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Moderno Antimoderno, Sintesi del corso di Letteratura Italiana

Riassunto Moderno Antimoderno di Cesare de Michelis Teorie e Generi della Modernità Letteraria 2021

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 19/07/2021

MartyF-01
MartyF-01 🇮🇹

4

(30)

48 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Moderno Antimoderno e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! RIASSUNTO = MODERNO E ANTIMODERNO DI CESARE DE MICHELIS PREMESSA L'identità del Novecento sfugge = difficile definire l'identità del Novecento Confronto con personalità di piccolo e grande rilievo +questioni più o meno generali + cercare di cogliere i segnali di un’identità da definire. E’ CHIARO CHE del Novecento non se ne sa ancora abbastanza + i saggi sono come le tappe di un'esplorazione larga ma niente affatto esaustiva Il secolo è innominabile + non si riesce a coglierne la cifra unificante MA resiste la rifrazione di molti momenti decisivi e di qualche idea centrale. “Moderno Antimoderno” evoca la contraddittorietà che non riusciamo a risolvere + Il secolo annuncia l’avvento della modernità > l’innovazione tecnologica che sfida/viola tutti i limiti imposti dalla natura + nella rivoluzione politica del «ordine nuovo» per poi insegnare a costruirlo senza mai poterlo raggiungere + nell'esercizio di un pensiero critico che azzera ogni conquistata certezza ma incapace di ricominciare da capo IL NOVECENTO = inarrestabile la corsa dell'innovazione + utopie + ideologie + speranze + attese di tutte le generazioni novecentesche costrette a riconoscere il loro irreversibile fallimento 3 universale sentimento di vuoto e di disorientamento che aveva prodotto lo strappo radicale con la tradizione. Il Novecento è il secolo tragico = genocidio + regimi totalitari + il tramonto dell'Occidente + crollo di ogni umanesimo e morte della plurimillenaria civiltà contadina. Il Novecento è ANCHE = conquista di un benessere inimmaginabile + crescita dell’attesa di vita + accorciarsi delle distanze + meraviglie dell’arte e della tecnica. Moderno Antimoderno = desiderio di descrivere l’ambivalenza del secolo = doppiezza che coinvolge i testi della letteratura radendo progressivamente al suolo distinzioni di genere e di stile e costringendo anch'essa a correre avanti con lo sguardo rivolto all'indietro verso le rovine di un passato travolto dal vorticoso vento del nuovo (Walter Benjamin - l’Angelo della Storia - Angelus Novus) NB = IL SECOLO SFUGGE A QUALSIASI PRETESA DEFINITORIA 1 - UN SECOLO DOLOROSO Nella vita esiste una sola certa indiscussa = indietro non si torna = non restava altro che andare avanti, sempre più avanti. Il cammino era aspro e faticoso, acquistò credito la diceria che si sarebbe raggiunto un paradiso. Per millenni l’uomo rappresentò la vita/storia come un cerchio = idea che saremmo arrivati esattamente lì da dove eravamo partiti. Il cerchio/ciclo = un'immagine rassicurante + conteneva le emozioni dell’imprevisto + la sicurezza del conosciuto + concretezza dell’esperienza: ciclo del giorno (dall'alba al tramonto + notte e di nuovo l’alba) i sempre uguali a se stesse viaggio che si concludeva dopo l’odissea nel rimpatrio vita di ognuno che conteneva la morte sin dal primo vagito, eppure prometteva ogni volta di non essere uguale a nessuna. Il filo non è rassicurante come il ciclo = corre avanti diritto non si sa fino a dove + una direzione obbligata + la meta era ignota + nascondere apocalisse e paradiso, il nulla o l'eterno. Il ciclo/anello è saldo e sembra impossibile scioglierlo MA gli uomini ostinati ci riuscirono > il cerchio sembrava più una gabbia VS la retta privava la scelta ma annunciava la libertà Il CERCHIO: Forma una sfera + moltiplica le opportunità + offre molte possibilità NO = Libertà SI = Le Libertà + piccole/godibili/accattivanti MA potevamo essere libertini = decidemmo di diventare libertari a qualsiasi prezzo > la tradizione cedette il primato al progresso > la filosofia alla scienza + il vero al nuovo. L’anello credette che la convivenza dei due modelli non sarebbe stata messa in discussione Il progresso faceva conquiste, disegnava la storia MA non poteva rompere il ciclo della natura, l'eterna scansione del giorno e della notte, della vita e della morte. ILLUSIONE = avere il vero e il nuovo/Ia sicurezza e l’avventura/la natura e la storia MA per un paio di secoli Precario equilibrio = i poeti narravano la favola del paradiso lontano + gli ideologi proseguivano la loro opera distruttiva IL NUOVO SECOLO = l’alba del Novecento annunciò la morte della tradizione = il primato dell'avanguardia + il sogno della velocità + l’era dei record + demolire le regole della democrazia + il grigiore dell’onesta vita borghese Alternativa alla democrazia fu la rivoluzione + NO monotonia della maggioranza MA furore delle avanguardie > si disegnò il miraggio di una società perfetta: ® Intelligenza > Saggezza * Forza> Equanimità ® Coraggio > Prudenza Una risata beffarda deformò decoro/quiete per sollecitare l’odio/disprezzo. Poeti/Rivoluzionari di qualsiasi estrazione ideologica inneggiarono contro l'ordine, la pace, la democrazia nei primi anni del secolo > eroi generosi e cinici carnefici > Marinetti, Prezzolini, Pareto, Gentile, D'Annunzio, Papini e poi Gramsci, Mussolini, Gobetti + persino qualche cattolico integralista vestì i panni del nuovo Savonarola. Chi si fermava per capire che cosa stesse accadendo era un codardo Chi predicava pazienza e attenzione era pedante Chi cercava il meglio anziché il bene era traditore «Per noi parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati». Perché a quarant'anni di distanza si riproponeva intatto e urgente il bisogno di parlare per essere creduti, di spiegarsi ancora una volta per non sentirsi complici di un silenzio colpevole? L’incredulità e la diffidenza riprendevano piede + i pochi valori umani e morali sembravano perdere peso e importanza travolti dall’insicurezza e dallo scetticismo. NB = “Se questo è un uomo” fu tradotto nel 1961 e pubblicato in Germania > accetta la sfida a guardare più a fondo, oltre l’angosciosa epopea del martirio, nelle zone più segrete della coscienza. NB = In “sommersi e i salvati Levi” dedica un capitolo alla «zona grigia» del mondo concentrazionario dove le vittime si confondevano con gli oppressori collaborando con il potere. «La condizione di offeso non esclude la colpa» + il lager non nobilita l’uomo attraverso la sofferenza, lo offende e lo umilia, lo degrada durante la prigionia e dopo + il sentimento di «vergogna» delle vittime. FLASHBACK = Capuana “Gli «ismi» contemporanei” (1898) L’Ottocento al Novecento consegnava in eredità le ideologie e noi le abbiamo messe a frutto ® A furia di ismi siamo corsi diritti verso l’unico traguardo = la catastrofe ® Innome degli ismi abbiamo opposta la morte alla vita, la storia alla natura, la retta al cerchio. * Ilcorrispettivo universale dell’olocausto è la morte della civiltà contadina + Charles Péguy la definì «il più grande avvenimento della storia dopo la nascita di Cristo» NB = Cristo venne ad annunciare la buona novella e per questo morì crocifisso MA la civiltà contadina INVECE morì soffocata senza annunciare un bel niente e lasciando un vuoto che neppure ora riusciamo a misurare Il Novecento ha voluto cambiare il mondo > si è sbarazzato dell’uomo (ebreo, contadino, ecc ..) e per questo si è ostinato contro la coscienza, la tradizione, la memoria, l’umanesimo Il Novecento si è preoccupato delle masse, popoli, classi MA dell’Uomo non ha mai saputo che farsene. VEDI linguaggio: tutte le parole della religione degli uomini (Umanesimo) sono state messe al bando e sostituite da parole di guerra > la vita stessa diventò SOLO «militante». La complessità della situazione induce l’interprete all’affabulazione metaforica, come se, al posto della descrizione puntuale dell’identificazione delle radici della crisi convenisse un fantasioso racconto delle cose di questo mondo Norberto Bobbio “Destra e sinistra” (1995) > tracciare le regole fondamentali di un codice politico rassicurante per la continuità con la secolare tradizione democratico-borghese e radicalmente innovativo per la drastica semplificazione di un dibattito politico diversamente articolato in più sottili e pedanti distinzioni. Il successo del libro fu la prova che se il mondo si poteva davvero dividere in due capovolgendo il senso di millenarie metafore educative, la morale ancora prima della politica sarebbe bastata a indicare la strada maestra. Bobbio attribuiva alla sinistra tutti i valori dell'’umanesimo progressista e di conseguenza descriveva la destra come la zavorra defatigante che fermava ogni slancio > i paradossi del presente, che confondevano gli uomini di buona volontà, erano deliberatamente trascurati perché ininfluenti o superflui. Se la morale sa distinguere il bene dal male = la storia hegelianamente corre diritta in una sola direzione e la politica non può che armonicamente adattarsi, guidando la società verso un mondo più equo e moderno. Ma il progresso distrugge l’equilibrio naturale = la giustizia sociale riproduce nuovi privilegi e nuovi conflitti > la democrazia si rivela debole di fronte alla complessità del governo e impotente rispetto alla violenza: sono contraddizioni risolvibili, purché si proceda mantenendo la rotta, a sinistra dove sta per sorgere la pace universale. Adriano Sofri “Il nodo e il chiodo” (1996) + «libro per la mano sinistra» Le due figure rappresentano la doppiezza dell’universo e la contraddittorietà dell’esperienza 3 metafore del bene e del male, del femminile e del maschile, della sinistra e della destra. Il destinatario prescelto chiarisce che il chiodo è ostile tanto quanto il nodo è amichevole = la debolezza l’ha vinta sulla forza, la decisione soccombe alla remissività, la durezza all’adattabilità. Guai a forzare il mancino a usare la destra sentenzia la nuova pedagogia, e va bene, ma dovrebbe essere solo una scelta di tolleranza, di permissività, di rinuncia al dirigismo e all’omologazione; invece, no, da questa premessa liberale si parte verso sconfinati orizzonti e si raggiunge ben presto utopia, il non-luogo ideale dove finalmente saremo tutti mancini senza chiodi o altri grilli per il capo. Italo Calvino “Il visconte dimezzato” + ha rinunciato alla metà più inutile e pericolosa, la destra, ed era felice e soddisfatto di quell’altra che sola gli era rimasta. Sofri ha una storia diversa da Bobbio = insiste sul valore positivo del cambiamento MA non si misura con i rivoluzionari-conservatori del nostro recente passato e ignora il paradosso italiano PARADOSSO ITALIANO = il cambiamento lo invoca la destra, mentre la sinistra è da tempo impegnata a garantire soprattutto stabilità. Sofri è divagante VS Bobbio è didascalico = il suo ragionare è più duttile e le sue posizioni meno perentorie + il chiodo storto/piegato può sembrare un nodo Sofri sa che in questo secolo ne abbiamo fatte e viste di tutti i colori + il progresso comprende l’atomica e la fine, l’olocausto e il genocidio scientifico, quindi è più prudente e guardingo, ma alla fin fine deve giungere al nodo e fare a meno del chiodo, così va il mondo; se il primo è femminile, annuncia la fine del primato del maschio: «il chiodo terrorizzato e umiliato dal nodo». Xla memoria è l’unica cosa che conta nella vita» e si riappropria del passato accumulando ricordi di ogni tipo, nella convinzione che, se un senso c’è, sarà anche possibile riconoscerlo, tanto nelle piccole cose che nei grandi eventi. La direzione si vede meglio dopo; prima, per orientarsi, piuttosto che scelte drastiche e mete ideali, è meglio fornirsi di ragionevolezza e prudenza, tanto non si sa mai cosa davvero accadrà. La catastrofe è dinanzi a noi perché quando cadde il nazismo restò il comunismo, quando venne la pace ricominciò più mostruosa di prima la guerra, e piano piano divenne chiaro per tutti che dopo la civiltà contadina poteva morire anche la natura. Così la catastrofe fu riconosciuta soltanto in questi anni novanta e in molti ancora si ostinano a negarla, trasformando il disastro in un errore di marcia, nell’inevitabile incidente lungo il percorso. METAFORA MARE: Il mare per quanto vasto resta sempre una pozza d’acqua; tanto è vero che per evocarne il mistero o il segreto è d’uso accompagnarlo con qualche aggettivo, e così diventa grosso o alto, mosso o aperto, o quant'altro ci si inventa. Tuttavia, se lo si chiama alla greca pélagos, immediatamente rivela una superiore potenza, suggerisce esplorazioni e avventure, rischi e pericoli > si trasforma in una zona sconfinata e inconoscibile, tanto è sempre uguale a se stesso e insieme imprevedibile. L’arcipelago sarebbe più del mare e prima di esso, perché il prefisso può indicare il principio e l’origine (l’arché), azzerando l’identità acquatica a vantaggio di quella terrestre + rompendone le continuità > afferma la presenza di una pluralità di terre emerse L’arcipelago è molto meno del pélagos, soltanto una sua piccola e domestica parte > il mare d'Europa, mare nostrum, culla di civiltà svanita nel tramonto/destino dell'Occidente Massimo Cacciari in L’Arcipelago (1997) > ultimo libro, si preoccupa di sottolineare l’avventurosa suggestione del nome greco, persino immaginando il senso, la direzione, in cui esso da sempre procede seguendo la rotta del sole, da est verso ovest, secondo «una corrente che trascina e che trasforma», verso una meta che non c’è, per usare ancora le sue stesse parole, «verso nessun- luogo» = UTOPIA La questione riguarda il viaggio di Ulisse (esemplarmente evocato) = riassume inequivocabilmente l'avventura degli uomini decisi a giungere a destinazione + dove li conduce il destino, strappandoli dalla quiete del provvisorio rifugio. L'avventura ha inizio subito dopo l’alba, quando a essa voltiamo le spalle e riconosciamo la nostra identità occidentale > presa d’atto che il tempo corre imperterrito verso ovest. Il senso, la direzione del cammino trasforma il semplice e stupefatto riconoscimento delle molteplicità in una povera e insignificante rassegna dell’effimero > andare oltre la varietà delle Dopo un terremoto si possono fare soprattutto due cose: * desiderare di costruire la città ideale, quella che non abbiamo mai avuto * ricostruire esattamente come prima PERSINO i difetti e le magagne > ma che sono nostre come nostra è la storia. 