decidere la sorte dei congiurati. Così Cicerone espose la quarta catilinarie schierandosi dalla parte di Catone, quella della condanna a morte. La tesi di Catone fu accettata dalla maggior parte e così i congiurati furono giustiziati. Catilina fu sconfitto dall’esercito consolare nella battaglia di Pistoia nel 62(?) a.C.