2 - UN'IDEA DEL ROMANZO NOVECENTESCO Non è facile disegnare il percorso della prosa narrativa > si è espressa in tanti modo contraddittori durante il secolo Poetiche del 900 sono sempre provvisorie e approssimative + NON abbiamo ancora una convincente credibile storia letteraria del Novecento I profili storico-letterari si giustappongono ai grandi eventi della storia militare e politica nella convinzione che in questo modo emerga qualche rassicurazione sull'esistenza di strade utili ad orientarsi. IDEA DEL 900 è sfuocata e confusa + bisogna dare un punto di partenza senza pretendere di riassumere la storia della modernità in poche battute L’EREDITA’ DEL 800 NEL 900 = IL ROMANZO E LA TRADIZIONE REALISTA L'uomo ha DA SEMPRE avuto bisogno racconti + romanzi realistici, storici, contemporanei, romantici o naturalisti NB = ne ha bisogno soltanto a partire dalla definitiva affermazione del Moderno (+ conseguenze), dall'idea di progresso + processi di industrializzazione e di innovazione tecnologica. Il romanzo moderno si afferma nel momento nel quale la macchina interviene nel sistema produttivo, scombinando e sconvolgendo il secolare sistema sociale ed economico contadino, agricolo e artigianale. Il mondo contadino è dominato da: ® un'idea sostanzialmente statica della ricchezza > fondiaria e immobiliare 3 si modifica con grande lentezza * un’idea sostanzialmente ciclica dell'esperienza e della storia + il movimento riconduce sempre al punto di partenza * parimenti stabili e durevoli sono i valori morali e culturali a cui l’uomo deve fare riferimento. Civiltà contadina > solidi punti di riferimento e rassicuranti certezze, dentro un quadro storico dominato dalla prevedibilità e dalla coerenza L'Umanesimo letterariamente e culturalmente è il risultato più alto di quella civiltà > si affida alla tradizione senza esitazioni e con fiducia. QUINDI la modernizzazione entra subito in conflitto con la tradizione = il progresso mette radicalmente in discussione ogni idea di ciclicità e sposta in avanti qualsiasi speranza La ricchezza diventa mobile e moltiplicabile all'infinito, rapidamente. ILromanzo si afferma nel momento in cui si apre il conflitto e si assume il compito di ricomporre, la frattura nella realtà. Il romanzo ottocentesco racconta un mondo nel quale tradizione e novità, stabilità e progresso, natura e storia convivono in rassicurante armonia Il romanzo è irrinunciabile illusione + il senso più autentico e duraturo di ogni avventura romanzesca immaginata dagli scrittori dell'età romantica e positivista. L’idea che il conflitto debba risolversi all'ultimo sangue viene nei romanzi pazientemente smentita da improvvisi armistizi, da concilianti compromessi, da ardui equilibri ogni volta faticosamente raggiunti dopo innumerevoli peripezie. | perenni valori dell’uomo resistono ai tempestosi venti della storia + il rassicurante e pacificante traguardo della ricomposizione di un mondo altrimenti spaccato, scisso, ferito. Nella vita la guerra non ha requie nei libri VS nei romanzi a lieto fine vincono l’armonia e la pace sul terribile dominio dell’innovazione e del profitto. L'illusione ideologica del romanzo ottocentesco si consuma rivelando la propria funzione mistificante MA il Moderno che avanza > difendere il castello della tradizione vuol dire perdere il treno dello sviluppo e finire ai margini, esclusi dal benessere. Alcuni intellettuali = orgogliosi della loro non appartenenza al Moderno si escluderanno volontariamente dal mondo che cambia = accetteranno l'emarginazione come un segno di distinzione > fedeli agli ideali del bello, dell’uomo e della natura. Altri getteranno la tradizione e si convertiranno alla religione della modernità = entusiasti banditori. La crisi di fine secolo invita al nichilismo o alle utopie rivoluzionarie + desiderio di: * farla finita con la civiltà contadina e disfarsi della tradizione umanistica * assistere soddisfatti e pieni di speranza al «tramonto dell’Occidente». Il romanzo = si proietta nel futuro sempre più lontano e irreale = fantascienza e utopia: il traguardo rasserenante di una pace universale Le scienze = il compito di risolvere le contraddizioni e i conflitti + il romanzo finisce per essere sempre più prevedibile e ripetitivo e sempre meno inventivo e fantasioso divenendo un oggetto di consumo, seriale, letteralmente riproducibile Walter Benjamin nel saggio “L’opera d’arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica” (1936, trad. it. 1966) + il Novecento non sa che farsene del romanzo ottocentescamente realista (come strumento di innovazione e di ricerca per trovare una via d’uscita dalla crisi) = ha ben chiaro di non essere in grado di abbracciare il mondo in un unico sguardo la Weltanschauung - un’unitaria e complessiva visione del mondo - è stata proprio l’ultima e definitiva illusione delle ideologie ottocentesche. Nell’800 lo scrittore si illudeva di abbracciare tutto il mondo con un unico sguardo Nel 900 è chiaro rinchiudendosi nella mitica torre d'avorio lo scrittore usciva definitivamente dal mondo + più marginale di tutti gli emarginati NONsi può davvero vedere tutto il mondo perché una faccia è sempre nell'ombra Ogni mappa ritrae appena la realtà di un istante = nessuna riesce a contenere il mutamento continuo, il vorticoso trasformarsi del reale, che è appunto la vita, e quella «moderna» più di ogni altra, tanto è veloce il corso - la corsa - della storia. Per risolvere le contraddizioni del Moderno non c'è mediazione/compromesso = deve trionfare ad ogni costo e accelerarne l’avvento > cambiamento radicale A svalutare il lavoro dei narratori tradizionali intervenne anche la psicoanalisi = la verità si nasconde e si può riconoscere nel lapsus involontario, nelle pieghe misteriose che il discorso inavvertitamente fa emergere. Il racconto primo-novecentesco fu un «anti-romanzo»: * lirico = incentrato sull’io, autobiografico, diaristico, testimoniale * diretto =il monologo interiore o discorso indiretto-libero * parziale, frammentario, inconcluso. ® NO, storia compiuta o trovare un senso/direzione a qualsiasi percorso La letteratura della prima avanguardia all’alba del secolo fu grido, invocazione, o lamento: * spogliata di ogni parte superflua * attendeva complicità e collaborazione per assumere un senso * aggressiva contestazione dell'ordine = provocatoria trasgressione * lapsus, nonsense, imprevedibile novità, assoluta insensatezza, gesto aleatorio Letteratura prima della guerra che spazzò via l'ordine > verso la rivoluzione: * le «parolein libertà» dei futuristi marinettiani e ilframmento lirico dei vociani * la poesia pura mallarmeiana e postmallarmeiana ® l’anti-romanzo joyciano * l’autobiografismo esistenziale LA GRANDE GUERRA C'era bisogno di un «bagno di sangue» > se si voleva dimostrare che la vita in sé era un valore meschino, le trincee della Grande Guerra offrirono prove inoppugnabili; i morti si contarono a migliaia e una vetta veniva conquistata o perduta senza neppure contare i caduti. Non contava il risultato ma il gesto - Non il territorio conquistato ma la disponibilità al sacrificio Era soprattutto uno scontro di civiltà + vinse il Moderno contro qualsiasi resistenza del medioevo romantico Trionfò la rivoluzione, la velocità, l’industria e il progresso > si impose la logica del consumo e persino dello spreco, perché era questione di vita o di morte Vinse con orrore il Moderno ed ebbe inizio la lunga agonia della civiltà contadina, che incredibilmente resisteva alla prima guerra totale combattuta in terra, sul mare e per aria, con i gas velenosi e i cannoni a lunga gittata. Fu una guerra terribile per affermare il primato della modernità e si concluse senza vinti e senza rimpianti perché gli oppositori furono tutti sepolti. Degli intellettuali che credettero di partecipare a una lotta per il progresso, la democrazia e la civiltà tornarono sconvolti dall’orrore al quale avevano assistito + senza più la speranza di ritrovare le fila di un discorso che tenesse insieme tradizione e modernità. LA LETTERATURA DISIMPEGNATA: Indaga evocando il passato ma senza speranza, perché è perduto > NO recuperarlo o resuscitarlo Si piange il passato > il passato è sepolto, il presente è orribile, il futuro radioso. C'è voluto il disastro di ogni progettazione ideologica, il tracollo di tutte le scienze umane, la crisi di qualsiasi sistema morale, per fermare la corsa della Modernità L’inizio degli anni settanta e la fine del decennio successivo = cadde uno a uno tutti i miti della modernità: il record, lo sviluppo tecnologico, l'avanguardia, la rivoluzione e il primato della storia e dei suoi oltreumani condottieri. IL ROMANZO “RICICLATO” A partire dall’inizio degli anni ottanta > Il nome della rosa di Eco Si riutilizzano senza pregiudizi, schemi, modelli, strutture, stereotipi, materiali, recuperati tra le macerie della tradizione Si rimontano senza scrupoli filologici o fedeltà storicistica = assoluta spregiudicatezza postmoderna + rischiando effetti kitsch. In questi anni si è passati dal più radicale minimalismo a più ardite costruzioni ideali SEMPRE «riciclando» NB = non è in corso un’opera di restaurazione o di recupero del passato MA un'opera di ricostruzione che utilizza tutto quanto ha sottomano. NO RESTAURO MA RICOSTRUZIONE = nella prosa narrativa può accadere che si mescolino tradizioni incongrue, linguaggi paradossalmente remoti o immediatamente prossimi, toni alti e solenni o al contrario plebei, con effetti sconcertanti e sorprendenti QUINDI si fa molta fatica a orientarsi e a mettere ordine. 3. - IL CONFORMISMO DEGLI INTELLETTUALI l'atto di nascita dell'intellettuale moderno + pubblicazione di J’Accuse di Zolà Questo manifesto fu firmato da scrittori pensatori e uomini di cultura che furono subito identificati come un nuovo soggetto politico = gli intellettuali l'intellettuale e protagonista della modernità e viene al mondo nel momento in cui l'ottocento sta tramontando e in un periodo in cui si apre lo scenario della crisi di tutti i valori 3 spesso si confonde il tramonto dell' 800 con quello dell'intero occidente la figura dell'intellettuale si afferma affrontando due questioni tutt'oggi irrisolte = il razzismo anti ebraico e la crisi della giustizia l'intellettuale viene al mondo per difendere gli ebrei dall'odio e per colmare quel vuoto che si apre nella vita dello Stato democratico quando i giudici si trasformano in mostruosi strumenti del potere politico è la crisi della democrazia il tratto caratteristico degli anni a cavallo tra i due secoli che subito accende il disprezzo per le regole semplici che la sostenevano e per i suoi principi fondativi la questione: la misura quantitativa del consenso e insopportabile a chiunque presti fede all'opposta scala di valori della qualità (800/900 e il suffragio universale) La massa suscita orrore in qualsiasi elite tanto da legittimare un capovolgimento di prospettiva NB = l'intellettuale si manifesta in origine supposizioni controcorrente e minoritarie ma il suo obiettivo non è più la pura affermazione di valori positivi assoluti (verità e giustizia) ma la volontà di incidere sulla realtà esercitando potere anche politico quando i giudici tradiscono il loro mandato l'intellettuale immagina di prendere il loro posto > ai tre poteri costituzionali se ne aggiungerebbe un quarto = la libertà di espressione di stampa dagli intellettuali NB = se il giudice al compito di esprime una sentenza attraverso l'applicazione delle leggi, l'intellettuale al contrario esprime un giudizio morale che risponde a valori e principi astratti assoluti > l'intellettuale rimane estraneo alla storia anche se può illuminare e orientare le scelte dei cittadini questa confusione tra morale ed esercizio della giustizia è molto pericolosa perché sottrai il giudizio al dibattito giuridico e la rende inappellabile come sono i valori assoluti e auspicabile quindi l'intervento critico per ogni sentenza soprattutto quando è ingiusta + e molto pericoloso rompere l'equilibrio tra i poteri sovvertendo la divisione dei ruoli e azzerando le procedure che garantiscono il corretto esercizio del potere giudiziario il Chirico diventa intellettuale quando pretende di assumere un ruolo e un potere politico nella crisi delle istituzioni democratiche + vedi La Francia della Terza Repubblica e l'Italia a inizio 900 se le cose non vanno bisogna intervenire = intervengono i migliori forti di un bagaglio ideologico costruito nel corso del 700 dell'Ottocento + GLI “ISMI” L'intellettuale nasce ideologico e conformista poiché le sue parole El suoi gesti sono subordinati ad un disegno politico e ambiscono a compiere un salto dalla teoria alla pratica 3 le parole non servono più a rendere conto dell'itinerario di ricerca ma diventano mezzi di promozione e propaganda del potere ideologico = si con formano a servi del potere gli intellettuali a differenza del chierico ed e letterato fanno gruppo/squadra/partito e agiscono nel mondo = accordi, alleanze, mediazioni, compromessi, perdono e acquistano potere nello scenario dello scontro politico essi si presentano forti perché possiedono valori universali + fanno propri gli interessi generali del paese > ritengono inaccettabile che ci sia una quantità numeraria del consenso a determinare la scelta dei governanti e a legittimare il potere l'alternativa la democrazia rappresentativa e la radicalizzazione del confronto/scontro frontale con la classe dominante > la rivoluzione e le avanguardie la scelta del lessico militare per individuare i ruoli nel campo politico rivela che è iniziata una guerra senza fine dalle sorti altalenanti e ancora oggi inconclusa la rivoluzione è la scorciatoia cruenta che gli intellettuali militanti hanno scelto per chiudere in fretta la partita > si può chiudere solo con un colpo di Stato e la conquista del potere da parte di un'agguerrita minoranza che l'ho già cita con solo l'uso della forza reprimendo ogni forma di dissenso inizia così l'età delle tirannie (siamo nel cuore del 900) = un'età orribile + trionfo degli intellettuali, dalle riviste e dei manifesti + permanente conflitto ideologico + guerre sempre più distruttive + mostruosi i disegni di purificazione + ugualitarismi totalitari (scientifici strumenti di repressione sterminio = stragi = genocidi) NB = è paradossale vedere che i primi obiettivi degli intellettuali (difesa degli ebrei e indipendenza dalla giustizia) siano poi stati capovolti radicalmente > guerra e rivoluzioni + logica giacobina della ghigliottina che uccide i suoi stessi figli lo scarto tra la teoria e la prassi e carico di conseguenze = sacrifica qualsiasi altro valore al primato della politica gli intellettuali pretendono di sostituirsi ai giudici ed esercitare i compiti in nome della verità = conquistano simpatia tra il pubblico e legittima nel loro ruolo politico ma stringeranno anche alleanze ideologiche tendendo ad assumere tutti i poteri dello Stato per sfuggire a qualsiasi controllo gli intellettuali sono persino in grado di mescolare potere temporale con quello spirituale seguendo un disegno assolutamente totalizzante 3 le teocrazie dove vengono promosse crociate per rivelare il mondo dagli infedeli attraverso l'eliminazione fisica non solo dell'avversario ma del diverso in generale quel che più difficile accettare è che tutta la storia degli intellettuali sia scritta nel gesto di Zolà = Julien Benda e “il tradimento di chierici Non è un caso che chi cerca di dare un giudizio positivo alla comparsa degli intellettuali nella storia si sforzi di ricucire lo strappo ricostruendo storicamente il percorso dal letterato all'intellettuale come se la novità fosse solo una questione nominalistica > Gia nell'umanesimo l'uomo di lettere chiedeva con forza di essere riconosciuto dal potere ma in quel contesto restava limpida la distinzione dei ruoli (come nel rapporto tra stato e chiesa) NB = l'intellettuale umanista voleva solo sottrarre l'esercizio dell' invenzione dalla subordinazione diretta del potere ma offriva in cambio il leale riconoscimento della loro autorità Si creava così uno spazio nel quale il letterato era autonomo che interagiva con quello spirituale temporale ma senza primato la storia della civiltà umanistica e storia del rinnovarsi del conflitto tra cultura religione e politica sempre pronte a sopraffarsi ma incapaci di risolvere realmente le loro tensioni Il 700 = La cose si complicarono quando il potere politico cercò legittimazione nel consenso e l'opinione pubblica acquisiva più valore la quale si rivolgeva all'intellettuale per sottrarsi a qualsiasi * Gobettiopta per la rivoluzione liberale = la solare utopia di un paese governato dai migliori (disinteressati e attivi) 3 la severa oligarchia di un'elite che pretende di agire in nome del bene ® possiede una fede incrollabile ed è posseduto dal fanatismo dei giusti = vuole una società liberale nella quale ciascuno si afferma secondo merito e soprattutto azione e la buona in fretta persino senza il consenso dei più * L'ossimoro gobettiano si fonda sulla sfiducia intellettualistica nei confronti delle masse e sulla consolidata cultura antidemocratica > la democrazia dei partiti e il parlamentarismo erano lacci che impedivano il primato dell'intelligenza e che facevano trionfare il perbenismo piccolo borghese * nonsitrattava di fare politica ma di scegliere il terreno di confronto delle idee = non contavano i numeri ma le parole = la vittoria politica sarebbe avvenuta dalla rivoluzione * gobettisi appassionano alla Rivoluzione russa di Lenin NB = per uscire dal conformismo non basta essere irregolari = bisogna liberarsi degli intellettuali Nicola Chiaromonte = aveva intrecciato fin dalla gioventù interessi culturali e attivismo politico ® Attraversò l'intera età del trionfo dell'ideologia e con l'indipendenza ricercando sempre la verità che non trovava nelle ortodossie ® Fucriticato per la frammentarietà delle sue riflessioni e per l'ostinato rifiuto di qualsiasi tranquillizzante sistematicità = la sua però era un'invidiabile preveggenza ® si interessava dell'uomo concreto di fronte agli avvenimenti concreti e mentre l'occidente la sua cultura attraversavano la crisi Chiaromonte con disincanto e pessimismo respinge ogni prospettiva catastrofica opponendo al nichilismo risolutivo un impegno quotidiano che mi si misura sui fatti e sulla loro efficacia ® Chiaromonte e lucidamente pessimista ma mai rassegnato = rivendica la fedeltà al linguaggio e la libertà del linguaggio + la necessità di resistere allo sradicamento + il primato dell'arte come autentica espressione di libertà e di conoscenza Berto Ricci = schierato con il regime fascista; eppure, perennemente scontento della distanza tra le sue aspirazioni e la mediocrità dei risultati Elio Vittorini = irrequieto nelle scelte di campo + criticamente fascista fino alla guerra di Spagna Ricci e Vittorini appartengono alla stessa generazione di chiaromonte + attivi a Firenze Sono sovversivi e accesi da vibranti passioni letterarie, pronti a innovazioni sperimentali gli slanci creativi NB = questi ragazzi nati nei primi anni del secolo bruciano imprudentemente le tappe tormentati dall'idea di essere disperatamente in ritardo perché hanno perso la possibilità di partecipare alla guerra e alla rivoluzione antiborghese Si sbarazzano frettolosamente di ogni armamentario ideologico culturale che viene loro offerto convinti di avere le forze per ricominciare da capo alla sorgente di ogni autentico valore = si rifugiano nella natura, nel popolo, nello spirito inseguono l'uomo nella sua verità originaria, aspirano alla libertà più assoluta e diventano anarchici individualisti = sognano una nuova rivoluzione che liquidi la borghesia e il suo perbenismo moralistico, la democrazia, le mediazioni politiche, la città e le ricchezze NB = Ricci e Vittorini diventarono fascisti quando il fascismo non volle smorzare la sua assoluta alterità 3 furono necessari il delitto Matteotti, la repressione degli avversari e la violenza in piazza per convincerli che il Duce era degno della loro lealtà Malaparte e Maccari si oppongono a qualsiasi nuova svolta moderata = considerano la letteratura uno strumento anziché uno scopo + prediligono metafore guerriere si buttano nella lotta militando = giornali, riviste, manifesti e proclami aggrediscono la realtà intenzionate a cambiarla con la forza delle parole e considerano insopportabile ogni sorta di naturalismo = tendono a deformare stravolge la realtà spesso con effetti espressionistici oppure la idealizzano con autentico spirito lirico nel fascismo non si sentono proprio agio = sono eternamente insoddisfatti e ferocemente indignati Ricci (intransigente e fedele) pensa di risolvere la questione prendendo davvero le armi e combattendo = Etiopia e Africa dove morirà Vittorini (duttile) sognerà di andare a combattere in Spagna con i “rossi” Giovanni Pirelli riconosceva di essere diventato un caso per avere aderito al socialismo (era figlio di un imprenditore lombardo) = sa di essere nato all'ombra della fabbrica il socialismo degli anni della resistenza e dopo la liberazione si offrì alle generazioni maturate della guerra come un progetto di trasformazione della società capace di esaudire il desiderio le ansie di libertà e di giustizia + si impone come scelta radicale che pretendeva di opporsi all'ordine esistente il mondo era facile da giudicare purché si accettasse di dividerlo in due = le classi lottano tra di loro + bisognava decidere da che parte schierarsi indipendentemente dalla scala dei valori La personalità di Pirelli emblematica = originaria solidarietà col fascismo + entusiasmo patriottico + formazione umanistica + ingenuità culturale + origine sociale Nel dopoguerra sarà un militante socialista impegnato nella lotta politica ma anche scrittore teso a penetrare nei più oscuri segreti dell'uomo per misurarsi con le grandi questioni dell'esistenza Giovanni Pirelli è testimone di quella generazione condannata seppellire gli ideali + come intellettuale tormentato dal bisogno di trasparenza morale per fare i conti col passato Goffredo fofi = un Don Chisciotte disarmato = eroe spavaldo ma perennemente beffato e animalascena del dibattito intellettuale come bastian contrario contro tutto e tutti ®* amafareriviste più dei libri + predilige il lavoro di gruppo e l'iniziativa culturale * Ognisuo libro è una raccolta di una parte di testi d'occasione = un diario ideale e sentimentale di un piccolo savonarola scontento * punti fermi= giudizio severo sul dogmatismo marxista ® percorre unaterza via rivoluzionaria individualista non violenta e libertaria * odia le mode imperanti, il costume e il comportamento di chi è soddisfatto ® provasimpatia per le vittime del sistema * modidi esprimersi radicali eccessivi = non ammettono repliche +m tautologia dell'evidenza ® talvolta nostalgia di un passato ritenuto migliore + umano + ricco di sentimenti ma si convince che il meglio deve ancora venire ® siproclama non riconciliato e continua la sua battaglia imperterrito = un autentico pessimista perché si aspetta solo di essere smentito dai fatti > sarebbe costretto a contraddirsi Pier Giorgio Bellocchio = riso amaro e sferzante del ribelle riducibile + grinta provocatoria + amara saggezza della vita vissuta ® si arrabbia nontanto per il fallimento dei suoi propositi rivoluzionari ma perché il destino è stato crudele ® i suoi sentimenti di irritazione e disgusto per un mondo presente si rivela in un'ironia graffiante ma più forte resiste l'amore della vita + la voglia di cambiare + il desiderio di capire e di insegnare * accumula sotto forma di aforismi impietoso osservazioni su ciò che vede Se all'inizio del 900 l'intellettuale poteva ancora illudersi di avere un ruolo premonitore alla fine non gli resta che inventare i disastri Nonostante la storia degli uomini possa vantare ben poche vittorie contro la cattiveria l'ingiustizia il passato ci offre una memoria che consola VEDI visita al sacrario della Grande Guerra = riaccende lo sdegno contro la folle corsa suicida della modernità pronta a qualsiasi sacrificio per la sua affermazione + rivela la composta dignità di un dolore pietoso che accomuna gli eroi di quella stagione di morti senza nome tocca allo scrittore impegnato volgere lo sguardo all'indietro per riconoscere con lucido disincanto che siamo perduti + a questo punto bisogna solo salvare il salvabile perché i posteri un giorno possono riprendere il cammino Bobbio “politica e cultura” (1955) = se riesaminiamo le alternative che gli propose l'unica accettabile è quella che definiva “di qua e di là” contrapponendole alla loro visione pessimistica “né di qua né di là” ® Nonriescea vedere il mondo spaccato in due tra buoni e malvagi > se gli si chiedesse dove sta la verità/ il bene/il giusto risponderebbe “né di qua né di là” MA e mescolata con la menzogna/il male “tanto di qua che di là” * bisogna correre instancabilmente da una parte all'altra per combattere la menzogna, per sventare insensate propagande, per ristabilire i fatti nella loro nuda verità ma la questione non si risolve così = è meglio stare fuori dalle regole/tradire il proprio tradimento MA ma la libertà la si riacquista soltanto andando oltre il ruolo stesso dell'intellettuale ritrovando la certezza che il destino dell'uomo non prevede di correre dritti ma di compiere il proprio ciclo attorno a un centro che sfugge sempre Il mondo lacerato e diviso + scontro tra democrazie ed imperi + NON si può restare impassibili o neutrali > era necessaria una SCELTA “Vivere non è necessario; scegliere è necessario” + imperativo morale dei giovani triestini Carlo Stuparich si domanda nell’estate del 1914 con preoccupazione e angoscia dove sarebbe andato a finire il mondo dinnanzi al conflitto 3 sapeva che se veniva ridestato lo spirito achilleo delle nazioni si sarebbe giunti ad una seconda età del bronzo (una nuova guerra totale) Carlo infine accettò la guerra come verità dolosa + imparò a volerla L'internazionalismo europeo che si era opposto ad ogni imperialismo e irredentismo si arrese di fronte all'evidenza dei fatti e riafferma l'ideale di un sano liberalismo proprio nel momento in cui riconobbe che la guerra ha avuto origine da un imperialismo dinastico antinazionale che voleva sopraffare un piccolo eroe che è stato democratico + una guerra di nazionalità contro l'egemonia dell'impero austro-tedesco L'autocrazia dura severa disillusa diverrà presto netta e spietata = VEDI la questione della partecipazione dell’Italia alla Grande Guerra E’ giusto PERO' cogliere nella tensione drammatica la meditata e coerente riflessione che indusse a una scelta subita come inevitabile Slataper constatò che non c'è propaganda che persuade un popolo alla guerra e che dunque la guerra è un'imposizione e un eroe che rassegnazione + la guerra è un comando NB = Slataper NON legittimò la sopraffazione della minoranza come Un'estrema giustificazione di una scelta antidemocratica ma come l'amara coscienza di un “dover essere” al quale NON si può sfuggire che spinge al sacrificio di se stessi e delle idee L'entusiasmo e la certezza di compiere la scelta giusta e inevitabile durò poco ma ebbe il coraggio di nascondere la natura sincere brutale della guerra non a caso persino nella propria corrispondenza privata prevalgono accenti controllati e parole responsabilmente severe + all'appuntamento con la guerra gli amici triestini giunsero fieri ma anche coscienti che la guerra è difficile per ritrovare l'eco dell'entusiasmo interventista di quella primavera del 1915 bisognerà ascoltare da accorato ricordo delle Confessioni (1928) di Elody Oblath Stuparich (moglie di Giani) Elody conclude amaramente il suo racconto quando nei primi giorni del dicembre del 1915 sento ormai spezzato ogni fanatismo > Notizia della morte di Slataper Il sogno di entrare vittoriosi a Trieste che anima ancora la fantasia dei primi giorni si disgrega presto mentre la coscienza è oscurata dal dubbio sulla scelta di entrare in guerra Di fronte alla realtà della guerra in trincea l'eccitazione si spegne in un sentimento di disperazione che cerca sostegno morale e nella volontà di compiere il proprio dovere L'ingenuo entusiasmo della partenza si rivela ridicolo + persino lo scopo che li aveva spinti ad andare il guerra viene meno davanti alla violenza e alla vita in trincea Carlo scrive le sue lettere più intense quando tornò la seconda volta al fronte > la guerra è la realtà e chi non la vive è fuori dal presente Dopo la prigionia nei campi d'Austria e Ungheria e nell'immediato dopoguerra Gianni continuerai a torturarsi a domandarsi se c'era un'altra via meno tragicamente sanguinosa Barbara e terribile per vivere proprio destino e difendere i propri ideali + alla domanda gli storici risponderanno con arrogante sicurezza indicando la nascita del fascismo e la dissoluzione della debole democrazia italiana Nelle lunghe offerte riflessioni di Gianni c'è la coscienza di vedere deluse le proprie attese e magnificat i propri sforzi ma mai il rimpianto di aver accettato la guerra come luogo reale in cui era necessario confrontarsi e misurarsi Giani aveva fermamente creduto al disegno dell'autentico federalismo europeo VS nazionalismo ed imperialismo La sua scelta interventista mai si confuse né prima né dopo la guerra con le saltate aggressiva propaganda nazionalista e tuttavia non fu per questo meno netta e decisa + senza combattere non sarebbe stato possibile contribuire a determinare i valori della nuova Europa che solo nel fuoco della guerra si poteva temprare In questo senso Stuparich vide lontano = a livello europeo ci si trovava davanti ad un grande spartiacque comportamentale emotivo psicologico tra due epoche + un'intera cultura fu precipitata nella voragine della guerra Stuparich è cosciente della tragedia MA ha riversato nella sua scelta interventista la sua ansia di rinnovamento + ricerca di un nuovo ordine La guerra porta all'estremo il nesso tramonto e aurora vita e morte > la guerra e dolorosamente necessaria MA non è sufficiente a indicare la direzione del progresso perché la sua crudeltà, l'elenco delle vittime e la dispersione di sconfinate energie morali sono sintomo inquietante di un disagio che si rivelerà fatale Il 24 giugno 1923 Stuparich pronuncerà un lucido discorso che riassume il suo stato d'animo di reduce > la pace è dolorosa e inquieta La sua è una generazione che sa di aver vissuto in un'atmosfera di pace sotto la quale si addensava la bufera = la guerra fu inevitabile Anche se la maggior parte dei giovani italiani non aveva pensato alla guerra e non era preparata alla guerra era però nutrita di ideali e di spirito del sacrificio La sua generazione trasmette ai più giovani un testamento da significato inequivocabile: la morte vi ispiri la vita, la guerra v’ispiri la pace NB = Stuparich non pronuncia alcuna abiura anzi rivendica orgogliosamente il coraggio e la generosità della scelta che lui El suoi compagni seppero fare e allo stesso tempo la volontà di distinguerla da qualsiasi esaltazione guerresca + propositi NON pacifici MA spiritualmente elevati Stuparich partendo da un profondo scavo interiore (esame di coscienza) giungerà a riconoscere come irresolubili le contraddizioni dell'esistenza + ineliminabili i conflitti interiori EA sentirli non tanto come ragioni di smarrimento o di resa ma come il più ricco e vitale magistero della vita perché in esse si riconosce la propria più autentica e sincera umanità 1919 - 1921 = Stuparich collabora con “la Rivista di Milano” attorno alla quale si raccolgono numerosi reduci dell'interventismo democratico con l'obiettivo di difendere la pace dai popoli che hanno fatto la guerra contro l'altra pace dei vincitori imperialisti gli articoli politici di Stuparich sono concentrati sulla questione di Trieste e sviluppano un'analisi del dopoguerra rivolta a contrastare la retorica del nazionalismo e l'arroganza dei vincitori Trieste è una superficie inquieta + incertezze + in preda a una crisi materiale/spirituale/morale che affonda le sue radici nel cieco nazionalismo privo di spessore culturale perentorio MA astratto 3 sarebbe necessaria la paziente volontà di migliorarsi Be innanzi gravi problemi aperti dall'annessione all'Italia poco servono le passioni patriottiche e le grida di vittoria = bisogna confrontarsi francamente con la realtà prendendo atto della questione degli slavi senza spirito di rivalsa e con attenzione ad evitare la nascita paradossalmente di un irredentismo rivolto contro l'Italia Stuparich ripropone i suoi disegni federalisti e indica la via della convivenza nel rispetto delle identità nazionali culturali + fa sue le richieste di rappresentanza politica e di autonomia Ciò che conta per lui è ricordarsi che nelle trincee i migliori combattenti ebbero la sensazione sicura che l'umanità soffriva così orribilmente solo perché stava cercando la sua strada ideale la vittoria contro ogni nazionalismo imperialista fu raggiunta grazie all'umanità Debolezza politica dell’analisi di Stuparich = sottovalutare lo scontro sociale e il conflitto economico ma e lucido e incisivo il proposito di riproporre al centro del dibattito le grandi scelte ideali e morali al di là delle quali si è dissolta ogni possibilità di tenuta della democrazia Stuparich non supera la pretesa illuminista e pedagogica degli intellettuali anzi la fa integralmente sua fino alla determinazione individuale di dedicare la propria vita all'insegnamento e alla rivendicazione di un'attenzione speciale per la scuola + l'unico modo per salvare la scuola era mantenere l'autonomia regionale Mai come all'inizio degli anni 20 fu così forte la speranza di un cambiamento radicale definitivo e mai questa speranza fu altrettanto delusa > l’origine di una scelta che lo spinse sempre più al sublime discorso etico rinunciando qualsiasi prospettiva politica In Generazione Disancorata (1921) scrive: “Nessun rimedio può servire se non che gli uomini che hanno fatto la guerra, i migliori, scuotano di dosso la loro stanchezza e ripigliano il loro posto nel grave riassestamento” > un posto PERO’ ridimensionato = NON alla guida/governo MA di educatori con la funzione di riformare la coscienza dei più giovani ed arginare gli errori della generazione che si matura La scena che di fronte agli occhi lo sgomenta = vedere esaltazione dell'ideologia della violenza ottusa e bestiale, sfogo vendetta, nel quale vi riconosce l’intera generazione su cui appoggia l'avvenire della nazione Gianni è solo e disperato di fronte al torbido e alla gioventù generosa e crudele eppure qui ha inizio l'ardua risalita = si ripropongono gli interrogativi fondamentali dell'esistenza bisogna ritrovare l'ingenua franchezza + il fanciullesco candore di fissare lo sguardo sulla propria desolazione per riconoscerne le cause e riacquistare la voglia di porvi rimedio > si dispongono i valori autentici della vita + si ripropongono gli irrinunciabili doveri dell'uomo quello che conta è la trasparenza di propositi e la purezza dell'animo più di ogni altra suggestione oh forza morale Tornare solidali = il messaggio di Stuparich e chiave chi salda l'orrore della guerra al dovere del parteciparvi > nell'opposizione tra il desiderio di fuggire per vivere e la decisione di restare a combattere acquista forza la versione di stuparich per le ideologie L'esistenza ritrova unita non negli estratti progetti verbali o nelle precarie vicende della storia dell'uomo mannella altrove = non c'è salvezza per tutti ma soltanto responsabilità individuale I colloqui con mio fratello uscì in prima edizione nel Natale del 1924 la quale chiuse l'annata più fosca della storia civile dell'Italia = la morte di Matteotti aprì la strada al fascismo La seconda edizione cercò di illuminare l’Italia dopo la lunga notte della guerra la quale aveva di nuovo mostrato che non c'era limite all'umana ferocia ma restò in posa negli scaffali delle librerie seppellita dal vocio di chi pretendeva di trovare una soluzione a ogni problema nell'ideologia la terza edizione si augurò lettori più attenti e sensibili che imparavano nuovamente a piangere senza vergogna di fronte alla morte di poveri uomini indifesi IL TRADIMENTO DELLA RIVOLUZIONE I LIBRI DI TONI Delta del fiume Po = il Polesine “la terra emersa dalle acque” la gente polesana è abituata ad attendersi il peggio eppure pronta a difendersi con ostinata disperazione slanci coraggiosi + secolare lezione di un amaro e disincantato pessimismo gente che vive perennemente accampata al pari di chi è destinato a vivere sul confine scrutando le mosse dello straniero gente violenta e rissosa capaci di avarizia e feroci e di squisite gentilezze cibotto e polesano di razza = lunatico e stravagante contraddittorio e morale non è un caso pertanto che tutta l'intera sua opera narrativa affondi le sue radici in questa terra matta con struggimento ma anche respinta con infiammato furore cronache dell'alluvione (1954) Alcune anticipazioni erano apparse su la fiera letteraria di Vincenzo Cardarelli = Carnet dell'alluvione Sembra quasi che cibotto nasca scrittore per caso = spinto dall'urgenza di testimoniare per rendere giustizia senza esplicita ambizioni letterarie Eugenio Montale nel 1954 parla delle cronache sul Corriere della Sera + “un documentario vero e non truccato” i fatti sono registrati nella loro nudità, in forma quasi telegrafica ma il risultato era un libricino autentico, pieno di salti d'umore, sfoghi polemici e persino ricordi di esperienze letterarie i riconoscimenti si infiltrano nei giorni a venire tutti insistendo sull'autenticità del quadro, sulla sobrietà e la pregnanza della scrittura + altra temperie morale il racconto piuttosto che confondersi con la maniera neorealista se ne distacca privilegiando una scrittura meditatamente asciutta = una schiettezza sapientemente riconquistata per trasparenza di stile + severità morale limpida e ingenua (sorretta dalla popolare Sapienza di proverbi + dialetti + no semplicismo del folclore) cibotto e rudemente polemico con la prosa dell'arte nella quale qualcosa vi suona come falso per difendere la sua esperienza non libresca + punta sull immediatezza perché oggi la letteratura di immaginazione morta Cibotto rivendica un coraggioso e disincantato anticonformismo che interpretava la letteratura come incontro che la comunità offre e chiede perché il poeta non può fare a meno di accogliere i suggerimenti e occasioni dagli uomini e dalla vita a cui partecipa il realismo di cibotto è ignaro di qualsiasi lezione naturalista e persino di qualsiasi impressionistico frammentismo = si affida fiducioso solo alla tensione morale + all'autenticità testimoniale + alla libertà esistenziale cibotto confessa nella lettera dedicatoria a Livio Rizzi del 1961 di essere stato costretto ad amare una terra da cui sognava unicamente di andarsene + le cronache avevano trasformato il loro autore + affermano l'identità di poesia ed esperienza/bellezza e verità la sera del mercoledì 14 novembre 1951 - Paviole > Il Po apre una breccia nel Polesine Per 11 giorni le acque dilagano incontrollate sommergendo quasi 100.000 ettari = per tornare a una desolata e straziante normalità non saranno sufficienti sei mesi EA quel punto molti degli sfollati non torneranno più indietro convinti di aver perso per sempre la guerra col fiume l'eroismo della loro resistenza è destinato a finire sconfitto lo scrittore partito per dare una mano è costretto a misurare la distanza che separa le sue parole dalla realtà = è obbligato a vedere quei suoi occhi come vivono i poveri e a riconoscere che la fame è una cosa impossibile a conoscersi sui libri In queste pagine cibotto riassunto il dolore di chi affronta nudo l'ostilità della natura impazzita finché non resta altro che lo stesso desolato paesaggio + ha sentito fino in fondo l'impotenza delle parole di fronte alla disperazione I racconti di cibotto appartengono ancora alla stagione Del neorealismo eppure se ne staccano per il tono disincantato = l'attenzione per la realtà non si risolve in un'adesione appassionata o risentita + sottolinea lo scarto che si allarga tra esperienza e valori con effetti di stravolgimento comico e/o drammatico i sei episodi di la coda del parroco (1958) si dispongono in un ordine non occasionale o gratuito = suggeriscono un'unità originaria che rinvia un possibile romanzo compiuto ora infranto come l'universo esprimono un disagio una sofferenza che non trovano modo di placarsi e che rinviano a esperienze reali di sapore autobiografico tradiscono una tensione e una nostalgia che rendono viva la speranza e l'attesa di un equilibrio riconquistato Queste pagine narrative nascono dall'urgenza di ritrovare nell'atmosfera impigrita dei tardi anni 50 il candore dei sentimenti e dei valori di fronte ad un'esistenza improvvisamente rasserenata da un benessere materiale riacquistato con fin troppa facilità cibotto attinge piene mani la sua materia narrativa dall'esperienza e dall'autobiografia e volge lo sguardo disincantato sulle abitudini e comportamenti della provincia veneta, Sull'ansia di uscirne che agita il suo giovane protagonista e diventa desiderio di libertà smascherare con giovanilel'aggressività l'ipocrita doppiezza di una società perbenista è il primo passo per riscoprire il gusto di vivere e la gioia di conoscere gli altri i racconti di la coda del parroco richiamano le immagini felliniane dei vitelloni + il sapore peccaminoso della dolce vita i protagonisti di questi racconti pretendono di sfuggire dall'opaco grigiore della vita di tutti i giorni e dalle tradizioni di una società che si arrocca in difesa impaurita dalla novità = affronta l'avventura dell'esistenza in orizzonti più liberi eppure il mondo disinibito delle grandi città si rivela niente affatto somigliante alle attese = ferisce e offende con amare disillusioni rimangono sospesi tra un mondo che hanno rifiutato e un'altro che li accoglie senza entusiasmo = resi disperatamente soli dalla scoperta che sono due facce della stessa medaglia l'alternativa che avevano in seguito si vanifica alla prova dei fatti = si contrappone al loro desiderio di purezza la via del riscatto della maturità si presenta ardua e faticosa = non trovando appoggio nel mondo di fuori essa va costruita nel segreto del proprio animo disilluso riconquistando con dolore il senso smarrito dei valori morali le immagini di vita romana si contrappongono a quelle di vita di provincia ma il sentimento di insoddisfazione dei giovani protagonisti si ripete uguale rafforzato dalle esperienze emerge l'amarezza del disincanto ma resiste l'ansia di rinnovamento resi più urgenti dalla constatazione che il mondo è ostile Il messaggio che cibotto affida alle pagine di la coda del parroco e carico di sorprendente e radiosa speranza/fiducia maturata faticosamente attraverso molte e amare delusioni cibotto ha raccolto in “amen. Versi in lingua e in dialetto” 1998 la sua produzione poetica armoniosa melodia della ballata + bizzarro estro epigrammatico > fedeli interpreti del suo in consolato malumore mescolato alla straziante dolcezza della nostalgia cibotto è stato l'indimenticabile narratore delle disgrazie dei vizi della sua terra = sempre teso all'autentica verità + lirico + espressivo + sobrio e pudico le sue poesie divise in tre parti e scandite su tre registri: ® il primo in lingua malinconicamente struggente * ilsecondoin un dialetto spigoloso e notturno * ilterzo epigrammatico e sapienziale IL RITRATTO DI FULVIO TOMIZZA FERDINANDO CAMON IN VIAGGIO CON CLAUDIO MAGRIS All'origine della vocazione letteraria di Camon c'è una ferita non rimarginabile = la contraddizione e il conflitto tra la cultura contadina delle sue origini (no storia - no sviluppo - marginale) e la cultura urbana/piccolo borghese (studi - trasformazioni - scoperta universo diverso) Il conflitto appare insanabile = nella maturità scopre grave definitiva l'impossibilità di riconoscersi nella civiltà cittadina arrogante meschina (senza religione e umanità) > percorre con difficoltà il percorso ideale politico che sconvolge l'ordine cattolico della sua tradizione e lo porta ad opporsi il nome di altri valori Si oppone alla società borghese = verso il consumismo e il benessere dell'industrializzazione Scioglie i vincoli con la comunità d'origine studiando e abbandonando linguaggi abitudini = il contadino inurbato non diventa operaio ma un intellettuale e un letterato > gli viene impossibile ogni solidarietà di classe Resta irrimediabilmente solo in un mondo ostile, forte solo della sua ansia di esprimersi assume il ruolo di insegnante percorrendo controvoglia l'angusto sentiero di un riscatto sociale che lo induce a confondersi con l'avversario = confessa alla pagina la sua più vera natura cercando nella cadenza solenne del verso un riscatto diverso (riconoscersi senza vergogna) Camon e il bivio fatale = ripiombare nell'abisso a cui è sfuggito oppure rinnegare se stesso in un alienazione tragicamente definitiva 3 sceglie coraggiosamente una terza via grazie alla quale potrebbe ricomporre i cocci della sua esperienza il sanare le sue ferite fuori storia (1967) raccolta di queste poesie giovanili che maturerà lungamente > diventerà il suo libro d'esordio Mia madre e mio padre = i primi versi sono una forte commossa denuncia della sua diversità ma anche il primo doloroso sforzo di svelare lo strappo bruciante per scrollarsi di dosso la cultura delle origini e guardarla con critica lucidità i suoi sentimenti oscillano incerti tra la commozione e la rivolta NB = il mestiere di poeta = un libro insolito e in parte suo pubblicato nel 1965 raccolta di una ventina di conversazioni critiche = lunghi e tesi colloqui con i grandi maestri della lirica italiana Questi colloqui testimoniano una curiosità e un interesse che non sanno esaurirsi Camon si oppone alla moda dilagante della nouvelle critique decisa per villeggiare a ogni costo il testo Camon rivela il bisogno di fare i conti con la sua storia/esperienza 3 confrontandole con quelle dei grandi più evidente e l'entusiasmo del giovane che cerca il proprio destino gli fa la sua scelta riconoscendo nella poesia un mestiere fuori storia ripete con maggiore durezza la polemica di camon contro il successo della neoavanguardia contrapponendo “al vostro stile pulito” uno stile “che sa di terra” + ironizza sarcastico sulla tradizione aulica radiosa Di Diego Valeri camion di fronte al bivio scegliere terza strada = cerca di essere meno lirico possibile e di raggiungere il massimo realismo | versi = emerge il prepotente bisogno di parlare di sé e di raccontare, scandalizzare e sorprendere gli artifizi poetici bastano appena a frenare lo sfogo la rabbia EA comporli in un discorso trasparente intellegibile il mondo familiare domestico e fuori storia = lo rifiuta e persino lo insulta + sogna la liberazione e l'impossibile rivincita + adesione sentimentale prima che politica ha un comunismo ideale dove la miseria è vinta e ogni uomo è uomo > restano un grido senza eco Camon ricomincia da capo su un'altro registro: * l'emozione chei suoi versi hanno suscitato lo rassicura * i colloqui coni maggiori narratori di quegli anni lo confortano * lasuaterzavia assomiglia all'impresa del gruppo di “officina” QUINDI nasce il narratore riportando in un discorso disteso e continuo i sentimenti della sua poesia + riconoscendo possibile uscire dall'isolamento sentendosi parte di un lavoro comune Da sfogo diretto alla sua vocazione pedagogica e all'urgenza di denunciai le ragioni più vere e profonde della miseria dell'infelicità degli uomini la moglie del tiranno 1969 raccolta in un volume di conversazioni critiche con Moravia, pratolini, Bassani, Pasolini, volponi, ottieri ma anche una serie di interventi critici sui testi molto importante e l'uso chiaramente storico che propone della letteratura = Un'esplicita dichiarazione di poetica che misura non solo la rispondenza della letteratura ai fatti ma anche la rispondenza dei fatti alla letteratura letteratura che contesta la storia ed esercita l'opposizione proprio nella forma vittoriana della progettazione + lo sguardo avanti + recupero del passato come fermento e non deposito massimo ottimismo progettuale + sforzo cocciuto di trovare una linea di sviluppo e di correlazione dei temi assunti dalla narrativa e collocare se stesso nel solco di una tradizione impostasi quasi da sola alla fine di una lunga ricognizione dentro di sé l'uomo ferito dalle offese del mondo testimone impietrito dello scandalo della miseria dei suoi simili l'intellettuale lacerato dalle contraddizioni e dall'impotenza dell'ideologia anima sconvolta da un trauma che riemerge alla coscienza cercando insieme sollievo e salvezza nell'esercizio di un mestiere a cui si è riconosciuto uno scopo pratico il letterato diventa cronista e storico di un'esperienza subita e patita = memoria raccolta è assimilata rimasta per secoli senza parola Il quinto stato romanzo dove lo sfondo sociale è vero fino al dettaglio non conta il frutto dell'immaginazione e non ha neppure priorità la qualità della elaborazione letteraria = urge segnalare che lo scrittore e testimone di una condizione umana drammaticamente vera e reale > gli uomini che vivono ai margini della civilta come dannati della terra Pasolini presentò la prima edizione del libro nel 1970 = segnala la doppia disperazione di questo romanzo dove al quinto stato si oppone la falsità della piccola borghesia fiera della propria sottocultura e non si oppone il polo umanistico/lingua letteraria il problema lettera dedichiamo affonda le radici in questa doppia disperazione = come raccontare la storia di un mondo senza storia con la lingua di un mondo che trionfa su menzogna ipocrisia? come non cedere alla tentazione di una retorica neo arcadica senza accettare di giudicarlo dal punto di vista dei borghesi? l'odio e l'amore che lo legano a quelle pianure non possono risolversi in un canto disteso poi in un discorso piano e oggettivo = vedi versetto della genesi “ma egli rifiutò di essere consolato” + prende le distanze da Pasolini e dalla sua visione mitica e gioiosa il racconto procede per blocchi lunghi e compatti come se persino una pausa per prendere il fiato bastasse a spezzare l'incanto EA rendere vano lo sforzo della confessione che sente come un tradimento non c'è mai nel racconto il sentimento arioso evitai della natura ho l'immagine lieta della terra che vive e che genera ANZI preme un'ansia pesante che Cuba una cattiveria feroce è una violenza a stento repressa + resiste un senso desolato di solitudine e di grave silenzio essere poveri non vuol dire essere senza soldi o avere fame ma vuol dire essere figlio di poveri che erano figli di poveri in una sequenza senza scampo quando i tedeschi abbandonano il paese si ripiomba nell'animo isolamento, nell'emarginazione e dell'autosufficienza > si giunge persino abbattere una propria moneta per combattere l'inflazione del dopoguerra nella terza e ultima parte del libro qualcosa si spezza e viene meno la certezza dell'eternità di quell'esistenza = l'inquieto sentimento di novità che attraversa la vita contadina e la illumina di una luce nuova Neppure questa volta camon si lascia sopraffare dalle emozione ma la rabbia che l'aveva spinto a testimoniare si è sciolta mentre sorge malinconica la nostalgia e un intenso sentimento di pietà persino la religiosa superstizione riacquista i tratti più dolci di un rito tradizionale = quella contadina era un'esistenza senza passato e futuro ma non priva della sua umanità la lingua dello scrittore constata fino alla fine la sua adeguatezza rispetto alla vita eterna ma il tempo intanto è finito e attorno incalza la civiltà moderna della luce elettrica che non cambia la vita dei poveri ma la cancella per sempre la testimonianza dello scrittore da conto che ormai non c'è scampo = la vita del paese e finita nello stesso momento in cui una pagina scritta ne trattiene per sempre l'immagine > la vita eterna non resiste la memoria letteratura e classi subalterne del 1974 raccolta di saggi = la sua riflessione critica raggiunge una singolare trasparenza al monolitismo della cultura contadina oppone la salda coscienza, carica di accenti polemici contro il primato della civiltà urbana e borghese, che esiste una pluralità di culture che non si può ridurre a unità la narrazione non può concludersi in se stessa ma deve affermare polemicamente la sua capacità di confrontarsi con il mondo El suoi problemi camon fa Piazza Pulita di ogni illusione neoromantica e rinuncia a ogni prospettiva totalizzante della sua rappresentazione del reale = il punto di vista si definisce nella sua ineliminabile parzialità e tendenziosità sei nubi momento camon si era fatto di testimone dall'interno e successivamente era diventato scomodo storico dell eroica epopea degli ultimi che conclude la loro eterna avventura alla fine si rivela uomo di scienza che va al fondo delle contraddizioni della società umana e delle culture degli uomini = le intende, le confronta, le giudica la rabbia si è spenta e la rivolta si è placata di fronte a una cultura che scompare = lo scrittore ne ha percorso i valori e comportamenti con amorosa pietà, con ferma attenzione e profondo rispetto un altare per la madre il terzo racconto del ciclo degli ultimi amore filiale per la madre e per il padre, il senso e il peso della perennità dei sentimenti familiari, la presenza di conflitti psicologici e l'assicurazione religiose = sono le concrete espressioni della storia di una famiglia di una comunità la battaglia ormai è finita e la civiltà contadina ha compiuto l'intero suo ciclo = di lei resterà solo la memoria Il tema della morte della madre viene dilatato in un quadro simbolico complesso e allusivo = si interroga sulla natura della morte e sul suo significato ma le risposte si accumulano e si contraddicono nel desiderio di vincerla e di svelarne il mistero la morte e rifiutata e con essa il passato = i tempi si fondono in un presente continuo che svela il desiderio inesauribile di immortalità La morte non c'è ma è parte della vita = la vita è una lotta sangue che confonde e stravolge la nostra coscienza mentre la storia ne ha un'immagine parziale ma di fronte alla morte ogni cosa riacquista la sua dimensione più vera di fronte alla civiltà contadina di cui esiste solo la memoria camion scopre che là la morte ha scopo e significato e che gli ultimi possedevano qualcosa per cui valeva la pena di morire l'itinerario ideale morale di camon ha circumnavigato il mondo tornando al punto di partenza = la riconquista della propria tradizione e il traguardo di una lunga peregrinazione nel mondo vissuta con angoscia e sofferenza ma anche con studio curiosità l'uomo ha messo radici altrove e assimilato l'uso di strumenti della nuova cultura e nuova scienza ma ora di fronte alla morte della madre si trova solo ultimo egli scopre una solidarietà che pensava perduta e pensando alle sue origini con orgoglio e amore per questo mondo e per la madre sente crescere una nostalgia che trova sfogo in un canto alto e teso di tono solennemente elegiaco = lo strazio dell'animo non si risolve nel pianto ma diventa forza e orgoglio per riprendere il discorso fatto sul quinto stato e stravolgerne in senso e capovolgendo nella prospettiva di giudizio non c'è più odio e sarcasmo ma tenerezza furtiva e discreta = la certezza che la madre e il suo mondo meritano di continuare a vivere immortali come gli insopprimibili valori dell'uomo camon si rivela dunque cristiano + si professa candidamente contadino + onora la madre e la terra degli avi + esecra la società dei consumi e del benessere e dei falsi idoli MA ma non si ferma in questa contrapposizione senza sbocco Sa bene che dopo il riconoscimento della diversità non c'è possibilità di sintesi = lucidamente affronta l'esistenza nella contraddizione nella lacerazione senza attendere miracolose sintesi la straziante elegia ben più di un epigrafe teneramente affettuosa ma la paradossale riaffermazione delle necessità di essere inattuali recuperando qualcosa di prezioso che nell'ansia di correre avanti era stato buttato via al centro del libro c'è un breve capitolo “di transizione” MA è la chiave di volta destinato a sorreggere l'architettura del racconto congiungendo l'altare a ricordo, la vita alla morte, la nostalgia la testimonianza il ciclo degli ultimi si chiude con questa solidale emulazione nella quale l'amore, la cultura e la pietà riescono a emerge nonostante la miseria e la ricchezza, l'umiltà e l'arroganza, la campagna e la città = valori profondi che attendono in ogni caso di essere raggiunti e conquistati + traguardo di ogni umana esistenza il giornalismo di camon (1972-1977) un messaggio simile ricava con quotidiana pazienza degli avvenimenti di cronaca nella sua militanza giornalistica su quotidiani settimanali segue gli errori i pericoli o i mali della nostra generazione esperienza raccolta nel libro avanti popolo del 1977 affine per temi e toni alla sua narrativa + istanza morale camon fa suo uno degli elementi fondamentali della cultura degli umili = la cultura è di chi ha capito che cosa è giusto e che cosa non è giusto nel 1975 pubblica il suo primo romanzo “occidente” di città = un resoconto su Padova e sulla violenza politica chi è cresciuta all'alba degli anni 70 il lettore è avvertito che quanto è narrato non è frutto della fantasia ma della realtà sia per idee che per vicende le cose narrate sono note a tutti = attentati insurrezioni e stragi cambia il rapporto col lettore non più estraneo agli eventi narrati e cambia il rapporto con la lingua = viene meno la distanza la scoperta e la rivelazione caramon quindi senti il bisogno di un rapporto diretto col lettore + complicità e consenso + chiarire il suo ruolo e definire il compito dello scrittore vesti i panni civili e appassionati del cittadino e non quelli dello scrittore la spinta originaria che anima camon è la stessa = il bisogno di testimoniare e lo sforzo di capire ma questa volta il suo sguardo rivolto alla società l'intreccio di occidente è contemporaneamente di urgente attualità e concretezza = il tema e Padova il complicato intrigo di violenze e attentati dei gruppi neonazisti e neofascisti e parallelamente la vicenda del gruppo d'ordine oggetto di analisi storiografica ideologica e psicanalitica da un lato la cronaca reale della violenza che sconvolse Padova il Veneto e dall'altra l'ipotesi di un'interpretazione dell'epoca Ostinata ricerca di un linguaggio costantemente teso non appiattirsi nella trascrizione del parlato quotidiano e di una ricchezza di piani espressivi tutti reciproca relazione i quali rendono necessarie molteplici e sorprendenti letture in occidente vi è il quadro della società degli anni 70 vista nel contesto di una città segnata da profondi rivolgimenti provocati dal miracolo economico e dalla constatazione contestazione studentesca l'analisi tuttavia si presenta allo stesso tempo penetrante o riduttivamente schematica = coglie negli specifici comportamenti sociali segni di una sostanziale estraneità dal mondo civile dei ragazzi fascisti alla ricerca di un'integrazione impossibile e dall'altro esclude dal proprio obiettivo le forze più concretamente impegnate nella trasformazione della società reale + offre l'immagine stravolta di un mondo preda della violenza la donna dei fili e un'altra tappa della sua circumnavigazione dell'universo umano = ha scoperto nel cuore della donna la ricchezza di un mondo dove ancora vibrano i sentimenti ed esistono i valori i coriandoli + il canto delle balene del 1989 inaugura una collana dell'editore Garzanti che sancisce la fine di qualsiasi pretesa totalità all'insegna di un allegrezza liberatrice Da un lato e forte la disperata malinconia per la vanità di uno sforzo progettuale ideologico e dall'altra montava irrefrenabile la gioia dinnanzi ai vincoli che si scioglievano e alle opportunità che si aprivano anni 80 = tempo di bilanci + sogni e illusioni= bisognava misurare l'entità del disastro che la modernità aveva prodotto camon si definisce lo scrittore di quel che va perduto porta a termine la revisione dei due romanzi il quinto stato e la vita eterna lunedì definitivamente in un solo volume = romanzi della pianura dove descrive le grandezze le miserie del Veneto contadino per chi ne ha smarrito la memoria o per chi non ne sa niente L'epica contro storia delle genti della bassa era diventata una vicenda universale = emblematica della scomparsa definitiva della civiltà contadina camon sa di aver chiuso un conto rimasto a lungo in sospeso e sa che il mondo ha voltato pagina = sul mondo perduto contadino si possono solo versare lacrime di pietà e sul nuovo lo sguardo corre preoccupato e incerto perché appare diverso dalle attese La svolta sarà definitiva solo negli anni 90 = il ciclo dei primi - la terra è di tutti del 1996 nuovo mondo che pretendeva di essere esplorato e conosciuto tutti i romanzi di camon degli anni 80 hanno al centro l'esperienza della psicanalisi come luogo privilegiato di un confronto tra la salute e l'angoscia dove paradossalmente le parti si invertono = il mondo si rovescia per rivelare la sua segreta realtà L'ottimismo della guarigione, la speranza di un'identità riconquistata si affacciavano appena nella conclusione della donna dei fili ma hai appena un bagliore immaginato nell'altro I miei personaggi mi scrivono dal 1987 i personaggi ancora una volta si ribellano, traditi da lì l'attendibilità del racconto e dalla sua irrimediabile parzialità > la vita è altra cosa della letteratura la rivolta rimette in discussione tutto il suo lavoro il senso stesso del mestiere dello scrittore denuncia il tradimento della memoria l'insufficienza della ragione e dei suoi strumenti ideologici impotenza della parola di fronte alla realtà Il canto delle balene 1989 si dibatte tra le aggressioni dei suoi personaggi e la riscrittura dei primi romanzi parte dall indicibilità scrittura allusive metaforica = parlare di altro perché qualcuno in tenda anche costo di essere oscuro Il testo crea insicurezza nei recensori = alcuni se ne sbarazzano perché infastiditi da una comicità prevedibile priva di nostalgia per il mondo dei valori altri descrivono la novità dell impressa senza indagarne a fondo significato Il sospetto che il testo nascondessi di più spinge molti a usare strumenti assai vari per forzare nel segreto = psicanalisi e ideologia Il libro e una mano bilancio = un'epigrafe per la generazione che ha provato tutto e perso tutto 3 il libro ancora prima della caduta del muro di Berlino che sanciva la fine di un'era cercava di misurarne le conseguenze Il canto delle balene più che un racconto è una commedia perché organizzato come un testo teatrale > ridiamo di noi stessi (della nostra sicurezza e arroganza destinate a essere umiliate dalla vita) la storia inizia con il protagonista costretto dalla moglie in analisi a partecipare a una seduta collettiva nella quale si svelano tutti i segreti della loro vita coniugale la seduta è esilarante perché involontariamente crudele fino allo strazio All'uomo spogliato di ogni difesa non resta altro che mai ed epoca in cui è nato perché ripercorrendo il romanzo della sua vita ritrova i segni premonitori di una sconfitta annunciata sin dal principio i quali selezionai dell'uomo e della donna subiti quasi inconsciamente cancellano ogni ora ai sentimenti trasformando l'idillio nella parodia dello stesso riducendo i personaggi a semplici marionette nelle mani di un diabolico e misterioso burattinaio La modernità viola il segreto e disintegra la società + la memoria confonde i ricordi dividendo persino quello che insieme sia vissuto + la complicita si fonda su un patto omertoso = la coppia diventa soltanto una banda pronta a scontrarsi con il mondo Super-baby 1991 l'universo familiare si rivela una trappola senza scampo dove i protagonisti vestono le maschere di una falsa volenti o nolenti camon è uno strano moralista per un verso fedele alla tradizione cristiana e l'educazione umanistica per l'altro paradossalmente controcorrente anticonformista i personaggi sono gente comune = una coppia che spera invano di avere un bambino chino quando l'ostinazione viene premiata dando inizio alla più grande avventura che può capitare in un matrimonio un bambino in arrivo nella vita Messina due borghesi si trasforma in un traguardo esistenziale di assoluta importanza > l'unico per cui valga la pena darsi da fare la futura madre esaltata con un'infinità di epiteti solenni ed eroina di questa odissea = lei non vuole solo un figlio ma vuole un super figlio destinato alla grandezza al successo questa ambizione rende più forte il protagonismo femminile nella coppia rendendo il padre la controfigura di un patetico sancho Panza a seguito del Don Chisciotte La coppia è formata da due personaggi esemplari = si amano e si sposano senza passione secondo il programma di vita appreso dai rotocalchi, vivono insieme sopportando sì piuttosto che capirsi e finiscono complici nel proposito di trasformare un nascituro in qualcosa che a loro non apparterrà mai La puerpera orgogliosa si convince che proprio durante i 9 mesi si deciderà l'avvenire di suo figlio = e persino pronta a ricorrere il Santo assassino 1991 raccogli due dozzine di dichiarazioni apocrife = discorsi immaginari attribuiti a celebri protagonisti del presente (in realtà mai accadute) prevale la molteplicità degli spunti che la cronaca mondana suggerisce al moralista e la deformazione grottesca prende a bersaglio vizi e ipocrisia dei potenti ANTONIO DEBENDETTI NARRATORE lo scrittore giovane da subito e lessi al centro del suo universo letterario l’accidioso e sensuale mondo piccolo borghese = un mondo di vitelloni metropolitani nel quale distruttivamente si rispecchia paradossalmente gioendo della meschina poté pochezza dei suoi eroi la cifra stilistica dei suoi racconti segnò definitivamente il destino di Antonio diventandolo l'ostacolo di cui liberarsi ma anke il ossessive masochistico richiamo alla misura reale della povertà umana Antonio del culto del padre è stato il silenzioso e attivissimo chirichetto sinceramente devoto ma anche rimediabilmente insofferente De Benedetti si muove dalla scelta di ripercorrere senza scorciatoie la strada della riconquista della narrazione = aprirsi e riconquistare le cose le persone senza tuttavia annullare lo spessore di una scrittura che aveva puntato all'autosufficienza ancora un bacio del 1981 un libro nostalgicamente sentimentale che invoca un'altra occasione la nostalgia del romanzo e la fugaci precarietà della sua ricomparsa s'intrecciano = i personaggi esili e fragili tanto quanto socialmente culturalmente determinati protagonisti di vicende senza eroi eppure profondamente tormentati dagli affanni l'esistenza uomini privi di qualità ma non privi di storia De Benedetti osa toccare la corda del sentimento con grazia disinvolta e ne ricava un suono straziato =. disincantata coscienza Esprime l'esigenza di ritrovare l'origine di tanto disorientamento e di confrontarsi senza reticenze con i miti e le ombre di un passato inquietante Fine di un addio del 1984 il diario di un'avventura punta dritto a ricostruire l'immagine inequivocabilmente paterna dell'intelligenza che esce sconfitta dall'incontro col mondo diverse coincidenze biografiche = la famiglia piemontese di tradizione ebraica + l'esistenza romana + la vocazione letteraria + l'ansia di esprimersi + la coscienza della vanità di ogni sforzo Amerigo cresce si forma Torino negli anni 20 dominati dal magistero di Piero gobetti poi trentenne si trasferisce a Roma inseguendo sogni cinematografici vocazione ai bisogni della famiglia e ai doveri dell'insegnamento + il racconto di un liberatorio e definitivo atto d'amore se la vita non è vita del 1990 il protagonista è Guido Coen = architetto ebreo sulla sessantina assalito da fastidiosi acciacchi che da anni divide i suoi avari affetti tra moglie depressa, figlia omosessuale e un'amante litigiosa e insoddisfatta > è il momento di abbozzare un bilancio ma l'esame di coscienza di questo borghese è disastroso Guido Cohen e indolente, chiacchierone e dispersivo ha consumato l'intera esistenza inseguendo un benessere confortevole che in realtà mai riuscito a raggiungere = è consumato da forti disagi interiori che affondano nell'oscurità dell inconscio e da disagi materiali persino il suo essere mezzo ebreo se lo porta addosso con un imbarazzata sofferenza = segno di originaria diversità che l'ha costretto a difendersi da oscure minacce con ogni mezzo Guido è un uomo irrisolto = un inetto che si avvicina al traguardo con la certezza di aver perduto L'inetto è il contrario del dandy = e la vittima della società di massa e contemporaneamente artefice dell'universo kitsch questo architetto ebreo però non e solo l'estremo erede di questa tradizione e neppure soltanto vittima = la sua esperienza è più contorta e perversa + hai sponsor attorno a lui il fiele che ha in cuore avvelenando la vita degli altri più ancora della sua = la sua inettitudine ad agire EA vivere è infettiva le colpe di Guido Coen = cinismo, superficialità, avarizia, vigliaccheria, opportunismo, meschinita, misantropia, esibizionismo, bugiarderie ... ma non e finita qui il personaggio è l'autore fanno a gara nella definizione di questo ritratto denigratorio senza via di scampo = non c'è niente che si salvi, non c'è proprio niente di bello o di buono, resiste soltanto la miseria di una vita sempre più uniformemente grigia la sola giustificazione di questa confessione è affidata alla adottabilità del destino chi lo ha trascinato fin qui = il suo essere ebreo + il sentimento di appartenere a un popolo di perseguitati FEDELTA' A DEL GIUDICE Daniele del giudice lo stadio di Wimbledon del 1983 la figura enigmatica e misteriosa di Roberto bazlen e al centro della prima prova narrativa protagonista di un'invenzione letteraria che di una ricerca propriamente critica più di un intellettuale è il mito di un esercizio libero e improduttivo dell'intelligenza in un mondo ormai irrimediabilmente dominato dalle esigenze della produzione del mercato rappresenta l'intellettuale che rifiuta la compiutezza dell'opera e la definizione della scrittura + preferisce la precarietà del colloquio per resistere all' alienazione della società industriale del giudice insegue le tracce di un'esistenza che si è proposta l'obiettivo di non lasciarne di durature dilemma all'origine di questo racconto= scrivere o non scrivere + una contraddizione tanto il re solubile quanto priva di autentico valore il mito dello scrittore che non scrive, della Sapienza in esaurita che si rifiuta alla storia e dei libri innumerevoli letti e posseduti che documentano gli spazi inesplorati della nuova cultura novecentesca resistono soltanto alla luce di un crepuscolo malinconico rivelandosi impraticabile e improponibile al presente la resistenza in cui bazlen e attore testimone risulta più patetica che eroica destinata all'insuccesso al silenzio > la sua opera è stata la sua vita irraggiungibile improponibile e fallimentare la ricerca del giovane scrittore perde l'obiettivo e si dilata conta la disillusione di ritrovarsi nella lezione del bel tempo antico un'indicazione che resiste ancora oggi l'itinerario a ritroso rivela la disperata solitudine dello scrittore e dell'intellettuale del presente Del giudice appartiene a una generazione che ha speso le sue migliori energie per annullare la tradizione anziché edificare il nuovo mondo = una generazione senza speranza la storia è appena finita e subito un dubbio si propone al più giovane dei personaggi: “la scriverà qualcuno?” Quello più anziano esperto risponde: “l'importante non era scriverla l'importante era provarne un sentimento” fino all'ultima pagina era rimasta di incertezza + il discorso procedeva tra innumerevoli divagazioni aereo è distratto ma esso nasconde un tesoro e un mistero = il sentimento che da un senso all'incontro tra un giovane fisico e uno scrittore ormai alla fine della sua esperienza d'artista il sentimento li Lega mai espresso del tutto = un sentimento di solidarietà che si rafforza e si precisa nell'esperienza di un confronto inevitabilmente impari con la complessità e la varietà dell'esistenza lo stadio di Wimbledon era testimonianza di una generazione che si era spesa ed esaurita nel l'annientamento della tradizione ed era rimasta senza energie per edificare il nuovo mondo Atlante occidentale del 1986 l'incontro tra l'uomo di scienza e lo scrittore tanto più si arricchisce di silenziose sintonie tanto più vibra di sottili emozioni sentimentali quanto più si trasforma in uno spietato e crudele esame di coscienza che entrambi costringe a prendere atto di un definitivo insuccesso del giudice esiste sui risultati raggiunti da giovane fisico e dallo scrittore e le sottolinea le vittorie conseguite per rendere più evidente immediata la vanagloria di fronte all'impossibilità di dominare l'esistenza il racconto procede lentissimo e preoccupato di accumulare minuziose e lucide descrizioni quasi cercando nel paesaggio nelle cose conferma che la vita continua e non è un'illusione la metafora dell'atlante = l'immagine del mondo che la pagina scritta riflette non è soltanto la rappresentazione riduttiva e simbolica nella quale la vita si è fermata l'aggettivo occidentale è un estremo omaggio alla luminosa tradizione della civiltà europea è un commosso sospiro di fronte al suo irrimediabile tramonto in un tempo che ne disconosce i valori le lunghe le minute sequenze di oggetti pazientemente il precisamente descritti che cosa sono se non l'estrema speranza di resistere prima di sprofondare nello sconfinato universo della luce? la tensione con cui entrambi i protagonisti assistono allo spettacolo di fuochi d'artificio e l'ultimo tentativo di resistere alla dissoluzione lo scrittore sogna ancora di scrivere un'ultima opera = l'atlante della luce ma sa già che dovrà scriverla soltanto per sé = Nell'universo senza confini l'uomo si aggira disorientato e senza memoria - cosa tra cose - luce nella luce la storia dunque è finita davvero il resiste soltanto una nostalgia istantanea che si prova per le cose che stanno accadendo, che sono appena accadute o che devono ancora accadere parole e immagini = il tema può essere affrontato in tante diverse prospettive e anche essere letteralmente capovolto lo scrittore sembra affrontare la prova di confrontarsi con le immagini proprio per dimostrare che le parole sono condannate evocare visioni e che le immagini non hanno altro destino che li provocare le parole nel museo di reims del 1988 la provocazione è deliberatamente doppia il racconto con semplici dipinti di Marcon ereo Rotelli ha per protagonista un giovane prossimo la cecità che cerca nei quadri le tracce di un'impossibile in memoria della vita che si accoppia provocatoriamente con i quadri di Rotelli il nocciolo duro è tutto nella noticina finale = tutto si spiega perché non si spiega, anzi è inspiegabile l'emozione del bello e ineffabile come il rapporto tra Rotelli e del giudice = non c'era bisogno di scegliere un tema comune bastava accostare dei quadri a una storia nati liberamente dall'interno dei nostri percorsi dalla casualità e necessità i due artisti parlano tra di loro di cose che non ci vengono riferite = frasi separate che non partono da nessun punto e non arrivano a nessun punto ma sono intimamente connesse le due anime turbate si esprimono nell'arte la vicenda del giovane che si sforza di vedere oltre il suo destino di cecità e allusiva = dice e non dice + sfiora tutti i temi possibili e poi li elude con l'eleganza di un ballerino l'arte letteraria invidia la pittura il destino di esibirsi sulle pareti il privilegio di essere sottratta a qualsiasi referente non c'è nessun racconto nessun desiderio di raccontare: fratelli ferma sulla tela vivide emozioni visive e quindi ne parla senza parlare del giudice prova invitarlo in un desiderio sconfinato di astrazione verbale, di immobilita e di luce abbagliante = non racconta e non descrive ma vorrebbe fermare il magico istante che separa il giorno dalla notte nel museo il quadro di David sul marat assassinato= il giovane ha deciso che sarà quel quadro il segno del suo addio alla luce un quadro di cui esistono più versioni perché più labile e incerto si rivede il confine tra la verità e la finzione = il racconto quindi confonde deliberatamente le idee perché menzogna e sincerità si intrecciano finché non le si può più distinguere e separare tutto il bello della vita è bugia il racconto è il risultato del montaggio di brani di storie parallele che giustapponendo si acquistano un senso ben più largo e profondo di quello che ciascuna di per sé esprimeva Il punto di partenza è radicale: vorresti gridare subito la tua storia 3 energia a spento frenata dell urlo + scoraggiamento di fronte alla constatazione che è impossibile ricordare tutto il dolore e la gioia sono le emozioni che esplodono nel grido che mai viene = il racconto pretende di rimettere in ordine, di ritrovare la calma e persino la composta malinconia dell’imperscrutabile capitano che ne tiene le fila nella terra del fuoco/Antartide dove persino l'orizzonte e immobile e dove il tempo sembra sospeso non c'è altra via che decidessi a scrivere perché per sua natura la storia non è che la scrittura in una forma diversa la questione è sempre la medesima nel tempo della modernità = vivere o scrivere dove è evidente che ogni opzione senza l'altra si svuota di senso e che in ogni caso ci si smarrisce in un universo senza prima né dopo + senza ordine + senza storia bisogna andare fino al polo lungo le rotte dell'antartide per assistere alla luce astratta del tempo immobile e nello spazio indefinito allo scacco definitivo dell'uomo e del suo linguaggio = toccare davvero il fondo per cominciare la risalita il racconto di questa anabasi molteplice diventa così l'umana avventura della ricerca di un ordine perduto, di un punto di riferimento che consenta di ricominciare a orientarsi = la parabola del riscatto dell'individuo da un tutto indistinto c'è eroismo in questa sfida della letteratura all'insensatezza del mondo + c'è del coraggio nella fiducia ostinata che lo scrittore ripone nella parola del giudice è riuscito a trasformare il racconto in una specifica esperienza nella metafora della condizione dell'uomo e interrogandola possiamo convincerci di non essere del tutto smarriti QUINDICI ANNI CON MARCO LODOLI Marco lodoli spiega l'origine del suo romanzo d'esordio “diario di un millennio che fugge” 1986 3 all'inizio cioè un forte e turbante sentimento del mondo della storia che corrono verso non si sa dove + per ricostruirne l'itinerario in due nella direzione e necessario fermare sulla pagina quel poco che si sa perché lo sia vissuto in prima persona chi scrive il diario è un giovane uomo che si dice con disarmante candore di non aver mai fatto nulla = è la fotografia di una generazione senza qualità che evoca bene la contraddizione di fondo che lo agita perché sa di avere alle spalle avvenimenti spaventosi + tende ad annientarsi nella pura registrazione di eventi che si susseguono quasi per caso il diario è cominciato quasi per caso si carica di inattesa responsabilità = assume il valore di profetica testimonianza forte quanto involontaria Si può essere indolenti/indifferenti e anche profeti? per lodoli si la struttura discontinua del diario che sembrerebbe durare in eterno ritrova al di fuori di sé o nella sua più profonda intimità un punto di aggregazione che la rendolo salda e compatta sentimento di una resistenza subita piuttosto che posseduta = lo scrittore ritrova sulla pagina bianca una fede che mai avrebbe sospettato di avere e si sente investito da un ruolo ideologico e pedagogico un libro suggestivo lodoli ha ben presente lo stato d'animo della sua generazione = tipi di abbandono al ritmo cullante della risacca + ansia che si spegne Ogni incontro acquista un significato allusivo e simbolico negli anni 80 anche in Italia aveva preso corpo una letteratura che le avanguardie dell'apocalisse con sbrigativo cinismo bollando come restaurazione > in realtà l'apocalisse c'era stata davvero ma il mondo che a stento della sopravvissuto era tutto affatto diverso dalle loro attese rivoluzionarie il decennio più drammatico del 900 è stato quello degli anni 70 = nel mondo occidentale si indebolivano le ragioni materiali di un rivolgimento politico + si irrigidiva le ragioni ideologiche la letteratura entrò in crisi perché non riusciva a misurarsi con il furore ideologico e le sue utopiche figurazioni di un mondo alla rovescia ridotte la parzialità dell'esperienza e compromesse dall'instabilità del sapere scientifico una generazione orfana di ogni illusione ha ricominciato a raccontare senza bisogno di disfarsi dei padri recuperando con trascuratezza qualsiasi materiale capitasse tra le mani e facendo i conti con la propria esperienza di scopriva il gusto e la gioia di raccontare storie Snack Bar Budapest 1987 = suscitò l'unanime avversione dei critici romanzo che mescolava con effetti kitsch generi sottogeneri la letteratura di consumo dal giallo a romanzo d'azione calava la vicenda in uno squinternato avventuriero coinvolto nelle imprese malavitosi di una banda di giovanotti con i quali non riesce a spartire neppure le malinconie scontro generazionale non risolto = i giovani sono più cinici e crudeli VS l'avventuriero è un povero mal destinato il discorso è volutamente sovratono ma l'intento è raccontare una storia che cattura e rapisce Grande Raccordo 1989 16 racconti = implicazioni sociologiche morali Formano un discorso circolare che stringe l'oscura inquietudine sentimentale che tutti li attraversa e al tempo stesso segnano un percorso lungo i bordi scorrevoli artificiali Dell'esperienza quotidiana pretendendo di riscoprire la frontiera che divide il mondo in due tra normalità urbana e marginalità disperazione + solitudine + scenografie spettrali della periferia = la realtà appare disgregata e disarmonica e catalogata in rigide classificazioni lo scrittore di fronte a questa straziante desolazione riassume il compito umanistico di riaprire un dialogo sempre più necessario = esigenza di andare al di là dell'esperienza + ritrovare un significato morale nella narrazione letteraria oltre l'esercizio testimoniale sono costruiti su un disegno simbolicamente allegorico ed espressivo lodoli è disposto a confrontarsi con modelli letteratura di massa + confondersi con la tradizione del realismo e del neorealismo + deciso però a non restare prigioniero di nessuno di questi archetipi deviando nettamente il percorso verso un traguardo che è suo i protagonisti dei suoi racconti di frontiera vivono letteralmente sul limite nel quale ritrovano intatti gli eterni sentimenti dell'uomo sono tutti travolti dalla follia della disperazione ma inaspettatamente la vita li illumina come eroi di un doloroso riscatto | principianti del 1994 raccoglie in un solo volume l'ideale trilogia che aveva composto all'inizio degli anni 90 (pubblicati inizialmente in tre singoli volumi) i fannulloni del 1990 grande circo invalido del 1995 crampi del 1992 la trilogia rivela uno scrittore interprete e testimone dell'apocalisse di fine millennio = l'atmosfera di disperazione di attesa crampi il protagonista è un uomo che partecipa a una sorta di maratona pacifista lungo l'autostrada del sole Cesare si è messo a correre ogni giorno verso sera e si allena ostinato soffocando nel sudore l'angoscia di vivere la corsa è infinita e consuma piano piano tutte le forze dell'uomo = Cesare corre per lasciare indietro la pena di vivere + i ricordi che lo tormentano + le colpe + corre fino alla morte grande circo invalido gli protagonisti sono tre strambi anarchici che si incontrano nel corridoio di una scuola e progettano esemplari azioni dimostrative = rapire il Bambin Gesù dal presepe di San Pietro ironicamente sono descritti scombinati patetici come personaggi di una tragicommedia di avventura Non nasconde un affettuosa simpatia per la loro ostinata ribellione sono eroi di una battaglia comunque perduta e finisco un per sprofondare nel precipizio quando progettano di mettere una bomba nella loro scuola + il sogno che li ha sorretti si trasforma in un incubo di omicidio metropolitano fannulloni il protagonista Lorenzo marchese e un vecchio non saggio né curioso all'apparenza un signore distinto e ligio alle regole dell' umana convivenza La sua storia comincia tra ricordo di una ragazza tenera e grande di nome Caterina che se n'è andata per sempre nell'incontro con un ragazzo nero, Gaben, che vende lenti colorate alla stazione termini Caterina e gaben incantano Lorenzo perché sono diversi e scompongono l'ordinata sequenza della vita con sorpresa c'è in questi incontri l'incanto di una favola umana = allegrezza spensierata di una voglia di vivere intanto scolorata + il brio trasognato della scoperta e della rivelazione in un decennio lodoli ha messo insieme 7 libri di narrativa lei ha circoscritto un proprio universo fantastico personale e inconfondibile un'opera tanto varia quanto compatta in questa peregrinazione Tito incontra stravaganti compagni di avventura che lo accompagnano complici e solidali c'è tanto da imparare nella vita ma scrivere di poesia che resiste e tremendamente difficile eppure è importante vincere lo scetticismo, fuggire dal nulla che dilaga e attendere fiduciosi che arrivi il momento giusto per rendere testimonianza i sogni sono pericolosi e le poesie ancor di più ma non esistere capire è più importante al contrario del destino degli anti eroi della modernità il viaggio di Tito non e quello dico lui si perde nel labirinto anzi e la scalata verso il palazzo da dove è partita la convocazione che gli ha cambiato la vita È necessaria l'umana fede nel valore della conoscenza + l'umile devozione per la poesia (parola che dura oltre il tempo) FEDELE A SE STESSA (SUSANNA TAMARO) Metà anni 80 = una nuova generazione di scrittori cominciò ad animare la scena letteraria 3 nuova non solo in senso anagrafico ma perché spostava il punto di vista dal quale osservava il mondo l'esistenza + pone domande inconsuete il lungo cammino dell'odio anti borghese si era improvvisamente esaurito nella tragedia del terrorismo e nello scacco delle utopie rivoluzionarie + la cultura della crisi aveva consumato le sue estreme risorse assistendo impotente al vanificarsi dei grandi miti della modernità “primo tempo” collana dedicata programmaticamente ai nuovi narratori > un'avventura nuova di un mondo sopravvissuto alla catastrofe era una sfida che si in fondava sulla certezza che la tradizione del 900 si era interrotta = lo scatto esistenziale e culturale avrebbe espresso nuovi racconti a testimonianza di quel faticoso lavoro di riconquista di un ordine del retaggio del 900 la nuova generazione di scrittori non sapeva che farsene = ne diffidava infastidita per cominciare a raccontare si affidava a semplici generosi slanci morali + vive emozioni + avventure individuali in terre sconosciute giovani uomini e giovani donne sparsi in tutta la penisola con scarsi rapporti tra di loro riuniti però dalla collana il “primo tempo” Libri dove possiamo elencare le promesse disattese, gli abbagli, le illusioni e anche gli errori nelle valutazioni di merito ma non si può disconoscere che non pochi sono gli scrittori veri chi sono andati oltre l'originario bisogno di rendere conto della loro esperienza Il racconto restava una metafora del mondo e la sua costruzione + restituire ai valori una rinnovata dicibilità divenne l'impegno più forte della nuova letteratura Susanna tamaro linearità e coerenza di una ricerca + spregiudicatamente aperta al rinnovamento la testa tra le nuvole 1989 quattro romanzi ostinatamente rifiutati da tutti gli editori il primo “Illmitz” = un paesino austriaco quasi al confine con l'ungheria da cui protagonista si allontana tormentato da un profondo malessere il disagio esistenziale sordo e profondo e il tema che appare al centro dell'universo narrativo di Susanna tamaro e a esso i suoi protagonisti reagiscono rompendo gli ormeggi e prendendo il largo i romanzi di Susanna tamaro = la prima impressione fu quella di un talento straordinario, di una capacit affabulatrice ha fatto inconsueto è una vocazione narrativa debordante pagine cariche di emozioni ben radicate su un'esperienza dura e sofferta + non rinunciano a misurarsi con i grandi interrogativi dell'individuo, il mistero del destino e la difficoltà della scelta Susanna tamaro e anche dura ostinata e persino crudele con se stessa e con i suoi personaggi e nata in una terra di confine ai margini della nazione in una famiglia di origini ebraiche mitteleuropee = disordine degli affetti + precarietà delle relazioni la ragazza si rifugia ai margini maturando insofferenti desideri di fuga = sentimento di avversione alle regole della modernità l'avventura della tamaro > la sua fuga dal mondo + la sua scelta di porsi ai margini per osservare gli errori le contraddizioni + vedere al di là dei costumi = quel che importa e trovare un'altra strada che porti l'individuo riscoprire se stesso e i segreti dell'animo perché riconosca il senso del destino “per voce sola” 1990 5racconti scritti in 30 giorni grazie ad un'ispirazione improvvisa Fermare lo sguardo sulla realtà per scavare oltre l'apparenza scendendo nel segreto dell'uomo per illuminare quel buio in cui si nascondono le radici della violenza e dell'odio costretta a misurarsi con le grandi questioni dell'esistenza + perenni temi della responsabilità morale > straordinari resistenza nei confronti del maligno S5storie (vedi pagina 553) La scrittrice raccoglie esperienze prossime e remote per misurare la propria lucidità rispetto all' improvvisa esplosione della violenza che esplode senza ragionevole motivazione) la vita sta nella capacità di misurarsi con il male, di controllarne le devastanti esplosioni, nella disperata resistenza alla sua sopraffazione + questione di forza di fiducia di fede il messaggio di per voce sola e inconsueto inatteso ma senza illusioni > sta dalla parte delle vittime soprattutto se indifese ma non si limita a disperarsi offre loro le parole della memoria dove tutte le cose si rivelano misurabili e dominabili per voce sola è un libro cupissimo che finisce con la luce perché è in quello sprofondare nel dolore che si riaffaccia alla coscienza la forza trascinante della fiducia + la pace di una ritrovata armonia col mondo disegna un cammino lungo e spesso accidentato sulla via della verità = le tappe ulterio della scrittura della tamaro sono tutte ugualmente necessarie obbligate il traguardo in questo cammino però non c'è e tantomeno c'è la pace soddisfatta della vittoria Susanna tamaro rimasta fedele a se stessa = ha smesso di fuggire per non essere travolta dalle ossessioni della modernità non si è commossa pietosamente davanti al dolore ne ha invece condiviso la pena per trovare al di là di essa le radici di un sentimento della vita che può essere offeso ma non divelto Se in “testa” il mondo è visto attraverso lo sguardo candido del ragazzo Ruben pronto a scoprire la ricchezza dell'esperienza e la varietà della vita nelle avventure; nei racconti di “per voce sola” l'esperienza è stata fatta e ne resta insuperabile il dolore patito (vedi il racconto della donna anziana sopravvissuta ai campi di concentramento) La scrittura è testimonianza o profezia? la tamaro ha scelto la seconda strada + le interessa quello che le sta attorno più per quello che nasconde che per quello che mostra